Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: tu

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se la fortuna ti ha messo nella condizione di comandare  tu  non devi approfittare. La Carta del Lavoro canta. Charta
Lavoro canta. Charta cantat, come affermavano gli antichi.  Tu  mondi il riso nelle faticose paludi? E allora la Carta del
del Lavoro dice: Ti sia dato per legge ciò che ti spetta.  Tu  sudi sotto l'ardente sole con la falce? Ti sia ricompensato
sole con la falce? Ti sia ricompensato quel sudore.  Tu  spazzi la neve, tu pòti gli alberi, tu costruisci i muri,
falce? Ti sia ricompensato quel sudore. Tu spazzi la neve,  tu  pòti gli alberi, tu costruisci i muri, tu con abnegazione
quel sudore. Tu spazzi la neve, tu pòti gli alberi,  tu  costruisci i muri, tu con abnegazione insegni, tu... -
spazzi la neve, tu pòti gli alberi, tu costruisci i muri,  tu  con abnegazione insegni, tu... - Fafòn nella sua foga e con
ogni volta che lei gli diceva:  tu  sarai Re, il bimbo accennava di sì colla testina, come se
a piangere e strillare. Lei gli ripeteva: — Bimbo mio,  tu  sarai barone!... Tu sarai ducal... Tu sarai principe!... Ma
Lei gli ripeteva: — Bimbo mio, tu sarai barone!...  Tu  sarai ducal... Tu sarai principe!... Ma il bimbo non si
— Bimbo mio, tu sarai barone!... Tu sarai ducal...  Tu  sarai principe!... Ma il bimbo non si chetava. Talchè una
volta, per prova, tornò a dirgli sottovoce: — Bimbo mio,  tu  sarai Re! — Il bimbo accennò di sì colla testina, come se
- Una sola - rispose il baco - io lavoro per gli uomini e  tu  per te stesso. Io mi rendo utile agli altri e tu dai
uomini e tu per te stesso. Io mi rendo utile agli altri e  tu  dai solamente noia.
Bimbo mio,  tu  sarai Re! - E si era avverato. Stretta è la foglia, larga è
nutrizione delle piante che il coltivatore le affida. Anche  tu  nell'inverno lavori, frequenti la scuola, e studi per farti
se impieghi bene il tuo tempo. Ora dimmi: che fai  tu  nelle lunghe sere d'inverno? Nulla: tu le passi nella
Ora dimmi: che fai tu nelle lunghe sere d'inverno? Nulla:  tu  le passi nella stalla a udire vecchie storie del mago, del
ti mettono in corpo la paura dei morti e delle streghe;  tu  non osi più uscire al buio da solo; l'ombra d'una pianta,
e da pesca, sedie di paglia o cannucce. Non puoi anche  tu  fare lo stesso? Imparando un mestieruccio qualsiasi, nelle
prega il tuo bravo Maestro che te ne suggerisca alcuno;  tu  vi troverai, fra altre buone cose, anche il secreto per
pungente e cominciò a dare del  tu  al Viceré incalzandolo. Eseguì un rapido passaggio di
festa nelle buone famiglie campagnuole. Così la santifichi  tu  pure, che sei un bravo giovanotto. Or che pensi tu di quei
tu pure, che sei un bravo giovanotto. Or che pensi  tu  di quei giovinastri che profanano la festa nelle bettole, o
profanano la festa nelle bettole, o con giuochi disonesti?  Tu  hai il cuore in pace: ed essi? Tu domani ti rimetterai con
o con giuochi disonesti? Tu hai il cuore in pace: ed essi?  Tu  domani ti rimetterai con più lena al lavoro: ed essi? Tu
Tu domani ti rimetterai con più lena al lavoro: ed essi?  Tu  diventerai un buono ed onesto coltivatore: ma essi come
miele. Anche oggi. Nino e Ninetta si guardano. - Diglielo  tu  - bisbiglia Nino. - No, tu. La mamma nota quell'armeggio,
il babbo ascolta il Giornale Radio al Dopolavoro; ma  tu  mammina, sei sempre in casa e non godi niente. Ora si
li ha capiti. Gioventù d' Italia, bella fresca gioventù,  tu  sbocci in questi tempi come una primavera fiammeggiante nel
