Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: qui

Numero di risultati: 41 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1
deve erogarsi a benefizio di tutti, l'insieme degli atti  qui  suggeriti, diffondendo il credito per ogni dove,
essenziale per conoscere la verità. L'errore generale fin  qui  è stato quello di volerla raggiungere con un solo di questi
alcuno degli scritti che i vostri fratelli stampano  qui  nell'esilio per voi? Leggeteli e ardeteli, sì che il giorno
neppur su queste poteva fondarsi la vostra emancipazione  qui  sulla terra. Mille trecento anni a un dipresso dopo le
La legge, il Progresso, devono compirsi, come altrove,  qui  sulla terra. Non v'è opposizione fra terra e cielo; ed è
obbietteranno, le cose sono diverse dalle parole; e Cristo  qui  promette che lo Spirito suggerirà loro le cose che loro
mi possedeva nel cominciamento delle sue vie » » (ecco anco  qui  il tempo presente del passato: mi possedeva ); e quasi
vera, venendo ella usata da un' infallibile autorità. Ora  qui  appunto incomincia l' interno ed utilissimo lavoro delle
nel principio delle cose, nel principio del tempo. Ma  qui  nasce una difficoltà, e sono appunto le difficoltà che,
nella mente, acciocchè possa esser pronunciato. Ora è  qui  da cercare la ragione per la quale nella mente umana l'
e libera che le fa sussistere e che si dice creazione. Ma  qui  s' intenda bene. Quando si parla de' modi in cui può essere
e Iddio non è ciò che è in qualsivoglia modo limitato.  Qui  si presentano facilmente al pensiero due questioni. La
di tutti gli enti un solo ordine, un solo universo. Ora  qui  nasce questa difficoltà. Non essendovi nella sussistenza
e principalmente a farlo conoscere ad altre intelligenze.  Qui  si rileva un' altra analogia fra il verbo umano e il Verbo
non ad averne un cotal concetto negativo ed analogico. Di  qui  la deficienza del platonismo circa la dottrina del Verbo,
che loro si manifesterebbe se lo volessero ricevere. Di  qui  si può tracciare la linea di confine fra l' ordine naturale
autem ministrabant ea quae nunc nuntiata sunt vobis per eos  qui  evangelizaverunt vobis, Spiritu Sancto misso de coelo, in
regnum Dei, et dabitur genti facienti fructus ejus. Et  qui  ceciderit super lapidem istum, confringetur; super quem
quia caro et sanguis non revelavit tibi, sed Pater meus  qui  in coelis est (1) », con quel che segue. Dalle quali parole
non movebor amplius . Nemo ibi audit vocantem: Venite ad me  qui  laboratis, etc.. Dedignatur ab eo discere quoniam mitis est
cura coelestis imperatoris munitam, ubi non latrocinantur  qui  coelestem militiam deseruerunt. Vitant enim eam sicut
ciò che spetta alla natura si colloca sulla terra . E di  qui  si vede, quanto era conveniente che l' evangelista
ch' ella dipende appunto dalla moltiplicità dichiarata fin  qui  dell' ordine naturale dell' intelligenza e della moralità:
è annunziato in questi luoghi dell' Evangelio: « Unigenitus  qui  est in sinu Patris, ipse enarravit (2) », e: « Tres sunt
est in sinu Patris, ipse enarravit (2) », e: « Tres sunt  qui  testimonium dant in Coelo » (cioè nell' interiore dell'
il quale consiste nel suo amore illimitato all' essere.  Qui  finisce ogni virtù; tale è la parte formale di ogni atto
della generazione il Padre precede il Verbo, perocchè  qui  non siamo nell' ordine della generazione, ma in quello
al Padre dicendo: « « e il Verbo era appo Dio » ». Iddio  qui  significa il Padre (1), e con queste parole dimostra la
del Verbo dalla persona del Padre. Si domanderà perchè  qui  Iddio significhi la persona del Padre. - Rispondiamo
che, applicate alle umane cose, riuscirebbero assurde.  Qui  dice S. Giovanni che il Verbo era appo Dio. Ora nessuna
appunto l' altro luogo parallelo che dice: « Unigenitus,  qui  est in sinu Patris, ipse enarravit (2) », dove è
finalmente disse più esplicitamente che cosa era, cioè Dio.  Qui  Origene domanda perchè dicesse che cosa era il Verbo, dopo
la natura dicendo che egli era Dio. Le tre clausole fin  qui  riferite dell' Evangelista, secondo l' osservazione dell'
S. Giovanni ebbe data la dottrina del Verbo eterno:  qui  comincia quella delle opere sue. Ma prima riepiloga la
con l' approvazione dell' Angelico, di cui riferiremo  qui  le parole: « « Origene poi, molto bellamente esponendo
e Dio che lo pronuncia, dal quale non è mai diviso (2).  Qui  contrappone adunque l' Evangelista il Verbo, che era presso
fatte per esso », al dire esso fece tutte le cose? Quale è  qui  il proprio significato della parola per? In prima è da
dove chiama Gesù Cristo: « testis fidelis et verus  qui  est principium creaturae Dei (2) » nel qual luogo il testis
che vi s' aggiunge o no il lavoro degli scienziati, anche  qui  si dee distinguere la scienza dell' antico testamento da
parole che Cristo disse definendo se stesso: « Principium,  qui  et loquor vobis (3) ». Quasi dicesse io, persona, sono il
cioè l' ordinamento dell' universo sensibile ed umano. - Ma  qui  si presenta alla mente una questione. Alla prima creazione
un istante, a cui si riferisce il detto della Scrittura: «  Qui  vivit in aeternum creavit omnia simul (1) »; alla seconda
la creazione formata e compiuta, come quando si legge: «  qui  fecisti omnia verbo tuo, et sapientia tua constituisti
La quale interpretazione essendo lodata da S. Tommaso,  qui  la recherò colle stesse parole dell' Angelico:
le parole di S. Tommaso di sopra da noi riferite, e che  qui  porremo di nuovo sotto gli occhi del lettore. « « Ora se si
la stessa dottrina in queste parole: [...OMISSIS...] . E  qui  si vede altresì come a Dio sono presenti tutti i tempi e
che è il Verbo, secondo l' espressione di S. Agostino:  qui  s' intende come abbia luogo senza alcuna ripugnanza la
uomini, come di quelli a cui il suo Vangelo era ordinato. E  qui  deve osservarsi che nella generazione del Verbo la vita e
essere non dà un sentimento reale, ma una pura intuizione.  Qui  non vi ha dunque quella « vita che è luce degli uomini ».
scritture sante è il Verbo. Di Cristo dice S. Paolo: «  qui  est imago Dei (4) »; e altrove: « qui est imago Dei
dice S. Paolo: « qui est imago Dei (4) »; e altrove: «  qui  est imago Dei invisibilis (5) », dove quell' attributo d'
Paolo chiama Cristo figura, ossia, in greco, carattere : «  qui  cum sit splendor gloriae et figura substantiae ejus (3) ».
Verbo, nel quale è quella vita che è luce degli uomini. Ma  qui  si offerisce alla mente la questione: Se i primi uomini
ricorrere all' esempio di Adamo; ma tuttavia la parola «  qui  creatus est » sembra fare allusione alla creazione di Adamo
Convien dunque dire che l' intendimento dell' Apostolo  qui  sia quello di magnificare i doni e le grazie conferite all'
tenendosi in Cristo egli può tutto: « omnia possum in eo  qui  me confortat (3) ». « « Io sono la vite, voi i tralci:
quale la natura piena e perfetta a lui infondeva. Fin  qui  noi abbiam favellato del primo dei due sentimenti che
ciò in sue mani, dice coll' Apostolo: « Omnia possum in eo  qui  me confortat (1) »: le difficoltà, le angustie, le
e quella cotal maniera di gloria di cui l' Apostolo dice: «  Qui  autem gloriatur in Domino glorietur (4) ». Il che ha più
Il che è quello che vuol dire S. Paolo conchiudendo: «  Qui  autem adhaeret Domino, unus spiritus est », non
immortalità. Onde anche Cristo aveva detto: « Spiritus est  qui  vivificat, caro non prodest quidquam (3) ». E l' Apostolo:
a noi comunicata. « Nihil ergo nunc damnationis est iis  qui  sunt in Christo Jesu, qui non secundum carnem ambulant (2)
ergo nunc damnationis est iis qui sunt in Christo Jesu,  qui  non secundum carnem ambulant (2) »: dove il qui sunt in
Jesu, qui non secundum carnem ambulant (2) »: dove il  qui  sunt in Christo Jesu indica la prima fondamentale
la prima fondamentale incorporazione con Cristo, e il  qui  non secundum carnem ambulant indica la cooperazione di
his similia: quae praedico vobis, sicut praedixi, quoniam,  qui  talia agunt, regnum Dei non consequentur ». All' incontro
», che anzi l' Apostolo pronuncia in generale che «omnes  qui  pie volunt vivere in Christo Jesu persecutionem patientur
natura. « Non quaero voluntatem meam, sed voluntatem ejus  qui  misit me (1) »: cioè, io non cerco la mia volontà umana,
il comandamento non è che amore: il bene eudemonologico  qui  tiene la naturale sua relazione col bene morale; non
nisi quia et descendit primum in inferiores partes terrae?  Qui  descendit, ipse est et qui ascendit super omnes coelos ut
in inferiores partes terrae? Qui descendit, ipse est et  qui  ascendit super omnes coelos ut impleret omnia (4). » Così
loro tentazioni. Dice ancora « Non enim habemus pontificem,  qui  non possit compati infirmitatibus nostris; tentatum autem
peccati degli uomini, perocchè, come dice S. Paolo: « Eum,  qui  non noverat peccatum, pro nobis peccatum fecit » (soffrì d'
di noi, e potè fare di noi secondo l' amoroso suo cuore: «  qui  traditus est » (così l' Apostolo) « propter delicta nostra,
fides vestra, adhuc enim estis in peccatis vestris. Ergo et  qui  dormierunt in Christo perierunt. Si in hac vita tantum in
hujus saeculi nubunt et traduntur ad nuptias: illi vero  qui  digni habebuntur saeculo illo, et resurrectione ex mortuis,
». Ma Cristo non è solo la vita, ma anche la resurrezione.  Qui  evidentemente il discorso si riferisce a due forme o
da queste parole di Gesù Cristo «: Operamini non cibum  qui  perit, sed qui permanet in vitam aeternam, quem Filius
parole di Gesù Cristo «: Operamini non cibum qui perit, sed  qui  permanet in vitam aeternam, quem Filius hominis dabit vobis
meus dat vobis panem de coelo verum. Panis enim Dei est,  qui  de coelo descendit, et dat vitam mundo (1). » Questo pane
che gli veniva dalla carne e dal sangue e non da Dio: «  qui  non ex sanguinibus, neque ex voluntate carnis, neque ex
non vien meno, consuonano quelle parole dell' Apostolo «  Qui  in diebus carnis suae, preces supplicationesque ad eum qui
Qui in diebus carnis suae, preces supplicationesque ad eum  qui  possit illum salvum facere a morte, cum clamore valido et
Dice Gesù Cristo di nuovo agli Ebrei « Ego sum panis vitae:  qui  venit ad me non esuriet: et qui credit in me non sitiet
« Ego sum panis vitae: qui venit ad me non esuriet: et  qui  credit in me non sitiet unquam (1) » Ed alla Samaritana
ha pur forma di cibo: « « Si scires donum Dei, et quis est  qui  dicit tibi: Da mihi bibere; tu forsitan petisses ab eo, et
et dedisset tibi aquam vivam »(2). » E ancora: « « Omnis  qui  bibit ex aqua hac, sitiet iterum; qui autem biberit ex
» E ancora: « « Omnis qui bibit ex aqua hac, sitiet iterum;  qui  autem biberit ex aqua, quam ego dabo ei, non sitiet in
»(3). » Quest' acqua è il premio della fede, onde dice: «  qui  credit in me non sitiet unquam; » e mescolata nel calice
Perocchè dicendo: « Si scires donum Dei, et quis est  qui  dicit tibi: da mihi bibere; tu forsitan petiisses ab eo, et
sembrano contrarie alle riferite di Cristo, e non sono: «  qui  edunt me adhuc esurient, et qui bibunt me adhuc sitient
di Cristo, e non sono: « qui edunt me adhuc esurient, et  qui  bibunt me adhuc sitient (1), » perocchè queste parlano
» poco appresso soggiunge: « Haec est autem voluntas ejus,  qui  misit me, Patris, ut omne quod dedit mihi, non perdam ex
