Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 MIA  SORELLA «Sempronella ha un anno meno di me. È di poco più
Sono gli occhi e le ciglia della mamma. Una volta ho veduto  mia  sorella piangere (una volta sola!) e grosse perle le
più delicata della mia, ed ella è tutta più gentile di me.  Mia  sorella mi sembra molto graziosa, anche quando mi fa il
càpita spesso di farmi il broncio, e la colpa è sempre mia.  Mia  sorella è allegra, canta come un uccellino, e sorride per
e sorride per nulla. Ma è molto riflessiva. Mi pare che  mia  sorella sia migliore di me, e desidero che anche chi non la
d'aprile 18.... Eterno Iddio! abbi compassione della  mia  vita!... Ho ricevuto or ora una lettera di mia sorella. M'
della mia vita!... Ho ricevuto or ora una lettera di  mia  sorella. M' annunzia che il mio povero e vecchio padre sta
lunghi e ricciuti. Ho due occhi bruni come il babbo. La  mia  bocca non è troppo grande, ma se la spalancassi ci starebbe
bel giorno spunterà e si metterà in fila con gli altri. La  mia  voce non so come descriverla. Quando sono contento mi pare
sono contento mi pare dolce dolce. Ma se mi stizzisco con  mia  sorella, la mia voce non piace a nessuno. Insomma non credo
mi pare dolce dolce. Ma se mi stizzisco con mia sorella, la  mia  voce non piace a nessuno. Insomma non credo di essere un
sono Giotto, e una volta che provai a fare il mio ritratto,  mia  sorella disse che era il ritratto di un ragazzo qualunque».
Oh - disse il Principe - dammi allora la tua camicia! - La  mia  camicia? Mi dispiace, signore mio, sono senza.-
commosse; e ciò, posso dirlo, fu quasi il principio della  mia  conversione. Conobbi molti uomini d'alto ingegno, di
incontrare con quel saggio uomo che doveva rinnovare la  mia  mente, vincere il dubbio del mio cuore, sollevare la mia
la mia mente, vincere il dubbio del mio cuore, sollevare la  mia  speranza e la forza del mio intelletto a una meta novella:
mio salvatore, m' aveva letto in cuore; e, veduto che la  mia  deliberazione era più d' entusiasmo che di convincimento,
il mio buon zio, il quale più nulla aveva saputo della  mia  sorte; quell' uomo venerando, giunto nell' ultima
per le quali la Provvidenza aveva condotto l'opera della  mia  salute; e levando in atto solenne la nuda testa, e con le
e forse non lo rivedrò mai. Nessuno, benchè il fatto della  mia  conversione menasse qualche rumore nel paese, nessuno ebbe
non avrei potuto vivere, come straniero, vicino alla  mia  casa, a' miei; e mutai nome e cielo. Poi, qui speravo di
un giardino, Gigino pensò alla sua mamma e chiese: - E la  mia  mamma? - La mama resta; ella non può stare fra i bambini -
Più del sole, dei fiori, dei colori, voglio bene alla mamma  mia  e voglio restare con lei. - L'Angelo se ne andò e al
in giro, non c'è mica niente di male - . Qui tirai fuori la  mia  scoperta: - In fondo dev'essere un tipo abbastanza
negli occhi. - Voglio dirti una cosa. Te la dico perché sei  mia  amica, ma guarda che è un segreto. C'era davvero, allora,
anni della fanciullezza circondare la più bella parte della  mia  patria, come d' una sublime corona (*). Qui forse, nel
mi tormentavano, e pace i dolori di che fu pasciuta la  mia  gioventù, troppo inesperta del vero e troppo credula del
quella calda volontà di bene, la quale fu l'alito primo di  mia  vita; io che potei credere e riposare nella verità promessa
Ah no! no, mai! Codesta non fu, non sarà la parte  mia  sopra la terra; e il campo seminato dal male non può
nero sotto la pergola del rampicante, io, i miei fratelli e  mia  cugina Isa che veniva da Casale, piú un paio di altri
Però rimasi lo stesso molto contenta quell'anno che la  mia  amica Ippolita mi domandò se mi andava di passare una parte
stati proprio loro a suggerirmi di portare in vacanza la  mia  compagna preferita perché mi faccia compagnia, dunque vedi
segreto o un tesoro, o tutt'e due. Ma vedevo che alla  mia  amica l'amareggiamento era passato, per il momento almeno,
li facevamo a scuola durante la ricreazione. Ippolita era  mia  compagna di classe, ma solo da quell'anno, prima aveva
diceva New, pronunciato Niú, io Nuova come dicevano in casa  mia  se mai capitava di nominarla. - Ma stava a... - , e disse
color crema, di una bella carta spessa. Mentre prendevo la  mia  cartolina buttai l'occhio per vedere se la lettera fosse
Posso prenderla io? Cosí poi gliela do subito. - No, è per  mia  moglie - . Difatti me la fece vedere, e c'era proprio
adesso non c'era piú motivo di fare la sentinella. Avevo la  mia  cartolina con quelle tre righe di notizie indispensabili e
strano. Neanche a me tornava tanto, ora che ci pensavo. La  mia  mamma per esempio non era granché tipo da lettere e poi
un po' ondulata? - Ecco, sí. - È la carta da lettere di  mia  madre. Scrive sempre su quella. - Dunque vedi che non mi
- Scusa, - si corresse, - è un secolo che non ho notizie di  mia  madre, avrò ben il diritto di sapere cosa scrive! -
sapere cosa scrive! - Potresti domandarlo a lei. - A chi, a  mia  zia? - Fece quella che nei libri si chiama una risata
è un pezzo che me ne sono accorta. Qualcosa che riguarda  mia  madre. Per questo non arrivano piú lettere, sono loro che
Ma io devo sapere... devo, assolutamente... si tratta della  mia  mamma... Le tremavano le labbra come a una bambina piccola.
