Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: palermo

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lava, nè fumo. In Sicilia vi sono pure delle grandi città:  Palermo  (fig. 33) in un meraviglioso golfo;
la Principessa in sposa per il figlio. Giunge la sposa in  Palermo  e si fanno feste non mai vedute. Il popolo esultava, il Re
dieci novelle in cui l'autrice toscana, che visse a lungo a  Palermo  e poté raccogliere dalla viva voce del popolo un ricco
secoli la fantasia della gente. Emma Perodi (Firenze 1850 -  Palermo  1918), scrittrice e educatrice, fu una delle più efficaci
con l'editore Salani. Ai primi del Novecento si trasferì a  Palermo  dove diresse la casa editrice Biondo. Carlo Chiostri (1863
guidava un carro tirato da bovi gli aveva detto: - Vado a  Palermo  anch' io. Tra poveretti bisogna aiutarsi... L' hanno mezzo
bene... Non lo sai? - No. Cuddu non sapeva niente. Andava a  Palermo  come sarebbe andato in qualunque altro posto, a portare una
tempo il padre dovette partire di nuovo alla volta di  Palermo  per i suoi negozi, e anche quella volta domandò alle figlie
modo da lei, non seppe dirle di no. Basta, partì, andò a  Palermo  e dopo che ebbe sbrigato i suoi affari, s'incamminò verso
prima, non si sarebbe avventurato fin là. La rivoluzione a  Palermo  era ben diversa che non a Ràbbato, dove non avevano torto
alquanto tempo il mercante dovette partire di nuovo per  Palermo  per i suoi negozi, e quella volta non chiese alle figlie
Finalmente prese la determinazione di andare lei stessa a  Palermo  dal Re, e tanto disse e tanto fece, che il padre le procurò
accettarlo per isposo. Fece venire il padre e le sorelle a  Palermo  e lo sposalizio si fece con gran pompa.
 Palermo  fu presa, ed a Milazzo l'eroe mise novamente in fuga il
contenevano monete sonanti. Il Re risalì e spedì un messo a  Palermo  con l'ordine d'inviargli cento mule, e quando queste
a Guglielmo la prima volta. Vennero gli architetti in  Palermo  e presentarono i disegni; vennero i mosaicisti da Venezia e
da questo tempio da cui tu lo facesti penetrare in  Palermo  io ti prego e ti scongiuro di farmi conoscere ove il padre
ove nascevano mèssi e frutti in gran copia; la città di  Palermo  era ricca e il popolo vi trovava lavoro ben remunerato. Ora
passare i mesi senza che l'abate ricomparisse, andò a  Palermo  a cercarlo, e cerca di qui, cerca di là non gli venne mai
fabbro fece passare l'ambasciata al Re, disse che veniva da  Palermo  e fu ricevuto. Appena alla presenza del Re, che era
poi un altro ancora, e vedendo che si commetteva a  Palermo  certe nefandezze, esclamò: - Povero me, come sono ben
muro dicendo: - Che mi vale questa corona se non sono Re in  Palermo  -
ad aver mezzi per costruirsi ville sontuose nei dintorni di  Palermo  e ad ornarle di tutte quelle ricchezze che usavano i
tutte al tesoriere della corona, mise in vendita a  Palermo  il più bel cavallo delle sue stalle, un animale di forme
tempo dei tempi viveva a  Palermo  nel suo palazzo un Principe che non aveva nè padre, nè
mano una borsa piena di doppie d'oro, gli disse: - Andate a  Palermo  e udrete di gran notizie! pover uomo ringraziò ed uscì
- Uno? Dicono che ne son morti tanti. Madonna santa! - A  Palermo  però c'erano case bruciate, tetti sfondati. - Come lo sai?
sai? - Li ho visti. Ho visto anche Garibaldi. - Sei stato a  Palermo  e senza dir niente a tua madre? Hai dunque l'argento vivo
a Ràbbato che la poveretta comprendeva a metà e male. A  Palermo  c'era la guerra. I regi avevano bruciato la città; la gente
Ordina una festa per tutto il Regno, una speciale per  Palermo  e a Corte fa preparare un banchetto, balli, suoni e
seppe dalla cameriera di sua madre che era stato mandato a  Palermo  per prender moglie, e che quella notizia l'aveva fulminata.
la strada - rispose don Carlo. - Bravo! - fece colui. - A  Palermo  i carusi hanno operato miracoli. Albeggiava. Cuddu,
a voi come l'ho comprata. "In uno dei pubblici istituti di  Palermo  aveva ufficio assai alto un uomo di età ancor verde, il
a punta su le spalle annodato davanti, come lo portavano a  Palermo  i soldati di Garibaldi da lui veduti nella piazza attorno a
anzi ordinò al figlio di prepararsi a partire per  Palermo  ove aveva un vecchio zio, e gli promise che la moglie
di Totò il facchino del porto, che il Cavaliere è andato a  Palermo  a sposare una signora pari suo e che tornerà soltanto con
tempo dei tempi viveva a  Palermo  un Duca che era il primo signore della città. Basti dire
sì!... Questi è mio paesano. - Vi ho portato una lettera a  Palermo  - disse Cuddu rincuorato. Garibaldi stette un istante
tempo dei tempi vivevano a  Palermo  in una casuccia di loro proprietà due sorelle vecchie,

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