Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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tanto più facilmente quanto questi sono meno abituali, o  per  sé oscuri, come p. es. i nomi proprî, la curiosità
etimologici, le etimologie araldiche, ecc. In realtà però,  per  un difetto di analisi storica della parola che l'età
linguistico attuale, cioè quel giuoco di associazioni  per  cui in ogni istante è legata in sistema tutta la materia
cioè su quello che fu definito il "bisogno etimologico"  per  il quale nessuna parola è viva in noi e acquista il suo
parola è viva in noi e acquista il suo pieno significato  per  sé, ma in quanto è sentita come collegata con altre, per
per sé, ma in quanto è sentita come collegata con altre,  per  solito con parole che le siano più o meno vicine o per
per solito con parole che le siano più o meno vicine o  per  suono, o per forma, o per significato; e questo bisogno è
con parole che le siano più o meno vicine o per suono, o  per  forma, o per significato; e questo bisogno è
che le siano più o meno vicine o per suono, o per forma, o  per  significato; e questo bisogno è particolarmente sensibile
significato; e questo bisogno è particolarmente sensibile  per  le parole meno abituali. Sono ravvicinamenti che dalla
nome di etimologia popolare (il lat. accipiter ha la doppia  per  influsso di accipio; fr. chou-croute dal ted. Sauer-Kraut
era il campo storico al quale si applicava, come accadde  per  le origini dell'italiano o del francese, per le quali
come accadde per le origini dell'italiano o del francese,  per  le quali lingue, accanto alla derivazione dal latino, si
mistione di lingue germaniche, di greco, o di provenzale  per  l'italiano, di celtico per il francese (P. Bembo, B.
di greco, o di provenzale per l'italiano, di celtico  per  il francese (P. Bembo, B. Varchi, G. Muzio, L. Castelvetro;
ebraica (C. Gesner, P. F. Giambullari, E. Guichard). Se  per  solito in queste ricerche il presupposto storico indicava a
il francese bru al latino nurus, o haricot a faseolus),  per  la maggior attenzione rivolta ai dialetti germanici, al
ai dialetti germanici, al celtico, alle lingue slave,  per  un acuirsi dello spirito critico, come reazione alla
critico, come reazione alla tradizione biblica e classica,  per  la conoscenza di più remoti gruppi linguistici, a poco a
l'etimologia empirica. Un vocabolo in generale discende  per  derivazione o per composizione da un altro vocabolo che
Un vocabolo in generale discende per derivazione o  per  composizione da un altro vocabolo che spiega l'essenza del
possono essere stati mutati, aggiunti o tolti, soprattutto  per  ragioni di eufonia, o ancora l'uso può far sì che un
abbia assunto un significato opposto addirittura a quello  per  cui era stato foggiato, o che contenga lettere di natura
che contenga lettere di natura opposta a quelle che doveva  per  natura contenere in origine; di qui un ricorrere
dei varî modi con cui la parola imita la natura -  per  imitazione diretta (onomatopeia) o per simbolismo fonetico,
imita la natura - per imitazione diretta (onomatopeia) o  per  simbolismo fonetico, per somiglianza (crura perché ligno
imitazione diretta (onomatopeia) o per simbolismo fonetico,  per  somiglianza (crura perché ligno crucis similiora), per
per somiglianza (crura perché ligno crucis similiora),  per  vicinanza (foedus a foeditate porci), per contrasto (bellum
similiora), per vicinanza (foedus a foeditate porci),  per  contrasto (bellum quod res bella non sit) - classificazione
teoricamente che il linguaggio fosse convenzione, sia  per  i fini loro proprî, erano naturalmente portati a far
storici insiti nella ricerca. La tendenza alessandrina, che  per  quanto sappiamo trovò il suo principale espositore in
che il Curtius faceva  per  il greco, e p. es. il Corssen e l'Ascoli per l'italico,
Curtius faceva per il greco, e p. es. il Corssen e l'Ascoli  per  l'italico, preludeva all'aspetto che la ricerca etimologica
e, riguardino una sola lingua come quello del Walde  per  il latino (1ª ed. Heidelberg 1907, 3ª ed., postuma, 1930
1907, 3ª ed., postuma, 1930 segg.), o del Boisacq  per  il greco (Heidelberg 1916), o un gruppo di lingue come p.