Non ero abituata a storie di questo genere, io: in casa  mia  non usavano i distinti parenti capaci di manovrare alle
corrispondenza privata, e che io lo sapevo. Ippolita era  mia  amica e mai al mondo avrei fatto la spia contro di lei. Ma
piano: - Il mio angelo custode, in questo momento, è la  mia  buona mamma. Essa ha preso il suo posto, lo so! - I tre
« Nessuno m'aspetta per certo, » ripigliò poi: « la  mia  vecchia e l'Assunta, la figliuola del mio povero Piero, mi
che indora le spalle della mon- tagna rimpetto alla  mia  finestra, sembra mandare un benefico riflesso di luce nell'
e fu vera luce dell'universo; allora forse la modesta  mia  missione mi parrà più bella e sacra, perché dimenticata e
Coloro, in mezzo a' quali vedrò scorrere la breve  mia  vita terrena, mi amano e mi vengono intorno con rispettosa
venuti alle coltella, se il mio braccio, più forte della  mia  parola, non fosse giunto a tempo di domare la selvaggia
» Io nulla risposi, ma andava pensando nell' anima  mia  alle molte e triste cagioni che hanno fatto d'ogni lembo di
sapienza antiquaria, queste utili e studiose ricerche, la  mia  vita ben più occupata e operosa che prima non fosse,
è ghiotto. - Bisogna cuocerli subito. - Li coceremo. Ho la  mia  ricetta. E la brava bambina si mette subito a sfaccendare
Il vecchio ringraziò e sorridendo disse: -Trascina la  mia  carrozzetta e mi provvede anche del buon latte tutti i
e prova come un senso di malinconia. - Dove sarà la  mia  maestra? Tornerà un altr'anno? - E suoi compagni? Essi sono
che la tua canzone ricorda?... Oh! vedo che tocca a me! la  mia  voce è più lieta, più viva; se nostro fratello non ,è
difficoltà per la  mia  visita al castello. L'unica a fare difficoltà, pare
a fare difficoltà, pare impossibile, fu poi proprio la  mia  mamma. - Saranno gente di soggezione: non è un conte, lo
di novembre Ho riveduto il solo amico che mi rimase della  mia  giovinezza, l'uomo che amo e onoro come padre e fratello,
che scruta i cuori, parve volesse congiungere per sempre la  mia  vita, con quella catena di gratitudine ch' è più forte
fu rinnovata l'arcana scienza della natura e il nome della  mia  città non morrà mai. (*) Così, non vendei Ia memoria
che portò tutti i nostri dolori, posso quasi dire: L'anima  mia  é trista fino alla morte.... Io viveva qui dimenticato, e
ascoltai quelle voci che altre volte avevano conturbata la  mia  giovinezza: un affetto ch' emunge le forze dello spirito e
più da me lontano, con sè portando a brano a brano la  mia  vita. Tu sai la compassionevole vicenda che mi persuase di
suo regno. Allora lo spavento e l' angoscia incurvano la  mia  fronte; vo cercando i luoghi più solinghi e dirupati di
per scrivere a te, amico mio, a te che sai la storia di  mia  vita, e solo fra tutti puoi compatire il solitario prete,
vergogna e disprezzo sopra di me. Avrebbero voluto che la  mia  fede si facesse serva delle imposture mondane, delle
dentro di me, nel profondo: in questa luce si rinnovò la  mia  fede a poco a poco; e, divenuta matura, la ragione unì i
coscienza, potrà dire un giorno: O Signore, anch'io feci la  mia  parte di bene, e vissi sempre nella fede, nella speranza, e
ricordanze; ma se vi dirò che la nostra casetta, dove abita  mia  madre, dove, nascosta ome rosa silvestre, si fa bella e
il turbine che di subito sorse a minacciarmi: pensai a  mia  madre, a mia sorella, e obbediente a chi mi percoteva,
