Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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concede mezzi più liberi d'educazione, lo possono,  quindi  lo devono. E i pochi tra voi, imbevuti una volta dei veri
il quale non è che l' oggetto dell' eterno operare di Dio.  Quindi  non deve punto credersi che l' atto eterno, col quale Iddio
della sua virtù »(Hebr. I, 3) », cioè con se stesso, e  quindi  pure il celebre detto di S. Anselmo che Dio « uno eodemque
proprio, ossia che la sua essenza è l' atto dell' essere;  quindi  che egli è Dio, perchè Iddio è quegli la cui essenza è l'
Che se quel Verbo che era al principio è il Verbo per sè,  quindi  ogni altro verbo è tale per partecipazione di lui: il che
essere contemplato nella sua essenza, la quale è eterna e  quindi  sovrumana. Il verbo all' incontro, cioè l' affermazione è
essenza, la quale non può non essere, e però ella è eterna.  Quindi  rispetto a questi enti l' essenza è cosa diversa al tutto
intellettivo, cioè la stessa sussistenza divina intesa; e  quindi  che la sapienza che risulta dall' atto intellettivo divino
comprensione dell' essere non ha limitazione di sorta, e  quindi  è Verbo semplicemente per sua essenza, e questo Verbo non
dall' essere quello che è, cioè assoluto per essenza;  quindi  i modi, con cui l' essere può ricevere limitazioni, sono i
ma che viene unita pel libero atto della creazione.  Quindi  la sussistenza dell' essere da se stessa e per propria
che conosce intimamente e per propria essenza se stessa e  quindi  la propria virtù. Di che procede primieramente che il Verbo
se stessa non appartiene se non alla sussistenza di Dio.  Quindi  l' uomo ha bisogno della possibilità logica, cioè delle
ma non la sussistenza divina per sè manifesta; e  quindi  non gli è comunicato il Verbo, ma una luce veniente dal
dove vi ha ordine vi ha più essere che dove non vi ha (1).  Quindi  la connessione degli enti, la subordinazione delle cause,
nella maggior copia possibile della natura divina:  quindi  di nuovo la necessità dell' ordine. L' ordine dunque, tanto
nè potendo l' ente finito esser altro che limitato e  quindi  soggetto alla moltiplicità, conveniva però che in questo
da molte parti, da molti enti; uno l' universo, e  quindi  uno il concetto dell' universo nella divina mente: il qual
se stesso per essenza, egli ama l' essere in tutti i modi;  quindi  non solo ama l' Essere infinito, ma ama che sussista anche
che consiste appunto la perfezione della divina libertà. E  quindi  ogni difficoltà sarà tolta quando si ponga ben mente che è
gli altri attributi della sapienza e della santità, e  quindi  che l' ente finito che sussiste per creazione è tutto ciò
creare dall' amore che essenzialmente porta a se stesso, e  quindi  che la creazione fu fisicamente libera, benchè moralmente
un' adesione persuasiva dello spirito all' oggetto reale.  Quindi  il termine di quest' atto affermativo non è una mera idea ,
di dover esistere in tre forme che si dicono persone.  Quindi  non si può pensare in Dio una potenza anteriore alla
finito, e l' atto della sua volontà che lo fa sussistere, e  quindi  la possibilità logica, ossia l' essenza, e ad un tempo la
qual è l' universo creato con tutti i suoi atti.  Quindi  egli è semplicemente Verbo, non mescolato di limitazioni, e
ultimata se ella non fosse amabile ed amata da se stessa, e  quindi  se non amasse l' ente finito che la imita, essendo sua
che il nostro sentimento è oscuro, perchè non è essenza, e  quindi  dobbiamo vederlo nell' essenza per conoscerlo; laddove il
per natura il Verbo, non lo percepisce per sua natura; e  quindi  le speculazioni della ragion naturale non giungono se non
con essa percepisca almeno in un modo incoato il Verbo, e  quindi  ne intenda la positiva significazione. Il qual segno
conduce l' anima a compiacersi nella santità del Verbo, e  quindi  a riconoscere, amare ed imitare la sua esinanizione, la sua
tutte al Verbo divino, sieno appartenenze di Lui, e  quindi  contengano qualche rivelazione soprannaturale del Verbo
Ora, quantunque il Verbo sia l' essere per sè manifesto, e  quindi  medesimo per sè oggetto, tuttavia, essendo egli in pari
che come oggetto, rimane nascosta la soggettività, e  quindi  la personalità del Verbo. Laonde nell' antica rivelazione
appartenenze del Verbo divino, e in lui si rifondano, e  quindi  si chiamino altresì parola di Dio . Nel che però è da
. Il lume naturale è l' essere ideale per sè oggetto, e  quindi  questa si può chiamare un' appartenenza ideale del Verbo
fede, è l' essere reale, ossia la divina sussistenza, e  quindi  questa si dee chiamare un' appartenenza reale dello stesso
spirito conforme o difforme dalla legge della moralità:  quindi  la pluralità delle virtù e de' vizii e i molteplici
l' essere; una la necessità morale di amarlo: unico è  quindi  il dovere morale, unico il pregio morale dell' ente
infinito, secondo la cognizione diversa dell' essere; e  quindi  anco secondo che un tale amore viene attuato in un modo o
altre parti rimangono tuttavia in un atto primo virtuale:  quindi  le diverse virtù, gli speciali atti virtuosi, i diversi
annunziato il regno da lui fondato, a che mira S. Marco;  quindi  l' eterno e regale suo sacerdozio, a che intende S. Luca;
che è necessario. Convien dunque ammettersi questo, e  quindi  passare alla relazione ch' egli dimostra coll' ente
si vede che questo non potrebbe essere senza l' assoluto,  quindi  la mente si sente obbligata ad ammettere l' assoluto.
la parola umanità significa soltanto l' umana natura.  Quindi  i teologi ammisero per buona questa frase Deus generat
causalità. « Ego et Pater unum sumus (1) » disse Cristo:  quindi  la particella apud nelle cose divine non può significare
l' idea astratta o essenza divina, come la parola Deità .  Quindi  dicendosi « E il Verbo era Dio », si viene a dire « E il
supremi ed incomunicabili, cioè inconfusibili fra loro:  quindi  sono due persone essenti nello stesso ente, nella stessa
dal principio, alle creature che furono fatte per esso, e  quindi  insegna, come osservò Leonzio, che il Verbo non è creatura,
appo Dio Padre mostra la consustanzialità col Padre  quindi  mostra che egli doveva avere un' operazione creativa
alla esecuzione d' un fine può variare di natura e di modo,  quindi  quella particella riceve più significati. Il primo mezzo,
considerandoli come causa immediata del medesimo supposito.  Quindi  il concetto tanto usato dagli antichi di causa formale .
nelle cose corporee è necessario che abbia la sua forma,  quindi  si considera questo come un mezzo alla sussistenza di lui,
o condizione necessaria alla loro sussistenza. Si esprime  quindi  anche questa causa materiale mediante la parola per co'
mediante la parola per co' verbi intransitivi o passivi.  Quindi  si dice egualmente questa statua sussiste per la sua forma,
non possono aver esaurita la sua sapienza e la sua virtù.  Quindi  l' uomo argomenta col suo pensare imperfetto e al tutto
al Verbo, perchè il Verbo procede per via d' intelletto e  quindi  vi ha una cotale affinità tra la sapienza ed il Verbo. Onde
le essenze delle cose finite, ma oggetto sussistente, e  quindi  ancora oggetto che è ad un tempo soggetto ossia persona
in quanto si sente e vive come oggetto e oggetto vivente.  Quindi  sotto due aspetti noi possiamo considerarlo: 1 come oggetto
Se dunque si considera il Verbo come sussistenza e  quindi  anco come virtù creatrice, egli ha la stessa sussistenza di
virtù creatrice, egli ha la stessa sussistenza di numero e  quindi  l' identica virtù creatrice del Padre che gliela comunica.
negandogli questa gloria che nel suo concetto risplende), e  quindi  Gesù Cristo disse: « Haec est vita aeterna ut cognoscant te
All' incontro il Verbo, oltre essere per sè oggetto, e  quindi  contenere anche l' idea del mondo, oltre essere idea dell'
è per sè amata (ed è per sè amata in quanto è per sè nota),  quindi  anche lo Spirito Santo crea colla stessa volontà creante
senza di questo l' oggetto non sarebbe realizzato, e  quindi  l' immaginazione errerebbe, difetterebbe nel
la creazione si doveva fare pel Verbo e nel Verbo (1). E  quindi  S. Paolo chiama Cristo « Dei virtutem et Dei sapientiam (2)
la realità, che anche chiamano la verità delle cose.  Quindi  ogni parola di Dio, ogni suo verbo dee essere pienamente
stesso cognito ha un' anteriorità logica a se stesso amato:  quindi  il Verbo ha un' anteriorità di origine (non già di tempo o
di essere. Ora, posciachè l' essere cognito è per sè amato,  quindi  sono per sè amati anche tutti i possibili enti finiti. Ma
relazioni. Poichè essendo il Verbo l' essere per sè noto,  quindi  posto dal Padre per sè oggetto, l' essere non può essere
atto della generazione. All' incontro nel Verbo generato, e  quindi  sussistente come persona, Iddio vede l' essenza dell'
per cui è lo Spirito Santo, e posteriore all' amor divino,  quindi  per un atto di libera volontà . Iddio dunque crea le cose
sia nel Verbo, in cui le cose sono per sè note, e  quindi  nel Verbo e pel Verbo sono fatte. Il Verbo dunque crea
cose acquistano realità, sussistenza relativa a se stesse.  Quindi  nelle divine scritture è frequente il dirsi che le cose
siamo fuori del Verbo, in senso diviso siamo nel Verbo. E  quindi  in questo senso il Verbo è quella materia invisa da cui
in tutte quelle cose, nelle quali vi è un ordine »(4) ».  Quindi  vi è un principio della quantità, come il principio de'
per sè noto e conseguentemente l' intelligibilità stessa.  Quindi  egli è principio oggettivo del sapere a tutte le
ha un modo ideale di essere, è nell' idea compresa;  quindi  l' artefice ricorre all' idea per formarla, e così si dice
Spirito Santo, che è la sussistenza divina per sè amata; e  quindi  altro non vi è nella Triade eccetto le persone; benchè
ciò che cade nelle cose, eccetto la materia e sussistenza.  Quindi  questo modo di creare riguarda la creazione formale ed
per sè amato, comunica l' amore soprannaturale agli uomini.  Quindi  si manifesta la ragione perchè nell' Universo creato e
essenziale a Dio, divenne persona, la persona del Verbo.  Quindi  egli stesso dichiarò il modo della propria generazione
vi ha vita senza possibilità di limitazione, vita pura,  quindi  vita infinita senza gradazione, tutto ciò che può esprimere
è comunicata ad un' altra persona, cioè al Verbo: e  quindi  le due persone del Padre e del Figliuolo. Il Padre è l'
oggetto7persona, forz' è che nella stessa essenza divina, e  quindi  tanto nel Padre quanto nel Figliuolo, esista il sentimento
è puro oggetto, è nello stesso tempo personal sussistenza.  Quindi  in Dio non si può dare un sentimento puramente teoretico,
potè creare, ma ben anco in lui rimane sempre una vita,  quindi  una causalità indeficiente, un flusso perpetuo delle cose
si manifesta come puro oggetto, e non come oggetto persona,  quindi  come oggetto ideale non sussistente e reale. A questa
noi risplende, l' essere ideale, sono rispetto a noi tali,  quindi  si può dire che sieno fatte, o create, o forse meglio
meglio concreate con noi, sebbene nel Verbo considerate e  quindi  rifuse nel Verbo stesso senza distinzione, non sieno fatte,
oggetto per sè noto, per sè inteso, è anche per sè amata, e  quindi  la vita per sè intesa, per sè amata, è sollevata dalla
puro identico in tutte e tre le persone augustissime.  Quindi  la vita, che è nel Verbo una e semplicissima, tuttavia
è mero oggetto perchè è vita7luce, e la vita è sentimento e  quindi  realità, non è dunque una mera idea. Non è dunque la nuda
l' uomo e gli dà la sua ultima soprannatural perfezione.  Quindi  Gesù Cristo disse: « « Io sono la luce del mondo: colui che
considerare Iddio come oggetto sussistente e vitale, e  quindi  è già un' iniziata cognizione del Verbo. E quantunque nella
missione del Figliuolo, perchè dal Padre viene generato e  quindi  anco mandato; tuttavia il termine di questa illuminazione
stessa oggetto, e che all' uomo, come tale, si manifesti.  Quindi  dice S. Giovanni che la vita era la luce degli uomini. Or
dato ad intuire all' uomo come oggetto, sia reale, e  quindi  abbia in sè vita: onde al primo uomo fu fatta una cotale
e armonia di sè soggetto all' essere oggetto manifestato; e  quindi  anco le tre vite, reale, intellettuale, e morale che le due
immagine dell' essere secondo il parlare delle Scritture,  quindi  i Padri osservano che l' uomo non si dice già l' uomo fatto
perocchè dal volto, o faccia, si conoscono gli uomini; e  quindi  tali espressioni nominano il Dio oggetto, il Dio
Verbo, in quella maniera che spiegheremo in appresso, e  quindi  fu collocato in uno stato soprannaturale, dotato della
secondo il Verbo », giacchè l' imagine di Dio è il Verbo, e  quindi  viene a significare il carattere impresso nell' anima, che
il quale non solo ha la vita, ma è vita egli stesso (1), e  quindi  la può dare, ed è quello che la dà agli altri, onde da S.
nell' uno e nell' altro senso egli è spirito vivificatore.  Quindi  anche la differenza fra la grazia data da Dio ad Adamo, e
quelli che si tengono in Cristo vogliono le stesse cose, e  quindi  non tutti acquistano lo stesso grado di santità, perocchè
Cristo coll' arbitrio che gli rimane di operare il male.  Quindi  è che negli uomini santi, durante specialmente la
stesso divenisse l' autore della sua perfezione morale, e  quindi  lo costituì nell' infimo grado della moralità
al quale egli tiene ragione quasi di attivo istrumento.  Quindi  il fondamento profondo della cristiana umiltà. Ma a questo
uomo e il principio dell' attività alla vita di Cristo.  Quindi  la lotta fra la carne e lo spirito, e le grida del
naturale intendimento, un concetto puro e sincero di Dio.  Quindi  le passioni ignominiose che descrive l' Apostolo (3). Dice
dovuto perfezionare coll' ubbidienza alla sua volontà e  quindi  coll' umiliarsi. Credette di arrivare alla dilatazione dei
all' elemento morale, dove la vera grandezza consiste; e  quindi  senza bisogno d' umiliarsi e di dipendere dal suo creatore:
nè pure può aver quella fede di ottenerli che li produce.  Quindi  i miracoli succedevano più frequenti al principio quando si
sorge nel cristiano questo desiderio, e la fede con esso, e  quindi  dimanda il miracolo, questo avviene indubitamente, siccome
anche buona in se stessa entri nel gran piano di Dio, e  quindi  sia un vero bene nel tutto, e quindi ancora Iddio la voglia
gran piano di Dio, e quindi sia un vero bene nel tutto, e  quindi  ancora Iddio la voglia far riuscire. [...OMISSIS...] . In
i mezzi, e il principale dee tirare a sè l' accessorio;  quindi  nel rinnovamento della parte superiore dell' uomo vede l'
non potè venire menomamente in balìa del demonio, e  quindi  ottenne una vita immortale, colla comunicazione della quale
traendola a pensare al male e allettandola a volerlo.  Quindi  due nemici dell' uomo: 1 il demonio co' sofismi che induce
i fantasmi che potrebbero indurre a pensare rettamente, e  quindi  a pensare la verità, il bene, e sommovendo de' fantasmi
quel sentimento è una partecipazione della vita di Cristo.  Quindi  adunque procede tutta la dottrina della mortificazione
un essere così fragile, come vedevano esser l' uomo.  Quindi  impossessatisi d' un frutto pensarono che entrerebbero
dell' umana, e tale da non potersi dall' uomo misurare,  quindi  indefinitamente grande (1); dall' altra, sollucherata dalla
dice all' incontro ai suoi discepoli che già credevano e  quindi  erano incorporati con lui: [...OMISSIS...] . E più altre
soggettivi, per non vivere che a seconda dell' oggetto; e  quindi  esigendo di aspettare ogni protezione, difesa, laude e
in altro modo dalle condizioni penali degli altri uomini, e  quindi  nè pure a togliersi dalla persecuzione che gli sarebbe
negli uomini dov' è contingente, relativo e partecipato. E  quindi  tale volontà del Padre, avendo una necessità morale, è
temporale, ma impassibile, gloriosa, resa vita eterna; e  quindi  il Figliuolo, a capello in accordo col Padre, non la
agli occhi degli uomini; sarebbe stata nascosta, e  quindi  giudicata troppo più benignamente del merito, se non fosse
quand' anzi è tale che innalza e nobilita l' umana natura.  Quindi  nel citato Salmo Iddio dà a Cristo in piena balìa il mondo:
salvatore da tutte le colpe attuali, e loro glorificatore.  Quindi  ebbe la dignità di mediatore e di sacerdote, non solo
secondo il giuramento interposto dall' eterno suo Padre.  Quindi  è che le sacre carte attribuiscono sempre la salvezza del
egli non poteva comunicarci di quella sua vita gloriosa, e  quindi  noi non saremmo risorti, ma rimasti sotto la condannazione
la risurrezione non v' ha più speranza nella vita futura, e  quindi  i Cristiani sarebbero i più miseri fra gli uomini,
Figlio, il quale n' è il Verbo che tutto lo comprende, e  quindi  n' è l' intelligibilità. Ma tuttavia dice che, se il Padre
alla morte, di cui porta i germi in se stesso, e  quindi  egli non ha che una vita inutile al conseguimento del suo
egli tanto bramava a cagione della generosa sua carità, e  quindi  di fare che l' uomo morto alla vita soprannaturale
una operazione anteriore al nuovo vivente ch' ella produce.  Quindi  se del battesimo è proprio ufficio il dare la vita di
atta a vedere Iddio faccia a faccia insieme con Cristo e  quindi  a fruire della eterna beatitudine. Questo è quello che
del mondo. Cristo gli abbraccia entrambi col suo detto, e  quindi  egli accenna a due resurrezioni come effetto del cibo
dentro a vasi di creta, rotti i quali esse apparirono (5).  Quindi  la Chiesa cattolica dà il nome di Viatico alla santissima
possono agire nel principio della vita sensitiva corporea.  Quindi  gli Angeli possono benissimo esser congiunti al loro modo
in Cristo, partecipa di tutte le vicissitudini di Cristo, e  quindi  è morto e seppellito e risorto e salito al cielo in
senza averne la piena consapevolezza, e la chiara visione.  Quindi  la vita dei Cristiani che è in Cristo viene chiamata da S.
