cappellino? Lo sai che cosa sei, tu? Un soldataccio spagnolo rozzo e ignorante!" E avrebbe quindi potuto ascoltare la voce di Raul urlare di rimando: "Ah
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nell' unghie del gatto per la smania di girare. - E tu gira! - diceva Dodò filosoficamente. - Oh, io no! Non voglio mica morire di mala morte, io
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... però se vorrai...! — Come sei buono! — esclamò la passeretta, — non dimenticherò quello che hai fatto per me tu che sei il piú bello e il piú
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ritratto tu possa trattenerti qualche tempo, a godere la mia ospitalità: ma la cosa potrebbe stupire. Renderemo dunque tutto più semplice in altro modo
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: perché la mia spatola, raschiando come tu dici il nulla, trova sempre di sotto figure peggio disegnate e peggio tinte di quelle che trovi tu? E
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, voglio dirti due cose: ma tu ascoltando la prima, sappi che ce ne sarà una seconda. La prima è questa: immaginando in questi giorni il dono che mi avevi
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tant'altre parole per dir la stessa cosa! Adagio un po'. Se tu dici a. un bambino, per ischerzo: - Bada che ti do una manata o uno scapaccione
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POLIARCHíA. Tu capisci la mia strizzatina d'occhio questa è una di quelle tali parole che è convenuto che tutti intendano, e di cui non è prudente
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proposito gioverà più che altro la consuetudine, che tu devi prendere, d'osservare la scorrettezza, la rozzezza, lo stento, le infinite miserie e
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vedrai tu pure nella vita, perchè migliaia d'italiani colti, e che scrivono bene, si ritrovano, parlando italiano, nello stesso impaccio nel quale si
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piace. - Hai ragione di burlarti degli idiotismi altrui; ma in fatti ne dici tu pure. Sono da lei, caro bolognese. Pensava ch'io la potessi
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: - Cospetto! Tu peschi nel vocabolario; tu diventi un linguista. Che lusso! - Ma se tutti ragionassero così, la lingua italiana, fra noi, rimarrebbe
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, quella gran virtù, in un mar di guai, non facevan nulla, non m'accorsi in tempo, per la qual ragione, tu non tronchi e non elidi nulla, e dici invece
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meglio che tu incominci coi vocaboli, che sono i più necessari, e che per qualche tempo non t'occupi d'altro. Ci sono, prima di tutto, certe consuetudini
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. Ora seguita tu, Martino.
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posato il bastone! - gli esclamò Sergio. - E poi non teneva sempre le dita nel naso come fai tu - disse Anselmuccio. Cherubino, che durante il racconto
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palle dei cannoni e ogni tanto il burroncello veniva spazzato da una violenta fucileria. - Sei tu? - domandò il sergente sottovoce, che lo aveva
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: tra i bassi anche ultimamente sono mancate delle voci. - Ah, sei tu, Stucchino! Mettiti a sedere da qualche parte. Che succede ancora? - Guardi
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', senti. Veniamo a un accomodamento. Io ti presto gli occhiali fino alla corsa, e se tu con la Freccia d'argento ti piazzi fra i primi tre arrivati, te li
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, Alo. Però, tu lo sai, sono stato per anni cappellano alle carceri: una certa praticaccia ce l'ho dei «delinquenti», come tu, troppo impulsivo, hai
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con aria spaurita e assonnata: - Ah, sei tu? Buon giorno, Jörg! Dove sono stato stanotte? Ma sì, io... sono stato... dovevo andare a trovare un amico
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tristezza. «Anche la bugia del rispetto è penosa! Non ti importò mai, in verità, né di spade né di mantelli: ma credo che tu voglia esser cavaliere per
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inquieta. - Argo! Sei proprio tu... La bestiola lo guardava fisso, ma non si avvicinava. - Argo! - ripeté il professore, quasi senza voce. - Argo, non mi
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ti preoccupi tanto? - la Clotilde d'improvviso si fece seria seria. - Non è che per caso tu... - Clotilde! - cercò di frenarla l'Enrichetta. Ma l'altra
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negli orecchi. - Melchiorre e Pinuccia, ai piani alti! Attilio, guarda nelle cantine! Tu, Enrichetta va' in giardino! Il maresciallo ed io cercheremo
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Cavaliere d'Italia. E tu... e tu... Tu non puoi ricattarmi così! - Va bene. Allora, niente caramelle. L'infermiera girò sui tacchi, con un movimento
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poco tempo tu paghi la spesa del taglia-fieno, e te ne avanza.
