, quello di autunno alla XXVI, seconda di settembre: sono dunque queste le due epoche, in cui il tempo è più variabile lungo la giornata. Ma il
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che circa quattro mesi, otto ne conta il periodo ascendente; ma questo secondo è ben lontano dall’avere nel suo corso la regolarità del primo. Dalla
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esaminato l’andamento della serenità nei mesi di aprile e di maggio, calcolandola non di decade in decade, ma di giorno in giorno. Per ciascun giorno
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proporzioni dei giorni misti non mostrano variazioni regolari, ma in ambe le enneadecateridi sembrano procedere in modo sensibilmente uniforme dal
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di 19 anni basta a far vedere l’esistenza di una legge, ma è insufficiente a dimostrarne la vera progressione.
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universale. Tuttavia, siccome si tratta di esprimere la variabilità del tempo non già in numeri assoluti, ma bensì per mezzo di paragoni di numeri, il
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totale vi è l’intervallo 1,000, secondo l’unità adottata per le distanze Δ. Ma se consideriamo le osservazioni di una stessa decade per 38 anni
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col. XV), né mai arriva a formarne la decima parte. Ma l’eccesso delle variazioni doppie è spesso considerabile rispetto al loro numero totale, e
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quindi una variazione unitaria farà parte di una escursione primaria, o di una secondaria, ma non mai di una primaria e di una secondaria
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pioggia, e procella mista di vento, di pioggia, di neve, di grandine, oppure il buon tempo e la calma »Saggio astrometeor., pag. 75. . Ma se le regole
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distribuiti secondo le loro proporzioni con un ordine arbitrario, quale deriverebbe dal puro caso; ma che quest’ordine, sebbene assai vario, è pure soggetto
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se si domandi la probabilità che un dato giorno sia sereno, la risposta sarà 0,254. In tal caso la probabilità di non serenità sarà 0,746. Ma se dato
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proporzioni si accordano discretamente colle altre classi; ma il loro numero assoluto è minore che per la classe II: cosa che è poco probabile accada
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(0,153) alla XX (2a di luglio). Segue il maximum delle pioggie autunnali (decade XXX, 3a di ottobre), di minore intensità, ma di maggior durata, che il
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climi, al pari dell’influsso solare. Ma anche qui non si potrà nulla pronunziare, prima di aver consultato e discusso molti e molti registri d
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marzo ed in ottobre, ma i mesi intermedii da aprile a settembre non ne sono quasi mai immuni, ed in 38 anni non si ebbe mai un giugno, che non ne
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cubo d'aria non può crescere indefinitamente; ma per ogni data temperatura dell'aria vi è un limite, detto di saturazione, oltre il quale il vapore
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compensando non solo, ma superando l'effetto della maggior quantità di vapore. L'umidità assoluta poi si vede cambiare pochissimo nelle diverse ore del
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rapido il decremento dell'umidità relativa; ma sopraggiungendo le pioggie di primavera, in maggio questo decremento si arresta; onde l'umidità del maggio
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luna. Durante l'inverno poi qualche volta la nebbia è densissima; la sua frequenza costituisce uno dei caratteri più importanti di questo clima. Ma
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dal 10 all'11 novembre 1848. Rari sono i temporali in marzo ed in ottobre, ma i mesi intermedi da aprile a settembre non ne sono quasi mai immuni, ed
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devastatrici, le altre essendo minute e di poca conseguenza. Questi sono i numeri medi. Ma anche la grandine, come gli altri fenomeni atmosferici, è
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stagioni, ma è abbastanza generale; e si può compendiare dicendo che nelle ore più fredde della giornata si ha maggior proporzione di venti alpini fra O
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sono i più piovosi non solamente a Milano, ma anche a Venezia, ad Udine ed a Pola. Accade dunque in piccola scala ed a irregolari intervalli quello
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