che male accompagnato. Se pratichi ragazzi cattivi, anche  tu  diventi cattivo. Basta un ragazzo cattivo a guastarne cento
In un paniere di mele sane mèttine una marcia. Credi  tu  che, tra tutte, le mele buone risanino la mela marcia? Se
buone. La cattiva compagnia è come il fumo della pipa:  tu  non puoi restare gran tempo in luogo ove si fuma, senza
scegliti a compagni dei fanciulli buoni, giudiziosi; e come  tu  avrai sempre a lodarti di loro, fa che essi abbiano sempre
signori Esami sono persone oneste che dicono ai ragazzi: -  Tu  hai fatto il tuo dovere, tu invece non l'hai fatto. Tu sei
oneste che dicono ai ragazzi: - Tu hai fatto il tuo dovere,  tu  invece non l'hai fatto. Tu sei un ometto che sa già qualche
- Tu hai fatto il tuo dovere, tu invece non l'hai fatto.  Tu  sei un ometto che sa già qualche cosa e si farà onore nella
ometto che sa già qualche cosa e si farà onore nella vita;  tu  invece finora sei uno sconsigliato cui non piace lo studio
lasciava fare, e gli dava de' buoni consigli. Zì, zì,  tu  sei un cattivo soggetto, Moschino! A me non la dài a
in cucina per terra! L' avrà versato il cuoco, per caso. -  Tu  se' bugiardo più d' un gallo, Moschino. Zì, zì, se l' olio
gallo, Moschino. Zì, zì, se l' olio fosse stato per terra,  tu  ti saresti unte le mani, e le tue mani in vece sanno di
cialdoni: la farina è in prosa, i cialdoni sono in versi. -  Tu  non sei così ignorante come sembri, - disse placidamente
e gli parla, cioè prega. Egli dice al Signore: - Signore,  Tu  sei il Creatore del cielo e della terra: io ti adoro. Tu mi
Tu sei il Creatore del cielo e della terra: io ti adoro.  Tu  mi hai colmato di benefizi, mi hai dato la vita, i
porta di città, con quattro colonne e mura: Sergio disse: -  Tu  non sai come si chiama quella porta. - Lo sai tu - rispose
disse: - Tu non sai come si chiama quella porta. - Lo sai  tu  - rispose Cherubino. - Io lo so. - Tu non lo sai. - Io lo
porta. - Lo sai tu - rispose Cherubino. - Io lo so. -  Tu  non lo sai. - Io lo so. - Tu non lo sai, perchè se lo sai
Cherubino. - Io lo so. - Tu non lo sai. - Io lo so. -  Tu  non lo sai, perchè se lo sai ti dò un pugno. - Prova! -
— La loro rovina era compiuta. Ah! povera Serpentina, dove  tu  sei? - E una voce lontana, lontana: — Maestà, sono nel
voce lontana, lontana: — Maestà, sono nel bosco. — E che  tu  fai? — Sento strani rumori. - Il Re ordinò: — Mi si selli
del bosco. Di tanto in tanto si fermava: — Serpentina, dove  tu  sei? — Maestà, in mezzo al bosco. - Ora la voce era più
in mezzo al bosco. - Ora la voce era più vicina. — E che  tu  fai? — Maestà, ho troppo caldo. - Il Re conficcava gli
in mezzo al bosco, vide una gran fiamma: — Serpentina, dove  tu  sei? — Maestà, in mezzo al bosco. — La voce era
in mezzo al bosco. — La voce era vicinissima. — E che  tu  fai? — Pelle nuova, Maestà! - Il Re corse alla catasta in
cinque talenti, e gliene presenta altri cinque, dicendo: -  Tu  me n'hai dati cinque e, come vedi, io li ho raddoppiati. -
ho raddoppiati. - Bravo servitore - gli dice il padrone: -  tu  sei stato fedele nel poco e io ti farò padrone del molto:
il secondo servo, egli dice: - Signore, prima di partire  tu  m'hai dato due talenti: eccone quattro! - E anche a lui
fedele nel poco e io ti farò padrone del molto. Vieni anche  tu  e godi della gioia del tuo padrone. - Ultimo venne avanti
le mie esortazioni e i miei consigli, vorrei piuttosto che  tu  buttassi il mio libro sul fuoco come un libro scellerato.
