Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 LA  BEFANA FASCISTA La Mimma fa i capricci. Si rifiuta di
BEFANA FASCISTA  La  Mimma fa i capricci. Si rifiuta di seguire i fratellii al
Si rifiuta di seguire i fratellii al Gruppo dove si celebra  la  Befana Fascista. Non vuole vedere la brutta Befana con gli
Gruppo dove si celebra la Befana Fascista. Non vuole vedere  la  brutta Befana con gli occhiali grossi come ruote
in giubbe scintillanti di decorazioni sorridono ai ragazzi.  La  Mimma avanza trasognata, cercando la Befana tra la folla.
sorridono ai ragazzi. La Mimma avanza trasognata, cercando  la  Befana tra la folla. Dove sarà? Si fa coraggio e lo chiede
ragazzi. La Mimma avanza trasognata, cercando la Befana tra  la  folla. Dove sarà? Si fa coraggio e lo chiede alla bella
una bambola vestita da ciociara. - Sono io! - risponde  la  signorina sorridendo. Davvero? oh ma allora... che cosa le
Davvero? oh ma allora... che cosa le ha raccontato  la  nonna? Felice, torna a casa di corsa con la sua bambola
ha raccontato la nonna? Felice, torna a casa di corsa con  la  sua bambola stretta al petto e incomincia a chiamarla dalla
a chiamarla dalla strada: - Nonna, oh nonna! Non è vero che  la  Befana è vecchia e brutta. La mia era giovane e bella. -
oh nonna! Non è vero che la Befana è vecchia e brutta.  La  mia era giovane e bella. - Naturale - ammette la nonna - ma
e brutta. La mia era giovane e bella. - Naturale - ammette  la  nonna - ma la tua è la Befana fascista.
mia era giovane e bella. - Naturale - ammette la nonna - ma  la  tua è la Befana fascista.
e bella. - Naturale - ammette la nonna - ma la tua è  la  Befana fascista.
Bimbo mio, tu sarai Re! - E si era avverato. Stretta è  la  foglia, larga è la via, Dite la vostra, chè ho detto la
sarai Re! - E si era avverato. Stretta è la foglia, larga è  la  via, Dite la vostra, chè ho detto la mia.
si era avverato. Stretta è la foglia, larga è la via, Dite  la  vostra, chè ho detto la mia.
è la foglia, larga è la via, Dite la vostra, chè ho detto  la  mia.
e quelle due sorelle se le mangiarono i vermi. Stretta è  la  foglia, larga è la via, Dito la vostra, che ho detto la
se le mangiarono i vermi. Stretta è la foglia, larga è  la  via, Dito la vostra, che ho detto la mia.
i vermi. Stretta è la foglia, larga è la via, Dito  la  vostra, che ho detto la mia.
è la foglia, larga è la via, Dito la vostra, che ho detto  la  mia.
 La  preghiera del mattino Pag. 155 CONVERSAZIONI DI RELIGIONE.
mattino Pag. 155 CONVERSAZIONI DI RELIGIONE. Dio Pag. 156  La  Trinità 157 Gli Angeli 159 L'uomo 162 La caduta 163 La
Dio Pag. 156 La Trinità 157 Gli Angeli 159 L'uomo 162  La  caduta 163 La Redenzione 164 CONVERSAZIONI SUL PATER. Padre
156 La Trinità 157 Gli Angeli 159 L'uomo 162 La caduta 163  La  Redenzione 164 CONVERSAZIONI SUL PATER. Padre nostro, che
il tuo Nome 168 Venga il tuo Regno 168 Sia fatta  la  tua volontà, come in Cielo così in terra 169 Dacci oggi il
in tentazione 172 Ma liberaci dal male; e così sia 172  LA  VITA DI GESÙ. Il mirabile annunzio Pag. 174 La Nascita di
così sia 172 LA VITA DI GESÙ. Il mirabile annunzio Pag. 174  La  Nascita di Gesù 176 Gli Angeli e i pastori 178 L'adorazione
Gli Angeli e i pastori 178 L'adorazione dei Magi Pag. 178  La  fuga in Egitto 180 La Vita privata di Gesù 182 Il Maestro
178 L'adorazione dei Magi Pag. 178 La fuga in Egitto 180  La  Vita privata di Gesù 182 Il Maestro Divino 184 La
180 La Vita privata di Gesù 182 Il Maestro Divino 184  La  predicazione di Gesù 184 La parabola dei talenti 186 La
Gesù 182 Il Maestro Divino 184 La predicazione di Gesù 184  La  parabola dei talenti 186 La vita presente. - La vita eterna
184 La predicazione di Gesù 184 La parabola dei talenti 186  La  vita presente. - La vita eterna 187 I veri seguaci di Gesù
di Gesù 184 La parabola dei talenti 186 La vita presente. -  La  vita eterna 187 I veri seguaci di Gesù 187 Gesù conferma e
187 I veri seguaci di Gesù 187 Gesù conferma e perfeziona  la  legge divina 188 L'Operatore dei miracoli 190 Le nozze di
miracoli 190 Le nozze di Gatta 190 Il cieco di Gerico 190  La  moltiplicazione dei pani 191 Il giovanetto morto di Naim,
dei pani 191 Il giovanetto morto di Naim, risuscitato 192  La  resurrezione di Lazzaro 192 Il Fondatore della Chiesa 194
Chiesa 194 Il Capo della Chiesa 196 Il Dono piú grande 198  La  Passione e la Morte 201 La Vita gloriosa 203 L'Ascensione
Capo della Chiesa 196 Il Dono piú grande 198 La Passione e  la  Morte 201 La Vita gloriosa 203 L'Ascensione 206
196 Il Dono piú grande 198 La Passione e la Morte 201  La  Vita gloriosa 203 L'Ascensione 206
 La  nonna sa tante favole. - Racconta, racconta! - supplica la
nonna sa tante favole. - Racconta, racconta! - supplica  la  Mimma e la nonna, paziente, incomincia: - C'era una volta
tante favole. - Racconta, racconta! - supplica la Mimma e  la  nonna, paziente, incomincia: - C'era una volta la Befana. -
Mimma e la nonna, paziente, incomincia: - C'era una volta  la  Befana. - Com'era? - Vecchia, gobba, nera di fuliggine,
Il visetto di Mimma si rischiara perchè lei è buona. Sa  la  nonna da dove scende la Befana? Non lo sa di preciso. La si
si rischiara perchè lei è buona. Sa la nonna da dove scende  la  Befana? Non lo sa di preciso. La si vede passare come una
Sa la nonna da dove scende la Befana? Non lo sa di preciso.  La  si vede passare come una freccia, a cavallo di una scopa,
a cavallo di una scopa, sopra i tetti... e bravo chi  la  insegue. - Ha gli occhiali? - Grossi come ruote di
- Ha gli occhiali? - Grossi come ruote di automobile.  La  sera, a letto, la piccola si rannicchia sotto le coperte,
- Grossi come ruote di automobile. La sera, a letto,  la  piccola si rannicchia sotto le coperte, piena di paura.
 La  guerra sul mare. Mentre l'esercito si batteva con tanto
con tanto valore per terra anche l'armata mostrava sul mare  la  sua bravura. La flotta austriaca aveva sfuggito la
per terra anche l'armata mostrava sul mare la sua bravura.  La  flotta austriaca aveva sfuggito la battaglia.
sul mare la sua bravura. La flotta austriaca aveva sfuggito  la  battaglia.
era vecchio, volle lasciare il regno. E il Re Pesciolino e  la  Regina Senza-orecchie regnarono a lungo dopo di lui.
Senza-orecchie regnarono a lungo dopo di lui. Stretta  la  foglia, e larga la via, Dite la vostra, ché ho detta la
regnarono a lungo dopo di lui. Stretta la foglia, e larga  la  via, Dite la vostra, ché ho detta la mia.
lungo dopo di lui. Stretta la foglia, e larga la via, Dite  la  vostra, ché ho detta la mia.
la foglia, e larga la via, Dite la vostra, ché ho detta  la  mia.
Guarda chi t' ha rubato i tovaglioli.... -  La  Caciotta! Ah, birbona d'una Caciotta! - esclamò la donna, e
- La Caciotta! Ah, birbona d'una Caciotta! - esclamò  la  donna, e buttatasi in ginocchio, s' affrettò a trarli fuori
in ginocchio, s' affrettò a trarli fuori prima che  la  Caciotta avesse tempo di rosicchiarli e sciuparli. - O
e sciuparli. - O perchè ha fatto questo - domandò  la  signora. - Pareva tanto buona, la Caciotta! - In quel
ha fatto questo - domandò la signora. - Pareva tanto buona,  la  Caciotta! - In quel frattempo la Letizia aveva preso la
- Pareva tanto buona, la Caciotta! - In quel frattempo  la  Letizia aveva preso la topina in mano, e l' andava palpando
la Caciotta! - In quel frattempo la Letizia aveva preso  la  topina in mano, e l' andava palpando da tutte le parti. -
- gridò alla fine. - Sa che c' è, signora contessa?  La  famiglia cresce. - Come? la Caciotta?... Già, la Caciotta
Sa che c' è, signora contessa? La famiglia cresce. - Come?  la  Caciotta?... Già, la Caciotta fra qualche giorno sarà mamma
contessa? La famiglia cresce. - Come? la Caciotta?... Già,  la  Caciotta fra qualche giorno sarà mamma d' una mezza dozzina
preparare le fasce a' suoi piccini.... - A tale notizia  la  Rita e Nello si misero a saltare e a strillare battendo le
battendo le mani; parevano ammattiti dalla contentezza.  La  madre badava a dire: - Fermi! fermi! State boni! Chetatevi!
vedendo che con le buone non c'era verso di farli smettere,  la  contessa disse alla Letizia: - Letizia, va' a dire al cuoco
- Bastò questo, perchè improvvisamente si ristabilisse  la  calma. Mogi, mogi, con la coda fra le gambe, come cani
improvvisamente si ristabilisse la calma. Mogi, mogi, con  la  coda fra le gambe, come cani frustati, Nello e la Rita s'
mogi, con la coda fra le gambe, come cani frustati, Nello e  la  Rita s' avviarono nella sala da studio a fare i cómpiti per
Rita s' avviarono nella sala da studio a fare i cómpiti per  la  scuola. La Letizia, sapendo che la padrona non disdiceva
nella sala da studio a fare i cómpiti per la scuola.  La  Letizia, sapendo che la padrona non disdiceva mai gli
a fare i cómpiti per la scuola. La Letizia, sapendo che  la  padrona non disdiceva mai gli ordini, andò a far l'
mai gli ordini, andò a far l' imbasciata al cuoco, e  la  signora s' avviò verso il suo salotto da lavoro.
