Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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quattro frittelle. Le frittelle piacciono anche a me.  Me  ne darai due? Se no, ti graffio. - Vieni stasera, e le
vocina che gli sussurrò all'orecchio: -Se vuoi venir con  me  poitrai vedere la luce, i fiori, un magnifico giardino
ch' io scorreva cogli occhi e col cuore quel manoscritto, a  me  caro ben più di quanto parrà agli altri che lo leggeranno,
lo pigliava alla rovescia, e dato che v'ebbe un' occhiata  me  lo rese soggiungendo: « So cos' è, so cos' è.... Poh!
Poh! tenetelo, tenetelo pur fin che v' aggrada, ch' io per  me  di coceste malinconie non ho mai voluto l' impaccio , e
che, sebbene colui fosse una cima d'uomo, come dicono, per  me  fu il primo e l'ultimo prete che mi tenni vicino. Mi riuscì
fatta l'ora tarda, mi congedai dal pievano, pensando fra  me  di mandargli, in segno d'animo grato per il donatomi
servisse in vece di quello tutto squadernato e bisunto da  me  veduto sul suo tavolo. E così poi feci, appena giunto a
a correre per la casa in cerca del portapenna. - Chi  me  l'ha preso? Chi l'ha visto? - gridava. Dovette andare a
di Dio che sei il mio custode, illumina proteggi e governa  me  che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia».
madre è a Parigi. Rimasi un po' li. America e Parigi per  me  era circa lo stesso, tutt'e due all'estero, tutt'e due
col vagon-lit! Ed è per questo, naturalmente, che gli zii  me  lo vogliono tenere nascosto; per questo si sono messi a
a questo genere di faccende. - Per tenerci separate,  me  e mia madre. È un pezzo che ho questo sospetto, e adesso lo
niente, zitta e mosca col nasone sul solitario, e poi a  me  aveva detto cava e io stupida che mi ero fatta venire i
anche dalla contessa, che piangeva addirittura mentre  me  li dava; ma quel che mi fece piú piacere fu di sentirmi
si scusò: -Essi leticavano ed io ho prese le giuggiole e  me  le sono mangiate. - La nonna disse: - Ba', avete fatto come
monete d'oro, immagino, se ci fossero state. Allora anche a  me  venne la smania nelle mani, dalla voglia di tuffarle là
E io: - Pensare che era qui! La cosa piú straordinaria per  me  era di averlo trovato proprio qui in casa della mia nonna,
e fredda. E quel che disse con la nuova voce fu: - Non  me  ne importa un fico della sua lettera. Adesso si mette a
pareva tranquilla, Anche Remigio ne restò meravigliato.  Me  ne accorsi - siccome ero seduta di sbieco sul mio
coi pizzi e tutto. Quel discorso del groppo sul cuore  me  lo fece per l'appunto in confidenza, la mattina dopo in
delle grandi e severe ombre de' tempi andati, sento in  me  medesimo vergogna e dolore d'aver rimpianto un' altra volta
volere e di tanti sacrifizi. Che avrà detto, o pensato di  me  l'amico mio?... EgIi forse mi trovò ben mutato da quel che
raro di vera grandezza quell'uomo saggio e buono aveva con  me  spartito il suo pane e profferta la metà della sua tazza,
femminetta impararono da tanto tempo a benedire, era per  me  il solo degno d'unirsi a quello del sommo genio italiano,
di bellezza, e mi trovo così debole e vile in faccia di  me  stesso, che parmi nessun sacrificio esser poco per
non voglio e non so disprezzare, che fugge sempre più da  me  lontano, con sè portando a brano a brano la mia vita. Tu
non bastano per legarmi a questa vita; più non sono per  me  altro che il primo batter dell'ale che fa l'anima nostra
poetiche, di poemetti, di canzoni, di tragedie; sorrisi di  me  stesso e de' sogni miei, rileggendo que' miseri brani. Mi
invece d'abbracciare il povero e l'oppresso, che al par di  me  pativano e pregavano; e coloro mi rinfacciarono la ferrea
a te le dolorose parole che un moribondo amico manda a  me  lontano: Fra me e te esiste un legame che la morte non
parole che un moribondo amico manda a me lontano: Fra  me  e te esiste un legame che la morte non rompe! Mio buon
stolta è la gloria. Ma non più di questo Ringrazierete per  me  l'Angioletta di quella cassettina contenente poche cipolle
al paese. Direte a lei e alla mamma che si ricordino di  me  nelle loro orazioni care al Signore; io non n'ebbi mai
possano o no di soverchio abbattere le mie forze e fare in  me  effetto contrario a quello ch' io m' era promesso. Un'
per la via più sicura; ne pagherò la spesa all'uomo che  me  li porterà. Mio padre. Vi raccomando quello che già vi