quella vita, quell' anima che dee presiedere a tali sensi:  quindi  Cristo, nostra vera vita, è nascosto al presente in Dio,
Cristo mancava pure ad Adamo nello stato dell' innocenza;  quindi  un' altra differenza del carattere di Adamo, se così
con un oggetto reale (il Verbo), e però di vita oggettiva;  quindi  distrusse la morte anche rispetto alla vita naturale,
i cui meriti per la fede si sarebbero loro applicati.  Quindi  gli antichi fedeli vivevano di una vita oggettiva, ed
4 E poichè lo Spirito Santo è l' amore divino essenziale, e  quindi  diffonde in noi la carità, che riforma e santifica la
quest' effetto suo proprio di fare intendere, e sentire, e  quindi  amare Gesù Cristo, come abbiam detto, Dio e uomo, uscito
aut ecce illic. Ecce enim regnum Dei intra vos est (2), » e  quindi  trapassa a favellare come questo regno di Dio, che viene
e però non è visibile, nè tangibile, nè odorabile, ecc..  Quindi  procede che gli effetti eucaristici dipendono unicamente
Di che avviene che quelli che non sono battezzati, e  quindi  incorporati a Cristo, non ne ricevono alcun effetto (se non
alla soggettiva si riferisce (esistenza extrasoggettiva).  Quindi  le cose nella loro esistenza oggettiva, appartenenze del
soggettiva all' umanità è operazione dello Spirito Santo:  quindi  il Verbo s' incarnò per opera di esso Spirito:
regga e governi, qual principio supremo dell' unico Cristo.  Quindi  l' uomo che partecipa nel modo detto della vita sensitiva
la natura umana e la condizione della vita presente;  quindi  questo Sacramento, com' è il massimo pegno dell' amore di
la sua volontà, dove giace la personalità dell' uomo, e  quindi  rimane santificata la persona dell' uomo. Allora poi che
santissimo, come luce e sentimento e gaudio corporale.  Quindi  lo Spirito Santo emana alla santificazione dell' uomo da
dimora sempre sotto quegli accidenti tutto intero Cristo;  quindi  da lui possono derivare i fedeli, anche senza riceverlo
formano un sol corpo mistico e tuttavia reale con esso lui.  Quindi  sono altresì uniti strettamente fra sè, come le membra d'
dalla grazia, convengono nella medesima specifica natura,  quindi  la loro medesimezza appartiene al solo ordine ideale ed
come persona reggeva l' umanità quasi potenza inferiore.  Quindi  anche l' umanità riceveva dal Verbo il divino istinto di
porzione del corpo di Cristo indivisa dall' intero corpo, e  quindi  anche il principio sensitivo, base della natura umana, ha
è il Figliuolo, e che è pure nel Figliuolo. [...OMISSIS...]  Quindi  la società dell' uomo con Cristo ordinata dal Padre, di cui
oggetto e il mondo extrasoggetto, che ne sono la cagione.  Quindi  non potemmo al tutto ragionare delle leggi ontologiche e
le è offerto dalla percezione, ella argomenta per analogia.  Quindi  tre leggi soggettive, quelle dell' analisi , della sintesi
non sono che modificazioni del sentimento fondamentale,  quindi  si può dire che sia innato nell' uomo un rappresentante di
ente corporeo ha più sensazioni che lo rappresentano,  quindi  il principio razionale già è da questo quasi prisma
chiamata della finzione o della creazione intellettuale .  Quindi  la mente cangia in un ente positivo anche ciò che è
da cultori, com' erano, della dialettica, parlavano  quindi  in un senso soggettivo; giacchè veramente il nulla si
trova la mente fra gli enti, un ente negato dalla mente.  Quindi  la questione agitata dagli antichi se le cose generabili,
sola, un agente solo che produce quei molteplici effetti.  Quindi  quella forza, quell' agente unico diventa la specie
simili, essi si conoscono per la stessa idea o specie.  Quindi  avviene che la loro moltiplicità sia moltiplicità d'
specie si conosce, e però si dice individualità specifica .  Quindi  la distinzione fra il concetto di natura e il concetto d'
parte la sussistenza delle cose materiali è materiale,  quindi  s' intende come la materia (secondo il concetto esposto)
non sarebbe più materia, ricevendo limitazioni.  Quindi  la moltiplicazione degli individui viene dalla forma, in
divisi dallo spirito, non sono enti compiuti, e meritano  quindi  l' appellazione di non enti; appellazione che li distingue
altri spazi, non forma con essi un solo e medesimo essere.  Quindi  apparisce che il continuo non ha quella qualunque unità,
che l' uomo stesso ha stabilito e seco medesimo convenuto.  Quindi  le idee complesse, una sola delle quali può far conoscere
noi non sapere di Dio ciò che egli è, ma solo che egli è, e  quindi  neppure sapere che egli è senza indurlo per dimostrazione
col riferire gli enti reali all' essere in universale.  Quindi  è che le somme idee ed i sommi principŒ stessi tengono di
e perciò si possono pensare e tuttavia non sussistere.  Quindi  accade che ogniqualvolta noi pensiamo l' essenza, ne
dissociati, l' umano commercio sarebbe impossibile;  quindi  l' eccellenza di questa vita sopra la vita diretta . E pure
ella può aderire e stringersi ai termini che le sono dati.  Quindi  la sua virtù, esaurendosi in una attualità, si diminuisce
però dagli stimoli corporei, alla vita di riflessione;  quindi  anche in questo fatto vi è una cotale alternativa fra la
oggetto è cosa già innanzi pensata e non puramente sentita;  quindi  riflesso non si dice rispetto a sè stesso, quasi sia tale
la serie delle riflessioni non può essere che limitata,  quindi  accade che l' ultima riflessione non ha una riflessione
mente, ma di sapere che cosa si debba fare hic et nunc .  Quindi  l' analitico ragionatore si perde e travia sovente in cose
dell' operazione razionale, quando anzi ne sono il primo.  Quindi  l' uomo per conoscere sè stesso ha bisogno di ritornare
intellettivo a cui si riferiva il loro culto; trasnaturando  quindi  appresso in altrettante divinità gli esseri naturali ed
tutti gli agenti che passano dalla potenza all' atto, e che  quindi  hanno degli atti transeunti in sè stessi. Quale ne è dunque
di ogni agente conviene che sia naturalmente ordinato.  Quindi  si deve trarne il concetto della regolarità naturale dell'
l' operazione precedente, cessata soltanto in parte.  Quindi  regolarità puramente spontanea e regolarità di abitudine .
a qualunque sensorio appartenga, è fonte d' istinto.  Quindi  l' animale, per ogni sensazione dilettevole solamente
dei sensi, sempre limitata a un numero di individui.  Quindi  colla regola intellettiva si conoscono le pluralità delle
breve regola, aiuta l' uomo a ordinare anche sè stesso, e  quindi  a migliorarsi moralmente, amando egli di riprodurre in sè
le cose nell' essere universale, dove si trovano unificate.  Quindi  è principalmente che ella ama assai più una cognizione per
convenienti, debbono partecipare della stessa regolarità, e  quindi  avere un certo ordine. Ancora, è naturale che uno degli
considerata dall' intelligenza con diversi sguardi, e  quindi  ella può presentare regolarità diverse, simmetrie diverse,
sensibile . La molteplicità è contemporanea o successiva .  Quindi  l' armonia, che in essa si può ravvisare, è pure
. Il proprio sentimento è ordinato, quando è piacevole.  Quindi  il bello estetico è bello e ad un tempo sensibilmente
e indivisibile sentimento; e questa è distinzione reale.  Quindi  le funzioni dell' istinto vitale sono necessariamente le
delle tre prime, cioè di agire sul termine corporeo, e  quindi  di dare alla materia l' organizzazione animale - Funzione
eccitatrice, o non è da questa armonicamente diretta.  Quindi  vi è sconcerto nell' animale e tendenza a dividersi una
principio disorganizzatore, che lotta coll' organizzatore.  Quindi  si scorge un altro fonte delle forze perturbatrici della
primitivi, a tal che cessando questi, cessi anche quello.  Quindi  non ha più luogo la spontaneità motrice, divisa da noi nei
altrettanti fenomeni extra7soggettivi, e viceversa; e  quindi  perchè l' anima senza uscire dal proprio sentimento,
che viene impulso o attirato, con diversità di tempo, e  quindi  con oscillamento delle parti, rottura talora della coesione
in tutto quell' esteso in cui ella intende operare;  quindi  le parti di questo esteso non ne vengono punto disgregate e
e crea il moto nel termine del proprio sentimento, e  quindi  altresì nel corpo extra7soggettivo, è oltremodo preziosa
si disgregherebbero disciogliendosi lo stesso sentimento.  Quindi  l' apparente lotta tra la forza d' inerzia della materia
fenomeni di attrazione; 3 quella dei fenomeni animali.  Quindi  il comune discorso degli uomini deduceva che alle tre
ma bensì al principio sensitivo con essa congiunto.  Quindi  stabilimmo che tutti i movimenti, a cui la materia
la loro giacitura, divengono scomode al sentimento;  quindi  l' attività di questo, tendente a comporsi ed ammodarsi
esigenti stimoli ripetuti per continua riproduzione.  Quindi  ancora si scorge come gli effetti, che il principio vitale
azione medesima il suo stato naturale e spontaneo; che  quindi  lo stato forzato è soltanto lo stato morboso o disagiato di
perchè il sentimento è inerente agli elementi, e  quindi  le mutazioni sue portano dei moti corrispondenti in questi,
in qualunque parte senza nè staccarsi, nè indurare;  quindi  i globoli, che si osservano col microscopio nei vari
per interna consapevolezza essere effetti del sentimento.  Quindi  conchiudono che niun sentimento in essi esiste, e che i
le due proprietà della sensitività e della contrattilità, e  quindi  distinguendo simpatie di sensibilità e di contrattilità
alle singole sensazioni, ma all' impressione totale; e  quindi  essi sembrano avere dell' arbitrario, benchè non sia così.
ricorrere al senso per spiegare le funzioni animali, e  quindi  al principio sensitivo . E` ben da osservarsi che ogni
continuo sentito e dell' eccitamento circolare perpetuo.  Quindi  le funzioni dell' istinto vitale si possono partire così:
intento un sentimento da conservare o da migliorare, e che  quindi  la sua causa non può essere che una attività sensitiva. La
i movimenti animali, tutte le funzioni del corpo umano; e  quindi  l' introdurre un' altra causa è superfluità, è arbitrio, ed
possono esservi più sentimenti sensitivi parziali, e  quindi  più principŒ sensitivi, i quali non sieno che debolmente
che a quei principŒ speciali immediatamente appartengono; e  quindi  sembra che anche i diversi sistemi ed organi principali del
della sensitività non manca mai in nessuna malattia.  Quindi  se si considera l' attività sensitiva come causa delle
perchè sparso in tutto il corpo, dice: [...OMISSIS...] .  Quindi  egli divide le simpatie in cerebrali, ganglionari e miste .
mezzo dei quali comunicano di nuovo col sistema cerebrale.  Quindi  il sistema cerebro7spinale non si può credere mai
tutta l' estensione di un tessuto eguale, sarà il medesimo.  Quindi  fra i tessuti eguali del corpo umano dovranno manifestarsi
varietà d' affezioni; i tessuti eguali ne ammettono meno;  quindi  di lor natura i due tessuti più facilmente si trovano all'
suscita una diversa attività del principio sensitivo,  quindi  il sentimento fondamentale di due organi, che riceve
serie parallele di fenomeni non hanno somiglianza fra loro.  Quindi  l' uomo non potrebbe col suo pensiero dedurre a priori gli
eccezioni procedenti da certi limiti della natura animale;  quindi  più volte accade che i fenomeni extrasoggettivi,
poichè tali effetti non entrano nella sua sfera d' azione.  Quindi  è che, allorquando il sentimento viene eccitato da qualche
la circostanza che l' organismo determina questo effetto.  Quindi  la tosse nasce anche senza la presenza del corpo, o dopo
è a lui molesta, nasce il dolore e lo sforzo di espellerla.  Quindi  lo sforzo dell' istinto sensuale tende veramente a cacciare
vita, acquistino una condizione straniera ed irritativa; e  quindi  debbano essere cacciate via, acciocchè non l' offendano. Ma
ancora ad uno stato d' inettitudine alla vita animale.  Quindi  il bisogno di reintegrare le sue perdite, sia colle
l' animale; e questa centralità di sentimento, e  quindi  di movimento, dipende di nuovo in gran parte dall'
esse il sentimento, di cui precedentemente erano termine, e  quindi  cessa ogni dolore. Così nelle parti, che escono per mezzo
contemporanee e varii dolori in diverse parti del corpo;  quindi  varie azioni contemporanee dell' istinto sensuale; 2) più o
contemporanee dell' istinto sensuale; 2) più o meno esteso;  quindi  l' istinto sensuale può cominciare ad agire e produrre
maggiore o minore del corpo umano; 3) più o meno intenso;  quindi  l' azione radicale dell' istinto sensuale può essere più o
di quelli che danno alle molecole un contrario impulso, e  quindi  che producono o accrescono la lotta fra l' istinto vitale e
principio vitale, la discontinuano e la disorganizzano, e  quindi  adducano la sua morte. Quanto all' istinto sensuale, i
li perturbano, e scompigliano la loro naturale armonia.  Quindi  la causa di tutte le malattie si può ridurre ad una sola,
accresce e varia la quantità di moto esistente nel corpo, e  quindi  con questi moti accresciuti e variati, anormali anch' essi,
condizione che questo riceve in gran parte dall' abitudine.  Quindi  si scorge il corpo umano resistere ai diversi climi del
consiglio il trattenersi alle condizioni della fibra.  Quindi  il Tommasini, parlando della conseguenza che lascia dopo di
via, cioè dalla difficoltà, fatica e molestia che prova.  Quindi  il primo movimento impresso dalla sensione, se è violento,
azioni dell' anima nel corpo, e del corpo nell' anima (1).  Quindi  è che ogni azione del principio vitale deve influire sullo
aderenza delle molecole impedisce il loro movimento, e deve  quindi  scemare la vita di eccitazione. Ora il sentimento eccitato
tende ad aiutare il loro movimento reciproco ed organico, e  quindi  a rotondarle e tenere le une dalle altre distanti nel
non possono cominciare se non là dove finiscono i primi,  quindi  vi è un punto comune alle due maniere di operazione, nel
tenda a togliere all' animale l' unità e l' individualità.  Quindi  all' animale deve piacere d' essere stimolato, anzi gli è
produce sotto gli stessi stimoli, sono più o meno forti, e  quindi  più o meno attive a sollevare l' istinto sensuale alla sua
gli stati a lui possibili, quello che gli è più piacevole.  Quindi  se l' operare gli costa tanta fatica o molestia, che il non
rendersi inetta alla vita eccitata, individuale. Si possono  quindi  concepire quattro principŒ di morte: 1 Il principio
dall' azione e dai prodotti dell' istinto sensuale;  quindi  quelle sensioni sono l' effetto dell' attività vitale nel
da combaciare vaso a vaso, filamento a filamento, ecc.),  quindi  interviene per accidente un lavoro complicato dell' istinto
quali due cagioni sogliono allentare l' organizzazione, e  quindi  l' ardire dei movimenti zoetici. Medesimamente, se la
è necessario a compiere perfettamente le funzioni medesime.  Quindi  niente vieta che tutte le escrezioni e le sottrazioni del
che, trovando egli maggior forza vitale che gli resiste, e  quindi  non potendo più produrre l' effetto dello stupore,
quell' esaltamento, quell' irritazione che resiste, e  quindi  esclude lo stupore? Checchessia di questi dubbi, pare però
che ritiene lo stesso impeto, precipita a maggiore rovina.  Quindi  la robustezza e l' eccitamento maggiore, cosa pregevole in
normale, che è più attivo, produce anche stimoli maggiori;  quindi  nelle malattie, da cui vengono presi i robusti, vi è quasi
opera su di lui piuttosto in un modo che in un altro.  Quindi  niente ripugna che le diverse forme della sensitività
l' ottico non ad altra che a quella dei colori, ecc.;  quindi  se il principio senziente è eccitato dai movimenti
alle brame, e perciò meno atto a muovere l' istinto vitale.  Quindi  ancora si spiega quell' altro fenomeno, che così
interni e continui; a quella guisa che un corpo quinci e  quindi  egualmente premuto si muove più facilmente ad ogni aumento
la costituzione intima del morbo di cui si tratta, e  quindi  le sue cause interiori che ne producono esternamente i
le esperienze, quanto a dedurne giuste illazioni; e  quindi  si dovrebbero mettere sott' occhio le illusioni, gli
l' effetto totale sarà una diminuzione di stimolo;  quindi  il rimedio applicato sembrerà controstimolante, quando egli
recare al cuore copia maggiore di questo fluido, e  quindi  accrescere in lui lo stimolo e l' attività, colla quale
la reazione è correlativa all' attività (1) del paziente.  Quindi  il vero effetto d' uno stesso agente varia e talora riesce
è complesso, se risulta da sostanze di proprietà diverse, e  quindi  può dare un effetto inaspettato. L' agente può essere
per qualche tempo anche sotto il nuovo clima; e  quindi  avvengono le malattie. Poichè se l' atmosfera, in cui prima
le mutazioni atmosferiche anche nello stesso clima, ecc.. E  quindi  converrebbe classificare diligentemente gli stimoli, e
diversa dall' organizzazione materiale ed extrasoggettiva,  quindi  si hanno gli effetti simpatici in parti prive di una
va scemando l' attività dell' istinto vitale, e  quindi  si rallentano tutte le funzioni. Quando poi questo
non è più dominata sufficientemente dall' istinto vitale, e  quindi  le forze materiali entrano con esso in lotta, incominciando
vita, sollevata dalla prima irritazione locata nel cerebro.  Quindi  nella condizione morbosa la lotta non abbraccia mai
di sua natura affatica e spossa il principio vitale; e  quindi  spesso avviene che col diminuirla, lungi dal diminuire le
la sottrae ad altri, si è quella della lotta morbosa.  Quindi  in tutte le malattie, le quali sembrano aver sempre, od
concentrata nel cervello, nella facoltà interna di sentire;  quindi  sottratta agli stimoli dei sensi esteriori; forse anche in