 LA  GRANDE GUERRA. - Si chiama la Grande Guerra perchè in
GRANDE GUERRA. - Si chiama  la  Grande Guerra perchè in effetto fu la più terribile di
GUERRA. - Si chiama la Grande Guerra perchè in effetto fu  la  più terribile di tutte quelle che la storia ricordi.
perchè in effetto fu la più terribile di tutte quelle che  la  storia ricordi. Potentisime nazioni combatterono fra loro.
Potentisime nazioni combatterono fra loro. L'Inghilterra,  la  Francia, il Belgio, la Russia in un primo tempo, l'America,
fra loro. L'Inghilterra, la Francia, il Belgio,  la  Russia in un primo tempo, l'America, il Giappone e altri
tempo, l'America, il Giappone e altri popoli da una parte:  la  Germania, l'Austria e altri forti alleati dall'altra. Il
non solo gli auguri, ma anche per chiederle... indovinate?  La  radio! Se la mamma lo sapesse, direbbe: - La mia bimba
auguri, ma anche per chiederle... indovinate? La radio! Se  la  mamma lo sapesse, direbbe: - La mia bimba pizzica di matto.
indovinate? La radio! Se la mamma lo sapesse, direbbe: -  La  mia bimba pizzica di matto. Ma la mamma non lo sa e la sua
lo sapesse, direbbe: - La mia bimba pizzica di matto. Ma  la  mamma non lo sa e la sua bimba vuol farle una sorpresa. La
- La mia bimba pizzica di matto. Ma la mamma non lo sa e  la  sua bimba vuol farle una sorpresa. La Regina Imperatrice è
la mamma non lo sa e la sua bimba vuol farle una sorpresa.  La  Regina Imperatrice è bella, buona. Ama i malati, i vecchi,
compagna di scuola di Ninetta. Perchè non dovrebbe mandare  la  radio a Ninetta? La Regina infatti gliela manderebbe se
di Ninetta. Perchè non dovrebbe mandare la radio a Ninetta?  La  Regina infatti gliela manderebbe se ricevesse quella
manderebbe se ricevesse quella lettera. Il male è che  la  lettera viene in mano della mamma. La mamma sorride, si
Il male è che la lettera viene in mano della mamma.  La  mamma sorride, si commuove, ma la straccia.
in mano della mamma. La mamma sorride, si commuove, ma  la  straccia.
 La  lettrice è la signora Elisìna. "Fui la prima a parlare a
lettrice è  la  signora Elisìna. "Fui la prima a parlare a voi qui in
lettrice è la signora Elisìna. "Fui  la  prima a parlare a voi qui in pubblico; e la prima sono
Elisìna. "Fui la prima a parlare a voi qui in pubblico; e  la  prima sono adesso che ricomincia la serie delle Vite:
voi qui in pubblico; e la prima sono adesso che ricomincia  la  serie delle Vite: l'altra volta vi parlai d'una infelice
parlo di una egregia poetessa, e virtuosa vedova. Questa fu  la  Torquinia Molza, nata a Modena nel 1542 da Camillo Molza,
buone lettere. Poche donne vennero in sì alto pregio come  la  Torquinia per la nobiltà dell'ingegno e per la copia della
Poche donne vennero in sì alto pregio come la Torquinia per  la  nobiltà dell'ingegno e per la copia della eletta dottrina.
pregio come la Torquinia per la nobiltà dell'ingegno e per  la  copia della eletta dottrina. Amore e meraviglia de' più
 La  casa è grigia, piuttosto brutta. Per guardare fuori della
salire su di una sedia, e stare molto attenti, perché  la  sedia zoppica. Inoltre è necessario, per guardare fuori,
zoppica. Inoltre è necessario, per guardare fuori, aprire  la  finestra anche se fa freddo, perché al posto del vetro c'è
sedia, un tavolino con due piatti e un fornello. Poi c'è  la  casa di legno dove un tempo dormiva la povera gallina che è
un fornello. Poi c'è la casa di legno dove un tempo dormiva  la  povera gallina che è morta. Potete inoltre vedere il letto
in cui dorme anche Bellissima. Rosetta, ovvero Rosa, è  la  sorella piú grande, e Caterina è la sorella piú piccola, la
Rosetta, ovvero Rosa, è la sorella piú grande, e Caterina è  la  sorella piú piccola, la quale viene nominata anche
la sorella piú grande, e Caterina è la sorella piú piccola,  la  quale viene nominata anche Caterinuccia, o Caterí, oppure
o Caterí, oppure Caterí dalla trecciolina. Bellissima è  la  bambola di Caterinuccia : è fatta di tela di sacco, con la
la bambola di Caterinuccia : è fatta di tela di sacco, con  la  testa un poco storta, e gli occhi, il naso e la bocca di
sacco, con la testa un poco storta, e gli occhi, il naso e  la  bocca di filo rosso. L'ha fatta Rosetta, e di primavera è
quello che buscava, lo divideva esattamente: metà lei, metà  la  sua gallina. Ogni giorno, all'alba, la gallina si metteva a
metà lei, metà la sua gallina. Ogni giorno, all'alba,  la  gallina si metteva a schiamazzare; aveva fatto l' uovo. La
la gallina si metteva a schiamazzare; aveva fatto l' uovo.  La  vecchia lo vendeva un soldo, e si comprava un soldo di
lo vendeva un soldo, e si comprava un soldo di pane.  La  crosta la sminuzzava a quella, la midolla se la mangiava
vendeva un soldo, e si comprava un soldo di pane. La crosta  la  sminuzzava a quella, la midolla se la mangiava lei : poi
un soldo di pane. La crosta la sminuzzava a quella,  la  midolla se la mangiava lei : poi andava attorno per l'
di pane. La crosta la sminuzzava a quella, la midolla se  la  mangiava lei : poi andava attorno per l' elemosina. Ma
per l' elemosina. Ma venne una mal'annata. Un giorno  la  vecchina tornò a casa senza nulla. — Ah, gallettina mia!
Mangeremo domani. - Il giorno appresso, sul far dell' alba,  la  gallina si mise a schiamazzare. Invece d'un uovo, ne avea
d'un uovo, ne avea fatti due, uno bianco e l' altro nero.  La  vecchia andò fuori per venderli. Quello bianco lo vendè
nero, nessuno voleva credere che fosse uovo di gallina.  La  vecchina comprò il solito soldo di pane, e tornò a casa:
un balzo guadagna il tetto della mercedes e acciuffa con  la  bocca la borsa. L'autista, ignaro di ciò che gli capita
guadagna il tetto della mercedes e acciuffa con la bocca  la  borsa. L'autista, ignaro di ciò che gli capita sopra la
la borsa. L'autista, ignaro di ciò che gli capita sopra  la  testa, mi guarda con la faccia chiusa come un pugno,
ignaro di ciò che gli capita sopra la testa, mi guarda con  la  faccia chiusa come un pugno, abbassa il vetro del
me lo pulisco da solo! Subito dopo scatta il verde e  la  macchina riparte. Noi pure. Nerone tiene la borsa
il verde e la macchina riparte. Noi pure. Nerone tiene  la  borsa saldamente tra i denti e le zampe ben larghe, nel
in equilibrio sul tetto della vettura. Una vecchietta con  la  borsa della spesa si volta a guardare la scena e scuote la
Una vecchietta con la borsa della spesa si volta a guardare  la  scena e scuote la testa: - Non sanno più cosa inventare,
la borsa della spesa si volta a guardare la scena e scuote  la  testa: - Non sanno più cosa inventare, quelli della
Il Segno della Croce Pag. 215  La  preghiera » 215 Le preghiere più belle » 219 Conversazioni
Le preghiere più belle » 219 Conversazioni di Religione.  La  prima verità della Religione Pag. 223 Un grande mistero »
Pag. 223 Un grande mistero » 225 Il Divin Salvatore » 231  La  legge di Dio » 234 La prima Comunione » 240 Episodi del
» 225 Il Divin Salvatore » 231 La legge di Dio » 234  La  prima Comunione » 240 Episodi del Vecchio Testamento. Caino
240 Episodi del Vecchio Testamento. Caino e Abele Pag. 247  La  storia di Giuseppe Ebreo » 249 Il ribelle Assalonne » 257
Doveri verso  la  patria. Come ami il luogo natìo, così devi amare la patria.