con sempre maggior conoscenza delle varietà dialettali  per  le lingue vive, e con approfondita conoscenza filologica
le lingue vive, e con approfondita conoscenza filologica  per  i periodi più antichi; lo stesso studio degli elementi
la parola e la cosa designata, donde l'interesse rinnovato  per  la storia delle parole in quanto rifletta quella delle cose
linguistica che nel campo romanzo fan capo allo Schuchardt,  per  quello indoeuropeo soprattutto alla rivista Wörter und
crescente gl'incroci, nei quali una voce esteriormente muta  per  influsso di un'altra e si trova così ad avere come due
non rappresenta che una mera possibilità etimologica, e  per  giunta inadeguata; che la storia di una parola è qualche
cosa di unico che non si può delimitare a priori; quindi  per  lo Schuchardt la ricerca etimologica si ridusse soprattutto
si ridusse soprattutto ad ammassare tutte le voci analoghe  per  senso o per significato che si aggruppino intorno ad un
soprattutto ad ammassare tutte le voci analoghe per senso o  per  significato che si aggruppino intorno ad un concetto,
alle altre. E qualche anno più tardi, J. Gilliéron giungeva  per  conto suo, sempre in sede di polemica contro l'etimologia
di un remoto problema di parentela, ripercorre  per  conto suo tutte le tappe metodiche dell'indagine.
si pone un problema fondamentalmente insolubile, in quanto  per  un residuo di empirismo insegue l'individualità di una
infinitamente estesa di parole, individuabile semplicemente  per  il fatto che ciascun anello di essa, in un dato momento e
in un dato momento e in un dato luogo, si è sostituito  per  una sorta di corrispondenza o di traduzione al seguente
nessuna nazione usa così largamente come l'italiana. Anche  per  cotale rispetto, la nostra è l'unità più varia che ci si
la nostra è l'unità più varia che ci si possa figurare;  per  poco che s'andasse più in là, l'unità stessa se ne andrebbe
s'incontrava con una moltiplicità di favelle indigene, e  per  conseguenza di abitudini e di attitudini glottiche. Delle
lontani dall'essere i principali a cui serve un linguaggio;  per  ogni parola che si scrive, se ne pronunziano, e più se
gallo-italici, costituitasi nell'ampio territorio dominato  per  un lungo periodo da popolazioni celtiche, e propriamente
galliche. Ora non par dubbio che il substrato celtico,  per  dirla col linguaggio di un nostro illustre, sia stato di
da lei abitualmente; se la condusse in casa, e la diede  per  ancella alla letteratura eletta. E ancella rimase,
sua signora; ma sempre si tenne fedele al dialetto, ch'era  per  lei ciò che per Orrilo il capello fatale. Suo ufficio
sempre si tenne fedele al dialetto, ch'era per lei ciò che  per  Orrilo il capello fatale. Suo ufficio principale fu di
Le stesse lagrime, che a volte ebbe pure a versare, erano  per  solito accompagnate da modacci grotteschi. Bisogna venire
da modacci grotteschi. Bisogna venire fino al nostro secolo  per  trovare una poesia milanese schiettamente patetica; convien
certe parodie forestiere, è il sonetto di Lancino Curti  per  la fuga di Lodovico il Moro, pubblicato dal Cantù. Si
milanese trova la sua vera strada, e si mette a camminare  per  quella, con Bernardo Rainoldi, Gerolamo Maderna, Paolo
povero, se gli si tolgono certe poesie, attribuitegli  per  sbaglio. Durante un tempo assai lungo la poesia milanese
Birago, il Larghi, il Tanzi, il Simonetta, il Balestrieri,  per  nominar solo i maggiori. E i settecentisti son come il
il piedestallo su cui posa la statua del poeta milanese  per  eccellenza: di quel vero miracolo che fu Carlo Porta. Al
il posto tenuto fino a trent'anni fa; ciò principalmente  per  effetto dell'unità italiana, prima voluta, poi conseguita,
dialettale, senza essermi chiesto prima, cosa s'intenda  per  dialetto milanese. E vero che la domanda pare affatto
E forse che Milano stessa parla tutta ad un modo? C'è,  per  cominciare di qui, il linguaggio delle Marchese Travasa e
degli scali levantini. Mettiamolo dunque in disparte ; non  per  questo ci mancheranno le varietà. Così ad un indigeno di
Maggi, che sapeva l'una e l'altra lingua e qualche altra  per  soprappiù, si sentiva gran poliglotta: So ben vari
So quel de Porta Snesa (1. Cinese, cioè Ticinese non Asnesa  per  carità, come fu spiegato recentemente!) Quel de Porta