un libro scellerato. Sì, se nel culto della letteratura  tu  dovessi fare allo studio della lingua una troppo gran
l'arte e prostituì I' idolo che stupidamente adorava. Ma  tu  non ti lascerai andare per quella china: tu terrai sempre
adorava. Ma tu non ti lascerai andare per quella china:  tu  terrai sempre per fermo che ogni studio diretto a parlare e
ti distoglierà dall'esercitar l'ingegno a un più alto fine;  tu  studierai la lingua per diventarne padrone, non per fartene
non per fartene servo, per servirtene, non per adorarla;  tu  ne farai forza e bellezza, ma non la sostanza stessa del
del tuo intelletto, per cui si muterebbe in veleno. No,  tu  non seguirai la via del professor Pataracchi.
ora che  tu  mi domandi in qual modo dovrai proseguire , allargando il
ti riconoscono maestro dalla nascita, devi guardarti anche  tu  dai dialettismi, non con altrettanta, ma con maggior cura
temano per temono, è lo stai e il vai imperativi, e il dove  tu  vai? e il che tu vuoi? e nemmeno sortire per uscire, e
è lo stai e il vai imperativi, e il dove tu vai? e il che  tu  vuoi? e nemmeno sortire per uscire, e bastare per durare, e
Dante abbia detto " lascia dir le genti - è meglio che  tu  non dica genti in quel senso per non farmi pensare che tu
tu non dica genti in quel senso per non farmi pensare che  tu  parli di tutti i popoli della terra; e che suoi per " loro
a Pietro, gli chiese per tre volte: - Simone, mi ami  tu  più di questi? - E additava gli altri Apostoli. Pietro, con
Pietro, con umile fermezza, gli rispose: - Signore,  tu  conosci tutte le cose: tu sai che io t'amo. - E Gesù gli
fermezza, gli rispose: - Signore, tu conosci tutte le cose:  tu  sai che io t'amo. - E Gesù gli comandò: - Pasci i miei
non è molto comunista. - Fa conto:  tu  copi il problema di aritmetica che ha svolto Sergio con
sto zitto. - Peggio! - esclamò il professor Goffredo, -  tu  devi gridare forte: il problema l'ho copiato! Cherubino
fratello? - E allora il Signore: - Caino, Caino, che hai  tu  fatto? Il sangue di tuo fratello grida vendetta verso di
sangue di tuo fratello grida vendetta verso di me. Perciò  tu  sarai, sulla terra, maledetto e ramingo. è al cuore che
han cercato male, che colpa ne ho io l Cerchino meglio. — E  tu  l'hai veduto, coi tuoi occhi, l' albero che parla? — L'ho
— Non se l' era sognato! E domandò subito: — Chi sei  tu  ? — Non rispondeva nessuno. Ma le parole erano, precise,
erano, precise, quelle dell'albero che parlava. — Chi sei  tu  ? — Non rispondeva nessuno. La mattina, come aggiornò, vide
in compenso delle tue fatiche. E vedi come. Le piante che  tu  coltivi hanno un'infinità di nemici negli insetti, i quali
con schioppo, reti, lacciuoli, e trappole d'ogni maniera.  Tu  stesso, figlio di coltivatore, tratti da nemici questi
uccelli che sono i veri amici, i guardiani delle raccolte;  tu  distruggi le loro covate; alla primavera giri lungo le
e rapisci alla madre i pulcini appena nati, e fin le uova.  Tu  rendi male per bene. Invece di proteggerli, per l'aiuto che
per l'aiuto che ti porgono nel distruggere gli insetti,  tu  li uccidi. La tua è una cattiva azione. Ora che t'ho
i lavoranti: - Vai via! Che ne sai tu? Che ne vuoi sapere  tu  che stai sempre in mezzo a quegli inutili libri e perdi
dicendogli con un sorriso: - Io sono buona con te, ma  tu  devi scoprire i miei dolci misteri.
