D' estate andavano a spasso tutti insieme. D' inverno | poi | abitavano , qualche volta, in una bella casetta calda |
Gemme - Corso completo di letture -
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un giorno avevano bacchiato insieme molte giuggiole, ma | poi | non si trovavano d'accordo nel dividerle. Giulio ne voleva |
I miei amici di Villa Castelli -
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superbia.- Tutti ridono e Giorgio pensa: -È «la superbia».- | Poi | domanda a Narcisa: -Che cosa fai?- Narcisa, confusa, |
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per il ciuffo verde una testa di gigante e la stacca: | poi | corre in casa e la taglia per metà. Che testa buffa! Fuori |
I miei amici di Villa Castelli -
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un po' di testa di gigante. Che orrore! dicono quelli; ma | poi | pensano che è meglio morire tutti insieme e si mettono ad |
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assaggiarne un po', e dopo un po' ne assaggiano ancora, e | poi | ancora un po', tanto che a dirla in breve la testa di |
I miei amici di Villa Castelli -
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del raggio del contadino lo nominò Conte delle Zucca. | Poi | levo di tasca una borsa piena di monete d' oro e gliela |
I miei amici di Villa Castelli -
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delle piante incominciano ad accartocciarsi, ingiallire, | poi | cadono; così cadono i frutti che stanno maturando. Se la |
I miei amici di Villa Castelli -
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insudiciata come un rifiuto; eppure quella corda ritornerà | poi | nel pozzo! Che tristezza fa quello spettacolo quando si |
I miei amici di Villa Castelli -
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noi. » Tornò a battere, e una voce rispose di dentro: | poi | s'udì uno strepitar di zoccoli accorrenti, e levarsi il |
Angiola Maria -
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vi è bella dall'autunno al principio di primavera; | poi | diventano aridi e brulli. Son facilissimi a lavorarsi in |
Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura -
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spargeranno nel solco ti accompagneranno con una preghiera. | Poi | nella terra soffice sentirai ricominciare la vita: una |
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la farina di frumento, o di segala, spappolata nell'acqua. | Poi | raddoppi il pasto del fieno, e li lasci poppare una volta |
La giovinetta campagnuola -
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il pasto del fieno, e li lasci poppare una volta al giorno; | poi | soltanto ogni due giorni, fin che li spoppi del tutto. Per |
La giovinetta campagnuola -
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dei semi di bene. Don, don, don..... La campana tace, | poi | non si ode più nemmeno il vibrare del bronzo. Nel silenzio |
I miei amici di Villa Castelli -
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ossia svolgersi in pianta. Il seme gonfia; si rammollisce; | poi | il germe ne squarcia l'inviluppo, e spinge in basso la |
Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura -
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chiamato. La stanza era al buio, pareva ancora notte. | Poi | si senti cantare un gallo e mi venne il dubbio che stesse |
Quell'estate al castello -
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impuntò un momento e lei credeva di non farcela a girarla, | poi | girò di botto, gracchiando un po', ma non tanto forte. |
Quell'estate al castello -
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e lei le vide nere, mentre sapeva che erano di vetro verde. | Poi | vide un'altra cosa, che le fece spavento: una finestra con |
Quell'estate al castello -
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d'essere scoperta le era uscita fuori una fame da svenire. | Poi | c'erano le salite; lei non era tanto allenata e per |
Quell'estate al castello -
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cielo; tratto tratto lasciano cadere uno scroscio d'acqua, | poi | si quietano. Allora il sole appare timido ma più caldo del |
I miei amici di Villa Castelli -
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ritorno dei ragazzi vanno a vedere la camera di Nicoletta; | poi | la signora d'Aufran, la quale ha notato che il vestitino |
Otto giorni in una soffitta -
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andremo dal parrucchiere per farti accomodare la testa, e | poi | andremo a comprare i vestiti.... - A questo punto arrivano |
Otto giorni in una soffitta -
