| quasi | centenario “Muntèna” che tutti i santi giorni, sigaro e |
Finestre di via Paradiso -
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ti accarezzo la fronte, le guance, pero - nonostante i | quasi | quaranta gradi - mi s'impiglia nelle dita un senso |
Il letto vuoto -
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di profumo, che è caduta. I pezzi sono stati raccolti, | quasi | tutti in un primo momento, altri nel corso del tempo, a |
Ritorno a Planaval -
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una parte all'altra del magazzino, tra le scansie alte fin | quasi | al soffitto. Ma un piccione non s'era ancora visto. Fino a |
Finestre di via Paradiso -
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invece, questo fissandomi latra e salta come un pazzo fino | quasi | a varcare il suo recinto. Allora mi giro per continuare il |
Il letto vuoto -
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Ed ogni cosa sembra che debba nell'ombra densa dileguare e | quasi | nebbia bianchiccia perdersi e morire mentre filtri |
POESIE -
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italiane, ma di luce già un po' incerta, cosi a nord, | quasi | all'altezza della Norvegia. D'improvviso, in simultanea, |
Il letto vuoto -
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ai nostri nomi, mi ha ricordato di colpo il grande vetro - | quasi | un quadro - che conserva le ossa degli 800 martiri in una |
Salva con nome -
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sopra i contorni sempre in movimento della nuvola pareva | quasi | sul punto di sciogliersi nel cielo più segreto, e meno male |
Ritorno a Planaval -
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la finestra a vestire ogni cosa di un chiarore tranquillo, | quasi | una luce. Poserà un'ombra scarna sul volto supino. I |
Il paradiso sui tetti -
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alcuni ancora vivi altri già morti, mescolati tra loro | quasi | sempre senza cognomi, solo i nomi, le date, le brevi frasi |
Salva con nome -
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dell'attesa con tutti quei toni che salivano scendevano | quasi | cantassero, ora ammansivano l'ansia dell'indugio, e il |
Menhir -
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studiavano gli uccelletti e i viandanti. Io passava di là | quasi | ogni sera e m'avean le due donne in simpatia, ché, fra |
Penombre -
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", ero un bimbo pallido e biondo e tutto in sé racchiuso, | quasi | agognante al limbo; un'arpa eolia a cui l'aura mancava!... |
Trasparenze -
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lungo e magro professor di greco, che | quasi | odiar mi fece il divo Omero, fu stamane a vedermi al mio |
TAVOLOZZA -
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un vago fascino di arcana ebbrezza avvinti, si curvavano, | quasi | invitando umilmente; il cielo era sereno, limpido, |
Trasparenze -
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Allora qualche cosa tremò si spezzò nella torre e, | quasi | in un inginocchiarsi lento di rassegnazione davanti al |
Poesie - La morte di Tantalo -
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Testé, vinta dal sonno, andò triste al riposo... Vedi, già | quasi | spenta è la face! * * Non oso palesarti, o fanciullo, |
Trasparenze -
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che geme lentamente nei solchi girando, scorrerà, | quasi | ai pigri insultando, l'uragano del nostro vapor? Ahi |
Trasparenze -
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si svia mentre lungi già il treno è trascorso, seguiran | quasi | estatici il corso brontolando : " No, fumo non è! ". Ma i |
Trasparenze -
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gli astri all'orizzonte per i vapor rosseggiano più grandi | quasi | la vita per più forza gravi come un'aura di morte. Ma se i |
POESIE -
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amplesso!... Di estasïarsi egli desìa con esso. Ecco, ecco | quasi | ha raggiunta la festa... ormai più non gli resta, bruco |
Trasparenze -
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aviti, e dei pruneti in fior! E intorno a lor, corteggio | quasi | di antichi amici, belan le capre, garrule del monte |
TAVOLOZZA -
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di cembalo le tegole; un gatto nel cortil miagola ed urla, | quasi | di spento vate anima errante! crepita il focolar, |
TAVOLOZZA -
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e giù, or si schiudono, or si serrano i volumi palpitanti, | quasi | albergo all'alme fossero degli autor che non son più! |
TAVOLOZZA -
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uscita. Mi parea sentire gemere mestamente i contrabbassi, | quasi | vecchioni affannati a seguire giovani passi. E gli immensi |
Penombre -
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tempio!.. Sfumando in lontananza, si univan tinte e linee, | quasi | fanciulle in danza; in fondo in fondo aprivasi un arco a |
Penombre -
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i vecchi amori lento alterna alla spiaggia, e stanco par: | quasi | amante assopito ai primi albori, e a cui men bella la |
TAVOLOZZA -
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col cappellin sdruscito, della compagna che al fatal marito | quasi | a baston si appoggia; della superba che dall'alta loggia |
TAVOLOZZA -
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