verso la patria. Come ami il luogo natìo, così devi amare  la  patria. Tu conosci i doveri dei figliuoli verso il padre e
patria. Tu conosci i doveri dei figliuoli verso il padre e  la  madre. Ebbene, gli stessi doveri abbiamo tutti verso la
e la madre. Ebbene, gli stessi doveri abbiamo tutti verso  la  patria. Essa è la nostra madre comune; noi dobbiamo quindi
gli stessi doveri abbiamo tutti verso la patria. Essa è  la  nostra madre comune; noi dobbiamo quindi amarla, onorarla,
può essere buon cittadino, se prima non è buon figliuolo.  La  patria si vergogna dei cattivi cittadini; come la famiglia
La patria si vergogna dei cattivi cittadini; come  la  famiglia piange pei figlioli che riescono male. Dunque tuo
al contrario va in rovina, se è pieno di oziosi. Così  la  patria divien ricca e forte, se tutti i cittadini adoperano
o giovinetto, è larghissimo. L'Italia ha nell'agricoltura  la  sua maggiore ricchezza. Perciò, tu imparando a ben
maggiore ricchezza. Perciò, tu imparando a ben coltivare  la  terra, migliorerai la tua condizione, e farai la fortuna
Perciò, tu imparando a ben coltivare la terra, migliorerai  la  tua condizione, e farai la fortuna della patria. Questa
coltivare la terra, migliorerai la tua condizione, e farai  la  fortuna della patria. Questa diverrà la più ricca nazione
condizione, e farai la fortuna della patria. Questa diverrà  la  più ricca nazione del mondo, come già ne è la più bella. La
diverrà la più ricca nazione del mondo, come già ne è  la  più bella. La patria ha bisogno d'uomini in armi che la
la più ricca nazione del mondo, come già ne è la più bella.  La  patria ha bisogno d'uomini in armi che la difendano dagli
è la più bella. La patria ha bisogno d'uomini in armi che  la  difendano dagli stranieri e dai nemici delle sue libertà;
Il disertore è un vigliacco, un infame; egli rinnega  la  patria, si rifiuta a servirla sotto le sue bandiere; è un
da' tuoi cari, va dove il dovere, e l'onore, ti chiama.  La  famiglia, la madre ti saluterà con lacrime di gioia, se
cari, va dove il dovere, e l'onore, ti chiama. La famiglia,  la  madre ti saluterà con lacrime di gioia, se ritornerai al
con lacrime di gioia, se ritornerai al suo seno con  la  medaglia dei valorosi sul petto. Al tuo ritorno non parrai
valorosi sul petto. Al tuo ritorno non parrai più quello.  La  vita militare con le sue fatiche, la disciplina, la
non parrai più quello. La vita militare con le sue fatiche,  la  disciplina, la devozione al dovere, la comunanza di gente
quello. La vita militare con le sue fatiche, la disciplina,  la  devozione al dovere, la comunanza di gente d'ogni paese, ti
con le sue fatiche, la disciplina, la devozione al dovere,  la  comunanza di gente d'ogni paese, ti restituisce alla
migliore di prima, più robusto, più istruito, più educato.  La  patria è personificata nell'augusto Re Umberto che ci
a fianco dell'immortale suo padre Vittorio Emanuele, per  la  indipendenza d'Italia; egli ha consacrato la sua vita al
Emanuele, per la indipendenza d'Italia; egli ha consacrato  la  sua vita al bene della patria; egli, Galantuomo come il
difendiamo il suo trono dai nemici, ricordiamo sempre che  la  bandiera del Re è quella della patria.
Quartiere Corridoni Pag. 3  La  casina nell'orto 4 I gemelli »6 Ottobre »7 La sveglia
Pag. 3 La casina nell'orto 4 I gemelli »6 Ottobre »7  La  sveglia (poesia) » 8 Tutti al lavoro » 9 L'inaugurazione
10 Leva fascista » 11 A tavola » 12 Filippo Corridoni » 14  La  festa dell'uva » 16 Vendemmia » 17 Ventotto ottobre » 18 La
La festa dell'uva » 16 Vendemmia » 17 Ventotto ottobre » 18  La  giornata del risparmio » 19 Novembre » 21 Passeggiata in
risparmio » 19 Novembre » 21 Passeggiata in bicicletta » 22  La  mia casa è piccola, la mia fede è grande » 23 La notte dei
» 21 Passeggiata in bicicletta » 22 La mia casa è piccola,  la  mia fede è grande » 23 La notte dei morti » 25 La
» 22 La mia casa è piccola, la mia fede è grande » 23  La  notte dei morti » 25 La processione dei Santi (poesia) -
piccola, la mia fede è grande » 23 La notte dei morti » 25  La  processione dei Santi (poesia) - TERESAH. » 26 Onorare i
della mamma » 36 Il corvo e il cane di San Bernardo » 38  La  festa della mamma » 39 La pendola a cucù (poesia) » 40 I
e il cane di San Bernardo » 38 La festa della mamma » 39  La  pendola a cucù (poesia) » 40 I tiri del vento » 41 Gli
» 46 Il pallone rosso e blu (poesia) » 46 Dicembre » 47  La  pianta di Nino » 49 Le amiche piante » 49 Voglio diventare
bimbi d'Italia han nome Balilla » 52 Il babbo di Anna » 54  La  casa di Anna » 54 La bambola alla guerra » 55 La neve
Balilla » 52 Il babbo di Anna » 54 La casa di Anna » 54  La  bambola alla guerra » 55 La neve (poesia) - G. PASCOLI » 57
Anna » 54 La casa di Anna » 54 La bambola alla guerra » 55  La  neve (poesia) - G. PASCOLI » 57 La vigilia » 58 Minima e il
bambola alla guerra » 55 La neve (poesia) - G. PASCOLI » 57  La  vigilia » 58 Minima e il Bambino Gesù » 59 Natale (poesia)
di Greccio » 63 San Francesco (poesia) - F. SALVATORI » 64  La  notte di San Silvestro Pag. 65 Il pino di Lucrezia » 67
Lucrezia » 67 Gennaio » 68 Mattino (poesia) - U. BETTI » 69  La  Befana della nonna » 70 La Befana fascista » 71 Ninetta
Mattino (poesia) - U. BETTI » 69 La Befana della nonna » 70  La  Befana fascista » 71 Ninetta scrive una lettera » 73
Ninetta scrive una lettera » 73 L'aviatore » 74 Morire per  la  Patria è vivere per la gloria » 75 L'ordinanza del
» 73 L'aviatore » 74 Morire per la Patria è vivere per  la  gloria » 75 L'ordinanza del comandante Corsini » 77
Corsini » 77 Disciplina » 78 Piccola sentinella » 80  La  sentinella cd il Principe » 81 La strage degli innocenti »
Piccola sentinella » 80 La sentinella cd il Principe » 81  La  strage degli innocenti » 83 Medaglia d'oro » 84 Oro alla
» 88 Il Ventottino (poesia) - D. VALERI » 90 Che cosa cerca  la  farfalla? » 90 Pressapoco » 91 Le nuvole » 92 Il vecchio
» 91 Le nuvole » 92 Il vecchio candeliere »94 Il lupo »95  La  vera storia del lupo e della volpe » 95 La punteggiatura »
»94 Il lupo »95 La vera storia del lupo e della volpe » 95  La  punteggiatura » 97 La vendetta del sole » 98 Un cane alla
storia del lupo e della volpe » 95 La punteggiatura » 97  La  vendetta del sole » 98 Un cane alla guerra » 100 In tram »
In tram » 102 Tutte uguali » 104 Le cose degli altri » 106  La  giostra dei ciuchi di legno » 107 Al circo Pag. 108 La
106 La giostra dei ciuchi di legno » 107 Al circo Pag. 108  La  grande rappresentazione » 109 Le voci delle cose » 111 La
La grande rappresentazione » 109 Le voci delle cose » 111  La  canzone delle scarpe (poesia) - TERESAH . » 113 Il ragno e
della luna » 116 Eccola (poesia) - L. PEVARELLO » 117  La  mano destra » 118 A ognuno il suo mestiere » 119 La
» 117 La mano destra » 118 A ognuno il suo mestiere » 119  La  lumachina » 121 Gli animali in libertà » 122 Colloquio con
lumachina » 121 Gli animali in libertà » 122 Colloquio con  la  formica » 124 Cani e gatti » 125 Al cinematografo » 127 La
la formica » 124 Cani e gatti » 125 Al cinematografo » 127  La  campanirea d'argento » 128 Nino vola » 130 Una cartolina
» 128 Nino vola » 130 Una cartolina per Mario » 132  La  «Dante Alighieri» » 134 Giuseppe e i burattini » 136 Il
fabbro » 138 I piccoli soldati » 140 Il pipistrello » 142  La  fiera » 143 Aprile » 145 Aprile (poesia) » 146 Pioggia »
(poesia) - MILLY DANDOLO Pag. 154 Il nuovo compagno »155  La  bandiera »156 L'Angelus (poesia) - Da un canto popolare
nido nell'ombra (poesia) - G. PASCOLI » 175 Le mamme » 176  La  grandine (poesia) - E. DE AMICIS » 177 Ninetta ferma il
(poesia) - E. DE AMICIS » 177 Ninetta ferma il tempo » 178  La  domenica » 179 La lezione del ranocchio » 181 L'arcobaleno
AMICIS » 177 Ninetta ferma il tempo » 178 La domenica » 179  La  lezione del ranocchio » 181 L'arcobaleno » 182 Encomio a
Encomio a Mario » 183 L'ombra (poesia) - L. PEVARELLO » 184  La  mamma a scuola » 185 Di qui non si passa » 186 Il palombaro
»196 Nastro bianco (poesia) - TURNO (R. Simoni) »198  La  lucciola e le stelle »198 L'esempio »199 La seconda mamma .
Simoni) »198 La lucciola e le stelle »198 L'esempio »199  La  seconda mamma . . » 201 Il pane »202 Il cestino senza fondo
pane »202 Il cestino senza fondo »204 Estate musicale » 205  La  mietitura » 207 La giornata della Marina »208 I giorni dove
senza fondo »204 Estate musicale » 205 La mietitura » 207  La  giornata della Marina »208 I giorni dove se ne vanno? »210
l'avessero contro costui; e, rimettendo l'altra lettera tra  la  pianta del piede e la calza e infilandosi la scarpa,
e, rimettendo l'altra lettera tra la pianta del piede e  la  calza e infilandosi la scarpa, cominciava ad aver paura di
lettera tra la pianta del piede e la calza e infilandosi  la  scarpa, cominciava ad aver paura di un nuovo incontro con
con don Giovanni il capo-birro. - E se mi dicesse: Lèvati  la  scarpa e la calza? - Non è lo Spirito Santo, da indovinare.
il capo-birro. - E se mi dicesse: Lèvati la scarpa e  la  calza? - Non è lo Spirito Santo, da indovinare. Va' là!
un paio di scarpe usate di uno dei suoi figli, che con  la  semplice risolatura eran tornate quasi nuove. Ella stava
non lo vedeva ritornare, dopo che Cuddu le aveva raccontato  la  storiella della lettera riposta tra la pianta del piede e
le aveva raccontato la storiella della lettera riposta tra  la  pianta del piede e la calza. Tante precauzioni le facevano
storiella della lettera riposta tra la pianta del piede e  la  calza. Tante precauzioni le facevano fantasticare brutte
ladri e agli assassini, a coloro che avevano a spartire con  la  giustizia. E le sue apprensioni e i suoi timori si
E le sue apprensioni e i suoi timori si accrebbero  la  sera che Cuddu le raccontò: - Oggi compare Sidoro non mi ha
che Cuddu le raccontò: - Oggi compare Sidoro non mi ha dato  la  solita lettera, ma due belle pagnotte e una gran fetta di
pagnotte e una gran fetta di cacio. Mi ha detto: questa con  la  crocetta sotto la darai a quell'omo; l'altra, la mangerai
fetta di cacio. Mi ha detto: questa con la crocetta sotto  la  darai a quell'omo; l'altra, la mangerai tu. E l'ho
questa con la crocetta sotto la darai a quell'omo; l'altra,  la  mangerai tu. E l'ho mangiata. - E che ha detto quell'omo? -
mangiata. - E che ha detto quell'omo? - Niente. Ha spaccato  la  pagnotta... La lettera era là dentro, avvoltolata come un
ha detto quell'omo? - Niente. Ha spaccato la pagnotta...  La  lettera era là dentro, avvoltolata come un cannellino.