due contadini discutono. -  Tu  sei un testone - disse Fafòn mentre i nostri ragazzi dietro
nuca tanto piccola che la se poteva chiudere nel pugno. -  Tu  hai una testa di bue! Infatti Fafòn aveva una testa enorme,
che deve rimaner fra noi; si tratta d'interessi. E se  tu  parli, bel cesto, perdi i due tarì alla settimana, e ti
Verrà; lo riconoscerai, perché è sciancato. Ti dirà: - Sei  tu  quello delle fave? - E tu risponderai: - Sissignore. Le
è sciancato. Ti dirà: - Sei tu quello delle fave? - E  tu  risponderai: - Sissignore. Le volete? - Se ti dirà di sì,
il panciotto. - Bada però: se colui non ti dice: - Sei  tu  quello delle fave? - tu devi far finta di niente, quasi
però: se colui non ti dice: - Sei tu quello delle fave? -  tu  devi far finta di niente, quasi fossi là per baloccarti; e
di niente, quasi fossi là per baloccarti; e se per caso  tu  vedessi qualcuno che stesse a guardare, un contadino nei
un cenno con gli occhi. Aspetta ch'egli ti dica... - Sei  tu  quello delle fave? Ho capito - disse Cuddu con gravità che
guardati negli occhietti vispi, fecero subito amicizia. -  Tu  che cosa intendi di fare? - chiese il piccolo Vasco a
mostrò a Tit. — Uccidimi, — disse Tit. — Sí, uccidimi. Ma  tu  sai bene, e ti conviene ricordartene, che tutti i Nani del
di dire il meglio che si può quello che si vuol dire. E  tu  avvèzzati a pensarci. Dirai: - Non s'ha sempre tempo. -
compresi, dobbiamo dare l'espressione compiuta. Ebbene, e  tu  abìtuati, parlando, ad esprimere sempre tutto il tuo
supponendo di parlare a una persona colta, con la quale  tu  non abbia famigliarità, e di cui ti prema la stima e la
del cattivo parlatore. È bene che in questi casi  tu  t'eserciti alla critica; ma se vuoi che ti giovi, non dev'
ti giovi, non dev' essere puramente negativa: non basta che  tu  noti gli errori, bisogna che tu cerchi e fissi nel tuo
negativa: non basta che tu noti gli errori, bisogna che  tu  cerchi e fissi nel tuo pensiero le parole, le frasi, i
o una descrizione o un ragionamento anche breve,che  tu  ti ci metta di buona voglia e con vivo impegno. Come per
e tendi i muscoli e i nervi, così, nell'atto di parlare,  tu  devi cacciar l'indolenza e dar alla mente un abbrivo
c' è la buona consuetudine di parlare italiano. Se non c'è,  tu  devi fare il possibile, rispettosamente, per farcela
Maometto. — Questo è vero, sebbene diversamente da come  tu  credi... Il motivo che oggi è stato proclamato, e per il
una richiesta per te. Se per qualche ragione o timore  tu  non vuoi essere posto davanti a una scelta, io me ne andrò
davanti a una scelta, io me ne andrò dalle tue stanze, e  tu  mi vedrai da ora in poi soltanto per eseguire il ritratto
il ritratto pattuito, e niente altro ci sarà fra noi. —  Tu  parli di una scelta, Signore, — disse Gentile, dopo una
abitava come un'ombra l'ombra del portico. — Come certo  tu  sai, generoso amico, — disse Maometto, — nei paesi
opposizioni, e solo grazie al mio potere, ho ottenuto che  tu  venissi a ritrarre me. Meno accettato ancora, quasi
prometto che ne avrai un compenso più grande di quello che  tu  puoi immaginare. Doppia sarà l'opera, assai piú che doppia
puoi pensare che sappia cogliere quella forma perfetta che  tu  in lei vedi, e che desideri rendere immutabile? Benché io
ciò che io vedo o so cogliere in un volto non è quello che  tu  vorresti... Per somigliante che sia, l'immagine di un volto
di altri sa ritrarre? E se anche il ritratto di Amilah che  tu  puoi fare non fosse esattamente quello che io immagino,
comando. — La segretezza è per lei, caro amico, — disse. —  Tu  la dipingerai nel sonno, che ha lungo e profondo. Amilah
ospite gentile, mi è venuta l'idea del ritratto... —  Tu  chiedi dunque che io la ritragga addormentata, Signore? —
io non capisco e in cui continuamente mi perdo? Dunque,  tu  vedrai gli occhi di Amilah: il modo e il luogo, li saprai
da un senso di scoraggiamento, dal quale e probabile che  tu  sia preso a quando a quando, nel primo corso dei tuoi
