aberrazione sferica, e che dicesi per riflessione, onde distinguerla dall’aberrazione sferica che producono le lenti, che dicesi aberrazione per
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dell’aberrazione sopra accennato, ma saremmo tratti troppo lungi dal nostro scopo essenziale.
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bilanciare tra loro le rimanenti. Le aberrazioni, di cui noi dobbiamo qui trattare, sono l'aberrazione sferica, e l’aberrazione cromatica.
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Aberrazione sferica. — Questa aberrazione, che non si deve confondere colla curvatura della immagine prodotta da una lente, è un difetto delle lenti
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È affare del costruttore delle lenti il rendere un tale difetto il minore possibile. Una lente così costrutta da produrre un’aberrazione sferica
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lontani nel tempo stesso, sono tali solo perchè in essi non venne corretta in grado sufficiente l’aberrazione sferica. Infatti il foco di una lente
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Aberrazione cromatica. — Questa aberrazione deriva dalla diversa rifrangibilità dei raggi colorati che compongono la luce. Perciò essa chiamasi anche
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Le lenti che abbiano una forte aberrazione sferica non danno un foco precisamente in una sola superficie, e si chiamano come dissimo, a foco profondo
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I costruttori ottici, per correggere quest’aberrazione, per unire in un solo il foco chimico ed il foco visuale, combinano insieme, secondo una certa
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lente affatto priva di aberrazione cromatica bisognerebbe costruire delle lenti composte di sette vetri diversi, o almeno di tre vetri diversi, ma ciò
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La distanza tra i due fochi estremi, rosso e violetto, è l’aberrazione cromatica che la lente fa soffrire al fascio di raggi. Questa distanza è
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dell’immagine proveniente dall’aberrazione sferica, cresce come il cubo dell’apertura usata. Ma i fotografi raramente mettono il diaframma a contatto
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4° Havvi una posizione intermedia, per cui l’aberrazione e la trasfigurazione si mantengono entro limili accettabili, purchè non si esiga un campo
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5° Havvi uno spessore del vetro, ed una posizione del diaframma, che combinate producono una trasfigurazione matematicamente nulla, una aberrazione
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3° In generale le curvature delle due superficie del vetro, che convengono per rendere minima l’aberrazione in un caso dato, corrispondono ad una
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questa diventerà quasi affatto piana quando il diaframma sarà arrivato alla distanza del foco antenore. L’aberrazione diventa allora per lo stesso
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riducono al minimum l’aberrazione, la trasfigurazione sarà al maximum, e viceversa.
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6° Il vetro menisco (a due curvature contrarie) non è conveniente che per il caso particolare per cui venne calcolato, l’aberrazione e la
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7° Con due vetri semplici convenevolmente combinati si può arrivare a diminuire considerevolmente la trasfigurazione e la aberrazione, e ad ottenere
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L’aberrazione sferica nel pennello diretto centrale è totalmente corretta, perchè l’aberrazione negativa della lente concava compensa l’aberrazione
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L’aberrazione sferica per un largo diaframma centrale è in tal caso considerevole, la lente essendo troppo poco corretta, under corrected, crescendo
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Ciò che rimane a considerare in questa lente è l'aberrazione sferica, ed egli è importante lo investigare a fondo questa materia per poter costrurre
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correzione un po’ eccessiva per l’aberrazione sferica, ed una tal costruzione dovrebbe essere solamente usata con piccolo diaframma. Essa è conveniente per
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pennelli luminosi paralleli soffrono la minore aberrazione sferica possibile, e l'immagine è al centro del campo della massima nitidezza, un tale
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nè per l’aberrazione sferica, nè per l’aberrazione cromatica) i raggi sono trasmessi pel condensatore in tante direzioni differenti, che prima
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circonferenza, il quale effetto si spiega coll’aberrazione cromatica.
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disposizione nelle lenti, con cui l’aberrazione è meno sensibile, la messa al foco più precisa, e la diffrazione della luce minore che non presso la
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di correggere l’aberrazione di sfericità.
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avere quasi una forma prismatica, perchè con una tale disposizione l’oggettivo non può a meno di produrre una molto forte aberrazione cromatica e sferica
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differenza all’occhio disarmato; 2° Se si considera che la lente non è assolutamente corretta riguardo all’aberrazione sferica, e ciò per rendere il campo più
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sufficientemente piano e sufficientemente privo di trasfigurazioni provenienti dall’aberrazione sferica, ossia si viene a conoscere se l’oggettivo è buono
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