illud in novissimo die. Haec est autem voluntas Patris mei,  qui  misit me, ut omnis qui videt Filium et credit in eum,
Haec est autem voluntas Patris mei, qui misit me, ut omnis  qui  videt Filium et credit in eum, habeat vitam aeternam, et
che hanno la vita eterna , usa del genere maschile omnis  qui  videt Filium et credit in eum . Il genere neutro si
la vita a tutta la carne: « Haec est autem voluntas ejus,  qui  misit me, Patris, ut omne quod dedit mihi, non perdam ex
della fede, e s' avveri il detto del Signor nostro «: Beati  qui  non viderunt et crediderunt (1), » e l' uomo s' abbia
di cibo; la fede di cui disse Cristo «: Ut omnis  qui  videt Filium et credit in eum habeat vitam aeternam (2). »
cogli Ebrei: « « Nemo potest venire ad me, nisi Pater,  qui  misit me, traxerit eum: et ego resuscitabo eum in novissimo
in Prophetis et erunt omnes docibiles Dei (1). Omnis  qui  audivit a Patre, et didicit, venit ad me. Non quia Patrem
venit ad me. Non quia Patrem vidit quisquam, nisi is,  qui  est a Deo, hic vidit Patrem. Amen, amen dico vobis: qui
is, qui est a Deo, hic vidit Patrem. Amen, amen dico vobis:  qui  credit in me habet vitam aeternam »(2). » Nelle quali
venire ad me nisi Pater traxerit eum; » ma disse: « Pater  qui  misit me » quasi dica: Colui che a me è Padre ab eterno, e
appresso che nessuno degli uomini vide il Padre, « nisi is  qui  est a Deo » perchè il Padre non è conoscibile e
lui. Onde Cristo promette, con infinita bontà, che: « omnis  qui  audivit a Patre, et didicit, venit ad me . » Non basta che
assicurata, promettendolo Cristo: « Amen, amen dico vobis,  qui  credit in me habet vitam aeternam . » Ma chi ha la vita
aveva detto assolutamente e senza altre condizioni: «  qui  credit in me habet vitam aeternam . » E` dunque da dirsi
[...OMISSIS...] Queste parole sono assolute ed universali.  Qui  sembra occultarsi un grande mistero. E quantunque questo
Questo pane vivo è disceso dal cielo: « Ego sum panis vivus  qui  de coelo descendi » e perciò appunto non muore, perchè non
dovevano essere, fino a dire: « Amen dico vobis, quod vos,  qui  secuti estis me, in regeneratione, cum sederit Filius
Sicut misit me vivens Pater et ego vivo propter Patrem, et  qui  manducat me et ipse vivet propter me . » Il Padre dà la
esaudì il Figlio secondo le parole dell' Apostolo: « «  Qui  in diebus carnis suae, preces supplicationesque ad eum qui
Qui in diebus carnis suae, preces supplicationesque ad eum  qui  possit illum salvum facere a morte, cum clamore valido et
del suo insegnamento sull' eucaristico cibo: « Spiritus est  qui  vivificat, caro non prodest quidquam; verba, quae ego
quel mangiare di cui parla Cristo; perchè « « Spiritus est  qui  vivificat, caro non prodest quidquam ». » Onde di nuovo S.
rende membro vivo di quel corpo. Perocchè Cristo disse: «  Qui  manducat meam carnem et bibit meum sanguinem, in me manet
bonae interrogatio in Deum per resurrectionem Jesu Christi,  qui  est in dextera Dei, deglutiens mortem ut vitae aeternae
e rinsanguinano veramente. Onde dice « Panis enim Dei est  qui  de coelo descendit, et dat vitam mundo (1), » e ancora: «
uomo alla nutrizione eucaristica, « Operamini non cibum  qui  perit, sed qui permanet in vitam aeternam, quem Filius
eucaristica, « Operamini non cibum qui perit, sed  qui  permanet in vitam aeternam, quem Filius hominis dabit vobis
unione perenne con Cristo glorioso di cui disse Cristo: «  Qui  manducat meam carnem et bibit meum sanguinem in me manet et
Questo è quello che promette Cristo in quelle parole: «  Qui  manducat meam carnem et bibit meum sanguinem habet vitam
egli aveva detto a Marta: « Ego sum resurrectio et vita;  qui  credit in me etiam si mortuus fuerit vivet (2). » Cristo
pure è certo, per testimonianza di Cristo, che « omnis  qui  videt Filium et credit in eum habet vitam aeternam . » Ma
et nunc est, quando mortui audient vocem Filii Dei: et  qui  audierint vivent (2). » E dice che già allora i morti
non dica che già allora risorgessero, ma che viveranno, et  qui  audierint vivent; perocchè a' santi defunti venne
pasqua degli Ebrei è un segno parlante dell' Eucaristia. Ma  qui  si presenta una difficoltà sulla denominazione di pane
frumentum electorum et vinum germinans virgines? (4). »  Qui  si farà da alcuno questa difficoltà. Ond' è che la Chiesa
Dei diffusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum  qui  datus est nobis (2), » e ancora: « Ipse enim Spiritus
illuminò la vita spirituale e la scienza: « Quoniam Deus,  qui  dixit de tenebris lucem splendescere, ipse illuxit in
fede che al presente resta a rivelarsi, dice S. Pietro: «  qui  et ejus, quae in futuro revelanda est, gloriae communicator
enim hominum scit quae sunt hominis, nisi spiritus hominis  qui  in ipso est? ita et quae Dei sunt, nemo cognovit nisi
Nos autem non spiritum hujus mundi accepimus, sed Spiritum  qui  ex Deo est, ut sciamus quae a Deo donata sunt nobis. -
che Cristo disse, parlando dell' Eucaristia: « Spiritus est  qui  vivificat: caro non prodest quidquam: verba quae ego
così esisteva nel Verbo anche l' umanità di Cristo. Ma  qui  non ci ha ancora l' incarnazione, non ci ha l' unione
unita l' assunse. Onde l' Apostolo chiama Cristo, «  qui  praedestinatus est Filius Dei in virtute secundum spiritum
uomo che in grazia di Dio riceve il cibo eucaristico. Ma  qui  prima di proceder oltre dobbiamo sciogliere alcune
Verbo, onde Cristo ebbe a dire a S. Filippo: « Philippe,  qui  videt me » (cioè la mia umanità in modo soprannaturale) «
volontà deriva a sè le grazie del sacramentato Signore. E  qui  si osservi che, quantunque il corpo che noi abbiamo
« Quod autem nunc vivo in carne, in fide vivo Filii Dei,  qui  dilexit me et tradidit semetipsum pro me (3). » Ora il pane
le persone dei fedeli fra loro, perocchè dice San Paolo: «  qui  autem adhaeret Domino, unus spiritus est (4). » Questa
insegna S. Giovanni: [...OMISSIS...] E si osservi quanto  qui  è proprio il vocabolo di società, la quale esige che più
audis, sed nescis unde veniat aut quo vadat: sic est omnis  qui  natus est ex spiritu (4). » E S. Paolo distingue la mente
divenuto uno spirito con Dio: [...OMISSIS...] E S. Paolo: «  Qui  autem adhaeret Domino, unus spiritus est (3). » Onde lo
perché s'arrestino: il lavoro dei secondi non s'arresta  qui  in terra che colla vita. E tra i popoli interamente
gli uomini ch'essi, figli d'un solo Dio, hanno ad essere  qui  in terra esecutori d'una sola legge - che ognuno d'essi
fede nella missione che Dio ha dato alla creatura umana  qui  sulla Terra, nella responsabilità che pesa su tutti coloro
di Filosofia? Sì signori, e più che non si crede. Voi già  qui  mi prevenite col pensiero: voi vi sovvenite degli scherni
di cui non può discoprire le ragioni e le leggi. E  qui  osservate, o signori, che l' escludere la distinzione del
consistente, più vera dello stesso essere reale. Ed anche  qui  prendiamo a nostri maestri non le solitarie opinioni de'
bene non le mani solo, ma prima la testa. Ma che c' entra  qui  la testa, trattandosi di cose materiali e reali, come sono
di una prima intelligenza, causa del tutto, cioè di Dio. E  qui  già noi vediamo, e possiam compiacercene, che le nostre
pur concepirsi. Prima di procedere più avanti, gioverà  qui  sciogliere una obbiezione che sarà nata forse nelle vostre
proporzione che questo ideale ha più o men di bellezza. Di  qui  taluno dirà, che se questo progresso va a terminare in una
e farla loro eseguire di legno e di ferro? Non c' è  qui  assurdità e non7senso? Di più, non solo potè fare eseguire
che cosa è il necessario? Il necessario logico di cui  qui  parliamo altro non è che il possibile . Ora il reale
quando da noi si conoscono, o non si resterebbero  qui  le stesse affatto anche quando noi ne ignorassimo l'
quell' unica idea di cui si tratta, tra tutte le idee. E  qui  di passaggio giova osservare, che la mente che viene
pentire della perseveranza nelle nostre indagini. Ma  qui  dobbiamo stare avvertiti, per non perdere il frutto, che
dell' essere reale? Non ancora, di lui non abbiam fin  qui  trovato che un carattere negativo, la mancanza di luce sua
mancanza di luce sua propria e, per così dire, l' opacità.  Qui  dunque si conviene spingere le ricerche nostre più innanzi:
involga alcun rapporto sentito col sè intuente. Nè si dica  qui  che l' idea intuita dallo spirito produce nello spirito
che quell' oggetto che si conosce pienamente (come  qui  noi supponiamo), che si sa che potrebbe sussistere,
con quella cognizione colla quale solo ella è conoscibile.  Qui  voi mi direte che io supposi in tutto questo ragionamento
esiste, verremmo a dire che egli è un' idea. No, anche  qui  c' è un errore simile al primo. Non è l' idea che si
è commisurata appunto alla quantità e al modo del reale. Di  qui  si scorge che tanto se noi nell' affermazione del reale
esistenza intuita dalla mente senza modo e confine. Ma  qui  mi direte: non s' intende come dall' esistenza
e affermare, commisurandolo all' essenza universale. E  qui  troviamo aperta la via per conoscere viemmeglio in che
che dee riescire più chiaro a fare intendere a tutti, che  qui  trattasi di un fatto innegabile se pure non si vuol negare,
ma la quantità e la realità loro differiscono. Dicevo che  qui  abbiamo il vero di sopra enunciato vestito quasi di
nelle nostre ricerche. Ma una questione ne trae un' altra.  Qui  da se stessa ci si presenta la domanda: se coll'
questa facoltà del ricordarci. Ottimamente; certo non siam  qui  noi per negarlo. Questo non è ancora che il fatto stesso,
voi potete benissimo pensare e parlare ancor del reale - Ma  qui  si confondono insieme due cose; si parla d' idee, e di
mente nostra, ma in Val d' Arno, le 400 o più miglia da  qui  distante. Qui non c' è una strada di mezzo, o che il vostro
ma in Val d' Arno, le 400 o più miglia da qui distante.  Qui  non c' è una strada di mezzo, o che il vostro pensiero e il
ad argomento d' un' altra lezione. Ma m' è necessario  qui  d' accennare, che la realità esterna cade nel nostro
vedeva in quella o esplicitamente o implicitamente. Ed è  qui  che comincia, miei signori, a risplendere qualche raggio di
miei signori, a risplendere qualche raggio di luce; è  qui  che s' apre la porta onde uscire dal labirinto, dove ci
della dimenticanza, ed avviene per varie cagioni che non è  qui  il luogo d' annoverare. Vero è ancora, che la persuasione
a tempo opportuno la teoria generale degli abiti, che ora  qui  dobbiamo supporre. Così rimane presso che sciolta la
nè la sua fisonomia, nè la sua statura, nè il suo vestito.  Qui  non solo ci resta la persuasione dell' esistenza d' un
». Non conviene immaginar la natura, non conviene  qui  dire: « non può essere che in un soggetto esista qualche
noi, che perciò chiamiamo estrasoggettive. Ed eccovi  qui  trovato, miei signori, il celebre ponte di comunicazione
ultimamente nella percezione, e quindi nel sentimento. Ma  qui  è da por mente. Noi abbiamo detto, che la percezione si fa
percepito, o all' unione dell' uno e dell' altro. E  qui  apparisce quale risposta noi facciamo a quelli, a cui
assai piccola cosa tutto quello che ha l' uomo imparato fin  qui  e colle sue speculazioni inventato, a paragone di quello
a dirigerlo nel suo operare nè gli fa bisogno di più:  qui  dunque s' acquieta, non fa ulteriori confronti e ricerche.