che di subito sorse a minacciarmi: pensai a mia madre, a  mia  sorella, e obbediente a chi mi percoteva, rinunziai ad ogni
a quando a quando le fiere commozioni patite, e che la  mia  testa qualche volta non è a segno del tutto; ch' egli
ch' io m' era promesso. Un' altra cosa vi commetto per la  mia  cara sorella. Ella sa dove stanno i pochi libri che innanzi
partire lasciai, fra l' altre cose mie, in quella che fu la  mia  povera e beata cella. Nello scaffaletto a manca dello
mezzo rosi dal tarlo: sono i cari e preziosi amici di  mia  passata gioventù. »Fra essi vi son due libri rilegati in
lo conoscerà dal mio nome scritto sull'ultima pagina di  mia  mano, sotto ad un braccio che tiene impugnata una spada e
quel piccol mucchio di libri, ne' quali pongo tutta la  mia  speranza per quest' inverno, voi, mio buon padre, fate di
che sa come mandarla a questo mio nido di montagna. Dite a  mia  madre che, al tornare della primavera, ho speranza di
un' altra volta quel profetico lamento: - « La parte  mia  è il Signore; e per questo io l' aspetterò. » Buono è il
che poco m' amavano, se pur non m' odiavano già per la  mia  naturale e avventata libertà del pensiero, per quello
reo contro di me. Io non so le conseguenze, le quali per la  mia  pietà potrei incontrare; ma non le temo. Nè fu pietà la
nella pace di prima sono rassegnato e tranquillo nella  mia  coscienza. Non so spiegarmi come non ricevessi ancora
schifezza di broda verdiccia-violetta dei calamai della  mia  scuola. E anche Ippolita ebbe un regalo, come era giusto:
il giro della panca di corsa. Io dietro, e lo zio pure. La  mia  amica era ancora drizzata in ginocchio sulla panca, come si
dal piazzale della stazione, per favore: c'è da ritirare la  mia  bicicletta. Questo per dire come pareva tranquilla, Anche
alla stalla potrò ripararmi e prendere dei fuscelliper la  mia  casetta? Il giorno già s'oscura e la rondinella non ha
un colpevole, inutile ad altrui, a me stesso!... Povera  mia  vita, povero mio cuore, che siete mai? È questa la felicità
che il mondo m' aveva promesso, tutto, la fede stessa della  mia  famiglia!... Pure, per gli altri, sono un uomo fiacco, uno
un uomo fiacco, uno spirito vile, un imbecille. E qual è la  mia  colpa? Quella d'aver osato confessare apertamente, in
io veniva meno sotto il peso della noia, e tal' altra la  mia  mente perdevasi nell' infinito. Ma almeno, allora io poteva
almeno, allora io poteva piangere.... Oh perchè la povera  mia  madre mi fu tolta così presto! avrei vissuto dell' amor
dell' amor suo, dell' amor suo, unica virtù di tutta la  mia  vita! E conce mai mio padre fu sempre così avido di
questo non è il mio casato, ma quello della famiglia di  mia  madre; per segrete ragioni lo presi al mio ritorno in.
mio animo s'apva in vece all' incanto delle miti virtù di  mia  madre, dolcezza e compassione, amicizia e amore. Io, per
Passai i primi anni dell' adolescenza in casa d'uno zio di  mia  madre, venerabile vecchio, dal suore giovine e caldo, uomo
rancori. E mi mandò a viaggiar sul continente, perchè la  mia  mente perdesse codeste fantasie, ch 'egli chiamava la
della Foresta non l'ho potuto prendere.... È forse colpa  mia  se mutano colore, se muoiono o volano via?... Credi che la
cure durante questo lungo e pericoloso viaggio; oggi che la  mia  missione è compiuta, ve la restituisco, intatta e ben
separazione sarà soltanto apparente: voi non udrete più la  mia  voce, è vero, ma.... IL Fuoco Non sarà un gran male!...
