a te ho scritto una poesia, per cercare di spiegare, una | poesia | a cui non so dare un titolo: |
Ritorno a Planaval -
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al tempo stesso che questa fosse più simile a una | poesia | che a un monologo. |
Ritorno a Planaval -
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per questo che ho scritto una | poesia | che ha bisogno di un gesto e di un pensiero. |
Ritorno a Planaval -
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| poesia | poesia poesia Sorgi, sorgi, sorgi Su dalla febbre elettrica |
La Verna -
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poesia | poesia | poesia Sorgi, sorgi, sorgi Su dalla febbre elettrica del |
La Verna -
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poesia poesia | poesia | Sorgi, sorgi, sorgi Su dalla febbre elettrica del selciato |
La Verna -
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del vuoto. Nel silenzio, che è armatura della parola, la | poesia | sente talvolta il ronzio insistente e perduto della |
Menhir -
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non parliamo la stessa lingua, ed è così che ho scritto una | poesia | dimostrativa. Ma io sono preoccupato soprattutto in questo |
Ritorno a Planaval -
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mia, bella, dolce, soave, che mi dici al mattin la | Poesia | ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo alla torbida |
Trasparenze -
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compagni, è questa l'ora; coll'arte nostra lepida qui | poesia | s'infiora: lungo lo sporco lastrico seguitemi cantando, il |
TAVOLOZZA -
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delle labbra, la serenità del sopra ciglio memoria della | poesia | toscana che fu. (Tu già avevi compreso o Leonardo, o divino |
La Verna -
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infedele ci abbandonava e spiegò al ciel le vele! Qui, | Poesia | soltanto restò sparuta a pochi mesti accanto, a ricordar |
TAVOLOZZA -
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