felicità astratta non è virtù e felicità di qualcheduno; e  qui  trattasi della virtù e della felicità di qualcheduno, cioè
umana, che deve servire di guida all' umana perfezione. Ma  qui  si sollevano delle turbe. E come? Ci dicono molte voci: voi
conoscere le cose non come sono, ma come non sono. E  qui  appunto comincia l' errore; qui comincia la falsità, quando
sono, ma come non sono. E qui appunto comincia l' errore;  qui  comincia la falsità, quando l' uomo pretende che la
a lungo nelle susseguenti lezioni. Noi abbiamo fatto fin  qui  non piccolo viaggio, o signori: abbiamo difesa la
e manifestissimo. Permettete, miei signori, che io vi legga  qui  un luogo di questo caldo avversario del sistema da noi
invenzione del suo sistema sopra i precedenti; non siamo  qui  per esaminare a qual titolo egli si vanti d' aver
una specie di culto nobilissimo verso il suo Autore. Siamo  qui  solamente per esaminare una verità importante al nostro
a sè stesso, non devono, miei signori, entrare in conto: e  qui  noi dobbiamo, se vogliamo trovare il vero e non bere
privo di materia ossia di realità? Poichè non si parla già  qui  di materia o di realità individuata, ma della materia de'
stesso è l' oggetto universale del sapere, e lo provò di  qui  che non si deve prendere la materia della cognizione nostra
professor Tarditi: [...OMISSIS...] Ora egli sostiene che  qui  non vi ha giudizio, ma semplice concetto. Ma udiamo lui
del sapere umano abbracci la forma e la materia egualmente:  qui  non vi ha errore di sorta; la forma e la materia del sapere
il Gioberti per iscansare in qualche modo tale conseguenza,  qui  senza paura di contradirsi viene con noi, e ci divide in
a formare con essa un solo oggetto. Nè vale già il dire,  qui  si tratta d' oggetto scientifico, e non d' oggetto reale,
due ordini, e assegnate le lor proprie leggi a ciascuno. E  qui  notate, o cari signori, che questo principio che l' ordine
che cosa vi troviamo a sua discolpa. [...OMISSIS...] .  Qui  subitamente già troppe cose ci si presentano, troppe cose
questo non basta, miei signori; converrebbe che egli  qui  ci dicesse di più che la natura di Dio e la natura delle
vedete già in queste parole che Giove, cioè il sommo Dio,  qui  si riconosce 1 per custode e rettore dell' universo: 2 qual
aver detto che a Giove compete ogni nome: [...OMISSIS...] .  Qui  già Iddio è convertito nel fato, al quale lo stesso
le stesse cause seconde. Andiamo avanti: [...OMISSIS...] .  Qui  non è una necessità cieca, ma una mente guidata dal
. Non è questo un giocar di parole? Non si muta  qui  il valore della parola realità? E mentre prima si prendeva
Così alla facc. .5 della citata lettera. Io non voglio già  qui  fermarmi, o signori, ad osservare quante cose inesatte o
altre volte ha detto immedesimarsi col soggetto umano,  qui  dà il titolo di Ente, che è la parola solenne che egli
che il dogma della creazione suppone un atto di Dio, e  qui  noi lo troviamo ridotto ad essere un' analisi che fa lo
sono diverse dalle proprietà unite per sintesi: non v' ha  qui  niente di nuovo se non che è nuovo il modo col quale la
come possono essere una sostanza da lui diversa? Perocchè  qui  non si tratta dell' insidenza loro come in esemplare ed in
de' suoi volumi accagionato il Rosmini di soggettivismo,  qui  tutto improviso lo accusa d' essere soverchiamente
e cristiana che esclude e riprova il panteismo, noi  qui  lasciamo ben volentieri l' argomento, pregandovi di
degli accidenti e delle forme passeggiere. Non vedete voi  qui  aperto quel fonte a cui il signor Gioberti sembra aver
nè io so che i filosofi od i teologi abbiano mai fin  qui  parlato della radice dell' Ente necessario, che è Dio.
e questo passaggio è l' atto creativo. Voi vedete di nuovo  qui  che Iddio oggetto dell' intuito, e le creature oggetto
ciò i generi e le specie), [...OMISSIS...] . Voi vedete  qui  la solita metafora della radice obbiettiva sì della
imparate a conoscer l' ignoranza profonda in cui fin  qui  foste stati immersi, e con voi insieme tutti gli uomini.
viva », perchè ci mostra [...OMISSIS...] . Di più, fin  qui  voi eravate in un goffo errore credendo che la creazione
Combatte dunque il panteismo, dimostrando che non ebbe fin  qui  solide basi, ed egli intende così di sopporgliele; lo
un panteismo più perfetto a quei sistemi che fin  qui  furon proposti, e che a lui non sembrano perfetti e
desiderato che Vincenzo Gioberti fosse stato anch' egli  qui  ad ascoltarmi: amatore del vero, come dobbiam riputarlo,
cui Dio stesso, comunicandosi all' anima, crea in essa. Di  qui  Ella vedrà manifesta ragione per la quale nella citata
abbia sott' occhio la Tavola di cui le parlo, gliene unisco  qui  un esemplare. Col volgere poi uno sguardo alla Tavola
sono la Dinamiologia, l' Agatologia e la Cosmologia . E  qui  basti dell' argomento principale del libro, che pur merita
essere suscettibile questa parola; e però noi dobbiamo dire  qui  sul principio quai confini poniamo alla nostra trattazione.
metodo espositivo discende; il che non sappiamo essersi fin  qui  fatto da nessun altro. Così la trattazione riducesi a stato
a intendere il significato della parola rosacei . Fin  qui  la mente del fanciullo condotta per questa via incespicò
non quelli delle famiglie, specie, e varietà di fiori fin  qui  mostrategli. Supponendo aver fatto tutto ciò per non
famiglie da lui conosciute, alle quali note non aveva fin  qui  posto l' occhio. Giunto il mio fanciullo a questo grado d'
che io ho chiamata Specie piena (2). Noi abbiam trovato fin  qui  la graduazione che tiene la mente umana nella formazione
quella di conoscere prima gl' individui da classificarsi.  Qui  si vede che un pensiero è condizione necessaria d' un altro
tutti gli antecedenti? Chi non ne sente l' impossibilità? E  qui  vorrei che ognuno conoscesse la ragione onde deriva che
diviene intelligente e amante di sapere. L' educazione fin  qui  usata non mirò quasi ad altro che ad imporre alla memoria
e gli ha somministrata la materia di cui bisogna. Ora da  qui  l' ordine naturale e necessario di tutti i pensieri umani
egli è unico, perocchè tutti i buoni metodi fin  qui  inventati si riducono a lui, non sono che viste parziali di
di quei bisogni che la mossero. Ma per non confondere anche  qui  l' ordine del senso coll' ordine dell' intelligenza,
in parte lo fa cessare e ad ogni modo soddisfa al bisogno.  Qui  non ci sono ancora oggetti: non ci sono che sensazioni che
attesa la limitazione de' sensi e organi particolari. Di  qui  è che per lo contrario la percezione si va perfezionando
quasi del tutto negativa; perocchè la sua cognizione fin  qui  appena è nulla più che ideale7negativa; non contenendo essa
Or questo appunto è il travaglio successivo dello spirito.  Qui  comincia quell' arte di osservare, che uscendo dalla culla
sensuale , altro ramo dell' animale attività, di cui noi  qui  parliamo. Sarebbe difficile il definire se le prime
crediamo d' averne data sufficiente spiegazione (1). Solo  qui  aggiungeremo, che i sentimenti animastici (2) rendono
caso fa una nuova comparsa la moralità , e propriamente  qui  comincia la stima pratica degli oggetti distinta dalla
stima pratica era colla prima percezione immedesimata (2).  Qui  splende anche il disinteresse, che accompagna sempre una
di questa così elementare istruzione, giova che osservi  qui  una volta per sempre, che quand' io cerco la qualità d'
in esso regolandolo. Non è mio intendimento di determinar  qui  quale potrebbe esser l' ordine , nel quale venissero posti
Prima di entrare a parlare di queste, io voglio anche  qui  avere avvertito che, come l' istruzione che appartiene al
più, in quanto questi hanno la potenza di eccitarla ». Di  qui  avviene, che di ogni passo dello sviluppo intellettivo si
stessa complessa ossia accompagnata da diverse sensazioni.  Qui  gioca l' intelligenza, ma ancor quella di primo ordine; il
di prim' ordine, ma un grado più di prima. Il vocabolo  qui  è una sensazione che richiama una percezione, nella quale
alla mente ogni qualvolta ode il suono cane (1). E  qui  si noti, ch' egli non congiunge già il suono cane
vuole, si realizza in infiniti oggetti, dei quali l' uomo,  qui  pervenuto, va in cerca senza posa. Indi è che altrove
