Squadra, perché non lo conduceva via con lui? Gli avrebbe portato il fucile, come da Ràbbato a Catania. Più non aveva paura delle fucilate; non si era
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interminabile, senza che egli riuscisse a capire dove arrivava. E poi, dai discorsi di quei della Squadra, che parlavano di soldati, di fucilate, di
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insieme la paura di trovarsi in mezzo alle fucilate, di cui, più che altro, paventava il rumore. Se dovevano ammazzarsi, si sarebbero ammazzati loro
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, lontano, a riprese, un crepitìo di fucilate che somigliava al rumore dei mortaletti sparati a Ràbbato per le feste della Madonna e dei Santi. Gli
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stanchezza, aveva dormito male, destandosi a ogni po' di soprassalto. Avea sognato di attraversare, di notte, luoghi cupi, paurosi: di udire fucilate e
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ricordo del morto, steso lungo per terra dentro il portone con la bocca aperta e gli occhi spalancati... E, dopo le fucilate, tutta quella gran folla
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da compare Cosimo. - Ma che! Ti pare che andiamo a spasso? Andiamo a fare alle fucilate. - Vengo a Messina! - piagnucolò Cuddu. - Sei pazzo, ti dico
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, era parso il finimondo: fucilate di qua, fucilate di là; volevano ammazzare tutti i galantuomini e fare la repubblica. Ma i galantuomini si erano
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fucilate e di bombe, lontano, come la sera della festa di S. Isidoro a Ràbbato, quando sparavano i fuochi d'artifizio nel piazzale della chiesa. Poi
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