si rendono gli stessi vasi comparativamente meno attivi, e  quindi  si cangia la direzione dei fluidi. La ragione poi, perchè
si accresce l' azione del principio senziente alla cute, e  quindi  si diminuisce comparativamente nelle parti interne; con che
accresciuta, ed osservando sempre le leggi sue proprie.  Quindi  la gastrite, per esempio, è accompagnata da dolore di capo
se i nervi sensorii o motori sono scossi soverchiamente, e  quindi  lascia altre parti deboli, come pure lascia uno stato di
senza l' organizzazione del corpo, termine del sentimento.  Quindi  la prima causa, per la quale le località si manifestano nel
dell' organizzazione, ma ad alcune determinate; e  quindi  un' altra cagione di località. Dal che procedono queste
mezzo poi del sentimento eccitato al sentimento continuo.  Quindi  nell' uomo vi sono tutti e tre questi sentimenti, ma il
determinata, come accade in tanti sentimenti interni.  Quindi  in niuno dei sentimenti eccitati si sente precisamente e
sono percepite da noi coll' esperienza extrasoggettiva, e  quindi  hanno località determinate dalla stessa sensitività
che s' aggiunge al dolore, e di sè lo veste, per così dire.  Quindi  avviene che in ragione che noi abbiamo una percezione più
lo stimolo straniero, e distinguerne le parti. La sensione  quindi  dell' occhio ci rimane come in aria, cioè non collocata
sensifera straniera segna nel sentimento una figura, e  quindi  fa nascere la località? Molti si sono studiati di
nè vicini, ecc., perchè egli non ha luogo affatto, e  quindi  niuna relazione locale con lui si può pensare. Ma questi
proprio corpo, i corpi esteriori e lo spazio con misura; e  quindi  che: 1) le parti del proprio corpo vengano ad avere un
località è determinata dallo stimolo primitivo violento, e  quindi  appresso dalle simpatie , che ricevono varie modificazioni
per lo più si affidano alle membrane mucose gastriche.  Quindi  le località, a cui trasmettono l' effetto della loro
l' inteso, essere ideale, e il sentito, corpo soggettivo; e  quindi  acquisti condizione di principio razionale , nel quale è
diversi suoi atti, quasi vertice o centro di più angoli; e  quindi  trovammo la via d' accordare la molteplicità delle
cose, che non sono lei, ma sono legate intimamente con lei.  Quindi  dovettero uscirne, e ne uscirono veramente, quattro classi
oggetto, se non per una operazione riflessa posteriore.  Quindi  si scorge ragione manifesta perchè niuno forse degli
di tutto ciò che negli enti si trova il solo numero, e  quindi  traendo la teoria degli enti da questo solo, che essi sono
sovente in modo che veniva con essa a confondersi; e  quindi  di non avere ben distinta la natura soggettiva dell' una
forza è che intervenga un terzo elemento per opinare;  quindi  davano il tre all' opinione. Finalmente i Pitagorici
se egli stesso non sia prima percepito dall' intelletto; e  quindi  il giudizio, anche più semplice che si possa fare in
fanno un Dio, e pure delle idee compongono gli animi umani.  Quindi  Empedocle, cangiati gli elementi in persone, loro dava i
tal caso, o questi punti non agirebbero che in sè stessi, e  quindi  colla loro aggregazione non produrrebbero mai nulla di
per essenza produce l' amicizia per partecipazione (2).  Quindi  ancora l' amicizia empedoclea da Filopono e da Temistio
questa è l' atto, nel quale e pel quale gli accidenti sono.  Quindi  era agevolissimo il passare a riguardar la sostanza come
alla figura sferica la perfezione fra le figure, e  quindi  si considerasse la sfera come il simbolo della perfezione,
da poligoni di un numero di lati indefinitamente grande.  Quindi  la sfera è simbolo acconcissimo a rappresentare l' essere
non alla verità, secondo la distinzione di questo filosofo.  Quindi  Leucippo, uditore di Parmenide, la ridusse pure al fuoco; e
era un confonderla coi corpi, e così materializzarla.  Quindi  Aristotele, cogliendo il sistema platonico intorno all'
corporeo, e il continuo non potendosi trovare semplice,  quindi  rimane che lo spazio debba appartenere alla forma dell'
è un soggetto alla generazione, si è lo spazio , il quale è  quindi  a Platone come una cotal forma dell' anima sensitiva.
media da esse riceve la condizione e l' atto di sua natura.  Quindi  quella che agisce in Platone è continuamente la media; ed
da sè, la materia prima, dentro a ciò che è identico, e  quindi  dica aver poi Iddio entro l' anima fatti i corpi (3), ed
presta. I) L' esteso non può esistere che nel semplice, e  quindi  il corpo nell' anima; noi l' abbiamo provato. Ora questo è
ma pure, secondo la ragione delle cose, è il contrario. II)  Quindi  l' estensione si può considerare sotto due rispetti, o in
in cui si trova, nel qual principio anche ella nasce.  Quindi  si possono distinguere due estensioni, l' una
(il sentito) è più esteso nell' un caso che nell' altro, e  quindi  la sensazione stessa si dice più estesa. Ora, avendo l'
dell' anima, questa natura deve essere sempre in moto, e  quindi  sempre viva, poichè ciò che si muove da sè è cosa viva (1).
ma di più le dà il principio del moto, «kineseos archen» e  quindi  la sorgente perenne di sempre nuovo moto. E come ogni
cioè la mente, debba identificarsi coll' oggetto, e che  quindi  ella sia il proprio oggetto; che cosa si dovrà fare,
fuori e dentro, trasportati dai corpi all' anima; e  quindi  il principio che « l' anima nulla può conoscere fuori di sè
senziente e semplice, e il termine del sentimento esteso; e  quindi  non si può conoscere la dualità, che è essenziale ad ogni
si contengono, non sono che modificazioni dell' anima, e  quindi  che non hanno forza di provare l' esistenza di alcuna cosa
assicurati da qualche testimonianza infallibile, e  quindi  supponendo l' esistenza di un infallibile testimonio
nello stesso senso. Potrà esservi paragone, non equazione.  Quindi  Fichte abusa della parola equazione. Se si vuol vedere
del mondo e delle cose da sè diverse più, ed altri meno; e  quindi  l' Io dei primi pone non Non7Io diverso (più o meno
del tutto inanimato, un Universo abitato da lui solo, e  quindi  a vivere eternamente fra esseri bruti; e tuttavia gli
naturali tende a conservarsi, ingrandirsi, perfezionarsi ».  Quindi  per l' opposto: « Nessun ente limita sè stesso, nessun ente
stessa di sè aveva riposto la natura dello spirito, e  quindi  trovata quell' assurda e contradittoria sentenza, che « l'
posto sè stesso, ponesse anche un Non7Io eguale a lui; e  quindi  è sovvertita la base dell' identità assoluta . Se non è
loro di esistere come anime dei singoli corpi ». » E  quindi  deduce che « « ogni opera, la quale è il prodotto dell'
eterno solo si riferisce? Questa è contraddizione. Toglie  quindi  a spiegare in che consista questa relazione, per la quale
d' analisi dichiarò che ogni oggetto cognito è idea.  Quindi  se ne ebbe che l' idea era ad un tempo il soggetto
ritorna in sè dal suo essere trasformato, Spirito, Anima.  Quindi  la divisione della Filosofia in tre parti: « Logica,
avere due elementi, l' uno mutabile e l' altro identico;  quindi  non può essere soggetto di alcuna trasformazione, ma è
astrarre e non pensare sè stesso, perdere la coscienza, e  quindi  può annullarsi (2). Il pensiero stesso adunque (che
realità, perchè ella non riflette sopra sè stessa (2);  quindi  è gioco forza che la teologia si perda nell' Antropolatria,
l' atto che rende compiuto, la perfezione, ecc. (4).  Quindi  è indubitato che Aristotele concepì l' anima come un atto
pel quale il corpo riceve un nuovo nome sostantivo.  Quindi  ripone l' anima fra le sostanze; perocchè egli distingue
come l' atto, quella è come il subbietto di questa (6).  Quindi  nel sistema aristotelico è impossibile concepire l' anima
in quanto è intelligente, non è atto di corpo, e poteva  quindi  sussistere senza corpo. Onde, dopo aver detto che l' anima
erroneamente anche ad essi una maniera di conoscere), e  quindi  passando agli animali perfetti, cioè agli uomini, viene a
Aristotele nega le idee e forme separate di Platone, che  quindi  non riconosce altre forme che quelle che sono nei
il soggetto. Alle forme particolari attribuisce l' atto, e  quindi  l' azione e la generazione; ma nega che producano forme,
modo che spiega nei libri « Degli Analitici Posteriori »;  quindi  ciò che è eterno per Aristotele è la materia e la forma
e colla nutrizione, operazione interna, accrescere, e  quindi  anche poscia decrescere; indi esce dopo qualche tempo dal
e aspettazione di cose simili (senza idea di somiglianza).  Quindi  i commentatori più penetranti, come l' Aquinate, ritennero
egli crede di parlare degli individui reali semplicemente,  quindi  egli si dà a credere che l' uno, che trova negli
soltanto a condizione che sieno percepiti dal senso,  quindi  giunge a dire che il senso in questo modo fa l' universale,
ma non andava più bene, tostochè si parlava del puro reale.  Quindi  egli errava, applicando al reale puro ed alla sensazione,
non era vero se non rispetto all' ente reale percepito; e  quindi  errava altresì, facendo venire dal senso l' universale, il
se non l' atto, con cui l' intelletto li riguardava, e  quindi  stimavano che la similitudine, veduta in essi, fosse in
misto di reale e d' ideale, essendo un reale concepito;  quindi  entrambi i sistemi dei Realisti prestavano dei lati deboli,
in cui principalmente contemplava la mente di Platone.  Quindi  i predicamenti si chiamarono le cinque voci ; e i filosofi
per natura, il quale è forma7oggettiva di essa anima ».  Quindi  il maestro della scuola terminò la Filosofia naturale nell'
senso comune, quando questo inventò questi due vocaboli, e  quindi  che cosa originariamente abbia esso inteso di significare e
che la patiscono, una sostanza sussistente e agente: e  quindi  non poterono affiggere al vocabolo di realità o di cosa
modi o, come direbbesi, due forme originarie e primitive. E  quindi  è più esatto il dire: il modo ideale dell' essere e il modo
le due potenze o facoltà dell' intelletto e del senso; e  quindi  l' uomo solo, quell' IO, che sente a un tempo e conosce, è
segnata da nome, perchè i nomi non segnano che l' idea :  quindi  tutti i nomi, anche proprii, sono nomi comuni e nulla più,
reale, e la persuasione al rapporto dell' uno all' altro.  Quindi  la persuasione suppone l' ideale e il reale, la concezione
dire nel mio interno pensiero:« una cosa esiste«, e aver  quindi  la persuasione della sua reale sussistenza, io devo pensare
un argomento, dal quale io arguisco che un ente sussiste, e  quindi  lo affermo; 2. un indizio o segno, che è sempre una
come un ente che esser deve il principio di tutte le cose e  quindi  da tutte le altre cose diverso. E di questa distinzione in
non si possono più insieme in un genere reale (1), e  quindi  considero Dio a parte, come causa o principio di ciascuna
vi si adoperano sieno, presi separatamente, indeterminati e  quindi  non esprimano nessun numero particolare; tuttavia legati
le altre che vi si adoperano sieno generiche o specifiche e  quindi  indeterminate, tuttavia messe insieme quelle idee
da noi percepite, somiglianza o generica o specifica, e  quindi  possiamo di lei imaginare qualche cosa, per esempio, che
perchè tale e tanta è la esistenza che a lui si partiene.  Quindi  avviene una cosa singolare nel giudizio, col quale noi
di una affermazione , di un assenso dato alla cognizione, e  quindi  di una persuasione che si fa in noi. La cognizione di Dio
propriamente detta si fa dunque dalle due altre parti, e  quindi  la cognizione, che col lume naturale noi possiamo avere in
nel solo essere ideale; l' essere reale (l' agente, e  quindi  l' azione o pratica) non è oggetto di concezione
interiore nell' uomo, diversa veramente dalla naturale.  Quindi  l' operazione di Dio nell' interiore dell' uomo, questa
di un culto interiore che presti l' uomo alla divinità.  Quindi  i riti esterni del culto per sè soli non formano, in modo
anco di essere simbolo, se nulla segna o rappresenta; e che  quindi  i simboli non possono mai stare dalle pure concezioni
deve riferire e riportare ai principii delle azioni stesse:  quindi  le potenze sono la sede delle virtù e dei vizii. Ma nell'
aggiunge alle idee, nascendo contemporaneamente con esse.  Quindi  è che si spiega quella potenza, che pare sì smisurata,
un' azione, ma il termine di un' azione: nell' idea  quindi  l' azione è finita, il moto non si propaga di più. Tutt'
che loro impedì il distinguere la legge dalla grazia : e  quindi  negarono la grazia perchè, non potendo concepirla, non
circoscritto, breve, avvelenato di segreto angore. E  quindi  la perpetua confessione che si ha dalle labbra di quelli
essenza dell' anima, vi produce un sentimento nuovo, e  quindi  un principio nuovo di agire che è quello che viene chiamato
noi stessi finalmente non siamo che un sentimento, e  quindi  il NOI è ingrandito, ingrandendosi il sentimento), è della
che colla parola NOI esprimiamo l' essenza nostra, e  quindi  che l' essenza nostra è un sentimento (3). Questo
che non è che il presentarsi dell' idea all' intelletto.  Quindi  l' azione divina opera nel sentimento . Ho detto che solo
intellettivo è atto a ricevere l' azione divina in noi:  quindi  ho detto che la grazia opera immediatamente nell'
intelletto è un elemento della essenza dell' anima nostra:  quindi  la grazia opera nella essenza dell' anima, e essendo questa
sensitiva: questo crescere non è materia di senso alcuno, e  quindi  il nostro corpo cresce, si rinforza o risana senza che noi
dell' essere tanto difficile a osservare quel sentimento, e  quindi  a averne coscienza: mentre all' opposto non è punto
ai loro atti, si richiede altresì una fede attuale .  Quindi  Cristo disse: [...OMISSIS...] E ancora disse che pregava
e per essere nostri devono procedere dalla nostra volontà:  quindi  la fede è il primo atto della potenza in noi creata dalla
puro conoscere , nel che sta appunto la natura della fede.  Quindi  è che l' operazione della grazia vien detta nelle divine
la grazia, non è che il compimento dell' essere ideale ; e  quindi  non distrugge, ma compisce nella nostra mente l' essere
reale non si potrebbe all' intelletto nostro comunicare.  Quindi  sebbene nelle cose create la percezione sensitiva
perchè è sempre l' essere che conosciamo o percepiamo; e  quindi  la percezione non differisce dalla cognizione
idee non vi percepisce nè vede l' uomo della natura.  Quindi  questi conosce e non conosce la stessa cosa che conosce
che è la forma dell' uomo come essere intelligente, e  quindi  è il mezzo o istrumento ond' egli conosce. L' appetito, di
non percepisce L' ESSERE stesso dove è tutta la essenza e  quindi  tutta la pienezza dell' essere. Ma ciò appunto è che si
di ciò si è che il vocabolo Dio è sostantivo ed esprime  quindi  una sostanza; onde noi non percepiamo Dio, se non
di una scienza, a ragion di esempio, della medicina (e  quindi  formalmente , perocchè le notizie informano oggettivamente
il lume poi della fede essere la stessa divina sostanza.  Quindi  l' ordine naturale esser costituito dall' essere ideale ;
sensibile non è punto sensitivo, non sente punto sè stesso:  quindi  le sensazioni che produce non appartengono a lui, non sono
riceve passivamente la forma sua, cioè l' essere , e che  quindi  l' essere deve indubitamente esser attivo in lei. 3. Che
l' essere deve indubitamente esser attivo in lei. 3. Che  quindi  conviene separare l' essere, che opera nella mente, dall'
come Creatore, e il Creatore fa la cosa prima che sia, e  quindi  non patisce niente dalla cosa stessa. Il celebre cieco di
idee pure non si conosce che la possibilità sola delle cose  Quindi  è impossibile colle pure idee conoscere Dio, e non si può
nessuno, mi basterà l' averlo indicato. [...OMISSIS...] .  Quindi  si può dire che l' operazione di Dio è una ; ma il modo
non è che il rapporto che ha la cosa colla idea (7); non è  quindi  che la cognoscibilità della cosa, non è che la cosa stessa
alla cosa stessa, sicchè ella può aver sempre la idea, e  quindi  medesimo l' ha, se può averla; parlandosi qui d' idee
ordine, la proprietà intrinseca di essere apprezzabile, e  quindi  esso inchiude un rapporto fondamentale ed essenziale con
persona, ma solo l' oggetto di una persona (soggetto), e  quindi  medesimo una forma che non sussiste da sè, ma che sussiste
una forma accidentale dell' essere reale intelligente, e  quindi  tale che in sè non ha veruna sussistenza propria e
che in sè non ha veruna sussistenza propria e personale.  Quindi  nell' uomo, che è l' unico essere personale, di cui abbiamo
divine persone già procedute e sussistenti come loro causa.  Quindi  nella processione delle persone non viene prodotta nessuna
cioè in quanto le ha tutte in sè le sue relazioni. E  quindi  nella produzione delle creature non entra una sola persona,
sostanza stessa della cosa, la sua specie, il suo ordine.  Quindi  si vede manifesto che se l' essere generante o spirante è
quanto è atto della sostanza divina a tutte tre comune; e  quindi  non c' è cagione da inferire che nell' effetto, cioè nell'
diversa, ma la sostanza medesima numericamente una, e  quindi  non v' è maggiore o minore in esse, signore e servo, fine e
ma è anche il termine, e, per così dire, l' effetto (1).  Quindi  la creazione è bensì una operazione divina, ma non è punto
con essa Dio si congiunge formalmente all' uomo (3): e  quindi  l' operazione deiforme appartiene all' ordine
e sperimentale (2); perchè in quell' amore è tutto, e  quindi  anche luce, fulgentissima luce, perchè è, a dirlo
del Verbo, e nell' altro quella dello Spirito Santo.  Quindi  Gesù Cristo disse così di sè e del Padre: [...OMISSIS...] .