non mi toccano.... Io dunque dicevo: non udrete più la  mia  voce, non mi vedrete più sotto questa mia forma animata....
non udrete più la mia voce, non mi vedrete più sotto questa  mia  forma animata.... I vostri occhi stanno per chiudersi alla
vuoto nella vostra memoria, ricordate qualche volta che la  mia  presenza fu Alce un giorno per voi.... Non posso aggiungere
(stringendo la Gatta fra le braccia) Dove ti ha fatto male,  mia  povera Tylette? Ora mi metto a piangere anch'io.... LA LUCE
stesso. Non fa un bell'effetto, sentir dire certe cose. La  mia  amica alzò le spalle. - Fai presto a dire, tu. Intanto i
venne l'ispirazione di raccontarle di quella volta che la  mia  mamma mentre ero a scuola mi aveva buttato via tutti i
Intanto eravamo arrivate proprio agli sgoccioli della  mia  vacanza al castello e difatti pochi giorni dopo tornai a
l'ha mai spiegata. L'ho già detto, no, che la madre della  mia  amica mi era sembrata quasi una diva, nella fotografia?
l'ultimo pezzetto di vacanze da me (Il posto c'era, perché  mia  cugina Isa era già tornata a Casale.) Una grossa
uno scherzo. Se no le piaceva tutto, l'orto, la pergola,  mia  nonna con lo sciallino all'uncinetto sulle spalle. Diceva
fatto (fuorché in cantina e nelle grotte). Ci senti la  mia  mamma e disse: - E pensare che proprio qui in questa casa
davo più nessuna importanza, ma Ippolita non la conosceva.  Mia  madre, figurarsi: contenta come una pasqua di poterla di
poterla di nuovo raccontare. Lo zio Pio era un fratello di  mia  nonna che si era fatto missionario. Era stato vari anni in
Io non l'ho mai trovato. Dico cosí, perché altrimenti la  mia  nonna avrebbe visto le monete, quando metteva in ordine. -
non sapevo niente, allora siamo andate a domandare a  mia  nonna e lei si ricordava benissimo che, altro che guardarci
le avran buttate via. - Per quello puoi star tranquilla, la  mia  nonna non butta mai via niente. Mamma la sgrida per questo,
- La lettera era sul comodino e ho visto il timbro.  Mia  madre è a Parigi. Rimasi un po' li. America e Parigi per me
a questo genere di faccende. - Per tenerci separate, me e  mia  madre. È un pezzo che ho questo sospetto, e adesso lo so di
farò vedere i miei regali. - A questo punto arriva Maria. -  Mia  buona Maria, - dice la signora tendendogli la mano - vi
senza genitori. Ho pensato che vi assocereste alla  mia  opera buona essendo buoni e gentili con lei. - I tre
- Rebi? - Plurale di rebus. Giochiamo anche alle carte;  mia  cugina Isa è terribile, vince sempre. Oppure ascoltiamo le
Ma sí, ma sí. Lui però scrive abbastanza sovente. Invece da  mia  madre è un po' che... Insomma, speravo che fosse di mia
da mia madre è un po' che... Insomma, speravo che fosse di  mia  madre, ecco tutto. - Magari avrà messo il suo foglio nella
lei allora, rispondendo a pera, - ti faccio vedere com'è la  mia  mamma. Mentre le andavo dietro su per lo scalone riflettevo
elegante. Nel dirlo mi passò per la mente che forse la  mia  mamma invece non era affatto bella e magari nemmeno
Forse che aveva molti ammiratori? Ma Ippolita a quella  mia  domanda era diventata un galletto. - Macché male! Non dire
male! Non dire stupidaggini! Se dici una parola contro la  mia  mamma, io... - Avevo quasi paura che mi beccasse gli occhi.
