Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Blas, presentandomi il vassoio, mi fece i suoi auguri  di  buona permanenza in America col suo porgere corretto di
di buona permanenza in America col suo porgere corretto  di  cameriere da palco scenico, ma con una voce cosi languida e
palco scenico, ma con una voce cosi languida e cert'occhi  di  triglia così pesti, che anche un bambino v'avrebbe letto il
pesti, che anche un bambino v'avrebbe letto il proposito  di  mostrare una grande mestizia per la sua separazione
guardava il cielo per il finestrino, mordendosi il labbro  di  sotto, come per reprimere la voce del cor ferito; e poi,
corresse l'umiltà dell'atto con un inchino elegante e pieno  di  dignità. Uscendo subito dopo di lui, lo vidi entrare nel
un inchino elegante e pieno di dignità. Uscendo subito dopo  di  lui, lo vidi entrare nel camerino del prete; del quale
ricevere nella mano aperta, come un accattone, fremendo  di  vergogna per la sua regina.
eccezioni, si logorano ed invecchiano presto. L'epistolario  di  Cavour è pieno delle ricordanze di notti insonni e del gran
presto. L'epistolario di Cavour è pieno delle ricordanze  di  notti insonni e del gran logorio del corpo e
la semaine je compte être revenu à mon poste" Epistolario  di  C. DI CAVOUR, raccolto da L. Chiala, pagina CLIV Vol. II,
je compte être revenu à mon poste" Epistolario di C.  DI  CAVOUR, raccolto da L. Chiala, pagina CLIV Vol. II, pag.
da L. Chiala, pagina CLIV Vol. II, pag. 114. Nelle lettere  di  Camillo Cavour mi colpì una espressione felice che egli
per indicare un concetto fisiologico, cioè la necessità  di  riposarsi dopo un lavoro eccessivo del cervello. Egli dice
mi trovai spesso con lui ed accorsi dei primi al suo letto  di  morte. Gli ero legato da gratitudine pari alla grande
lentamente le sue forze. Egli prima robusto e dotato  di  una grande energia, volle combattere fino all'estremo, ed
nello sforzo quel limite oltre il quale non riesce più  di  ristabilirsi. Mi ricordo che mi dava appuntamento alle
alcuni miei amici che fecero parte del Governo. Uno  di  essi mi scrisse che per lui la fatica peggiore era quella
essi mi scrisse che per lui la fatica peggiore era quella  di  dare udienza. Quando la sera stanco del lavoro della
mi sentissi male. Lo stomaco fiacco con assoluta mancanza  di  appetito; la viripotenza annullata". Pregai un altro mio
Pregai un altro mio arnica, che fu parecchi anni ministro,  di  darmi qualche notizia intorno alle condizioni del suo
combattere in Parlamento per difendere un suo progetto  di  legge. Ecco cosa egli mi rispose: "Il mio carattere morale
Ecco cosa egli mi rispose: "Il mio carattere morale si era  di  motto cangiato, soffrivo di un eccitamento nervoso
"Il mio carattere morale si era di motto cangiato, soffrivo  di  un eccitamento nervoso straordinario. Dalla, consueta mia
delle forze muscolari; però giunto a sera mi pareva  di  non potere più muovermi delta seggiola. La vista sofferse
notizie sono tanto più importanti per conoscere gli effetti  di  un lavoro opprimente e continuo, perchè si tratta qui di un
di un lavoro opprimente e continuo, perchè si tratta qui  di  un uomo di una grande capacità, dotato di fibra energica,
opprimente e continuo, perchè si tratta qui di un uomo  di  una grande capacità, dotato di fibra energica, che tenne il
si tratta qui di un uomo di una grande capacità, dotato  di  fibra energica, che tenne il potere nel fiore dell' età, e
negli uomini politici ho dovuto rivolgermi alla gentilezza  di  alcuni colleghi che hanno pratica di questi malati. Le
alla gentilezza di alcuni colleghi che hanno pratica  di  questi malati. Le malattie di cuore e gli stati di
colleghi che hanno pratica di questi malati. Le malattie  di  cuore e gli stati di nevrastenia peggiorano rapidamente nei
pratica di questi malati. Le malattie di cuore e gli stati  di  nevrastenia peggiorano rapidamente nei Deputati, che
della Camera. Riferisco alcune delle storie cliniche  di  uomini politici, quali mi furono trasmesse dal miei amici.
mi furono trasmesse dal miei amici. Un Deputato attivissimo  di  quando in quando soccombe alla fatica intellettuale e deve
strapazzo del cervello sono in lui l'insonnia ed il male  di  capo; ma questo non basta ad arrestarlo, nella foga delle
nella foga delle sue occupazioni politiche. Si accorge  di  essere esaurito solo quando alla fine di una seduta della
Si accorge di essere esaurito solo quando alla fine  di  una seduta della Camera non ricorda più ciò che fu detto in
se ne spaventa e si accascia perchè si trova messo fuori  di  combattimento. Il sonno gli giova poco, perchè sogna
sintomi più gravi dello strapazzo intellettuale. Quando uno  di  notte è perseguitato nei sogni dalle preoccupazioni del
dalle preoccupazioni del giorno, e al mattino si accorge  di  non essersi riposato abbastanza, non ha bisogno di
accorge di non essersi riposato abbastanza, non ha bisogno  di  consultarsi col medico; egli deve distrarsi, altrimenti
succederanno dei guai maggiori. Un altro Deputato dopo  di  essersi affaticato eccessivamente alla Camera, trovandosi
fare il suo discorso, e dovette limitarsi ad un brindisi  di  poche parole. Da quel giorno il cardio-palmo si ripeteva
più frequenti, ed aveva delle nausee, se era obbligato  di  lavorare al tavolino. Soffriva di insonnia e di un tremolio
nausee, se era obbligato di lavorare al tavolino. Soffriva  di  insonnia e di un tremolio notevole delle gambe e delle
obbligato di lavorare al tavolino. Soffriva di insonnia e  di  un tremolio notevole delle gambe e delle mani, che veniva
in pubblico. Talora facendo un discorso gli capitò  di  doversi sedere, perchè il tremolio delle gambe gli dava
sono tanto più caratteristici, in quanto che si tratta  di  una persona di buona costituzione, senza precedenti
più caratteristici, in quanto che si tratta di una persona  di  buona costituzione, senza precedenti ereditarii, che
che entrasse nella vita politica. Si lagnava col medico  di  essere diventato irritabile, e per lui che era stato sempre
essere diventato irritabile, e per lui che era stato sempre  di  un carattere buono e pacifico, ogni scoppio di ira lo
stato sempre di un carattere buono e pacifico, ogni scoppio  di  ira lo umiliava e doveva trattenersi e compiangersi. Negli
che gli dèsse un po' soggezione. Non avendo il coraggio  di  interrompere le sue gravi occupazioni e darsi ammalato, lo
stato suo andò sempre più aggravandosi, finchè si accorse  di  un mutamento anche nei suoi discorsi alla Camera. La
gli si era fatta più rapida, e nel parlare gli avveniva  di  saltare delle sillabe e delle parole senza accorgersene.
delle sillabe e delle parole senza accorgersene. Gli pareva  di  essere meno sicuro della sua memoria, perchè i pensieri gli
che avendo la fantasia eccitata e una grande profusione  di  parole e di immagini, riusciva ad esprimersi male e
la fantasia eccitata e una grande profusione di parole e  di  immagini, riusciva ad esprimersi male e confusamente, e di
di immagini, riusciva ad esprimersi male e confusamente, e  di  quando in quando precipitava talmente il discorso che,
in stato normale. Il peso del corpo diminuì in poco tempo  di  15 chilogrammi, e di notte soffriva di insonnia e di sudori
peso del corpo diminuì in poco tempo di 15 chilogrammi, e  di  notte soffriva di insonnia e di sudori profusi. Bastò un
in poco tempo di 15 chilogrammi, e di notte soffriva  di  insonnia e di sudori profusi. Bastò un mese di riposo e di
tempo di 15 chilogrammi, e di notte soffriva di insonnia e  di  sudori profusi. Bastò un mese di riposo e di cure, perchè
soffriva di insonnia e di sudori profusi. Bastò un mese  di  riposo e di cure, perchè scomparissero tutti questi sintomi
di insonnia e di sudori profusi. Bastò un mese di riposo e  di  cure, perchè scomparissero tutti questi sintomi e
delle osservazioni sulla fatica intellettuale, mi raccontò  di  un Deputato col quale gli accadde di fare un viaggio da
mi raccontò di un Deputato col quale gli accadde  di  fare un viaggio da Roma a casa. Questo Deputato gli apparve
discorso. La più piccola digressione, una parentesi anche  di  poche parole, bastava per farlo restare a bocca aperta,
a bocca aperta, senza che sapesse più raccapezzarsi. Poi,  di  tratto in tratto si dimenticava che erano stati compagni di
di tratto in tratto si dimenticava che erano stati compagni  di  studio e gli dava del Lei. Il mio amico lo avvertì due o
compassione e lasciò che gli dèsse del Lei e non cercò più  di  raddrizzare i suoi discorsi sconclusionati. So che questo
del sistema nervoso, ma che piuttosto fosse l' effetto  di  uno strapazzo del cervello. Un mio collega mi faceva notare
e muoiono giovani, e che ciò deve attribuirsi allo stato  di  indebolimento del sistema nervoso.
lettori: non avranno ancora da subire la descrizione  di  quel famosissimo teatro greco, in cui è la scena meglio
teatro greco, in cui è la scena meglio conservata  di  tutti i teatri antichi, e che è per se stesso il più
del recente viaggio che fecero in Sicilia i Sovrani  di  Germania, i quali manifestarono per Taormina una viva
punto che prospetta il mezzo della scena, e uno spettacolo  di  cui non ha l'eguale nè Napoli, né Rio Janeiro, nè
i cactus, i pini; a tergo della città, un semicerchio  di  monti che slanciano al cielo i vertici rocciosi coronati di
di monti che slanciano al cielo i vertici rocciosi coronati  di  castelli e di villaggi; più in là l'Etna enorme, col capo
al cielo i vertici rocciosi coronati di castelli e  di  villaggi; più in là l'Etna enorme, col capo bianco tinto di
di villaggi; più in là l'Etna enorme, col capo bianco tinto  di  rosa, che sovrasta al mar Jonio, e par che s'avanzi per
la costa orientate della Sicilia, una successione infinita  di  curve, che sembra la ripetizione ritmica d'un pensiero
dall'altro fino a Messina; e questa doppia immensa fuga  di  seni, di promontori, di boschi, di paesi, di giardini ride
fino a Messina; e questa doppia immensa fuga di seni,  di  promontori, di boschi, di paesi, di giardini ride sopra la
e questa doppia immensa fuga di seni, di promontori,  di  boschi, di paesi, di giardini ride sopra la bellezza d'un
doppia immensa fuga di seni, di promontori, di boschi,  di  paesi, di giardini ride sopra la bellezza d'un mare e sotto
immensa fuga di seni, di promontori, di boschi, di paesi,  di  giardini ride sopra la bellezza d'un mare e sotto la
sopra la bellezza d'un mare e sotto la bellezza d'un cielo  di  cui non può dare idea la parola umana. Chi può
che davanti a un tale spettacolo l'Imperatrice  di  Germania abbia lasciato cadere a terra un diamante senza
all'Augusta Signora. Ed egli stesso mi riferì con alterezza  di  cittadino taorminese un motto che aveva udito il giorno
motto ch'io metto qui come suggello al mio povero tentativo  di  descrizione. - "Credo poco all'Inferno; ma credo al
se avrei sofferto per lungo tempo. Confusamente cercavo  di  ricordarmi di notizie lette a intese a quel proposito, che
per lungo tempo. Confusamente cercavo di ricordarmi  di  notizie lette a intese a quel proposito, che mi
a quel proposito, che mi confermassero nella speranza  di  un'agonia breve. E mi ricordo che il pensiero d'avere una
in ginocchioni sul tavolato; che era l'unica maniera  di  non essere sbatacchiato là dentro come un topo nella
vetrate degli armadi, sbattute, andavano in pezzi, e torri  di  piatti precipitavano frantumandosi, e il pianoforte,
e il pianoforte, staccatosi dalla parete, andava  di  qua e di là cozzando nelle colonnine e nelle tavole. Ma
e il pianoforte, staccatosi dalla parete, andava di qua e  di  là cozzando nelle colonnine e nelle tavole. Ma assai peggio
là cozzando nelle colonnine e nelle tavole. Ma assai peggio  di  quel frastuono di palazzo messo a sacco, peggio dei gemiti
colonnine e nelle tavole. Ma assai peggio di quel frastuono  di  palazzo messo a sacco, peggio dei gemiti umani e del
la membratura del piroscafo, uno scricchiolìo sinistro  di  edificio dislogato dalle fondamenta una musica di scrosci,
sinistro di edificio dislogato dalle fondamenta una musica  di  scrosci, di schianti, di lamenti acuti, come se il corpo
edificio dislogato dalle fondamenta una musica di scrosci,  di  schianti, di lamenti acuti, come se il corpo vivente del
dalle fondamenta una musica di scrosci, di schianti,  di  lamenti acuti, come se il corpo vivente del colosso
del colosso soffrisse e gridasse, e corressero dei fremiti  di  terrore per le sue ossa lunghe e sottili, vicine a
lunghe e sottili, vicine a spezzarsi. Avevo un bel tentare  di  farmi animo con la statistica dei naufragi, uno ogni tante
con la statistica dei naufragi, uno ogni tante migliaia  di  viaggi, o che so io, e con I'idea della solidità grande di
di viaggi, o che so io, e con I'idea della solidità grande  di  quei piroscafi enormi, che l'onda non può spezzare: quella
faceva degli sbalzi tali che, a occhi chiusi, mi pareva  di  esser sopra, una gigantesca altalena a corda, che
una gigantesca altalena a corda, che descrivesse archi  di  mezzo miglio, e ad ogni volata perdevo il fiato, per non
perdevo il fiato, per non ripigliarlo che nei pochi momenti  di  quiete che passavano tra l'una e l'altra. E quell'essere in
pensavo. Ma dopo una o due ore, credo, crescendo fuor  di  misura la furia della tempesta, mi si fece un gran torbido
della tempesta, mi si fece un gran torbido nel capo, e  di  quello che pensassi allora saprei più dir poco. Ricordo la
d'ogni più spaventosa immaginazione, una voce come  di  tutta l'umanità affollata e forsennata che urlasse,
e forsennata che urlasse, mescolata ai ruggiti e ai bramiti  di  tutte le belve della terra, a fragori di città crollanti, a
e ai bramiti di tutte le belve della terra, a fragori  di  città crollanti, a urrà d'eserciti innumerevoli, a scoppi
città crollanti, a urrà d'eserciti innumerevoli, a scoppi  di  risa beffarde di popoli interi; e dentro a quella voce, il
a urrà d'eserciti innumerevoli, a scoppi di risa beffarde  di  popoli interi; e dentro a quella voce, il fischio
il fischio acutissimo del vento nei cordami, un turbinìo  di  note lunghe, sonore e discordanti, come se ogni corda fosse
ogni corda fosse uno strumento suonato da un demonio, grida  di  disperazione e di delirio che pareano uscire dai
strumento suonato da un demonio, grida di disperazione e  di  delirio che pareano uscire dai prigionieri d'una carcere in
come se attorno alle antenne si attorcigliassero migliaia  di  serpenti furiosi. A un terribile movimento di beccheggio
migliaia di serpenti furiosi. A un terribile movimento  di  beccheggio s'univa un rullìo violentissimo, da parere che
da capo a piedi come il fischio d'una palla o d'una lama  di  scure che ci rada le tempie. Si sentiva ad ogni ondata come
e ne strappasse via un pezzo; s'udiva il tonfo tremendo  di  centinaia di tonnellate d'acqua cadenti sul tavolato, come
via un pezzo; s'udiva il tonfo tremendo di centinaia  di  tonnellate d'acqua cadenti sul tavolato, come se un
vi si rovesciasse da una grande altezza, e poi il rumore  di  cento torrentelli correnti in tutte le direzioni, con la
correnti in tutte le direzioni, con la furia d'un'orda  di  pirati che fossero saliti all'arrembaggio. Dei movimenti
colpita da paralisi, l'asse dell'elice dava degli scossoni  di  terremoto, l'elice dei colpi interrotti e pazzi, e si
a momenti girar furiosa fuori dell'acqua, e poi tuffarvisi  di  nuovo, con un terribile colpo. E negli intervalli fra i
d'una risonanza strana, come gli echi delle valli piene  di  neve, e dai camerini dei lamenti strozzati come di gente
piene di neve, e dai camerini dei lamenti strozzati come  di  gente scannata, che vomitasse le viscere. A un certo punto
che vomitasse le viscere. A un certo punto vi fu una scossa  di  sotto in su così violenta, che la bottiglia dell'acqua
principio d'un nuovo e più matto scatenìo degli elementi, e  di  una successione di volate così fatte del piroscafo, che
e più matto scatenìo degli elementi, e di una successione  di  volate così fatte del piroscafo, che credevo di balzare
successione di volate così fatte del piroscafo, che credevo  di  balzare dalla cima d'un monte sulla cima di un altro monte,
che credevo di balzare dalla cima d'un monte sulla cima  di  un altro monte, sorvolando un abisso smisurato, e ad ogni
si sfascia. Non ancora? A quest'altra dunque. E un caos  di  pensieri, un succedersi rapidissimo di ricordi della vita
dunque. E un caos di pensieri, un succedersi rapidissimo  di  ricordi della vita recenti e remoti, una fuga turbinosa di
di ricordi della vita recenti e remoti, una fuga turbinosa  di  facce luoghi, rischiarati ciascuno da un lampo di luce
turbinosa di facce luoghi, rischiarati ciascuno da un lampo  di  luce livida, confusi e sformati come per una congestione
da un incalzarsi egualmente rapido e disordinato  di  rimpianti, di tenerezze, di rimorsi, di preghiere senza
un incalzarsi egualmente rapido e disordinato di rimpianti,  di  tenerezze, di rimorsi, di preghiere senza parola, e tutto
egualmente rapido e disordinato di rimpianti, di tenerezze,  di  rimorsi, di preghiere senza parola, e tutto fuggiva e
e disordinato di rimpianti, di tenerezze, di rimorsi,  di  preghiere senza parola, e tutto fuggiva e tornava, come
sollievo che dà l'azione incipiente del cloroformio; ma poi  di  nuovo il sentimento della realtà, più tremendo di prima, e
ma poi di nuovo il sentimento della realtà, più tremendo  di  prima, e improvviso, come se due braccia gagliarde mi
le persone care d'attorno, - esser sepolti - avere un pezzo  di  terra dove i figliuoli e gli amici possano andar qualche
qui! - Alle volte tutti quei pensieri cadevano, e mi pareva  di  sentire per qualche momento che la tempesta cominciasse a
d'una ripugnanza invincibile a guardar il mare, d'un senso  di  ribrezzo profondo, come della vittima per l'assassino,
che in quei momenti avessi davvero coscienza d'una sorta  di  animalità dell'oceano, e dell'odio suo contro gli uomini, e
d'un colpo, e tra l'una e l'altra saetta che rigavan  di  fuoco l'ammasso spaventevole delle nubi caliginose, una
come quel mare, che ci fossero poco lontano e poco al  di  sotto di noi delle acque tranquille, e della gente sulla
quel mare, che ci fossero poco lontano e poco al di sotto  di  noi delle acque tranquille, e della gente sulla terra che
come un breve respiro dell'anima, ecco un'altra ondata  di  fiasco, come un colpo di cannone da costa, un altro
dell'anima, ecco un'altra ondata di fiasco, come un colpo  di  cannone da costa, un altro sussulto del piroscafo, come di
di cannone da costa, un altro sussulto del piroscafo, come  di  balena ferita al cuore, un altro schianto di travi,
come di balena ferita al cuore, un altro schianto  di  travi, d'assiti, di tavoloni scricchiolanti e gementi, il
ferita al cuore, un altro schianto di travi, d'assiti,  di  tavoloni scricchiolanti e gementi, il senso dell'imminenza
fa trarre lunghi e frequenti sospiri. Le continue correnti  di  quelli che passano, assieme al calore naturale
calore naturale dell'ambiente, producono rapidi squilibri  di  temperatura che fanno alternativamente rabbrividire e
riesce più tepida e uniforme. In esse sono varietà infinite  di  sospiri, che si fanno sempre più profondi e più calmi;
alcuni sorrisi incerti assieme a parole seguite da volumi  di  commenti; collezioni intere di fiori secchi, di bottoni da
a parole seguite da volumi di commenti; collezioni intere  di  fiori secchi, di bottoni da guanto, di nastri, di
da volumi di commenti; collezioni intere di fiori secchi,  di  bottoni da guanto, di nastri, di fazzolettini e di tutti
collezioni intere di fiori secchi, di bottoni da guanto,  di  nastri, di fazzolettini e di tutti gli altri infiniti
intere di fiori secchi, di bottoni da guanto, di nastri,  di  fazzolettini e di tutti gli altri infiniti oggetti, che si
secchi, di bottoni da guanto, di nastri, di fazzolettini e  di  tutti gli altri infiniti oggetti, che si vedono custoditi
con religiosa cura. La temperatura dell'ambiente sale  di  tanto da non potersi più chiamare tepida. Vi si trovano
più chiamare tepida. Vi si trovano raccolte alcune strette  di  mano e infinite immagini di sguardi infuocati, di brividi
trovano raccolte alcune strette di mano e infinite immagini  di  sguardi infuocati, di brividi incerti di voluttà. La
strette di mano e infinite immagini di sguardi infuocati,  di  brividi incerti di voluttà. La biblioteca di questa prima
infinite immagini di sguardi infuocati, di brividi incerti  di  voluttà. La biblioteca di questa prima sezione contiene
infuocati, di brividi incerti di voluttà. La biblioteca  di  questa prima sezione contiene centinaia di volumi di
La biblioteca di questa prima sezione contiene centinaia  di  volumi di solitarie aspirazioni o di lettere timide e
di questa prima sezione contiene centinaia di volumi  di  solitarie aspirazioni o di lettere timide e appassionate,
contiene centinaia di volumi di solitarie aspirazioni o  di  lettere timide e appassionate, non di rado dei versi. Nel
aspirazioni o di lettere timide e appassionate, non  di  rado dei versi. Nel visitare questa prima parte del museo
e ha per motto la prima persona attiva o passiva  di  un verbo, che nella grammatica spetta alla prima
mai si conosca. Qui il clima è cambiato: non più correnti  di  arie fredde e calde che cozzano fra loro, ma una atmosfera
e la tempesta del cuore fanno vibrare con tanto strazio  di  voluttà tutti i nervi al minimo contatto, come i sentimenti
esaltati dalla minima onda che li commuova. Il fremito  di  una veste di seta suona all'orecchio più caro di un'armonia
dalla minima onda che li commuova. Il fremito di una veste  di  seta suona all'orecchio più caro di un'armonia soave, come
Il fremito di una veste di seta suona all'orecchio più caro  di  un'armonia soave, come il profumo vellutato di una parola
più caro di un'armonia soave, come il profumo vellutato  di  una parola d'amore solletica il cuore ad una vera
solletica il cuore ad una vera commozione. Le camere  di  questa seconda sezione sono infinite di numero e varie di
Le camere di questa seconda sezione sono infinite  di  numero e varie di grandezza, di forma e di ornamenti. In
di questa seconda sezione sono infinite di numero e varie  di  grandezza, di forma e di ornamenti. In esse si sospira, si
sezione sono infinite di numero e varie di grandezza,  di  forma e di ornamenti. In esse si sospira, si singhiozza, si
sono infinite di numero e varie di grandezza, di forma e  di  ornamenti. In esse si sospira, si singhiozza, si freme, ma
tempestosa udita altrove, o dall'abuso dei bagni caldi  di  vapore amoroso. Vi sono ancora alcune sale destinate
sempre rimarginate da un balsamo soave che, istillato sopra  di  esse, produce una nuova e sconosciuta voluttà. In questa
produce una nuova e sconosciuta voluttà. In questa parte  di  ambiente non si può vivere soli, ma non si può vivere che
tutti quei piaceri squisiti ridotti dalla natura al grado  di  diluizione necessaria per essere sopportati a lungo dal
fossili, i sorrisi pietrificati, e una collezione infinita  di  medaglie più o meno interessanti di affetti che
una collezione infinita di medaglie più o meno interessanti  di  affetti che appartengono tutte ai tempi storici. Là si
proprio dell'età dei visitatori. Qualche volta però alcuni  di  essi sono soli, e per lo più silenziosi; si arrestano
si arrestano allora a lungo davanti a una ciocca amorosa  di  capelli, o dinanzi a un vecchio ritratto. In questa parte
Soda; mentre l'abitante dei Kamtschatka inghiotte frammento  di  fungo (Amanita muscaria), passa una notte di delirio, e il
frammento di fungo (Amanita muscaria), passa una notte  di  delirio, e il dì appresso beve la propria orina
beve la propria orina narcotizzata per prolungare le ore  di  ebbrezza. Il discendente degli Incas beve la torbida
del frumentone, che fu masticato per formare il fermento  di  questa singolare, eppur saluberrima bevanda; mentre il
houmiss ch'egli ottiene dalla fermentazione del latte  di  cavalla. In Oriente si mangia, si beve e si fuma l'oppio;
conseguenze. A questi fatti lo scettico dà una crollatina  di  spalle, e pensa che l'uomo, creato essenzialmente ed
rammenta il peccato originale, e maledice l'uomo impastato  di  peccati e di corruzione. Il filosofo invece nè ride nè
peccato originale, e maledice l'uomo impastato di peccati e  di  corruzione. Il filosofo invece nè ride nè maledice, ma,
ed ha raccolto le goccioline stillanti dalle capsule  di  papavero, guidato da quell'istinto che gli ha fatto trovare
vizio ai suoi posteri: e lo fece per quella legge naturale  di  eredità, che vuole che il bene e il male passino da una
all'altra, come moneta corrente che può cambiare  di  valore e di forma, ma sempre circola senza posa dall'una ad
come moneta corrente che può cambiare di valore e  di  forma, ma sempre circola senza posa dall'una ad altra mano.