secoli furono fatti e al suo servizio adattati (aptavit); e  quindi  quelle antiche rivelazioni, date pel ministerio degli
della Santa Trinità gli fu disvelato. [...OMISSIS...]  Quindi  essendo il cristianesimo il compimento e perfezionamento
conservasse sulla terra la cognizione dell' unico vero Dio.  Quindi  l' intendimento della legge mosaica è primieramente quello
rubatori e ladroni, e le pecore non li hanno uditi« (3) ».  Quindi  partendo da Cristo la cognizione della salute, egli è come
radicata nell' Unità di Dio, nel nuovo nella Trinità; e che  quindi  se in quel tempo l' operazione della grazia era un
meno, secondo i vari tempi, ne' quali vivevano. Non poteva  quindi  comunicarsi ad essi la stessa divina persona, perchè non
è permanente, non [solo] attuale, ma altresì abituale.  Quindi  è che Gesù Cristo a nulla è più inteso, quanto a far ben
lo toglie dalla verità e rifiuta di accoglierne il lume, e  quindi  stesso di amarlo e seguirlo nelle opere della vita. Or
personalmente e immediatamente sia congiunto coll' anima:  quindi  l' operazione non è deiforme , ma solo divina , secondo la
contiene e produce, il quale si rimaneva come in occulto.  Quindi  queste illustrazioni e lumi distribuiti a quegli antichi
appropriazione , in quel senso che abbiamo dichiarato (1).  Quindi  è ancora che, non essendo nell' antico Testamento nè il
amore essenziale , il quale entra nell' essenza divina, e  quindi  è comune a tutte e tre le persone, e un amore personale ,
agli uomini, cioè prima che venisse in carne umana (4).  Quindi  anche il Verbo viene chiamato Consolatore, in quel passo: «
vita, sentono in sè la vita di Cristo e così veggon Cristo.  Quindi  il Padre celeste era chiarificato anche prima che
Figliuolo medesimo que' doni allo Spirito appropriati (2).  Quindi  la percezione del nuovo Testamento appartiene, propriamente
il bene sinceramente, basta avere la fede implicita, e  quindi  volere implicitamente fare tutto quello che Dio fosse per
a quelle verità che sono già in noi: il Verbo insegna  quindi  la verità che nella cognizione diretta e percezione
discepoli, ch' egli andava a preparare loro il luogo; e  quindi  disse ancora positivamente che essi sapevano dove egli
in quell' ora di operare più potentemente e liberamente.  Quindi  la predizione di Cristo sulla caduta di Pietro e fuga de'
di Cristo sulla caduta di Pietro e fuga de' discepoli;  quindi  le parole: « Questa è l' ora vostra, e la podestà delle
de' lumi, che in quel tempo facevasi all' anime buone; e  quindi  finalmente l' orazione, onde raccomandò al Padre i
il Padre in sè, ma il Padre viene in noi nel suo Figliuolo.  Quindi  poco innanzi aveva manifestato lo stesso sentimento in
le sensazioni non sono che modificazioni di noi stessi, e  quindi  non hanno nulla in sè di reale e oggettivo, mentre la
Padre. Ecco le parole del santo Vescovo: [...OMISSIS...] .  Quindi  quando il Verbo è nelle anime, egli vi è, nè vi può essere
conosca la necessità del principio da cui è, cioè il Padre.  Quindi  i Padri della Chiesa dicono del Verbo, che è mandato nelle
e altresì fu necessario che come mandato s' incarnasse. E  quindi  è che Cristo ha potuto applicare alla sua incarnazione
viene svelato il modo di questa missione o generazione; e  quindi  il Padre nol veggiamo propriamente come generante , e come
perchè il principio di lei è occulto in questa vita, e  quindi  non si può intendere il modo della generazione e della
altra; e per così dire si sono presenti, e non si veggono:  quindi  la sapienza del mondo giudica insania la sapienza del
nell' essere con Dio consociati, Dio essendo la forma e  quindi  medesimo il semplicissimo nodo a tutti comune, in che si
e comunicazione che hanno insieme i soli credenti (1).  Quindi  s' intende ragione, per la quale i Padri insegnano che
e manifestazione che Dio fa agli uomini di sè stesso.  Quindi  è che fin gli Apostoli parlarono della filosofia presso a
essi il suo amore prevalente su tutti gli altri amori (1).  Quindi  è che gli uomini del secolo, trattando la morale, non
. La riflessione è quella onde nascono i ragionamenti e  quindi  le scienze dimostrative. Ma ad ogni riflessione sopra le
al tribunale dell' autorità che [a quello] della ragione, e  quindi  ci dirà al suo solito non volerne sapere di autorità
natura finita e capace di conoscerlo e di goderlo. 3. Che  quindi  è falso ciò [che] pretende Kant, finire tutta l' attività
fuori di noi e ci fa tendere in un oggetto infinito. 4.  Quindi  che è un puro errore baldanzoso ad un tempo e sommamente
approva e riconosce quelle bellezze dipinte e scolpite e  quindi  è la sua intelligenza che gli fa nascere quel diletto. Ma
glie ne vengano offerte per aver materia a cui applicarsi.  Quindi  medesimamente sebbene noi abbiamo la regola suprema onde
che avviene realmente nella natura e nell' umana vita: e  quindi  egli dirà che la sua sana ragione condanna a priori tutti i
che novantanove di essi almeno sono nell' errore, e  quindi  non vi è se non la centesima parte di probabilità che la
giudica che Dio operi successivamente e con varie azioni, e  quindi  mediatamente . Il perchè se si prende la parola secondo le
; se si prende in sè stessa, opera sempre immediatamente .  Quindi  non si dà questa distinzione di operazioni mediate e
deve naturalmente negare la subordinazione delle cause, e  quindi  le cause mediate e immediate; perocchè questi nega altresì
o almeno col mezzo dell' umana facoltà della loquela, e  quindi  intervenendo la sua natura umana, quasi direi, fra gli
all' intelligenza è il concetto dell' Io, e un tal concetto  quindi  non può racchiudere che la nozione di un sentimento cieco,
concetto di animale a quello della facoltà intellettiva, e  quindi  acconciamente l' uomo viene definito un animale
azione da me sofferita suppone un essere che la faccia, e  quindi  è un' appartenenza dell' essere, traendone così per
che prende sì poco dell' essere e in cui non può  quindi  attingere ciò che pure vi sta, se non dopo di aver ricevuto
è puro e sincero essere, ma ha in sè una limitazione, e  quindi  una cotale imperfezione, una potenzialità e una
costituendo in cotal modo le cose e facendole esistere.  Quindi  è che se non esistessero esseri intelligenti di nessuna
come dicemmo, è purissimo e impermisto, e rimarrebbero  quindi  da lui infinitamente distinti, sebbene per lui e in lui
distinti, sebbene per lui e in lui solo esisterebbero.  Quindi  è che la conservazione delle cose è veramente una continua
il dare all' essere il predicato di non essere.  Quindi  egli è necessariamente immutabile e eterno. Ora questa
non possono senza che l' essere a ciò [le] aiuti e spinga.  Quindi  la contingenza delle cose porta in esse la possibilità di
[...OMISSIS...] . Per tutte queste considerazioni si rende  quindi  manifesto, che se le cose assolutamente parlando non sono
che solo a Dio è proprio, è un divinizzare le creature.  Quindi  ebbe sicuramente la profonda sua origine l' idolatria della
uomo un progresso d' intendimenti senza misura nè fine (1).  Quindi  come il moto dell' intelletto non trova posa e termine se
grazia essere Iddio formalmente congiunto coll' uomo (5) e  quindi  diventar lui un vero tempio di Dio. Lo stesso vero apparirà
(4) ». Il perchè Didimo scriveva: [...OMISSIS...] .  Quindi  è che non pochi Santi insegnano che l' imagine di Dio nell'
cioè di porre a principio i germi di tutte le cose e  quindi  commetterne al tempo il loro sviluppamento, senza bisogno
nuovo la mano all' opera sua per t“rne via l' imperfezione.  Quindi  nel seme è racchiusa la pianta intera, quindi nell'
imperfezione. Quindi nel seme è racchiusa la pianta intera,  quindi  nell' embrione è già contenuto tutto l' animale. L' esser
un assenso della sua volontà, non la riceve in sè medesima.  Quindi  per quantunque doni avesse Adamo da Dio ricevuti, doveva
i varii aspetti ne' quali il bene all' uomo si presenta; e  quindi  venivano perfezionandosi continuamente gli atti della sua
nella mente di Adamo prima dalle bellezze sensibili, e  quindi  dalle spirituali; e in queste stesse quasi per gradini di
a lavorare e governare gli esseri privi di intelligenza;  quindi  doveva cominciare, e da questo primo fine della sua
senza giammai, per così dire, tornare indietro. Doveva  quindi  per aumento di sapienza, di santità e di grazia accrescersi
alla morte e non può andar vana la parola divina.  Quindi  il Redentore non tolse direttamente a camparlo dalla morte,
all' azione la sua potenza di riflettere e di astrarre, e  quindi  esce in atto la sua libertà, ligata senza di ciò e nulla
bene estimato col giusto suo prezzo e valore. In tal caso  quindi  la legge morale intima che non si deve stimare e seguire
privarsi in tutto o in parte del bene soggettivo (1) e  quindi  avesse provato una tentazione? E se questa tentazione si
che l' uomo non li potesse avere e godere tutti insieme. E  quindi  che gli bisognava farne scelta, sì per sè, che per gli
previdenza; e la ragione sola mette a calcolo il futuro.  Quindi  l' appetito con subitaneo moto persuade l' uomo al
che presiede alla soggettività del bene, senza più, e  quindi  essenzialmente priva di moralità? Rispondo che, trattandosi
, questo era puramente ideale e senza alcuno esperimento e  quindi  inetto a essere rappresentato nella sua imaginativa. Un tal
felice non ha pigliato ancora sperienza di male veruno.  Quindi  sebbene egli abbia una cotal concezione tutta ideale del
come di forza ausiliare, della imaginaria potenza, e poco  quindi  avrebbe potuto ire innanzi per questa via del timore di un
innanzi per questa via del timore di un male minacciato.  Quindi  nella storia di Adamo, fra Dio che minaccia la morte e il
la legge perfettamente, le dà tutto ciò che le conviene e  quindi  sola adempie veracemente tutta la giustizia. Ciò che poi è
l' unica loro felicità è la giustizia stessa, è Dio stesso.  Quindi  la volontà della giustizia s' immedesima colla volontà di
dalla sola giustizia trovata nella divina essenza.  Quindi  Adamo come quegli che era creato in grazia, poteva
il principio dell' atto veramente e compiutamente buono.  Quindi  è necessario che la grazia del Riparatore sia tale che non
e piegandolo debitamente all' ordine oggettivo del bene: e  quindi  è che dal Santo Dottore Agostino si attribuisce alla grazia
intrinsecamente i principii attivi dell' umana natura e  quindi  influire sulla stessa generazione; se le lunghe virtù e i
uomo, ma sola una parte della sua natura. E che s' illudono  quindi  se si persuadono di lavorare alla vera grandezza e alla
quella che abbiamo nominata perfezione della natura, e che  quindi  disconoscono o non badan punto o certo niente apprezzano la
altri tesoro di perfezione morale, di meriti e di virtù, e  quindi  avrebbero fatto più celere il loro viaggio verso alla somma
nello stato presente dell' umanità che il buon volere e  quindi  il merito morale si congiunga con un errore della mente e
cosa immorale e per ciò di cosa essenzialmente volontaria.  Quindi  è che S. Tommaso insegna che il peccato originale non è una
nel solo ordine di natura e non anco in quel della grazia.  Quindi  nel primo uomo per la sua stessa costituzione la volontà
fu storta, e datale mala piega, datole un abito vizioso; e  quindi  procedette principalmente e direttamente il guasto del
primo atto è vestito; e non già nelle loro operazioni.  Quindi  pertanto si potrà formarsi il concetto del disordine
e sceglie fra i risultamenti delle potenze e  quindi  è superiore alle potenze stesse e per così dire le
ha per iscopo l' essere completo (tutto l' essere, Iddio) e  quindi  bisognosa di un bene infinito; poi privata di questo, fu
per alterazione che nasca nella materia del sentire (4).  Quindi  vi ha una mutua perniciosa influenza fra questi tre
e alle circostanze idealmente e specificamente considerate.  Quindi  è ancora che il giudizio speculativo non suole riguardare
si trova molte volte in opposizione collo speculativo; e  quindi  qui è altresì la spiegazione di quel verso che è tanto
la vita animale è precaria e non propria dell' anima,  quindi  è che l' anima priva della grazia non ha anche unita al
lui le sue delizie, stava congiunto intimamente con lui e  quindi  aveva di lui una provvidenza immediata e veramente di fine,
di Dio non può aver comune l' oggetto della loro felicità e  quindi  non può formare una società, una unità con essi, giacchè
se non allora allora, e non nell' atto del concepimento: e  quindi  in questo solo punto, cioè quaranta o venti giorni dopo il
che tiene l' infante stesso in generandosi e formandosi.  Quindi  è che egli deve cominciare a infettare e corrompere le
natura appartiene principalmente la facoltà generatrice, e  quindi  la causa prossima e istrumentale per la quale s' insinua
La Chiesa professa che l' uomo nasce corrotto per natura: e  quindi  il figliuolo della Chiesa riceve da questa dottrina un
fatto fu di sua natura proprietà della cristiana teologia.  Quindi  principalmente nacque il carattere che divide la morale de'
di sè la più profonda filosofia, quasi un suo preliminare:  quindi  una dottrina che non potè essere annunziata se non da un
classi ultime intendiamo quelle che non dipendono da altre.  Quindi  si distinguono le classi ultime dalle classi più astratte
che ogni ente compito doveva avere principio, mezzo e fine:  quindi  il fine si prendeva come quell' unità che compiva l' ente,
non si denomina subito e neppure si separa dal subietto.  Quindi  l' uno e l' unità furono a principio confusi, e per la
e a quello s' attribuivano anche le qualità di questo.  Quindi  non si distingueva tra «monas», e «tohen» da' primi
e indefinita, la quale per sè stessa è incognita; e  quindi  dapprima l' intendimento la conta per un nulla, rimanendo
ugualmente alla dottrina di Dio, dell' Uomo o del Mondo; e  quindi  non potevano far conoscere il proprio di Dio, e il proprio
separato dall' uno rimanea pure per sè inintelligibile, e  quindi  anche impossibile. 2 Insegnò ad esercitare sovr' esso, cioè
a) trovando in esso tutto ciò che ci si potea distinguere;  quindi  in ogni genere, che è appunto un uno dialetticamente
niun altro numero potendosi trovare in essi: e  quindi  ad essi cessava ogni analisi del pensiero, rimanendo così
secondo, colla partecipazione di queste, gli enti reali.  Quindi  l' analisi dialettica finisce in due modi: 1 quando nell'
cioè quella presentasi all' uomo come indefinita.  Quindi  c' è bisogno che la mente umana trovi tali specie o numeri.
nulla? »(3) ». E si fa rispondere: « necessariamente ».  Quindi  l' origine della categoria aristotelica «to pu». Ristretta
non abbandona mai l' esistente. Ora se il non uno esiste e  quindi  è uno, già si vede che esso è uguale all' uno, perchè altro
informate dall' uno. Laonde le parti informate dall' uno, e  quindi  essenti, se si considerano puramente come parti, astraendo
sè è privo di grandezza e di piccolezza [...OMISSIS...] .  Quindi  è facile dimostrare, che l' uno e l' altro non possono
il contenente si concepisce come maggiore del contenuto, e  quindi  la forma maggiore della realità. Ma anche l' uno come tutto
qualche rispetto, deve convenirgli anche la quiete .  Quindi  due generi di enti, che si affanno e congiungono all' ente
rimanendo ciò che è, può partecipare di ciò che non è lui.  Quindi  deduce il concetto del non ente: poichè, avendo mostrato
i suoi oggetti per la virtù che ha insita del movimento.  Quindi  quella è la causa di queste. Le difficoltà di questo
infinite forze si spiegano all' occhio di questa mente:  quindi  il numero, la stessa infinità e la stessa grandezza
chiama specie (2), quando continuando ad operare ed andando  quindi  colla sua azione fuori di sè, fuori da quello che la
cosa che appartenga al mondo ideale, ma è il Mondo reale.  Quindi  tutte queste cose nel sistema di Plotino sono intimamente
ammetterle, nè mi dite prima come sieno, o perchè sieno: e  quindi  la vostra filosofia parte da un tutto supposto.