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sono indigesti, e quindi non giovano alla nutrizione; e | poi | a mangiarli, si corre pericolo di esserne avvelenati. E |
La giovinetta campagnuola -
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astringente, amaro, talvolta dolcigno da principio, | poi | prestamente acre, pungente, bruciante, che produce un senso |
La giovinetta campagnuola -
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Pulirai i vetri, fregandoli prima con cenere umida, e | poi | con un pannolino asciutto. |
La giovinetta campagnuola -
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tua, per quanto piccola, è sempre utile. Qualche volta | poi | è necessaria, per esempio, quando si allevano i bachi da |
La giovinetta campagnuola -
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non si annoierà affatto. - Però Matù se n' è andato, - dice | poi | con aria desolata. - E andato a bere il latte. Lo ha |
Otto giorni in una soffitta -
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quanto essa non sappia- leggere, pure arriva a capire; e | poi | Beccaccino ha una fisonomia così espressiva! Tra un compito |
Otto giorni in una soffitta -
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e gli uccelli che cantavano. la lavagna Non mancavano | poi | i libri, i quaderni, la carta, la penna e il calamaio. un |
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per darle una botta quando il babbo non lo vedrà. Ma | poi | pensa: - Capiscono le bestie di far dei male? Non sarei più |
I miei amici di Villa Castelli -
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attaccavamo la ridarella a vicenda, io a lei o lei a me, e | poi | viceversa e versavice e cosí avanti per mezzo pomeriggio. |
Quell'estate al castello -
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non restava indietro. Con quella sua aria delicata, non era | poi | per niente una piaga o una pappamolla, anzi certe volte era |
Quell'estate al castello -
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non mi sembravano per niente tipi romantici, quei due, e | poi | Remigio non era nemmeno giovane, doveva avere quasi |
Quell'estate al castello -
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po' di paura. - Ho voluto io, - dice coraggiosamente. - E | poi | è la moda! - conclude con un leggero tono di sfida. Un uomo |
Otto giorni in una soffitta -
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per la testina rotonda, senza il suo bell'ornamento, ma | poi | pensa a Giovanna d'Arco e se ne va un po' consolato, |
Otto giorni in una soffitta -
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abbondantemente. Ebbene, si rifanno daccapo. Non parlo | poi | del dolce e delle frutta, che fanno come la neve al sole! - |
Otto giorni in una soffitta -
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vederli riprendere le pietanze che bere medicine. E | poi | m' imbrogliano. Ieri, del salame, ne avevo tagliato come |
Otto giorni in una soffitta -
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Con la scioperatezza la miseria viene a tutta corsa, e va | poi | via a passo di formica. «Trista quella cà, che mangia |
La giovinetta campagnuola -
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mi ha sempre detto che i ragazzi devono aver coraggio. E | poi | io sono nei Balilla. - |
I miei amici di Villa Castelli -
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il nasetto, la bocca, il mento, i padiglioni degli orecchi; | poi | il collo, il petto, le braccia, le mani, e più giù le altre |
Sempronio e Sempronella -
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retta? Nicoletta accomoda tutto a suo modo, che non è | poi | il peggiore. - Voglio cominciare con Francesco, poi |
Otto giorni in una soffitta -
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non è poi il peggiore. - Voglio cominciare con Francesco, | poi | continuerò con Alano e quindi con Maurizio. - Francesco è |
Otto giorni in una soffitta -
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squadernato e bisunto da me veduto sul suo tavolo. E così | poi | feci, appena giunto a Milano. Tornai alla casuccia del mio |
Angiola Maria -
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dicono che devo prepararmi per fare meglio un altr'anno - . | Poi | era lei che si meravigliava: - Perché, a casa tua non li |
Quell'estate al castello -
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- E nessuno gli dice niente? - Be', la mamma, un po', ma | poi | lascia correre. - Beati voi, - sospirava Ippolita. Però, |
Quell'estate al castello -
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per dar ragione ai suoi zii, ma bisogna dire che quando | poi | era libera dai compiti, certe volte sembrava che si |