mano. L'ebbrezza è un delirio passeggero o un'esaltazione  di  una o più facoltà dell'asse cerebro-spinale, prodotta
prodotta dall'introduzione nel nostro organismo  di  una sostanza eccitante. Tutte le sostanze inebbrianti
eccitante. Tutte le sostanze inebbrianti producono su  di  noi alcuni effetti comuni, i quali ci dànno comuni piaceri.
più sensitiva; noi produciamo artificialmente quello stato  di  benessere di cui si gode sotto la duplice influenza di una
noi produciamo artificialmente quello stato di benessere  di  cui si gode sotto la duplice influenza di una salute
di benessere di cui si gode sotto la duplice influenza  di  una salute vigorosa e di una passione esilarante. In
si gode sotto la duplice influenza di una salute vigorosa e  di  una passione esilarante. In seguito molte facoltà del
del muovere sono esaltate più o meno; e dallo stato  di  calma e di apatia in cui si trovavano, sono indotte ad una
muovere sono esaltate più o meno; e dallo stato di calma e  di  apatia in cui si trovavano, sono indotte ad una
sono indotte ad una sovreccitazione che può variare  di  grado e di natura, ma che è pur sempre un'attività
indotte ad una sovreccitazione che può variare di grado e  di  natura, ma che è pur sempre un'attività febbrile. Fino ai
gradi dell'ebbrezza, noi possiamo assistere allo spettacolo  di  un eccitamento di tutte le nostre facoltà; ma, più tardi,
noi possiamo assistere allo spettacolo di un eccitamento  di  tutte le nostre facoltà; ma, più tardi, l'esaltazione
ma, più tardi, l'esaltazione disordinata ed eccessiva  di  alcuni piaceri trascina con prepotenza la ragione in una
sarabanda, in cui i fremiti confusi portano ad una frenesia  di  sensi, nella quale tutti gli elementi del bene e del male,
che ne costituisce la fisonomia caratteristica, è quella  di  dominare tutti i vasti campi della mente e del cuore in
che l'umana famiglia non si accumuli sopra un punto solo  di  essa, a rischio di contendersi e distruggersi. Raggiunge
non si accumuli sopra un punto solo di essa, a rischio  di  contendersi e distruggersi. Raggiunge mirabilmente questo
aggiungendo, ai tanti tesori del cuore umano, il sentimento  di  patria, il quale incatena il Lappone ai suoi ghiacci e alle
deserti infuocati e ai suoi leoni. Nè ciò basta: l'amor  di  patria ha un altro fine supremo, quello di isolare per
basta: l'amor di patria ha un altro fine supremo, quello  di  isolare per lungo tempo entro confini ben determinati le
tempo entro confini ben determinati le diverse nazioni, e  di  farle scatenare le une contro le altre con furore, quando
le une contro le altre con furore, quando l'ambizione  di  un solo o l'interesse di molti facesse uscire un branco di
con furore, quando l'ambizione di un solo o l'interesse  di  molti facesse uscire un branco di uomini dai confini del
di un solo o l'interesse di molti facesse uscire un branco  di  uomini dai confini del proprio paese per entrare in quelli
uomini dai confini del proprio paese per entrare in quelli  di  un altro. L'amor di patria è un sentimento che campeggia
del proprio paese per entrare in quelli di un altro. L'amor  di  patria è un sentimento che campeggia sovrano nelle più
domini del cuore. Vi sono molti per i quali il sentimento  di  patria è assolutamente lettera morta: essi vorrebbero esser
morta: essi vorrebbero esser nati nel paese dove si gode  di  più e si soffre di meno, e si chiamerebbero colla stessa
esser nati nel paese dove si gode di più e si soffre  di  meno, e si chiamerebbero colla stessa indifferenza Francesi
provare una sola gioia, e non accorgersi dell'esistenza  di  quella passione che per una serie di amari e non interrotti
dell'esistenza di quella passione che per una serie  di  amari e non interrotti dolori. Quasi sempre in questi casi
inavvertite, perchè la loro soavità si spegne in un mare  di  amarezze. Alle piccole gioie dell'amor patrio spettano le
spettano le compiacenze che si provano alla conoscenza  di  fatti eroici o di glorie di qualunque genere del proprio
che si provano alla conoscenza di fatti eroici o  di  glorie di qualunque genere del proprio paese, dal sentir
che si provano alla conoscenza di fatti eroici o di glorie  di  qualunque genere del proprio paese, dal sentir lodata la
eroico quanto il primo. Qui abbiamo un esempio chiarissimo  di  questa verità. Se voi credete che un ricco per eredità
non sono felici perchè non hanno la forza a il coraggio  di  esserlo.
fino allora avevano accusato lui e gli altri argentini  di  stare in contegni con gli europei, e come raggruppati in
raggruppati in disparte. Io però li conoscevo da un po'  di  giorni, e li avevo osservati tutti fin da principio con
i primi esemplari del loro popolo, il quale è senza dubbio  di  tutta l'America quello che più importa, o più dovrebbe
l'America quello che più importa, o più dovrebbe importar  di  conoscere a un italiano. Il deputato era il maggiore d'età,
testa quadra della brigata: alto: una faccia forte e fina  di  uomo rotto alle lotte della vita politica e della vita
all'occhialetto uno sguardo audacemente conquistatore  di  voti elettorali e di sì femminili. Il marito della signora
uno sguardo audacemente conquistatore di voti elettorali e  di  sì femminili. Il marito della signora era un avvocatino
marito della signora era un avvocatino biondo, segretario  di  non so che ministro plenipotenziario del suo paese, con due
d'altro che della biancheria finissima e candidissima  di  cui facevano sfoggio, e delle loro folte capigliature
folte capigliature artisticamente architettate, nere, ma  di  quel fortissimo nero andaluso-argentino, che è un vero
è un vero oltraggio alle teste brizzolate. Il più originale  di  tutti era il quinto, un pezzo d'uomo sulla trentina, di
di tutti era il quinto, un pezzo d'uomo sulla trentina,  di  viso audace e di voce aspra, un tipo di domatore di cavalli
il quinto, un pezzo d'uomo sulla trentina, di viso audace e  di  voce aspra, un tipo di domatore di cavalli selvatici,
sulla trentina, di viso audace e di voce aspra, un tipo  di  domatore di cavalli selvatici, proprietario d'una vasta
di viso audace e di voce aspra, un tipo di domatore  di  cavalli selvatici, proprietario d'una vasta estancia della
proprietario d'una vasta estancia della provincia  di  Buenos Ayres, in cui passava due anni su tre, in mezzo a
a rifare a Parigi, dove divorava volta per volta un armento  di  mille teste. Un tratto comune a tutti e cinque era la
l'abitudine ereditaria, che altri osserva negli argentini,  di  appoggiarsi camminando più sulle articolazioni delle dita
E cortesi; ma d'una cortesia più ridente, per dir così,  di  quella degli spagnuoli, meno cerimoniosa di quella dei
per dir così, di quella degli spagnuoli, meno cerimoniosa  di  quella dei francesi, congiunta ad una scioltezza viva di
di quella dei francesi, congiunta ad una scioltezza viva  di  modi e di discorso, propria di uomini che entran nella vita
dei francesi, congiunta ad una scioltezza viva di modi e  di  discorso, propria di uomini che entran nella vita
ad una scioltezza viva di modi e di discorso, propria  di  uomini che entran nella vita indipendente appena usciti
e che crescono senza noie e senza freni, pieni  di  fiducia in sè e nella fortuna, in mezzo a una società
su popoli, istituzioni ed usi d'Europa, che avevan visto  di  volo: giudizi che rivelavano una percezione più acuta che
più acuta che profonda, e una grande varietà piuttosto  di  letture che di studi, ricordate con prontezza e citate con
che profonda, e una grande varietà piuttosto di letture che  di  studi, ricordate con prontezza e citate con arte. E non
quanto nella preferenza manifesta data all'argomento  di  discorso, mostravano una simpatia viva per la natura e per
la vita francese, derivante da una analogia incontrastabile  di  qualità dell'intelligenza e dell'animo: tutti avevan Parigi
avevan Parigi sulla punta delle dita, e le valigie piene  di  giornali dei boulevards, e di fotografie d'artiste
dita, e le valigie piene di giornali dei boulevards, e  di  fotografie d'artiste dell'Opéra e della Comédie. D'altri
della Comédie. D'altri paesi conoscevano assai bene le case  di  gioco e gli stabilimenti di bagni, e sopra tutto i teatri
conoscevano assai bene le case di gioco e gli stabilimenti  di  bagni, e sopra tutto i teatri di musica, dei quali parlavan
gioco e gli stabilimenti di bagni, e sopra tutto i teatri  di  musica, dei quali parlavan con passione d'adolescenti, ma
compiacevano della nostra immigrazione, come d'un concorso  di  ottimi lavoratori, e accennando gli emigranti, dicevano: -
d'un mondo morto, e anche un po' affamati per professione.  Di  sotto a questi sentimenti, lampeggiava un orgoglio
due volte la settimana almeno essi festeggiavano fra  di  loro qualche data gloriosa della rivoluzione argentina, con
gloriosa della rivoluzione argentina, con una profusione  di  vini di Champagne, che era una bella prova dei buoni frutti
della rivoluzione argentina, con una profusione di vini  di  Champagne, che era una bella prova dei buoni frutti delle
salda, lucidissima non la speranza, ma la certezza  di  riuscire col tempo un popolo enorme, gli Stati Uniti
spagnuoli, dei quali parlavano con una leggera intonazione  di  canzonatura, come di gente da cui per fortuna avessero
parlavano con una leggera intonazione di canzonatura, come  di  gente da cui per fortuna avessero sotto ogni aspetto
dirazzato, non risentendo più da loro alcun influsso  di  nessuna specie; ma anche rispetto agli altri popoli latini
dell'America, Chileno, Peruviano, Boliviano, Brasiliano;  di  ciascuno dei quali rilevavano le deficienze intellettuali e
ridicoli, con una ironia faceta, che tradiva un sentimento  di  rivalità d'alto in basso, non addolcito da quello della
caldo, rotto da risa cordiali e da scatti quasi involontari  di  sincerità, che rivelavano una natura capace di passioni
involontari di sincerità, che rivelavano una natura capace  di  passioni generose e violente, ed anche una mobilità grande
passioni generose e violente, ed anche una mobilità grande  di  affetti, nata da un ardente bisogno di divorare la vita in
una mobilità grande di affetti, nata da un ardente bisogno  di  divorare la vita in tutti i modi, seguendo con tutte le
vita in tutti i modi, seguendo con tutte le forze l'impeto  di  tutti i desideri. Una sola cosa avrei desiderato in alcuni
tutti i desideri. Una sola cosa avrei desiderato in alcuni  di  essi, ed era un'espressione più aperta di pietà nella voce
in alcuni di essi, ed era un'espressione più aperta  di  pietà nella voce e negli occhi, nel raccontare che facevano
e tale da render viva doppiamente la curiosità  di  scrutarli più addentro. Per la prima volta io mi trovavo
mai accaduto in Europa. In mezzo alla grande comunanza  di  cognizioni e idee che era fra noi, io riconoscevo vagamente
d'un continente quasi spopolato, in una specie  di  solitudine d'esercito invasore, e le impressioni d'una
letteraria, accentuata in modo nuovo per me e fiorita  di  parole sconosciute e bizzarre, e cantata con quel lontano
sconosciute e bizzarre, e cantata con quel lontano ricordo  di  melopea indiana, che mi faceva passar per la fantasia delle
che mi faceva passar per la fantasia delle facce color  di  rame ornate di penne. Ma più che la lingua, la facilità
passar per la fantasia delle facce color di rame ornate  di  penne. Ma più che la lingua, la facilità incredibile di
di penne. Ma più che la lingua, la facilità incredibile  di  parola, e la facoltà imitativa dell'intonazione e del
d'affettazione o d'artifizio apparente, con una vigoria  di  mosse e con una musica di parola maravigliosa. E in tutti
apparente, con una vigoria di mosse e con una musica  di  parola maravigliosa. E in tutti notai questa dote d'un bel
maravigliosa. E in tutti notai questa dote d'un bel metallo  di  voce, e un'arte o una facoltà naturale, squisita di
metallo di voce, e un'arte o una facoltà naturale, squisita  di  modularla; nella signora particolarmente, la quale aveva
la quale aveva una certa voce bianca, e delle note  di  testa graziosissime, che a sentirle a occhi chiusi
acustico che m'aveva fatto una sera il nome dello Stato  di  Jujuí, pronunciato in quella maniera, essa andava cercando
maniera, essa andava cercando per gioco altri nomi indiani  di  monti e di fiumi del suo paese, che mi ripeteva man mano,
andava cercando per gioco altri nomi indiani di monti e  di  fiumi del suo paese, che mi ripeteva man mano, ridendo
è la città  di  Sicilia che fece una più maravigliosa cresciuta dopo il
alberate, i nuovi magnifici passeggi pubblici, veri luoghi  di  delizie, degni di Parigi e di Londra, non hanno mutato la
magnifici passeggi pubblici, veri luoghi di delizie, degni  di  Parigi e di Londra, non hanno mutato la sua antica
pubblici, veri luoghi di delizie, degni di Parigi e  di  Londra, non hanno mutato la sua antica fisonomia
d'ordine dorico, ionico e composito, coperte d'arabeschi e  di  fregi, ornate di fontane e di statue: - piazza, mercato,
ionico e composito, coperte d'arabeschi e di fregi, ornate  di  fontane e di statue: - piazza, mercato, foro, cuore di
coperte d'arabeschi e di fregi, ornate di fontane e  di  statue: - piazza, mercato, foro, cuore di Palermo. A
di fontane e di statue: - piazza, mercato, foro, cuore  di  Palermo. A giudicare dal movimento di quelle due strade, di
mercato, foro, cuore di Palermo. A giudicare dal movimento  di  quelle due strade, di cui una sbocca sul mare, l'altra è in
di Palermo. A giudicare dal movimento di quelle due strade,  di  cui una sbocca sul mare, l'altra è in direzione parallela
parallela alla riva, si direbbe che Palermo è una città  di  due milioni d'abitanti. Corrono in ciascuna, da un capo
un capo all'altro e dalla mattina alla sera, due torrenti  di  gente, di carrozze, di carri, di carrette, che
all'altro e dalla mattina alla sera, due torrenti di gente,  di  carrozze, di carri, di carrette, che continuamente
mattina alla sera, due torrenti di gente, di carrozze,  di  carri, di carrette, che continuamente serpeggiano per non
alla sera, due torrenti di gente, di carrozze, di carri,  di  carrette, che continuamente serpeggiano per non urtarsi,
la vista, uno strepito che v'introna la testa, una varietà  di  veicoli, di carichi, d'aspetti umani, di gesti e di voci,
strepito che v'introna la testa, una varietà di veicoli,  di  carichi, d'aspetti umani, di gesti e di voci, un contrasto
testa, una varietà di veicoli, di carichi, d'aspetti umani,  di  gesti e di voci, un contrasto di allegrezza e di furia, di
varietà di veicoli, di carichi, d'aspetti umani, di gesti e  di  voci, un contrasto di allegrezza e di furia, di fatica e di
carichi, d'aspetti umani, di gesti e di voci, un contrasto  di  allegrezza e di furia, di fatica e di spasso, di lusso e di
umani, di gesti e di voci, un contrasto di allegrezza e  di  furia, di fatica e di spasso, di lusso e di povertà, quale
di gesti e di voci, un contrasto di allegrezza e di furia,  di  fatica e di spasso, di lusso e di povertà, quale in
di voci, un contrasto di allegrezza e di furia, di fatica e  di  spasso, di lusso e di povertà, quale in nessun'altra città
contrasto di allegrezza e di furia, di fatica e di spasso,  di  lusso e di povertà, quale in nessun'altra città del mondo
di allegrezza e di furia, di fatica e di spasso, di lusso e  di  povertà, quale in nessun'altra città del mondo credo che si
mondo credo che si possa vedere. Ma e tutta uno spettacolo  di  violenti contrasti questa stupenda e strana Città dei
contrasti questa stupenda e strana Città dei Vespri e  di  Santa Rosolia. Alzando gli occhi di mezzo alla vegetazione
Città dei Vespri e di Santa Rosolia. Alzando gli occhi  di  mezzo alla vegetazione magnifica che vi circonda nei
parchi cittadini, dove s'incrociano i viali fiancheggiati  di  leandri e di rose, e s'affollano le palme, i platani, gli
dove s'incrociano i viali fiancheggiati di leandri e  di  rose, e s'affollano le palme, i platani, gli eucalipti, le
le palme, i platani, gli eucalipti, le più preziose specie  di  tutte le flore, vedete un anfiteatro di montagne rocciose e
più preziose specie di tutte le flore, vedete un anfiteatro  di  montagne rocciose e nude, di aspetto terribile, che par che
le flore, vedete un anfiteatro di montagne rocciose e nude,  di  aspetto terribile, che par che guardino biecamente e
un vero passeggio da Sovrani, dove corrono centinaia  di  carrozze aristocratiche, si riesce in pochi passi lungo la
riesce in pochi passi lungo la vecchia Cala, dove una selva  di  brigantini, di paranze, di barcacce d'ogni più antica
passi lungo la vecchia Cala, dove una selva di brigantini,  di  paranze, di barcacce d'ogni più antica forma, siciliane,
la vecchia Cala, dove una selva di brigantini, di paranze,  di  barcacce d'ogni più antica forma, siciliane, napolitane,
dei passati secoli. Uscite da quell'enorme labirinto  di  viuzze oscure e sudicie, che si chiama l'Albergheria, dove
dove brulica una popolazione poverissima in migliaia  di  fetidi covi, che sono ancora quei medesimi in cui si
che sono ancora quei medesimi in cui si pigiavano gli Arabi  di  nove secoli or sono, e vi trovate dinanzi a un « Teatro
e più splendido teatro d'Italia, che costò otto milioni, e  di  cui fu decretata la costruzione quando Palermo non aveva un
esiste; la aristocrazia ricca a assai scarsa. Un'apparenza  di  splendore dà alla città la passione del lusso, che è
specialmente inglese. Ed è a notarsi pure un vivo amore  di  tutte le classi per la vita esteriore, per le passeggiate,
forestiero fa apparir la popolazione duplicata. Ho parlato  di  contrasti. Un contrasto che compendia e spiega tutti gli
Verità che paion sogni ogni quando si passa fra i ricordi  di  quel tempo in cui il celebre Sceriffo arabo Edrisi chiamava
Siracusa. Ma ben altri ricordi m'incalzavano per le vie  di  Palermo. E' la Città dei Vespri, ma è anche la Città di
vie di Palermo. E' la Città dei Vespri, ma è anche la Città  di  Garibaldi. Chi può passare per tutta quella rete di vie
Città di Garibaldi. Chi può passare per tutta quella rete  di  vie tortuose che si stendono fra Porta Termini e il centro
male armati o quasi disarmati, vincono un presidio  di  più di ventimila soldati, munito di artiglierie potenti,
male armati o quasi disarmati, vincono un presidio di più  di  ventimila soldati, munito di artiglierie potenti, sostenuto
vincono un presidio di più di ventimila soldati, munito  di  artiglierie potenti, sostenuto dal fuoco di quattro
soldati, munito di artiglierie potenti, sostenuto dal fuoco  di  quattro fregate, protetto da caserme e da fortezze
da caserme e da fortezze formidabili, padrone ancora  di  quattro quinti della periferia della città quando la
vi è già penetrata. Che eroica epopèa quella battaglia  di  nove giorni intorno alle Porte e sulle barricate, fra i
palazzi e i monasteri in fiamme, nel bagliore degl'incendi  di  interi quartieri, saccheggiati e insanguinati dal furore di
di interi quartieri, saccheggiati e insanguinati dal furore  di  vendetta d'una soldatesca feroce, sotto il fulminìo delle
sotto il fulminìo delle bombe e delle granate dei forti  di  Castellamare, che colmano le vie di rovine e di cadaveri! A
delle granate dei forti di Castellamare, che colmano le vie  di  rovine e di cadaveri! A ogni passo vi sorge dinanzi
dei forti di Castellamare, che colmano le vie di rovine e  di  cadaveri! A ogni passo vi sorge dinanzi l'immagine luminosa
dinanzi l'immagine luminosa dell'Eroe. Ecco la piccola casa  di  Fieravecchia dov'egli passò la prima notte dopo l'entrata
fallimento disperato della sua impresa e un eccidio orrendo  di  tutti i suoi. Ecco il Palazzo Pretorio di dove egli
eccidio orrendo di tutti i suoi. Ecco il Palazzo Pretorio  di  dove egli annunziò al popolo fremente d'aver respinto le
proposte d'armistizio dei generali borbonici" e deciso  di  continuar la lotta fino all'ultimo estremo. E là, nel Foro
lanciando all'improvviso il primo grido della spedizione  di  Roma, tradotto poi nella formola memoranda di Roma o morte!