che segnano i primi l' azione e i secondi l' agente (1). E  qui  cade in acconcio tornare a dire alcuna cosa sull' ordine
abbiamo già dichiarato più sopra il nostro sentimento che  qui  vogliamo rinforzare e chiarire con alcune osservazioni. Ma
con alcune osservazioni. Ma prima si noti bene, che  qui  non parlasi degli esercizŒ naturali del parlare, che in
dovrebbe essere il fondamento della sua logica: ne porremo  qui  uno schema: [...OMISSIS...] All' esercizio di cui parliamo
deve stabilire per scegliere le più acconce al fanciullo.  Qui  non vi ha dubbio, che la norma consiste « nello scegliere
il difficile a determinare. Il signor Naville conobbe che  qui  stava il nodo della questione, trattandosi di educare le
studio dei pedagogici; ed è ciò in pari tempo che fu fin  qui  al tutto dimenticato: non si sospettò neppure che tali
nasce incontanente dietro l' atto intellettivo. Gioverà  qui  anco osservare che questi due effetti della ammirazione e
impetuosità de' primissimi (1). Nè il bambino mette fin  qui  in gioco molti mezzi per giungere all' oggetto bramato, ma
soggettivo ; lo percepisce come un semplice oggetto . Di  qui  avviene che gli stessi suoi piaceri, i suoi stessi dolori,
età, perocchè esser buono è lo stesso che amare (1). Di  qui  si scorge che la differenza della virtù del bambino e di
dicasi del vocabolo male . Ora non può egli cominciare  qui  tosto a soggiacere alle altrui delusioni? (1) Se altri gli
ad apprendere con facilità il linguaggio materno. Di  qui  ne viene la conseguenza, che la veracità nelle educatrici o
ecco una madre che ne suggerisce il modo. [...OMISSIS...]  Qui  la pazienza non è un sofferir fisico (ciò che si dee sempre
non si amano più se si rinvengono altrove collocate.  Qui  l' amore è divenuto sommamente immorale. Or poi si noti
rinserrato, non cieco, non esclusivo. Noi abbiam veduto fin  qui  quali sieno le cagioni che ristringano il cuore del bambino
renderli ad un tempo e più sublimi e perenni. Io voglio  qui  dire una parola alle madri ed a' padri cristiani: agli
e per ciò stesso insopportabile: chiudano dunque  qui  gli orecchi quanti non hanno ne' lor sentimenti tanta
debbono vegliare su di se stessi (e forse niuno loro fin  qui  lo disse!), acciocchè non forse usurpando essi quel finale
allo sviluppamento umano. Ma noi vogliamo averlo detto  qui  una volta, acciocchè il lettor lo applichi in ogni età a
il disegno. E posciachè ci recherebbe troppo a lungo il dar  qui  un esempio di ciascuna delle sette classi, mi restringerò a
e riflettendo di nuovo argomento meco medesimo che « se  qui  v' ha una rosa, son certo che in essa vi hanno anco delle
« Questo è buono »; ovvero: « questo è cattivo ». Si noti  qui  bene il progresso della mente fanciullesca. Io ho confutati
buono », ovvero: « ciò che veggo è buono ». Non si dee mica  qui  confondere il giudizio sintetico, pel quale io dico: «
prima di passar oltre non dee riuscire inutile l' accennare  qui  la legge universale cui seguita lo sviluppo dello spirito
tutto lo scibile ad idee assolutamente elementari. Di  qui  poi scaturisce un' altra conseguenza ed è, che sebbene l'
che segnano appunto l' azione delle cose. Mi si permetta  qui  d' aggiungere ancora le osservazioni d' una madre sulla
Nondimeno, allorquando egli sente a nominare (ed è ancor  qui  il linguaggio che aiuta la sua mente) un oggetto, due
di più, cioè un' intellezione di terz' ordine. Ma  qui  gioverà, che seguitando il discorso accenniamo ancora il
apparterrebbe alle sezioni seguenti, tuttavia l' unir  qui  tutto ciò, che spetta alla cognizione dei numeri, renderà
una cognizione nuova per lui ed importante. Se egli volesse  qui  continuare a riflettere, potrebbe formare due coppie di
che ha preso il suo animo nella precedente età. Si vede di  qui  l' importanza di procurare, che la prima forma, che prende
rimuovono pure con un medesimo passo da questo. Ripeto che  qui  ci covano dei misteri, nei quali non voglio io ora entrare,
morale, che risponde all' ordine d' intellezioni fin  qui  esposto. Già il lettore ha inteso prima d' ora, che cosa
quando il bambino comincerà ad operare con scelta; fin  qui  egli ubbidisce ad una spontaneità che lo determina,
sezione seguente, e che preghiamo intanto il lettore di  qui  concederci per postulato (2). Ora, in tutto il tempo che
faceva prima, ma anco per calcolo intellettivo, potrà di  qui  in avanti subordinare un mezzo all' ottenimento di un fine.
dall' uomo in un' altra età (1). Egli è necessario che  qui  noi ne diciamo alcuna cosa. A tal fine non possiamo a meno
si porta nell' essere, egli è incognito a se stesso. Ora  qui  si noti bene: l' uomo, e soprattutto l' IO, è
e che le lingue antiche ne conservano le vestigia. Anche  qui  non manca la traccia dell' infanzia delle nazioni, se si
non ha la potenza di spaziare libero nell' aria » (1). E  qui  chi non vede il filo per condurre una storia, che
Queste opinioni per certe cagioni segrete, che non abbiam  qui  tempo di rilevare, restano incompiute; è lavoro ancora sul
efficienza di quest' oggetto. Ora tre cose si rappresentan  qui  curiose ed utilissime ad investigarsi: 1 che cosa determini
lor scienza alla credulità universale dell' infanzia. Basti  qui  una parola, magnetismo animale , per convincere il lettore,
sue inclinazioni o colla soddisfazione de' suoi bisogni.  Qui  comincia la prima lotta morale in lui: questo è uno stato
a quello prima di conoscer questa. Consideriamo anche  qui  la cosa coll' occhio semplice e sagace di una madre, che sa
a vantaggio del suo discepolo, purchè egli badi anche  qui  a mantenere fedelmente quella gran regola dell' educare che
leggiero. Gioverà dunque per ispianare la strada, che  qui  passiamo in revista le principali specie d' associazioni d'
all' anima il campanile della chiesa della sua parrocchia:  qui  vi ha un' associazione d' immagini, che potranno unirsi e
nella fantasia anco d' un essere meramente sensitivo:  qui  ebbe luogo adunque la prima ragione d' associazione. All'
teorema di matematica, che da essa ho già udito esporre.  Qui  viene in campo la seconda ragione dell' unità del soggetto
l' unione dei due ordini animale e intellettuale ha  qui  il suo fondamento nella unità del soggetto uomo. Lo stesso
anche solo il nome del maestro che me la insegnò; solo che  qui  vi sarebbe il passaggio contrario dall' ordine dell'
quella: un segreto sentimento di adorazione può già  qui  aver luogo: un annullamento, un sacrificio di tutte le
indistintamente si raccoglievano nell' idea dell' assoluto.  Qui  s' apre un quinto modo di legar tutte le cose con Dio,
materiali che si debbono far trovare al fanciullo, anche  qui  menandolo dalla cosa più composta alla meno, per esempio,
e nella mente ove è il disordine è anche la falsità. Di  qui  vedesi adunque che attenzione, che diligenza, che probità
di sè. Anche questo è un atto eminentemente morale. Ma  qui  pure si osservi che l' inclinazione di ubbidire, di
stimabile colla solita sua finezza. [...OMISSIS...] Di  qui  si giustificano, per dirlo di passaggio, le fluttuazioni
dee farsi conoscere per bona al fanciullo stesso. Anche  qui  conviene por l' occhio unicamente ai pochi mezzi di
virtù? Sì certamente, come abbiamo detto anco prima, ma  qui  appunto dee consistere tutto l' avvedimento e la sagacità
ma da quella operazione è supposto ed implicito in essa. E  qui  deesi notare con somma attenzione appunto un fatto
complesso. Quanto a' predicati ed a' subbietti la mente  qui  può discoprire con qual legge tra loro si leghino in un
e la legge secondo la quale procede. In quella vece vogliam  qui  notare un' operazione nuova e importante, che a questa età
varietà delle azioni e de' tempi, è una cognizione che  qui  nasce e che si rinforza a poco a poco, mediante continue
di essa ». Il principio morale che risplendette fin  qui  nel nostro bambino come stella che mostrava il cammino alla
sesto e negli altri maggiori. Egli è uopo che noi facciamo  qui  ben notare questa differenza, perocchè ella ci conduce
su questa dee formare il suo giudizio, non già su quello. E  qui  notiamo una cosa. Tostochè il bambino conosce un'
deve onorare, e l' uno all' altro preferire, e nascerà di  qui  una modificazione successiva nelle forme della sua morale.
