sollevava ritmicamente le coltri col respiro affannoso: il | malato | era assopito, col viso rivolto verso il muro. Poi ella si |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
a pena poteva, e raccomandava che avesse avuto cura del | malato | lei, la signora Carmela. Ma, intanto, come far così. sola? |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
vada, vada pure a letto, e non abbia alcuna pena: col | malato | ci sto io, ora. — Pronunziò quest'ultima frase scandendo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
tacitamente, errando chi sa dove col pensiero. Il | malato | a momenti s'assopiva, a momenti vaneggiava, ricordando con |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
Oh, Dio!... La monaca introdusse fra le labbra aride del | malato | l'orlo d'un bicchiere colmo di limonata dove tintinnava un |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
Quando il | malato | fu fuori di pericolo, egli rimase in uno stato singolare |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
al mondo! — confessò ella con un fil di voce dolcissima. Il | malato | la guardava fisso, come attratto verso di lei da un fascino |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
di voci e di risa: da ch'era vicina l'ora del desinare. Il | malato | fissava tutto con la meraviglia di chi tornasse alla nostra |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
qual cosa vale a significare, per le persone assistenti un | malato | grave, che in vece non c'è proprio più nè speranza, nè |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
lo straziava, inacerbita da un nodo alla gola, che il | malato | manco a sè stesso confessava ch'era di lacrime. Così il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
le cure... — Un sorriso d'indicibile tristezza del povero | malato | mozzò la frase su le labbra al principale. Il facchino |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
stomaco. Ma quando ei gli portò al letto la chicchera, il | malato | ebbe uno scoppio di collera, che si tradusse in una specie |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
i ragazzi del secondo e del terzo piano, che a tempo del | malato | avevano avuto la proibizione di metterci piede. Due o tre |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
ghiaccio; quindi ripigliava l'avemaria; ma un lamento del | malato | la faceva di nuovo correre a lui, pur troppo, a non far |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
un ragazzino; e chiese di Lucia Naldi, quella che aveva un | malato | a San Francesco de' Poverelli. Il bimbo indossava il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
L'indomani un consiglio di professori dichiarava, che il | malato | era affetto da una infiammazione de' visceri. Al quarto dì |
Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta -
|
aspettate ! - Perchè non c'è Dov'è andata ? O non è | malato | il bambino ? La vedova mi guardava, smarrita. - Ma che cosa |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|