e dialettiche, ma autoritative, brevi e apoftegmatiche.  Quindi  ne' sistemi de' Neoplatonici manca il nesso delle sentenze,
spirito umano, e secondo che è significato nel linguaggio.  Quindi  si presenta una triplice partizione dell' ente, verbale,
ente reale non ebbe in esse l' importanza che gli è dovuta.  Quindi  non pare del tutto aliena dal vero la critica che
principalmente coll' aiuto del contesto del discorso.  Quindi  diciamo or la parte pel tutto, ora una qualità per una
dire che quella cera è tale, che apparisce come effetto, e  quindi  indizio, della salute che gode l' uomo. Questi nomi,
quale tali doti sono partecipate dall' ente finito umano, e  quindi  anche i vocaboli, che le esprimono, non significano quel
hanno con essolei analogia, si possono chiamare analogati .  Quindi  la prima specie degli analoghi abbraccia l' analogante
d' esser musico appartiene all' uomo come uomo, e  quindi  per sè; all' incontro dicendosi d' un musico che è giusto,
nei singolari , poichè per lui questi soli sussistono:  quindi  i suoi universali doveano essere di loro natura predicabili
fatto, anzi si tolga un' entità positiva, qual è il vedere.  Quindi  la divisione celebre presso gli Scolastici dell' ens extra
privativi sono formati in questo modo dallo spirito. Sorge  quindi  una riflessione d' altro ordine più elevato, la quale,
l' uno all' altro, o hanno azione o passione tra loro (3).  Quindi  è che talora la relazione reale è d' una parte sola, se una
complesso di cose eterogenee come una sola unità .  Quindi  le idee complesse razionali . V Analogare - Attributi . -
può concepire, se non si concepisce in esso un atto primo.  Quindi  accade, che anche gli enti di ragione, i quali non hanno la
è un modo, ma quello che di tutti i modi è suscettivo, e  quindi  di tutti i predicati; non la materia perchè nè pur essa è
relazione dei corpi reali o immaginarii, che la occupano.  Quindi  il luogo non è che una relazione contenuta nella categoria
distinguono i modi di predicare qualche cosa dell' ente, e  quindi  i concetti diversi, secondo i quali si considerano gli
tenersi nell' investigare la natura dell' intelligenza, e  quindi  lo impediva d' investigare questa natura per altra via che
per altra via che la segnata da quel pregiudizio stesso.  Quindi  la natura della facoltà di conoscere rimase incognita a
corpi, come un' estensione illimitata vacua del tutto (2).  Quindi  il concetto del tempo stà essenzialmente nella relazione di
, e con ciò intende provare la necessità dello spazio, e  quindi  la sua provenienza soggettiva. Ma egli è falso, che non si
colle parole stesse di Kant. [...OMISSIS...] . Egli prende  quindi  a classificare queste funzioni dell' unità nel giudizio , e
, onde fu detto giustamente che giudicare è affermare .  Quindi  è del tutto falso, che giudicare sia conoscere per via di
deve esser unico l' oggetto che si divide o classifica ».  Quindi  volendo dividere i giudizŒ in genere, prima di tutto
la sola percezione de' sensi, somministra de' veri oggetti.  Quindi  la maggiore del sillogismo sarebbe una, se il soggetto
al quale appartiene solo il tempo proprio de' reali; e  quindi  non toglie che il mondo abbia incominciato ad esistere. Il
il quale è nel suo fondo eterno, e non mai cominciato.  Quindi  il sofisma di Kant consiste anche qui nel mutare il
all' infinito, di cui non si potrebbe aver mai l' ultima, e  quindi  non si troverebbe mai la spiegazione, ossia la ragione
che spiega l' esistenza del mondo appartenga al tempo, e  quindi  al mondo. L' antitesi poi di questa tesi, secondo il Kant,
e « la sua causalità così avrebbe luogo nel tempo » ».  Quindi  questo essere come causa formerebbe parte della serie de'
considerarsi come una CIRCOSCRIZIONE di quell' ideale; ma  quindi  cadde nell' assurdo che è via al panteismo, cioè che ella
alla materia egli la lasciava come un fatto (empirico).  Quindi  nel sistema Kantiano rimaneva una dualità; perchè la
come a suoncava la ragione sufficiente di questa dualità: e  quindi  si argomentò di ridurre ogni cosa ad un principio solo, che
onde nell' effetto vi sarebbe assai più che nella causa: e  quindi  è impossibile trovare nell' affermazione la ragione
sè stesso, perchè non può determinarsi se prima non esiste.  Quindi  egli è necessario che un altro essere lo determini ad
un effetto, ma come conseguenza immediata del suo essere:  quindi  è lo spirito umano ed il mondo. In una parola tutto quello
sapere, e che il sapere sia il solo generatore delle cose.  Quindi  l' uomo era per Fichte l' unica espressione e rivelazione
l' unico vero reale come l' unico vero divino »(1) ».  Quindi  nacque quel sistema che fu intitolato dall' identità
caso di quel sintesismo che da per tutto s' incontra. V  Quindi  troppo vagamente ed erroneamente Schelling pose l' assoluto
aver differenza come non può aver proprietà perchè è nulla.  Quindi  di nuovo hassi il nullismo. VIII Essendo però impossibile
dell' elettricità e del chimismo? [...OMISSIS...]  Quindi  le tre dimensioni de' corpi, quindi i tre processi della
[...OMISSIS...] Quindi le tre dimensioni de' corpi,  quindi  i tre processi della natura. Le tre potenze della natura
che la prima non possa dimostrare l' esistenza del secondo.  Quindi  divise la Filosofia in negativa , che considerò come un
essere rettificata con questa per non riuscire ingannevole.  Quindi  non le si addice il titolo di negativa, benchè nè pur
perchè tutte queste cose appartengono al mondo reale.  Quindi  Schelling tratta ora di tutte queste cose a parte, cioè
e di Dio, benchè non accessibile alla ragione, ed aver  quindi  lasciata nella filosofia una dualità. Fichte, secondo
convincere che l' intuizione precede il giudizio; e che  quindi  l' umano conoscimento non comincia da un verbo , ma da una
anche un confondere il modo ideale dell' essere col reale.  Quindi  per Hegel la dialettica è il movimento dello stesso
vero immaginazione poetica, non mai la verità del fatto).  Quindi  l' uomo, secondo il Gioberti, non è già quegli che giudica
non è solamente un giudizio, ma ben anco un raziocinio.  Quindi  il nostro filosofo attribuisce la voce (una voce razionale
coll' oggetto, o fare che l' uno si cangi nell' altro.  Quindi  per la stessa ragione vien meno il ragionare nella bocca di
Dio, quasi direi, a volontà del filosofo, che pone  quindi  IL DIVENTARE a principio della sua dottrina, quasi punto d'
due gli altri numeri, e da questi il numero in genere, e  quindi  l' idea di varietà, il che porrebbe, se non successione in
L'educazione dell'umanità deve compiersi; noi vediamo  quindi  escire dalle invasioni barbariche che sembravano spegnere
Aristotele, sia che disperi di rinvenire questa ragione e  quindi  con sobrietà e modestia filosofica s' astenga dall'
nel sistema d' Aristotele diveniva impossibile, e  quindi  egli fu spinto a rigettarne una: mantenendo la prima
che l' intellezione per sè abbia sè stessa per oggetto, e  quindi  che l' intellezione e l' inteso sieno una stessa cosa, si
ottimo ella stessa, e però è intellezione di sè stessa, e  quindi  non composta, non mutabile, e tale che non può cessar mai.
l' infimo tra gli universali è preso da lui per singolare.  Quindi  molte fallacie di ragionamento, e il distruggere poi quello
il subietto poteva essere tanto ideale, quanto reale; 2 che  quindi  allora, quando si predica qualche forma accidentale o
a certe forme ultime per essa. Ma non vi è sempre arrivata;  quindi  ciascuna trovasi in una serie di stati successivi, di
primo, è relativa alla serie a cui il primo si riferisce,  quindi  Aristotele distingue « « l' ottimo che è sempre tale, e l'
potenza, l' avere quest' intellezione per atto sè stessa.  Quindi  il politeismo aristotelico. E veramente nel concetto d' un'
o piccole le sfere, la differenza rimane accidentale.  Quindi  non si può dire, come pretende Aristotele, che non abbiano
che un atto è più ultimato e perfetto d' un altro, e  quindi  suppone nell' ente meno di potenzialità. Quell' atto poi
quella potenzialità non consentiva quel passaggio »(1) ».  Quindi  egli vide altresì la possibilità d' un passaggio
afferra direttamente, e non ne dà un' espressa definizione.  Quindi  altri subietti reali non compaiono in Aristotele se non la
se il sensibile è solo apparente e mutabile di continuo, e  quindi  non ha la verità in sè stesso, ma solo il pensiero fa
l' essenza dalla ragione dell' essenza , [...OMISSIS...] e  quindi  l' essenza è considerata sotto un' altra ragione o aspetto
suscettivo di divenire tutto ciò mediante la predicazione.  Quindi  se l' essere si predica d' una sostanza reale e compiuta,
in atto, e il precedente è il seguente in potenza.  Quindi  la materia corporea è in potenza l' anima vegetativa, la
poichè la potenza e l' atto non sono che un medesimo ente,  quindi  tutte le cose si continuano, e sono come un ente solo che
stesso riconosce (3), appunto perchè non può esser una:  quindi  vacilla la base di tutto il sistema. Di poi quest'
è il principio e il fondamento del pratico e del fattivo, e  quindi  di tutta l' attività dell' anima intellettiva, gioverà che,
La espressione in potenza può intendersi in due modi:  quindi  due dottrine. O le specie sensibili sono in potenza ne'
dice, non è nelle cose, ma in noi, [...OMISSIS...] .  Quindi  dobbiamo cavare le notizie universali coll' induzione, non
però fine , e questo, appunto perchè appetibile, movente, e  quindi  principio del movimento . E in generale stabilisce questo
benchè nè pure quest' ultima denominazione è propria; e che  quindi  avea ragione Platone distinguendo le idee, contenenti le
stessa specie: suppone dunque quello stesso che si domanda.  Quindi  le stesse contraddizioni, che abbiamo già indicate nel
atto, chè talora sarebbe in potenza e talora in atto ».  Quindi  la mente non può essere in potenza nel seme,
necessario è esser bene e così è principio »(3) ». Spiega  quindi  in che senso si prenda qui esser necessario , cioè nel
mai, osserva Aristotele, se la serie fosse infinita, e  quindi  non ci sarebbe il Bene (3): non ci sarebbe la mente, poichè
(2), non contiene l' atto specifico se non in potenza,  quindi  non si può predicare della differenza (3): tutto ciò non è
2 concepito il subietto vestito delle qualità essenziali.  Quindi  l' atto della predicazione suppone tre idee nella mente: 1
finivano tutte le cause, essendo essa prima causa finale, e  quindi  prima causa motrice, e di conseguente causa delle specie, e
dove sono distinte. Ma gli enti naturali si generano, e  quindi  le essenze compariscono nei nuovi generati e diventano
loro ricerca piuttosto logicamente che ontologicamente, e  quindi  si fermarono agli universali (5). L' essere dunque
per esempio del fuoco: le materie prime sono diverse, e  quindi  la diversità de' primi elementi. Ora questi sono in potenza
una pluralità di Dei, essendovi una pluralità di forme e  quindi  di enti, benchè l' Ente primo ed assoluto sia uno e tutto,
l' Ente primo ed assoluto sia uno e tutto, e si possa  quindi  chiamare l' unitutto. Così parlando delle antiche favole,
mente umana, e di tutte le forme degli enti mondiali; e  quindi  e le menti , e le forme sieno veramente divine. Questo fu
dunque puramente alla diversità delle materie, e  quindi  alla diversa forza e natura del loro appetito il giungere a
esservi poi attuate dalla specie sostanziale in cui sono.  Quindi  ancora la specie sostanziale è il massimo intelligibile
ella si chiama, «topos eidon», e «eidos eidon» (5).  Quindi  la mente dà connessione e unità alla natura raccogliendo in
scevra di materia, non può venire dalla natura; 2  Quindi  la mente subiettiva dell' uomo è unita a un altro più
però si chiama da Aristotele abito, [...OMISSIS...] (5), e  quindi  ha bisogno d' uscire all' atto della contemplazione,
della contemplazione, rispetto al quale è in potenza (6); 3  Quindi  accade che per poco tempo (1), e con fatica (2) la mente
che può essere variamente determinato e circoscritto, e  quindi  può divenire tutte l' altre specie, e questo è la mente in
nuove specie, e queste costituiscono la mente passiva .  Quindi  la sola mente passiva perisce, secondo Aristotele, colla
nol conosciamo da prima colla mente passiva e riflessa, e  quindi  quella cognizione immediata, priva di coscienza, non ci
questa parola a un numero infinito d' individui.  Quindi  a ragione Aristotele ne cerca il fondamento nell' Essere
essendo attualissimo, senz' alcuna potenzialità, e  quindi  incapace di essere in modi diversi; 2 e il trattare dell'
la necessità, che indipendentemente da ogni materia, e  quindi  fuori della natura, esistano delle essenze sostanziali. Ma
primo intelligibile, da cui i principŒ del ragionamento, e  quindi  stesso il principio dell' Arte: dall' essere poi
comprendendo l' universale i molti come parti »(4) »: e  quindi  la prima filosofia appunto perchè ha per oggetto il primo e
alla prima causa, in grazia di cui esse operano. Reca  quindi  la questione: « Se i principŒ sieno in moto o in quiete »:
espressamente d' ammetterne il principio generatore.  Quindi  io altrove distinsi i razionalisti in due classi, che
che pareano inclinar anzi nell' eccesso contrario.  Quindi  noi veggiamo le eresie di Lutero e di Calvino, di cui fur
di Gesù Cristo: ella almen cessa di essere redenzione.  Quindi  è tolta la cagion massima dell' Incarnazione del Verbo.
se ne scorga il veleno; sia perchè le menti quinci e  quindi  appassionate non veggon chiaro, sia perchè rimane
libero (1), e poichè ogni atto morale dee essere umano,  quindi  non avervi moralità senza libertà. Dicono per conseguente,
azioni sono in sè stesse inordinazioni della volontà , e  quindi  peccati, benchè non sieno colpe se non nella loro rimota
atto peccaminoso nella sua causa prossima è necessitato; e  quindi  che si danno de' peccati attuali in questo senso
gli atti suoi sieno naturalmente buoni e per sè onesti.  Quindi  una seconda ed ampia cagione di quel lassismo, che pur
naturale può di sua natura lecitamente soddisfarsi.  Quindi  tali teologi disobbligarono gli uomini dagli atti delle
avesse della buona fede; ma non era in tali uomini carità;  quindi  caduti in errore, vi s' indurarono, e l' errore suggellato
contrarietà che hanno fra loro e i detti, o l' altre cose.  Quindi  dirassi acconciamente, che il caldo è contrario al freddo;
esso non può voler dire libero , e viceversa. Compiacendosi  quindi  di questa sua bell' INVENZIONE, scorrazza e trionfa a sua
a spiegare la sostanza del peccato che viene imputato (2).  Quindi  egli è più chiaro del sole, che « Ad rationem et
onde essi sono costituiti peccatori per volontà; e  quindi  cessa l' assurdo obbiettato dagli eretici. Nel che sta la
volontà non riconoscendo nell' uomo che la volontà libera:  quindi  escludendo ogni altra specie di moralità, fuor di quella
nella libertà di Adamo autore del peccato si rinviene, e  quindi  le proposizioni: [...OMISSIS...] . Così sarebbe rimasto
negavano l' operar libero dell' umana volontà, e che  quindi  tant' è lungi, che la parola voluntarium in loro bocca
stesso proposito da S. Agostino, [...OMISSIS...] . Prosegue  quindi  collo stesso argomento ad investire non noi, ma la Chiesa,
trae dietro a sè necessariamente l' originale infezione, e  quindi  la necessità del Battesimo per la salute [...OMISSIS...] :
peccato originale del bambino (2); e dall' indurre che fa  quindi  S. Agostino, che dee esser minima altresì la sua pena (3).
facoltà d' appetire il bene sensibile, non è la volontà e  quindi  non è la sede del peccato. Se poi s' intende per
la sua volontà è moralmente piagata, [...OMISSIS...] .  Quindi  la differenza immensa fra l' uomo caduto e l' uomo che
le manca l' ordine soprannaturale, che ella dovrebbe avere;  quindi  definiamo il reato di cui è presentemente l' uomo aggravato
collo spirito »consegue dai principii della natura umana, e  quindi  si troverebbe in un uomo creato da Dio senza la grazia
che guastò la costituzione intera dell' uomo (2). 4  Quindi  anche il peccato originale si chiama costantemente un morbo
natura, non sarebbe la natura per sè mala de' manichei? 11  Quindi  è anco, che si rassomiglia il peccato originale ad un
lui, niuna ingiustizia vi sarebbe da parte di Dio; II Che  quindi  Iddio è libero padrone di scegliere quelli che vuole, a cui
l' assurdo, che la grazia fosse da Dio dovuta, e non fosse  quindi  più grazia. Pongasi dunque l' ipotesi, che Iddio, come
potrebbe farlo, negasse ad un uomo discendente d' Adamo e  quindi  peccator per natura, il dono della sua grazia. Questi ed
la riconoscenza e la gratitudine di sua carità e la materia  quindi  alle lodi che gli avrebbero in eterno cantato. Onde S.