spedizione di Roma, tradotto poi nella formola memoranda  di  Roma o morte! E più oltre, sulla marina, è quella storica
o morte! E più oltre, sulla marina, è quella storica casa  di  Ugo delle Favare, dov'egli fu ospitato nel 1882, l'ultima
silenziosa, che comprimeva con uno sforzo sublime  di  volontà la propria commozione per "non recargli molestia" e
commozione per "non recargli molestia" e pareva un popolo  di  larve addolorate intorno a un Dio moribondo. O grande anima
larve addolorate intorno a un Dio moribondo. O grande anima  di  Garibaldi, come sei ancora viva e raggiante a Palermo! Viva
popolo palermitano Garibaldi è ancora il mito divino e caro  di  quei primi anni, il discendente di Santa Rosolia, al quale
il mito divino e caro di quei primi anni, il discendente  di  Santa Rosolia, al quale la Santa stessa aveva dato quello
facilmente le ingiurie, perché ha un fiero sentimento  di  sé, e facilmente le vendica col sangue, perché è pronto
universalmente dei difetti che sono per l'appunto l'opposto  di  certe sue qualità caratteristiche; cioè, di essere troppo
l'opposto di certe sue qualità caratteristiche; cioè,  di  essere troppo verbosamente e chiassosamente espansivo,
espansivo, mentre a piuttosto chiuso e taciturno;  di  essere poco tenero della famiglia, mentre alle creature del
mentre alle creature del suo sangue è affezionatissimo;  di  essere tenace e implacabile negli odii, mentre è caso raro
viva e pronta, lo spirito generoso e poetico.  Di  qual sentimento della poesia sia dotata questa razza lo
canti e le sue tradizioni popolari, ha detto il Renan. E  di  che profondo e delicato amor proprio (capace, se ben
profondo e delicato amor proprio (capace, se ben governato,  di  dar ottimi frutti) essa sia compresa, si può argomentare
in ispecie, dei giudizi degli stranieri, o anche più  di  quelli dei loro fratelli continentali; dal rammarico che
e mi commosse, e mi rattristò anche un poco, come un segno  di  diffidenza dei nostri sentiment fraterni. Ma non si può
molte ingiustizie. Quanto è consolante il non aver alcuna  di  queste ingiustizie da rimproverare a noi stessi quando it
siciliana, quando ci sentiamo premere intorno, per le vie  di  quelle grandi e belle città, quella gran folla piena di
vie di quelle grandi e belle città, quella gran folla piena  di  vita e di forza e di ricordi gloriosi, nella quale è
grandi e belle città, quella gran folla piena di vita e  di  forza e di ricordi gloriosi, nella quale è riposta tanta
e belle città, quella gran folla piena di vita e di forza e  di  ricordi gloriosi, nella quale è riposta tanta parte delle
nostra nuova vita! L'immagine delle grandi strade affollate  di  Palermo m'accompagnò per tutto il viaggio che feci da
come piccole fortezze sparse in un deserto, a distanza  di  parecchie miglia dalle città e dai villaggi, che non si
che non si vedono, o appariscono lontano, sulla cima  di  alture rocciose, quasi separati dal mondo. Per vastissime
rocciose, quasi separati dal mondo. Per vastissime distese  di  terreno, fin dove arriva lo sguardo, non si vede una casa,
nostra immagine vi si possa compiacere con quel vago senso  di  riposo e d'abbandono che suol provare nelle grandi
il malandrinaggio, il brigantaggio, e crea una catena  di  parassiti sfruttatori fra il grande proprietario assente e
siciliano, filtrandosi, spiritualizzandosi per lungo abito  di  servaggio nelle menti, nel costume, nella vita intima,
riduce la maggioranza lavoratrice in condizioni  di  minoranza legale di fronte ai suoi oppressori, prevalenti
maggioranza lavoratrice in condizioni di minoranza legale  di  fronte ai suoi oppressori, prevalenti nelle Provincie, nei
dare un crollo, non fece per contro che favorirlo, poiché  di  quei beni s'impinguarono la borghesia e l'aristocrazia,
terriero in aggiunta all'antico, abolito soltanto  di  nome nel 1812. Il tentativo di riforma fatto dal Crispi si
all'antico, abolito soltanto di nome nel 1812. Il tentativo  di  riforma fatto dal Crispi si spezzò contro un'opposizione
interessati, veri sovrani dell'isola. Nessun'altro uomo  di  Stato ebbe poi il coraggio di ritentare la prova. Prima
dell'isola. Nessun'altro uomo di Stato ebbe poi il coraggio  di  ritentare la prova. Prima cura d'ogni Governo è di reggersi
coraggio di ritentare la prova. Prima cura d'ogni Governo è  di  reggersi in piedi, e per reggersi hanno tutti bisogno
una montagna che dà l'immagine d'un mondo; un prodigio  di  bellezza e di maestà, che vi fa aprire la bocca come per
che dà l'immagine d'un mondo; un prodigio di bellezza e  di  maestà, che vi fa aprire la bocca come per lanciare un
veste la sua sommità e si rompe più sotto in una quantità  di  strisce simmetriche scintillanti che somigliano alle
simmetriche scintillanti che somigliano alle frangie  di  un immenso velo di trina ingemmato; in giro alle sue falde
scintillanti che somigliano alle frangie di un immenso velo  di  trina ingemmato; in giro alle sue falde si stendono vaste
falde si stendono vaste macchie bianche, che paiono strati  di  neve, e grandi macchie oscure, che sembrano ombre dense
- Ecco l'Etna! - mi dice un Catanese, mio compagno  di  viaggio -; ecco la nostra gran madre benefica e sovrana
cinque giorni! Era l'esclamazione  di  tutti quella mattina, e parevan più lunghi i cinque giorni
ch'eran passati. Perchè è da osservare che, in virtù  di  non so che legge d'inerzia psichica, il lento accrescersi
generale proseguiva, latente, anche negli intervalli  di  tempo sereno e di buon umore; cessati i quali, ciascuno si
latente, anche negli intervalli di tempo sereno e  di  buon umore; cessati i quali, ciascuno si risentiva l'odioso
del tempo trascorso, senza il più piccolo ammanco  di  peso, come se si fosse sempre seccato. E quel diciottesimo
una parte aveva color d'olio sbattuto. in un'altra pareva  di  cenere immollata, e qua e là, d'un bitume nerastro, che
notte era morto il vecchio contadino piemontese, malato  di  polmonite: l'atto di morte era stato steso e firmato da due
vecchio contadino piemontese, malato di polmonite: l'atto  di  morte era stato steso e firmato da due testimoni, la
signore, che volevan sapere, e con la sua faccia placida  di  Nicotera ammansito, raccontò. Era stata una scena dolorosa.
raccontò. Era stata una scena dolorosa. Il vecchio, prima  di  morire, aveva voluto rivedere la signorina di Mestre, per
prima di morire, aveva voluto rivedere la signorina  di  Mestre, per rimetterle i suoi pochi soldi e le carte, che
ospedale, si vedeva un'angoscia immensa, uno sgomento  di  fanciullo di dover morir là, in mezzo all'oceano, e di non
si vedeva un'angoscia immensa, uno sgomento di fanciullo  di  dover morir là, in mezzo all'oceano, e di non aver
di fanciullo di dover morir là, in mezzo all'oceano, e  di  non aver sepoltura; e si afferrava con tutt'e due le mani
- Oh me fieul! Oh me pover - e scotendo il capo in atto  di  desolazione infinita. Morto, era rimasto col viso contratto
Morto, era rimasto col viso contratto in un'espressione  di  spavento, e ancora inondato di lagrime. La signorina,
contratto in un'espressione di spavento, e ancora inondato  di  lagrime. La signorina, l'avevan dovuta quasi portare in
saliti a bordo allora un impiegato gallonato del porto  di  Montevideo e un medico, - quello un omone con un fil di
di Montevideo e un medico, - quello un omone con un fil  di  voce, questo un mezz'uomo con una voce di gran cassa; - i
omone con un fil di voce, questo un mezz'uomo con una voce  di  gran cassa; - i quali, dopo essersi informati dello stato
a contare il personale d'equipaggio. Tutti i passeggieri  di  terza, intanto, s'andavano radunando sul cassero centrale
avanzare a uno a uno, passare sul ponte che correva  di  sopra alla "piazzetta" e poi, scendendo dal cassero per la
"piazzetta" e poi, scendendo dal cassero per la scaletta  di  destra, tornare a prua. Sull'ampio castello centrale non
a prua. Sull'ampio castello centrale non c'era più un palmo  di  spazio vuoto: una folla fitta come un reggimento in colonna
cielo era rannuvolato; il fiume immenso, d'un color giallo  di  mota; e la città di Montevideo, lontana, non appariva che
il fiume immenso, d'un color giallo di mota; e la città  di  Montevideo, lontana, non appariva che come una lunga
parte d'occidente in un colle solitario, il Cerro, memore  di  Garibaldi: un paesaggio vasto e semplice, che aspettava il
silenzio. Lontano fumavano dei vaporini che venivano verso  di  noi.
ed io cominciai le mie osservazioni. Quando salii sul palco  di  comando, poco dopo le otto, che era l'ora della colezione,
della colezione, la prua offriva l'aspetto tra d'un mercato  di  campagna e d'un accampamento di zingari, che avessero
l'aspetto tra d'un mercato di campagna e d'un accampamento  di  zingari, che avessero disfatto le tende. Ciascun gruppo
il passaggio, in tutti i cantucci che formavan le torri  di  cordami e i mucchi di fieno o di merci addossati all'opera
i cantucci che formavan le torri di cordami e i mucchi  di  fieno o di merci addossati all'opera morta, s'era ficcata,
che formavan le torri di cordami e i mucchi di fieno o  di  merci addossati all'opera morta, s'era ficcata, come una
addossati all'opera morta, s'era ficcata, come una covata  di  gatti, una brigatella di conoscenti o una famigliuola, con
s'era ficcata, come una covata di gatti, una brigatella  di  conoscenti o una famigliuola, con le sue seggiole e qualche
ancora le gallette nel caffè nero, con le gamelle  di  latta sulle ginocchia; alcuni lavavano le loro stoviglie
dolce al loro rancio coi così detti bidoni, della forma  di  coni tronchi, dipinti di rosso e di verde; gli altri
coi così detti bidoni, della forma di coni tronchi, dipinti  di  rosso e di verde; gli altri stavano accovacciati lungo i
bidoni, della forma di coni tronchi, dipinti di rosso e  di  verde; gli altri stavano accovacciati lungo i parapetti,
dalla ristrettezza dello spazio e dalla mancanza  di  cento cose. Tra la folla fitta e nera si vedevan girare
la folla fitta e nera si vedevan girare lunghe berrette blù  di  cafoni, busti verdi di donne calabresi, larghi cappelli di
vedevan girare lunghe berrette blù di cafoni, busti verdi  di  donne calabresi, larghi cappelli di feltro di contadini
di cafoni, busti verdi di donne calabresi, larghi cappelli  di  feltro di contadini dell'Alta Italia, cuffie di montanare,
busti verdi di donne calabresi, larghi cappelli di feltro  di  contadini dell'Alta Italia, cuffie di montanare, papaline
cappelli di feltro di contadini dell'Alta Italia, cuffie  di  montanare, papaline rosse, italianelli, raggiere di spilli
cuffie di montanare, papaline rosse, italianelli, raggiere  di  spilli di villanelle della Brianza, e teste bianche di
montanare, papaline rosse, italianelli, raggiere di spilli  di  villanelle della Brianza, e teste bianche di vecchi e nere
di spilli di villanelle della Brianza, e teste bianche  di  vecchi e nere capigliature selvagge e una varietà mirabile
vecchi e nere capigliature selvagge e una varietà mirabile  di  facce stanche, tristi, ridenti, attonite, sinistre; molte
creder vero che l'emigrazione porti via dal paese i germi  di  molti delitti. Ma l'oceano essendo tranquillo, e l'aria
giovani, seduti sopra i parapetti, con una gamba spenzoloni  di  fuori e i cappelli arrovesciati sulla nuca, pigliavan degli
arrovesciati sulla nuca, pigliavan degli atteggiamenti  di  baldanza marinaresca, parlando forte e modulando il riso in
con garbo: la parte intraprendente pareva, del bel sesso  di  terza. Fra queste spiccava una bella donnetta, - una
Fra queste spiccava una bella donnetta, - una contadina  di  Capracotta, - con un visetto regolare e dolce di madonna
contadina di Capracotta, - con un visetto regolare e dolce  di  madonna (lavata male), a cui diceva mirabilmente un
da collo, che portava incrociato sul petto, tutto purpureo  di  rose e di garofani, che parean veri e fiammeggiavano agli
che portava incrociato sul petto, tutto purpureo di rose e  di  garofani, che parean veri e fiammeggiavano agli occhi. E
cittadinesca, che discorrevano con grande animazione, dando  di  tratto in tratto in risate squillanti, dopo aver fissato
sole, sedicenti coriste, due diavolesse che promettevano  di  dargli molte noie durante il viaggio. E come io non capivo
noie durante il viaggio. E come io non capivo a che genere  di  noie volesse accennare, egli mi rivelò una delle maggiori
egli mi rivelò una delle maggiori piaghe della vita  di  bordo, in quelle piene d'emigranti: la gelosia delle donne
a stregare i loro mariti disoccupati, approfittando  di  quella confusione di gente; e ne nascevan iti rabbiose, in
loro mariti disoccupati, approfittando di quella confusione  di  gente; e ne nascevan iti rabbiose, in cui toccava a lui di
di gente; e ne nascevan iti rabbiose, in cui toccava a lui  di  fare da conciliatore. Ah! ne avrebbe sentite, più tardi. Ce
E, m'indicò un'altra ragazza, bolognese, una specie  di  donna-cannone, seduta dietro a quelle due, col capo alto,
seduta dietro a quelle due, col capo alto, vestita  di  nero, una faccia di leonessa, bruna, non brutta, ma Dio ne
a quelle due, col capo alto, vestita di nero, una faccia  di  leonessa, bruna, non brutta, ma Dio ne liberi; la quale
aveva una civetteria particolare, la superbia, il ticchio  di  primeggiare e di farsi desiderare con I'ostentazione di un
particolare, la superbia, il ticchio di primeggiare e  di  farsi desiderare con I'ostentazione di un principesco
di primeggiare e di farsi desiderare con I'ostentazione  di  un principesco disprezzo per la gente purchessia, di una
di un principesco disprezzo per la gente purchessia,  di  una pudicizia ultra delicata, paurosa d'esser profanata
quale, passandole accanto, le aveva urtato una grossa borsa  di  cuoio, che portava a tracolla; e domandata in via di
borsa di cuoio, che portava a tracolla; e domandata in via  di  discorso, del perchè andasse in America, aveva risposto
della folla, le quali dal contegno, dai vestiti logori, ma  di  stoffa e di taglio signorile, mostravano d'esser gente
le quali dal contegno, dai vestiti logori, ma di stoffa e  di  taglio signorile, mostravano d'esser gente stata costretta
costretta a partir per l'America da un rovescio improvviso  di  fortuna, che gli aveva gittati dall'agiatezza sul lastrico,
con neppur tanto in tasca da prendere un biglietto  di  seconda classe. C'erano, fra gli altri, due coniugi, con
vicino alla stalla dei bovi, con l'aria imbarazzata  di  chi non osa di sedersi: tutti e due sulla quarantina,
alla stalla dei bovi, con l'aria imbarazzata di chi non osa  di  sedersi: tutti e due sulla quarantina, macilenti, d'aspetto
alta e sottile, con gli occhi rossi, che pareva uscita  di  fresco da una malattia, aveva passato tutto il primo giorno
tristi. Intanto, guardando abbasso, proprio sotto il palco  di  comando, io avevo fatto una scoperta maravigliosa, una
bionda, con un viso ovale d'una regolarità e purezza  di  lineamenti angelici, d'occhi grandi e chiari, bianchissima;
d'una gonnella azzurra, che parea che stringesse due cosce  di  marmo. Dal vestito, benché pulitissimo, si vedeva ch'era
così ingenua; a una grazia così semplice d'atteggiamenti e  di  mosse, che non stonava con l'umiltà del suo stato. Dava
con l'umiltà del suo stato. Dava l'idea d'una bambina  di  dieci anni che fosse cresciuta così in pochi giorni.
vedemmo affacciarsi a un finestrino, e guardarla con l'aria  di  un ammiratore abituale, nientemeno che il cuoco della terza
nientemeno che il cuoco della terza classe, con tanto  di  berretta bianca, un faccione rosso e brusco, d'una
straordinaria alterigia, sul quale appariva la coscienza  di  esser per gli emigranti più importante personaggio del
lui e gli altri si spassarono  di  tutto cuore, più tardi, accennandosi la schiena rotonda del
e abbracciava circa a un quarto dell'orizzonte. Il tratto  di  via lattea che corre fra lo Scorpione e il Centauro e i
della Croce del Sud, appariva mirabilmente vivo. E le nubi  di  Magellano, le vaste nebulose solitarie che facevano battere
stelle cadenti a ogni tratto, come una pioggia rada  di  fiori di fuoco, che strisciavano il cielo di luce argentea,
cadenti a ogni tratto, come una pioggia rada di fiori  di  fuoco, che strisciavano il cielo di luce argentea,
pioggia rada di fiori di fuoco, che strisciavano il cielo  di  luce argentea, rossigna, dorata, azzurra; ma più grandi
apparenza, per effetto della maggior purezza atmosferica,  di  quel che si vedano sul nostro orizzonte. La chiarezza del
si riflettevano nel mare quieto, in modo che non pareva  di  navigare, ma di volare sopra un naviglio aereo dentro agli
nel mare quieto, in modo che non pareva di navigare, ma  di  volare sopra un naviglio aereo dentro agli splendori del
del firmamento. Eppure quasi nessuno guardava. Ciascuno  di  quei mille e settecento atomi viventi aveva dentro di sè
di quei mille e settecento atomi viventi aveva dentro  di  sè una speranza, o un timore, o un rammarico, appetto al
timore, o un rammarico, appetto al quale tutti quei milioni  di  mondi non gl'importavan di più d'un nuvoletto di polvere
al quale tutti quei milioni di mondi non gl'importavan  di  più d'un nuvoletto di polvere sollevato da terra col piede.