provincia dialettale milanese, non è cosa facile, almeno  per  adesso. E poi anche qui, come in ogni classificazione, ci
due autorità. Il Cherubini, principe dei milanesologi, cui  per  riuscire un dialettologo di prim'ordine mancò solo di
e leccense che s'hanno a'piedi, e l'Adda fin presso Lodi  per  una linea quasi perpendicolare da tramontana a mezzodì; la
presso Como, il Lago Maggiore e il Ticino fin presso Pavia  per  una curva declinante da tramontana a ponente e da ponente a
due località centralissime: Poslaghetto e Bottonuto. Così,  per  esempio, nel Maggi stesso, Meneghino, che dovendosi fingere
che, « quando loro sono via di Milano, tutti li prendono  per  fiorentini, » può essere uno strumento utile per chi si
prendono per fiorentini, » può essere uno strumento utile  per  chi si propone di rilevare le peculiarità del dialetto, e
tra vocali, resta sempre un fenomeno abituale, sebbene,  per  influenza letteraria, vada ogni giorno scemando di
Ma se l'r perde del terreno conquistato, lo perde pollice  per  pollice, difendendolo da valoroso. La lotta dura da secoli
mai dato luogo nel suo animo allo scoraggiamento. Miran  per  esempio, si poteva già dire un posto abbandonato fin dai
tra la vocale antecedente e la seguente, le appoggia  per  intero alla seguente, quasi fosse scritto bo-nna E nella
bo-nna E nella stessa posizione suonano analogamente  per  ragioni analoghe anche altre consonanti: inse-mma,
di sigaro, bocca, ross, occor, descors Un o aperto notevole  per  la sua peculiarità si ha in giò, giù. Viceversa, sono da
sè una n scempia, non solo se questa è isolata e sale tutta  per  il naso, ma anche se la obbligano a prendere un po' più la
una consonante semplice o da certi altri gruppi. Si noti,  per  esempio, la lunga di sporg, incorg, confort Quanto alle
parte sono brevi, parte lunghe, a seconda dell'origine.  Per  il suono, l'a lungo volta la sua faccia dalla parte dell'o
se ne argomenta con apparenza di verità, da alcuni,  per  esempio, dal Cherubini, che nel secolo passato la medesima
s' è visto. E del resto l'affettazione contadinesca non era  per  nulla generale nemmeno nell'età antecedente; altro è, si
cambiamento radicale, la credo da rifiutare assolutamente  per  ragioni linguistiche e storiche. Ravvolgo le prime nella
e del cinquecento. Gli è ben vero che il Prissian distingue  per  l'a due pronunzie diverse : la larga e la stretta. Ma la
pronunzie diverse : la larga e la stretta. Ma la larga è  per  lui quella di sarà, sarà e serrare, di sara, sala e chiudi,
peraltro il bisogno di una mutazione c'era; come c'era  per  l'ö, che in grazia di un falso concetto della sua natura,
fu un rimedio poco felice quello di accumulare tre lettere  per  un suono solo, introducendo quell'incomodissimo oeu. Ohimè!
che al singolare ha perduto in molti diminutivi; sicchè,  per  esempio, mammin da mammina — non ispento, del resto, neppur
sono ancor più osservabili i plurali in itt, la più parte  per  nomi maschili, e unicamente per questi in origine. Parecchi
in itt, la più parte per nomi maschili, e unicamente  per  questi in origine. Parecchi si trovano avere adesso il
Parecchi si trovano avere adesso il singolare in in;  per  esempio, basitt, piscinitt, dencitt ma in realtà sono ancor
sono ancor essi plurali di un singolare in ett, perdutosi  per  istrada, e non perduto da tutti. Così omitt conserva il suo
era un tempo in vigore in gran parte della valle del Po.  Per  essa l'e accentata dei nomi maschili, al plurale diventava
parlar di qualcosa dove ognuno potesse dire la sua? Dica  per  esempio, se le par bello o brutto il milanese; ne
? El non manza ravizze : mò zervello, Ch' el si butta  per  zerto un gran poltron. Non li san le ravizze mica bon. El
In fondo al sonetto il Pulci mette questa postilla  per  Lorenzo : « Nota che cardinali è una cierta vivanda di più
un poco delle insolenze di messer Luigi, il quale poi,  per  giusto castigo del cielo, volendo dileggiare il dialetto
l' an lechà inscì on pochin, com' es fa ona sposa. » Qui,  per  verità, si fa una restrizione alquanto pericolosa, che
al Giordani. I fatti lo dimostrano; giacchè egli fu  per  suo conto un sostenitore e propugnatore ardentissimo ed
della lingua, molto più complessa di quella che s' aveva  per  le mani. Rientrando nel nostro guscio, diciam pure aperto
in ispecie, l'abitudine, ossia il pregiudizio entra  per  quattro quinti. A molti letterati tutti i dialetti paiono
