Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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colto da Abita e crudele malattia, in poche ore, il povero  don  Carlo era morto. Fu rumore sordo, occulto, ben presto
servitù nessuno gliel' avrebbe potuta prestare meglio che  don  Carlo, il quale de' dolori di questa terra aveva abbastanza
e per non rimaner tutta sola con la figliuola, quando  don  Carlo fosse partito. La Marta, che già conosceva il
Non c' è nessuno, signore! » disse, restando su la porta. «  Don  Carlo è dal nostro signor curato, Caterina e Maria sono in
» « Non importa! Ma sì, aspetterò, bisogna ch' io parli a  don  Carlo. » - E seguendo la donna, attraversò le due stanze a
cuore e uno strano tumulto ne' pensieri. Dopo alcun tempo  don  Carlo, tornato a casa, salì nella stanza; e, veduto l'
che solo sono concesse alla virtù cristiana, d'umiliarsi. »  Don  Carlo ringraziò l' amicò per la sua cortese pro- messa;
così semplici, così veri. « Sapete, madre mia? » disse  don  Carlo, entrando « bisogna ch'io parta domani: ho deciso. «
di malanimo anche me. Già bisogna che sia così! » diceva  don  Carlo. « Ma credetelo, amico, » riprese Arnoldo, « m'ero
ch' egli passava presso de' suoi, chi sa per quanto tempo,  don  Carlo rimase fino a ora tarda con le donne, le quali a
quel mezzo, dopo il primo incontro d' Arnoldo e di  don  Carlo, lungo il solitario sentiero della montagna, la
sollevò la testa dal lavoro al quale stava tutta intesa.  Don  Carlo, tornando col pensiero al nuovo colloquio avuto con
più a lungo che prima non pensasse. E, dal canto suo,  don  Carlo divideva di buon grado col giovine forestiero le ore
una virtù misteriosa, una bellezza. Una mattina, Arnoldo e  don  Carlo sedevano su d'uno degli alti terrazzi della
cantuccio di terra, in cui riposavano le ossa di sua madre.  Don  Carlo, poco lontano da lui, meditava scrivendo sopra un
non si riscosse, e continuava a scrivere. « Che scrivete,  don  Carlo? » domandò Arnoldo. « Amico mio, sono pensieri che vo
la vostra conoscenza. Era il giovine Arnoldo. Sulle prime  don  Carlo, il quale aveva tutt' altra voglia che di parlare, e
signore mio, di far del romanzesco, io credo! » disse  don  Carlo, con un cotal sorriso di scontento, « No, non è così!
non aveva volontà e affetti quali tutti hanno: e sebbene  don  Carlo sentisse, in quel doloroso momento della sua vita,
compagnia vi disturba, vi prego di scusarmi; e vi lascio. »  Don  Carlo, il quale un momento prima avrebbe forse risposto: -
in atto di affettuoso rispetto. Intanto, s'era fatto notte.  Don  Carlo levò gli occhi, e: « Vedo » disse « là in fondo, tra
incontro, ma appena i loro occhi s' incontrarono, vidi  don  Carlo farsi tutto bianco in viso, e levar la mano verso di
giurar nulla. Quello che so pur troppo, è che da quell'ora  don  Carlo non fu più lui; era sempre malinconico, non parlava
pastore. Passò anche quell' inverno, venne la primavera: e  don  Carlo da un giorno all' altro, senza che alcuno ne sapesse
che turbasse la lunga pace di lui, fu la vicenda di  don  Carlo, il suo vicecurato: quella storia, nella quale non
Allora lo posi alle strette; e mi confessò come, difatti,  don  Carlo gli avesse lasciato una confusione di quadernacci e
il quale, dopo il brusco esempio di quel disgraziato  don  Carlo, aveva smesso non poco del
già pianto abbastanza? » « E siete voi che parlate così,  don  Carlo? » rispose rammaricata la buona donna. « Non v' ho
non ebbe la consolazione di vedervi diventar curato, o  don  Carlo, nè di sentirvi predicar sì bene, nè provò la gioia