milioni di mondi non gl'importavan di più d'un nuvoletto  di  polvere sollevato da terra col piede. A prua, infatti, si
piede. A prua, infatti, si sentiva un mormorio vivissimo  di  conversazioni; ma più raccolto e più eguale dell'altre
canti nè grida: si capiva che tutti parlavano d'interessi,  di  faccende, di cose serie. Al momento della separazione delle
si capiva che tutti parlavano d'interessi, di faccende,  di  cose serie. Al momento della separazione delle donne dagli
donne dagli uomini, si udirono dei: - Buona notte! - piedi  di  sottintesi, e cento voci vibranti: - A domani, dunque! - È
provincia o della stessa professione. La maggior parte eran  di  contadini. E non mi fu difficile di cogliere argomento
La maggior parte eran di contadini. E non mi fu difficile  di  cogliere argomento predominante delle conversazioni: il
stato della classe agricola in Italia; - troppa concorrenza  di  lavoratori, tutta a vantaggio dei proprietari e dei
- cattive annate, - padroni ingordi, - nessuna speranza  di  migliorare il proprio stato. I discorsi, per lo più, avevan
il proprio stato. I discorsi, per lo più, avevan forma  di  racconti: racconti di miserie, di birbonate e
I discorsi, per lo più, avevan forma di racconti: racconti  di  miserie, di birbonate e d'ingiustizie. In un crocchio, in
per lo più, avevan forma di racconti: racconti di miserie,  di  birbonate e d'ingiustizie. In un crocchio, in cui pareva
raddoppiare i salari, o a dar le loro terre per un boccone  di  pane. - Quando saremo andati via tutti, - diceva uno, -
Quando saremo andati via tutti, - diceva uno, - creperanno  di  fame anche loro. - E un altro : - Non passa dieci anni, dà
come poi seppi, che a bordo ci fosse un servizio segreto  di  polizia, per conto del Governo. C'erano dei crocchi di
di polizia, per conto del Governo. C'erano dei crocchi  di  contadini calabresi, con le loro mantelline a cappuccio, e
e i loro sandali, legati con le zampitte; ma pochi  di  essi parlavano. In altri gruppi si discorreva del mare e
gli altri li stavano a sentire, e alla voce alta, al torso  di  sicurezza col quale sdottoravano; perchè è incredibile
anche in quelle angustie, quanto sia forte il prurito  di  farsi conoscere, di fabbricarsi un piedestallo anche tra
angustie, quanto sia forte il prurito di farsi conoscere,  di  fabbricarsi un piedestallo anche tra quella povera folla,
dei sentimenti più delicati ed eccelsi, che adora  di  fiori il giardino delizioso del cuore, è la stima che si
che si elevano al disopra della folla sia per squisitezza  di  sentire, sia per prepotenza di mente. Nei gradi minimi di
folla sia per squisitezza di sentire, sia per prepotenza  di  mente. Nei gradi minimi di questo sentimento non si varca
di sentire, sia per prepotenza di mente. Nei gradi minimi  di  questo sentimento non si varca mai il limite di una fredda
minimi di questo sentimento non si varca mai il limite  di  una fredda ammirazione, e il piacere è prodotto dal
in noi soli l'origine e la ragione. Se siamo spettatori  di  un atto generoso, esso si riflette nella nostra coscienza,
un piacere, fa scintillare nello stesso tempo un raggio  di  luce riflesso che è costituito dall'ammirazione. Il raggio
Così un uomo che manda a noi una sol volta l'immagine  di  un'azione grande per intelletto, ci ispira l'ammirazione,
a un tratto alla venerazione o all'adorazione, se il raggio  di  luce che ha colpito la nostra coscienza era vivissimo e
ammira, si riconosce una superiorità qualunque, si fa atto  di  sudditanza, si fa violenza alla vanità, perchè voglia
alla vanità, perchè voglia sottoscrivere il documento  di  una inferiorità. Siccome però l'egoismo è un elemento
è un elemento necessario all'organizzazione morale  di  tutti gli individui, i quali lo posseggono soltanto in
della stima, concedendogli una parte maggiore o minore  di  gioie. Vi sono uomini di una superbia eccessiva, che non
una parte maggiore o minore di gioie. Vi sono uomini  di  una superbia eccessiva, che non hanno mai stimato e
alla strozza dalla verità, pronunciano col labbro un atto  di  ammirazione che cancellano subito col cuore. Per questi la
che cancellano subito col cuore. Per questi la gioia  di  ammirare e di venerare è lettera morta. Moltissimi altri
subito col cuore. Per questi la gioia di ammirare e  di  venerare è lettera morta. Moltissimi altri non sanno
uomini grandi, che sono separati da essi da largo spazio  di  terreno o di tempo, e non possono sopportare la più piccola
che sono separati da essi da largo spazio di terreno o  di  tempo, e non possono sopportare la più piccola superiorità
che li avvicini, e mentre prestano forse un culto  di  adorazione per Cesare, per Newton o per Napoleone,
per Cesare, per Newton o per Napoleone, soffocano  di  bile fiutando appena l'odore acre e insoffribile che emana
che emana da un titolo accademico, o da un pollice  di  nastro all'occhiello di un loro simile. A nostro conforto
titolo accademico, o da un pollice di nastro all'occhiello  di  un loro simile. A nostro conforto però abbiamo uomini
la barriera della bontà e del dovere, possono piangere  di  commozione leggendo, ad esempio, la storia di Romeo, o
piangere di commozione leggendo, ad esempio, la storia  di  Romeo, o assistendo ad una azione nobile e generosa.
provano anche nella stima che si professa pei contemporanei  di  mente sublime, o per uomini in cui si onora la vecchiaia
all'intorno ci fa fremere e sospirare. A questa classe  di  piaceri appartengono ancora le sensazioni deliziose che si
sensazioni deliziose che si provano nell'essere spettatori  di  una azione nobile e generosa. Queste gioie variano di grado
di una azione nobile e generosa. Queste gioie variano  di  grado secondo il merito dell'azione, ma sono sempre calde
come strumento a suscitare la gioia. La semplice vista  di  un autografo di persona insigne può far palpitare di
a suscitare la gioia. La semplice vista di un autografo  di  persona insigne può far palpitare di piacere, come un cieco
vista di un autografo di persona insigne può far palpitare  di  piacere, come un cieco può piangere di gioia palpando colle
può far palpitare di piacere, come un cieco può piangere  di  gioia palpando colle mani intente un oggetto appartenente a
a cui partecipò anche l'orecchio. Lo stesso si può dire  di  chi legge per la prima volta l'autobiografia di un grande,
si può dire di chi legge per la prima volta l'autobiografia  di  un grande, lasciata in eredità a quelli che non furono suoi
questi è venerabile per un'onorata vecchiaia e per meriti  di  mente e di cuore, non è che con trepida gioia che lo si
venerabile per un'onorata vecchiaia e per meriti di mente e  di  cuore, non è che con trepida gioia che lo si saluta e gli
grand'uomo che, vecchio e cadente, manda ancora un raggio  di  viva luce dalle stanche pupille. L'esercizio di queste
un raggio di viva luce dalle stanche pupille. L'esercizio  di  queste gioie rende migliori tutti i nobili sentimenti,
sentimenti, umilia la superbia o eleva la vanità al grado  di  nobile ambizione. Più d'una volta il culto prestato ad un
il premio d'una corona d'alloro. Queste gioie non sono  di  tutti, e ognuno le prova in grado molto diverso. La donna
dire con sicurezza se gli antichi sapessero venerare più  di  noi gli uomini grandi; ma inchino a credere che anche in
e più larghe, per le quali può versar tutta la pienezza  di  vita che tiene in sè latente. Comunicando ad altri il
altri il nostro piacere, veniamo a scaricarci dell'eccesso  di  sensazione che non possiamo sopportare, e, contemplando la
insieme sono due corpi che si mettono in equilibrio. Uno  di  essi manda all'altro una corrente di gioia che ridesta in
in equilibrio. Uno di essi manda all'altro una corrente  di  gioia che ridesta in lui lo stesso fenomeno; per cui, alla
e i doni si scambiano reciprocamente e senza posa. Ma v'ha  di  più: il piacere che noi diamo ad un altro ritorna a noi più
diamo ad un altro ritorna a noi più perfetto e più caldo  di  vita, ed ogni volta che il raggio di gioia si riflette in
perfetto e più caldo di vita, ed ogni volta che il raggio  di  gioia si riflette in noi o fuori di noi, esso è più terso e
volta che il raggio di gioia si riflette in noi o fuori  di  noi, esso è più terso e più caldo. Il piacere semplice e
semplice e primitivo si è combinato colla sodisfazione  di  un sentimento benevolo, e mentre prima non godeva in noi
prima non godeva in noi che I'uomo-individuo, ora palpita  di  gioia l'uomo-sociale, l'uomo-completo. Il bisogno di
di gioia l'uomo-sociale, l'uomo-completo. Il bisogno  di  comunicare agli altri la nostra gioia è così imperioso che,
scarica del piacere che lo innonda. Ma, quando siamo pieni  di  gioia, cerchiamo avidamente un uomo che si rallegri con
in modo così brusco e bizzarro, noi corriamo nelle braccia  di  un altro, e baciamo e stringiamo fervidamente tutti quelli
modo il giubilo popolare prodotto dall'improvviso arrivo  di  una lieta notizia. Il piacere cresce poi a dismisura,
la gioia arriva ad una vera frenesia, e senza bisogno  di  parlare ci gettiamo fra le braccia dell'amico o del
le braccia dell'amico o del fratello, ridendo e piangendo  di  gioia. Per quanto bella sia l'espressione di un piacere
e piangendo di gioia. Per quanto bella sia l'espressione  di  un piacere condiviso fra due persone che si amano, pure il
forze del piacere, non se ne accontenta, e prova il bisogno  di  effondersi in più largo campo, per far sentire praticamente
sia una pretesa egoistica il volere che gli altri godano  di  una gioia esclusivamente nostra. Queste generose
a fare il bene quando sono felici; e ognuno può ricordarsi  di  aver fatto un'elemosina straordinaria, dopo essere uscito
dopo essere uscito da un ritrovo col cuore gonfio  di  gioia; oppure di avere concesso un generoso perdono con lo
uscito da un ritrovo col cuore gonfio di gioia; oppure  di  avere concesso un generoso perdono con lo slancio il più
una fausta notizia. Infelice l'uomo che non possiede  di  queste gemme fra le sue reminiscenze!
diminuire o il cessare  di  una qualunque sensazione spiacevole può costituire un
prima non si avesse sofferto un dolore positivo. Il numero  di  questi piaceri è infinito, e corrisponde precisamente
pretesero falsamente che ogni gioia derivi dalla cessazione  di  un dolore. Basta l'osservazione più superficiale per far
più superficiale per far riconoscere l'errore  di  questi filosofi. Il desiderio e il bisogno non sono sempre
intermedio fra l'aspirazione e il godere è spesso sorgente  di  gioia, e non riesce spiacevole che quando si incomincia a
non riesce spiacevole che quando si incomincia a disperare  di  raggiungere lo scopo, o quando il bisogno è così urgente o
si fa invece troppo aspettare. Moltissimi piaceri però sono  di  puro lusso, e sorgono primitivi in noi senza la precedenza
puro lusso, e sorgono primitivi in noi senza la precedenza  di  un bisogno o di un desiderio. Noi possiamo trovarci nella
primitivi in noi senza la precedenza di un bisogno o  di  un desiderio. Noi possiamo trovarci nella calma più beata e
un magnifico fiore, o ci arriva all'orecchio il suono  di  una musica deliziosa, i nostri sensi provano un piacere che
diverse, e chi lo vuole spiegare forzandolo sotto il giogo  di  una teoria artificiale, inganna se stesso, e mostra di non
di una teoria artificiale, inganna se stesso, e mostra  di  non comprenderne la natura. I piaceri che provengono dalla
la natura. I piaceri che provengono dalla cessazione  di  un dolore si chiamano impropriamente negativi, per
sono stati degli oratori gracili e piccoli  di  statura, come Thiers e Guizot, che parlavano per tre ore di
di statura, come Thiers e Guizot, che parlavano per tre ore  di  seguito, facendo meravigliare tutti per la potenza del loro
gli slanci della sua eloquenza, perchè le emozioni perdono  di  effetto quando si prolungano troppo. Nei parlamenti e nei
parlamenti e nei tribunali vi è chi parla tre o quattro ore  di  seguito, ma nessun professore fa scuola più di due ore.
quattro ore di seguito, ma nessun professore fa scuola più  di  due ore. Solo eccezionalmente in Germania vi sono dei
Solo eccezionalmente in Germania vi sono dei professori  di  Pandette, che fanno scuola tre ore, ma ho visto a Lipsia
dei panini gravidi. Ho sentito a Lipsia dei corsi  di  due ore, ma mi annoiavo terribilmente: e li seguivo solo
i professori che facciano scuola un'ora e mezza o due ore  di  seguito. Ne conosco però di quelli che fanno tre corsi di
scuola un'ora e mezza o due ore di seguito. Ne conosco però  di  quelli che fanno tre corsi di un'ora,uno dopo l'altro, e li
di seguito. Ne conosco però di quelli che fanno tre corsi  di  un'ora,uno dopo l'altro, e li compiango. Per conto mio
Per conto mio confesso che non potrei parlare più  di  un'ora senza stancarmi eccessivamente. Uno di questi mi
parlare più di un'ora senza stancarmi eccessivamente. Uno  di  questi mi diceva che dopo aver parlato per due ore, provava
aver parlato per due ore, provava un bisogno irresistibile  di  tacere, e come un senso di oppressione al petto: oltre il
provava un bisogno irresistibile di tacere, e come un senso  di  oppressione al petto: oltre il disgusto della parola, notò
Credo non abbia torto, perchè egli si lagnava con me  di  aver provato qualche volta una leggera vertigine, e un
provato qualche volta una leggera vertigine, e un senso  di  vuoto nella testa. Un mio collega, che qualche volta
piccolo strapazzo del cervello, e specialmente una lezione  di  un'ora e mezzo per annebbiargli la vista, tanto che dopo
in cui la donna sente in sè fremere un'altra vita ed esulta  di  essere madre, fino all'ultimo istante in cui, morente, si
madre, fino all'ultimo istante in cui, morente, si consola  di  veder circondato il proprio letto da una corona di figli
consola di veder circondato il proprio letto da una corona  di  figli che piangono per lei, la donna-madre raccoglie sul
e non della generosità del ricambio. Vi è tale elevatezza  di  passione e tanta santità di ministero in questo sentimento,
ricambio. Vi è tale elevatezza di passione e tanta santità  di  ministero in questo sentimento, che il permettersi un
in questo sentimento, che il permettersi un sorriso  di  cinismo o uno scherzo, per quanto innocente, sarebbe
sarebbe profanazione, sacrilegio. L'uomo che, abusando  di  una precoce intelligenza o di una triste inesperienza, non
L'uomo che, abusando di una precoce intelligenza o  di  una triste inesperienza, non sa piangere sulle umane
sua madre lontana o morta, quando rammenta le ultime parole  di  un estremo saluto. Un nostro grande scrittore ha lasciato:
L'uomo non diventa fisicamente padre che con la voluttà  di  pochi istanti; ma la donna acquista il diritto di chiamarsi
voluttà di pochi istanti; ma la donna acquista il diritto  di  chiamarsi madre non solo coi labili momenti del piacere, ma
labili momenti del piacere, ma anche con una larga serie  di  pericoli e di dolori. Essa acquista il diritto di amare e
del piacere, ma anche con una larga serie di pericoli e  di  dolori. Essa acquista il diritto di amare e di soffrire,
serie di pericoli e di dolori. Essa acquista il diritto  di  amare e di soffrire, pagando una mercede generosa di
pericoli e di dolori. Essa acquista il diritto di amare e  di  soffrire, pagando una mercede generosa di spasimi; essa si
di amare e di soffrire, pagando una mercede generosa  di  spasimi; essa si merita la palma del sacrificio col
donna soffre per poter esser madre, tanto più essa va fiera  di  chiamarsi tale, e tanto più gode del suo sublime ministero;
non si intende, ma che si sente e che ci rende orgogliosi  di  appartenere all'umana famiglia. Le prime gioie della
palpitante e in tutta la sua forza, si associa alle gioie  di  un nuovo sentimento che, quasi rampollo di un albero
alle gioie di un nuovo sentimento che, quasi rampollo  di  un albero rigoglioso, cresce vivace e robusto. La donna
vivace e robusto. La donna vede nascere un affetto degno  di  lei e nel quale potrà esercitare tutte le forze
madre, le procura un turbamento ineffabile e il bisogno  di  partecipar tale scoperta a chi fino allora non era stato
per lui, come sono sublimi tutte quelle puerilità  di  trepidazioni e di calcoli! Finalmente fra gli spasimi
come sono sublimi tutte quelle puerilità di trepidazioni e  di  calcoli! Finalmente fra gli spasimi imposti da una natura
viene alla luce: egli è vivo e sano. Il sorriso ineffabile  di  compiacenza strappato dalla prepotenza della gioia in mezzo
dalla prepotenza della gioia in mezzo alle torture  di  quei momenti è indefinibile, ed esprime la gioia più
Sì, la madre è sempre legittima. Se essa può arrossire  di  questo titolo in quei momenti solenni, qualunque ne sia la
già l'alimento del seno. La donna potrà esser colpevole  di  aver amato, non mai di essere madre. Non se ne vergogni
seno. La donna potrà esser colpevole di aver amato, non mai  di  essere madre. Non se ne vergogni dunque, giammai! Il santo
cancella ogni vergogna, ed essa ha il diritto sacrosanto  di  mostrare la propria creatura alla società, dicendo: «Questo
sentii che l'aria era carica d'elettricità: una sfuriata  di  gelosia della cameriera genovese, portata via dalla
un rispetto al mondo, come se fosse stata nel bel mezzo  di  piazza Caricamento: a fatica riuscì l'agente di cambio a
bel mezzo di piazza Caricamento: a fatica riuscì l'agente  di  cambio a farle chiudere la fontana degli improperi,
a farle chiudere la fontana degli improperi, minacciandola  di  andar diritto dal comandante. Salgo su: trovo il comandante
comandante. Salgo su: trovo il comandante fuor della grazia  di  Dio, che agitava per aria un foglio, interrogando il
aria un foglio, interrogando il Commissario, e minacciando  di  correr lui in persona a piggiali a pê in to cu tutti e
lettera, firmata alla meglio da quarantasette passeggieri  di  terza classe, i quali si lagnavano del vitto, sollecitando
modo "una maggior varietà nella guernizione dei piatti  di  carne" che era sempre la medesima; il che, diceva la
vecchio toscano dal gabbano verde, e scritta sur un foglio  di  carta che rivelava un istintivo abborrimento del lavatoio
dare una lezione esemplare. Intanto ordinava un'inchiesta.  Di  più, il Commissario gli riferiva che durante la notte non
che durante la notte non si sapeva quali passeggiere  di  terza avevan tagliuzzato colle forbid il vestito di seta
di terza avevan tagliuzzato colle forbid il vestito  di  seta nera di quella certa signora, senza motivo alcuno, per
avevan tagliuzzato colle forbid il vestito di seta nera  di  quella certa signora, senza motivo alcuno, per pura
paziente e timida fino a quel giorno in mezzo a ogni sorta  di  sgarbi, aveva perso il lume degli occhi, ed era corsa a
soffocata dall'angoscia e dall'ira. Si trattava  di  scoprir le colpevoli. Ma c'era altro. Non si sapeva chi,
dolce. Ma s'era sulle tracce dei rei. Si trattava  di  stabilire il castigo. La giornata s'annunziava male.
compagnia che frequentava. In mezzo al silenzio ammirativo  di  tutti, egli si lamentava stizzosamente col Secondo della
col Secondo della trascuranza cri-mi-no-sa delle società  di  navigazione, che non si tenevano al corrente dei progressi
cento dei naufraghi, diceva, s'annegano, crepano, per colpa  di  chi li imbarca. Perchè le società non mettevano sui
le società non mettevano sui piroscafi il numero prescritto  di  salvavite? Perchè non ci avevano che dieci lance, che
i marinai a costrurre in pochi minuti delle zattere  di  salvamento? Perchè non avevano delle pompe Gwyn? Perchè non
doppio ponte del capitano Hurst? Perchè non si provvedevano  di  life-boats del Peake e di sgabelli nautici del Thompson?