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mai gli animali in stagni di acqua impura, torbida, o guasta. Tu esporresti il bestiame al pericolo di gravi e micidiali malattie. Quando vedi un
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, scrivendo per te questo libro, aggiungi alla nettezza del corpo la nettezza dell'anima. Tu vivrai sano e felice, se ogni sera potrai ricordare a te stesso
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l'educazione. Il nonno e la nonna ti amano più che se fossi loro figlio: tu devi riamarli, come ami il padre e la madre. Anche allo zio, ai nipoti, ai
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miglia a farne ricerca; e quando n'han le zampette cariche, volano a deporlo; poi ripartono subito a cercarne dell'altro. Impara anche tu a mettere in
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, come fai tu, nell'estate, ben deve aspettarsi di morir di fame nell'inverno». Ciò detto, l'ape chiuse l'uscio in faccia al grillo. Giovinetto, tieni
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39. Il luogo natìo. Chi può non amare il luogo, ove si è nati? Se tu sei andato qualche tempo fuor di paese, ricordi quanta gioia hai provato nel
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41. Doveri verso la patria. Come ami il luogo natìo, così devi amare la patria. Tu conosci i doveri dei figliuoli verso il padre e la madre. Ebbene
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qualche mancanza i genitori e i maestri ti correggono, e anche ti castigano pel tuo bene: tu devi accettare con sommessione i rimproveri, i castighi, e far
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1. Perchè si mangia. Perchè si mangia? Per vivere. Tu mangi, e con quale appetito! perchè alla tua età si ha bisogno di crescere, e invigorire le
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3. Mangia bene. Fra tanti cibi, passati a rassegna, c'è da scegliere quanto si vuole, e mangiar bene. Ma fa la scelta chi può; e tu non puoi: sulla
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pugilato, qui sulla piazza. Si radunerà una gran folla, e tutti saranno sicuri che vinco io, che sono un peso massimo. E invece vincerà Piuma. Tu devi
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crema di mandorle. — Tit? Sei proprio Tit? — chiese Caterí, guardandolo con meraviglia. — Credevo che tu fossi molto ricco. Non sei un re? — Sí, una
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malconciato. - Ma se tu sapessi quanto mi è servito laggiù questo fazzoletto tricolore! Ogni volta che si annunciava una impresa rischiosa e i soldati del
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gran fortuna: bada di mostrartene grata col mantenertene sempre degna. Tu vai sposa ad uno dei più ricchi giovani di tutta Firenze: tu vai in una
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nascondersi dietro un muricciolo, e vide arrivar la strega a cavallo del manico di una granata. — Con chi hai tu parlato? — Col vento dell'aria. — Veggo
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; — gli disse pentito — se tu mi rendi la mia figliuola, essa sarà tua sposa, con, mezzo regno per dote. - Il Nano continuava a contorcersi dalle risa
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avea l' anello. Dopo che la Regina ebbe comprato parecchie cose, domandò alla figliuola: — O tu, non vuoi nulla ? — Non c' è niente di bello, — rispose
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presentarsi: — Sua Maestà che cosa comandava? — Comando e voglio la tua figliuola per sposa. Lei diventerà Regina e tu ministro di palazzo reale. — Maestà, c
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ce n' è‘ più; se n'è perduto il seme. Di quelle che ho io tu non sapresti che fartene. E poi, servono a me per conservarle imbalsamate. Vuoi vederle
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casa. - Entra, cara, - le aveva detto sorreggendola mentre ne varcava la soglia. - Ma tu sei la mia bionda, ignota amichetta! - aveva soggiunto
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, dammela! - Ma tu non sei fratello mio! - rispose l'altro. - Se tu fossi mio fratello te la darei, a te non te la do. Tu sei figlio di un'altra madre
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terra e con tutto il fervore dell'anima pregò: - Vergine beata, tu che proteggesti visibilmente l'impresa dell'avo mio e lo aiutasti a liberare
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annusando l'aria. - Eppure a me sembra lo scarico. A meno che ... tu ... non abbia ...? - Eh, sì. Deve proprio essere lo scarico — risponde la Nasochiuso
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