il Concilio di Trento, [...OMISSIS...] . VIII E` certo  quindi  ancora, che come non è contro la giustizia e bontà di Dio,
non sarebbe ben ricevuta da essi la parola di Dio, e che  quindi  non servirebbe che ad aggravare le colpe di quelli, a cui
modificandone ed infrenandone gli spontanei movimenti.  Quindi  dopo aver noi parlato di questi spontanei movimenti della
la mente a fare de' torti giudizii sul valore delle cose, e  quindi  s' ha un altro modo, pel quale si sregola la volontà,
l' azione involontaria e, come noi diciamo, non libera, e  quindi  inetta a meritare, si è quella, per la quale la ragione
quale l' impeto delle passioni e di più tentazioni quinci e  quindi  assalitrici, tolgano il tempo all' arbitrio di venire in
al peccato originale si riducono, e sono uno con questo, e  quindi  non si possono dir colpe se non riferendole alla libera
già l' uomo non si lascia più da lui liberamente dirigere;  quindi  dicesi che v' ha in lui mancanza di giustizia consistente
inordinazione della volontà, o sia nell' avversione a Dio.  Quindi  la definizione che dà S. Tommaso dell' originale peccato.
che nella rettitudine della personale volontà si ripone;  quindi  è tolta la macchia del peccato, che sta nell'
suprema, e che è la deformità propria della volontà;  quindi  rimesso il reato, perchè il reato o sia il debito della
all' alto, e di tutto peso, per così dire, la sostiene.  Quindi  l' attività dell' anima è divisa, non più al solo senso
e di grado dalla concupiscenza dell' uomo non rinato; e  quindi  in quello è doppiamente accresciuta la potenza di resistere
umano aderisca per sua natura all' essere ideale , e  quindi  la volontà sia volta naturalmente anche al bene oggettivo
la legge della spontaneità, è buona o cattiva ella stessa.  Quindi  l' aiuto che riceve il bambino col sacramento del salutare
diede, di serbarla, di svilupparla; a ciascun di voi corre  quindi  debito di lavoro, solo mezzo di sostenerla materialmente:
degli altri. Naturale è all' uomo l' essere ragionevole:  quindi  naturale deve dirsi quella società di uomini che è
non offende menomamente i diritti delle persone governanti.  Quindi  la costituzione della società si può dedurre in tutta la
civile ancora rispetta i diritti della società teocratica e  quindi  della Chiesa e quelli della società domestica come pure
intatti: ciascuna si mantiene entro la sua sfera e  quindi  si ha la pace fra gli uomini. Vi ha dunque un Diritto
difficile il definire in che consista questa regolarità e  quindi  potendo accadere che nella prima istituzione con tutto il
sono obbligati di riconoscere questo diritto del popolo e  quindi  di condiscendere all' unanime volere del medesimo, quand'
quanto più era possibile il carattere di giustizia: e  quindi  uno de' primi officŒ di quelli che presiedettero alle
non sa di più, e non può volere altro che quello che sa.  Quindi  il nuovo governo figlio della rivoluzione è ben lontano da
allora la causa è di competenza del Tribunale politico.  Quindi  ogni qualvolta trattasi della giustizia d' una legge
rimoveva il germe stesso cagione di tutti gli altri malori.  Quindi  si può dire che i grandi sconvolgimenti delle società
tale persona sarebbe riuscita il più mostruoso dei tiranni.  Quindi  necessariamente ricorsero all' arbitrio del popolo, come un
civile non poteva che difenderli da ogni ingiuria; e  quindi  che la rappresentazione loro conveniente si restringeva ad
diverso secondo la indole dei diritti ch' egli possiede:  quindi  nasce che gli uomini partecipino più o meno allo scopo
proprietarŒ facciano a parte la loro società? che escludano  quindi  i non proprietarŒ da quei beneficŒ, che entrando in una
Sulla supposizione che questi lavorino; che ci sia  quindi  nella società da lavorare; che perciò questo lavoro abbia
riconoscere e rispettare tutti i diritti che esse hanno:  quindi  ancora desiderando di realizzare questa debita riverenza
dei proprŒ diritti quanto quella dei diritti dei servi.  Quindi  sono essi che portano nella società civile da amministrarsi
di tutti i diritti, o sia dei diritti di tutti gli uomini.  Quindi  riesce altresì vero che ella abbraccia nel suo seno gli
costretta senza ragione a rinunziare ai proprŒ vantaggi,  quindi  è necessario prima di tutto vedere quali sieno i vantaggi
cioè che non abbiano particolari avversioni ed inimicizie:  quindi  il voto si debbe considerare anche come una dichiarazione,
come dicevamo, è anche di sua natura un atto di autorità e  quindi  un mezzo di difesa. Egli è per questo che si è stabilito il
servitù non aveva di sua natura altra base che la utilità:  quindi  non portava per conseguenza della sua natura che la volontà
che questa gli dava diritto di avere nella civile autorità:  quindi  si confirmava, che la rappresentazione politica già
che prenderà la Teoria esposta alla pratica, e  quindi  ella forse gli diverrà più reale nella sua mente, e l'
della medesima. Ma questi membri conviene alimentarli:  quindi  il bisogno della ricchezza naturale, e il desiderio dei
che può accrescersi mediante degli instrumenti delle arti;  quindi  si porta l' attenzione e il desiderio sopra questa nuova
pervenute a conoscere pienamente l' uso della ricchezza, e  quindi  a conoscere come la ricchezza possa essere realmente la
delle fortune private aveva soggiaciuto a grande varietà.  Quindi  se i cittadini poveri avessero continuato ad avere nelle
quel modo che questi stanno nell' opinione degli uomini, e  quindi  si fa sempre sentire il bisogno di omologare la volontà del
ma nel primo tempo non vi sono che interessi personali , e  quindi  vediamo che la assemblea nazionale ai tempi di Clodoveo non
delle terre divise, erano divenuti possessori di latifondi.  Quindi  le assemblee nazionali sotto Carlo Magno non compariscono
Bisognava formare un più comodo riparto delle proprietà, e  quindi  appresso una distribuzione dell' Amministrazione
dei minori proprietari acquisti un potere prevalente e  quindi  sia spogliato del potere civile il clero e la nobiltà, cioè
2 Il potere civile messo nelle mani del terzo stato, e  quindi  resi i minori proprietari arbitri delle fortune della
onde s' accresce il valore di ciò che produce il terreno:  quindi  l' esistenza della ricchezza mobiliare vien ad essere
e degli schiavi fra i vincitori, possessori di latifondi:  quindi  ricchezza agricola , e rappresentazione della ricchezza
degli schiavi, francazione dei borghi, o comuni; e  quindi  nascita dei piccoli proprietarŒ, e rappresentazione delle
terzo stato; 4 Comparsa del commercio e dell' industrìa: e  quindi  della ricchezza commerciale e industriale, specialmente per
e industriale, specialmente per opera del terzo stato:  quindi  rappresentazione politica, non solo della ricchezza
introdotto nella società una proprietà non rappresentata:  quindi  tendono a conseguire la rappresentazione della medesima,
e sono veramente, o sempre poi ve n' ha tutta l' apparenza.  Quindi  non si contratta più fra questi due partiti: non si cerca
esiste che una ricchezza terriera divisa in grandi masse, e  quindi  non hanno mano nel governo che grandi signori: anche là
grandi signori: anche là vengono poi francati gli schiavi e  quindi  sorgono i piccoli proprietarŒ; quindi ancora s' introduce
gli schiavi e quindi sorgono i piccoli proprietarŒ;  quindi  ancora s' introduce nelle assemblee politiche il terzo
d' impossessarsi del potere civile per impossessarsi  quindi  delle proprietà. I principii dunque del Sig. Raynal
parole. Non si debbe dimandare che cosa è il principato, e  quindi  questionare se egli sia un potere assoluto o delegato. Col
uno solo di questi elementi con esclusione dell' altro; e  quindi  col considerare il governo risultante dai due poteri
a cui non ve n' ha nissun' altra che possa tener fronte:  quindi  questa maggiorità è difesa per sè stessa, e non ha bisogno
come un' immagine della divinità sulla terra; e  quindi  non sapevano conoscere degli stretti limiti alla loro
terre se non si continuava a difenderle contro gl' inimici;  quindi  le terre dovevano ritenere il loro carattere primitivo di
ch' essi le facciano con equità, e di dirigerla in tutto.  Quindi  essa non è difficile a lasciar anche a' medesimi ogni
del paese conquistato, era troppo estesa; ed essa cercò  quindi  di limitarla alla guerra difensiva e nazionale. A quest'
il principe prodigo, e la nazione vie più avida ed avara.  Quindi  in ragione duplicata cresceva lo squilibrio fra la
economica, giacchè teneva sempre viva la loro avidità.  Quindi  mentre la corte prendeva un alto e nobile tuono di cortesia
forze, ma esistono e operano contemporaneamente tutte due;  quindi  era impossibile che le Società civili prendessero l' una o
rimane sempre una maggiorità ed una minorità di forze:  quindi  rimane medesimamente insoluto il gran problema: Come si
a norma di altre decisioni; e da queste norme sieno  quindi  cavate delle leggi e ridotte in un codice: e la
mentre non aveva altra società superiore che la tutelasse.  Quindi  l' ottima costituzione della società domestica la veggiamo
degli altri. Naturale è all' uomo l' essere ragionevole:  quindi  naturale deve dirsi quella società di uomini che è
non offende menomamente i diritti delle persone governanti.  Quindi  la costituzione della società si può dedurre in tutta la
civile ancora rispetta i diritti della società teocratica e  quindi  della Chiesa e quelli della società domestica come pure
intatti: ciascuna si mantiene entro la sua sfera e  quindi  si ha la pace fra gli uomini. Vi ha dunque un Diritto
difficile il definire in che consista questa regolarità e  quindi  potendo accadere che nella prima istituzione con tutto il
sono obbligati di riconoscere questo diritto del popolo e  quindi  di condiscendere all' unanime volere del medesimo, quand'
quanto più era possibile il carattere di giustizia: e  quindi  uno de' primi officŒ di quelli che presiedettero alle
non sa di più, e non può volere altro che quello che sa.  Quindi  il nuovo governo figlio della rivoluzione è ben lontano da
allora la causa è di competenza del Tribunale politico.  Quindi  ogni qualvolta trattasi della giustizia d' una legge
rimoveva il germe stesso cagione di tutti gli altri malori.  Quindi  si può dire che i grandi sconvolgimenti delle società
tale persona sarebbe riuscita il più mostruoso dei tiranni.  Quindi  necessariamente ricorsero all' arbitrio del popolo, come un
civile non poteva che difenderli da ogni ingiuria; e  quindi  che la rappresentazione loro conveniente si restringeva ad
diverso secondo la indole dei diritti ch' egli possiede:  quindi  nasce che gli uomini partecipino più o meno allo scopo
proprietarŒ facciano a parte la loro società? che escludano  quindi  i non proprietarŒ da quei beneficŒ, che entrando in una
Sulla supposizione che questi lavorino; che ci sia  quindi  nella società da lavorare; che perciò questo lavoro abbia
riconoscere e rispettare tutti i diritti che esse hanno:  quindi  ancora desiderando di realizzare questa debita riverenza
dei proprŒ diritti quanto quella dei diritti dei servi.  Quindi  sono essi che portano nella società civile da amministrarsi
di tutti i diritti, o sia dei diritti di tutti gli uomini.  Quindi  riesce altresì vero che ella abbraccia nel suo seno gli
costretta senza ragione a rinunziare ai proprŒ vantaggi,  quindi  è necessario prima di tutto vedere quali sieno i vantaggi
cioè che non abbiano particolari avversioni ed inimicizie:  quindi  il voto si debbe considerare anche come una dichiarazione,
come dicevamo, è anche di sua natura un atto di autorità e  quindi  un mezzo di difesa. Egli è per questo che si è stabilito il
servitù non aveva di sua natura altra base che la utilità:  quindi  non portava per conseguenza della sua natura che la volontà
che questa gli dava diritto di avere nella civile autorità:  quindi  si confirmava, che la rappresentazione politica già
che prenderà la Teoria esposta alla pratica, e  quindi  ella forse gli diverrà più reale nella sua mente, e l'
della medesima. Ma questi membri conviene alimentarli:  quindi  il bisogno della ricchezza naturale, e il desiderio dei
che può accrescersi mediante degli instrumenti delle arti;  quindi  si porta l' attenzione e il desiderio sopra questa nuova
pervenute a conoscere pienamente l' uso della ricchezza, e  quindi  a conoscere come la ricchezza possa essere realmente la
delle fortune private aveva soggiaciuto a grande varietà.  Quindi  se i cittadini poveri avessero continuato ad avere nelle
quel modo che questi stanno nell' opinione degli uomini, e  quindi  si fa sempre sentire il bisogno di omologare la volontà del
ma nel primo tempo non vi sono che interessi personali , e  quindi  vediamo che la assemblea nazionale ai tempi di Clodoveo non
delle terre divise, erano divenuti possessori di latifondi.  Quindi  le assemblee nazionali sotto Carlo Magno non compariscono
Bisognava formare un più comodo riparto delle proprietà, e  quindi  appresso una distribuzione dell' Amministrazione
dei minori proprietari acquisti un potere prevalente e  quindi  sia spogliato del potere civile il clero e la nobiltà, cioè
2 Il potere civile messo nelle mani del terzo stato, e  quindi  resi i minori proprietari arbitri delle fortune della
onde s' accresce il valore di ciò che produce il terreno:  quindi  l' esistenza della ricchezza mobiliare vien ad essere
e degli schiavi fra i vincitori, possessori di latifondi:  quindi  ricchezza agricola , e rappresentazione della ricchezza
degli schiavi, francazione dei borghi, o comuni; e  quindi  nascita dei piccoli proprietarŒ, e rappresentazione delle
terzo stato; 4 Comparsa del commercio e dell' industrìa: e  quindi  della ricchezza commerciale e industriale, specialmente per
e industriale, specialmente per opera del terzo stato:  quindi  rappresentazione politica, non solo della ricchezza
introdotto nella società una proprietà non rappresentata:  quindi  tendono a conseguire la rappresentazione della medesima,
e sono veramente, o sempre poi ve n' ha tutta l' apparenza.  Quindi  non si contratta più fra questi due partiti: non si cerca
esiste che una ricchezza terriera divisa in grandi masse, e  quindi  non hanno mano nel governo che grandi signori: anche là
grandi signori: anche là vengono poi francati gli schiavi e  quindi  sorgono i piccoli proprietarŒ; quindi ancora s' introduce
gli schiavi e quindi sorgono i piccoli proprietarŒ;  quindi  ancora s' introduce nelle assemblee politiche il terzo
d' impossessarsi del potere civile per impossessarsi  quindi  delle proprietà. I principii dunque del Sig. Raynal
parole. Non si debbe dimandare che cosa è il principato, e  quindi  questionare se egli sia un potere assoluto o delegato. Col
uno solo di questi elementi con esclusione dell' altro; e  quindi  col considerare il governo risultante dai due poteri
a cui non ve n' ha nissun' altra che possa tener fronte:  quindi  questa maggiorità è difesa per sè stessa, e non ha bisogno
come un' immagine della divinità sulla terra; e  quindi  non sapevano conoscere degli stretti limiti alla loro
terre se non si continuava a difenderle contro gl' inimici;  quindi  le terre dovevano ritenere il loro carattere primitivo di
ch' essi le facciano con equità, e di dirigerla in tutto.  Quindi  essa non è difficile a lasciar anche a' medesimi ogni
del paese conquistato, era troppo estesa; ed essa cercò  quindi  di limitarla alla guerra difensiva e nazionale. A quest'
il principe prodigo, e la nazione vie più avida ed avara.  Quindi  in ragione duplicata cresceva lo squilibrio fra la
economica, giacchè teneva sempre viva la loro avidità.  Quindi  mentre la corte prendeva un alto e nobile tuono di cortesia
forze, ma esistono e operano contemporaneamente tutte due;  quindi  era impossibile che le Società civili prendessero l' una o
rimane sempre una maggiorità ed una minorità di forze:  quindi  rimane medesimamente insoluto il gran problema: Come si
a norma di altre decisioni; e da queste norme sieno  quindi  cavate delle leggi e ridotte in un codice: e la
mentre non aveva altra società superiore che la tutelasse.  Quindi  l' ottima costituzione della società domestica la veggiamo
quasi per forza sotto i raggi di nuove verità. Concepisce  quindi  un principio di maggior potenza, poiché l'uomo tanto può
in quanto per la loro verace utilità possano giustificarsi;  quindi  continua necessità di nuove elaborazioni e scoperte. E
t'allontanasti dalle vie del bene? Voi siete liberi e  quindi  responsabili. Da questa libertà morale scende il vostro
che voi ne siete e dovete esserne tutti membri: e che  quindi  ogni associazione parziale tra voi è o avversa allo Stato o
debbono lottare coi meno perspicaci e coi più cocciuti,  quindi  un grand' inasprimento di animi, che alla fine produce nei
che derivavano dall' annullamento degli universali, e  quindi  delle idee . Insieme con queste è tolto via dal mondo tutto
opposta a voce e a qualunque altra negazione d' esistenza.  Quindi  non c' era assurdo a dire che « gli universali fossero
di maniera che sono il fondo e la materia delle cose,  quindi  debbono essere anche create. Questo insegnava appunto il
Dio , devono necessariamente tessere con fili immaginari, e  quindi  cadere nei più strani errori: talora sono obbligati di
tutta aristotelica, degli Arabi. [...OMISSIS...] Perdutasi  quindi  interamente la chiave dell' esemplarismo di Platone, il
e a ricostruire dal suolo una filosofia degna del Vangelo.  Quindi  l' esemplarità delle idee si tenne, quanto bastava a
della storia umanitaria e della primitiva sapienza, e  quindi  abbandonate a se stesse, nacque la filosofia, e questa
la possibilità di replicar l' atto ( individuo vago ).  Quindi  le categorie stesse, se si considerano come realizzate in
oltre quella propria dell' essenza sostanziale.  Quindi  la sola sostanza si divise in prima e seconda: intendendo
la causa formale della loro esistenza, è ciascuno di essi.  Quindi  domanda: « « l' essenza sostanziale è universale? è, cioè,
vero, sostanze, ousie , come li vuole la scuola platonica:  quindi  sono posteriori alle sostanze (per le quali sempre s'
a tutto, mente infinita, dove fosse l' universale eterno, e  quindi  la fonte delle idee, sarebbe andato d' accordo con Platone.
