di serenità corrispondente ad ogni giorno (tavola II, colonna Y). Le indicazioni diurne così riunite presentano delle gravi irregolarità, a diminuire
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È manifesto, che nessuno dei periodi indicati nella prima colonna, ha per sé una probabilità qualunque. Perché il periodo di 16 anni, per cui il
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giorni sereni, nuvoli e misti osservati nei 19 anni considerati e disposti secondo l’ordine dei giorni della luna: la colonna VI contiene la somma dei
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avuto un peso assai troppo piccolo, siccome fondato sopra troppo minor numero di osservazioni. Ai numeri della colonna VII aggiungendo la metà di quelli
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andamento La sola Colonna degli errori corrispondenti ai giorni misti fa eccezione (Colonna XIII): ciò conferma quanto si è detto rispetto all’incertezza
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probabile di una delle sue determinazioni (cioè di ognuno dei numeri contenuti nella colonna IX della tavola XIII) è
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colonna VI contiene le somme totali dei giorni d’osservazione,
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Per giudicare anche meglio del grado di probabilità dell’influsso degli apsidi ho tentato di rappresentare l’andamento dei numeri della colonna X
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, nuvolosi e misti, ridotte al medesimo totale di 1000: la colonna X contiene la frazione di serenità computata al modo consueto. Di queste colonne si
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mese, dal gennajo 1827 al dicembre 1864, la deviazione della serenità osservata dalla serenità normale del mese (data nella tavola I, colonna XI
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Nella colonna XIV della stessa tavola X è stata calcolata la deviazione di ciascun anno dalla serenità normale 0,550. La deviazione media fu trovata
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54. Con questa regola abbiam calcolato la variabilità relativa per le 36 decadi dell’anno (tavola XVI). Ai numeri della colonna XII (variazioni
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59. Legge annua delle variazioni doppie. Si deduce questa considerando la colonna VIII della tavola XVI e la curva delle variazioni doppie (figura 13
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proporzione è stata calcolata per ogni decade nella colonna XVIII, dividendo i numeri perequati delle variazioni semplici (colonna XV) per i numeri
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serie, registrata nella colonna IX. Ilcontrario ha luogo per le variazioni semplici, per le quali i numeri positivi (colonna XIII) superano i
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nel periodo discendente. Egli è anche facile calcolare a priori, coll’aiuto della tavola di serenità per le decadi (tavola I, colonna X), quanta dev
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Le differenze Δ della terza colonna mostrano di quanto si aumenta la serenità dal mezzo di una decade al mezzo della decade consecutiva. Onde
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seconde sarà data dalla frazione n/2N+n. Queste due frazioni, detto s il rapporto di n:N (dato nella tavola XVI, colonna XVIII), si possono anche
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dovrebbe sottrarre la metà dei numeri 76 Δ 2/2+s da quelli della colonna IX. Ma come qui si tien conto solo degli intieri, e la metà di 76 Δ 2/2+s non
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annue della serenità non modifica in nessun caso i numeri della colonna IX di una mezza unità; questi numeri si posson dunque lasciare intatti. Noi
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, positive e negative furono osservate (colonna IV-IX). La colonna X dà il numero totale di variazioni unitarie comprese nelle variazioni semplici e
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nessuna colonna si può dire che esista una legge manifesta di progressione. I salti dei numeri da un giorno all’altro della lunazione sono tali, che
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quarta colonna del quadro precedente. La variabilità osservata è sempre una frazione della variabilità eventuale; di tal frazione si ha il valore
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Nella seconda colonna si ha il numero dei paragoni eseguiti per ciascun mese durante i 38 anni delle osservazioni: nella terza si ha il numero dei
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che tal variabilità eventuale è la stessa, qualunque sia l’intervallo dei giorni che si paragonano fra loro. Finalmente l’ultima colonna da il
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corrispondente alle decadi e frazioni di decade in cui si trovano secondo i dati della tavola I, colonna X. Nei medesimi 20 giorni vennero enumerati i
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90. Se la regola qui esaminata fosse vera, le differenze Oss.-Calc. della quinta colonna dovrebbero essere costantemente positive, o almeno positive
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più frequenti e più grandi nella quinta colonna del quadro precedente. E si sarebbe trovata per la regola discussa una confermazione apparente, la quale
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ciascun mese, che occupa la settima colonna del quadro precedente. I numeri di questa colonna furono resi intieramente comparabili fra di loro, riducendoli
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fatto dietro la regola poco sopra esposta. Nella colonna XIV si ha la forza totale dei venti che soffiarono in ciascun annoPer calcolare la forza del
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Nella prima colonna si trovano aggruppate insieme 13 osservazioni d’inverno, fatte dal 31 ottobre al 3 febbraio. Nella seconda abbiamo 11
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generale i numeri della prima colonna minori che quei della seconda. L’andamento sarebbe dunque simile a quello della frequenza dei giorni nuvolosi
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. nella tavola I (colonne III, IV, V); ed altresì il numero dei giorni di osservazione impiegati (colonna
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Ma siccome la progressione dei numeri della colonna V, la quale deriva dalla pura statistica delle osservazioni, lascia non poco a desiderare sotto
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giorni della luna, e si ottennero per ciascuno di questi giorni i numeri della colonna IV, nei quali un andamento certo è già riconoscibile.
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(col. IV) per il numero totale dei giorni d’osservazione (col. Ill); la frazione così ottenuta è data nella colonna V, i cui numeri sono fra loro
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dovuta alla forza solare è invece (tavola XXII, colonna VII) 0.176, dunque più che quadrupla. La forza del sole per la mutazione della piovosità nel
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numerati a partire da quello, in cui la luna è passata al suo apogeo. Considerando la colonna V, dov’è data per ciascun giorno della rivoluzione
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nell’inverno 1844-45, mentre fu nullo nei due inverni 1834-35 e 1845-46. Considerando la serie delle invernate (colonna XII), non si trova alcun
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delle osservazioni del 1865, i quali non furono mai impiegati nel resto dei nostri calcoli. La colonna XII dà il numero dei giorni di neve osservati in
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che un giorno di una data decade dell’anno sia sereno, nuvolo, o misto. La colonna X contiene i così detti millesimi di sereno, o la frazione di
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L’ultima colonna della tavola XXV dà il numero dei temporali avvenuti in ciascuno dei 38 anni d’osservazione; il massimo fu 34 (nel 1827), il minimo
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Sebbene i numeri della seconda colonna presentino delle grandi irregolarità nel loro andamento, sembra tuttavia indubitato, che nella prima metà
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grandini, si hanno più numeri invece di un solo. Nell’ultima colonna (XIV) si ha il numero delle grandini cadute in ciascuno dei 38 anni di
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Sebbene a cagione della insufficiente copia delle osservazioni, rimanga ancora molta incertezza nei numeri dell’ultima colonna, si vede tuttavia, che
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Ciò risulta anche paragonando per ciascuno dei 38 anni osservati la frequenza dell’uno e dell’altro fenomeno. Veggasi perciò la colonna XIV nelle
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misti varia poco da una stagione all’altra, non oscillando che lievemente intorno al suo valore medio. Si paragoni altresì la colonna IX della tavola
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privi di pioggia, due volte il gennajo, sei volte il febbrajo ecc. come si vede notato nell'ultima colonna.
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L'ultima colonna della tabella indica sopra quanti temporali in ogni mese se ne può aspettare uno accompagnato da grandine. Su tutto l'anno si ha una
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atmosferiche, una maggior colonna d'aria preme sul mercurio, e il barometro si alza: quando invece passa sopra noi una depressione o il centro di un vortice
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