del cuore sublimato da un lungo esercizio di virtù. E  qui  soffermiamoci a levare la nostra riflessione su tutte le
delle cose stesse ». Le tre forme della morale da noi  qui  accennate sono quelle che sogliam dire le tre categorie
umana vita ricevono facile spiegazione, e bastimi fare  qui  cenno soltanto di quello, che più da vicino s' attiene al
nell' essenza della cosa come nel simboleggiato. L' essenza  qui  è il fine del movimento dello spirito, la cosa contingente
non sono ancora quella classe di errori che noi vogliamo  qui  designare come funesti alla moralità. Nè pure appartengono
passato, e le imagini liete dell' avvenire, non istà ancora  qui  il male: questo è natura. Ma che egli dia corpo a queste
o cantavano la virtù e la lode de' virtuosi (2). Ma  qui  deve farsi una importantissima riflessione. Quegli errori
suo operare. Qual immenso rivolgimento di cose non vi ha  qui  nel mondo morale del fanciullo! L' egoismo non può
moralità! Qual forma novella di moralità, dacchè incomincia  qui  l' uomo a poter riflettere sul proprio operare, attribuirlo
più esiguo della luna, che riverbera una luce non sua.  Qui  l'analisi primitiva, sempre accessibile ad ogni individuo,
limiti della sua sfera d'analisi; - come noi medesimi, che  qui  ci aduniamo in nome della scienza viva, non tutti ancora
del peso l'invisibile ossigene che assorbe dall'atmosfera.  Qui  la ricomposizione dei due principii, è la dimostrazione
le aque nei passi più angusti per imprigionarvi il pesce.  Qui  mi sia permesso di notare come molti credono oramai
non sembrino contradette dalle scoperte successive. Fin  qui  mi sono rinchiuso nell'ipotesi delle tradizioni
osato toccarlo, si credettero morsi da un animal feroce.  Qui  la propaganda vicinale si dilata in propaganda delle
proposto. Ricorrendo tutta quella serie d'idee che fin  qui  abbiamo percorso, non si offerse alla nostra mente dove
au premier ruisseau, trouvant son lit au pied du même arbre  qui  lui a fourni son repas». Ma questo placido regno del
parlare nell' Ontologia a cui rimettiamo il lettore.  Qui  ci basta osservare, che, quando Aristotele dice che i
(1). E così, come osserva Aristotele, [...OMISSIS...]  Qui  dunque si distinguono: 1 il definito, che risponde alla
[...OMISSIS...] . Da queste ultime parole s' intende che  qui  l' uno non si riguardava come numero, ma qual principio del
l' uno e il più , perchè questi due sono uniti, trattandosi  qui  d' un uno che presenta un più indeterminato e confuso, o d'
che lasciarla nella sua indefinizione, [...OMISSIS...] .  Qui  dunque si distinguono: 1 un uno indeterminato; 2 un numero
questo in seno di quello essenzialmente contenuto. E vedesi  qui  stesso l' origine della doppia materia platonica, l' una
«( Teos., Ontol. categ.; Teos. , vol. IV, n. 102) ».  Qui  mi basta osservare che la dottrina di quei due principii, e
o men copioso, e trovarci un numero più o men grande: fin  qui  la dialettica. Vediamo ora dove cominciava l' ontologia, e
i due predicati ( «kategoremata») fondamentali di Platone.  Qui  dunque abbiamo già tre cose distinte colla mente: il tutto,
contenente e contenuto è la seconda Antinomìa speciale. Di  qui  Platone deduce che l' uno essente è determinato e
idee ed i corpi. Credo doversi piuttosto considerare, che  qui  Platone parla dell' uno ente vago e informativo (4); e lo
l' uno vedesi uguale a ciò che si dice non uno ». Trae di  qui  un' altra proprietà dell' uno, e una settima Antinomìa,
della forma della alterità, ossia della diversità.  Qui  si vede come ciò che è dissimile, qual è il diverso,
Per ciò che riguarda gli altri, avverte Platone, che  qui  si parla di altri in plurale, e non di altro in singolare
conviene anche l' identità e l' alterità, due altri generi.  Qui  dunque si distinguono cinque generi: l' ente, il moto, la
e fine de' generi, ma niuno di essi. Del rimanente  qui  e da per tutto Plotino confonde manifestamente l' uno, che
terzo; l' identità e la diversità il quarto e il quinto: se  qui  non ci sono tutti i numeri, c' è però fino al numero
stesso ente da tutti i generi composta [...OMISSIS...] . E  qui  si vede come Plotino vuole, che i cinque generi del mondo
è quella dell' uomo, in cui è l' Anima umana. Di  qui  il principio dell' Etica Plotiniana, che consiste nel
disse che la differenza si riduceva a una pura alterità.  Qui  all' incontro l' alterità non produce diversa ipostasi, ma
». Appresso ancora viene questa sentenza: [...OMISSIS...] .  Qui  di nuovo si suppone conosciuto l' essere nel suo ordine
parole in altre parole? Perocchè il difficile sta appunto  qui  nel sapere come l' uno, la natura prima e suprema, possa
in priori e posteriori . Noi non abbiamo bisogno di fare  qui  l' analisi di tali libri, che non si limitano solamente a
all' opera de' « Predicamenti » o Categorie; poichè  qui  egli incomincia ad avvertire appunto que' principali modi,
Ma quello che sommamente importa, e che non vogliamo  qui  trapassare, si è il distinguere con accuratezza le due
di cui s' occupò cotanto Platone. Si può forse dire che di  qui  provengano le differenze che si osservano tra quelle due
essere in dieci modi diversi, questo s' intende. Ma anche  qui  Aristotele lascia da parte la cognizione intuitiva dell'
tutti, e quella che sostiene tutti i modi. Io non intendo  qui  ricercare, se la materia e l' ente (privo de' suoi modi)
sussistenza, «ypostasis», e la persona, «prosopon» (1). E  qui  è da notarsi, che i greci filosofi non isvilupparono mai il
hanno certe relazioni oggettive: ma, oltre che il filosofo  qui  non le distingue dall' altre giacchè il «pros ti» abbraccia
cioè alla categoria «keisthai». E osserveremo anche  qui  di passaggio la somma diligenza che è necessario adoperare
ed universalità, egli li nominò a posteriori . Fin  qui  niente accade da osservare. Ma quando viene a determinare
che ha per titolo « Itinerario della mente a Dio », che  qui  riproduco: [...OMISSIS...] . Il quale argomento è così
aggregazione di questi. Egli è prezzo dell' opera, che noi  qui  esaminiamo con qualche diligenza la dottrina Kantiana del
tutti gli uomini possibili in quanto sono uomini. Ma  qui  si noti: tutti questi che si conoscono, esistono fuori del
coglieremo in quella vece l' occasione di porgere  qui  un' altra tavola della classificazione de' giudizŒ, senza
la sintesi dell' intuizione. Noi abbiamo veduto, che v' ha  qui  un grande errore in darsi a credere che nel concetto vi
serie delle condizioni dei fenomeni , cioè del Mondo. E  qui  deride e sossanna la ragione umana più atrocemente ancora.
da Kant per provare la tesi. Onde il sofisma kantiano  qui  si rileva in questo, che ora si parla dello spazio quale i
mai cominciato. Quindi il sofisma di Kant consiste anche  qui  nel mutare il soggetto della proposizione; perocchè con una
ciecamente , perchè non avrebbe una causa determinante .  Qui  il filosofo confonde la causa efficiente , colla ragion
assoluto, che solo è necessario assolutamente » ». Fin  qui  siamo, press' a poco, d' accordo. Ma poi soggiunge, che
incondizionato dee essere nel mondo sensibile: e  qui  comincia il sofisma. Poichè egli muove a ragionare da
perchè niuno de' suoi anelli sarebbe necessario. Fin  qui  il ragionamento corre e vale a distruggere l' errore della
d' incantare tanti spiriti della sua nazione. Ma io voglio  qui  notare di più una peculiar lotta che si manifesta nelle
lettori. Deh! con che tuono di severo cipiglio non garrisce  qui  Kant i sofisti, i quali danno biasimo e mala voce a quella
un essere intelligente suprema causa di tutte le cose. Ma  qui  entra Kant a soccorrerla, e come egli la liberò dalle
dopo l' altro tutti gli argomenti coi quali si credette fin  qui  poter provare l' esistenza di Dio. Così Kant s' applaude d'
atti limitanti, determinanti, particolareggianti. Onde Kant  qui  mostra d' aver approssimata la verità; ma egli determinò
avuto dopo da disfare il fatto; perocchè dopo aver parlato  qui  di cose , toglie in appresso a dimostrare, che queste cose
, onde possono esser presi tutti i predicati delle cose; ma  qui  l' uso della parola materia è di nuovo improprio e
cosa che sia anteriore all' Io, ed alla coscienza, e fin  qui  l' argomento corre. Lo stesso Fichte dice, che prima che
o per un atto compito e che possa stare da sè: valendo  qui  assai bene l' adagio scolastico, che « in actu actus nondum
posto ed empirico. Ed essendo queste due falsità manifeste,  qui  potremmo chiudere il discorso sul sistema di Amadeo Fichte.
la qual ragione è IDDIO. Ma egli è uopo che noi esaminiamo  qui  con qualche accuratezza gli argomenti da' quali Fichte fu
gli uni sia passivo, e secondo gli altri attivo. Di poi,  qui  non si tratta di vedere, che cosa sia possibile, ma quale
e dove ogni coscienza di nuovo ritorna e si concentra.  Qui  si rileva l' errore capitale di Fichte e di tutti i
pervenirvi intieramente, egli pone l' umana destinazione .  Qui  si vede comparire in altra forma il sistema della speranza
una dote della volontà). La libertà dunque di cui parla  qui  Schelling è una cieca necessità. 2 Si dice che la
quanto esse sieno erronee ed insufficienti dalle cose  qui  sopra ragionate. Il paralogismo adunque che serve di base
e disse che nella totalità vi aveva indifferenza. Ma anche  qui  si gioca d' astrazioni. Perocchè la totalità dell' universo
atto, acciocchè vi abbia la potenza di essere. Ed ecco già  qui  comincia a manifestarsi l' abuso d' astrazione, di cui
in questo modo: [...OMISSIS...] . Benchè noi non intendiamo  qui  entrare in un esame circonstanziato del sistema di Hegel,
altrove dove favelleremo della dialettica (1); tuttavia  qui  dobbiamo esporre l' errore fondamentale di tutto il suo
in ogni cosa che si voglia, diventi Iddio, universo, tutto.  Qui  sta la somma dell' hegeliana filosofia. Vincenzo Gioberti
è proposizione così ardita che nè pur Hegel la direbbe (3).  Qui  c' è il materialismo: perchè, se i corpi sono cose e se
quelle scritte al prof. Tarditi (2), della quale rechiamo  qui  solo il cominciamento: [...OMISSIS...] . Non credo prezzo
quelle che producono le varietà dell' essere (1). E anche  qui  si sostituisce all' entità la vista logica dello spirito, e
senso proprio, come distinte dall' essere e tra loro. 6 E  qui  si discuoprono facilmente tutte le radici degli errori
opera più importante d' Aristotele: arduo lavoro, a cui fin  qui  niuno italiano, ch' io sappia, aveva posto mano, e forse
che dava il pensiero. Il nominalismo ebbe appunto di  qui  l' origine. Videro alcuni ingegni dei più acuti che già
pronunciare: [...OMISSIS...] , ed altre consimili. Ma  qui  è d' uopo distinguere un doppio ciclo dell' umana
a tali stravaganze e ben preparatovi dal protestantesimo.  Qui  il falso misticismo s' infiltrò più che altrove nella
un ente reale, il cui termine esterno è il mondo. Fin  qui  tutto è realità nel pensiero: non già ch' esso non abbia o
oriente apparve sempre la terra nativa del panteismo; e di  qui  l' ebbero i greci per mezzo degli orfici e d' altri poeti
in opposizione al principio d' intendere subiettivo: e  qui  solo trova luogo la questione: « se questi oggetti siano
orientali, dall' altra colle speculazioni aristoteliche. Di  qui  ancora venne quella sentenza così frequente in Cicerone,
fa lamentare. Ci si dirà forse che le varie difficoltà fin  qui  indicate tolgono quasi la speranza di pervenire a conoscere
in tutto quell' ammasso di opinioni che si presentò fin  qui  con pretesa d' appartenere agli insegnamenti ed alla
dei quattro significati dell' essenza è il genere . Ora  qui  siamo in un universale ancora più esteso che non è la
che non sia genere o specie. Ma convien dire che introduca  qui  l' universale come nuova parola, che dice lo stesso con una
E` possibile questo non universale (1). L' universalità  qui  giace nella possibilità della non universalità. In questa
anche questa in quanto inesiste, è singolare e reale. Di  qui  si scorge ragione del perchè Aristotele non parli mai in un
concepita come comune o predicabile di molti individui. Ma  qui  appunto s' affaccia ad Aristotele una nuova difficoltà: se
parola specie , o alla stessa parola forma . Chi non sente  qui  l' imbarazzo e la contraddizione? La specie è diversa di
da quelle premesse questa conseguenza: [...OMISSIS...] . Ma  qui  c' è un salto nel ragionamento, perchè da premesse, che
mente anche a qualunque numero di singolari possibili.  Qui  si sente l' imbarazzo del nostro filosofo, che si involge
artefice, o dell' opera futura dell' artefice? Aristotele  qui  si trova in un impiccio tanto maggiore, quant' è maggiore
fa risultare l' individuo dalla materia e dalla specie ,  qui  il fa risultare dalla materia e dalla natura , sostituendo
«eis ho», ossia «eis ti» ( « in quod, in aliquid »)? -  Qui  comparisce la difficoltà, perchè la specie reale, in cui
; in un altro per verità da quello delle cose naturali. -  Qui  confessa, che l' arte, la specie nell' artefice, è, ma in
le specie l' altro o il diverso delle cose «alla tuton»: di  qui  vuol conchiudere Aristotele, che le cose e le specie sono