In che stato io mi fossi, pensate! » « Ecco qui! e voi,  don  Carlo, perchè adesso mi parlate così? Forse per tenermi su
a lui non avrebbe dovuto toccare. L' unico voto di  don  Carlo sarebbe stato che le due donne potessero lasciar il
solitudine squallida e malsana? « Sentite dunque, » disse  don  Carlo alle due donne. « Poichè il mio parroco me l'ha
o piuttosto come due gelose potestà rivali. Nè, del resto,  don  Gioachimo era uomo da legarsela al dito, per qualche motto
mo?... per amore di quel sapientaccio presontuoso di  don  Carlo. » « Oh!... » « Cosa so io de' garbugli che può avere
di lungo ciascuno pe' fatti suoi; ma due d' essi, veduti  don  Gioachimo e il signor Gaspero, attraversarono la strada, e
cosa vuol mai eh' io sappia, io? » rispose quegli. « Lei,  don  Gioachimo, lei sa di politica, lei che vive di giornali, me
dello speziale; ma la paura era entrata in corpo al povero  don  Gioachimo, e per lui fu lo stesso che tenerlo un
visitare quella ch' era stata la dimora dell' infelice  don  Carlo. Erano poche camerette, anguste, nude, disabitate,
Ma la vecchia replicava ch' egli s' era fatto amico del suo  don  Carlo, e appunto per questo doveva essere un po' diverso
in mente il vecchio signore, all' udire i lamenti di  don  Carlo. Ma intanto, qual' era l' agitazione della
ora, non farne parola con alcuno.... Voglio così. » Intanto  don  Carlo, chiesto a un servo dove fosse la camera di Maria,
dimenticarono il lago e i suoi pacifici ozii. Ma così  Don  era di Maria. Essa non aveva creduto, da prima, che così
i bottoni della sua lunga sopravveste di panno oscuro.  Don  Carlo, se già non ve lo dissi, toccava al più a' trent'
condizione, tranne questa, che vi fosse il consenso di  don  Carlo. Chi si pigliò la briga di portar la lettera al suo
la fame. Ma fattasi l'ora tarda: « Pensiamo a voi; » disse  don  Carlo. « Voi siete stanco, rotto dal viaggio; qui nel paese
posdomani, affidate che potesse mai in quel mezzo ritornare  don  Carlo. Ma il posdomani passò, nè comparve persona, nè venne
inglese?... E voi, signora Giuditta, e mio figlio.... è qui  don  Carlo? ma perchè non ho io saputo niente fin adesso?... M'
che la zia trova indegno del palazzo di suo fratello  don  Emanuele*** commendatore e deputato al Parlamento. Che sia
e quando parla.... ma chi di voi, mie amiche, non conosce  don  Emanuele! In società, però, è molto diverso di quel ch'egli
- Perché ero la figlia del soprintendente scolastico, di  don  Emanuele, misi sulle prime in soggezione compagne e
non siamo compagne? - Sì: ma lei è sempre la figliuola di  don  Emanuele, ed io del calzolaio. Non insista è giusto ch'ella
che io non bado a ciò che usa. Sono venuta in teatro per il  Don  Carlo, non.... - Per don Carletto? - domandò il conte
usa. Sono venuta in teatro per il Don Carlo, non.... - Per  don  Carletto? - domandò il conte Rinaldi con la sua
ma dissi stendendo la mano al Rinaldi: - Oh! non per  don  Carletto. - In quel punto mi sentii fissata, e mi voltai
di spavento. lo le corsi incontro. Ella mi disse: -  Don  Emanuele è arrivato, lo sapete? m' ha fatto chiamare nello
lasciava sfuggire certe mute risa, da disgradarne il  don  Bartolo della commedia; al quale somigliava, imbacuccato
ancora di lei. Nell'ignota dimora della vedova Giuditta,  don  Carlo dunque pensò di nascondere Maria dalle ricerche e
ragione io, e lei torto!... » « Ma la si quieti, signor  don  Gioachino, e mi badi.... » « Eh le zucche! » continuava l'
non sa che sono tutti morti?... cioè, la Caterina e  don  Carlo.... e che di Maria non s' è avuta più nuova nè

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