Hurst? Perchè non si provvedevano di life-boats del Peake e  di  sgabelli nautici del Thompson? Eran loro, le società di
e di sgabelli nautici del Thompson? Eran loro, le società  di  navigazione, che affogavano migliaia di galantuomini, e che
loro, le società di navigazione, che affogavano migliaia  di  galantuomini, e che facevano crepar di fame gli inventori,
affogavano migliaia di galantuomini, e che facevano crepar  di  fame gli inventori, accogliendo con una scrollata di
crepar di fame gli inventori, accogliendo con una scrollata  di  spalle, deridendo, per avarizia, tutte le proposte di nuovi
di spalle, deridendo, per avarizia, tutte le proposte  di  nuovi mezzi per salvare la pre-zio-sa vita dell'uomo! Quel
materia, era un vero scienziato della spaghite. L'agente  di  cambio, che sapeva tutto, mi manifestò un suo sospetto: che
che il pover uomo avesse nel camerino un apparecchio  di  salvataggio straordinario e voluminoso, parecchi forse,
provando in quel momento qualche spettacoloso vestiario  di  guttaperca. - Sono gli armatori, - continuava intanto
gli si aggrupparono intorno parecchi, per prendersi spasso  di  quella battisóffiola morbosa, che la notte calante
fu troncata improvvisamente dal grido d'un passeggiero  di  terza, sul castello centrale: - Il mare in fuoco!
insieme colla vita." La figura romantica del Borelli merita  di  essere a larghi tratti delineata, tanto furono singolari le
Borelli nasce da un soldato spagnolo nel Castel Nuovo  di  Napoli. Passa l'infanzia nella povertà, in mezzo alle
l'infanzia nella povertà, in mezzo alle truppe assoldate  di  Filippo III. Suo padre è uomo così perverso che il figlio
che il figlio per fuggire l'infamia, lascia il nome  di  Alonso e prende quello di Borelli, dalla madre che era una
fuggire l'infamia, lascia il nome di Alonso e prende quello  di  Borelli, dalla madre che era una popolana di Napoli.
prende quello di Borelli, dalla madre che era una popolana  di  Napoli. Giovane ancora fu chiamato ad insegnare matematica
ancora fu chiamato ad insegnare matematica nell'Università  di  Messina. In un manoscritto del Targioni-Tozzetti, the
Targioni-Tozzetti, the trovasi nella Biblioteca nazionale  di  Firenze, col titolo: Notizie di alcuni aggrandimenti delle
nella Biblioteca nazionale di Firenze, col titolo: Notizie  di  alcuni aggrandimenti delle seienze fisiche accaduti in
e quivi nel volume XI, pagina 140, è detto: "Era il Borelli  di  naturale fervido e puntiglioso ed assai geloso nelle sue
Vincenzo Viviani, e Niccolò Stenone; e siccome ambiva  di  trionfare nell'Accademia del Cimento, non restò contento
degli altri accademici, né loro furono molto contenti  di  lui, Erano passati pochi lustri dal giorno memorabile che
fra la scienza e la fede pareva sopito col sacrificio  di  Galileo, e Borelli come il suo maestro poteva ripetere:Ita
dal primo vaporino arrivato salì sul piroscafo un branco  di  gente, parenti ed amici dei passeggieri, che si
nome le persone; e cominciò da ogni parte un grande scambio  di  baci, d'abbracci e di saluti. Tre signori s'avvicinarono al
da ogni parte un grande scambio di baci, d'abbracci e  di  saluti. Tre signori s'avvicinarono al supposto "ladro" e
A giudicar le persone dai connotati! Ma l'attenzione  di  tutti fu attirata subito altrove da una scena penosa. Un
e bello, ma antipatico, corse incontro ai miei due vicini  di  camerino, che si slanciarono tutti e due insieme verso di
di camerino, che si slanciarono tutti e due insieme verso  di  lui, esclamando: - Attilio! - Ma a due passi di distanza
verso di lui, esclamando: - Attilio! - Ma a due passi  di  distanza s'arrestarono, aspettando ch'egli scegliesse l'uno
della signora, che lo strinse al petto con un'apparenza  di  grandissima tenerezza, smentita all'istante dallo sguardo
tenerezza, smentita all'istante dallo sguardo satanico  di  trionfo che lanciò a suo marito. Questi impallidì come un
Ma restò su, facendo un grande sforzo e sorrise...  di  un sorriso da metter compassione e paura. Scioltosi dalla
guance smorte un bacio freddo, che quegli non ebbe la forza  di  rendere. Tutti voltarono gli occhi in là, con un senso di
di rendere. Tutti voltarono gli occhi in là, con un senso  di  ribrezzo, come alla vista d'un assassinio. E io me n'andai
io me n'andai subito verso prua, senz'aver più il coraggio  di  girare uno sguardo su quel disgraziato.
che si fa colpevole  di  un vero peccato di falsificazione di firme morali,
che si fa colpevole di un vero peccato  di  falsificazione di firme morali, sostituendo la parola mio a
che si fa colpevole di un vero peccato di falsificazione  di  firme morali, sostituendo la parola mio a tutti gli altri
tremula e fioca, e il ladro riesce a godere nel possesso  di  una cosa che non è sua. In qualche raro caso però il furto
ed egli comincia il più delle volte col rubare oggetti  di  piccolissimo valore, in modo da ridurre la riprovazione
ruba cibi, balocchi, libri, utensili, gioielli, e non pago  di  andare avanti nella scala degli oggetti comuni, ruba tutto
cosa che fino allora avesse rispettata il suo sentimento  di  proprietà. Pare che la più piccola moneta rappresenti in sè
che la più piccola moneta rappresenti in sè maggior diritto  di  possesso di qualunque altro oggetto, e per i ladri novizi
moneta rappresenti in sè maggior diritto di possesso  di  qualunque altro oggetto, e per i ladri novizi forma da sola
lotta primitiva del bene e del male. Il piacere elementare  di  ogni furto fatto per istinto consiste nella sodisfazione
consiste nella sodisfazione illegittima del sentimento  di  proprietà, e del bisogno primitivo di conquista arbitraria
del sentimento di proprietà, e del bisogno primitivo  di  conquista arbitraria di un oggetto difeso e custodito.
proprietà, e del bisogno primitivo di conquista arbitraria  di  un oggetto difeso e custodito. L'essenza della gioia di
di un oggetto difeso e custodito. L'essenza della gioia  di  rubare consiste in una indebita compiacenza di riuscire in
della gioia di rubare consiste in una indebita compiacenza  di  riuscire in una bassa azione, e di deludere chi veglia
una indebita compiacenza di riuscire in una bassa azione, e  di  deludere chi veglia continuamente alla custodia della
è soddisfatto soltanto allorchè con un mirabile colpo  di  mano, degno del più abile borsaiolo, invola dalle tasche
la sua via, credendosi ancora inviolata ne' suoi diritti  di  possessore. Questa gioia semplice o intensa può servire di
di possessore. Questa gioia semplice o intensa può servire  di  tipo ai piaceri più complessi dei ladri, che vengono
lotta, o dalla complessità del rischio. La smania teorica  di  rubare può associarsi ai sentimenti più nobili, e diventa
Io conosco un giovane medico che si compiace infinitamente  di  trafugare dalle tasche dei suoi amici fazzoletti, libri,
dei suoi amici fazzoletti, libri, orologi, e che ride  di  una gioia vivissima quando, dopo aver assaporato per pochi
dopo aver assaporato per pochi momenti la innocente gioia  di  veder confusi i suoi derubati, corre a far loro la
corre a far loro la restituzione. Questo non gli impedisce  di  essere uno dei migliori galantuomini e dei cuori più
senza misura. La civiltà può influire sul numero dei ladri  di  professione, ma non nella statistica dei dilettanti
arrivando qualche volta a un grado molto pericoloso  di  perfezione. Quando la presenza di estranei non impedisce al
un grado molto pericoloso di perfezione. Quando la presenza  di  estranei non impedisce al ladro di esprimere le sue gioie,
Quando la presenza di estranei non impedisce al ladro  di  esprimere le sue gioie, egli ride di cuore, o sorride, o si
non impedisce al ladro di esprimere le sue gioie, egli ride  di  cuore, o sorride, o si frega le mani; ma in qualunque modo
si estrinseca ed esprime in mille modi, dalla stretta  di  mano al sacrificio del martire; ed essendo sempre grande e
ci eleva colle sue gioie, rendendoci sempre più degni  di  aspirare a piaceri maggiori. Ne' suoi tesori tiene monete
aspirare a piaceri maggiori. Ne' suoi tesori tiene monete  di  rame, d'argento e d'oro per ogni tasca e per ogni scrigno.
le nostre azioni giornaliere noi spendiamo gli spiccioli  di  queste gioie parlando e lavorando cogli altri uomini;
a guadagnare qualche moneta d'argento, facendo qualche atto  di  beneficenza. Le gioie più rare e più sublimi del sacrificio
Le gioie più rare e più sublimi del sacrificio non sono che  di  pochi e vengono rappresentate dalle monete d'oro. In ordine
pochi e vengono rappresentate dalle monete d'oro. In ordine  di  valore morale precedono i piaceri della compagnia, poi
la consacrava alle gioie sublimi del sacrificio. Ben  di  rado l'uomo può salire ai gradi maggiori della scala senza
della scala senza trascinare seco un immenso pallone  di  leggerissimo amor proprio. Egli si sacrifica spesso, ma
sospirare e senza inorgoglirsi. Molte volte la vita oscura  di  una povera donna è un martirio più splendido di quello
vita oscura di una povera donna è un martirio più splendido  di  quello dell'innocente che si consuma in un istante sotto la
sociale ci procura le sue gioie. Il bambino smette spesso  di  piangere quando si vede vicina una creatura viva, e il
si vede vicina una creatura viva, e il vecchio nel letto  di  morte si consola nel veder piena la camera di parenti e di
nel letto di morte si consola nel veder piena la camera  di  parenti e di amici che piangono. Ma l'età de' sacrifizi più
di morte si consola nel veder piena la camera di parenti e  di  amici che piangono. Ma l'età de' sacrifizi più sublimi è
ai popoli inciviliti, che hanno occasioni più frequenti  di  esercitarlo. La differenza massima di questi piaceri è
più frequenti di esercitarlo. La differenza massima  di  questi piaceri è dovuta alla nostra costituzione morale,
figura  di  quel povero innamorato che s'allontanava per il passaggio
larghe strisce d'un azzurro cupo; in modo che pareva  di  vedere una prateria immensa, dove s'intersecassero canali
sotto la imminenza d'una inondazione, e veniva fatto  di  cercar cogli occhi all'orizzonte le punte dei campanili e
spazio d'oceano, coperto d'un fitto tappeto d'alghe,  di  fuchi natanti e di traghi del tropico, che impigliò per
coperto d'un fitto tappeto d'alghe, di fuchi natanti e  di  traghi del tropico, che impigliò per venti giorni le navi e
che impigliò per venti giorni le navi e spaventò i marinai  di  Colombo. Alcuni uccelli bianchi rigavano il cielo, lontano;
faceva scintillare qua e là come delle isolette coperte  di  smeraldi; e nell'aria spirava un tepore di primavera, in
isolette coperte di smeraldi; e nell'aria spirava un tepore  di  primavera, in cui pareva di sentire delle fragranze
e nell'aria spirava un tepore di primavera, in cui pareva  di  sentire delle fragranze terrestri, che parlavano all'anima,
fragranze terrestri, che parlavano all'anima, come un'eco  di  voci lontanissime, portate dai venti della pampa.
Essendosi squarciato poco innanzi al tramonto il velo fitto  di  vapori che ci avvolgeva da tre giorni, il sole calava nel
lunghissima striscia purpurea abbagliante come un torrente  di  lava accesa che corresse a incenerire il Galileo. E quando
incantevole. Erano monti d'oro, da cui precipitavano fiumi  di  sangue, fontane immense di metalli in fusione, padiglioni
da cui precipitavano fiumi di sangue, fontane immense  di  metalli in fusione, padiglioni sublimi, sfolgoranti di
di metalli in fusione, padiglioni sublimi, sfolgoranti  di  sotto d'una così gloriosa luce, che, a fissarvi lo sguardo,
vacillava un momento, e s'aspettava con un senso quasi  di  trepidazione l'ultima visione di Dante, i tre giri di tre
con un senso quasi di trepidazione l'ultima visione  di  Dante, i tre giri di tre colori e d'una contenenza, dipinti
quasi di trepidazione l'ultima visione di Dante, i tre giri  di  tre colori e d'una contenenza, dipinti dell'effigie umana,
le burrasche  di  vento, neve e nebbia li sorprendono nelle regioni più alte
Alpi; ma in nessun luogo m'ero incontrato in tanta quantità  di  volatili morti come sul ghiacciaio di Bezinghi. L' alta
in tanta quantità di volatili morti come sul ghiacciaio  di  Bezinghi. L' alta muraglia che cinge quest'ampio anfiteatro
quaglie ancor vive, ma disorientate, stanche, incapaci  di  alzarsi sopra le creste dei valichi circostanti. "Sovra una
dei valichi circostanti. "Sovra una montagna ad ovest  di  Lars, sulla strada Dariel che traversa il Caucaso, in fine
Lars, sulla strada Dariel che traversa il Caucaso, in fine  di  settembre, all'altitudine di 3700 metri, fui attratto a
traversa il Caucaso, in fine di settembre, all'altitudine  di  3700 metri, fui attratto a guardare in alto da un grido, e
in alto da un grido, e vidi a grande altezza uno stormo  di  uccelli acquatici, probabilmente oche, che passava
può da solo produrre alcuni piaceri con la vittoria  di  una resistenza; ma in questo caso essi spettano al senso
alcun modo sodisfatto. In molti altri casi però il bisogno  di  combattere sorge in noi primitivamente, e i muscoli non
sorge in noi primitivamente, e i muscoli non servono che  di  strumento all'azione; per cui la gioia è quasi
esclusivamente morale, cioè proviene dalla sodisfazione  di  una forza che spetta al dominio degli affetti. Più d'una
Più d'una volta i muscoli sono affranti dall'eccesso  di  lavoro e ci fanno sentire un dolore; ma la smania della
il più delle volte non si sviluppa che dietro l'azione  di  un altro sentimento che eccita e assilla. Così l'uomo più
gioie non vanno quasi mai accompagnate dalla sodisfazione  di  altri sentimenti, e più specialmente dei piaceri dell'amor
dei piaceri dell'amor proprio, non per questo cessano  di  esistere per se stesse. Chi si rifiutasse ad ammettere
momento della vita si prova un vero bisogno indeterminato  di  lottare, di vincere una resistenza, di sentirci stretti da
vita si prova un vero bisogno indeterminato di lottare,  di  vincere una resistenza, di sentirci stretti da due braccia
indeterminato di lottare, di vincere una resistenza,  di  sentirci stretti da due braccia robuste e di svincolarcene,
resistenza, di sentirci stretti da due braccia robuste e  di  svincolarcene, di essere percossi e di percuotere. In
sentirci stretti da due braccia robuste e di svincolarcene,  di  essere percossi e di percuotere. In questi casi noi ci
braccia robuste e di svincolarcene, di essere percossi e  di  percuotere. In questi casi noi ci batteremmo sicuramente
perdere. In queste gioie si ha una forza che serve  di  strumento ad altre facoltà superiori; per cui, quantunque
del vapore è sempre la stessa, e non può variare che  di  grado; ma essa può esser guidata dalla mano del macchinista
per superare lo spazio, o può mettere in moto i macchinismi  di  un opificio; può tener chiusa l'umile pentola papiniana ed
più importanti nelle quali entra, come fattore principale  di  piacere, l'amor della pugna. L'acquisività, l'ambizione e
più generose del cuore. La differenza massima nel godimento  di  questi piaceri è segnata dall'organismo individuale. Il più
Vi sono però a questo riguardo le relative eccezioni, e non  di  rado la viltà più rivoltante è compagna di enormi masse
eccezioni, e non di rado la viltà più rivoltante è compagna  di  enormi masse carnose, mentre l'amor della lotta può
carnose, mentre l'amor della lotta può esistere in grado  di  vera passione in individui gracili e tisicuzzi. La donna,
La donna, il fanciullo e il vecchio godono assai meno  di  questi piaceri che non l'uomo e il giovane, i quali nella
coraggio è virtù più necessaria e più larga dispensatrice  di  gioie. Nei grandi centri della civiltà, la vita si consuma
della civiltà, la vita si consuma spesso senza bisogno  di  esercitare il minimo coraggio o il più piccolo sforzo
molto seducente. Anche la donna pusillanime, che trema  di  paura al vedere un topolino, si compiace della forza
ancora lo stringer veemente delle labbra, ridestano l'idea  di  una vita esuberante, di una potenza attiva e vittoriosa. La
delle labbra, ridestano l'idea di una vita esuberante,  di  una potenza attiva e vittoriosa. La patologia di queste
di una potenza attiva e vittoriosa. La patologia  di  queste gioie è immensa, e ci presenta una clinica
piaceri crudeli del cacciatore, e molti giuochi bizzarri  di  distruzione.
ore passarono, e la terra non spuntava. Il cielo era sparso  di  nuvole, ma l'orizzonte sgombro, e il mare presentava sempre
sempre la sua linea azzurra nettissima, senza un'ombra  di  promessa. Dopo il mezzogiorno i passeggieri cominciarono a
Dopo il mezzogiorno i passeggieri cominciarono a dar segni  di  stanchezza. A quella gente che aveva avuto tanta pazienza
allusioni maligne, quando passava un ufficiale, guardandolo  di  mal occhio. Molti, anzi, affettando di non creder più che
guardandolo di mal occhio. Molti, anzi, affettando  di  non creder più che s'arrivasse, scrollavan le spalle e
le spalle e voltavano la schiena al mare, fingendo  di  occuparsi d'altro. Ma ogni volta che l'ufficiale del
Ma ogni volta che l'ufficiale del dispaccio, ch'era  di  guardia sul palco, appuntava il cannocchiale, tutti
appuntava il cannocchiale, tutti fissavano gli occhi su  di  lui, in grande silenzio; e non ricominciava il mormorìo se
che faceva credere che s'aspettasse da un momento all'altro  di  veder qualche cosa. Il contadino dal naso mozzo, intestato
veder qualche cosa. Il contadino dal naso mozzo, intestato  di  voler esser il primo ad annunziare l'America, stava ritto a
facendo dei nastri pel cassero, eccitati. La signorina  di  Mestre stava al suo posto solito, tra il garibaldino e la
occhi, che non l'avessi mai vista, e con un'espressione  di  bontà straordinaria, che pareva una bellezza nuova che le
una bellezza nuova che le fosse venuta, dopo iI trabocco  di  sangue. Per la prima volta era vestita tutta di nero, e la
iI trabocco di sangue. Per la prima volta era vestita tutta  di  nero, e la chiarezza diafana delle sue carni pigliava da
che metteva sgomento, come una faccia viva che uscisse  di  sotto a un panno mortuario. Essa e la zia tenevan sulle
tenevan sulle ginocchia delle carte e dei piccoli involti  di  panni, che andavano raccomodando con la punta delle dita.
opposte del cassero; la prima con la sua solita faccia  di  isterica, che mostrava i bei denti, con un'espressione di
di isterica, che mostrava i bei denti, con un'espressione  di  ferocia rincrudita; l'altra col suo faccione benigno,
rincrudita; l'altra col suo faccione benigno, ridipinto  di  beatitudine alcoolica, come se avesse tutto dimenticato.
altre signore facevano coi loro vestiti chiari una macchia  di  colori allegri, come una filza di bandiere marine, spiegate
chiari una macchia di colori allegri, come una filza  di  bandiere marine, spiegate in segno di festa. Ma anche lì si
come una filza di bandiere marine, spiegate in segno  di  festa. Ma anche lì si cominciava a manifestar l'impazienza:
degli emigranti, ma si pensavano, e schizzavan dagli occhi  di  tutti.
benevolenza; ma queste non sono in realtà che due forme  di  uno stesso affetto, che può venire soddisfatto in due modi
in potenza e in azione. Quando noi proviamo il piacere  di  trovarci in mezzo ad altri uomini, il sentimento sociale
sociale gode delle emanazioni che partono dal cuore  di  ognuno, le riceve e riposa. Appena però l'affetto arriva ad
arriva ad un certo grado, noi proviamo un vero bisogno  di  aprire agli altri i tesori del nostro cuore, mostrando le
filosofia delle espressioni cortesi, colle quali cerchiamo  di  dimostrare agli altri l'affetto che abbiamo per essi. Qui
cortesia e della gentilezza, con tutta l'infinita varietà  di  forme fisiologiche e patologiche. Il primo atto di sorpresa
varietà di forme fisiologiche e patologiche. Il primo atto  di  sorpresa piacevole che fece un uomo incontrando nella
uomo, fu il primo saluto; nello stesso modo che la stretta  di  mano deve essere antica come l'umanità. Se i due uomini che
si incontrarono proseguirono insieme il loro cammino, e uno  di  essi, vedendo ingombra la strada da una pianta spinosa, la
un sorriso: fu questo il primo e il più semplice scambio  di  una cortesia fra due uomini: all'uno procurò il piacere di
di una cortesia fra due uomini: all'uno procurò il piacere  di  sodisfare praticamente l'affetto sociale, e all'altro
l'affetto sociale, e all'altro concesse la gioia  di  dimostrare la propria gratitudine. L'ospitalità è una
propria gratitudine. L'ospitalità è una maniera complessa  di  sodisfare il sentimento sociale: essa dovette nascere
da uomo ad uomo, senza riguardo a sesso, a età o a legami  di  sangue; è per questo che l'ospitalità è primitiva e pura
unico sentimento presso i popoli più civili. Questa forma  di  esprimere praticamente l'affetto sociale si conservò ancora
l'affetto sociale si conservò ancora attraverso la civiltà  di  tanti secoli; e quando, trovandoci in una casa isolata
si deve la fondazione degli ospedali, dei ricoveri e  di  tutti gli istituti di beneficenza. L'ospitalità è una
degli ospedali, dei ricoveri e di tutti gli istituti  di  beneficenza. L'ospitalità è una formula molto complessa,
L'ospitalità è una formula molto complessa, che merita  di  essere analizzata più da vicino, perchè in sè comprende
più da vicino, perchè in sè comprende infinite maniere  di  esprimere praticamente l'affetto che portiamo agli altri.