essenza seconda dei reali, e il filosofo non ci tiene anche  qui  a bada con delle metafore, è da conchiudersi, che le specie
ne' molti »(2), cui l' intelletto poi separa. Ora mentre  qui  fa, che la specie, cioè la sostanza seconda, inesista ne'
dice che l' anima dee essere costituita in un dato modo, ma  qui  non dice quale . Per conoscere adunque la natura di quest'
per un certo traslato, che il senso giudica (4); perciò  qui  si dà cura di definire di qual mente parli, e dice di
viene a determinare come sia fatta questa potenza, e  qui  dice che quantunque sia potenza, ella deve avere una virtù
onde le difficoltà che più sopra abbiamo indicate, e che  qui  lasciamo da parte. Posta questa spiritualità e purità della
e non è altra natura che questa [...OMISSIS...] . Ma  qui  la parola potenza, o ciò che è potenziale, deve prendersi
che essa sia un che sciente. [...OMISSIS...] . Benchè parli  qui  d' uno sciente in potenza, tuttavia non si potrebbe
è l' avente , altro la cosa avuta . La mente dunque di cui  qui  parla Aristotele non è il principio subiettivo, che ha, ma
è specie; al che non pare esser giunto Aristotele. Di poi,  qui  Aristotele non ha in vista altro, che di spiegare la
o più, dee essere scevro da materia [...OMISSIS...] . Ora è  qui  da risovvenirsi che, secondo Aristotele, ogni sostanza che
onde così ne descrive lo sviluppo. [...OMISSIS...] . E  qui  passa alla seconda questione, se queste tre anime vengano
anime separa la mente e conchiude così: [...OMISSIS...] .  Qui  distingue dunque la mente, «nus», dall' anima, dico anche
della quale l' animale si fa uomo. Pare dunque evidente che  qui  Aristotele prenda la mente sotto l' aspetto d'
sottile, unita al quale sia la mente partecipata da Dio. Di  qui  nasce un' altra questione: Che cosa fa dunque questa mente
operazione, della scienza se l' ente; [...OMISSIS...] . Fin  qui  ha descritto la formazione della scienza propriamente
, e gli abiti determinati, menzionati più sopra,  qui  li chiama abiti riguardanti la cognizione raziocinativa,
precedono nella mente umana la scienza. Ma Aristotele  qui  si trova in una somma perplessità. Da una parte egli
al primo corrisponde il giudizio che unisce, e però il vero  qui  è «to sygkeisthai kai hen einai», al secondo corrisponde l'
hen einai», al secondo corrisponde l' intuizione, e però  qui  il vero rispetto alla mente, è «to thigein» (2). Nè fa
in appresso per un atto di riflessione scientifica. 3 E  qui  si ha la chiara spiegazione di ciò che voleva dire il
è una eccellente nota caratteristica, e la parola subietto  qui  indica il subietto del discorso, e però ha un senso
si considera a che precisamente si riduca la sua efficacia,  qui  appunto si vedrà, che non oppugna il sistema di Platone, se
D' altra parte si contraddice anche in questo, che  qui  confessa, che le essenze nelle idee e nelle cose sensibili
necessarŒ e immutabili ». Ciò che impedisce di vedere, che  qui  la contraddizione non è che apparente, è prima di tutto lo
l' anima pensa, sempre identica in ciascuno di essi. Nasce  qui  subito la voglia di domandare: « che cosa dunque sono i
non ha forza, se non nell' erronea supposizione che  qui  fa Aristotele, e che poi, come vedremo, smentisce egli
hanno l' essere: quest' è necessaria, quelli contingenti. E  qui  s' osservi, che non può applicarsi, come vorrebbe
poi separata e universale la teologia . [...OMISSIS...] . E  qui  dopo aver detto che la fisica tratta di cose che non sono
nell' ente in quanto ente » », [...OMISSIS...] . 3 E  qui  l' oggetto di questa scienza che ha due nomi, cioè Teologia
ente nella sua interezza come uno e tutto. Di novo dunque  qui  si chiarisce, che Aristotele distingue due classi d'
a tutte le entità potenziali, e questo è Dio. Ora non è fin  qui  identica la dottrina di Platone? Lasciava forse Platone le
d' Eraclito, e de' fisici che solo ammettevano «ta polla».  Qui  converrebbe inserire un' altra dottrina di Platone, per la
copulandosi bensì, ma non confondendosi mai le nature. Di  qui  vengono le antinomie , e di qui pure si sciolgono, cioè si
mai le nature. Di qui vengono le antinomie , e di  qui  pure si sciolgono, cioè si dimostra che esse non sono punto
contradditorie. Ed è da considerare attentamente che quando  qui  parla di generi e di specie, intende sotto queste parole
una di quelle tre forme. Onde la teoria universale, che dà  qui  Platone circa il mutuo abbracciarsi e copularsi delle
non potersi fare » » (2). La conseguenza che Platone vuol  qui  derivare dal conoscersi le essenze, non è certamente del
opinione di Platone, tuttavia credo, che il raziocinio che  qui  trae dal patire non fosse che un argomento ad hominem , che
e un dissidio profondo. In che dunque questo consiste? -  Qui  siamo obbligati di uscire, per rinvenirlo, dalla sfera
all' intelligenza, e alla fede comune degli uomini. E  qui  s' osservi tutto l' andamento del discorso di Platone, che
occhi, dice appunto: [...OMISSIS...] . E la parola idea che  qui  ad arte usa Platone, parlando del lume sensibile, si
Poichè non può con questo significare i corpi, parlando  qui  della formazione dell' anima anteriore all' esistenza de'
l' opinione vera e la fede vera . Dove si vede che Platone  qui  non parla più del suo mito della reminiscenza , ma,
ultimata la costituzione dell' anima, «meta tuto», onde  qui  non lascia che l' anima dell' universo viva gran tempo
reale, copia di quella (3). Distingue dunque Platone anche  qui  quelle due specie d' intelligibili di cui abbiamo parlato
(2). Non appartiene allo scopo del nostro discorso esporre  qui  più ampiamente per quali ragioni Platone volle distribuite
i sensi ed i sensibili fenomeni traggono l' origine. E  qui  conviene osservare come il diverso , secondo la mente di
corrisponda sempre il patire (4). Ma il patire che adopera  qui  Platone deve intendersi piuttosto del copulativo esser
1 le imagini; 2 le cose reali di natura o d' arte (4). Di  qui  due affezioni dell' animo [...OMISSIS...] , cioè l'
conseguente sono comprese sotto la parola «pistis». Fin  qui  non c' è ancora il raziocinio, ma solo la percezione
e alla persuasione , parte dalla idea pura , e  qui  comincia il raziocinio, e percorre pure due stadii. Poichè
come possiamo, il Bene stesso. [...OMISSIS...] . Trattasi  qui  di quella mistione da cui risulta il bene dell' animale
dalla materia. Dove osserveremo, di passaggio, aversi  qui  una nuova prova, che Aristotele ragiona come se la forma ,
la chiamerò con maggior gusto, egregio amico, che anche  qui  ci sono dei buoni cristiani e zelanti; anzi di questi ne
una cosa tanto utile e per li nostri tempi necessaria!  Qui  da noi sarebbero proprio necessari degli uomini pieni di
carriera sì santa e meritoria. Quando poi Ella mi dice, che  qui  non si rattengono le sue mire, i suoi pii desiderii, Ella
parlarne al Provveditore Traversi, mentre egli si trovasse  qui  a Rovereto. Per altro, qualunque cosa tentiamo, fa d' uopo
non trascurerebbe nessuna cosa per poter giovare l' opera.  Qui  da noi oh quanto sarebbe desiderabile che si potesse
cristiana », che mi prendo la libertà di mandarle; e  qui  ho voluto toccarlo, perchè penso in ciò di convenire cogli
sempre, come Ella diceva, uniti contro de' buoni, perchè «  qui  non est mecum, contra me est ». La ragione è intrinseca.
al Signore pensarono a santificarli tutti con orazioni. Di  qui  ne venne che distribuirono il Salterio pei sette giorni
di poi quello che tengono di comune. Ma che mai sto io pur  qui  a farvi la descrizione del modo onde si succedono le parti
tutte quelle riflessioni che le parranno, e di rimetterlo  qui  a Milano dove sto. Qualche difficoltà ci avrà nel
la anima e la conduce. Di più è persuaso il medesimo che  qui  scrive, che la Società cristiana, tendendo all' acquisto di
di tutti i possibili uffizi della cristiana carità ».  Qui  sembra bene di schiarire che cosa s' intenda pel bene
sa quanto è facile che intervengano frequenti disturbi.  Qui  sono lontano da tutte le cure, si può dire, e parmi di fare
scopo principale ed immediato del loro magisterio. Aggiungo  qui  a questo proposito la carta intitolata: « Brevis descriptio
postulat pro nobis gemitibus inenarrabilibus ». E ancora: «  Qui  autem scrutatur corda, scit quid desideret spiritus; quia
corpi religiosi intorno ai mezzi della loro conservazione,  qui  potrà trovarsi unito: come è necessario, che chi ha più
ai piedi di Gesù crocifisso tutto se stesso! Egli è di  qui  che riceverà forza per eseguire i doveri del suo stato
presente, e consumare la sua santa vocazione. Egli è di  qui  che riceverà i lumi per bene dirigere i figliuoli, che il
della Chiesa di Gesù Cristo, sono pure sano, e son  qui  su questo caro monte, dove sospirava d' essere, e a quel
mi intercederà anche la grazia di farlo. Io sono  qui  come, Le diceva, fino da martedì precedente alle Ceneri: di
però prima dell' autunno; allora solo potrò avere disposte  qui  le cose, per quello che mi pare ora. Allora solo potrò
tranquilli e fermi, fino che egli non ci muova. Io sono  qui  fino dal principio della quaresima: la famigliuola è di
vie. Riguardo a quello che dite che desiderereste d' essere  qui  subito dopo la solennità della Pentecoste, non so dirvi
se sedendo , come dice il Vangelo, non computassi sumptus  qui  necessarii sunt . Se però il mio dubbio non avesse
i tempi nostri e le circostanze in cui viviamo ».  Qui  cominciò a parlare d' una Congregazione che, fino a un
sarà da Dio, non mancherà già egli di favorirla ». - Io  qui  gli domandai la benedizione per voi e per tutti quelli che
- Veggo chiaramente che Iddio vuole che mi trattenga  qui  fino che il nostro affare almeno sia appianato. Intanto
che non vi taccia nulla, non vi posso tenere nascosto che  qui  a Roma ci sono molti Francesi; e fra gli altri de'
l' avremo presto Diacono: sia ringraziato il Signore.  Qui  mi si è presentato qualche soggetto; ma vi dirò tutto in
in pace, meditando sulle anime nostre. Io voleva partire di  qui  già è molto. Vedo che fu assolutamente la divina
che è la piena nostra santificazione. Le cose che ho  qui  stampate sono tutte rivolte ad un solo scopo, perchè un
ad ottenermi altresì da Dio, come caldamente ven prego.  Qui  mi dà gran conforto il trovare una evidente e copiosa
me l' avea scritta già il Conte Mellerio da Albano. Anche  qui  c' è la mano di Dio, e noi adoriamola. Spero che de' passi
l' anima, mio caro, che è poi l' unica cosa importante! Oh  qui  sta il tutto! La vera sapienza è in quel piccolo e semplice
che è piaciuto al Padre per la sua ubbidienza. Anche  qui  le mie speranze si fondano nel sembrarmi che si vada
delle nostre Conferenze secondo un piano regolare. Fin  qui  per argomento delle Conferenze aveva dato quelle materie
la carità è il contrassegno dei discepoli di Gesù Cristo:  qui  siamo un cuore e un' anima sola. Ci si è aggiunto da pochi
Preghiamo unanimemente. Ogni sera nelle orazioni comuni  qui  preghiamo anche per voi. Abbracciatemi il nostro caro
loro intanto di pregare per i loro confratelli che sono  qui  col corpo, ma insieme con loro collo spirito nel Signore
particolare! Saluti a Don Giulio in osculo sancto . Tutti  qui  vi salutano con effusione d' amore santo. Viva il nostro
Io vi supplico dunque caldissimamente di non volere, di  qui  in avanti, far niente di simile; ma riposarvi nella divina
alle mani: pensiamo dunque ora a queste due case che sono  qui  cominciate, e a quella di costì che dee cominciare, colle
bene, fatta per le anime nostre, non per altri fini:  qui  c' è tutto. Se attenderemo tutti alle anime nostre, non
abitano questa casa, non c' è alcuno che non sia stato  qui  evidentemente mandato dalla Provvidenza. Mi riserbo a voce
Oh quanto è luogo proprio de' sacerdoti il Calvario! è  qui  l' altare, il sacrificio, la vittima, il pontefice. Dove
lo farà bene: ma noi non lo desideriamo sollecitamente.  Qui  preghiamo ogni giorno per voi: fate così anche voi altri,
in quelle parole: « porro unum est necessarium »? Oh  qui  conviene che semplifichiamo, e sinceriamo la nostra mente e
e sinceriamo la nostra mente e il nostro cuore, poichè  qui  sta tutta la semplicità della vita cristiana. Pur troppo la
nel Signore, mio carissimo. Pregate tutti per noi, noi  qui  preghiamo tutti per voi. E` nell' orazione che si fanno le
Null' altro amiamo che la giustizia: ecco il tutto;  qui  sta la semplicità della nostra vita. Vi prego di fare da
da scrivere in sul libretto in un' altra mia. Intanto  qui  finisco. Supplico la loro bontà di orazioni per tutti noi:
società: egli sia lodato in eterno. Io me ne devo restare  qui  qualche poco per affari appunto della piccola società del
della piccola società del Calvario. Mi possono scrivere  qui  direttamente dove le lettere mi vengono sicure. Io sono pur
sappiate come stiano le cose fra noi, il caro Gentili è  qui  meco al Calvario, e ne ho qualche altro, che sto
in adempimento di tutto ciò che profetarono « sancti  qui  a saeculo sunt », e che non è ancora pienamente compito.
