Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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allora cerco l 'acqua, la guardo e rabbrividisco.  Fa  freddo.
dei segni su una pietra per un tempo che giustamente  fa  sorridere i fisici, poi l'unica conispondenza sarà l'aria.
di alopecia vibrare sotto la lampada, rósa da quello che  fa  nido nel corpo.
 Fa  un caldo terribile, la stanza diventa una pozza sanguinosa,
tanti anni e morta eppure ancora forse abita qui e non ci  fa  compagnia e dei fiori forse non le importa, né del paese che
compagno che trent'anni  fa  passava ogni domenica di casa in casa a chiedere chi
e dura legge è pur che si risponda. - Eh, che mai  fa  ? - Dipingo. - Oh bello, oh bello! ... - Ma come ? - Come
del suo sguardo, morte del suo splendore, del male che le  fa  differenti e lucide di sé. E complimenti al platano e addio
si scopre ed è un gioco bellissimo: vedere come l'altro si  fa  piccolo, come si chiude nel suo disonore e si ricorda di
e la finestra diventa un balcone. Ci si guarda intorno, si  fa  una grande luce nella casa del trionfo e si vorrebbe urlare
è che io ci ragione sopra: la signora non regge, non si  fa  tutti questi pensieri e men che meno ne scriverebbe. Ma
massa scura che sta sotto, ma dove aumenta il buio e si  fa  nero, guardando a lungo si indovina la figura del castello e
giardino Ascolta ... a festa suona la campana ... ma che  fa  qui in un angolo il becchino? Deh, profumami, madre, il
compare dalla bettola giunto, a giusto punto, non le  fa  col bastone addormentare. Pazzo! e sia. Gelo, il verno;
notte bruna, non c'è mai caso ch'io possa dormire. Piove ?  fa  vento ?... o m'ho un magro tizzone, e allor, le buone
Toscana è l'orma del viaggio che finisce, Greve che si  fa  Orcia e Siena e torri, fumo dei boschi, vigna, ferita
il marzo sbuffa; alle ospitali gronde, alle tiepide tane  fa  ogni sbuffo assassino delle speranze dell'april bottino; e
in ogni fibra lieto nella tua procella, ché per lei si  fa  più bella ché per lei si fa più pura ai suoi occhi la
tua procella, ché per lei si fa più bella ché per lei si  fa  più pura ai suoi occhi la natura. Marzo mese luminoso marzo
È sempre sola, ma ha un gatto e un cane.Mi piace. Non mi  fa  paura come mia madre.Ama gli insetti. Io amo gli insetti.
chi cerca alcuno nella folla, né il vede, s'alza, scende,  fa  sosta, si dilegua, riede... E' sparita! - Ma dove? - Dove
e come il primo amore; ma poi, quando più invecchia e si  fa  triste il core, ci avvediamo, sgomenti, che favole non
che si scioglie, candida illusïone; amo il bruco che primo  fa  capolin dal limo. Amo i rabeschi delle lumachelle che van
e cielo per i campi e le città. Ma la noia il disinganno  fa  le gocce sollevar ed il bene che non sanno van col vento a
tutto questo movimento di rami, visto sempre dall'interno,  fa  pensare ad un cuore pulsante, il cuore della nostra casa
il marzo sbuffa; alle ospitali gronde, alle tiepide tane  fa  ogni sbuffo assassino delle speranze dell'april bottino, e
ti dirà se di pioggia è foriero quel vapore che al sole  fa  vel. Vieni meco: io ti voglio alla riva per mostrarti
Io vado a letto, ché, a parlar schietto, l'infreddatura mi  fa  paura! Ma il raggio blando di quando in quando alla
ma che l'aureola del tuo sorriso la muta in estasi, ne  fa  un Eliso! Milano aprile 1875.
disciolte spalle, vino d'Italia... la ninna nanna non la  fa  la balia! Dite, amici, giochiamo a cruscherella?...
altro anel; più il riccone invecchia e al parroco sospirar  fa  i bruni arredi, più la rabbia degli eredi gli conforta i
dell’Egitto e del Lazio! E’ Frine: il guardo, se lo  fa  parlare, com’ella sa per infortunio mio, non l’Areopago può
là se sei soldato del realismo, e nessuno s'impenna e  fa  gli occhioni se vengono a sapere che odi il mestiere -
mia unico raggio tu che sola m'infondi quel coraggio che mi  fa  vivo! Lo sguardo mio non t'ha saputo dire non t'han saputo
in quando, se mai la coltre allontanò sognando. Triste si  fa  la vita al cantoniere ed al soldato per gli spalti perduto
non più così ti vidi nel mio sonno, quando la trama più si  fa  sottile e all'anima più pura inverso l'alba rivela il sogno
e il camminar m'è vano e la fatica novellamente mi si  fa  penosa. Io sento me da me fatto diverso, se pur vicina ti
Egli che accozza i mistici metri degli universi, egli che  fa  degli uomini i suoi superbi versi, egli vi mesce sillabe
foresta coglie sbadato ai margini un mazzolin di fiori, e  fa  un pazzo miscuglio di forme e di colori: qui fuggendo i
amor sol pieni, e un sorriso di donna il cor ci empiea come  fa  la marea! Una fanciulla quindicenne, bianca larva pensosa e
poeti, sovente, non siam noi che scriviamo, È il vento che  fa  un fremito correr di ramo in ramo, È una canzon perduta che