dice in linguaggio militare, nella città di Messina, di dove ero partito col mio reggimento nell'aprile del 1866 per la guerra contro l'Austria. E fu
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libro, e lessi quasi per intero un volume scorrendolo attentamente. Quando l' ebbi finito mi accorsi che ero stanco e scesi sul viale del Valentino
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’ambiente che mi aveva preparato a ricevere tale emozione. Ero solo, verso la sera, in quella chiesa, e dalle finestre sotto la travatura antica del
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tutto ciò che mi ero immaginato sino allora, per cercare la verità nei suoi elementi più semplici. Di una cosa specialmente non sapevo darmi il più
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questo libro, quando mi colse l'iniluenza e dovetti stare a letto parecchi giorni colla febbre. Mi ero già alzato da una settimana e benchè non mi
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precedenti registrazioni della fatica, e ne furono meravigliati. Ero molto eccitato, mi sentivo caldo, ero rosso in viso. Alla sera dello stesso giorno ero
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sulle Alpi; ma in nessun luogo m'ero incontrato in tanta quantità di volatili morti come sul ghiacciaio di Bezinghi. L' alta muraglia che cinge
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pubblico scelto e molto numeroso, trovai una temperatura rettale di 38,2. Era dunque una leggera febbre che mi ero procurato, semplicemente col far
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morte. Gli ero legato da gratitudine pari alla grande ammirazione che aveva per lui. La malattia che lo condusse alla morte e della quale raccolsi i
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Ah! povero orgoglio umano! Mentre ero su quei pensieri, corse un brivido da poppa a prua, e cento voci inquiete, mille visi paurosi s'interrogarono a
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Non ci potendo più reggere, uscii per andare sul palco di comando. Ma non ero ancora in fondo al passaggio coperto, che udii un grido di terrore, e
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per coprire il sole; e il mare, di color plumbeo, s'increspava. Ero però tanto lontano, io, dal prevedere il cattivo tempo, che mi divertivo a osservare
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atteggiamenti acrobatici a cui ero stato costretto per tanto tempo, mentre fino allora non ci avevo badato, e il riprovare curiosità di sapere che cosa fosse
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E la terra non spuntava! Ma già io non avevo più alcuna impazienza. Ed ero stizzito con me stesso perchè, dopo averla tanto sospirata
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creduti congiurati tutti insieme ai loro danni, e autori primi della loro miseria. Per essi io ero un rappresentante di quella classe. E neppure avevo
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