altra, di tener sempre presso di voi le lettere che per  me  venissero alla posta di Como, e di non darle in mano di
12 di maggio. Qualche nuova e più grave sciagura sovrasta a  me  o ad alcuno de' miei cari. Io ne ho da parecchi giorni il
delle cose, la codardia del dubbio, e quasi una paura di  me  stesso. Questo fu sempre per me il presagio di un tristo
e quasi una paura di me stesso. Questo fu sempre per  me  il presagio di un tristo giorno della vita. I miei vecchi
reputava cosi forte, così provato nella vita, e padrone di  me  medesimo, da sostener con fronte serena e animo tranquillo
casa nel Signore, e perdonai. Perdonai, sperando che Dio a  me  pure perdonasse. Ed Egli m'avea dato codesta pace: fatto
il mio cuore del lievito dell' ira, parevami d'avere in  me  spogliato per sempre il vecchio Adamo. La mattina era
con che andava guardandosi intorno, turbarono un poco  me  pure; e persuaso che foss'egli ben altro da quello che i
ben altro da quello che i suoi meschini panni mostravano,  me  gli feci più accosto e di nuovo il richiesi: « Che volete
commosso, soggiogato dalla memoria di quello che fu tra  me  e lui: mi guardò egli pure , poi mi si gittò al collo, e
morire. E se invece proponevo «esploriamo?», perché secondo  me  c'era poco gusto a stare in un castello se non si esplorava
fece Ippolita, buttando là con una vocetta disinvolta. - A  me  piace, invece. Sul serio. Andò a sedersi su una cassa e
alcuni battezzata quasi poltroneria malinconica, comechè a  me  sembri il migliore, se non il solo conforto a vivere quando
dolore. E mi provai, per quanto lo scarso poter della mente  me  'l consentiva, a ripetere la storia di qualche semplice e
che sempre ho voluto parlare di quel poco di verità che per  me  si poteva conoscere. E poichè qui m'avvenne di farvi troppo
che umili saranno bensì e scarse di pregio le pagine da  me  scritte man mano che me 'l concedevano le ingrate necessità
e scarse di pregio le pagine da me scritte man mano che  me  'l concedevano le ingrate necessità del mio destino; ma che
forse. E di fatti avventurosi ce ne sono successi sí, a  me  e Ippolita. Se no cos'è che racconterei, in questo libro?
Ed era vero che mi dispiaceva, da un lato. Con una parte di  me  avrei voluto che non cambiasse mai niente, che l'estate di
in piazza e divento senz'altro una pétroleuse! È la zia che  me  lo ha detto. - Ma già, con l' educazione che ha ricevuta
fuoco soltanto a rammentarlo. Un giorno la Conny viene con  me  da Martinelli a comprare.... non so più che cosa: ah! quei
e finii col ridere. Sono uno spirito di contraddizione, io:  me  lo dice sempre la zia, e forse non ha torto. Non capisco
quando le dico del senso di raccoglimento che desta in  me  una semplice nuda chiesa evangelica nella quale entra il
ne ho tante tante nella testa, mi par che mi pesino e  me  la facciano scoppiare. Credo sia per questo, che non avendo
affettando in società una ritenutezza ridicola. A  me  pare che quell'astenersi dal dire quel che pensiamo, quel
difetto di alcune una regola generale. Egli guarda anche  me  con indifferenza attraverso la sua caramella, e quando mi
un pochino. C' era da vergognarsi? Forse si; ma io non  me  ne vergognai! Cinque anni fa avevo la veste corta, e tutti
! Perché non vuole - che mi si possa amare per me, per  me  sola...? C' era un' unica ragazzina, la più brava e la più
di sicuro! - esclamarono due o tre. - Io? ma che! prima di  me  c' è la tale e la tal altra.... Oh, ma tu sei la figlia del
velluto e per le mie pellicce. Ed ella faceva soggezione a  me  per l'aria grave che aveva sul viso, ma soprattutto per il
io la saluti in faccia alla gente? - Che male c' è? - Per  me  è un onore; ma per lei.... Oh è giusto! anche a me secca se
è? - Per me è un onore; ma per lei.... Oh è giusto! anche a  me  secca se qualcuno più basso di me mi saluta. - Più basso di
Oh è giusto! anche a me secca se qualcuno più basso di  me  mi saluta. - Più basso di lei! Chi poteva essere più povero
- ti ricordi quando ti chiamavo il mio Moscerino? - Se  me  ne ricordo! Che bei tempi! Beata lei che può studiare
io del calzolaio. Non insista è giusto ch'ella dia del tu a  me  ed io del lei....a lei.... lo le voglio bene ugualmente, sa
Le Tessitore, se non isbaglio.... - Li vuoi? - Oh, se  me  li volesse prestare, mi farebbe un gran piacere! Sono degli
niente! perchè non voglio che si rida di quello che per  me  è commovente. - E mi alzai. - Ha avuto una disillusione....
