Abbiate per massima, una volta a casa, di mai ritoccare gli studi dal vero, perchè è facile perdere la naturalezza e la freschezza del colorito e il carattere spontaneo della fattura.
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Maneggiate il pennello a tocchi, e abbiate l’avvertenza di condurlo possibilmente in modo, che le pennellate seguino la direzione dei piani, conforme al vero; e mai strofinare il pennello sulla tela come usano abitualmente i verniciatori, perchè le tinte tormentate perdono di freschezza e di brio.
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Nella speranza che da queste poche nozioni abbiate a trarre il profitto necessario per avviarvi nello studio del ritratto, vi consigliamo, una volta che abbiate fatto qualche conoscenza col vero e colla tavolozza, di servirvi dei processi d’esecuzione, che meglio confaranno al vostro modo di vedere, e questo, non solo per poter liberamente interpretare la natura, ma per crearvi la propria maniera, la quale è il distintivo caratteristico di ogni artista.
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Mentre la carta è ancora umida, abbiate la massima cura di non strofinarla colla spugna, colla tela o altro che possa causare la minima scalfittura; perchè allora la carta sarebbe irrimediabilmente sciupata, quantunque il danno, in questo caso, non apparisca che dopo aver steso del colore sulla porzione guasta, la quale, assorbendolo, produce una macchia oscura.
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Abbiate però l’avvertenza di non diluire troppo le tinte, le quali, sebbene un po’ consistenti di colore, devono però essere sempre trasparenti.
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Abbiate sempre sottomano la carta assorbente per sgravare il pennello, qualora troppo carico di tinta. Non mettete mai il pennello in bocca durante il lavoro, trovandosi fra i colori di quelli velenosissimi. Non è sempre necessario di lavare il pennello a ogni cambiamento di colore, il perchè, lo diremo a suo luogo.
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Cominciando dall’angolo superiore alla destra, mettete una tinta chiara di garanza rosa, aggiungendo sempre più ocra gialla, e — coprendo anche le nuvolette prima lasciate in bianco — stendetela su tutta la superficie, aggiungendo però del rosso indiano, appena che abbiate raggiunto la zona inferiore. Lasciate asciugare.
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Un quarto metodo, che si adatta specialmente per gli alberi in lontananze o nel secondo piano, è il seguente: oltre la tinta locale, abbiate pronta quella dell’ombra; cobalto e rosso inglese, per esempio. Cominciando dall’alto, stendete la tinta più chiara, contrapponendole subito, al suo giusto posto e con un altro pennello, la tinta dell’ombra, in modo, che per opera della scorrevolezza del colore le tinte si invadono reciprocamente, coprendo così tutta la superficie dell’albero. Con questo mischiarsi accidentale delle tinte, spesse volte succedono degli effetti bellissimi, che possono essere vantaggiosamente utilizzati.
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Abbiate molta cura nel rendere i lumi esterni, e lasciatene piuttosto di più che di meno. È evidente che questo motivo non presenta una sola massa compatta di fogliame; ma un insieme di diversi aggruppamenti parziali; molteplicità, che deve intonarsi col tutto.
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Abbiate quindi per massima di tenere piatte le prime lavature dell’ombra, della luce e della mezzatinta.
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Allo scopo di dare la forma particolare a ciascun angolo e a ciascuna deviazione delle linee rette, abbiate l’avvertenza di tenere deciso il contorno di ogni lavatura.
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Disponendo le prime lavature, mentre sono ancora bagnate, abbiate per massima di far scorrere le tinte le une nelle altre, e in questo caso, è vantaggioso di non lavare il pennello a ogni cambiamento di tinta: basta intingere la sua punta nel colore voluto.
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Abbiate l’avvertenza di mai ripassare le tinte, prima che non siano completamente asciutte poichè il pennello porterebbe via il colore sottostante.
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Abbiate sempre la precauzione di non mai passare su una tinta già data, senza che quella sia ben asciutta, altrimenti, la seconda porterebbe via la prima o la guasterebbe.
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Se per caso vi facesse parte qualche fotografia, come si disse, questa deve essere incollata accuratamente sul legno, e, dipingendo, abbiate la massima precauzione di far aderire il colore perfettamente al filo della carta, senza fargli sorpassare i confini, poichè otterreste delle macchie assai disgustose.
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Maneggiando il raschino, abbiate l’avvertenza di condurlo nel senso longitudinale e in direzione delle fibre del legno; chè maneggiandolo trasversalmente, oltre a riuscire più difficile l’operazione, potreste sciupare la superficie.
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Per evitare tale inconveniente, abbiate pronta una lastra di cristallo sulla quale, all’istante, passerete uno strato leggero di alcool finissimo, facendovi aderire il rovescio della garza. L’alcool rifiuta la colla e la fa congelare in una superficie liscia e trasparente quanto il vetro. (La pittura sulla garza, per il carattere stesso del tessuto, richiede un’esecuzione vaporosa, con un fondo a colore sfumato, tanto più se si vuol dipingere figure o oggetti che devono essere relativamente finiti).
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Se voi lo collocate troppo basso, coloro che guarderanno il vostro disegno, riceveranno l’impressione che abbiate copiato il vero stando stesi a terra; se troppo alto, sembrerà che lo abbiate copiato stando sopra una torre. Voi direte, che anche queste posizioni d’orizzonte possono figurare in un disegno; è vero, ma per i principianti, tali condizioni sono sfavorevoli e troppo difficili.
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In effetti di sole, abbiate la previdenza di improntare i verdi illuminati con mestiche caricate di giallo spinto, per approssimarsi maggiormente al carattere raggiante e caldo della luce.
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Abbiate inoltre sempre presente, che i tronchi prendono una tinta d’intonazione più o meno neutra, perdendo i dettagli interni, in ragione che si allontanano; mentre quelli vicini, al contrario, si sviluppano e si decidono nei dettagli, arricchendosi di colore e aumentando di forza nel chiaroscuro.
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