Noi teniamoci al sodo della sua santa ed adorabile legge:  qui  abbiamo tutto: massimamente preghiamo. Nel santo sacrifizio
la natura stessa del suo unico e semplicissimo fine. Ella  qui  soggiungerà che, appunto per questo che le opere di carità
nell' essere in congregazione sopra il non essere: perchè  qui  ognuno non giudica in causa propria, ma è diretto dal
piccola descrizione scritta: se non vi basta, ne aggiungo  qui  un' altra, breve sì ma che contien tutto. Qui la
ne aggiungo qui un' altra, breve sì ma che contien tutto.  Qui  la misericordia divina si degna di benedir molto l'
Loewenbruck avrà recato loro i miei saluti, essendo stato  qui  a trovarmi; sebbene alla sfuggita. Ora finalmente eccomi a
lo scriverò io medesimo al caro Bianchi, nella lettera che  qui  unisco. Converrà però prendere le cose con fervore insieme
tutti la consolazione mia della loro generosa disposizione.  Qui  siamo tutti dello stesso cuore, e ci siamo offerti al
salute e della pace, « quae exsuperat omnem sensum ». Io  qui  sono consolato assai, perchè ho trovato le cose in ottimo
perpetuamente. Così sia. [...OMISSIS...] 1.32 Le mando  qui  una carta intitolata « Regolamento dell' Istituto », nella
e notte; e i nostri sforzi saranno certo coronati. - Ora  qui  nella Chiesa capitolare si sta facendo il Giubileo: i
[...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.33 Sabbato è giunto  qui  il caro vice7Superiore, ed io pure mi son qua recato tosto
scusarvi (il che non sarebbe secondo la perfezione), da  qui  in avanti non adoperate più queste espressioni di troppa
certo segno di non avere attacchi a quella cosa; perocchè  qui  si tratta principalmente di attacchi spirituali, i quali
fatti senza indicare nè cercare il loro perchè. Così  qui  vi dice, che la materia di cui constano certi enti si move
pure; ma chi l' autorizza poi a dire che fu sempre così?  Qui  l' abbandona l' esperienza; e senza questa gli rimane l'
accidentale essere nella materia. Sebbene dunque lasci  qui  il discorso, e sembri che ponga l' ultima, quale causa
ciò che è in potenza, per forma ciò che è in atto (4). E  qui  riconosce ancora che, qualunque sia il movimento di cui la
, sono l' assoluto bello [...OMISSIS...] . Ora  qui  Aristotele ottimamente dimostra come questo primo
avente la stessa natura o piuttosto essendo la medesima, ma  qui  congiunta a una natura inferiore di sè, cioè all' anima ed
e queste non possono stare senza di quelle »(1) ». E  qui  si osservi, come in fondo questo argomento aristotelico non
di nulla, ora si predica della materia. Chi non vede  qui  la confusione del reale e dell' ideale? Poichè o parla d'
volibile, dunque, s' identifica col primo intelligibile. Ma  qui  prima di tutto la distinzione tra il bello apparente e il
proprie, eternamente ed indipendentemente esistenti, onde  qui  stesso dà questa cagione, dell' esserci alcune entità che
questo costituisce la differenza degli enti. Ma anche  qui  si ha una differenza specifica e non realmente individua,
ha in sè ancora della potenza che tende a svolgersi. Di  qui  due novi principŒ d' operazioni si costituiscono nella
vestì a suo modo e le fece passare come sue proprie, così  qui  abbia ritenuta la materia comune che accordava Platone alle
più in breve, ma rendendolo, come crediamo, con fedeltà. E  qui  si presentano alla mente da sè una folla di questioni; ne
i contrari sono predicabili. Distingue dunque Aristotele e  qui  e altrove (2) la specie come specie pura, e la specie come
sostanziale ella stessa, [...OMISSIS...] (1), si avrebbe  qui  una terza specie comune, che è quello che dicevasi il terzo
e nell' essere dei principŒ primi del ragionamento. E  qui  appunto ha luogo il doppio aspetto, sotto cui dicevamo che
sotto un altro concetto logico sia in tutte le cose: e  qui  di novo c' è la traccia di quel panteismo che giace in
determinata e sostanza compiuta [...OMISSIS...] (2). Ma  qui  si fa egli stesso l' obbiezione: se, dice, supponiamo che
L' argomento dunque d' Aristotele contro le idee platoniche  qui  si frangeva: ed egli stesso dovette convenire, che l'
sia sostanza ed oggetto della prima scienza? Ritorna  qui  quello che dicevamo a principio, che Aristotele
veri certi principŒ e certe parti accidentali. Arrivati noi  qui  agl' intelligibili d' Aristotele, ci si offre di nuovo la
è mente, ma dee averli tutti in potenza. Conviene  qui  dunque che Aristotele retroceda alla potenza, non a una
mai in separato dalla sostanza, ma insieme con essa (1). Da  qui  procede che ab aeterno, secondo Aristotele, doveano
sua specie, come in termine della sua fatica, riposa. Ma  qui  appunto è già con ciò posta in essere una nuova causa d'
specie è nuovo principio d' azione. Dalle cose vedute fin  qui  sembra che in Aristotele compariscano su questo argomento
posti come costitutivi dell' anima umana. Aristotele dunque  qui  è nel vero. Continua poi mostrando come rimangano le cose
la specie de' sensibili » » (1). Vedesi che anche  qui  per Aristotele (nè pur l' anima intellettiva) non è il
. Nel qual luogo si osservi, che viene supposta  qui  la distinzione delle due materie corporea e ideale. Poichè
Poichè mentre altrove chiama materia « ciò che è potenza »,  qui  dice la mente « potenza ma senza materia », il che viene a
ed è in atto e separata » », cioè sostanza prima (2). Di  qui  dunque procede, che i generi, che si riducono alle dieci
necessariamente d' un subietto corporeo o reale. Ma  qui  « il subietto indifferente di specie »è il reale o l'
specie, e però a queste è indifferente. [...OMISSIS...] .  Qui  chiama apertamente subietto il genere, cioè l' universale,
e lo dice materia [...OMISSIS...] . Il subietto dunque  qui  è la materia ideale, giacchè il genere è appunto per
, perchè in un altro modo è il contrario, dovendosi anche  qui  ricorrere per ispiegare questi due modi, all' estensione e
per l' anima intellettiva il soggetto. [...OMISSIS...] . E  qui  si vede come riponga l' anima intellettiva tra quei
è principio »(3) ». Spiega quindi in che senso si prenda  qui  esser necessario , cioè nel senso, non di poter essere e
principŒ d' Aristotele, come dicemmo. [...OMISSIS...] .  Qui  si noti come aduni la sensazione, al suo solito, coll'
coll' assumere l' intelligibile »(2) ». Ma come entra  qui  la mente, prima non nominata? Egli la definisce così: « «
luogo, che complica maggiormente la difficoltà, e che noi  qui  riferiremo, perchè, sia d' Aristotele stesso o d' un suo
divinissima la mente, e in questa racchiuso il divino: ma  qui  si ricorre ad un principio superiore alla stessa mente,
non move che come primo intelligibile ed appetibile (2), ma  qui  move e determina lo stesso pensiero verso l' intelligibile,
[...OMISSIS...] . Convien dunque dire che la mente sia  qui  presa in senso subiettivo, e che nomini Dio lo stesso
il motore immobile ed appetendolo, si volga in giro,  qui  sta appunto il salto del sistema aristotelico, il punto
umana (9). Se ora raccogliamo tutte le cose esposte sin  qui  e cerchiamo di riunire i brani del sistema aristotelico
quant' è meno limitato, tant' è più veramente essere. Di  qui  accade che mentre il genere, se gli s' aggiunge qualche
arche kai aitia tis estin» (1) ed è causa «tu einai». Ma  qui  l' essere si considera in relazione cogli elementi
sostanziale è la causa dell' essere delle cose. Ma trattasi  qui  sempre di cose finite e materiali. Ora l' essenza stessa si
è assolutamente separabile «choriston haplos» (1), tuttavia  qui  parla degli elementi di questo composto, che non sono
di cui abbiamo già toccato prima leggermente, dobbiamo far  qui  più compiuta risposta. Osserva Aristotele, che quel divino
forma, e com' egli unisca il reale all' ideale; poichè sta  qui  tutta la spiegazione che dà Aristotele dell' esistenza e
nella natura, come accade nelle produzioni naturali (1). E  qui  c' è una prova decisiva di quello che dicevamo, che
« la causa dell' essere delle cose finite », l' essere  qui  è preso per sussistere , e il sussistere delle cose è in
e lo stesso dicasi del Bene che coll' ente si converte.  Qui  c' è dunque in altre parole la dottrina di Platone, che
accidentali, ond' ella è detta specie delle specie. E  qui  ha luogo la distinzione tra la mente fattrice ,
delle specie, e che sia queste specie in potenza »(2).  Qui  parla chiaramente della mente ancora in potenza. E dice che
prima, come gli esseri dal primo essere. [...OMISSIS...] E  qui  già si scorge meglio la conciliazione tra ciò che dice
è l' oggetto precipuo della filosofia prima, si prende  qui  l' essere ancora come un genere , sia come il genere
causa suprema separata dalla natura, e come cosa divina. E  qui  di novo si alterna in Aristotele il discorso in singolare e
e le cause » », [...OMISSIS...] . Certamente conviene anche  qui  lasciar da parte la causa materiale, perchè non merita nè
E` dunque da osservare attentamente, che Aristotele prende  qui  l' universale in senso di qualità comune agli enti, e nega
ricorrere al primo uno, per ispiegare l' uno ne' più. Di  qui  assegna per oggetto della prima filosofia non solo l'
nell' ordine della natura (1). Non ho fatto menzione fin  qui  del frammento che ci rimane della « Metafisica » di
« Metafisica » di Teofrasto, coll' intenzione di darne  qui  in fine un breve sunto. Per quanto a noi pare, il discepolo