a Parigi ti aspetta qualcuno? Qui andava sul sicuro: - Sí,  mia  madre. - E come ti chiami, di' un po'? Faceva troppe
- Dove hai detto di voler andare? - A Parigi, a raggiungere  mia  madre che abita là. - Lo sai che ci vuole il passaporto,
cosa mi prendeva, di aver sempre pena della aguzzina della  mia  migliore amica? Parlottò ancora un po' col marito, sempre
- cominciò infatti a dire, - di dover venire a cercare una  mia  nipote in un posto simile. Non me lo aspettavo proprio da
- Piccola vipera! Fu la prima e l'ultima volta in vita  mia  che mi beccai questo titolo. Mica male, per una che aveva
si sa. Certo che a me sarebbe dispiaciuto da matti, se la  mia  mamma da un giorno all'altro avesse sposato uno che non
È proprio questo il punto. In pratica, risposandosi,  mia  cognata (la mia ex cognata, ormai) rinuncia a tenerla con
questo il punto. In pratica, risposandosi, mia cognata (la  mia  ex cognata, ormai) rinuncia a tenerla con sé. - Non solo in
riconoscerlo per suo: - Non è vero! Non può essere vero! La  mia  mamma non può avermi fatto questo! Ci misi un momento a
non poteva riuscire diversamente. Immaginatevi! - è  mia  zia che parla così - il suo babbo, perché era
ragazza, che ha già nel sangue qualcosa di borghese.... -  mia  madre non era nobile - e che é cresciuta nello studio di
certe opinioni poi!... Ella ride di tutte le convenienze. -  Mia  zia dice convenienze per etichette. - Ma volete sentirne
sicura di averle risposto: ma quello scoppio di furore di  mia  zia, che si credette in dovere di spiegare la cosa a modo
parola, su una persona intravveduta dal finestrino della  mia  carrozza, su un nonnulla, mi creo tutta una storia
scomparve colla sua Bibbia. La porta si aperse, ed entrò  mia  zia con mio cugino, il marchese Gian Carlo***. Non lo
mi scusi: non riderò più. - E risi ancora. Intanto entrò  mia  cugina col marito, il conte Filippo che rideva col suo
e quand' io ritorno dal teatro, dove vado con  mia  zia o con mia cugina, egli é ancora nel suo studio a
e quand' io ritorno dal teatro, dove vado con mia zia o con  mia  cugina, egli é ancora nel suo studio a scrivere: ma il più
e gli misi un braccio intorno al collo. - Ti ricordi di una  mia  compagna della Scuola comunale? la figliuola di un
c'era lì tutta quella gente. - Che posizione!... - mormorò  mia  zia. Avevo una gamba sul bracciolo e credo si vedesse
viso non aveva nulla di particolare. E poi mi ricordai che  mia  zia pochi giorni prima, mi aveva consigliato di comprar le
- Entri in confidenza con tutto il mondo - interruppe  mia  cugina. - Purchè non sia nobile.... - aggiunse la zia. Ero
misi a studiare con ardore. Il Moscerino era diventata la  mia  amica più cara: ella mi diceva: - Non voglio volerti; tu
de' miei cugini pieni di ironica compassione, e quello di  mia  zia irritato fino alla collera. Lasciai Giacomo fuori, ed
per me. - E i labbruzzi umidi del piccino si posarono sulla  mia  guancia e scoccarono un gran bacio. Uscii da quella bottega
Davvero! è dunque per questo che quando esprimo una  mia  opinione, la gente ride e non dice mai: " Brava! tu hai
Io non mi vergogno d'esser nobile: sono fiera anzi della  mia  nobiltà, tanto più che il babbo sa tener così alto il
non è forse vero Elisa? - Io battei le mani ridendo.  Mia  cugina si alzò indignata: Carletto, con una gamba sopra
scendemmo. - Sei troppo gentile, dissi tentando di dar alla  mia  voce un tono di ironia. - Incomodarsi per una signorina!
Egli si volse a guardarmi, poi posò la mano sulla  mia  ch'era appoggiata al suo braccio, e disse con un suono di
era già incominciato e la musica assorbi tutta la  mia  attenzione: non vedevo e non sentivo altro; nemmeno le
e non sentivo altro; nemmeno le chiacchiere incensanti di  mia  cugina. Quando l' atto finì, battei le mani. - Cara Conny,
alzò per salutarmi. Non l' avevo veduto nè sentito entrare.  Mia  cugina rise: e Carletto mi guardò con un' espressione
- Carletto si alzò ridendo. - Badate, Rinaldi! - esclamò -  mia  cugina vede romanzi dappertutto. Dimandatele che cosa pensa