è sempre un modo breve, col quale dimostriamo il piacere  di  vedere una persona. La forma più semplice di questa
il piacere di vedere una persona. La forma più semplice  di  questa espressione di gioia è un segno fatto con qualunque
una persona. La forma più semplice di questa espressione  di  gioia è un segno fatto con qualunque parte del corpo, ma
al sorriso. Il togliersi dal capo il cappello, residuo  di  un uso cavalleresco del passato, è ora sostituito dal
in alto, gesto che sostituisce pure la comune stretta  di  mano. Dopo il saluto l'uomo si fa vicino all'uomo e lo
cuore gonfio d'affetti, si diedero una formidabile stretta  di  mano e si intesero! Quante volte con una solo parola fusero
che, correndo dapprima solitari nel loro letto irto  di  rupi, incontrandosi si calmarono, scorrendo lenti nel
si calmarono, scorrendo lenti nel pacifico fondo  di  un lago! Quante volte quattr'occhi umani, che pur non si
gli uni sugli altri, leggendo a vicenda in mezzo a un velo  di  lacrime la storia del cuore e rimandandosi torrenti
egli riceve un vero soccorso morale, un'elemosina  di  parole che viene chiamata consolazione. Le gioie che in
il sentimento sociale, possono essere molto diverse  di  natura e di intensità. Un egoista che, senza soffrire col
sociale, possono essere molto diverse di natura e  di  intensità. Un egoista che, senza soffrire col compagno,
egoista che, senza soffrire col compagno, pronuncia a fior  di  labbra e per puro convenzionalismo una parola di conforto
a fior di labbra e per puro convenzionalismo una parola  di  conforto fredda e stentata, che non gli costa alcun
dicendogli con voce commossa, ma energica, una parola  di  sollievo, prova una profonda emozione. Più d'una volta una
emozione. Più d'una volta una parola sola o una stretta  di  mano meglio alleviano un profondo dolore e rendono amici
Il piacere intenso che si prova nel sentirci degni  di  noi stessi è una sensazione indeterminata e indefinibile,
indeterminata e indefinibile, ma che risulta dal concorso  di  molti elementi. Appena la ragione ci ha insegnato a leggere
libro misterioso della nostra coscienza, noi ci troviamo  di  avere doveri più o meno difficili da adempiere e ci
formidabili. Noi vediamo da lungi il magnifico spettacolo  di  un panorama morale, dove la virtù e la religione ci
molti uomini vissero senza provar mai la gioia purissima  di  questo sentimento. Quando, invece, dopo aver esitato per
dopo aver esitato per qualche tempo, ci crediamo capaci  di  vincere le difficili battaglie, e vogliamo almeno tentarne
della dignità, che si fa nostro inseparabile compagno  di  lotta. Questo nobile sentimento non transige mai col
mai col nemico, che tenta corromperlo con ogni maniera  di  sofismi e di seduzioni. Le gioie di questo sentimento in
nemico, che tenta corromperlo con ogni maniera di sofismi e  di  seduzioni. Le gioie di questo sentimento in tutta la loro
con ogni maniera di sofismi e di seduzioni. Le gioie  di  questo sentimento in tutta la loro perfezione si gustano
contano nelle vicende delle loro lotte un alternar continuo  di  vittorie e di sconfitte; e la loro dignità, quantunque non
vicende delle loro lotte un alternar continuo di vittorie e  di  sconfitte; e la loro dignità, quantunque non li abbandoni
dignità, quantunque non li abbandoni mai, porta i segni  di  mille cicatrici. Altre volte essa è storpiata e deforme, e
volte essa è storpiata e deforme, e rassomiglia ad uno  di  quei vecchi invalidi che ha lasciato qualche brano del
invalidi che ha lasciato qualche brano del corpo sui campi  di  battaglia. I piaceri che derivano dalla sodisfazione di
di battaglia. I piaceri che derivano dalla sodisfazione  di  questo sentimento sono calmi e duraturi, e spandono
sventure. Pare allora che queste gioie siano un vero fondo  di  riserva, un ultimo premio che la virtù concede all'uomo.
non era primitivo, e derivava soltanto da un errore  di  quantità o di forma. L'affetto era buono nella sua essenza,
primitivo, e derivava soltanto da un errore di quantità o  di  forma. L'affetto era buono nella sua essenza, ma deforme
non finiscono qui, e moltissime derivano dallo sviluppo  di  un elemento morboso d'indole specifica, o da un sentimento
più semplici nella sua essenza, ma che, disponendo  di  un immenso arsenale di abiti e di costumi, riveste le forme
sua essenza, ma che, disponendo di un immenso arsenale  di  abiti e di costumi, riveste le forme più bizzarre, sicchè
ma che, disponendo di un immenso arsenale di abiti e  di  costumi, riveste le forme più bizzarre, sicchè molte volte
sicchè molte volte riesce difficile in sulle prime  di  riconoscerne l'identitità. Il suo carattere specifico è
l'identitità. Il suo carattere specifico è quello  di  essere sodisfatto del male altrui. Così alcune offese
che arrecata ad un tale non lo porta che ad un momento  di  collera innocente, accende in un altro la fiamma di un odio
momento di collera innocente, accende in un altro la fiamma  di  un odio implacabile e profondo, o lo ispira alla più
crudele vendetta. La stessa umiliazione può farci piangere  di  dispetto, o impallidire di rabbia, o infiammar di furore.
umiliazione può farci piangere di dispetto, o impallidire  di  rabbia, o infiammar di furore. In ogni caso, l'odio
piangere di dispetto, o impallidire di rabbia, o infiammar  di  furore. In ogni caso, l'odio eccitato da una causa
sodisfatti. La collera, che non è altro che una scintilla  di  odio, quando venga ridestata in un uomo onesto non lo
forte abbastanza da eccitare all'offesa, sorride però  di  compiacenza all'altrui sventura. Nei gradi massimi l'azione
d'una volta fu visto l'uomo sorridere alla fatale sventura  di  una calunnia creduta vera, e contemplare con feroce smania
vera, e contemplare con feroce smania gli ultimi aneliti  di  una vittima colpita a morte. Misurate lo spazio immenso che
domandando pietà: voi avrete un'idea del numero infinito  di  gioie più o meno morbose, che coltiva il sentimento
eletti, tutti gli uomini hanno nel cuore un germe  di  odio, che, atrofizzato e isterilito dai nobili affetti che
rigogliosi lo circondano, dà quando in quando deboli segni  di  vita, oppure, con una subitanea esplosione, erutta lave
quali l'odio si sviluppa in questi casi, sono gli accessi  di  collera, gli irrefrenati scatti d'ira e atti di avversione,
gli accessi di collera, gli irrefrenati scatti d'ira e atti  di  avversione, e moltissimi individui mediocri, in cui l'odio
colpa, non può essere peccato d'epicureismo l'avere tentato  di  esprimere il desiderio di questa scienza nella parola
d'epicureismo l'avere tentato di esprimere il desiderio  di  questa scienza nella parola edonologica dalle due voci
intenso, pensar solo e sempre a godere, sono prove sicure  di  raffinato egoismo, di mente effeminata e di corruzione
e sempre a godere, sono prove sicure di raffinato egoismo,  di  mente effeminata e di corruzione grandissima; ma tutto
prove sicure di raffinato egoismo, di mente effeminata e  di  corruzione grandissima; ma tutto questo non è scienza, sì
ma tutto questo non è scienza, sì bene libidine  di  piacere. Studiare le fonti di questa sensazione, indagarne
è scienza, sì bene libidine di piacere. Studiare le fonti  di  questa sensazione, indagarne l'origine eziologica e il fine
e il fine ultimo, farne sottilmente l'anatomia, è questione  di  filosofia e di economia civile. I principi dell'edonologia
farne sottilmente l'anatomia, è questione di filosofia e  di  economia civile. I principi dell'edonologia poggiano sul
e non si sia plasmata, eccone le prime linee sotto forma  di  AFORISMI I. - Il piacere è il modo di una sensazione, non
linee sotto forma di AFORISMI I. - Il piacere è il modo  di  una sensazione, non mai la sensazione stessa. II. - Come i
momento del sentire. III. - Il piacere è dunque il prodotto  di  un'analisi intellettuale. Il piacere di fiutare una rosa è
dunque il prodotto di un'analisi intellettuale. Il piacere  di  fiutare una rosa è una sensazione dell'olfatto improntata
fiutare una rosa è una sensazione dell'olfatto improntata  di  un carattere che dalla coscienza è contraddistinto e
e riconosciuto benissimo, e a cui la mente applica il nome  di  piacevole. Così il nero dell'inchiostro è una proprietà
il nero dell'inchiostro è una proprietà fisica del gallato  di  ferro. IV. - Il carattere essenziale, che distingue il
diverse altezze. La scala edonometrica della suscettibilità  di  godere misura l'affinità specifica per il piacere. IX. -
X. - La donna delicata e gentile si esilara con poche gocce  di  acqua di fior d'arancio; il marinaio incomincia a ridere
delicata e gentile si esilara con poche gocce di acqua  di  fior d'arancio; il marinaio incomincia a ridere dopo aver
dopo aver tracannato dell'alcool avvelenato da un pizzico  di  pepe. XI. - Ogni individuo, come ogni piacere, ha la
- Ogni individuo, come ogni piacere, ha la propria scala  di  suscettibilità edonica. XII. - Ognuno può coll'esperienza
XII. - Ognuno può coll'esperienza misurare l'intensità  di  molti piaceri, cercando quale sia il maggiore. Ecco alcune
tartassava l'Italia, dondolandosi in mezzo a un crocchio  di  passeggieri, orgoglioso della sua pancia di nuovo acquisto,
a un crocchio di passeggieri, orgoglioso della sua pancia  di  nuovo acquisto, come d'un'insegna di signoria. Era vestito
della sua pancia di nuovo acquisto, come d'un'insegna  di  signoria. Era vestito da fattore benestante, e aveva un
ma rimasto ignorante, crede, ritornando al suo paese,  di  non aver che a mostrare Ia borsa e sdottorare davanti alla
che a mostrare Ia borsa e sdottorare davanti alla farmacia  di  luoghi e di cose lontane, mescendo spacconate e bugie, per
Ia borsa e sdottorare davanti alla farmacia di luoghi e  di  cose lontane, mescendo spacconate e bugie, per farsi
paese non faceva più per lui. Dopo vent'anni aveva creduto  di  trovarvi una trasformazione, un progresso: v'aveva
negli affari, un andare in tutte le cose coi piedi  di  piombo, in mezzo a mille impacci, una diffidenza d'avari
una diffidenza d'avari fradici, una mancanza, assoluta  di  caballerosidad. E dicendo questo, tirava delle occhiate di
di caballerosidad. E dicendo questo, tirava delle occhiate  di  traverso agl'italiani vicini a lui, come compiacendosi di
di traverso agl'italiani vicini a lui, come compiacendosi  di  ferirli nell'orgoglio nazionale. Ma bisognava sentire che
parlata dalla nostra gente del popolo dopo molti anni  di  soggiorno nell'Argentina, dove, col mescolarsi ai figli del
dove, col mescolarsi ai figli del paese, e a concittadini  di  varie parti d'Italia, quasi tutti perdono una parte del
capitali per "spender capitali", son salito con un carigo  di  trigo per "son partito con un carico di grano." E in
con un carigo di trigo per "son partito con un carico  di  grano." E in quest'orribile gergo tirava via a dar addosso
Deputati, al governo atrasado (rimasto addietro), al popolo  di  mendìgos, e perfino ai monumenti d'arte, dicendo che, nel
per Milano, aveva trovato il Duomo molto più piccolo  di  come l'aveva nella mente. Magnificava invece la bellezza
della pianure americane, facendo un gesto largo e goffo  di  paesista briaco. Ma poi ricadeva sempre sull'Italia con un
che doveva aver preso nelle cronachette dei giornali  di  provincia: - Medio evo, medio evo. L'agente di cambio che
dei giornali di provincia: - Medio evo, medio evo. L'agente  di  cambio che lo stava a sentire con me, ridendogli in faccia,
con me, ridendogli in faccia, e che aveva esperienza  di  quella razza di patriotti, mi disse che, quando erano in
in faccia, e che aveva esperienza di quella razza  di  patriotti, mi disse che, quando erano in America, giocavano
in America, giocavano al gioco opposto, ossia si lagnavan  di  tutto, facendo leva al proprio orgoglio della patria
da cui erano ospitati, e in cui s'erano fatti d'oro. Ma,  di  punto in bianco, troncò quel discorso per dirmi che aveva
d'un'età arcimatura, ma quella della mancanza assoluta  di  qualsiasi pregio estetico della persona, che potesse
donna uscisse dai dormitori, era un impasto bizzarro  di  filosofo e di buffone, che spifferava continue sentenze
dai dormitori, era un impasto bizzarro di filosofo e  di  buffone, che spifferava continue sentenze sulle donne,
con una solennità predicatoria e qualche volta con dei giri  di  parole così difficili, che non si capiva affatto quel che
- I'ha notato? - E mi accennò il bel cameriere impomatato  di  prima classe, che passava con un vassoio in mano, girando
lo sguardo languido sulle signore. Quello era una specie  di  Ruy Blas marino, che mirava in alto, e si studiava in tutti
marino, che mirava in alto, e si studiava in tutti i modi  di  far capire che dell'umiltà della sua condizione sociale era
e a occidente, e il sole che stava per tuffarsi nel mare  di  bragia, enorme, come se si fosse ravvicinato alla terra di
di bragia, enorme, come se si fosse ravvicinato alla terra  di  milioni di leghe, era attraversato nel mezzo da una
enorme, come se si fosse ravvicinato alla terra di milioni  di  leghe, era attraversato nel mezzo da una striscia di nuvola
di leghe, era attraversato nel mezzo da una striscia  di  nuvola sottilissima e nera, terminante di qua e di là al
da una striscia di nuvola sottilissima e nera, terminante  di  qua e di là al contorno del disco, in modo che il globo
striscia di nuvola sottilissima e nera, terminante di qua e  di  là al contorno del disco, in modo che il globo pareva
otto maravigliosi raggi d'una luce come velata, ma  di  colori vaghissimi, che passarono lentamente per varie
che volesse afferrare la terra. Ma ci maravigliammo assai  di  più quando, a un cenno del comandante, voltandoci, vedemmo
acque, appena l'altro s'era nascosto. E il mare, luccicava  di  tutti i colori del cielo, che pareva vi galleggiassero
i colori del cielo, che pareva vi galleggiassero miliardi  di  perle.
secoli, ha dato all'uomo e alla donna un bisogno prepotente  di  avvicinarsi e consumare in un sublime delirio di spasimi
prepotente di avvicinarsi e consumare in un sublime delirio  di  spasimi voluttuosi un atto, per dare la vita ad una nuova
nuova esistenza. A raggiungere questo fine ella si servì  di  due elementi essenziali: prima di tutto, di una potenza
questo fine ella si servì di due elementi essenziali: prima  di  tutto, di una potenza validissima all'azione, di un istinto
ella si servì di due elementi essenziali: prima di tutto,  di  una potenza validissima all'azione, di un istinto posto nel
prima di tutto, di una potenza validissima all'azione,  di  un istinto posto nel centro cerebrale; poi di organi
all'azione, di un istinto posto nel centro cerebrale; poi  di  organi sensibilissimi, i quali, venendo in contatto fra
Più innanzi essa agli organi essenziali ne aggiunge altri  di  puro lasso di voluttà; adorna il fenomeno meccanico col
essa agli organi essenziali ne aggiunge altri di puro lasso  di  voluttà; adorna il fenomeno meccanico col delicatissimo
combinazioni deliziose. Le gradazioni del piacere crescono  di  forma e di intensità man mano che vanno complicandosi gli
deliziose. Le gradazioni del piacere crescono di forma e  di  intensità man mano che vanno complicandosi gli organi
perfezionando i centri nervosi. Le lunghissime congiunzioni  di  alcuni insetti, e la morte che colpisce i maschi quasi
questi animali inferiori siano stati favoriti dalla natura  di  maggiore voluttà; ma l'imperfezione del contatto dei loro
percezione dei colori, fu studiata bene da Göthe. Il genio  di  questo poeta immortale appare più che tutto nella
nei più minuti particolari. Göthe scrisse un libro celebre  di  morfologia sulla metamorfosi delle piante, e pubblicò delle
sulla metamorfosi delle piante, e pubblicò delle memorie  di  anatomia comparata. L'Italia, che esercitò una così grande
azione sulla vita intima e sulle inspirazioni artistiche  di  Göthe, ne ebbe pure una grandissima sugli studi scientifici
del Lido a Venezia, egli si imbattè nel cranio infranto  di  una pecora, e fu considerandolo con attenzione che gli
il pensiero non poter essere il cranio altro che una serie  di  vertebre deformate. Questo pensiero, accettato più tardi
la potenza della intuizione e l'ingegno filosofico, che  di  quel grande poeta fece un precursore delle idee di Darwin.
che di quel grande poeta fece un precursore delle idee  di  Darwin. L'opera sua più laboriosa nel campo della scienza,
che avevano viaggiato, tanto più sentivo in me la mancanza  di  un fondamento alle mie conoscenze, e mi persuadevo che solo
a passare le Alpi, io sentii dall'affollarmisi attorno  di  infiniti oggetti che non si trattava solo di riempire delle
attorno di infiniti oggetti che non si trattava solo  di  riempire delle lacune e di ammucchiare dei tesori, ma che
oggetti che non si trattava solo di riempire delle lacune e  di  ammucchiare dei tesori, ma che dovevo incominciare dal
per cercare la verità nei suoi elementi più semplici.  Di  una cosa specialmente non sapevo darmi il più piccolo
fisiologica. Riproduco qualche paragrafo dell'opera  di  Göthe sui colori, scegliendo quelle osservazioni che più
Un’ esperienza che tutti abbiamo fatto è questa  di  guardare il sole e poi di chiudere gli occhi, oppure quando
che tutti abbiamo fatto è questa di guardare il sole e poi  di  chiudere gli occhi, oppure quando è notte di fissare la
il sole e poi di chiudere gli occhi, oppure quando è notte  di  fissare la fiamma di una candela o di un cerino. Tutti ci
gli occhi, oppure quando è notte di fissare la fiamma  di  una candela o di un cerino. Tutti ci siamo accorti che
oppure quando è notte di fissare la fiamma di una candela o  di  un cerino. Tutti ci siamo accorti che rimane una immagine
l'intero cerchio e faccia scomparire completamente il punto  di  mezzo che rimane chiaro a lungo. Ma appena l' intero
a lungo. Ma appena l' intero cerchio prende un colore  di  porpora, incomincia il bordo a diventare azzurro, e il
e poco per volta la macchia scompare." Io era nell'arsenale  di  Torino quando si è fuso il primo cannone da cento; e ho
rimasero tanto abbagliati, che mezz'ora dopo l'impressione  di  quella luce vivissima io continuavo a vedere dinanzi a me
gli uomini forti riacquistano la visione distinta prima  di  quelli deboli. I primi in un minuto, mentre che i deboli
deboli impiegano fino ad otto minuti ". Questa osservazione  di  Göthe sulla durata maggiore che hanno i fenomeni della
le immagini colorate lo fanno. Si tenga un piccolo pezzo  di  carta intensamente colorata, oppure un pezzo di seta
pezzo di carta intensamente colorata, oppure un pezzo  di  seta dinanzi ad una superficie bianca, e lo si fissi
l'occhio, si vedrà comparire immediatamente uno spettro  di  un altro colore sul fondo bianco, al posto dell'oggetto che
dell'oggetto che osservavamo. Il colore giallo fascia dopo  di  sè un'immagine di color violetto, l'arancio dà l'azzurro,
osservavamo. Il colore giallo fascia dopo di sè un'immagine  di  color violetto, l'arancio dà l'azzurro, il color porpora il
il color porpora il verde e viceversa. "Assai più spesso  di  ciò che noi pensiamo ci compaiono davanti questi casi nella
dell'occhio, oppure, come se fossero i sintomi precursori  di  una malattia dell' occhio, se ne preoccupano seriamente.
un albergo, venne nella stanza una bella ragazza col volto  di  un bianco splendente, con dei capelli neri ed un giubbetto
da una piccola aureola chiara: e la figura interna vestita  di  un bel verde marino".Opera citata. pag. 19.
più innocenti e più comuni, e che è larga dispensatrice  di  gioie colpevoli, è quella di far dispetti. Nei gradi minimi
e che è larga dispensatrice di gioie colpevoli, è quella  di  far dispetti. Nei gradi minimi la smania di far dispetti si
è quella di far dispetti. Nei gradi minimi la smania  di  far dispetti si esercita sugli animali, e si vedono allora
Quando però i dispetti non oltrepassano una certa misura  di  decente moderazione, bisogna tollerarli, e perdonare ai
un vero stimolo insopprimibile, un bisogno invincibile  di  abbandonarsi a questi innocenti piaceri. Per quanto
vittima non s'accorge del nostro dispetto, o non dà segno  di  avvedersene e di soffrirne, noi godiamo poco o nulla; è la
del nostro dispetto, o non dà segno di avvedersene e  di  soffrirne, noi godiamo poco o nulla; è la gioia invece
questa gioia sia colpevole. Si comprende sotto il concetto  di  odio un'infinità di elementi diversi, dei quali alcuni
Si comprende sotto il concetto di odio un'infinità  di  elementi diversi, dei quali alcuni spettano ai delitti, ed
che si svela sotto la forma più innocente nel bisogno  di  rompere, di tagliare, di demolire. L'uomo che ne è affetto,
svela sotto la forma più innocente nel bisogno di rompere,  di  tagliare, di demolire. L'uomo che ne è affetto, e che può
la forma più innocente nel bisogno di rompere, di tagliare,  di  demolire. L'uomo che ne è affetto, e che può essere il
del mondo, si arresta nel suo cammino per rompere un coccio  di  argilla, per mozzare alle pianticelle dei prati i fiori più
compiacenza i rami d'un arbusto. Se la distruttività cresce  di  un grado, gli esseri inanimati non ci bastano, e allora
passi, o godiamo nello strappare ad una ad una le ali  di  una farfalla. In qualche caso la manìa di distruggere o di
una ad una le ali di una farfalla. In qualche caso la manìa  di  distruggere o di uccidere si accresce con furore. Se ne ha
di una farfalla. In qualche caso la manìa di distruggere o  di  uccidere si accresce con furore. Se ne ha un esempio in un
si accresce con furore. Se ne ha un esempio in un giovane  di  delicato sentire e di miti costumi, obbligato dal caso a
Se ne ha un esempio in un giovane di delicato sentire e  di  miti costumi, obbligato dal caso a svenare una mezza
costumi, obbligato dal caso a svenare una mezza dozzina  di  polli. Egli si accinse a questa operazione senza
sangue. Ammazzò il terzo con crudeltà e con gioia; e fuori  di  sè, tutto tremante si gettò sulle ultime vittime da
vittime da furibondo, tagliando e sbranando, sicchè una  di  esse fu fatta a pezzi. Lo sgozzatore, in mezzo ai cadaveri
aveva eccitato; e che egli avrebbe ucciso altre centinaia  di  vittime con voluttà. Aggiunse ancora che in mezzo a quel
che in mezzo a quel furore era stato assalito da un accesso  di  libidine. Questo fatto ha una grande importanza, perchè fa
fa prevedere che l'istinto dell'assassinio e la facoltà  di  generare, devono aver nel cervello un rapporto anatomico o
del mare, sappiamo che diviene latente una certa quantità  di  calore. Il vento che fa correre le nubi per il cielo,
movintento organico nei suoi rapporti cogli scambi  di  materia.Traduzione di G. Berruti. Torino, 1869, pag. 39.