d'aver fatto dello spirito, perchè mio cugino si occupò di  me  e si degnò di mo-strarmi il suo. - Hai fatto un gran
mi dà un carattere serio, non ti pare? - Serio! non  me  n'ero accorto, - mi rispose ridendo, e aggiunse piano: - M'
Elisa, ti pare? Una fanciulla più pedante e pesante di  me  non c' è in tutta Milano! - Egli si volse a cercar una
e le calze di seta? In quella vidi dondolare davanti a  me  il piede di Carletto e tacqui arrossendo. Ma egli mi disse
spigliato che accavalla le gambe perchè così gli piace, voi  me  ne avete fatto uno sciocco, tutto affettazioni e tutto
- Mi pare che sia un gentiluomo per- fetto, Elisa! Per  me  t'assicuro che preferisco mille volte Rinaldi al Sanmarano.
Hai preso tutto il suo fare di predicatore. - Davvero?  me  ne vanto! - esclamai allegramente, e corsi a fare il tè. In
tazza di tè a Filippo, non lo guardai, ma sentivo fissi su  me  quei suoi occhi rotondi e sporgenti. - Conny, lascia che
Non ero io la Conny? la famosa Conny che ha suscitato, -  me  lo ha detto la zia - una discussione in casa T*** per
altri: non faccio che contentare il mio occhio, e siccome a  me  piacciono i contorni decisi, le linee nette, non ho mai
i contorni decisi, le linee nette, non ho mai sopra di  me  nè tulle, nè nastri. Certe testoline tutte fiori e
oscuro della carrozza, io vedevo brillare davanti a  me  gli occhi di Carletto, che cercavano i miei. Si entrò al
ma questi disse forte rispondendo alla domanda fatta da  me  a mio cugino: - È la signorina De Lami con sua madre e suo
Conny abbia ragione. La signorina De Lami pare anche a  me  una bella statua del dolore. Ah, ah! mi fate ridere! -
quello di trovarmi a quattr' occhi con chi ne sa più di  me  per poter ascoltare senza che nessuno interrompa, e
a questi studi, via, sarebbe troppo.... originale. - Non  me  Io ripeta, conte, perchè forse sarebbe il modo d'
lo sporsi la mano dallo sportello e soltanto quando  me  la sentii stretta dalla mano lunga e magra del conte, mi
franco I' ho preso da lui; il mondo lo conosco perchè lui  me  l' ha descritto, e siccome lui, in fatto di società, è
: mi diceva che lo avvezzavo male, che lui voleva servir  me  e non esser servito, che lui è de' tempi passati, quando
mente si rimpiccolisce e il suo cuore si raffredda. - Oh, a  me  pare che saprò essere sempre buona, Filippo! - dissi. - Eh,
- Guarda, figliuola! non puoi credere che piacere è per  me  questo tuo scoppio di sdegno. Mi fidavo di te: sapevo che
tuo cuore così lealmente buono: ma avevo bisogno che tu  me  lo dicessi: e se t' ho offesa è stato per provocare questo
scendi.... ti prego! - Perchè quella voce esercitava su  me  un fa- scino così irresistibile ? Perchè mi lasciai
che mi adorava! Avevo io il diritto di condannare lui e  me  al dolore, senza una spiegazione, senza lasciargli modo di
- Ella corse a pigliare il fiocchetto della cipria:  me  lo passò sugli occhi e fece scomparire la traccia delle
e la sua voce divenne seria quando aggiunse: - È stato per  me  un gran dolore, non te lo posso nascondere, lo scoprire che