e per quanto mi sforzassi non riuscii a concentrare la  mia  attenzione nella musica. Vedevo laggiù il viso pallido e
il viso pallido e severo della signorina De Lami, poi fra  mia  cugina e il tenente s'era intavolata una di quelle
di persone che pretendono di essere educate e oneste.  Mia  cugina è di quelle che giudicano in bene o in male secondo
quindi ch' io abbia una spruzzatura storico-artistica nella  mia  testa, che mi vien buona nelle mie conversazioni col conte
sè. Bisogna aver pietà di loro, conte. - In quel frattempo  mia  cugina si alzò. - Aspetta un momento, - disse Carletto ch'
petto e mi sembrò di sentir battere il suo cuore sotto la  mia  mano. Un momento che fummo sospinti dalla folla nell'atrio,
di no, senza guardarlo. Si arrivò alla carrozza, io salii e  mia  cugina dopo di me. Carletto si scusò, dolente di non
sognato. *** Non ho mai capito perché Filippo abbia sposata  mia  cugina Elisa. Lui ha cinquant'anni e lei trenta: lui è
così. Cioè, mi dimenticavo di mettere, dopo il Cova, la  mia  poltroncina rossa. Lei è elegantissima, vivacissima, e per
dissi con una voce che tremava di sdegno e di dolore. - La  mia  vita tranquilla fra il babbo e lei, in mezzo ai miei libri,
di silenzio: la mano larga di Filippo passò e ripassò sulla  mia  testa, e finalmente mi disse colla voce tremante: - Guarda,
nemmeno sospettare certe colpe e certe ipocrisie. Povera la  mia  donnina! tu mi guardi spaventata.... Oh, ma verrà pur
che cosa avrei dovuto fare in quella giornata, quando entrò  mia  cugina. - Buon giorno Conny, come stai ? Sei Stanca ? Dio
che attaccassero. Mentre mi vestivo, l' Elisa, seduta alla  mia  toeletta si accomadava il cappellino. - Sai ? - diceva - la
non è più di moda far le presentazioni, dovetti tenermi la  mia  curiosità. V' erano altre signore, ed esaurito il discorso
fino in fondo alla sua anima. Egli passò dalla parte  mia  e mi prese le mani; io le ritirai con ispavento: - No! -
si appoggiò alla sbarra del ponte e mise una mano sulla  mia  perchè non la ritirassi; poi rivolse il viso verso di me,
un grido d'angoscia. - Non guardarmi così! ti odio! Conny!  mia  Conny! abbi pietà di me!... - E le sue labbra di fuoco si
E le sue labbra di fuoco si posarono sul polso gelato della  mia  mano. Non so che cosa sia accaduto. Mi ricordo solo, come
ricordo solo, come in un sogno, che ero in carrozza e che  mia  cugina parlava, parlava, e io ascoltavo senza capire; due
m'accarezzò e mi baciò commosso, come se leggesse nella  mia  anima desolata. Ma poi il suo viso si illuminò di gioia. Mi
a passo lesto verso il corso di Porta Venezia: - Brava la  mia  Conny, torna allegra come una volta: e intanto che siamo
Rinaldi, che mi pareva fatto per te; ma forse a ragione  mia  sorella: è un giovine troppo vecchio. Tu sei espansiva,
invece si andò innanzi. - Conny, ieri sera sono andata da  mia  sorella: lo sai? - No, non me lo avevi detto. - Ho dovuto
sciocchezza.... e a quest' ora tu sei pentita, povera la  mia  bambina!... Dunque appena ritornati a casa, gli scrivo che
e mi sembrò di essere diventata più alta e che tutta la  mia  anima si fosse ad un tratto mutata.... Dietro a lei
di sdegno e di ribrezzo. Era la Lisetta; quella  mia  compagna di scuola di cui mi aveva parlato la fruttaiuola.
un gran pezzo ch'ero assente da casa mia, che non vivevo la  mia  vita tranquilla e felice. Filippo era seduto nella mia
la mia vita tranquilla e felice. Filippo era seduto nella  mia  paltroncina rossa colla Revue fra le mani; si alzò spalancò
non posso andare dai Piaceri. Pochi sopporterebbero la  mia  vista.... Ma ho qui il fitto velo col quale mi copro quando
Non debbo spaventarli nè anche con un solo raggio della  mia  anima: perchè ci sono dei Piaceri che hanno paura e non
svegliata all'alba. Non ce n'era nessun bisogno; anzi, la  mia  parte era proprio di alzarmi all'ora solita e far finta che
verdiccio-violetto come l'inchiostro nei calamai della  mia  scuola quando la bidella lo allungava con l'acqua, che era
Cominciai ad aspettare che Ippolita passasse davanti alla  mia  porta. Ci eravamo messe d'accordo che non mi avrebbe
