Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: ci

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questa rappresentazione al «vettore di stato» (di cui  ci  siamo ampiamente occupati nel cap. precedente) e agli
degli operatori e a quello della meccanica ondulatoria che  ci  è servito fin qui: solo ragioni pratiche possono
(256) come conseguenza delle equazioni del primo ordine che  ci  accingiamo a stabilire (1) Analogamente, nella teoria
è conseguenza delle equazioni di Maxwell (del 1° ordine). .  Ci  limiteremo dapprima al caso di un elettrone non soggetto a
 ci  soffermeremo su queste verificazioni, limitandoci a
degli oscillatori, e l'ipotesi dei quanti di energia  ci  appare come una conseguenza particolare, relativa
figura, e va a finire sul vetro in B′. Questa esperienza  ci  mostra che i raggi catodici vengono attirati dalla lastra
si pensa ai diversi mezzi di cui  ci  serviamo abitualmente per rivelare la radiazione (visione,
Si vedrà inoltre che il «modello vettoriale» di cui qui  ci  serviamo (vettore suscettibile di orientazioni discrete)
dovremo escludere le autofunzioni simmetriche , e quindi  ci  occuperemo d'ora in avanti solo delle . Esse sono date
dedurre da codeste equazioni i risultati del n. 23; ma non  ci  indugeremo su ciò e piuttosto passeremo a trar partito
hv sia trascurabile di fronte a kT, la formula precedente  ci  dà, come nella statistica classica, w = kT; mentre
(173) trascuriamo le quantità del secondo ordine, essa  ci  dà per un valore di prima approssimazione che indicheremo
sviluppi analitici, cui dà luogo codesta equazione,  ci  limitiamo ad osservare che se la verga, allo stato
tipi, tra i quali non mancano tipi di transizione. Il primo  ci  è dato dalle forze elettrostatiche; il secondo dalle così
il moto direzione fissa), abbiamo or ora assodato che, se  ci  limitiamo a considerare un tempuscolo infinitesimo, il moto
considerare esattamente determinabili, ma quella che  ci  interessa, cioè la velocità dopo , resterà affetta da una
O per calcolare la posizione in un istante anteriore ()  ci  si trova ancora di fronte ad una indeterminazione tanto
trasmissioni di forze, mediante fili, carrucole e pesi, cui  ci  siamo più volte riferiti (Cap. VII, n. 4; Cap. IX, n. 2)
dallo stato n ad uno inferiore, mentre quelle di cui qui  ci  occupiamo sono transizioni indotte dalla radiazione
conviene prescindere da quest’ultimo, tanto più che, quando  ci  si pone in condizioni di compatibilità, si riscontra (n.
più la condizione che la matrice sia diagonale: se dunque  ci  riferiamo a questo schema, si tratta di determinare gli
hanno un comportamento più complicato. Queste però non  ci  interessano perchè, come vedremo, non rappresentano stati
con incertezza piccola rispetto al raggio a dell'orbita (1)  Ci  riferiamo per semplicità alle orbite circolari, ma il
(fino ad un certo ordine, rispetto al rapporto ).  Ci  proponiamo di caratterizzarli, assegnando i termini
tra G' e G' + dG'. Generalmente, per comodità di scrittura,  ci  riferiremo al caso di autovalori discreti, intendendo che
uguali in valore assoluto e di segno contrario, talché  ci  ritroviamo in condizioni analoghe a quelle riscontrate or
In un primo tempo  ci  occuperemo del caso particolare, in cui il solido si muove
punto P interno: cosicché l’ipotesi dell’assenza di attrito  ci  conduce alla conclusione paradossale che è impossibile che
= 0, n = 2, e poi v = τε. Si ottiene allora la forma di cui  ci  serviamo. . Abbiamo così:
ad esse spettano nella configurazione di equilibrio, cui  ci  si riferisce. Quanto poi al verso, codesta reazione, poiché
conclusione, come già si rilevò preventivamente al n. 30,  ci  pone in grado di riconoscere se una sollecitazione data a
il triedro principale. Della prima e della terza già  ci  siamo procurati le espressioni semplicissime (40) e (42),
date le forze applicate agli n - 2 nodi intermedi. Noi qui  ci  limiteremo a discutere questo problema di equilibrio nel
avente per base λ e per rulletta la stessa k, se  ci  riferiamo all’ipotesi che l e λ si tocchino esternamente,
variabile), la quale si dirà curva funicolare. Noi qui  ci  proponiamo di sostituire a questa veduta intuitiva di
è provato da molti fatti che verranno esposti nel seguito.  Ci  limiteremo qui ad accennare ad una delle prove che
delle variabili indipendenti. In tutto quel che segue  ci  riferiremo, per maggiore generalità, a una funzione di p
successive osservazioni. E se una osservazione di posizione  ci  facesse trovare la particella nella regione dove , ciò non
un sostegno ad un punto materiale isolato. E questa ipotesi  ci  ha permesso di dare, per varie categorie, per così dire
hanno fino ad oggi indizi seri di una struttura complessa.  Ci  sono invece buone ragioni per ritenere che tutti gli altri
momento delle forze attive rispetto all’asse (n. 8). E qui  ci  possiamo appunto ridurre a codesto caso, riguardando per un
il principio di Pauli,  ci  siamo finora serviti del linguaggio della teoria di Bohr e
gradatamente la loro energia cinetica agli atomi: se non  ci  fossero urti di seconda specie, la forza viva media degli
che ha O per per centro di forza. La componente radiale φ  ci  è data naturalmente (Cap. VII, n. 25) da e in base alla
Riducibilità di ogni sistema a due vettori applicati. -  Ci  proponiamo più precisamente dì dimostrare che ogni sistema
q h (ed, eventualmente, di t). Così in sostanza, in quanto  ci  si riferisca a una data configurazione e ad un dato
come risulta manifesto, se si riflette che per stabilirle  ci  siamo limitati ad esprimere che son soddisfatte le
centrale, di legge qualunque: le formule così trovate  ci  serviranno poi (specializzando la legge di questa forza col
 Ci  limiteremo al caso k 0 = cost., cioè all’ipotesi che allo
evolventi di circonferenze concentriche alla rulletta.  Ci  siamo poc’anzi occupati (n. 39) della evoluta di una

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