ieri sera sono andata da mia sorella: lo sai? - No, non  me  lo avevi detto. - Ho dovuto andar io.... perché c' era
da me. - Mi sentii un colpo nel cuore. Perché il babbo  me  ne parlava? Non capiva che soffrivo? Egli continuò: -
e finge di non conoscermi. - La porta si richiuse dietro di  me  e mi trovai in chiesa. M' inginocchiai: i miei occhi erano
non ne parliamo più, la prego! - e gli stesi la mano: egli  me  la baciò ed uscì. - Babbo, staremo sempre insieme! mi
L'Enigmistica c'era, la vidi subito, e una cartolina per  me  scritta da mamma ma con le firme dí tutti; e poi una busta
avevo già visto sulla cartolina da Nuova York. Almeno, a  me  pareva la stessa. Stesi la mano: - È per Ippolita? Posso
poi gliela do subito. - No, è per mia moglie - . Difatti  me  la fece vedere, e c'era proprio scritto Contessa Augusta, e
con la lettera, immagino per portarla alla zia. Anch'io  me  ne andai, perché adesso non c'era piú motivo di fare la
scriva a zia Augusta, che non le è mai stata simpatica, e a  me  no? Veramente era strano. Neanche a me tornava tanto, ora
stata simpatica, e a me no? Veramente era strano. Neanche a  me  tornava tanto, ora che ci pensavo. La mia mamma per esempio
Mi tengono nascosto qualcosa, lei e lo zio, è un pezzo che  me  ne sono accorta. Qualcosa che riguarda mia madre. Per
zitta, fingendo di non vedere i segnali di «no, questa non  me  la devi fare!» che le lanciavo con gli occhi. Dunque non mi
cosa mai avessi. Poi mi sorrise, certo per incoraggiarmi. A  me  questo mi fece sentire ancora peggio. Falsa come Giuda, mi
invece far la parte della Giuda con una persona che a  me  in fondo non aveva mai fatto niente di male, anzi al
secca: - Ma neanche per sogno, - guardandomi male come se  me  lo fossi inventato io che prima aveva intenzione di farlo.
erano tanto piaciuti diceva: «A te ti ha fatto palpitare? a  me  no».) - Se non ci fosse tutta quest'acqua di mezzo si
confidenza, a un legale di là, un po' mio parente, perchè  me  ne cavi una cinquantina di lire d' interesse.... Mo,
Gioachimo, lei sa di politica, lei che vive di giornali,  me  le racconterà le notizie. » « Oh sant' Iddio! L'ho detto
all'ombra del mio campanile, e di certe cose che bruciano  me  ne lavo le mani. » Questa protesta, che non sarebbe uscita
» « Via, signor Gaspero! So bene che lei scherza: non  me  n'intendo io. » « Eh voi siete un giovinotto, signor
nuova di conio. Il dottore muore dietro all'inglesina: oh!  me  la godo proprio.... » E il signor Gaspero, con quella sua
tirar dentro per i capegli, me? Oh se la sbagliano! Io  me  ne lavo le mani, non ne voglio sa- per nulla, faccian loro.
dì d'oggi..., non so se mi capite Ho avuto i miei grilli,  me  la sono spassata alla buon' ora! Le ho fatte anch' io, come
suo conto se ne sa qualcosa. E ne so una io.... che, se non  me  l'avesse raccontata quel brav' umo d'Andrea, non la
volta, brutta bestiaccia!... IL CANE Va bene, va bene,  me  ne andrò, sì.... Tornerò quando avrai bisogno di me.... LA
decrepite.... È la Gatta che mena la faccendal... Ma,  me  la pagherà?... Cosa' vai borbottando, tu, Giuda! Tigre!