le scarpe da tennis, per non far rumore. Si fermò dietro la  mia  porta. Dopo un momento sentii un dito che strisciava pian
perchè Raniero aveva esclamato: - Ah, se ci fosse la  mia  cara mamma! - gli ordinò di recarsi alla fontana ad
- Tu solo, - disse il Re - sei riuscito a far ridere  mia  figlia, e siccome avevo bandito di darla in isposa a chi
sin da questo momento tu sei il suo fidanzato e alla  mia  morte mi succederai sul trono. - Così avvenne che Raniero
tempo, che ora la memoria sola accarezza, quando nell' età  mia  giovanile voi m' educaste ad amare il bello e il vero. Fu
Il ritratto riuscito male 38 Il ritratto riuscito bene 39  Mia  sorella 40 Il vostro ritratto 41 Il cieco di guerra PAG. 41
I ragazzi prendono un aspetto triste e rassegnato. - Certo,  mia  cara Leonia, vorrei che fosse così.... ma temo che sia
il ragazzo - avevo paura che il buon Dio mi punisse della  mia  menzogna facendomi far male davvero. - Ma non ti sei fatto
mio! Dunque non l' avete dimenticato il povero prete? Nella  mia  solitudine, la vostra venuta è una benedizione. Oh
se è la prima volta che vengo a visitarvi; non ho tenuta la  mia  promessa, lo so; ma.... mio padre.... » « Non, dite altro:
vostra sorella. » « Che? accadde qualche disgrazia?... di  mia  madre....» « Oh! sta bene e vi saluta, la buona donna; è
» dubitando rispose. « Domattina, dunque, avrete la  mia  risposta per Maria. » E ciò detto, il prete mutò discorso,
vi menasse di nuovo in quest'Italia, non dimenticate  mia  madre e mia sorella. Confortate, l'una, proteggete
di nuovo in quest'Italia, non dimenticate mia madre e  mia  sorella. Confortate, l'una, proteggete l'alba.... Fortunato
- « Chi deve avere maggiore pena che tu parta di qui,  mia  cara Maria, è la nostra buona mamma. S' ella dunque vuol
e il silenzio dell'oscurità nella quale sei nata. Addio,  mia  sorella! Che il Signore t'accompagni! « CARLO » Caterina
Fu  mia  colpa, lo comprendo, che sono stato così cieco; fu nostro
sul figliuol mio, l'avrei fatta, a quest' ora, cacciar di  mia  casa. » « Gran Dio! risparmiatemi almeno l' insulto.... È
ingannato ch'io era! Non l'ho cercato, nol vedrò più: la  mia  coscienza e questo abito stesso, non mi farebbero forse
non ne sappia nulla! Diceste anche troppo, mi pare, e la  mia  pazienza.... » « Non temete, signore. Noi lasciamo questa
giuro, sono innocente!... Ah, conducetemi, conducetemi da  mia  madre! » « Sì?.. tu lo dici?... Ah ripetimi che sei ancora
lei la tua consolazione, e non l'abbandonerai più. Vieni, o  mia  povera sorella! tu non eri fatta per il romore della città,
che io riveda presto nostra madre, ch' io possa posare la  mia  testa sul suo seno, stare con lei sempre, sempre!... » Così
il romanzo comincia a quindici anni. Ma per me.... la  mia  stella tramonta! ah! ah! l' ipoteca dell' età pesa anche su
angelo of our merry England, che mi sorrise prima della  mia  partenza. Essa è sempre più bella, una maga, una divinità!
senza volerlo, a lui, più che a mio fratello , più che a  mia  madre?... Oh! cosa son io a confronto di lui?... Povera
real... No, no, non è possibile! È un sogno che fo, è la  mia  fantasia ammalata; tremo, e parrai quasi d'avere i brividi
Signore! è forse un castigo.... pure, che colpa è stata la  mia  per meritarlo? Ah toglietemi voi da questa angustial... Io
così onesto e cortese?... Egli pure voleva tanto bene a  mia  madre! il suo cuore è così buono! E come si compiaceva di
Oh misera ch' io sono! vedo che questa passione sarà la  mia  morte!... - Così ella, che fin allora aveva indirizzata
nel dolore? No, io non devo restar qui! O santa memoria di  mia  madre, aiutami!... Bisogna ch'io fuggal... Ma come
m' avete fatto?... Io voglio ritornare al mio paese, voglio  mia  madre! Ah! non avessi abbandonata, non sarei adesso una
cosa da morire! Intanto voi siete ancora a digiuno, la  mia  tosa! Manco male, ch'io ho pensato meglio di voi.... ma
gli occhi, lesse, che quasi le mancava la voce: « Maria,  mia  cara sorella! Chi ti consegnerà questa lettera, ti dirà