Cuddu ridendo. - Lo sapeva, giacché l'ha spaccata. E questo  la  impressionò di più. La impensieriva anche il cattivo tempo;
giacché l'ha spaccata. E questo la impressionò di più.  La  impensieriva anche il cattivo tempo; pioveva da tre giorni,
intanto avea voluto che Cuddu fosse andato non ostante  la  pioggia. Poi, una mattina, aprendo la porta per andar via,
andato non ostante la pioggia. Poi, una mattina, aprendo  la  porta per andar via, Cuddu aveva esclamato allegramente: -
allegramente: - O mamma, ha nevicato e nevica! A Ràbbato  la  neve vien giù raramente, ed è una festa il giorno che si
bianco per le vie e sui tetti. Doveva aver nevicato tutta  la  notte perché la neve era un po' alta; e con- tinuava a
vie e sui tetti. Doveva aver nevicato tutta la notte perché  la  neve era un po' alta; e con- tinuava a nevicare a piccole
tranquillamente. - Non andrai oggi; è impossibile - disse  la  mamma. - Bisogna avvertire compare Sidoro. - Prendi la mia
la mamma. - Bisogna avvertire compare Sidoro. - Prendi  la  mia mantellina vecchia. Cuddu si ammantò su la testa la
- Prendi la mia mantellina vecchia. Cuddu si ammantò su  la  testa la mantellina di panno, tirandone le falde accosto al
la mia mantellina vecchia. Cuddu si ammantò su la testa  la  mantellina di panno, tirandone le falde accosto al viso,
falde accosto al viso, come le donne, e uscì saltellando su  la  neve soffice che gli si schiacciava sotto i piedi. - Hai
della neve? - gli disse compare Sidoro. - Io non ho paura;  la  mamma però non vuole. - Andrai lo stesso; ti darò un
non vuole. - Andrai lo stesso; ti darò un ombrello. Ma già  la  mantellina ti serve meglio. Ecco le due pagnotte. - E se mi
pagnotte. - E se mi incontra?... - Chi? Il capo-birro. Con  la  neve non va attorno. Invece, proprio a cento passi
 LA  MANO DESTRA... Ogni settimana la mamma distribuisce ai suoi
MANO DESTRA... Ogni settimana  la  mamma distribuisce ai suoi figlioli la loro razione di
Ogni settimana la mamma distribuisce ai suoi figlioli  la  loro razione di zucchero. Devono farla bastare ed evitare
non addolcisce il latte, e lo zucchero sparisce ugualmente.  La  mamma le ha domandato a bruciapelo: - Perchè non zuccheri
Ninetta? - Sì che l'ho zuccherato. - Allora ho visto male.  La  sera, mentre mangiava il caffè e latte, la mamma le ha
ho visto male. La sera, mentre mangiava il caffè e latte,  la  mamma le ha ripetuto la domanda e Ninetta ha ripetuto la
mentre mangiava il caffè e latte, la mamma le ha ripetuto  la  domanda e Ninetta ha ripetuto la bugia. Rimasta sola con
la mamma le ha ripetuto la domanda e Ninetta ha ripetuto  la  bugia. Rimasta sola con lei, la mamma se l'è presa sulle
e Ninetta ha ripetuto la bugia. Rimasta sola con lei,  la  mamma se l'è presa sulle ginocchia e le ha detto: - La
lei, la mamma se l'è presa sulle ginocchia e le ha detto: -  La  mamma vede tutto, bambina. Tu nel latte lo zucchero non ce
posto del caffè, e lo zucchero è tanto caro! Basta - dice  la  mamma intenerita - hai fatto bene, ma non era necessario
bene, ma non era necessario dir bugie. - Tu dici sempre che  la  mano destra non ha da sapere ciò che fa la sinistra. -
dici sempre che la mano destra non ha da sapere ciò che fa  la  sinistra. - Vero, ma con la mamma questo non c'entra.
non ha da sapere ciò che fa la sinistra. - Vero, ma con  la  mamma questo non c'entra.
Non mi resta più che a dirti come devi regolare i pasti, e  la  pulizia del bestiame. D'inverno darai al bestiame solamente
in tre porzioni, somministrate l'una dopo l'altra. Se  la  razione è composta di tre qualità diverse di foraggio,
le tue bestie, pulisci le mangiatoie; poi somministri  la  prima porzione di foraggio e, terminata questa, la seconda,
la prima porzione di foraggio e, terminata questa,  la  seconda, e la terza. Appena il bestiame ha finito di
porzione di foraggio e, terminata questa, la seconda, e  la  terza. Appena il bestiame ha finito di mangiare, lo
ha finito di mangiare, lo abbeveri. Durante il pasto farai  la  pulizia della stalla. Perciò muovi colla forca la lettiera,
farai la pulizia della stalla. Perciò muovi colla forca  la  lettiera, cacciando la sporca nel letame, e la pulita verso
stalla. Perciò muovi colla forca la lettiera, cacciando  la  sporca nel letame, e la pulita verso la greppia. Poi netti
colla forca la lettiera, cacciando la sporca nel letame, e  la  pulita verso la greppia. Poi netti le poste, il canaletto
lettiera, cacciando la sporca nel letame, e la pulita verso  la  greppia. Poi netti le poste, il canaletto dell'urina, il
il pavimento, e porti tutto al letamaio. Quindi eseguisci  la  stregghiatura del bestiame, come altrove t'ho detto; dopo
stregghiatura del bestiame, come altrove t'ho detto; dopo  la  quale distendi nuovamente la lettiera in tutta la posta,
come altrove t'ho detto; dopo la quale distendi nuovamente  la  lettiera in tutta la posta, perchè il bestiame abbia comodo
dopo la quale distendi nuovamente la lettiera in tutta  la  posta, perchè il bestiame abbia comodo di riposare. Al
pulisci, se occorre; porti fuori gli escrementi; distendi  la  lettiera, e ne aggiungi dell'altra. Governato con queste
Rifacciamo ora il cammino. Hai visto quanto sia necessaria  la  pulizia. Esaminando la struttura della pelle, hai notato
Hai visto quanto sia necessaria la pulizia. Esaminando  la  struttura della pelle, hai notato come essa compia funzioni
funzioni importantissime alla vita. Ti sei convinto che  la  nettezza del corpo favorisce queste funzioni, e impedisce
generate dal sucidume. Ti apparve quindi manifesta  la  convenienza di non fare economia di acqua; di non
acqua; di non risparmiare qualche bagno; di mutare spesso  la  camicia e la biancheria del letto; di deporre le calzature
risparmiare qualche bagno; di mutare spesso la camicia e  la  biancheria del letto; di deporre le calzature e gli abiti
pioggia; di non camminare a piedi scalzi. Hai imparato che  la  pulizia della pelle è pur molto necessaria agli animali. La
la pulizia della pelle è pur molto necessaria agli animali.  La  stregghiatura li rende più sani e vigorosi, favorisce la
La stregghiatura li rende più sani e vigorosi, favorisce  la  produzione del latte e l'impinguamento; perciò vuol essere
regolarmente ogni giorno. Infine hai potuto convincerti che  la  pulizia va estesa pure alle abitazioni; e che tanto nella
lunedì dopo  la  domenica della ricreazione, la direttrice, avute a sè le
lunedì dopo la domenica della ricreazione,  la  direttrice, avute a sè le venticinque signorine che avevan
donne illustri, delle quali ciascuna di loro dee far  la  Vita: di contro ai nomi ci sono i numeri progressivi:
di contro ai nomi ci sono i numeri progressivi: prendano  la  nota: guardino, secondo il numero, di qual donna illustre
potranno preparare con tutto il loro comodo." E come disse  la  direttrice, cosi fecero. Anch'io per tanto risparmierò al
cosi fecero. Anch'io per tanto risparmierò al lettore  la  seccaggine di ripetere ogni volta vita, morte e miracoli
ogni volta vita, morte e miracoli della signorina che fa  la  lettura, conoscendole egli già tutte quante, e potendosi
facilmente potendo vedere chi fu nella prima venticinquina  la  prima lettrice, chi la seconda, chi la terza, e va
chi fu nella prima venticinquina la prima lettrice, chi  la  seconda, chi la terza, e va discorrendo.
prima venticinquina la prima lettrice, chi la seconda, chi  la  terza, e va discorrendo.