più semplice sarebbe di affogarli in uno dei miei fiumi....  Me  ne incarico io.... IL TIGLIO (in tono conciliante) Via,
TYLTYL (estraendo di tasca il coltello) Ce l' ha con  me  quella vecchiaccia, col bastone?... (Alla vista del
agli animali il còmpito di liberarci!... IL TORO SI!...  Me  ne incarico io!... E con una sola cornata!... IL BOVE e la
lezione ed insiste. - Insegnami piuttosto a giocare a dama;  me  lo promettesti ieri, - chiede Nicoletta con la sua maniera
Sono bianchi anche perchè li lavo ogni mattina. Qualcuno  me  ne manca, ma sono sicuro che un bel giorno spunterà e si
«Altro che bastano: mantengo la moglie e tre figlioli, e  me  ne avanza ancora da mettere a interesse, e a pagare vecchi
ecco: dato che ancora non sa, non c'era ragione di... Non  me  lo spiegavo tanto, questo discorso. Che cos'era che non
perché adesso la contessa si era messa a guardarmi e a  me  quasi mi prendeva un colpo di accidente pensando a tutte le
medesimo punto; e di averne un grandissimo ribrezzo. - Non  me  lo sarei mai aspettato, - cominciò infatti a dire, - di
venire a cercare una mia nipote in un posto simile. Non  me  lo aspettavo proprio da Ippolita, che ci costringesse a
a conoscenza di cosa? Crepavo, a questo punto, se non  me  lo diceva. - Ma si, è bene che anche tu lo sappia. Sei cosí
di decidersi a darla. Dipende dai casi, si sa. Certo che a  me  sarebbe dispiaciuto da matti, se la mia mamma da un giorno
una parola di giustizia, una lagrima di compassione, non  me  l' avreste negate. Voi pure mi schernite?... Ma no! non
venuto per condur via da questa casa infelice, e nessuno  me  lo può vietare!... Il pane, ch'essa ha mangiato nella
che non ne ero mica tanto sicura e che dipendeva da come  me  lo chiedevano, cosí risposi: - Va bene, proverò. Con tutti
di cosa? - Di andare a Parigi. E io intanto chissà come  me  la caverò. - Oh, te la caverai benone. Caso mai, se non ti
lo stradone. Cioè, che uscisse Ippolita con lei, perché  me  invece mi avrebbe lasciata a casa ben volentieri. Me lo
perché me invece mi avrebbe lasciata a casa ben volentieri.  Me  lo propose, chiaro e tondo, con la scusa che forse avevo da
col muso lungo, in stivali di gomma che facevano sguisc. A  me  però mi venne in mente una cosa un po' strana, cioè che al
e pace. 7 di settembre. I pochi, i quali han fatto di  me  quella vana e volgare conoscenza che suolsi troppo presto
mi bastava chinar la fronte a ogni loro detto, mentire a  me  stesso, rinnegare la voce dell' anima con servile ossequio,
diceva! Questa forza ch'io sento di parlarle come feci,  me  l'hanno data le sue parole, e la santa virtù che
data le sue parole, e la santa virtù che ispiravano....  Me  lo ricordo come fosse adesso; egli, il mio buono e santo
ch' io parta che corra a gettarmi a' piedi di mio padre?...  me  n'andrò, domani.... oggi.... subito! Ma tu vivi, aspettami,
laggiù sotto la riva; ma perchè, in que' bei tempi, non  me  ne stetti con le mani nel giubbone, da povero merciajuolo
che letterati! altro che dotti! » « Ohibò! questa poi non  me  la bevo, » replicava il curato, stizzito per quella nuova
n' ho veduti e conosciuti parecchi, come conosco lei. E a  me  bisogna credere, chè de' paesi n'ho attraversati tanti, che
chè de' paesi n'ho attraversati tanti, che quasi non  me  ne ricordo più i nomi. » « Sarà un' altra compagnia; ma
contraddittore:« Questa volta, dice? eh! mi pare anche a  me  d'aver letta la mia parte di buoni libri, e ciò val tanto
che scrivono han sempre ragione, e ne sanno un po' più di  me  e di.... dunque, per dincibacco! mio caro signor Gaspero,
da non dire. « Lei l' ha sempre con me; gli è un peno che  me  ne sono accorto. » « Io?... » « Sempre contraddirmi,