Quell'estate al castello -
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arrivava alle nove e mezza aveva già i baffi sudati.) | Poi | domandava: - Cosa facciamo? - come se dovessi pensarci |
Quell'estate al castello -
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e li balliamo. - Con chi? - Con nessuno: cosí fra noi. Io | poi | leggo, se ho qualche libro che mi piace, ma Isa no, non ha |
Quell'estate al castello -
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la signorina davanti, tic tic tic sui sandali coi tacchi, | poi | Ippolita che dietro le sue spalle mi faceva il gesto della |
Quell'estate al castello -
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Di chi è la lettera? - Di mio padre. - Ma... non la apri? - | Poi | la apro. Non mi tornava giusto che una figlia nel ricevere |
Quell'estate al castello -
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occhi. - Allora vuol dire che non capisci proprio niente! - | Poi | per fortuna incominciò a spiegarsi. - Non è affatto questo, |
Quell'estate al castello -
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oppure le si fa mettere radice in posticcio, o vivaio; | poi | si trapianta. Questa tàlea con radici si chiama barbatella. |
Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura -
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alla base con terra fresca. Questa è la margotta; che | poi | si taglia, quando la nuova pianticella può vivere da sè. |
Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura -
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questo canto con voce grave e commossa il giovin prete; | poi | sollevando gli occhi, li tenne lungamente fissi nella |
Angiola Maria -
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che mal suo grado si appalesava. Tacquero entrambi un poco; | poi | Arnoldo, come facesse forza a sè medesimo: «Amico» |
Angiola Maria -
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gli disse: - Lap! lap! prima ti voglio invitare a pranzo e | poi | mangerai me. - Che mi offri da mangiare? - Un buon piatto |
Sempronio e Sempronella -
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nella secchia vuota, si calò giù, e bevve quanto volle. | Poi | dal fondo chiamo il lupo: Vieni giù anche tu! Mettiti |
Sempronio e Sempronella -
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radice, il fusto, le gemme, le foglie, i fiori, il frutto. | Poi | ne studiasti la vita nei tre periodi in cui si divide, |
Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura -
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alla bandiera, tende il braccio in segno di saluto e sciama | poi | lieto coi compagni verso casa, contento in cuor suo per ciò |
I miei amici di Villa Castelli -
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tenevano soltanto a' miei soldi.... - E si ringalluzziva, | poi | guardandosi nell' antico specchiaccio ch' era sopra il |
Angiola Maria -
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- dice. - Prima di tutto perchè le diciamo ogni cosa, e | poi | perché è quasi sempre con noi. E inoltre, credi che a |
Otto giorni in una soffitta -
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dice - così non può durare. Francesco mi fa troppo male, e | poi | si arrabbia. Mi domando a che cosa mi, servono tutti questi |
Otto giorni in una soffitta -
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un nuvolone di quelli ammucchiati su alti alti come torri. | Poi | l'abbiamo visto; era bellissimo, tutto a sboffi e bianco |
Quell'estate al castello -
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un'idea da bel tempo e col brutto non funzionava. Ippolita | poi | aveva il nervoso, per questo aveva detto quella frase |
Quell'estate al castello -
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per me scritta da mamma ma con le firme dí tutti; e | poi | una busta color crema, di una bella carta spessa. Mentre |
Quell'estate al castello -
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Stesi la mano: - È per Ippolita? Posso prenderla io? Cosí | poi | gliela do subito. - No, è per mia moglie - . Difatti me la |
Quell'estate al castello -
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firme scritte un po' per tutti i versi per farcele stare. E | poi | avevo l'Enigmistica nuova nuova con le figure dei rebi da |
Quell'estate al castello -
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La mia mamma per esempio non era granché tipo da lettere e | poi | aveva poco tempo, però in compenso abbondava in cartoline, |
Quell'estate al castello -
