ciò era molto triste; inoltre il tempo era scuro, e Caterinuccia aveva paura. Dovete compatirla perché era piccola. Spesso pensava a Rosetta e a
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Tit diventò pallido e chiese, con un fremito delle labbra: — Chi ha parlato? — Io no, — mormorò Caterinuccia. — Neanch'io, — strillò la solita voce
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inoltre vedere il letto di Rosetta e di Caterinuccia, in cui dorme anche Bellissima. Rosetta, ovvero Rosa, è la sorella piú grande, e Caterina è la sorella
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Bellissima è la piú contenta perché, essendo tutta di stoffa, non sente né fame né freddo, al contrario di Rosetta e di Caterinuccia. Ora vi fu un
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che le diceva Caterinuccia. - Sei stupida e anche brutta, - diceva Caterinuccia, - con solo quattro capelli e gli occhi di filo rosso! Io vorrei una
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strappato; un sacco, e gli occhiali sul naso. — Non ho nemmeno uno straccio, signore, — disse Caterinuccia. — Nemmeno uno? — borbottò l'ornino
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le braccia come per dire all'omino: — Sono uno straccio, sí, sí. Mettetemi nel sacco e lasciate a Caterinuccia un soldo per la cena —. L'ornino capi
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Caterinuccia, col suo soldo in mano. Poi ebbe paura della strada vuota, richiuse la porta e accese la candela. Proprio allora si sentì: Toc, toc! ma
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Caterinuccia. — Sono Tit, — egli rispose. — Qui fa piú caldo che fuori. Ho bussato al tuo palazzo perché ho fame. Potrai offrirmi un po' di stufato e la
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, non ci pensavo. Potremo comperare il pane, e ne mangeremo un poco tu, e un poco io, ma un pochetto lo lasceremo a Rosa —. E Caterinuccia porse il
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: — Chi sa, — disse, — quanti strilli avrebbe fatto la Signora se Pic avesse rubato! — A quest'idea, batté le mani, ed anche Caterinuccia rise. Ma in
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! — disse Caterinuccia modestamente. — E come dormivi? — chiese Tit meravigliato, osservando la piccolezza della casina.
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Caterinuccia; per mostrare come, si distese a terra, e allora Tit, al pensiero di una simile scomodità, le dichiarò eterna riconoscenza. E per non
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. È perché la Principessa mi ha dimenticato. Caterinuccia non seppe che cosa aggiungere. La Signora del Pineto entrava tutta incoronata di foglie e
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sfondare i cerchi di carta. Appena giunti Caterinuccia lasciò un momento Tit per visitare la propria casa. C'era una cucina con tante piccolissime
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Caterinuccia anche questa volta dovette sospirare. Il mercante continuava ad ammirare la casina, e volle donare un nastro da mettere sulla spalliera del
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La Regina delle Fate le disse: — Sai che hai trovato marito? — e le diede una leggera spinta. Ed ella disse: — Sí. Allora Caterinuccia esclamò: — Oh
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giorni? — chiese Caterinuccia. — Certo, certo. Caterinuccia, Rosetta, Tit e Bellissima si presero per mano e ballarono intorno al tavolino cantando
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tua trombetta d'argento! — ma vide che sopra c'era scritto: Questa è per Caterina. Intanto l'automobile correva lontano. Da quella sera, Caterinuccia
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trombetta d'argento? Oh, mi dimenticavo. Una volta, suonò. Suonò tanto piano che la udí soltanto Caterinuccia che la teneva sotto il cuscino. Aveva
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