Allora tutto si risveglia attorno a lui, e tutto dice  la  sua parola di saluto al Creatore. Anche noi dobbiamo
parola di saluto al Creatore. Anche noi dobbiamo pregare:  la  preghiera è la parola dell'anima. Preghiamo la sera, per
al Creatore. Anche noi dobbiamo pregare: la preghiera è  la  parola dell'anima. Preghiamo la sera, per ringraziare il
pregare: la preghiera è la parola dell'anima. Preghiamo  la  sera, per ringraziare il Signore dei benefici ricevuti
per ringraziare il Signore dei benefici ricevuti durante  la  giornata, e per domandargli che la notte trascorra
ricevuti durante la giornata, e per domandargli che  la  notte trascorra tranquilla in un soave riposo. Tristo il
in un soave riposo. Tristo il fanciullo che va a letto  la  sera senza dire le sue divozioni! Preghiamo, quando dentro
della vendetta ci tirano al male. Dio ascolterà  la  nostra preghiera, ci aiuterà a vincerle. Dopo aver pregato
 LA  PASSIONE E LA MORTE. Il racconto dei patimenti e della
PASSIONE E  LA  MORTE. Il racconto dei patimenti e della morte di Gesù è un
che ci è familiare. Ricordiamone i tratti principali:  la  lega di scribi e farisei formatasi contro Gesù; la sua
la lega di scribi e farisei formatasi contro Gesù;  la  sua agonia nell'orto; il tradimento da parte dell' apostolo
Giuda; il cattivo trattamento da un tribunale all'altro;  la  condanna a morte come bestemmiatore, perchè s'era
 LA  MIA CASA È PICCOLA LA MIA FEDE È GRANDE
MIA CASA È PICCOLA  LA  MIA FEDE È GRANDE
Giovine Italia». - I Fratelli Bandiera 215 Il movimento per  la  libertà. - L'opera degli esuli, degli scrittori, dei poeti
contro l'Austria 225 Le cinque giornate di Milano 226  La  prima guerra per l' indipendenza nazionale: 1848- 1849. -
prima guerra per l' indipendenza nazionale: 1848- 1849. -  La  campagna del 1848 230 La campagna del 1849. - Abdicazione e
nazionale: 1848- 1849. - La campagna del 1848 230  La  campagna del 1849. - Abdicazione e morte di Carlo Alberto
morte di Carlo Alberto 236 Le dieci giornate di Brescia 238  La  difesa di Roma. - Giuseppe Garibaldi 239 La ritirata di
di Brescia 238 La difesa di Roma. - Giuseppe Garibaldi 239  La  ritirata di Giuseppe Garibaldi 241 L'assedio di Venezia 242
Vittorio Emanuele II 245 Camillo Benso, conte di Cavour 247  La  guerra di Crimea 248 L'oppressione austriaca. - I martiri
248 L'oppressione austriaca. - I martiri di Belfiore 250  La  seconda guerra per l'indipendenza nazionale: 1859 252
260 L'oppressione borbonica nel Regno delle Due Sicilie. -  La  spedizione di Carlo Pisacane 261 La spedizione dei Mille:
delle Due Sicilie. - La spedizione di Carlo Pisacane 261  La  spedizione dei Mille: 1860 263 L'annessione al Regno di
Umbria e delle Marche: 1860 265 Il Regno d' Italia 268  La  morte del Cavour 268 La terza guerra per indipendenza
1860 265 Il Regno d' Italia 268 La morte del Cavour 268  La  terza guerra per indipendenza nazionale: 1866 269
Mentana Pag. 275 I Settanta di Villa Glori. - I Cairoli 276  La  Breccia di Porta Pia: 1870 278 Roma capitale del Regno d'
di Vittorio Emanuele II: 1878 280 Umberto I: 1878-1900 281  La  necessità di colonie italiane e la conquista della Eritrea
Umberto I: 1878-1900 281 La necessità di colonie italiane e  la  conquista della Eritrea 283 Vittorio Emanuele III 286 La
e la conquista della Eritrea 283 Vittorio Emanuele III 286  La  conquista della Libia, di Rodi, del Dodecanneso: 1911-1912
L'ultima guerra dell'Italia contro l'Austria: 1915-1918.-  La  guerra mondiale: 1914-1918 291 L'intervento dell' Italia
della Bainsizza, del Monte Santo e di Caporetto: 1917. -  La  battaglia del Piave: 1918 297 La guerra sul mare 302 La
e di Caporetto: 1917. - La battaglia del Piave: 1918 297  La  guerra sul mare 302 La guerra nel cielo 305 La battaglia di
- La battaglia del Piave: 1918 297 La guerra sul mare 302  La  guerra nel cielo 305 La battaglia di Vittorio Veneto 1918
1918 297 La guerra sul mare 302 La guerra nel cielo 305  La  battaglia di Vittorio Veneto 1918 306 La pace 310 L'
nel cielo 305 La battaglia di Vittorio Veneto 1918 306  La  pace 310 L' impresa di Fiume: 1919-1920 311 I martiri e gli
312 Nazario Sauro 313 Enrico Toti 315 Benito Mussolini 316  La  rivoluzione fascista. - L' Italia in balìa dei sovversivi
317 Il salvatore. - I Fasci Italiani di Combattimento 318  La  lotta contro i sovversivi 319 La marcia su Roma: 28 ottobre
di Combattimento 318 La lotta contro i sovversivi 319  La  marcia su Roma: 28 ottobre 1922 320 Il Regime Fascista. -
ottobre 1922 320 Il Regime Fascista. - L' Italia nuova 322  La  Conciliazione del Regno d' Italia col Papato 324 L'Italia
sacrificio della regina dell'Adriatico chiudeva  la  gloriosa epopea del 1848-49. La causa italiana aveva
dell'Adriatico chiudeva la gloriosa epopea del 1848-49.  La  causa italiana aveva compiuto in quei due anni un grande
aveva compiuto in quei due anni un grande progresso verso  la  mèta. Gl'Italiani avevano provato di saper morire da prodi;
Gl'Italiani avevano provato di saper morire da prodi; e per  la  prima volta, dopo secoli di servitù, avevano combattuto
una sola bandiera; avevano inoltre dimostrato che anche  la  potente Austria poteva esser vinta. E, fatto più di ogni
poteva esser vinta. E, fatto più di ogni altro importante,  la  causa santa avea ormai nei principi di Casa Savoia i propri
Nettezza della pelle.  La  pulizia del corpo è la prima condizione di salute. Il
Nettezza della pelle. La pulizia del corpo è  la  prima condizione di salute. Il tenersi puliti è anche un
puliti è anche un dovere per tutti, ricchi, o poveri.  La  gente sucida e sporca, mette schifo, e non inspira fiducia.
schifo, e non inspira fiducia. Che dici di una pianta,  la  cui corteccia sia coperta di muffe e di piante parassite?
parassite? Altrettanto devi dire di te, se non liberi  la  tua pelle dal sucidume e dalla sporcizia, che sono nemici
sporcizia, che sono nemici insidiosi della salute. Per  la  scorza, o pelle, che ti avviluppa, entrano, ed escono le
ed escono le malattie. Vuoi sapere che cos'è, e che cosa fa  la  pelle? La pelle, osservata ben da vicino, è come un
le malattie. Vuoi sapere che cos'è, e che cosa fa la pelle?  La  pelle, osservata ben da vicino, è come un crivello a
e migliaia di piccolissimi sacchetti. Da questi sacchettini  la  pelle versa il sudore: dai forellini respira e traspira,
pelle, chiude i forellini, da cui esce il sudore, e ferma  la  traspirazione, che è indispensabile alla vita. Di più,
alla vita. Di più, questo strato di sozzura irrita  la  pelle, genera delle pustole, ed è causa di malattie
è causa di malattie schifose, ributtanti, come ad esempio  la  rogna, le erpeti, ecc. Vedi dunque se la pulizia del corpo
come ad esempio la rogna, le erpeti, ecc. Vedi dunque se  la  pulizia del corpo è necessaria a mantenere la salute. Ma la
dunque se la pulizia del corpo è necessaria a mantenere  la  salute. Ma la nettezza del corpo è anche immagine della
la pulizia del corpo è necessaria a mantenere la salute. Ma  la  nettezza del corpo è anche immagine della purezza
immagine della purezza dell'anima: chi è puro dentro, ama  la  nettezza anche fuori.
che è il 260°. Essi furono i piloti di questa Nave che è  la  Chiesa; la quale ha corso molte acque tempestose; cioè ha
260°. Essi furono i piloti di questa Nave che è la Chiesa;  la  quale ha corso molte acque tempestose; cioè ha attraversato
della Nave, in verità, è lo stesso Gesù! - Che cos' è  la  Chiesa? - La Chiesa è la società dei veri cristiani, cioè
in verità, è lo stesso Gesù! - Che cos' è la Chiesa? -  La  Chiesa è la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati
è lo stesso Gesù! - Che cos' è la Chiesa? - La Chiesa è  la  società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che
dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano  la  fede e dottrina di Gesù Cristo, partecipano a' suoi
ai Pastori stabiliti da Lui. - Da chi fu fondata  la  Chiesa? - La Chiesa fu fondata da Gesù Cristo. - Chi è il
Pastori stabiliti da Lui. - Da chi fu fondata la Chiesa? -  La  Chiesa fu fondata da Gesù Cristo. - Chi è il Papa? - Il
successore di S. Pietro, quindi il Capo visibile di tutta  la  Chiesa, Vicario di Gesù Cristo, Capo invisibile.
laggiù,  la  prese in collo, e poi la fasciò così bene con un
laggiù, la prese in collo, e poi  la  fasciò così bene con un fazzoletto, che quella, alla
me ne faccia ? Tienlo caro. Un giorno forse, ti servirà. -  La  Reginotta le staccò dal collare il sonaglino e se lo mise
dal collare il sonaglino e se lo mise in tasca, insieme con  la  cipolletta e il coltellino da due soldi. Cammina, cammina,
— Anime cristiane, datemi alloggio per questa notte! -  La  padrona pareva una buona donna, e si misero a ragionare in
una buona donna, e si misero a ragionare in cucina, mentre  la  pentola bolliva. — Chi siete? dove andate? — La Reginotta
mentre la pentola bolliva. — Chi siete? dove andate? —  La  Reginotta cominciò a raccontarle la sua storia. — Zitta,
siete? dove andate? — La Reginotta cominciò a raccontarle  la  sua storia. — Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! —
storia. — Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! — Era  la  pentola che brontolava; ma la sentiva lei sola. Non le diè
Zitta, zitta! — Era la pentola che brontolava; ma  la  sentiva lei sola. Non le diè retta e continuò un altro
reale. — Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! - Era  la  pentola che brontolava; ma la sentiva lei sola. Rimase
Zitta, zitta! - Era la pentola che brontolava; ma  la  sentiva lei sola. Rimase colpita; e si fermò. — E dopo?