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destinata a un'altra persona. - Pardòn! - scattò lei, e | poi | diventò rossa come il fuoco. Le seccava sempre quando le |
Quell'estate al castello -
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mi guardò con l'aria di domandarsi cosa mai avessi. | Poi | mi sorrise, certo per incoraggiarmi. A me questo mi fece |
Quell'estate al castello -
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Il giorno appresso la fai bollire alcuni minuti; la coli; | poi | la lasci rattiepidire, prima di lavar con essa le stoffe. |
La giovinetta campagnuola -
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che le due donne ebbero presto accesa sul largo focolare. | Poi | mi profferse di spartire con lui quella poca di cena che |
Angiola Maria -
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messi in serbo la mattina: perocchè l'ospite mio, come | poi | seppi, era uno di quelli che nel paese potevan dire la loro |
Angiola Maria -
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verso di lui, come per parlare e non poter dire parola; ma | poi | subito ricomporsi, pigliar per mano il forastiero, e |
Angiola Maria -
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anni era sempre stata aperta a tutti. » « E non si venne | poi | a sapere chi fosse lo straniero » domandai. « Quel giovine, |
Angiola Maria -
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a sapere chi fosse lo straniero » domandai. « Quel giovine, | poi | che andò là entro non fu più veduto uscirne. Chi disse vi |
Angiola Maria -
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del vicecurato per la selva de' pini, e arrampicarsi | poi | verso il Sasso Aguzzo; insomma, chi ne disse una, chi |
Angiola Maria -
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padre moribondo: stette lontano quasi tutta la state, | poi | tornò in mezzo di noi, salutato e venerato dall'amore di |
Angiola Maria -
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rozza scaletta appoggiata alla parete opposta al camino; | poi | sul pianerottolo si fermarono un poco; e dall'alto |
Angiola Maria -
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di rose, che paiono aspettar chi primo le colga!... - E | poi | forse, appoggiati al fianco della muraglia, dietro il |
Angiola Maria -
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certe loro rapide e loquaci occhiate verso l'entrata; | poi | sorridendo e guardandosi di nascosto, danno di gomito alla |
Angiola Maria -
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» « Cos' importa mai? se son giovine, tanto meglio! Credo | poi | di non esser così brutta che m'abbiano a metter in un canto |
Angiola Maria -
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m'abbiano a metter in un canto come un cencio; e non sono | poi | nè smorta come la Maria, nè losca come quella superba di |
Angiola Maria -
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a me questo piacere, di', lo farai?... » « Sì, sì, ma se | poi | non fosse che uno scaldarti la testa!... » « Oh Ghita! tu |
Angiola Maria -
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tu l'apprenderai, se leggi con attenzione questo libro, e | poi | metti in pratica i consigli che ti dà. DOMANDE: 1. Qual è |
Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura -
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l'acqua e la dieta: e il più delle volte guarirà tosto. Se | poi | il male cresce, allora, senza por tempo in mezzo, chiama il |
La giovinetta campagnuola -
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da buttar via per la finestra.... Che cosa crede d'esser | poi | quel vostro signor fratello? non è all'osteria, e se qui |
Angiola Maria -
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alzando le spalle, e con un gesto indicò l'altra camera; | poi | si mise a guardare or l'una or l'altra di quelle due facce, |
Angiola Maria -
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ugualmente sul terreno; quindi con lavori, prima leggeri, | poi | sempre più forti, si incorpora ad esso. DOMANDE: 1. Qual è |
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paggio come si diceva, chi non aveva i ricci naturali; e | poi | perché la accompagnava a scuola e veniva a prenderla |
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con un signore alto e diritto come un bastone, che era | poi | quel suo zio Ottavio. Ecco perché mi conosceva anche lui, e |
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e, d'inverno, vi passano lunghe ore del dì e della sera; | poi | dalla stalla, caldissima ed umida, escono all'aperto, |
La giovinetta campagnuola -
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