singolare riceve il suo nome e la sua definizione, e  quindi  la sua quiddità (2) dalla specie che di essa si predica, e
, e poichè nominandosi le cose si nominano le loro essenze,  quindi  le cose tutte sono specie; [...OMISSIS...] ; il che ammette
che la specie o idea è una forma obiettiva, e che ha  quindi  bisogno d' un subietto vivente e senziente per essere da
mente stessa in atto, appunto perchè sono atti della mente.  Quindi  la doppia mente che Aristotele pone nell' uomo, in potenza,
e della corruzione delle cose, che suppone sempre stata e  quindi  sempre stato il moto. Ora dice, che a questo moto continuo
quale ricevono l' ingenerabilità e l' incorruttibilità e  quindi  l' altre loro doti. Altrove suddivide il falso delle cose,
che non è altro che un conoscere l' essere nelle cose.  Quindi  questa mente venuta dal di fuori è quella che rende
esiste più in atto; in potenza poi non è ancora esistere, e  quindi  al senso egli dà l' apparenza e non la verità, benchè dica,
sia in relazione almeno con una intelligenza possibile, e  quindi  che abbia il suo essere intelligibile. Considerato il
come aventi quelle proprietà che sono dell' ente come ente.  Quindi  egli viene di novo a considerare l' universale in un doppio
dire in due modi: per sè, e per quello di cui partecipa.  Quindi  una prima antinomia nasce da questo che si dica la cosa
ad accordare, che l' essere conosciuto fosse patire, e  quindi  che patisse l' essenza conosciuta [...OMISSIS...] , e di
e dai fantasmi), considerò la materia come definita, e  quindi  sostenne che tante erano le materie quanti i corpi, cosa
che come dal Bene, cioè da Dio, viene il lume alla mente, e  quindi  la virtù intellettiva, e vengono le idee che sono le cose
esistenza, [...OMISSIS...] , e l' essenza [...OMISSIS...] .  Quindi  avviene che le prime cose che sono essere, abbiano una
idee non cade e non può cadere alcuna contraddizione; 2 che  quindi  alcune di esse si collegano ad unità, altre non si possono
sapienza e la mente non sono mai senza l' anima » » (2). E  quindi  trae che « « nella natura dello stesso Giove alberga un'
l' idea non meno dell' anima che del corpo del mondo, e che  quindi  il mondo fosse costituito d' anima e di corpo perchè nell'
Iddio è puro essere e medesimamente è puro intelligibile e  quindi  di necessità intelligente, la «nus» stessa d' Aristotele
l' uno, esteso l' altro, di maniera che abbracciandosi essa  quindi  a ciò che è eterno, quinci a ciò che è temporaneo,
generale, che l' anima è la dominatrice del corpo, e  quindi  che ella stessa lo adatta a sè stessa, l' informa, l'
diverso , i due elementi di cui l' anima si compone. 5 Che  quindi  la causa efficiente e movente del mondo sensibile e
formata colla stessa sostanza dell' anima del mondo, e  quindi  de' tre elementi del medesimo , del diverso e della
e simili entità come abito , sono accidentali all' anima, e  quindi  nasce la questione se la giustizia e la bellezza, come
, e con questo mezzo del suo elemento del medesimo . E  quindi  nel « Sofista » dice che [...OMISSIS...] (2). Ma secondo
la virtù stessa è concepita da Platone come una scienza .  Quindi  il praticare, a ragion d' esempio, la giustizia, non è che
Pone per caratteri del Bene primo che sia perfetto (4),  quindi  sufficiente a se stesso , [...OMISSIS...] . E questa sua
genere de' difetti. La Mente causa dunque non ha difetto, e  quindi  ha le due qualità del Bene, la perfezione e la sufficienza
chè, come già disse nella « Politeia », [...OMISSIS...] .  Quindi  la terza idea partecipata dal Bene, quella della bellezza.
dalla materia, e così è, che ella conosce gli enti reali.  Quindi  Aristotele stabilisce, che tutte le cose mondiali sono
all' altra per una serie di azioni ed effetti di queste, e  quindi  di gradi determinati. Questa serie rimane la stessa, tanto
da esse dissociate, e cosa al tutto diversa da esse.  Quindi  spiega la produzione collocando un principio produttivo
si chiama; onde le bestie, perchè prive della mente, e  quindi  inette a giungere fino all' idea, non traggon diletto nè
in se dimostra non sia preso per vestigio d' intelligenza e  quindi  ci richiami a una causa intelligente, il che è quanto dire,
dell' affermazione , ella non è che l' essere possibile?  Quindi  noi possiamo argomentare che cosa l' affermazione
l' affermazione presupponga, acciocchè sia possibile, e  quindi  possiamo conoscere come l' obbiezione che noi facemmo a noi
idea perfettamente uguale, l' idea che a lui corrisponde.  Quindi  egli è al tutto indifferente che noi nell' atto dell'
di un ente reale particolare e limitato e non più.  Quindi  distinguasi nelle idee speciali due elementi: 1) l'
anche dopo che nol vediam più e nol sentiam più; e che  quindi  ne abbiamo la facoltà, la quale si chiama, e si può
reale, che è il rappresentato, ci sia prima cognito, che  quindi  noi riscontriamo la somiglianza tra la Firenze reale e l'
produrre nel mio sentimento, foss' egli anche spirituale, e  quindi  incapace d' immagini; poichè anche un atto spirituale può
è quella che si contiene ultimamente nella percezione, e  quindi  nel sentimento. Ma qui è da por mente. Noi abbiamo detto,
come concorriamo a comporre il sentimento corporeo, e  quindi  i corpi in quanto sono sensibili: l' essere è per sua
d' esser lui stesso, senza cessare d' esser l' essere.  Quindi  noi già lo denominammo, se vi rammentate, o signori, « l'
speculativa nella sua parte formale ed ideale, e  quindi  possa ella stessa essere argomento di certa teoria. Ma
poichè niuna cosa è intelligibile se non è oggetto;  quindi  ciò che è puro oggetto è l' intelligibile stesso, la luce
umane, e investigare la natura propria di ciascuna classe:  quindi  vedemmo altresì che da lei solamente si può dedurre la
di natura? I caratteri direttamente opposti a que' primi: e  quindi  la temporalità, la passibilità, la mutabilità, la
delle sussistenze), in tal caso neppure potrà affermarle, e  quindi  neppur conoscerle come sussistenti, poichè affermare una
essere possibile, che rimane sempre dal reale distinto; e  quindi  il divino e l' umano, il necessario e il contingente,
conosciamo i corpi e gli enti finiti d' ogni maniera;  quindi  tutte le scienze non sono che Teologia, e l' enciclopedia
voler giostrare contro tutti i panteisti anteriori a lui, e  quindi  dobbiamo credere lontanissimo dall' animo suo un tale
sentita da noi non abbiano alcuna reale distinzione, e  quindi  non possano essere termini di alcun giudicio, ma si
lo stesso Dio, altro non è che un manifestissimo panteismo;  quindi  il Gioberti per iscansare in qualche modo tale conseguenza,
e che il possibile si trova poscia in esso per astrazione.  Quindi  egli non aveva certamente diritto di scrivere così:
forma cioè Dio, si conjuga colla materia, cioè col corpo, e  quindi  costituisce con esso un solo oggetto; e in questa
l' ordine contingente di cose e l' ordine assoluto, e  quindi  il primo non può essere in modo alcuno forma, ed il secondo
è dunque fuori dell' idea, è conoscibile per sè stesso; e  quindi  non è più vero che tutto si contenga anche il contingente
in Dio senza divinizzarla, e materializzare Iddio, e  quindi  essere panteista e spinosista. Ancora, trattiamo noi forse
Ci vedono ancora le cose come nella loro causa creante, e  quindi  ben intendono che sussistono e come sussistono, e le
Dunque noi non vediamo la possibilità delle cose in Dio, e  quindi  non vediamo Iddio, come pretende il Filosofo nostro. Rimane
cioè senza l' elemento negativo, si trovano in Dio.  Quindi  egli soggiunge che « « la concretezza e l' individualità
diversa dalle cose create che si devono conoscere, e non è  quindi  mezzo di conoscerle, nè mediatrice tra esse e lo spirito,
dell' idea, e l' idea essendo la sostanza stessa di Dio,  quindi  ogni cosa è la sostanza di Dio, più l' atto contingente di
Ecco come ripete questa sua teoria: [...OMISSIS...] .  Quindi  conchiude che il generale, in quanto è veduto nell'
è ciò che non si può concepire solo senza la sostanza.  Quindi  la ragione è palese del perchè egli cotanto ci replichi,
creato, di cui Iddio stesso è assai meglio l' attuazione? «  Quindi  (soggiunge di nuovo quello che sapevamo, perchè ce l' aveva
del conoscere, è un' entità precisa mentalmente da Dio, e  quindi  la mente lo considera sotto due relazioni, o in quanto
questi caratteri, ivi esiste l'umana natura, uguaglianza  quindi  di diritti e doveri. Come due rami che muovono distinti da
che non è cagionato se non dall' ignoranza dei mezzi.  Quindi  si dividono in vari partiti gli uomini; e gli uni escludono
stessa dottrina della fede sposta nella prima parte, e  quindi  deducendo la morale generale, ed un trattatello proprio pei
i confronti egli può conoscere le misure delle cose. E  quindi  non si potrà giammai proporre che sieno rimossi i Classici
il modo o l' arte di maneggiare l' idea come più piace, e  quindi  di andare fino al fondo delle cose. Di questa utilità sono
con fare i prepotenti a man salva contro persone inermi, e  quindi  lo spirito irreligioso ed antiecclesiastico passò per una
1 diviene difficile il ragionare e facile l' errore; 2  quindi  la seduzione delle passioni, che vogliono essere
i mali della Germania e le minacciose conseguenze, ecc..  Quindi  altri errori d' alcuni i quali credono che basti una
e le cui facoltà si sviluppano a gran passi: egli domanda  quindi  dalla religione un nutrimento accomodato a' suoi bisogni;
l' Italiano, se non vede chiaro, non s' appaga. -  Quindi  è inclinato e si compiace: 1 del raziocinio matematico , e
le mani nella scienza, onde non è matematico, nè fisico; 2  quindi  i suoi precetti hanno spesso del vago , dovendo supplire
- perchè - Gli uomini convengono nella logica, e  quindi  nel metodo, benchè poscia nol seguano - Quindi lo sforzarsi
logica, e quindi nel metodo, benchè poscia nol seguano -  Quindi  lo sforzarsi di stabilire il buon metodo e di tenerlo
che le idee, le quali contengono le ragioni delle stesse.  Quindi  l' inclinazione di restringere la filosofia alle idee. Ora
ciò che presenta il metodo di andare dall' una all' altra.  Quindi  si conchiude che tutto l' oggetto della Filosofia è il
fede, dico d' una fede filosofica nella realità di un Dio.  Quindi  si vuol fare un Dio7idea - Gioberti - Hegel [...OMISSIS...]
coll' applicazione del metodo alle principali questioni.  Quindi  già stabilimmo che lo scopo della scuola normale non dee
il fine morale dell' uomo, o ne sono i prossimi mezzi.  Quindi  tutta la Filosofia dee volgersi a mantenere contro il
il mondo vi abbia una relazione di spazio , il che è falso:  quindi  la questione stessa è assurda. 6 Non proporre due questioni
affiggano di comune consentimento un qualche significato, e  quindi  l' abbiano definita in qualche modo a se stessi; perciocchè
all' intelligenza delle altre che poi seguiranno e  quindi  replicarsi queste di mano in mano: e la prima di tutte,
benchè anche mescolate di arbitrario e di superstizioso. -  Quindi  passar a dimostrare che l' animo quand' è purgato, cioè non
individuo, ma sibbene l' opera lenta e faticosa dei secoli,  quindi  la ragionevolezza dell' umiltà dell' individuo che non è
logica, ma perchè non vi danno un pronto assenso, e  quindi  tengono sospeso il giudizio, mentre dovrebbero darlo.
all' uomo per dirigere il suo pensiero e per fissarlo:  quindi  da tali filosofi si crede or che la sensazione sia l'
del corpo: « Il corpo è un aggregato di sensazioni ». -  Quindi  mostra che le sensazioni sono modificazioni dell' anima, e
che l' errore di Berkeley consisteva nel sensismo, e  quindi  ritenne il sensismo sorreggendolo coll' aiuto di un nuovo
ciò che vuole, anche ciò che non è unito in se stesso.  Quindi  tutti que' sistemi, il cui errore consiste nella confusione
Geremia promise, che il Messia la scriverà nel cuore (2).  Quindi  GESU` Cristo non lasciò cosa alcuna in iscritto, e fu
fermo, che « Iddio dispone soavemente tutte le cose » (2).  Quindi  da tutte, qualunque sieno, anzichè venirci dolore, ce ne
di lui e spogli d' Adamo, cioè dell' uomo del peccato, e  quindi  fatta per virtù della grazia sua, fatta in somma rendendo
benchè potessimo dilettarci ancora di qualcos' altro.  Quindi  venite più in particolare bel bello sponendo i cinque vizi,
fratello di morte. E` il sonno cosa comune alle bestie.  Quindi  da non attaccarvi per nulla affetto umano, da prendere per
immagine c' indolcisce il nostro divino Salvatore la morte.  Quindi  anche presso noi cristiani ne venne il nome greco di
si è un abito di riflettere naturalmente sopra di tutto, e  quindi  un meditare sempre senza gravezza. Finalmente il cibo vuole
la carità del prossimo nella umiltà riposta, e  quindi  vedrete come la duplice carità non solo renda operativa la
scienza suol mandar fuori occultamente a danno nostro: e  quindi  come la scienza sceverata da ogni pernicioso elemento, per
lo disconobbero, oltraggiarono, e confissero in croce.  Quindi  il misterio del gran ripudio della Nazione Ebraica, a
delle membra fra loro, e coll' unico spirito che le avviva.  Quindi  l' Apostolo segue immediatamente a descrivere questa doppia
di loro, e alcune cose proprie. Perciò l' Apostolo trapassa  quindi  a descrivere ciò che vi ha di comune in questo corpo della
operazioni, la terza cosa che a questo corpo dona unità.  Quindi  Paolo la soggiunge dicendo: « Un solo Dio e padre di tutti,
e materialmente anche nelle operazioni che ha per oggetto.  Quindi  prosegue Paolo: « Ma a ciascheduno di noi è stata data la
parola mandato poi non si dichiara nè limita autorità:  quindi  s' intendono sovente con questa voce i mandati per
di Dio; là dove non così quello di qualunque altro uomo.  Quindi  egli abolì il sacerdozio di Aronne: egli sacerdote
popolo, perchè porzione egli pure di massa corrotta, e  quindi  del presente scontentissimo, quella curiosità somma delle
nomavano tanto i sapienti, che i legisperiti o gli scribi.  Quindi  Paolo nella prima a' Corinti (4) accenna col solo nome di
nel suo corpo mistico, cioè ne' fedeli che fanno la Chiesa.  Quindi  è rivolta tutta la Chiesa col reggimento suo a questi due
e perciò con quest' atto acquistò sopra lei ogni potere.  Quindi  allora solo convenìa che partecipasse agli Apostoli tal
esteriori oggetti, quasi per gradi che a Dio l' innalzino.  Quindi  la pompa della chiesa, la soavità della sacra musica, e
esteriori possono dare a lui motivo di raccogliersi.  Quindi  regola di S. Agostino è questa, che « « allora è buono l'
suo, così la Chiesa noi apparecchia al natale del Signore.  Quindi  questo divino Sole, che appresso sorge, regola l' anno
ed è la porta degli altri Sacramenti. Il nostro spirito  quindi  appresso si può nutrire colle verità intorno la Chiesa che
avviene che dove una è limitata, l' altra non sia; e  quindi  che una creatura possa essere aiutata e perfezionata da un'
e perfezionata da un' altra colla quale si congiunge.  Quindi  è che ogni creatura è molto più imperfetta quando si
ne conosca altri e altri ancora, indefinitamente.  Quindi  la perfettibilità della umana specie è, sotto questo
tutte servissero a innalzare la sua mente al Creatore e  quindi  a dargli del Creatore una conoscenza sempre maggiore. Le
che si perviene alla sostanza prima, alla causa prima e  quindi  al primo essere. Ma questo progresso è così intrinseco alla
essere; e non possono avere alcuna contraddizione in sè, e  quindi  partecipare della verità; devono avere un principio, un
verità; devono avere un principio, un mezzo e un fine, e  quindi  racchiudere una trinità in sè medesime e, come dice S.
delle cose tutte fra loro è una proprietà necessaria, e  quindi  Iddio stesso creandole non poteva a meno dal farle analoghe
fondamento delle analogie, appartiene il numero, e  quindi  anco ogni ordine che possono ricevere e formare i numeri.
