di macchioline marrone. — Anselmo! Presto! Vieni a vedere. | Anselmo | accorre tanto in fretta che dimentica l'ombrello e a metà |
C'era due volte il barone Lamberto -
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del genere sulla mia testa. — Un momentino, signor barone. | Anselmo | va a cercare la grande lente con cui il barone osserva i |
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«il mio ricciolino». Trovandosi con la lente in mano, | Anselmo | ne approfitta per esplorare attentamente tutta la |
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Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo | Anselmo | se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine alfabetico |
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avanti fino alla zeta di zoppía. Accanto a ogni malattia | Anselmo | ha annotato le medicine da prendere, a che ora del giorno e |
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a questo incontro il barone Lamberto e il maggiordomo | Anselmo | volano in Italia con il primo aereo e tornano a chiudersi |
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— precisa la signora Zanzi, — per noi quel che fa il signor | Anselmo | è ben fatto. Ottavio li guarda mangiare, fregandosi |
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è cominciata una partita a tressette. Giocano il barone e | Anselmo | contro due banditi. Vince ancora il barone. Però si vede |
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finita, — dice Ottavio nel sogno, — basta con la camomilla! | Anselmo | non si vede. Il barone ha l'impressione che all'inizio |
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Ma non fa in tempo a spaventarsi, perché è già morto. | Anselmo | a trovare il suo corpo, ormai freddo, la mattina alle sei, |
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l'altro. Niente. Il lavoro nelle soffitte sembra cessato. | Anselmo | corre su, ansando, entra, spalanca una porta dopo l'altra, |
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si udissero i loro respiri regolari, forse un po' pesanti. | Anselmo | prende a schiaffi la signora Merlo, molla un calcio negli |
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tre con lui, alla villa del barone Lamberto. Hanno bussato, | Anselmo | è venuto ad aprire e si è sentito chiedere: — Piove, lí |
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— Scegli tu: questa è una pistola, questo è un mitra. Fila. | Anselmo | ha obbedito ed è corso dal barone, che si stava allenando |
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quello che preferisce. — Una gazosa, grazie. Quando | Anselmo | ricompare con la gazosa, è di ritorno anche il barone, in |
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mi fa venire il mal di denti. — Allora, accomodati. | Anselmo | ti mostrerà la tua stanza. Ci vediamo a cena. Il barone |
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dopo cena, è di rubare in cucina il trinciante con cui | Anselmo | ha tagliato il fagiano al cognac, e di nasconderselo sotto |
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incomprensibili. — Cosa dice? Piú forte, per favore! | Anselmo | agita anche l'ombrello, come se la cosa avesse il potere, |
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— calma e cessato allarme! I banditi sono stati catturati. | Anselmo | non sta a sentire altro. Corre nelle soffitte per |
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a dormire il sonno dell'innocenza. Tutto quel che | Anselmo | può fare è di scrivere in stampatello un biglietto che |
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— Che ore sono? — domanda sbadigliando, quando | Anselmo | spalanca le finestre. — Le cinque e mezza. — Del |
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che non gli piace, per guadagnare altro tempo. Anche | Anselmo | lo tiene d'occhio. Se Ottavio si dirige verso le scale, ci |
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capita l'imprevisto. Quella sera il barone trattiene | Anselmo | a giocare agli scacchi. — È l'ora, signor barone, — |
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sta meditando. — Silenzio, o vi butto gli scacchi nel lago. | Anselmo | è costretto a pregare Ottavio di portare la cena ai sei |
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Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo | Anselmo | se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine alfabetico |
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avanti fino alla zeta di zoppìa. Accanto a ogni malattia | Anselmo | ha annotato le medicine da prendere, a che ora del giorno e |
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Si distingue benissimo ogni lettera del nome che, come tu | Anselmo | avrai notato, è composto di lettere tutte differenti. — |
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a quei signori aranciata, camomilla, quello che desiderano. | Anselmo | è tornato dai banditi. — Il signor barone verrà subito. — |
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dell'isola di San Giulio. Al calar delle tenebre, | Anselmo | è salito in barca per compiere la sua missione. Era cosí |
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lenza e l'ombrello è rimasto attaccato all'amo. Il signor | Anselmo | si è rifiutato di partire senza l'ombrello. Uno dei banditi |
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segreto. Racconta ogni cosa per filo e per segno, mentre | Anselmo | fa di sí, di sí con la testa. Anselmo, anzi, interviene una |
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lotto, mormora tra sé: «Morto che parla fa quarantasette». | Anselmo | piange e lascia cadere due o tre volte l'ombrello, che i |
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decisiva. — Anselmo, — dice il barone, — controlliamo. | Anselmo | cava di tasca il suo libriccino e comincia il controllo |
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agli altri di smettere. Si fa un gran silenzio, si vede | Anselmo | che sparisce di corsa da qualche parte, ma torna quasi |
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moda, ma tanto carino. Venga, signorino, venga... Mentre | Anselmo | accompagna Lamberto in un'altra stanza a vestirsi da |
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insieme. Delfina e gli altri parlano tutti insieme. Anche | Anselmo | parla e parla, mentre Lamberto continua a ballare, saltare |
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i succhi gastrici. Ci troviamo tra un momento nel duodeno. | Anselmo | tiene il diario di bordo del viaggio. Ma tanti esami forse |
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«singolo»? Il timoniere, sul «singolo», non c'è. Il signor | Anselmo | — è proprio lui, oltre che dall'ombrello lo si riconosce |
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del sindaco. — Pronti, sono qua. Chi mi vuole? Il signor | Anselmo | si schiarisce la voce e si aggiusta il manico dell'ombrello |
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resto, mancia. — E se io non ci sto? — «Quarto, — riprende | Anselmo | senza rispondergli, se questi ordini non verranno eseguiti, |
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subacquea e per via aerea. Firmato: I Ventiquattro Elle». | Anselmo | ha finito. Accenna a un inchino, borbotta un «buonasera» in |
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per piú di un documento. Anselmo, portami una penna nuova. | Anselmo | obbedisce e il barone scrive, in tedesco: «Gentili signori, |
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un apparecchio a sviluppo istantaneo e passa ad eseguire. | Anselmo | scatta la foto, aspetta qualche secondo, strappa il |
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La cucina, di prima classe. Oggi, per esempio, il signor | Anselmo | ci ha servito risotto coi tartufi e anatra alla pechinese. |
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— Ha notato, — dice il signor Giacomini, — che il signor | Anselmo | non abbandona mai il suo ombrello? — Secondo me, — risponde |
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— lo porta anche quando fa la doccia. Infatti il signor | Anselmo | tiene sempre un ombrello di seta nera appeso al braccio per |
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il salario. Ogni tanto, giú in cucina, il maggiordomo | Anselmo | pigia il bottone giusto e ascolta le conversazioni che si |
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storia del mago. Guardi che viviamo nel Secolo Ventesimo. | Anselmo | piange. Anche di lontano, se uno ha per le mani un buon |
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fatto, signor barone. Mentre il dottore taglia l'orecchio, | Anselmo | guarda da un'altra parte. Dopo un po', non sentendo né voce |
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dito. L'indice è questo, tra il pollice e il medio. | Anselmo | guarda dall'altra parte per non soffrire e vede nello |
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signor barone. Sa, quando bisogna guadagnarsi da vivere... | Anselmo | si volta: l'operazione è finita. Il capobanda sta leccando |
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strumenti a fiato attaccano la marcia trionfale dell'Aida. | Anselmo | ripesca l'ombrello che per la sorpresa aveva lasciato |
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