le tue facoltà intellettuali si ecciteranno,  tu  vedrai che ti verranno sulle labbra e alla penna una
tua memoria non esce che pochissima lingua, quando a questa  tu  gridi: - Fuori! - non per bisogno, ma per vederla soltanto,
lingua più ricca, più propria, più efficace di quella che  tu  possiedi. Sii certo di questo. Molto spesso, ritrovando nel
oscura, a poco a poco, con un lavorio spontaneo, del quale  tu  non hai coscienza. E non ne sarà affatto perduta neppur
di molte voci e locuzioni effettivamente dimenticate,  tu  sentirai nella tua memoria il vuoto che v'avranno lasciato,
- Ave, o Maria, piena di grazia. Il Signore è teco.  Tu  sei benedetta fra le donne. Maria si turbò a tale saluto,
- Non temere, o Maria; per virtù dello Spirito Santo  tu  avrai un Figlio, al quale porrai nome Gesù. Egli sarà
cominciò a interrogare gli uccelli del tetto. — Lo sai  tu  chi c'è là dentro? — chiese a Piumaleggera. — Quella è la
Su questo tetto c'è un mistero che bisogna scoprire, e se  tu  mi aiuterai... Ma la parola gli mori in gola perché davanti
ginocchia e le ha detto: - La mamma vede tutto, bambina.  Tu  nel latte lo zucchero non ce lo metti. Penserei a un
- hai fatto bene, ma non era necessario dir bugie. -  Tu  dici sempre che la mano destra non ha da sapere ciò che fa
Signore. Ave, o Maria, piena di grazia; il Signore è teco;  tu  sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del
non aver visto! Ormai non lo fa più. Ci siamo. Ecco Aziz. -  Tu  devi essere Maristella. - Come mi conosci? - Eh, così, di
— sorride Aziz mentre mi lancia un'occhiata complice. - Sei  tu  quello che dipinge gli accendini? - Sì. come lo sai? - Beh,
dissero - Noi non abbiamo nessuna altra ricchezza che te.  Tu  ci dai la gioia, tu ci dai la salute. Il sole si commosse e
abbiamo nessuna altra ricchezza che te. Tu ci dai la gioia,  tu  ci dai la salute. Il sole si commosse e tornò a splendere
invece dire che verranno poi sette anni di grande carestia.  Tu  dunque, o Re, provvedi durante l'abbondanza a raccogliere
questo, Marta e Maria, le quali gli dissero: - Signore, se  tu  fossi stato qui, nostro fratello non sarebbe morto! - Gesù
alla leggera! A me pare che distribuendo tutti i regali  tu  abbia già fatto abbastanza. - Me l'ha detto anche il mio
 tu  aprissi gli occhietti e ti affacciassi alla finestra,
dispiaceri anche maggiori, verrei con te, fuggirei dove  tu  volessi, anche a costo di patir la fame.... - A questo
uno si nasconde, vuol dire che si vergogna. - Dodò mio, se  tu  sapessi.... - l'interruppe la Lilia. - Zitta, pettegola! -
le nostre azioni quelle che c'innalzano o ci abbassano. E  tu  diventeresti dicerto un topo inferiore se continuassi a
sbaglio, gli è che non possiamo vederci apertamente; ma  tu  non puoi figurarti quanto ci vogliamo bene.... - - Non puoi
non aver paura! dichiarò Dodò con tutta certezza. Basta che  tu  mi ubbidisca e faccia il topino perbene. - Che debbo fare?
e ficcarti in tutti i buchi più oscuri, se gli è vero che  tu  ami la mia sorella, devi mostrarti ai signori, e venir
fare?» «Lasciare il tuo potere: perché a rare persone, e  tu  sei di quelle, il potere appesta anima e corpo e fa esalare
persona che vale, che distingua il bene dal male: ma non  tu  sarai, o terrai il fiato che hai». «Sarà Blabante il nuovo
di altri governerà la terra!» Blabante si inchinò: «Se  tu  lo vuoi, signore: ma ti chiedo da ora di non farmi neppure
vita e alla salute. Alla luce del sole, e all'aria pura  tu  devi il colorito delle guancie, e la robustezza delle
camera buia, nella quale entri poca luce da uno spiraglio:  tu  la vedrai esile, e scolorita, chinarsi tutta dalla parte
state di buon umore: non fare quella faccia Sergio, e  tu  Anselmuccio non battere il bastone, e tu Cherubino non
faccia Sergio, e tu Anselmuccio non battere il bastone, e  tu  Cherubino non morderti le labbra.
una malattia sotto le armi, e ora, Nello mio, bisogna che  tu  lo consideri come un veterano inutile al servizio. - Poi