perchè anche tutti gli uomini santi sono legni di vita; e  quindi  S. Giovanni dice aver veduto la fiumana dell' acqua viva
ha bisogno di segni esterni per crescere in cognizione e  quindi  in virtù (3). Perocchè questi due argomenti non provano già
e l' uomo rimase colle sole forze della natura.  Quindi  nell' intelletto non risplendette più se non l' essere
atti disordinati della creatura intelligente peccatrice;  quindi  la natura non ebbe più alcuna virtù nè di significare nè di
comunicano colle anime mediante la vita e la sensibilità,  quindi  nella vita animale e massime nella fantasia si mostrò più
natura anche negli altri soggetti che la partecipano, e  quindi  Cristo per un amore naturale amò gli altri uomini e li
grazia nell' ordine di perfezione soprannaturale; e 2. che  quindi  sanasse e riformasse tutta la sua pervertita natura. Cristo
soggetto umano che il movesse alla contemplazione di Dio e  quindi  alla percezione di questo; venendo il soggetto a ciò
sede originaria nel corpo, il quale aggrava lo spirito, e  quindi  di levare dall' anima, cioè dalla suprema parte della
e questo non opera per mezzo di alcun organo materiale (2).  Quindi  una sola virtù immateriale può esser quella che infonda
è la stessa grazia divina informatrice della sua volontà. E  quindi  S. Paolo vuole che si distinguano i figliuoli di Dio,
col sopraggiungersi all' umanità dell' elemento divino.  Quindi  l' uomo nuovo e l' uomo vecchio, in quelle parole dell'
peccato è appunto l' influire e muovere la volontà umana. E  quindi  dà all' uomo, considerato come persona, due esistenze, l'
mondo, che doveva essere conquista della verità Incarnata.  Quindi  è, che come il Precursore fu mandato a dare l' ultima mano
delle parole e quello delle idee, come prima fu detto (3).  Quindi  se una lingua qualunque si parlasse a un uomo che non
la udisse. Le sensazioni adunque che dànno le percezioni e  quindi  le idee prime delle cose sono indispensabili all' uso delle
ne formi mediante tale percezione le imagini e le idee; 2.  quindi  che colla lingua possa comunicare le idee ricevute pei
reale. Questi due elementi sono della natura delle cose; e  quindi  la spiegazione che io do di tali [simboli] non può sembrare
nelle menti lucente, cioè rendere atte le menti a vedere e  quindi  gustare l' ineffabile bellezza della giustizia, che di sua
fissarla principalmente col nuovo e collo straordinario; e  quindi  la necessità de' portenti. Non che questi disvelassero la
è cosa al tutto diversa da quanto si trova nella natura; e  quindi  proibì che non l' effiggiassero. Qui è manifesto che la
sue sponde pel rapporto di vicinanza che ha con questi; e  quindi  dicendo l' Eufrate esultò di gioia, in lingua simbolica può
suo colore quanto dalla sua estensione; il firmamento sarà  quindi  nominato oggetto esteso, o anche semplicemente l' esteso
il Padre, e dal quale ricevere lo Spirito Santo, e  quindi  edificarsi nelle loro anime la rivelazione e la grazia
all' umana natura, e si comunica continuamente; e  quindi  l' anima dell' uomo ne sente e percepisce la real forma e
dell' uomo ne sente e percepisce la real forma e natura, e  quindi  ne ha un' interna positiva rappresentazione , o intuizione.
è morto per essi « mentre erano ancora peccatori« (2) » e  quindi  non giustificati nella legge; che « essendo inimici sono
e sperata che una giustificazione attuale e presente; e  quindi  che ove si paragona alla giustificazione de' Cristiani , i
con tal rito egli si obbliga ad osservare la legge« (2) » e  quindi  dissuade i primi fedeli dal circoncidersi, mostrando loro
erano anteriori e conduttive all' alleanza medesima.  Quindi  consegue, che col nuovo patto l' individuo si ricongiunge
ma non il« patto stesso« come Cristo si appella (6). E  quindi  ancora apparisce ragione perchè i Teologi chiamino il
sè conseguirebbe indubitatamente quel salutevole effetto.  Quindi  anzichè con tali teologi, io me ne sto co' Padri più
di fede, e a lui crediamo e aderiamo colla nostra volontà.  Quindi  soggiunge S. Giovanni: « E questa è la vittoria che vince
ci genera infatti e la Cresima ci fa adulti e perfetti.  Quindi  è che« illuminazione« (1) si chiamò il Battesimo fino dai
quelle cose che udirà« (4) » cioè che udirà dal Verbo.  Quindi  s' intende come la grazia del Battesimo sia piena, e sia
Santo, e in esso la viva riflessione delle cose medesime.  Quindi  è che S. Giovanni attribuisce all' unzione, cioè alla
Santo) «e conoscete tutte le cose« (6). » [...OMISSIS...]  Quindi  acconciamente Clemente Alessandrino, riferendo l' istoria
solo colla Cresima venìa consumato e non eran due ma uno.  Quindi  il sangue dell' agnello, di cui tinsero gli Ebrei le
ad esserci insensibilmente per una reale concomitanza (2).  Quindi  è che tanto nelle liturgie, quanto ne' Padri, si paragona
più sacrosante verità come in vasi d' oro incorruttibili.  Quindi  si chiama costantemente il corpo di Cristo pane
1. Che la cosa che si converte perda la propria identità,  quindi  cessi di essere quello che era prima, e altresì cessi di
come uno, ma come una collezione di determinate particelle.  Quindi  se si volesse supporre una vera conversione non si potrebbe
pane e del vino; sebben questi cessino interamente. 3. Che  quindi  se l' operare all' esterno costituisce l' essenza del
ma può l' estensione variare, non variando la sostanza:  quindi  lo stesso corpo può avere contemporaneamente più
da' quali tre elementi risultava la Scuola di Alessandria.  Quindi  la dottrina intorno agli angeli come creatori del mondo e
che più colpì le menti de' popoli e de' pensatori; perciò  quindi  appunto venivano a detrarre gli eresiarchi che nominammo,
nell' uomo il peccato che per la sua libera volontà; e  quindi  non potea nascer l' uomo infetto dal peccato d' origine; nè
sua libertà, dee riconoscere una forza traente al male; e  quindi  non può più fare l' arbitrio causa unica del male. E qui si
errori intorno all' origine e alla natura del medesimo, e  quindi  pure provennero gli errori circa la maniera e la
Giuliano di Eclana appresso S. Agostino: [...OMISSIS...] .  Quindi  riguardavano come un assurdo la trasmissione dell'
proposizione condannata siccome eretica in Giansenio; e che  quindi  tutti gli atti degli infedeli, o di quelli che non sono in
ora passare alla definizione del peccato in genere: e  quindi  a conoscere in ispecie la natura del peccato originale ne'
essere« morte dell' anima«, che è quanto dire, deviazione e  quindi  perdita del fine dell' uomo, in cui sta la sua vita. Per
di peccato, perchè non toglie all' uomo il suo fine, e  quindi  che come dice S. Tommaso: [...OMISSIS...] . e ) Che
però non è sua colpa, ma solo peccato, secondo l' Angelico.  Quindi  per trovare un modo nel quale si dica che il peccato
passare in un altro il suo proprio atto buono o reo:  quindi  il peccato di un individuo non può trasmettersi in un
segni, che dimostrano quella sua mala disposizione , e  quindi  si potrà in qualche modo, dire che interpretativamente e
stato di giustizia o d' ingiustizia de' posteri di Adamo, e  quindi  la loro eterna sorte, sarebbe stata esposta ad una specie
involge nè pur l' ombra o l' apparenza di difficoltà, e che  quindi  essendo facilissimo a spiegarsi e a dimostrarsi conforme
appunto perchè è una natura perfettamente determinata e  quindi  tutta finita in sè stessa. Ma tuttavia in nessun modo
al vizio si mostri più ingegnoso che l' amore alla virtù?  Quindi  moltissime volte veniva pensando al modo di rivolgere
tipografica dovrebbe essere il solo amore alla religione: e  quindi  in essa risplendere il disinteresse, l' attività, il buon
di cooperatori, nella nostra Diocesi, sono moltissimi.  Quindi  si fa conto d' ogni prete, ognuno s' impiega in qualche
esser cristiani, sia da ciascuno di essi più sentita, e  quindi  ancora un tal corpo di cristiani, sentendosi associati
e principalmente il Papa, i Vescovi ed i Parrochi.  Quindi  la Società della Carità rivolta a cooperare a questo
estensione e durazione delle opere stesse: e che  quindi  i buoni cristiani che cooperano a questa unione, vengano
5 Gli uomini amano più il bel cuore , che l' ingegno.  Quindi  anche al mondo i grandi ingegni sono stimati come
non accettare incarico alcuno che non possa bene eseguire.  Quindi  una delle sue principali regole debb' essere quella di
la maggiore uniformità possibile in tutte le cose, e  quindi  anche il maggiore consenso nelle dottrine. Non nego si
ammettere in quella prima classe che persone eccellenti, e  quindi  a stabilire nelle costituzioni, che solamente dalla prima
stessi nessuna azione particolare gravemente peccaminosa; e  quindi  diminuisce la libertà del nostro spirito, e lo spoglia
che non può essere opera di uomini, ma di Dio solo: e che  quindi  si dee in questo affare tener lontanissimo lo spirito d'
potrebbero esser parti di questa natura di società, e  quindi  potrebbero esser tutte incorporate armoniosamente in un
il sacrificio di se stesso dimezzato, ma intero intero. E  quindi  di rimanersi in una perfetta indifferenza circa qualunque
unità della Chiesa, giacchè nell' unità sta la sua forza.  Quindi  era certamente un pensiero santo e veramente conforme allo
l' emendazione e purificazione delle anime nostre e  quindi  la giustizia in noi e il possesso del nostro Dio, noi
una cosa sola, salvare e perfezionare noi stessi: che  quindi  la nostra Società sia grande o piccola, è sempre perfetta,
che tutto viene regolato e dispensato dall' ubbidienza; che  quindi  può avvenire talvolta che alcuno abbia da soffrire, ma chi
ed ultimo se non la sola santificazione propria; e  quindi  egli è un Istituto radicalmente contemplativo, di vita
ed in questi casi la volontà di Dio e la missione è  quindi  manifesta. Ora queste sono le opere di carità che assume di
poteva portare l' occupazione militare della casa, e  quindi  se voi dovevate partire senza dimora, potevate però fare
anche posta tutta l' urgenza che voi indicate, nol so, e  quindi  non posso approvarne ancora l' andata, perchè ne ignoro
dove arrivano le forze dell' Istituto stesso. L' Istituto  quindi  ha per fondamento quella massima di San Francesco di Sales
Poi sottoscrivetevi tutti cominciando dal Vice7superiore, e  quindi  voi, il Molinari e tutti gli altri, non esclusi i laici;
stabilite, se prima non sono provate dalla sperienza e  quindi  confirmate dalla Santa Sede. Tanto è poi vero che quelle
non possono conoscerla, perchè non hanno intelligenza.  Quindi  Iddio non è presente a queste cose in modo da essere da
esser contrari alla perfezione se sono onesti, e quelle sì.  Quindi  il voler privarsi delle prime, e poi conchiudere di aver
si eccedano i limiti posti dal Creatore alla natura, e  quindi  si disubbidisca al Creatore. Una tale dottrina è suggerita
in grado minimo, come è quello di cui si tratta. Sono  quindi  atti d' immortificazione e di superbia il giudicare che i
confronti colle forze altrui, che non sono percepite, e  quindi  non sono vivamente conosciute. Il sentimento adunque delle
e si riguarda come il natural suo progresso o sviluppo.  Quindi  la Società generale e comune, buona per sè stessa, ed utile
uomo attigne, quando vi pensa, in faccia all' eternità, e  quindi  per finire la vita passata con una confessione generale,
del fatto lo prova a qualunque uomo che sappia osservare.  Quindi  la sapienza della Chiesa e della S. Sede raccomandò sempre
tutto, anche l' anima, per ottenere, quell' uno necessario;  quindi  agli occhi o almeno nella pratica di costoro, tutti i mezzi
Cristo: « Qui vult venire post me, abneget semetipsum »;  quindi  ella ha un merito intrinseco, indipendente affatto dall'
all' altrui parere, anche opposto al proprio, e  quindi  adduce all' ubbidienza , nella quale ci ha sempre un atto
e non mancherò di mandarvi io stesso delle commendatizie.  Quindi  potrete avere soccorsi a pro di cotesti poverelli, i quali
lo stesso Mons. Corboli di estenderne la precisa minuta, e  quindi  copiata la sottoscrissi e la presentai al Santo Padre.
il tutto dispone per nostro bene e per la sua gloria.  Quindi  ho benedetto il Signore nella proibizione delle due mie
ciò che potesse convenire ai tempi ed alle circostanze, e  quindi  che io sottometteva ogni cosa al giudizio supremo della
che nascono dallo stesso studio di evitare le difficoltà, e  quindi  sceglie la strada di mezzo che è quella che incontra
i quali, più rapidamente giunge a cogliere il suo fine, e  quindi  bada che le sue forze non divergano e si sparpaglino in
questi uffizi essendo subordinati l' uno all' altro, e  quindi  diretti dall' ubbidienza, possono tuttavia e devono essere
nostre azioni, e resta da esso poco o molto macchiata.  Quindi  l' intenzione di cercare in tutto il solo Gesù Cristo non è
sia indirizzata a migliorare gli altri e noi stessi, e  quindi  a portar frutti di vita eterna, ci vogliono due cose: la
di un bene maggiore, anche col sacrificio di un minore. E  quindi  un Vescovo che non deve amare la sua Diocesi particolare
delle opere nostre non dipende da noi, ma da Dio, e  quindi  d' acquistare una grande, infinita confidenza in Dio, che
anima nostra acquista una certa sostanza ed immutabilità, e  quindi  una pace stabile, quando si congiunge alle cose immutabili.
civile, e trovata l' origine prossima del suo potere, e  quindi  ancora un criterio per definire fino a qual limite si possa
l' onestà, la carità e ogni specie di perfezione morale.  Quindi  egli doveva dare alla sua Chiesa, come effettivamente le
alle sue prescrizioni e ai suoi materni insegnamenti.  Quindi  per sostenere il sistema della separazione dello Stato
autorità umana, qual è quella del governo civile; vogliamo  quindi  lasciare alla Chiesa il suo, e allo Stato il suo. E poi non
non fu trovato, né si poteva trovare avanti Gesù Cristo:  quindi  fino allora durò la burbanza dei superbi dominatori, e le
civile che non hanno natura d' oggetti religiosi, e  quindi  che ci possa essere una separazione tra oggetti non
a ragion d' esempio, considera la differenza dell' età;  quindi  attribuisce diritti ed obblighi diversi alle diverse età;
tutti gli interessi religiosi dei cittadini medesimi; e  quindi  a considerarli, per non mettersi a cimento co' suoi
seguir l'uomo da luogo a luogo e anche a trasportarlo. cco  quindi  le genti dell'Asia predestinate a moversi vastamente sulla
idee generali che gli vengono imposte dalle classi dotte.  Quindi  fomentato quell'ordine d'idee che s'accorda ai voleri del
e però riteneva, che la classe delle Adelaidi fosse unica,  quindi  al primo vedere delle Saffo, le applicò lo stesso nome di
comincia a vedere che le une spiegano le altre, e comincia  quindi  ad intendere, perchè da se stesso le ordina come la lor
più molesta l' interruzione o la privazione di esse;  quindi  nascono de' gusti e degli istinti d' abitudine, che in
movimento: le percezioni e le idee imaginali si formano: e  quindi  una nuova attività si deve sviluppare: perocchè da ogni
producono di lor natura nel bambino l' affezione fisica , e  quindi  la simpatia; così le percezioni animastiche eccitano
ridotto ad unità, l' esteso ad una mirabile semplicità:  quindi  tutto ciò che sente ed opera l' animale in ciascun istante
le cose nel luogo e nel tempo, nel quale le percepì, e  quindi  come presenti; le idee imaginali gli mostrano la cosa
qualità sola precisa dall' oggetto, considerata da sè.  Quindi  al fanciullo riesce prima intelligibile il vocabolo bianco
fors' anche di scherno o di riso, come scempio o beffardo.  Quindi  è che anco i fanciulli intendono facilissimamente il
pensa, mediante la lingua, il carattere della mobilità, e  quindi  l' astratto dell' animalità, ossia l' animale . Questo fa
che non ha che a fare un passo per giungere all' oggetto.  Quindi  gli affetti, che sono da essa diretti, ritengono ancor
è identico però il modo, nel quale l' uomo lo concepisce; e  quindi  gli atti della volontà si modificano anche essi a tenore
altrettanti oggetti li contempla e li ama o li abborrisce.  Quindi  fu giustamente osservato ne' bambini un mirabile
egli perde in questo una guida sicura e potrebbesi  quindi  prevedere che il bambino riuscirà almen uomo leggiero. Se
che vede d' intorno di sè glieli mostra e glieli comunica.  Quindi  medesimo apparisce il danno che alla tenera anima del
. 2 .per . 2 .per . 2 .per . 2 equivalente a trentadue.  Quindi  facilmente si vede come il numero due sia un passo immenso
per la quale ad essa mente conviene naturalmente procedere.  Quindi  facilmente si può inferire, come la lingua e lo stile, che
e sarebbe tempo che, per onor d' Italia, non si vedesse più  quindi  innanzi stampato e ristampato presso di noi, che quella
tanto più si conosce altresì dell' essere universale; e  quindi  si ascende in qualche modo alla cognizione dell' assoluto
che gli minaccia di operare contro l' altrui volontà. E  quindi  è, che se da principio egli inclina a conformare la volontà
di percepire prima intellettivamente quel sentimento.  Quindi  si muove l' uomo a riflettere sopra se stesso, cioè sopra
supponendoli anche santi, hanno però uno spirito diverso; e  quindi  ad ogni mutazione di Vescovo, l' Istituto subirebbe
le virtù soprannaturali da lui praticate; e le riceve  quindi  come grazie speciali e segni dell' amore che Dio ci porta,