io non ho nulla da rimproverarmi in faccia agli uomini.  Mia  amata, mia infelice sorella! ricòrdati sempre, che quanto
ho nulla da rimproverarmi in faccia agli uomini. Mia amata,  mia  infelice sorella! ricòrdati sempre, che quanto succede
seduta sotto quel macchinario, in quella sala cupa, la  mia  amica incominciava sul serio a sembrarmi una prigioniera,
perché mai prima di allora mi aveva fatto capire che la  mia  compagnia non le comodava. Ma cosa avevano oggi tutti
che mi mise paura. Quando mi trovai di nuovo sola con la  mia  amica mi era quasi passata la voglia di dirglielo. Tanto
mi ha mandata!... » A' 2 di maggio. « .... Le lagrime di  mia  madre, il dolore tacito e rassegnato della mia dolce
lagrime di mia madre, il dolore tacito e rassegnato della  mia  dolce sorella, hanno umiliata l' anima mia. E a me tocca di
vita giovine e capace di bene. - Stasera quando raccontai a  mia  madre l' impensato incontro, Maria mi disse d' aver veduto
son qui. Oramai, le poche brighe che domandavano la  mia  presenza sono finite. Jeri mi fu consegnata la tutela di
presenza sono finite. Jeri mi fu consegnata la tutela di  mia  sorella, e di quel poco ben di Dio che le tocca; quest'
che una certa tristezza mi prende nel lasciare questa  mia  povera casa, e mia madre, e Maria.... Esse qui resteranno
tristezza mi prende nel lasciare questa mia povera casa, e  mia  madre, e Maria.... Esse qui resteranno con la compagnia di
BAMBINO E la tua, se n'è andata via anch'essa?... TYLTYL La  mia  nonnina?... IL BAMBINO La tua mamma, oppure la tua nonna,
Le nonnine se ne vanno via prima: è un gran peccato.... La  mia  era, tanto buona.... IL BAMBINO Che cosa c'è nei tuoi
a Tyltyl e tirandolo per la manica del vestito) E la  mia  invenzione, vuoi vederla?... TYLTYL Sì: che cos'è?.... IL
BAMBINO (tirando Tyltyl per il braccio) Vieni a vedere la  mia  macchina che vola per l'aria come un uccello senz'ali!...
tutti insieme), No, no, vieni a vedere la mia!... No, la  mia  è più bella.... La mia è qualche cosa di straordinario!...
no, vieni a vedere la mia!... No, la mia è più bella.... La  mia  è qualche cosa di straordinario!... La mia è tutta di
più bella.... La mia è qualche cosa di straordinario!... La  mia  è tutta di zucchero!... La sua invece non ha nulla di
pere). UNO DEI BAMBINI CHE PORTANO IL GRAPPOLO E della  mia  frutta, che te ne pare?... TYLTYL Un grappolo di pere!...
folle.... TERZO BAMBINO E io ho dimenticato l'innesto della  mia  pera più bella!... IL TEMPO Presto, correte a prenderli....
un'altra volta, bada, dovrai aspettare in eterno presso  mia  sorella l'Eternità: e non è una cosa divertente, lo sai....
che faccia un tempo così brusco, più per voi, che per la  mia  povera bestia e per me: siete così bianca e sparuta, che
Oh, guarda ch' io non ci aveva dato mente: prendete, la  mia  figliuola, prendete questo mio tabarro; è una grossa
perchè lo so anch' io cos' è patire, e anch' io la  mia  parte di disgrazie l'ho avuta, vedete.... Oh! è pur troppo
è portar fastidi.... Con tutto questo, se sapeste, nella  mia  miseria c' è dei momenti che non invidio, di cuore, a tutti
servizio che m'avete fatto. » « Eh! m' è costato poco, la  mia  figliuola; chè quasi m'ero dimenticato che c'eravate voi
il vostro nome, » riprese, « perchè voglio che sta- sera la  mia  piccola Tecla dica un'avemaria anche per voi.... » « Sì, la
non morire Tu sei una santa, io ti venero come  mia  madre... farò tutto quello che vuoi; guardami! dimmi una
me! Io non aveva più nulla a questo mondo, nulla fuorchè ia  mia  onestà; lei ha avuto compassione di me, e io la benedirò
sempre stato quel baggeo ch'io m' era da fanciullo, la  mia  fortuna a quest'ora sarebbe di menar la barca fino a Domaso
almeno ho casa e tetto, e posso fare e disfare anch'io la  mia  parte; nè mi manca nulla, fuorchè la consolazione d' un'
morirò ben presto, e porterò con me nella fossa il nome di  mia  famiglia!... Ahimè, che ho vissuto infelice, per morire
la solcavano, non erano scomparse; gli occhi suoi non bagnò  mia  lagrima, il suo sguardo fu lucido e fisso. - Era Io strano