lei sola. Rimase colpita; e si fermò. — E dopo? domandò  la  donna. — Eccomi qui. — Quando giunse il marito, quella
che è un sole: conduciamola dal Re. Gli diremo che è  la  sua figliuola, resa così bella da una fata. La Reginotta la
diremo che è la sua figliuola, resa così bella da una fata.  La  Reginotta la chiuderemo nel granaio e ve la lasceremo
la sua figliuola, resa così bella da una fata. La Reginotta  la  chiuderemo nel granaio e ve la lasceremo morire. — Ma il Re
da una fata. La Reginotta la chiuderemo nel granaio e ve  la  lasceremo morire. — Ma il Re come potrà crederlo? — Ci ho
segnali. - Così fecero. Nel mezzo della notte, afferrarono  la  povera Reginotta, la chiusero in un granaio, e il giorno
Nel mezzo della notte, afferrarono la povera Reginotta,  la  chiusero in un granaio, e il giorno dopo condussero la loro
la chiusero in un granaio, e il giorno dopo condussero  la  loro figliuola al palazzo reale. Il Re e la Regina, sentita
dopo condussero la loro figliuola al palazzo reale. Il Re e  la  Regina, sentita quella storia della fata, rimanevano ancora
quella storia della fata, rimanevano ancora incerti. Allora  la  ragazza, indettata, disse: — Maestà, non vi ricordate di
nata Regina e non puoi godere della tua sorte »? — Il Re e  la  Regina rimasero. Quelle parole non potea saperle nessun
rimasero. Quelle parole non potea saperle nessun altro, che  la  loro figliuola! Abbracciarono la ragazza, e bandirono feste
saperle nessun altro, che la loro figliuola! Abbracciarono  la  ragazza, e bandirono feste reali. Ai due che l' avean
avean condotta regalarono un monte di monete d'oro. Intanto  la  povera Reginotta, dopo essersi per tre giorni stemperata in
della cipolletta: — Poteva ingannare un po' lo stomaco! — E  la  cavò di tasca. — Comanda! comanda! — Da mangiare! — Ed ecco
le vigne, gli alberi di quella fattoria eran distrutti.  La  Reginotta partì e arrivò in una città, dove c' era un Re
i più dotti, i più valenti, non n'avean saputo conoscere  la  malattia. Dicevano ch'era matto; ma egli ragionava
affacciato a una finestra del palazzo reale, e vide passar  la  Reginotta. — Oh! com' è brutta! La voglio qui! La voglio
reale, e vide passar la Reginotta. — Oh! com' è brutta!  La  voglio qui! La voglio qui! Il Re, i ministri, i dottori
passar la Reginotta. — Oh! com' è brutta! La voglio qui!  La  voglio qui! Il Re, i ministri, i dottori tentarono di
strepitava, piangeva, batteva i piedi. — Oh! com' è brutta!  La  voglio qui! La voglio qui! — Il Re la fece chiamare: —
batteva i piedi. — Oh! com' è brutta! La voglio qui!  La  voglio qui! — Il Re la fece chiamare: — Ragazza, vorresti
— Oh! com' è brutta! La voglio qui! La voglio qui! — Il Re  la  fece chiamare: — Ragazza, vorresti entrare a servizio? —
fai questo! Bruttona, fai quello. - Il Reuccio non  la  comandava altrimenti: volea perfino che rigovernasse i
che rigovernasse i piatti. Una volta al Reuccio gli venne  la  voglia dei baccelli; ed era d' autunno! Dove andare a
mangiare. Il Re avrebbe pagato quei baccelli a peso d' oro.  La  Reginotta rammentossi della cipolletta e la cavò di tasca.
a peso d' oro. La Reginotta rammentossi della cipolletta e  la  cavò di tasca. — Comanda! comanda! — Un bel piatto di
dopo disse: — Mi sento meglio! - Un' altra volta gli venne  la  voglia d'un pasticcino di lumache. Ma non era la stagione.
gli venne la voglia d'un pasticcino di lumache. Ma non era  la  stagione. — Pasticcino di lumache! pasticcino di lumache! —
Il Re avrebbe pagato quelle lumache a peso d' oro.  La  Reginotta corse di bel nuovo alla cipolletta. — Comanda!
un po' in carne. Un' altra volta finalmente gli venne  la  voglia delle polpettine di rondine. Non era la stagione.
gli venne la voglia delle polpettine di rondine. Non era  la  stagione. Dove andare a pescarle? — Polpettine di rondine!
— Il Re quelle rondini le avrebbe pagate a peso d'oro.  La  Reginotta, al solito, cavò di tasca la cipolletta. —
pagate a peso d'oro. La Reginotta, al solito, cavò di tasca  la  cipolletta. — Comanda! comanda! — Polpettine di rondine! —
neppure d' essere stato malato. E, un giorno vista  la  Reginotta: — Oh, come è brutta! — esclamò. — Ma chi è
è brutta! — esclamò. — Ma chi è costei? Cacciatela via! -  La  Reginotta andò via piangendo: — La sua stella voleva così!
Cacciatela via! - La Reginotta andò via piangendo: —  La  sua stella voleva così! - E incontrò la vecchia, quella del
via piangendo: — La sua stella voleva così! - E incontrò  la  vecchia, quella del grano. - Che cosa è stato, figliuola? -
allegra, figliuola mia! Ti aiuterò io. Vieni con me. — E  la  condusse davanti a una grotta. — Ascolta: Lì dentro c' è la
la condusse davanti a una grotta. — Ascolta: Lì dentro c' è  la  fontana della bellezza. Chi può tuffarvisi a un tratto,
quattro stanze. Nella prima c'è un drago: buttagli in gola  la  cipolletta, e ti lascerà passare.
ITALIA». I Fratelli Bandiera. Per opera dei Carbonari  la  lotta era ormai impegnata. La dolorosa esperienza avrebbe
Per opera dei Carbonari la lotta era ormai impegnata.  La  dolorosa esperienza avrebbe insegnato mezzi più efficaci
avrebbe insegnato mezzi più efficaci per conquistare  la  vittoria finale. Per vincere, era anzitutto necessario che
di comprendere che solo l'unità avrebbe reso possibile  la  vittoria.
Di solito si fatica a tirarli giù dal letto. Oggi, appena  la  mamma ha acceso la luce in cucina, sono comparsi belli e
a tirarli giù dal letto. Oggi, appena la mamma ha acceso  la  luce in cucina, sono comparsi belli e vestiti, quieti come
belli e vestiti, quieti come due coniglietti. Hanno dato  la  sveglia ai fratelli maggiori e pretendono di mettersi in
maggiori e pretendono di mettersi in cammino alle sette.  La  mamma ha il suo da fare per convincerli a mangiare in pace
mamma ha il suo da fare per convincerli a mangiare in pace  la  loro zuppa di latte. La Mimma vorrebbe lei pure la cartella
per convincerli a mangiare in pace la loro zuppa di latte.  La  Mimma vorrebbe lei pure la cartella e il cestino della
in pace la loro zuppa di latte. La Mimma vorrebbe lei pure  la  cartella e il cestino della merenda pieno pieno di buone
pieno pieno di buone cose. È impaziente di raggiungere  la  sua scuola.
 LA  SECONDA MAMMA Ogni giorno le alunne della seconda hanno
seconda hanno molte cose da raccontare alla loro maestra.  La  maestra è la loro confidente. Anche se le sue alunne non le
molte cose da raccontare alla loro maestra. La maestra è  la  loro confidente. Anche se le sue alunne non le parlassero
Giannina non le ha mai detto che non riesce a togliersi  la  fame perchè i suoi sono tanto poveri. La maestra lo sa e
riesce a togliersi la fame perchè i suoi sono tanto poveri.  La  maestra lo sa e sottomano le fa scivolare in tasca un
Il babbo di Santina non è cattivo: è un bravo operaio, ma  la  domenica si ubriaca e in casa sono scenate. Il lunedì,
Il lunedì, Santina viene a scuola spaurita e appenata.  La  maestra ha persuaso il babbo di Santina a iscriversi al
leggeva male. Aveva sempre gli occhietti rossi, affaticati.  La  sua mamma lavora da sarta: ha tanto da fare e ai figli bada
lavora da sarta: ha tanto da fare e ai figli bada poco.  La  maestra ha consigliato la mamma di Giulietta di condurla
da fare e ai figli bada poco. La maestra ha consigliato  la  mamma di Giulietta di condurla dall'oculista. Ora la bimba
la mamma di Giulietta di condurla dall'oculista. Ora  la  bimba porta gli occhiali, legge bene e non ha più gli occhi
gli occhiali, legge bene e non ha più gli occhi rossi.  La  maestra è una seconda mamma, la scuola una seconda
non ha più gli occhi rossi. La maestra è una seconda mamma,  la  scuola una seconda famiglia.
alla salute. Molte cause diverse concorrono a viziarla:  la  respirazione degli animali, la combustione, la guastano e
concorrono a viziarla: la respirazione degli animali,  la  combustione, la guastano e la corrompono. La respirazione
a viziarla: la respirazione degli animali, la combustione,  la  guastano e la corrompono. La respirazione di aria malsana
respirazione degli animali, la combustione, la guastano e  la  corrompono. La respirazione di aria malsana può essere
degli animali, la combustione, la guastano e la corrompono.  La  respirazione di aria malsana può essere causa di gravi
di aria malsana può essere causa di gravi accidenti: quindi  la  necessità di rinnovare spesso l'aria dei luoghi abitati.