del loro. Quindi il continuo darsi la baia da paese a paese  per  ragion del parlare. Da ciò alcuni spassionati conchiudono,
i dialetti sono brutti e belli ad un modo. Non assento :  per  quanto il mi piace e non mi piace renda malagevole il
io di esser da tanto; a ogni modo alcune cose le devo dire.  Per  quel cche spetta ai suoni, il milanese avrebbe una
d'impaccio l'accumularsi dei pronomi, promosso da cause  per  così dire rettoriche, più che da una vera necessità e dal
tempo. Di derivazioni il dialetto milanese è copioso, tanto  per  i sostantivi che per gli aggettivi. E quanto al dizionario,
il dialetto milanese è copioso, tanto per i sostantivi che  per  gli aggettivi. E quanto al dizionario, non s' ha proprio
motivo di portare invidia a chicchessia. Se dai caratteri  per  così dire fisici, si volge l'attenzione ai morali, oh, come
si riguardi questa sparizione come un sintomo pericoloso  per  la vita del dialetto; lo stesso fenomeno sta succedendo,
francese, senza che ciò faccia nascere nessuna inquietudine  per  la sua preziosa salute. Piuttosto danno da pensare i
pensare i mutamenti non pochi che si producono nei suoni.  Per  esempio la z, che aveva preso molte volte il posto del c e
lecc, succ e c'è chi spinge lo zelo fino a dire  per  tecc una parola che non mi permetterò qui di pronunziare.
parola che non mi permetterò qui di pronunziare. Presi un  per  uno cotali mutamenti non significherebbero nulla; ma invece
capo all'identificazione; ma facciam conto che ciò sia  per  accadere ad una distanza infinita, là dove s'incontrano, al
raccoglie l'eredità. E dire che i tribunali non hanno pene  per  cotesti misfatti! O non pare evidente che le lingue abbiano
possono valutare. Esso dovrebbe consistere in una multa  per  ogni delitto di lesa meneghità. In altre città il prodotto
abbastanza prospere, converrebbe convertirlo in premi  per  coloro che parlan più corretto. Ed ecco che, cercando
troverebbe aver rinvenuto dell'oro; giacche, incamminatici  per  provvedere all'incolumità del dialetto, ci si vedrebbe
Forschungen del Pott hanno  per  fine principale di dare l'elenco delle radici indoeuropee,
è quindi di un doppio ordine: non basta giustificare  per  mezzo di ragguagli fonetici l'identificazione, p. es., di
Ma l'etimologia poteva anche essere applicata a ricostruire  per  mezzo del loro lessico, la cultura e la preistoria
parole e delle radici, mentre il raggruppamento stesso  per  materia rende più solido lo studio semantico dei sinonimi,
nuovo metodo risultarono molto più proficue quando furono  per  la prima volta applicate, non alla preistoria, ma
naturalmente ogni indagine di ricostruzione primigenia;  per  converso nel ricondurre il materiale lessicale romanzo alla
dialettali minori, o dovuto a scambî interdialettali, e se,  per  reazione alle fantasticherie precedenti, si cerca a ogni
a ridurre singolarmente l'importanza dell'etimologia, ma  per  un senso di stanchezza contro le cervellotiche
la riduceva a comparazioni fra voci identiche o similissime  per  suono e per significato (ted. Mutter, lat. mater, ind.
a comparazioni fra voci identiche o similissime per suono e  per  significato (ted. Mutter, lat. mater, ind. matár); d'altra
suono; ed è giusta quando risponde a una connessione reale  per  un determinato luogo e una determinata età; p. es. la
a insegnare a esprimere il pieno significato di una parola  per  mezzo di interpretazioni: p. es. le interpretazioni
avvenne così che quell'etimologia che lo Schlegel  per  un momento aveva staccata dalla grammatica, con essa tanto
pochi, e quindi etimologie facili da etimologie difficili.  Per  lui l'etimologia è essenzialmente l'esempio su cui si
in potenza tutte le forme e i significati della parola;  per  il Curtius e l'età sua la radice invece era poco più che
di dare occasione a distinzioni cronologiche e geografiche  per  separare ciò che poteva essere attribuito all'unità
ai sottogruppi, o da quello del Trautmann che lo rinnova  per  il Balto-Slavo e del Muller Izn per l'unità italica
che lo rinnova per il Balto-Slavo e del Muller Izn  per  l'unità italica (Altitalisches Wörterbuch, Gottinga 1925),
in parte ancora contrastanti, in parte conciliati, anche  per  un suo eclettico e pratico spirito contaminatorio, si

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