Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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sangue della gioventù scorreva caldo e vivace  nelle  sue vene e coloriva di tinte rosee la sua pelle trasparente
fanciulle si avvicineranno alla tavola. Versano acqua  nelle  pàtere; poi accendono i fuochi per far bruciare gli aromi
suonano a stormo. Le trombe squillano tra la gazzarra  nelle  vie della città arsa e insanguinata.
Ora la terribilità del punitore non arde se non  nelle  ciglia, ma la voce è pacata e grave.
due galanti si scostano, e vanno ad osservare  nelle  scene dagli usci socchiusi, l’uno a destra e l’altro a
V. Il cancello s’apre. Il Solitario appare, attira Carlo  nelle  sue braccia e lo covre col suo manto.)
lei che, scendendo i gradini, cade  nelle  sue braccia. Si baciano come fossero moribondi d’amore.
Carlo V. Il cancello s’apre. Il Frate appare, attira Carlo  nelle  sue braccia e lo covre col suo manto.)
 nelle  camere di sinistra e di destra. La camera di centro, dove
va a deporla sul tavolino: poi dispone i fiori nei vasi e  nelle  giardiniere. – Frattanto De Siriex s’è alzato, e guarda
nella folla, e mentre le coppie danzanti passeggiano  nelle  sale ed i rinfreschi son recati intorno, Ariberto
è assiso, col capo  nelle  mani, assorto nei suoi pensieri. Rodrigo entra, parla
è assiso, col capo  nelle  mani, assorto nei suoi pensieri. Rodrigo entra, parla
Patetici, svenevoli, languidi, gli occhi in bianco, le mani  nelle  mani, atteggiamento di duetto, assecondando l'"andante" con
il Nevrastenico prende sul comodino l'Oropax e lo infila  nelle  orecchie. Poi riassetta meticolosamente i cuscini; accende
bocca e quivi rimane sussultando per la morte che si spande  nelle  sue vene. Ma ecco Archibaldo a tastoni nella sua ombra
nella folla; mentre le coppie danzanti passeggiano  nelle  sale ed i rinfreschi sono d’intorno serviti, Monforte
Carlo è assiso, col capo  nelle  mani, assorto nei suoi pensieri. Rodrigo entra, parla
Carlo è assiso, col capo  nelle  mani, assorto nei suoi pensieri. Rodrigo entra, parla
gradini lentamente, poi con rapidità repentina per gettarsi  nelle  braccia della sorella che l'attende a piè della scala.
nella folla; mentre le coppie danzanti passeggiano  nelle  sale ed i rinfreschi sono d’intorno serviti, Vasconcello
John Claggart, il maestro d'arme: l'ordine della ciurma è  nelle  sue mani. Non sappiamo nulla della sua vita, ma gli uomini
Lerma entra nella lettiga. Carlo resta desolato, col capo  nelle  mani, appoggiato alla roccia ove Elisabetta era assisa. Il
Lerma entra nella lettiga. Carlo resta desolato, col capo  nelle  mani, appoggiato alla roccia ove Elisabetta era assisa. Il
questi ruderi un uomo,  nelle  tenebre, sta scavando una fossa. È Simon Mago. Sul margine
una maggiore nel fondo, la quale si chiude. Quadri  nelle  pareti, nel mezzo il ritratto del Duca. V’ha un seggiolone
nell’Oppidum e s’ode Gobrias che grida: «L’incendio è  nelle  fornici!». Altre voci gridano: «Soccorso! Il Circo divampa!
soli Rance, Nick e Billy, ancora occupato indifferentemente  nelle  sue prove crudeli. Silenzio grave, rotto soltanto da un
entra nella lettiga. Don Carlo resta desolato, col capo  nelle  mani, appoggiato alla roccia ove Elisabetta era assisa. Il
donne si spargono per la loggia. Taluna rientra  nelle  stanze, poi n'esce nuovamente. Tal'altra si pone in
una simpatia che appare nel tono delle voci, assai più che  nelle  parole.
i teschi dei giustiziati. A sinistra e nel fondo, s’aprono  nelle  mura tre gigantesche porte. Quando si apre il velario siamo
il Sole non penetra  nelle  Case Verdi! – Qui tutto è riflesso di metallo che scoppia a
e si rivolge. E di sùbito la forza gli si riprecipita  nelle  vene, per gittarlo ancóra sul petto dell'invitta amante.
il dramma è penetrato  nelle  ingenue anime delle mousmé; il viso di cera imbiaccata di
illuminate; folla di Cavalieri e Dame che passeggiano  nelle  sale del fondo; paggi che vanno e vengono. La festa è nel
illuminate; folla di Cavalieri e Dame che passeggiano  nelle  sale del fondo; paggi che vanno e vengono. La festa è nel
supplichevole. Oppresso, annichilito, Arrigo vacilla e cade  nelle  braccia di Ariberto.)
di supplicare. Oppresso, annichilito, Enrico vacilla e cade  nelle  braccia di Vasconcello. – Cala il sipario.)
coscienza del suo diritto e della sua passione, rovescia  nelle  sue braccia Turandot, e freneticamente la bacia. Turandot –
di supplicare. Oppresso, annichilito, Arrigo vacilla e cade  nelle  braccia di Monforte. – Cala il sipario.)
– Butterfly che stette sempre immobile e muta colla faccia  nelle  mani, scoppia in pianto infantile. – Comincia poco a poco a
– Butterfly che stette sempre immobile e muta colla faccia  nelle  mani, scoppia in pianto infantile. – Comincia poco a poco a
gaia secondo che la luce, che scende e vi pènetra, effonde  nelle  sue acque il riso o la lagrima del cielo.
– Butterfly che stette sempre immobile e muta colla faccia  nelle  mani, scoppia in pianto infantile. – Comincia poco a poco a
erranti fuggono ai venti; – e al di là, lontano, lontano,  nelle  immensità profonde dell’azzurro, immobile come un gran mare
del Cours-la-Reine, – poi via, correndo, scompajono tutti  nelle  nebbie dense che già si inalzano su per la Senna. – Passa
getta la picca e appena fa in tempo a raccogliere  nelle  sue braccia la donna ferita. Il popolo si ritrae,
tratto da una febbre, gli occhi accesi, violento il sangue  nelle  vene, le labbra umide, semiaperte e il respiro ad aneliti
ove più accelerato batte il palpito delle esistenze  nelle  diverse febbri che agitano le genti – quella della gloria,