nei suoi rapporti cogli scambi di materia.Traduzione  di  G. Berruti. Torino, 1869, pag. 39. "Il sole, secondo l'
secondo l' umana intelligenza, è una sorgente inesauribile  di  forza fisica. La corrente di questa forza, che si spande
è una sorgente inesauribile di forza fisica. La corrente  di  questa forza, che si spande anche sulla nostra terra, è la
la molla perpetuamente tesa, la quale mantiene l'attività,  di  quanto si muove sulla terra. La superficie della terra
coperta dal ghiaccio della morte, se la grande quantità  di  forza che essa disperde continuamente nello spazio sotto
che essa disperde continuamente nello spazio sotto forma  di  movimento ondulatorio, non venisse continuamente restituita
restituita al sole. "La natura si è proposto il problema  di  tagliare le ali alla luce che arriva sulla terra, di
di tagliare le ali alla luce che arriva sulla terra,  di  raccogliere fissandola la più mobile di tutte le forze. Per
arriva sulla terra, di raccogliere fissandola la più mobile  di  tutte le forze. Per ottenere questo scopo essa ha rivestita
questo scopo essa ha rivestita la superficie terrestre  di  organismi, i quali vivendo raccolgono la luce del sole.
genere umano, e che suscita in noi un sentimento istintivo  di  compiacenza ogni qual volta l'occhio nostro si posa sopra
attività delle piante, viene usufruita da un'altra classe  di  creature, le quali ne fanno preda e la consumano pel loro
il fatto caratteristico della vita animale, la produzione  di  effetto meccanico, la produzione di movimento, il
animale, la produzione di effetto meccanico, la produzione  di  movimento, il sollevamento di pesi. "La forza chimica
meccanico, la produzione di movimento, il sollevamento  di  pesi. "La forza chimica contenuta negli alimenti ingesti e
alimenti ingesti e nell'ossigeno inspirato, e la sorgente  di  due manifestazioni di forza, di movimento cioè e di calore,
inspirato, e la sorgente di due manifestazioni  di  forza, di movimento cioè e di calore, e la somma delle
inspirato, e la sorgente di due manifestazioni di forza,  di  movimento cioè e di calore, e la somma delle forze fisiche
di due manifestazioni di forza, di movimento cioè e  di  calore, e la somma delle forze fisiche prodotte da un
carbone acceso e vi soffiamo sopra col mantice una corrente  di  aria, gli atomi dell' ossigeno si lanciano sugli atomi del
l'ossigeno che si trasforma in energia termica. II prodotto  di  questa combinazione diventa caldo e luminoso. L'energia
e la luce. Riconosciuta la natura intima dei processi  di  combustione si vide subito che il respiro era esso pure una
dell' energia che proviene dalla lace. L' evidenza  di  questa concatenazione dei fatti è tale che tutti
in natura tutto è moto e materia , o modificazione semplice  di  questa, per mera trasposizione di parti o quanta di moto".
o modificazione semplice di questa, per mera trasposizione  di  parti o quanta di moto". E parlando della vita degli
di questa, per mera trasposizione di parti o quanta  di  moto". E parlando della vita degli animali, soggiunge: "Se
animale vivo vi è una forza della vitalità, una sorgente  di  forza indipendente dalle azioni molecolari ordinarie, e che
incominciano a impressionare il senso del gusto prima  di  entrare nei dominii più interni del nostro organismo, e in
per tutta la rete sensibile del nostro corpo. Un senso  di  vigore e di benessere, ci avverte di questo benefico
la rete sensibile del nostro corpo. Un senso di vigore e  di  benessere, ci avverte di questo benefico assorbimento e noi
nostro corpo. Un senso di vigore e di benessere, ci avverte  di  questo benefico assorbimento e noi ci troviamo alla soglia
questo benefico assorbimento e noi ci troviamo alla soglia  di  piaceri maggiori. Ammentata la quantità del liquido
del liquido alcoolico, l'iperstenia generale cresce  di  tanto, da farsi riconoscere con una fisonomia particolare
a considerare le quistioni sociali sotto un diverso punto  di  vista. Noi siamo allora quasi sempre ottimisti, come lo
allora quasi sempre ottimisti, come lo sono gli uomini  di  eccellente costituzione fisica e morale. Il bisogno di
di eccellente costituzione fisica e morale. Il bisogno  di  comunicare agli altri i propri pensieri, l'andare e il
vostro ambiente, e poi, confuso nel delirio più tempestoso  di  pensieri, vivete per voi solo; e il piacere di sentirvi per
tempestoso di pensieri, vivete per voi solo; e il piacere  di  sentirvi per un momento un altr'uomo è presto offuscato dal
del mondo esterno e dell'intelligenza, sicchè voi cessate  di  avere coscienza di esistere. Negli ultimi periodi
e dell'intelligenza, sicchè voi cessate di avere coscienza  di  esistere. Negli ultimi periodi dell'ubbriachezza, la
intellettuale, e il sopore è alternato da rapidi guizzi  di  un delirio vivo e scintillante, così come una notte di
di un delirio vivo e scintillante, così come una notte  di  temporale è rischiarata a intervalli dal lampo. Ma questo
e della dignità umana; e non può compiacersene che l'uomo  di  bassi istinti, o che ha spento, coll'abuso, le nobili
istinti, o che ha spento, coll'abuso, le nobili facoltà  di  cui lo aveva dotato natura. I narcotici dànno un'ebbrezza
diverse sostanze che la inducono; ma pur sempre feconda  di  piaceri incommensurabili, pericolosi e spesso terribili.
che nell'ebbrezza alcoolica. L'assorbimento e l'effetto  di  queste sostanze è lento, e soltanto dopo qualche tempo
si tocca come si può toccare attraverso un guanto  di  ragnatela; si pensa come si può pensare fra il crepuscolo
del narcotismo è costituito essenzialmente dalla coscienza  di  esistere portata al suo massimo grado di perfezione e
dalla coscienza di esistere portata al suo massimo grado  di  perfezione e avvolta in un manto di imperturbabile calma. È
al suo massimo grado di perfezione e avvolta in un manto  di  imperturbabile calma. È il kief degli Orientali, è una
e le cure affannose del vivere sociale non possono turbare  di  una linea lo strato compatto e impenetrabile di felicità
turbare di una linea lo strato compatto e impenetrabile  di  felicità che lo rinchiude. Egli però non ha bisogno di
di felicità che lo rinchiude. Egli però non ha bisogno  di  reagire e di esprimere il suo piacere; ed egli si va
che lo rinchiude. Egli però non ha bisogno di reagire e  di  esprimere il suo piacere; ed egli si va facendo tanto più
sempre che, sotto l'influenza della coca, sono stato capace  di  rimanere assolutamente immobile per qualche ora, senza
senza aprir gli occhi e senza dormire, sentendomi incapace  di  desiderare cosa che fosse più gradevole di quel mio stato.
incapace di desiderare cosa che fosse più gradevole  di  quel mio stato. I piaceri più intensi che ci dànno i
che ci vengono innanzi e si seguono ora colla rapidità  di  un indiavolato film cinematografico, ed ora colla calma di
di un indiavolato film cinematografico, ed ora colla calma  di  una mano invisibile che muti i vetri di una lanterna
ed ora colla calma di una mano invisibile che muti i vetri  di  una lanterna magica. Mettete in un caleidoscopio le scene
più vivi dell'iride e le tinte più variate de' mosaicisti  di  Roma; i fiori più gentili e i mostri impossibili; insomma
dell'oppio e della coca. È certo che gran parte  di  vita si consuma nelle allucinazioni, sebbene esse durino
o veduto in altri, fa paura, tanto è lo sconvolgimento  di  tutto l'essere fisico e morale. I caffeici, cioè il caffè,
In questo caso, si prova una sensazione piacevole  di  eretismo convulso, si è obbligati a ridere senza ragione, a
ad ogni istante e ad espandere in mille bizzarrie l'eccesso  di  sensibilità che ci invade quasi a scintilla o ad onde
quasi a scintilla o ad onde alternate. È questa la forma  di  ebbrezza caffeica più comune, e ch'io ho provato due volte
della mia vita, bevendo l'una dopo l'altra cinque tazze  di  caffè molto forte, e sorbendo, in America, una tazza
sanno distinguere e definire le diverse gradazioni  di  benessere che produce; ma uno dei piaceri massimi si deve
sensibilità e del pensiero che, dalla semplice coscienza  di  un piacere indefinito, può arrivare ad un vero accesso di
di un piacere indefinito, può arrivare ad un vero accesso  di  eretismo fosforico e convulso.
tartine e le gelatine. Altre volte la tenerezza o finezza  di  tessuto è sorgente di piacere, ciò che si osserva mangiando
Altre volte la tenerezza o finezza di tessuto è sorgente  di  piacere, ciò che si osserva mangiando le animelle di
di piacere, ciò che si osserva mangiando le animelle  di  vitello, le cervella, i cavolfiori e le frutta polpose.
Anche la struttura granulare, moltiplicando i punti  di  contatto, pare che solletichi quasi il senso del tatto,
il senso del tatto, come avviene quando si mangiano le uova  di  alcuni pesci. La compage mollemente fibrosa ci dà del pari
modellandosi sotto la pressione, cambiano ad ogni momento  di  forma senza sciogliersi. Gli Americani hanno introdotto
hanno introdotto l'uso poco elegante e assai discutibile  di  masticare palline di gomma. Alcuni alimenti ci offrono
poco elegante e assai discutibile di masticare palline  di  gomma. Alcuni alimenti ci offrono sulle prime una
minuta polvere o una molle pasta. Si provano dei piaceri  di  questo genere mangiando varie specie di dolci spugnosi,
provano dei piaceri di questo genere mangiando varie specie  di  dolci spugnosi, alcune fritture molto arrosolite e tutte le
molto arrosolite e tutte le varietà Si provano dei piaceri  di  questo genere mangiando varie specie di dolci spugnosi,
provano dei piaceri di questo genere mangiando varie specie  di  dolci spugnosi, alcune fritture molto arrosolite e tutte le
alcune fritture molto arrosolite e tutte le varietà  di  frittelle. Un altro genere di piaceri tattili del gusto si
arrosolite e tutte le varietà di frittelle. Un altro genere  di  piaceri tattili del gusto si ha da un cibo solido che,
producendo piaceri molto complessi. Una sorgente importante  di  queste combinazioni consiste nella miscela dei corpi solidi
nella miscela dei corpi solidi coi corpi liquidi, o  di  alimenti di varia coesione. Basta rammentare il piacere che
miscela dei corpi solidi coi corpi liquidi, o di alimenti  di  varia coesione. Basta rammentare il piacere che si prova
Basta rammentare il piacere che si prova mangiando del pane  di  granoturco con crema di latte, e del prosciutto col melone.
che si prova mangiando del pane di granoturco con crema  di  latte, e del prosciutto col melone. Gli Europei sono
e momentaneo della sensibilità fisiologica. Nello stato  di  calma perfetta o di vera apatia nervosa, la minima
sensibilità fisiologica. Nello stato di calma perfetta o  di  vera apatia nervosa, la minima sensazione esagerata può
esagerata può produrre piacere; mentre in uno stato  di  sovreccitamento del senso è necessaria una massima
è offeso in modo da produrre il dolore, la cessazione  di  questo è già un bene, per cui noi proviamo piacere.
un bene, per cui noi proviamo piacere. Purtroppo, la vita  di  alcuni uomini è tessuta di tanti dolori, che la parte di
piacere. Purtroppo, la vita di alcuni uomini è tessuta  di  tanti dolori, che la parte di piaceri a loro concessa non
di alcuni uomini è tessuta di tanti dolori, che la parte  di  piaceri a loro concessa non consiste che nell'alleviamento
abbiamo lungamente provato in precedenza. Le espressioni  di  questi piaceri sono molto varie, ma possono offrire tratti
della massima soddisfazione, del delirio più incomposto  di  gioia. Spesso si confondono sulla fisonomia i sintomi del
spettacolo del sole che appare sul finire d'un temporale.  Di  tutti i sensi, quello che ci offre senza confronto il
quello che ci offre senza confronto il maggior numero  di  piaceri negativi è il tatto, per la semplice ragione che
altri quattro sensi non possono contrapporre una infinità  di  piaceri che un numero limitatissimo di sensazioni
una infinità di piaceri che un numero limitatissimo  di  sensazioni spiacevoli. Forse però questo lusso di piaceri,
di sensazioni spiacevoli. Forse però questo lusso  di  piaceri, di cui potrebbe troppo, facilmente compiacersi un
sensazioni spiacevoli. Forse però questo lusso di piaceri,  di  cui potrebbe troppo, facilmente compiacersi un ottimista,
che possono essere affetti da nevralgie, si possono avere  di  questi piaceri. Un esempio comune si ha nella cessazione
può dimostrarsi coi segni della gioia più intensa. II mal  di  capo è un'altra fra le cause più comuni di questi piaceri;
intensa. II mal di capo è un'altra fra le cause più comuni  di  questi piaceri; e così avviene spesso che dal dolore nasca
sventura il più delle volte è colpevole l'uomo, che abusa  di  se stesso, cercando di oltrepassare i confini della gioia,
volte è colpevole l'uomo, che abusa di se stesso, cercando  di  oltrepassare i confini della gioia, che pur sono tanto
dalle sensazioni spiacevoli del gusto, perciò, se godiamo  di  alcuni piaceri negativi di questo senso, dobbiamo incolpare
del gusto, perciò, se godiamo di alcuni piaceri negativi  di  questo senso, dobbiamo incolpare la cuoca inesperta che
che li ha preceduti. Il sapore infernale dell'olio rancido  di  ricino scompare con troppa lentezza dalla nostra bocca, e,
noi siamo troppo indispettiti per rallegrarcene, trovando  di  essere finalmente nel diritto sacrosanto di avere almeno
trovando di essere finalmente nel diritto sacrosanto  di  avere almeno uno stato di calma, pel senso del gusto tanto
finalmente nel diritto sacrosanto di avere almeno uno stato  di  calma, pel senso del gusto tanto tormentato. Le sensazioni
parte, in natura la putrefazione non cessa mai un istante  di  far passare la materia viva nel mondo della materia morta,
della materia morta, e i vulcani e le solfatare non cessano  di  vomitar nell'atmosfera torrenti di acido solfidrico, per
le solfatare non cessano di vomitar nell'atmosfera torrenti  di  acido solfidrico, per cui, anche nello stesso stato
solfidrico, per cui, anche nello stesso stato primitivo  di  ignorante innocenza, il naso dell'uomo deve avere avuto i
che vi corrispondono. L'udito ci offre pochissimi piaceri  di  questa natura, e i pochi che presenta derivano, il più
dalla stanchezza, la quale è pur sempre un grado minimo  di  dolore. Basterà citare la compiacenza di acquietare
un grado minimo di dolore. Basterà citare la compiacenza  di  acquietare l'orecchio dalle grida laceranti di neonati, o
compiacenza di acquietare l'orecchio dalle grida laceranti  di  neonati, o dallo stridere della lima, o dal martellare
La vista ci offre, fra tutti i sensi il minor numero  di  piaceri negativi, perchè il semplice abbassare delle
il semplice abbassare delle palpebre o il minimo moto  di  allontanamento bastano a difenderci dalle immagini più
dal castello  di  prua, mi trovai faccia a faccia col medico: un napoletano,
e i modi d'un altro, distratti e flemmatici: caso non raro  di  rassomiglianza fisica fra persone di natura opposta. Scesi
caso non raro di rassomiglianza fisica fra persone  di  natura opposta. Scesi con lui nell'infermeria, una specie
natura opposta. Scesi con lui nell'infermeria, una specie  di  stanzone oblungo, rischiarato dall'alto, con due ordini di
di stanzone oblungo, rischiarato dall'alto, con due ordini  di  cuccette all'intorno. C'era un bambino malato di rosolìa,
due ordini di cuccette all'intorno. C'era un bambino malato  di  rosolìa, un amore di bambino, coi capelli biondi
all'intorno. C'era un bambino malato di rosolìa, un amore  di  bambino, coi capelli biondi arricciolati, rosso dalla
e accanto a lui, in piedi, una campagnuola dei dintorni  di  Napoli, un pezzo di donna, che appena visto il medico, si
in piedi, una campagnuola dei dintorni di Napoli, un pezzo  di  donna, che appena visto il medico, si mise a piangere,
mani. Il medico esaminò il bambino, poi le disse in tuono  di  rimprovero: - La malattia fa il suo corso. Non v'avete a
un'altra parte: - E voi, come va? -, Allora vidi spuntare  di  dentro a una cuccetta bassa la testa d'un vecchio
sull'orlo della sua buca. Era vestito. Rispose con un filo  di  voce: - Non c'è tanto male. - Il medico lo esaminò, e
alle strade e mutava sede. Gli aveva però indicato il modo  di  ritrovarlo. E dicendo questo il povero vecchio ficcò la
la mano scarna in una tasca del petto, e ne cavò una manata  di  carte logore e unte, che incominciò a far scorrere con le
e quasi illeggibili, il nome d'un villaggio della provincia  di  Buenos Ayres, nel quale, al tal numero della tal via, egli
trovato ospitalità in una famiglia piemontese, presso  di  cui, dentro il mese, sarebbe venuto a prenderlo un
mese, sarebbe venuto a prenderlo un patriotta, suo compagno  di  lavoro, che avrebbe condotto dov'era il figliolo: 'I me
me Carlo. Con quelle indicazioni, vecchio, malato, ignaro  di  tutto, era partito per l'America! - Ho gran paura -, disse
quale senso facesse il mare in tutta quella gente. Prima  di  tutto, le era antipatico. L'ignoranza non ammira il mare,
che è quella dell'elemento dell'asfissia. Poi ebbi modo  di  accertarmi, fin dall'uscita dello stretto, che per la
nel Mediterraneo, mentre immaginavano tutti, entrandovi,  di  veder l'orizzonte allargarsi smisuratamente, come segue
allargarsi smisuratamente, come segue all'occhio  di  chi salga da un poggio sopra una montagna. Ma non solo per
delle immaginazioni favolose dell'antichità e dei tempi  di  mezzo: se non più i mostri alati, i kraken di un miglio di
e dei tempi di mezzo: se non più i mostri alati, i kraken  di  un miglio di circuito e i pesci cantanti, molti s'aspettano
di mezzo: se non più i mostri alati, i kraken di un miglio  di  circuito e i pesci cantanti, molti s'aspettano di vedere
un miglio di circuito e i pesci cantanti, molti s'aspettano  di  vedere almeno balene, polipi enormi, o lotte di capodogli e
s'aspettano di vedere almeno balene, polipi enormi, o lotte  di  capodogli e di pesci spada, e onde come montagne; e vedendo
vedere almeno balene, polipi enormi, o lotte di capodogli e  di  pesci spada, e onde come montagne; e vedendo poi quel mare
quieto, e nemmeno il muso d'un pesce cane in due settimane  di  navigazione, scrollan le spalle dicendo: un mare come un
grado della latitudine, quasi tutti, dico, trasmettendosi  di  bocca in bocca e di classe in classe, avevano un eco uno o
quasi tutti, dico, trasmettendosi di bocca in bocca e  di  classe in classe, avevano un eco uno o due giorni dopo,
degli avvenimenti dalle città ai villaggi, nei crocchi  di  prua; di dove ci ritornavano all'orecchio per via degli
avvenimenti dalle città ai villaggi, nei crocchi di prua;  di  dove ci ritornavano all'orecchio per via degli ufficiali
che si dicesse scomparso da non molti anni, e che qualcuno  di  noi si fosse vantato d'aver visto. Alla latitudine della
visto. Alla latitudine della Senegambia, essendosi parlato  di  negri, dicevano gli emigranti che il Galileo filava a tutta
a tutta velocità per sfuggire alla costa, dov'era un popolo  di  selvaggi terribili, che davan la caccia ai bastimenti per
equatore, alcuni andavano predicendo da giorni un calore  di  fornace che avrebbe liquefatto le candele e la ceralacca
occhi che tutto era piano; e c'era poco da rallegrarsi  di  quelli che parevano persuasi del vero, poichè parecchi di
di quelli che parevano persuasi del vero, poichè parecchi  di  questi s'immaginavano che, passato equatore, il piroscafo
intorno a una palla. E molti anche non credevano a nulla  di  quanto udivano dire. La mattina, mentre il marito della
e non vedendo nulla d'insolito, tornavano a guardar lui  di  mal occhio, con l'aria di dirgli che smettesse di pigliarli
tornavano a guardar lui di mal occhio, con l'aria  di  dirgli che smettesse di pigliarli a godere. Ma ciò che li
lui di mal occhio, con l'aria di dirgli che smettesse  di  pigliarli a godere. Ma ciò che li preoccupava soprattutto
a godere. Ma ciò che li preoccupava soprattutto da un po'  di  giorni era l'aver inteso dire che di Ià dall'equatore si
soprattutto da un po' di giorni era l'aver inteso dire che  di  Ià dall'equatore si sarebbero viste delle stelle nuove, e
si sarebbero viste delle stelle nuove, e che una  di  queste, l'alfa del Centauro, era di tutte le stelle la più
stelle nuove, e che una di queste, l'alfa del Centauro, era  di  tutte le stelle la più vicina alla terra. Pensavano forse
forse che apparisse grande come la luna. Fin dalla mattina  di  quel giorno tanto aspettato, in piena luce di sole, uomini
dalla mattina di quel giorno tanto aspettato, in piena luce  di  sole, uomini e donne giravano gli occhi pel cielo, con
uomini e donne giravano gli occhi pel cielo, con l'idea  di  veder dei miracoli. Una donna domandò al Commissario se in
si va in America si perde una stagione? E che cosa accadeva  di  questa stagione? Il Commissario s'ingegnava di spiegare; ma
accadeva di questa stagione? Il Commissario s'ingegnava  di  spiegare; ma alcuni non badavano affatto alle spiegazioni
dell'intelligenza, e poi ci rinunziavano, facendo un atto  di  rassegnazione. L'ultimo sentimento dei più era un vago
vago sospetto che tutte quelle maraviglie fossero un monte  di  pastocchie spacciate dai signori per fare i saccenti, o che
non altro le spiegazioni che ne davano fossero puri sforzi  di  fantasia, e che tutto rimanesse un gran mistero per tutti.