rinnovare spesso l'aria dei luoghi abitati. Hai notato che  la  luce è anch'essa un bisogno della vita degli uomini, degli
della vita degli uomini, degli animali e delle piante.  La  luce ravviva, conforta, invigorisce. Devi quindi lasciarla
poscia le abitazioni dei coltivatori, le hai trovate,  la  più parte, basse, strette, povere d'aria, di luce, e quindi
di spazio, di aria, di luce; son soffocate ed umide.  La  cattiva disposizione del pavimento, lo sperdimento delle
e per gli uomini che vi passano buona parte dell'inverno.  La  casa e la stalla di Carlambrogio ti hanno fornito un
uomini che vi passano buona parte dell'inverno. La casa e  la  stalla di Carlambrogio ti hanno fornito un esempio di
quali dovrebbero avere tutti i coltivatori, per conservare  la  salute propria, e quella dei loro animali.
punti cardinali 335 Orientamento 337 Il cielo stellato 338  LA  STELLA POLARE 339 CIELO COPERTO 340 LA BUSSOLA 342 LA
cielo stellato 338 LA STELLA POLARE 339 CIELO COPERTO 340  LA  BUSSOLA 342 LA PIANTA DELLA SCUOLA 345 LA CARTA TOPOGRAFICA
338 LA STELLA POLARE 339 CIELO COPERTO 340 LA BUSSOLA 342  LA  PIANTA DELLA SCUOLA 345 LA CARTA TOPOGRAFICA 347 Gli
CIELO COPERTO 340 LA BUSSOLA 342 LA PIANTA DELLA SCUOLA 345  LA  CARTA TOPOGRAFICA 347 Gli abitati, case, villaggi e città
347 Gli abitati, case, villaggi e città 348 Il Comune e  la  Provincia 350 Le strade 351 Le acque 352 I fiumi 354 I
acque 352 I fiumi 354 I torrenti 355 IL MONDO È GRANDE 357  LA  CARTA D' ITALIA 360 L'ITALIA BELLA 362 L'ITALIA GRANDE 369
fino all'età di ventuno anni. Adesso vive a Novara con  la  moglie Marianna, che fa la fotografa, con la figlia
anni. Adesso vive a Novara con la moglie Marianna, che fa  la  fotografa, con la figlia Martina, che fa la studentessa e
a Novara con la moglie Marianna, che fa la fotografa, con  la  figlia Martina, che fa la studentessa e la violinista, e
che fa la fotografa, con la figlia Martina, che fa  la  studentessa e la violinista, e con i gatti Simba e Minou,
fotografa, con la figlia Martina, che fa la studentessa e  la  violinista, e con i gatti Simba e Minou, che fanno i gatti.
da Giovanna aveva oramai raggiunto il muro e con  la  mano sinistra dietro la schiena stava cercando
oramai raggiunto il muro e con la mano sinistra dietro  la  schiena stava cercando affannosamente il bottone che faceva
faceva scorrere il pannello. Lo trovò e vi appoggiò sopra  la  mano emettendo un sospiro di sollievo, mentre Giovanna, con
finale!" Assestò una serie di colpi rapidissimi contro  la  spada di don Miguel, concludendo la sua ballata:
rapidissimi contro la spada di don Miguel, concludendo  la  sua ballata:
 La  nobile gara poetica si doveva così ritener conclusa con la
nobile gara poetica si doveva così ritener conclusa con  la  vittoria di Stucchino.
C' era una volta un Re e una Regina.  La  Regina partorì e fece una bambina più bella del sole.
come questa. — Ma una mattina, va per levarla di culla e  la  trova contraffatta, con una testa di rospo. — Oh Dio, che
cagna. Però se morisse, sarebbe meglio per lei! - Non morì.  La  cagna, tre, quattro volte il giorno tralasciava di dar
latte ai cagnolini, e porgeva le poppe a Testa-di-rospo.  La  leccava, la ripuliva, la scalducciava tenendosela accosto,
cagnolini, e porgeva le poppe a Testa-di-rospo. La leccava,  la  ripuliva, la scalducciava tenendosela accosto, e non
porgeva le poppe a Testa-di-rospo. La leccava, la ripuliva,  la  scalducciava tenendosela accosto, e non permetteva che
tenendosela accosto, e non permetteva che alcuno stendesse  la  mano a toccarla. Quando il Re e la Regina scendevano giù
che alcuno stendesse la mano a toccarla. Quando il Re e  la  Regina scendevano giù per vedere, la cagna ringhiava,
Quando il Re e la Regina scendevano giù per vedere,  la  cagna ringhiava, mostrava i denti; e, un giorno che la
la cagna ringhiava, mostrava i denti; e, un giorno che  la  Regina fece atto di voler riprendere la figliuola, le saltò
e, un giorno che la Regina fece atto di voler riprendere  la  figliuola, le saltò addosso e le morse mani e gambe.
prosperava. Quando crebbe, non volle più lasciarlo. Durante  la  giornata
era bello e alto e tutto vestito di ferro, ma non conoscevo  la  Principessa delle Querce. La notte del matrimonio erano
di ferro, ma non conoscevo la Principessa delle Querce.  La  notte del matrimonio erano venute tutte le fate e tutte le
sotto una grande lampada aspettava il Principe Felice. Ma  la  Principessa non venne perché all'ultimo momento era stata
perché dissero che era impossibile combattere le tigri e  la  morte era certa. Allora io senza dir niente presi una spada
Allora io senza dir niente presi una spada e andai verso  la  Macchia delle Tigri. Conoscevo questa Macchia e anche
vestito di ferro; invece avevo questo ma un po' piú nuovo.  La  prima Tigre mi venne incontro e fece: Ham! e io senza dir
venne incontro e fece: Ham! e io senza dir niente le misi  la  spada nella bocca e mori. La seconda fece: Hamm! ed io
e io senza dir niente le misi la spada nella bocca e mori.  La  seconda fece: Hamm! ed io subito le misi la spada nella
bocca e mori. La seconda fece: Hamm! ed io subito le misi  la  spada nella bocca. La terza fece: Hammm! e quando fu morta
fece: Hamm! ed io subito le misi la spada nella bocca.  La  terza fece: Hammm! e quando fu morta anche lei, non ce
quando fu morta anche lei, non ce n'erano piú. Allora venne  la  Principessa e la vidi. Era la piú bella di tutte le
lei, non ce n'erano piú. Allora venne la Principessa e  la  vidi. Era la piú bella di tutte le Principesse e i suoi
ce n'erano piú. Allora venne la Principessa e la vidi. Era  la  piú bella di tutte le Principesse e i suoi capelli
 LA  PREGHIERA Fanciulli, lodate il Signore Lodiamo il nome del
lodate il Signore Lodiamo il nome del Signore con  la  preghiera! Nella preghiera la nostra mente si innalza
il nome del Signore con la preghiera! Nella preghiera  la  nostra mente si innalza contenta e affettuosa verso il
mia! L'uovo nero non lo vuol nessuno. — Portatelo al Re. —  La  vecchia lo portò al Re. — Che uovo è questo? — Maestà, di
quello che il cuore v' ispira. — Datele cento lire. -  La  vecchina, con quelle cento lire, si credette più ricca di
si credette più ricca di Sua Maestà. Giusto in quei giorni  la  Regina avea posta una gallina, e alle uova messe a covare
e alle uova messe a covare aggiunse anche quello. Ma  la  chioccia non lo covò. Il Re fece chiamare la vecchia: —
quello. Ma la chioccia non lo covò. Il Re fece chiamare  la  vecchia: — Quell'uovo era barlaccio. — Maestà, non può
— Quell'uovo era barlaccio. — Maestà, non può essere;  la  gallina avea fatto lo stesso giorno. — Eppure non è nato. —
stesso giorno. — Eppure non è nato. — Bisognava lo covasse  la  Regina. - La cosa parve strana. Ma la Regina, curiosa,
— Eppure non è nato. — Bisognava lo covasse la Regina. -  La  cosa parve strana. Ma la Regina, curiosa, disse: — Lo
Bisognava lo covasse la Regina. - La cosa parve strana. Ma  la  Regina, curiosa, disse: — Lo coverò io. - E se lo mise in
bianco eh' era una bellezza. — Maestà, Maestà! fatemi  la  zuppa col vino. - E pigolava. — Sei galletto o pollastra? —
13 Era proprio galletto. E diventò il divertimento di tutta  la  Corte. Ma più cresceva e più si faceva impertinente. A
giorno, chicchirichì! chicchirichì! Rintronava le orecchie.  La  gente del palazzo reale non ne poteva più. Un giorno la
La gente del palazzo reale non ne poteva più. Un giorno  la  Regina s' era fatta un vestito nuovo ch'era una meraviglia,
Prima che lo indossasse, va il galletto e glielo insudicia.  La  Regina montò sulle furie: — Sporco galletto! Per questa
Sporco galletto! Per questa volta passi. Un'altra volta te  la  farò vedere io! — E ordinò alla sarta un altro vestito più
— E ordinò alla sarta un altro vestito più ricco di quello.  La  sarta ci si messe con impegno; figuriamoci che vestito!...
messe con impegno; figuriamoci che vestito!... Ma prima che  la  Regina lo indossasse, va il galletto e glielo dicia. La
che la Regina lo indossasse, va il galletto e glielo dicia.  La  Regina perdè il lume degli occhi: — Sporco galletto! ora ti
C' era una 'volta un Re che avea una bimba.  La  Regina era morta di parto, e il Re avea preso una balila
di parto, e il Re avea preso una balila che gli allattasse  la  piccina. Un giorno la balia scese, insieme colla bimba, nel
preso una balila che gli allattasse la piccina. Un giorno  la  balia scese, insieme colla bimba, nel giardino reale. La
la balia scese, insieme colla bimba, nel giardino reale.  La  bimba avea tre anni, e si
peccato originale non ha macchiato  la  sua anima; Maria è l'Immacolata, la piena di grazia, la
non ha macchiato la sua anima; Maria è l'Immacolata,  la  piena di grazia, la benedetta fra le donne. È la 'Vergine,
la sua anima; Maria è l'Immacolata, la piena di grazia,  la  benedetta fra le donne. È la 'Vergine, è la Madre di Dio!
la piena di grazia, la benedetta fra le donne. È  la  'Vergine, è la Madre di Dio! Ci ha donato il Salvatore
di grazia, la benedetta fra le donne. È la 'Vergine, è  la  Madre di Dio! Ci ha donato il Salvatore divino Gesù, ed è
pietosa. Rivolgiamo a Lei, con particolare divozione,  la  bella preghiera dell'Ave. - In che modo il Figliuolo di Dio
 LA  LUCCIOLA E LE STELLE Una lucciola aveva messo superbia.