di visita gli avete fatto? » « Dirò, ecco qui la cosa. Io  me  n' andava stasera, solo e quieto a casa mia, al batter
voglia; non risponde, toglie fuor di tasca una letterina e  me  la consegna. Io non poteva leggerla al chiaror di luna;
mio padre non vuoi vedere nessuno, nessuno fuor di  me  e di mia sorella; l'ha giurato! nè, per quanto noi lo
fanno la mia vita... Ah voi, adesso, o Carlo, siete per  me  padre, fratello, e tutto! » Il fratello la guardò con
di posti lontani un po' con l'aria di vantarsene. Però a  me  sembrava che lo facesse apposta a prendere questo tono, per
semplicità d'affetto e di parole , che non credetti quasi a  me  stesso, tanto io era lontano dall'aspettarmi di trovare in
buoni contadini, mi chiamavano alla memoria. » « Oh! io  me  n' avvidi, signor abate; voi parlavate secondo il cuore, e
della schietta sapienza delle ascoltate verità, sentiva in  me  stesso il desiderio di conoscere più davvicino colui che le
Se non temessi d' annojarvi, ve ne darei un testimonio in  me  stesso. Credete a me, la natura è dappertutto bella e
mi piaccia. » Quando alcuna cosa ti do, ella è mia; quando  me  la riprendo, non prendo del tuo; poichè mio è ogni bene e
mi sembrare quasi le sue.... mi ricordo che fu lui che  me  le fece leggere un giorno, quando venne lassù a visitarci,
- una bambina che non ha paura!... - E poi forse avrò con  me  Matù, - aggiunge Nicoletta. Il resto della giornata vien
punto - la minestra a Nicoletta deve piacere quanto piace a  me  e ne farà a meno volentieri! - C' è il pollo. - Ma come
terra! Perchè non vuoi credere al tuo cuore, perchè non a  me  stesso? Io non ho mentito mai: non temere.... Non mi
mi disse un giorno. Disse proprio cosí. In cuor mio non  me  la sentivo di darle torto, però protestai lo stesso. Non fa
farla. Credo poi di aver capito una cosa, anche se nessuno  me  l'ha mai spiegata. L'ho già detto, no, che la madre della
chiedermi di venire un'altra volta a tirarla un po' su. A  me  però non pareva tanto bello ripiantare i miei cosí presto.
Ippolita che venne a farsi l'ultimo pezzetto di vacanze da  me  (Il posto c'era, perché mia cugina Isa era già tornata a
casa di paese. Ma erano due paste, in fondo, e ormai né a  me  né a lei si sentivano di negare piú niente. Sul principio
di latino. Il prozio (era un omettino secco secco; io  me  lo ricordavo piú che altro dalle fotografie) sbuffava, ma
E in questo caso, naturalmente, dovevano esserci ancora. A  me  veniva da ridere a figurarmi un tesoro nascosto tra la
proprio nella camera che in tempo di vacanze passava a  me  e Isa (e quindi anche a Ippolita, adesso) ma che prima era
è uscita fuori l'idea che ci fossero? Già, da dove? Non  me  lo ero mai domandato. Cercai una spiegazione. - Avran
c'era. Ed era una persona seria, mica un bugiardo, la nonna  me  l'ha detto tante volte. Ci siamo guardate. Stavamo toccando
piú. Ero sempre meno convinta, cosí dissi: - Mah! per  me  stiamo facendo un lavoro inutile. I missionari, se avevano
Aguzzo; insomma, chi ne disse una, chi un'altra; io per  me  non potrei giurar nulla. Quello che so pur troppo, è che da
mano, intanto che scriveva e piangeva. Appena si fosse di  me  accorto, faceva il viso sereno, e alzandosi mi prendeva per
gli dovevano pesare. Il montanaro, vedendo ch' io  me  ne stava imperterrito senza più dargli ascolto, credè che
- Guai, a questo mondo, a chi non vuol tacere! Io per  me  vedo che non potrò rifarmi più da simile tracollo! Quel
un mucchio di scartafacci appunto sulle antichità da  me  cercate, m' avrebbe potuto dire di quegli antichi tempi di
atto, si cavò dal taschino la chiave dello studio e  me  la porse. Non mi parve vero d'avere così presto ottenuta la
antiche, delle quali forse mi gioverò un' altra volta, se a  me  non verranno meno il tempo, l' amicizia del lettore e la