il sole. E sconfortava il pensare che un migliaio forse  di  quei mille e seicento cittadini d'uno dei paesi più civili
alla terra e al cielo cognizioni più larghe nè più esatte  di  quelle che si sabero ritrovate cinque secoli or sono in
d'acqua, e piegare a mille forme diverse, ma non scemar  di  volume.
in cui si vedeva ballare l'orizzonte del mare. Nell'atto  di  sedere, e per qualche minuto dopo, i commensali non fecero
che ispirano sempre le persone ignote con le quali si sa  di  dover vivere per qualche tempo in una familiarità
in fondo alla tavola il prete gigante, il quale sorpassava  di  tutta la testa i suoi vicini: una testa d'uccello grifagno,
d'uccello grifagno, piccola e calva, con gli occhi orlati  di  prosciutto, piantata sur un collo interminabile; e mi
smisurate e magre, con certe dita che parevano tentacoli  di  polipi: la figura d'un Don Chisciotte, senza poesia. Dalla
in qua, riconobbi la signora bionda che avevo incontrata  di  sotto la sera innanzi. Era una bella signora sui
come se conoscesse tutti, uno sguardo vago e sorridente  di  ballerina alla ribalta; e non so perchè, avrei giurato che
alla ribalta; e non so perchè, avrei giurato che la calza  di  seta nera intravvista la mattina non poteva essere che sua.
non poteva essere che sua. Il proprietario legittimo  di  quella seta era senza dubbio un signore sulla cinquantina,
c'erano due ragazze, che parevano parenti, o amiche intime;  di  una delle quali, vestita di color verde mare, mi colpì il
parenti, o amiche intime; di una delle quali, vestita  di  color verde mare, mi colpì il viso smunto e pallidissimo,
smunto e pallidissimo, spiccante anche più sotto una massa  di  capelli neri e lucidi, che facevan l'impressione della
giovanissimi, piccoli tutti e due, due stucchini  di  Lucca, che mangiavano col viso basso e si parlavano senza
se avessero soggezione dei commensali. Non avrei dato più  di  vent'anni all'uno, nè più di diciassette all'altra, e avrei
commensali. Non avrei dato più di vent'anni all'uno, nè più  di  diciassette all'altra, e avrei scommesso che non eran
all'altra, e avrei scommesso che non eran passati più  di  quindici giorni dalla loro apparizione al Municipio: una
e un seminarista avvedutisi in tempo d'un'assoluta mancanza  di  vocazione, e che non avevan punto bisogno di darsi del nero
mancanza di vocazione, e che non avevan punto bisogno  di  darsi del nero sotto gli occhi. Da un lato dello sposo
con un faccione come lo fanno i caricaturisti alla luna  di  cattivo umore, segnato sopra la bocca dalle tracce non
a mangiare con coscienza, facendosi tirar giù da una  di  quelle credenze aeree che ci ciondolavano sul capo come
rauca, che andava provando tratto tratto con un colpetto  di  tosse. A capo della tavola sedeva il Comandante, una specie
tosse. A capo della tavola sedeva il Comandante, una specie  di  Ercole raccorciato e accigliato, rosso di capelli e acceso
una specie di Ercole raccorciato e accigliato, rosso  di  capelli e acceso nel viso; il quale parlava con voce
signore che aveva a sinistra: un vecchio alto e asciutto,  di  lunghi capelli bianchissimi e d'occhi vivi e profondi,
una frase spagnuola detta ad alta voce e seguita da un coro  di  risate, fece voltar tutte le teste verso il fondo del
salone. - È una brigata d'Argentini, - disse il mio vicino  di  sinistra. Mentre mi voltavo a guardarli, mi sviò
sviò l'attenzione la faccia maschia e bella del mio vicino  di  destra, di cui non avevo ancora inteso la voce. Era un uomo
la faccia maschia e bella del mio vicino di destra,  di  cui non avevo ancora inteso la voce. Era un uomo sui
un uomo sui quarant'anni, dell'aspetto d'un antico soldato,  di  corpo poderoso, ma che s'indovinava svelto ancora; già
ancora; già grigio. La fronte ardita e gli occhi iniettati  di  sangue mi rammentarono Nino Bixio; ma la parte inferiore
più mite, benchè triste e come contratta da una espressione  di  disprezzo, che faceva violenza alla bontà della bocca. Non
alla bontà della bocca. Non so bene per quale associazione  di  idee, pensai a una di quelle nobili figure di Garibaldini
Non so bene per quale associazione di idee, pensai a una  di  quelle nobili figure di Garibaldini del 60 che avevo
associazione di idee, pensai a una di quelle nobili figure  di  Garibaldini del 60 che avevo conosciute nelle pagine
del 60 che avevo conosciute nelle pagine indimenticabili  di  Cesare Abba, e mi fissai nel capo ch'egli avesse fatto
dovesse essere lombardo. Mentre guardavo lui, il mio vicino  di  sinistra sbattè la forchetta sulla tavola, dicendo: - È
crepo. Costui era un ometto mingherlino, con un viso  di  dolor di corpo e una gran barba nera, troppo lunga per lui,
Costui era un ometto mingherlino, con un viso di dolor  di  corpo e una gran barba nera, troppo lunga per lui, che gli
male o, per dir meglio, non soffriva propriamente il mal  di  mare. Soffriva d'una malattia particolare, più morale che
ma pativa all'ultima le medesime torture che alla prima:  di  giorno una spossatezza e un'agitazione morbosa, e di notte
prima: di giorno una spossatezza e un'agitazione morbosa, e  di  notte un'insonnia incurabile, tormentata dalle più nere
per mente umana. Odiava a tal segno il mare che era capace  di  star sette giorni di seguito senza guararlo, e ogni volta
a tal segno il mare che era capace di star sette giorni  di  seguito senza guararlo, e ogni volta che trovava in un
un anno in carrozza piuttosto che far quella traversata  di  tre settimane. A tanto era ridotto. Un medico suo amico gli
poteva derivar da altro che da un presentimento misterioso  di  dover morire in un naufragio. - Sciâ se leve queste idee da
informazioni. Come avevo indovinato giusto! Il mio vicino  di  destra, in fatti, doveva essere lombardo : egli l'aveva
l'aveva inteso parlare lombardo con un amico, sulla calata  di  Genova: e un antico garibaldino, senza dubbio: glie l'aveva
notizie. La famiglia che era in fondo alla tavola, composta  di  padre e madre, e di quattro figliuoli, era una famiglia
che era in fondo alla tavola, composta di padre e madre, e  di  quattro figliuoli, era una famiglia brasiliana, che andava
credeva che fosse un tenore italiano (era il mio vicino  di  camerino) che andava a cantare a Montevideo. Quello che
dalla nostra parte della tavola, era un cattivo originale  di  mugnaio piemontese, che, diventato ricco nell'Argentina, vi
che avevo già notata. Guardai, e provai un senso quasi  di  ribrezzo: non era un braccio il suo, ma un povero osso
i suoi occhi velati; e quasi svaniti, d'un'espressione  di  tristezza e di dolcezza infinita, che sembrava guardassero
velati; e quasi svaniti, d'un'espressione di tristezza e  di  dolcezza infinita, che sembrava guardassero tutto e non
cogli occhi socchiusi, forse per nascondere il sentimento  di  compassione che inspirava a lui pure. La compagnia, in
per un osservatore. Notai fra gli altri uno strano viso  di  color bronzeo, d'un uomo sui trentacinque anni, di
viso di color bronzeo, d'un uomo sui trentacinque anni,  di  fisionomia grave, e vagamente malinconica, dal quale non
rispondessero alle descrizioni che si leggon nelle storie  di  quegli Incas misteriosi, che m'avevan sempre tormentato la
sempre tormentato la fantasia. Me lo raffiguravo vestito  di  lana rossa, con una benda intorno al capo e gli orecchini
d'una cordicella a nodi, e vedevo sfolgorare dietro  di  lui le gigatesche statue d'oro del palazzo imperiale di
di lui le gigatesche statue d'oro del palazzo imperiale  di  Cuzco, circondato di giardini scintillanti di frutti e di
statue d'oro del palazzo imperiale di Cuzco, circondato  di  giardini scintillanti di frutti e di fiori d'oro. Ed era
imperiale di Cuzco, circondato di giardini scintillanti  di  frutti e di fiori d'oro. Ed era invece il proprietario
di Cuzco, circondato di giardini scintillanti di frutti e  di  fiori d'oro. Ed era invece il proprietario d'una fabbrica
fiori d'oro. Ed era invece il proprietario d'una fabbrica  di  zolfanelli di Lima, che discorreva prosaicamente della sua
Ed era invece il proprietario d'una fabbrica di zolfanelli  di  Lima, che discorreva prosaicamente della sua industria col
della sua industria col commensale che gli stava  di  faccia. Alle frutta le conversazioni s'animarono un poco.
un poco. Sentii che il Comandante raccontava un'avventura  di  quando era capitano di bastimento a vela; un'avventura il
Comandante raccontava un'avventura di quando era capitano  di  bastimento a vela; un'avventura il cui scioglimento, a
dal gesto, doveva essere una solenne distribuzione  di  scapaccioni fatta da lui in non so che porto straniero a
straniero a non so quale mascarson, che gli aveva mancato  di  rispetto. In fondo alla tavola gli Argentini provocarono
della "grazia maravigliosa d'andatura" che gli scrittori  di  viaggi attribuiscono alle donne del suo paese. Mi potei
paese. Mi potei però accorgere, dalla curiosità ammirativa  di  tutti gli sguardi, che già le doveva esser stato
qui trovai  di  peggio. L'afa e il puzzo avevan cacciati tutti su, non ci
gente: era una folla densa dalle cucine fino alla punta  di  prua, e tutti irrequieti, come se aspettassero un
aveva lettori: soltanto il barbiere veneto faceva sentire  di  tratto in tratto il suo ululato lamentevole di cane
sentire di tratto in tratto il suo ululato lamentevole  di  cane abbaiante alla luna, col quale pareva che esprimesse
luna, col quale pareva che esprimesse il sentimento comune  di  quella moltitudine. E gli emigranti affollati verso poppa
verso poppa guardavano le porte del salone e i passeggieri  di  prima con un occhio più torvo del consueto, in cui si
tanta parte del piroscafo, ingombrando noi soli, tra men  di  cento, quasi altrettanto spazio di quello che occupavan
noi soli, tra men di cento, quasi altrettanto spazio  di  quello che occupavan essi, che erano un popolo; eravamo noi
vedevano passare sulla piazzetta due volte al giorno, e  di  cui ricevevano il fumo nel naso; e per noi correvano e
peggiore forse, una classe primissima, se ci fosse stata,  di  passeggieri milionari rimpinzati di fagiani e ubbriacati di
se ci fosse stata, di passeggieri milionari rimpinzati  di  fagiani e ubbriacati di Johannisberg. Essi erano stufi alla
di passeggieri milionari rimpinzati di fagiani e ubbriacati  di  Johannisberg. Essi erano stufi alla fine di quel lungo
e ubbriacati di Johannisberg. Essi erano stufi alla fine  di  quel lungo contatto forzato con l'agiatezza spensierata, di
di quel lungo contatto forzato con l'agiatezza spensierata,  di  sentirsi come pigiati nella propria miseria, dentro a
propria miseria, dentro a quella gran piccionaia piena  di  stracci e di cattivi odori. E non potendo picchiare noi, si
miseria, dentro a quella gran piccionaia piena di stracci e  di  cattivi odori. E non potendo picchiare noi, si picchiavan
mandati tutti e due alla gogna sul terrazzino del palco  di  comando, obbligandoli a star ritti, l'uno in faccia
Poi la bolognese, offesa d'una rispostaccia del panattiere  di  bordo, gli aveva rifilato un ceffone maiuscolo, per cui era
sculacciate e scarpate alla cieca, e caricandosi fra loro  di  contumelie. L'irritazione aveva invaso perfin la cucina,
aveva invaso perfin la cucina, dove, per rivalità  di  vendite di contrabbando, era scoppiato un accanito diverbio
invaso perfin la cucina, dove, per rivalità di vendite  di  contrabbando, era scoppiato un accanito diverbio fra il
qui davanti a me le opere  di  Stenone, di Redi, di Malpighi, di Borelli, di Bellini e dei
qui davanti a me le opere di Stenone,  di  Redi, di Malpighi, di Borelli, di Bellini e dei più celebri
qui davanti a me le opere di Stenone, di Redi,  di  Malpighi, di Borelli, di Bellini e dei più celebri medici
qui davanti a me le opere di Stenone, di Redi, di Malpighi,  di  Borelli, di Bellini e dei più celebri medici di
a me le opere di Stenone, di Redi, di Malpighi, di Borelli,  di  Bellini e dei più celebri medici di quell'epoca. Alcuni
Malpighi, di Borelli, di Bellini e dei più celebri medici  di  quell'epoca. Alcuni volumi sono stampati in caratteri
Targioni-Tozzetti, che trovasi nella Biblioteca nazionale  di  Firenze Volume XI, pag. 69.. "Il granduca innamorato dei
dei buoni studi per le insinuazioni principalmente  di  Galileo, spesse volte deposti i più gravi affari del
e maravigliosa cosa era per certo il vedere scelto stuolo  di  letterati, ben sovente splendida corona formargli alla
dintorno, anzi il rimirar lui medesimo, deposto il peso  di  real dignità , nelle sue più segrete stanze, a nobil turba
, nelle sue più segrete stanze, a nobil turba trasmescolato  di  loro, non in altro distinto, che nella eccellenza della
Per comprendere quale fosse lo splendore dell'Università  di  Pisa a quei tempi, basta rammentarsi che si trovarono
e Stenone. E la vita comoda che facevano gli scienziati  di  quell' epoca, appare da molti documenti, tra i quali citerò
appare da molti documenti, tra i quali citerò poche linee  di  una lettera che il Redi scrisse da Pisa allo Stenone. "Una
andava nelle aule dell'Università ad assistere alle lezioni  di  fisica, sperimentate ed alle vivisezioni che si facevano
ed alle vivisezioni che si facevano nella scuola  di  fisiologia. "Capitato Stenone a Pisa circa l'anno 1666, il
sorpassasse nelle scienze molti altri, che allo studio  di  quelle, e singolarmente alla cognizione più recondita delle
una onorevole cattedra ".DOMENICO MARIA MANNI,Vita  di  Niccolò Stenone, Firenze, 1775, pag. 34 Gli uomini celebri
Niccolò Stenone, Firenze, 1775, pag. 34 Gli uomini celebri  di  quell'epoca si distinguevano dagli scienziati moderni più
Nel 1881 dai geologi convenuti al Congresso Internazionale  di  Bologna fu inaugurata una lapide col ritratto di Stenone
di Bologna fu inaugurata una lapide col ritratto  di  Stenone sotto il portico della chiesa di San Lorenzo in
col ritratto di Stenone sotto il portico della chiesa  di  San Lorenzo in Firenze.
tre ore o cinque minuti. Nel camerino brillava un raggio  di  sole. Il rumore cresceva sopra il mio capo. Era un gridìo
sole. Il rumore cresceva sopra il mio capo. Era un gridìo  di  gente che si chiamava per nome, un suono di passi
Era un gridìo di gente che si chiamava per nome, un suono  di  passi affrettati, un tramestìo come all'annunzio d'un
mi trovai tra una folla. Guardai verso prua: quanto c'era  di  vivo nelle più profonde cavità del bastimento era sbucato
un capo all'altro; tutti si gettavano contro al parapetto  di  destra, salivano sulle stie, sulle panche e, sulle scale a
corda, guardando il mare. Io non vedevo nulla, un baluardo  di  schiene mi nascondeva l'orizzonte. Interrogai due che
scapparono senza rispondere. Allora salii sul palco  di  comando.... Ah! la benedetta apparizione! La divina cosa
imbandierato e affollato, veniva maestosamente 7 verso  di  noi, fendendo il mare azzurro, sotto il cielo limpidissimo,
dal seno dell'oceano. Era il Dante, della stessa società  di  navigazione del Galileo, proveniente dal Plata, diretto in
Galileo, proveniente dal Plata, diretto in Italia, carico  di  emigrati che tornavano in patria. Era il primo grande
violentemente. Quando fu alla massima vicinanza, a portata  di  voce da noi, presentandoci tutta la lunghezza del suo
dalle due folle, accompagnato da un frenetico sventolìo  di  cappelli e di fazzoletti; un grido interminabile d'augurio
folle, accompagnato da un frenetico sventolìo di cappelli e  di  fazzoletti; un grido interminabile d'augurio e d'addio,
e d'addio, d'un accento strano, diverso da ogni altro grido  di  popolo che avessi inteso mai, uno scoppio di voci violente
altro grido di popolo che avessi inteso mai, uno scoppio  di  voci violente e tremanti, in cui si espandevano e si
tristezze del viaggio, il rimpianto della patria, la gioia  di  rivederla tra breve, la speranza di ritornarvi un giorno,
della patria, la gioia di rivederla tra breve, la speranza  di  ritornarvi un giorno, la maraviglia e l'allegrezza
e l'allegrezza affettuosa d'incontrar dei fratelli,  di  sentir la voce e l'alito dell'Italia nella solitudine
mutato a bordo del Galileo, aveva risuscitato le speranze  di  buona fortuna, ridestati i canti, le risa, la benevolenza,
intesi dire vicino a me. Mi voltai: era la signorina  di  Mestre che toccava il garibaldino col ventaglio. Questi si
più comuni del riso sono costituite dalle differenze  di  grado che passano dal sorriso silenzioso alla sganasciata;
per la loro natura. I fanciulli e le donne ridono  di  un riso metallico ed elastico, mentre i catarrosi e i
e i corpulenti hanno un riso grasso e pastoso. Le persone  di  spirito hanno per lo più un riso scintillante e acuto,
riso sardonico colle sue varietà è sempre morboso, e invece  di  rallegrarci ci agghiaccia. Il riso produce effetti
pure una influenza morale. Se siamo appena in uno stato  di  mediocre buon umore, entriamo facilmente, e al minimo
umore, entriamo facilmente, e al minimo invito, a far parte  di  un concerto di riso. Più d'una volta la scarica suscitata
facilmente, e al minimo invito, a far parte di un concerto  di  riso. Più d'una volta la scarica suscitata da una causa
continua spontanea per qualche tempo; sia che ridiamo  di  noi stessi per aver riso tanto facilmente, sia che non ci
aver riso tanto facilmente, sia che non ci riesca possibile  di  frenare ad un tratto la corrente nervosa. In ogni modo pare
il respiro a bocca socchiusa può essere un sintomo  di  piacere, e, in generale, esprime una straordinaria voluttà,
esprime una straordinaria voluttà, o la sovrabbondanza  di  un soave sentimento. Esso ristabilisce lentamente
produce questo effetto in modo improvviso. La fisonomia  di  uno stesso piacere è diversa secondo la costituzione
o accidentali che possono modificare il nostro modo  di  sentire. Gli individui nervosi e irritabili sentono
esprimono il piacere con maggiore espansività degli uomini  di  sensi ottusi. I loro nervi oscillano alle minime
molte volte esagerata, e così esprimono, senza volerlo, più  di  quello che sentono. Vi sono a questo riguardo condizioni
a questo riguardo condizioni che non permettono molte volte  di  indovinare dai tratti del viso il grado di piacere che
molte volte di indovinare dai tratti del viso il grado  di  piacere che prova un dato individuo. Così alcuni non ridono
alcune donnicciuole leggere ridono rumorosamente al volar  di  una mosca, senza essere di nervi molto delcati. La donna in
ridono rumorosamente al volar di una mosca, senza essere  di  nervi molto delcati. La donna in generale è dotata di
di nervi molto delcati. La donna in generale è dotata  di  maggior quantità di forza nervosa. È per ciò che la
delcati. La donna in generale è dotata di maggior quantità  di  forza nervosa. È per ciò che la fisonomia dei piaceri è più
la rende facilissima al pianto e al riso, e i crepuscoli  di  un dolore che tramonta si confondono spesso in lei coi
che tramonta si confondono spesso in lei coi primi albori  di  un piacere che nasce. L'età della fanciullezza ci dispone
i piaceri della sodisfazione, mentre nessuno può meglio  di  un vecchio indicare con un intelligente sorriso le calme
delle reminiscenze. I popoli meridionali sono più espansivi  di  quelli del nord, per cui, esprimendo uno stesso piacere,
e grida, mentre l'Inglese beve sorridendo la sua tazza  di  birra. Il primo ha già ristabilito l'equilibrio nel suo

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