La non ereditarietà dei caratteri acquisiti.
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saggiare sperimentalmente il presupposto del lamarckismo, cioè l’ipotesi dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti. Come abbiamo già detto in
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, che dimostra all’evidenza la fallacia del principio lamarckiano. Vero è che sempre si ripresentano nuovi sostenitori dell’ereditarietà dei caratteri
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Il primo è il lamarckismo, che nella sua formulazione originaria postulava non soltanto l’ereditarietà dei caratteri acquisiti dal corpo, o soma
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L’ultimo colpo alla teoria dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti è stato dato dagli esperimenti di S. Luria e M. Delbrück (1943) e di J
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neri. In questa e in alcune altre sue opere espone interessanti osservazioni e qualche sperimento sull’ereditarietà di alcuni caratteri, ed accenna
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«ereditarietà dei caratteri acquisiti».
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edizioni dell’Origine non aveva dato valore al principio lamarckiano della ereditarietà dei caratteri acquisiti, nella edizione definitiva ammette che
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Variazioni degli animali e delle piante allo stato domestico pubblicato nel 1868, Darwin propose una teoria dell’ereditarietà, cui diede il nome di
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, indipendentemente, da tre botanici. In quell’anno nasce la scienza dell’ereditarietà - o genetica, - di cui avremo occasione di parlare.
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alcuna importanza alla ereditarietà dei caratteri acquisiti in senso lamarckiano. Istituiti alcuni esperimenti per saggiarne la validità, ne trasse
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, rimase al Weismann ancora ignota. Nondimeno egli poté elaborare, con acuto ingegno, molte considerazioni sulla ereditarietà, sulla struttura del
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sperimentali la conoscenza della variabilità e della ereditarietà. È questo certamente il risultato più importante di quell’intenso lavoro, che condusse
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