LE STELLE Una lucciola aveva messo superbia. Quando usciva  la  sera a far lume con il suo smorto chiarore, bruchi, falene,
chiarore, bruchi, falene, uccelli notturni, piante, bambini  la  ammiravano. I bimbi dicevano - Pare una stella. La lucciola
bambini la ammiravano. I bimbi dicevano - Pare una stella.  La  lucciola pensò allora di essere davvero una stella caduta
di tornarvi. Una compagna, conosciute le sue intenzioni,  la  ammonì: - Mia cara, finché resterai sulla terra, tutti ti
terra, tutti ti ammireranno. Lassù, in cielo, che farebbe  la  tua povera luce a confronto con lo splendore delle stelle?
caparbia? Dallo sdegno, le legò le mani e i piedi e  la  calò in un pozzo: — Di' di sì, o ti faccio affogare! - E la
la calò in un pozzo: — Di' di sì, o ti faccio affogare! - E  la  Reginotta zitta. Il Re la calò fino a metà. — Di' di sì, o
di sì, o ti faccio affogare! - E la Reginotta zitta. Il Re  la  calò fino a metà. — Di' di sì, o ti faccio affogare! — E la
la calò fino a metà. — Di' di sì, o ti faccio affogare! — E  la  Reginotta zitta. Il re la calava più giù, dentro l'acqua;
di sì, o ti faccio affogare! — E la Reginotta zitta. Il re  la  calava più giù, dentro l'acqua; le restava fuori soltanto
calava più giù, dentro l'acqua; le restava fuori soltanto  la  testa: — Di' di sì, o ti faccio affogare! - E la Reginotta
soltanto la testa: — Di' di sì, o ti faccio affogare! - E  la  Reginotta zitta. Dovea affogarla davvero? E la tirò su; ma
- E la Reginotta zitta. Dovea affogarla davvero? E  la  tirò su; ma la rinchiuse in una stanza, a pane ed acqua. La
Reginotta zitta. Dovea affogarla davvero? E la tirò su; ma  la  rinchiuse in una stanza, a pane ed acqua. La Reginotta
la tirò su; ma la rinchiuse in una stanza, a pane ed acqua.  La  Reginotta piangeva: — Cardellino traditore, te e il tuo
— Cardellino traditore, te e il tuo padrone! Per mantener  la  parola ora patisco tanti guai! - Il Re di Francia arrivò
un gran séguito, e prese alloggio nel palazzo reale. — E  la  Reginotta? Non vuol farsi vedere? — Maestà, è un
regalo. - Era uno scatolino tutto d'oro e di brillanti. Ma  la  Reginotta lo posò lì, senza neppur curarsi d' aprirlo. E
nè il mio padrone. - Sentendosi rispondere dallo scatolino,  la  Reginotta lo aperse. — Ah, cardellino mio! Quante lagrime
aperse. — Ah, cardellino mio! Quante lagrime ho sparse! —  La  tua sorte volea così. Ora il destino è compito. — Sua
albero che produceva le arance d' oro, e il giorno appresso  la  Reginotta sposò il Re di Francia. E noi restiamo a
sposò il Re di Francia. E noi restiamo a grattarci  la  pancia.
MERENDA Ogni tanto  la  mamma dà a Nino e a Ninetta una moneta da cinquanta
ciascuno, perchè comprino un pezzetto di cioccolata per  la  merenda. Nino e Ninetta vorrebbero ogni giorno cinquanta
e Ninetta vorrebbero ogni giorno cinquanta centesimi per  la  cioccolata. La maggior parte delle volte la merenda è
ogni giorno cinquanta centesimi per la cioccolata.  La  maggior parte delle volte la merenda è invece una fetta di
centesimi per la cioccolata. La maggior parte delle volte  la  merenda è invece una fetta di pane spalmata di miele. Anche
si guardano. - Diglielo tu - bisbiglia Nino. - No, tu.  La  mamma nota quell'armeggio, vede le fette ancora sul piatto
cioccolata; anzi risparmiavano i loro soldi per comprarle  la  radio. La mamma scoppia a ridere: - La radio a me? con
anzi risparmiavano i loro soldi per comprarle la radio.  La  mamma scoppia a ridere: - La radio a me? con poche lire? -
soldi per comprarle la radio. La mamma scoppia a ridere: -  La  radio a me? con poche lire? - Poi, via via che capisce, si
via via che capisce, si commuove. - Noi l'abbiamo a scuola  la  radio - prorompono, eccitati i gemelli. - Per Antonio c'è
radio - prorompono, eccitati i gemelli. - Per Antonio c'è  la  Radio Sociale: il babbo ascolta il Giornale Radio al
Ora si commuovono tutti e tre, ma sono tanto felici.  La  mamma, perchè sente quanto è amata dai suoi bimbi, i bimbi
perchè sente quanto è amata dai suoi bimbi, i bimbi perchè  la  mamma li ha capiti. Gioventù d' Italia, bella fresca
 La  Regina, che continuava a odiarla, per farle dispiacere,
dispiacere, trasgredì l'ordine del marito, le disse che  la  lettera era giunta e gliela fece anche leggere. La
che la lettera era giunta e gliela fece anche leggere.  La  sfortunata Reginuzza n'ebbe un colpo tremendo. - Dal
momento che mi vuole scacciare, me ne andrò da me, - disse.  La  suocera si sentì allargare il cuore, ma non fiatò. La notte
La suocera si sentì allargare il cuore, ma non fiatò.  La  notte Mariuccia prende il bimbo, monta sul cavallino sauro
fra le braccia siede sulla gradinata e sospira. Il serpente  la  vede, la riconosce, e schizzando fuoco dagli occhi, le
siede sulla gradinata e sospira. Il serpente la vede,  la  riconosce, e schizzando fuoco dagli occhi, le s'avvicina e
stringendo a sè il piccino. Il serpente le ordinò di salire  la  gradinata, d'entrare nel palazzo, e sempre sibilando,
sempre fissandola con gli occhi che schizzavano fuoco,  la  cacciò nell'ultima stanza del palazzo, ce la chiuse a
fuoco, la cacciò nell'ultima stanza del palazzo, ce  la  chiuse a chiave e disse: - Tu mi avevi promesso la mano di
ce la chiuse a chiave e disse: - Tu mi avevi promesso  la  mano di sposa; invece mi dasti con inganno l'arancia rossa
tua perdetti l'effigie d'uomo e divenni serpente. Dunque me  la  pagherai. Ti condanno a veder morire di fame tuo figlio ed
Ti condanno a veder morire di fame tuo figlio ed a fare  la  stessa morte di lui. - Figuriamoci la disperazione di
tuo figlio ed a fare la stessa morte di lui. - Figuriamoci  la  disperazione di Mariuccia! Si mise alla finestra a gridare:
Si mise alla finestra a gridare: - Cavallino mio, aiutami!  La  mangiatoia d'argento te l'avevo fatta quand'ero Reginuzza.
e se riacquisto l'affetto del Reuccio mio sposo, te  la  farò d'oro e non ci sarà cavallo meglio trattato di te! Sai
alla Corte non passava giorno che non ti governassi io! -  La  finestra accanto a quella dov'era Mariuccia ripetè le
dov'era Mariuccia ripetè le parole di lei, poi le ripetè  la  finestra seguente, e le ripeterono tutte finchè non le
il serpente strisciando usciva dalla porta del palazzo e  la  chiudeva con sette chiavi enormi. Il cavallino non disse nè
non disse nè ài nè bài. Intanto che il serpente infilava  la  prima delle sette chiavi nella
il tuo Regno. Il Regno di Dio è senza confini: tutta  la  terra è il Regno di Dio. Ma esso non è un regno materiale;
che i figli conoscano il Padre, lo amino, e rispettino  la  sua santa Legge. Chiediamo che in tutta la terra, fino agli
e rispettino la sua santa Legge. Chiediamo che in tutta  la  terra, fino agli ultimi confini, crescano e trionfino la
la terra, fino agli ultimi confini, crescano e trionfino  la  giustizia, la carità e la pace. Più cresceranno i veri
agli ultimi confini, crescano e trionfino la giustizia,  la  carità e la pace. Più cresceranno i veri buoni nel mondo, e
confini, crescano e trionfino la giustizia, la carità e  la  pace. Più cresceranno i veri buoni nel mondo, e più si
il Regno di Dio. Ma c'è pure il Regno visibile di Dio. È  la  Santa Chiesa cattolica che ha per capo il Papa, la Chiesa
Dio. È la Santa Chiesa cattolica che ha per capo il Papa,  la  Chiesa che Gesù ha fondato proprio per far conoscere e
ha fondato proprio per far conoscere e amare Dio su tutta  la  terra e che da tanti secoli soffre, combatte e prega. Ma il
soffre, combatte e prega. Ma il vero Regno di Dio, di cui  la  Chiesa è un'immagine e una preparazione, è il Paradiso,
22 Alla scoperta del mondo 25 Margherí 30 Gli artigli 33  La  fucilata 36 Nel cespuglio 39 Guarigione 42 Un posto per il
36 Nel cespuglio 39 Guarigione 42 Un posto per il nido 45  La  guerra 51 Tre! 55 Le visite 57 Palla di fuoco sta male 63
visite 57 Palla di fuoco sta male 63 Le farfalle bianche 66  La  fame 72 Nel pollaio 76 Bocconi gialli 82 Il signore della
Assemblea 97 Il racconto di Cipí 100 Al castello antico 105  La  promessa del vento 108 La prova 113 La libertà
Cipí 100 Al castello antico 105 La promessa del vento 108  La  prova 113 La libertà
castello antico 105 La promessa del vento 108 La prova 113  La  libertà