« « Qual sia la natura di questi intelligibili » ». Fa  qui  menzione di due sentenze, l' una che ammette essere i detti
il primo motore naturale - il primo Cielo. [...OMISSIS...]  Qui  propone diverse questioni sul natural desiderio che move da
la natura dell' ente che è uno in potenza ed in atto, e di  qui  anche la ragione, perchè l' universo consti di contrari, e
anche alcune cose che sono fine degli universali: poichè  qui  sta la causa » ». E dice che il medesimo è medesimo o di
rappresentano Iddio sopra la terra, onde Cristo ha detto: «  Qui  vos audit, me audit »; 3 dalle circostanze esterne disposte
salute di coloro che si stanno passivi ed inerti, perchè «  qui  fecit te sine te, non salvabit te sine te ». E però chi «
mortificazione che mortifichi di troppo la natura ». E da  qui  un altro effetto, che disvela l' opera del principe delle
de omni re, quamcumque petierint, fiet illis a Patre meo,  qui  in coelis est: ubi enim sunt duo vel tres congregati in
alcuni brani. Mi riservo a scrivergli altra volta.  Qui  tutti meco v' abbracciano e vi risalutano: il Gilardi, il
Paoli, il Beccaria, ecc.. Entra ora il Manzoni, ed io devo  qui  troncare. [...OMISSIS...] 1.53 Eccomi a rispondere
conforta il Salmista quando dice: « laetetur Israel in eo  qui  fecit eum, et filii Sion exultent in rege suo »: è quella
in rege suo »: è quella gloria di cui scriveva S. Paolo: «  qui  gloriatur, in Domino glorietur ». Dissi che questo è un
e bea il soggetto che ha la grazia di possederlo.  Qui  non c' è dunque, come dicevo, nulla di comune colla
quell' ordine si trova, è buono, giusto e degno di lode. Ma  qui  conviene che l' uomo spirituale vegli di continuo sopra se
a costo che ne vada quella vita che lo produce? Di  qui  anche il gran bene delle tribolazioni che Iddio
particolari e le opere virtuose che egli pur faccia. Fin  qui  del sentimento che accompagna gli atti immediati delle
anima all' uomo è impenetrabile, e solo a Dio palese, «  qui  scrutatur renes et corda »; e però con un tale giudizio il
la specie precedente di giudizi superbi e temerari, e che  qui  sta il vero principio di tutti gli atti e il fondamento di
di poter raccogliere da tutto quello che s' è fatto fin  qui  circa l' esame delle mie opere, che non si tratti più di
proposito di conservare lo spirito religioso, che dia  qui  una spiegazione di quel paragrafo delle Costituzioni, che
è quello di essere stato accusato presso di me. Mio caro,  qui  non ci ha accusa di sorta. Fra di noi non vi possono essere
fra poco spero di abbracciarvi, contando di partir di  qui  il 22 corrente, ed essere a Milano entro la settimana;
tenendoci lontani dalla tristezza propria de' gentili, «  qui  spem non habent », e diamoci tutti al Signore.
Paolo, non è così facile come si crede, il non mentire! Ora  qui  considerate bene, per avvicinarci al quesito che mi fate «
sta e si compie il formale della virtù, vi aggiungerò  qui  in fine, quali siano le norme, che seguitano i fratelli
» Abbassati, abbassati , e troverai la pace. Tu sei  qui  per conseguir la virtù, e non per far il censore agli
sur l' èternel fondement de tout ordre, la loi morale  qui  doit en règler l' usage, et qui en garantŒt la durèe ». A
tout ordre, la loi morale qui doit en règler l' usage, et  qui  en garantŒt la durèe ». A che dunque si riducono le cose
cattolici irlandesi di difendere i loro diritti. Ma anche  qui  voi confondete due cause ben diverse. Il personaggio, che
lo spirito di Dio: il contrario è lo spirito del demonio: «  qui  spiritu Dei aguntur, hi sunt filii Dei ». Non crediate
vostro caso, non la giudicherei soddisfacente; ma direi: «  qui  autem iudicat me Dominus est »: convien pensarci come se
suoi discepoli. Il « tollite iugum meum super vos », e il «  qui  vult venire post me, abneget semetipsum et tollat crucem
l' ha creata per questa ineffabile comunicazione. Certo: «  Qui  coepit opus bonum, ipse et perficiet ». E chi considera
non sapendo spiegare un tal prodigio: « omnia possum in eo  qui  me confortat ». Qui batte la gran dottrina di san Paolo,
un tal prodigio: « omnia possum in eo qui me confortat ».  Qui  batte la gran dottrina di san Paolo, che fa venire la
un rendersi grave da sè stessi il giogo del Signore. Anche  qui  conviene procedere per la via di quell' amore che dilata il
assai bene la forza di quelle parole dette da Cristo, «  qui  vos audit, me audit ». Le quali parole del divin Maestro
altre ragioni che la bellezza stessa dell' ubbidienza.  Qui  poi osservate, mio caro, l' errore che commettete, dicendo
monumento dell' italiana letteratura, ed oso anche dire fin  qui  l' unico nel suo genere. Ella mi conservi la sua preziosa
vi mandano, fate bene ad ascoltarli, e ad andare, perchè «  qui  vos audit, me audit »: ma se volete andare da voi stesso, o
di riguardare alla bassezza della sua serva. Non si tratta  qui  della questione se siamo degni o no di un tal favore;
non è quel che mi pesa. Il mio tesoro è la santa fede, e  qui  è anco il mio cuore. Laonde se avvenisse, poniamo il caso,
delle passioni; ciò appunto che voleva « inimicus homo,  qui  superseminavit zizaniam ». Io ne addoloro pel ben comune:
E non intendete voi il senso profondo di quelle parole, «  qui  vult venire post me, abneget semetipsum »? Ah! pregate,
parola di vita di Cristo. Beati quelli a cui la parola: «  qui  vult venire post me, abneget semetipsum » ha penetrato le
prezzo infinito di quelle due parole lasciateci da Gesù: «  qui  vos audit, me audit »! Quanto poi alla grazia che mi
questa obbedienza, qual via di renderci simili a Cristo, «  qui  factus est obediens usque ad mortem, mortem autem crucis »,
difetti. GESU` Cristo è morto per noi; ci ha conservata fin  qui  la vita, perchè abbiamo tempo di lavarci nel suo sangue: la
Iddio mi dona maggior fiducia, veggendo io che egli ha  qui  un' occasione maggiore dove spiegare la magnificenza della
 qui  fu descritto l' uomo primitivo, e l' uomo toltosi dal
a questo essere ideale, rendesi conoscitiva: e anche  qui  si avvera quello che dicevamo a principio, cioè che la
essere più bisognoso di lui di educazione e di società. Di  qui  la perfettibilità umana, cioè quell' attitudine che ha lo
al Creatore dipendeva dalla conformazione dell' universo.  Qui  adunque si debbe cercare il principio dal quale è partita
ad aver luogo nelle cose create. Troppo a lungo io  qui  mi estenderei se volessi metter mano a dichiarare tutti i
ma solo perchè esse hanno una cotale analogia. Di modo che  qui  avviene, che le parole siano analoghe alle cose divine che
de' medesimi. E perchè s' intenda meglio quanto  qui  voglio dire, si consideri che Iddio parlante all' uomo, di
vocali sono gli elementi di ogni particolare discorso. Ma  qui  mi conviene p“r modo al mio desiderio che a spaziare in
queste cognizioni, cioè ai segni o simboli naturali. Or  qui  ci giova alquanto trattenerci, ricercando in che modo
da una virtù straniera ad esse. E non è nostro ufficio di  qui  ricercare in che maniera questa virtù straniera si
in noi la sua grazia, e noi non la rifiutiamo. Fin  qui  abbiamo ragionato di sensazioni che nulla significano e a
volontà di Dio. Riepilogando adunque quanto fu detto fin  qui  intorno all' alterazione che nacque nel sistema primitivo
l' umana natura in propaginandosi. Ora è da osservare  qui  che questo è un fatto nuovo, come dice il Profeta: « Creò
gradi e dell' ufficio e natura di questi segni ora ci cade  qui  di dover brevemente ragionare. [I segni adoperati da Cristo
peccatore con Dio, ebbe a dire così: [...OMISSIS...] . E di  qui  è la similitudine vera con Dio che si mette nell' uomo per
il bisogno di spiegare quell' uso del pronome ME, acciocchè  qui  non si prenda a significare la persona, ma la parte
che la umanità fosse colla morte realmente distrutta. Fin  qui  de' segni destinati a risarcire e riformare l' umanità
da Dio chiamato, perchè se ne andasse nella Cananea. E di  qui  cominciano le promesse divine del seme eletto, che avrebbe
da quell' ora innanzi Dio avrebbe fatto agli uomini. Fin  qui  adunque Abramo non aveva fatto per così dire che il
divine e l' essere circonciso: [...OMISSIS...] . Ecco  qui  l' essere gli Ebrei depositari dei divini eloquii fatto un
una tal' epoca e che si devono attentamente considerare.  Qui  finiscono i Profeti, l' ultimo de' quali è Malachia, di cui
agli uomini e adorare la Trinità delle divine persone:  qui  parava la missione di Gesù Cristo (3). Ma la Trinità delle
culto del solo vero Dio Creatore del cielo e della terra.  Qui  tendono costantemente le prime e le ultime parole delle
le prime e le ultime parole delle antiche carte:  qui  convergono e parano tutte le linee dell' istoria
vero risulta da ciò che ragionammo di sopra (1) e conviene  qui  averlo chiaramente presente. Lo sviluppo naturale dell'
coi quali Dio parlò agli uomini. Ma a noi non è conceduto  qui  di far tanto; non possiamo che darne dei principali un
pesci buoni e non buoni, del frumento e della zizzania. E  qui  conviene riflettere in generale, che gli animali sono stati
non mangiare carne col sangue: [...OMISSIS...] . Egli vi ha  qui  un' altra cosa a riflettere. Iddio a Noè uscito dall' arca
disse: « Così sarà il seme tuo«. » E dice la Scrittura, che  qui  Abramo credette e il creder suo gli fu riputato a
veste di uomo, nè l' uomo userà veste di donna (5). Che  qui  si nasconda un simbolo si scuopre dal dirsi, che è
che la legge cerimoniale fosse emblematica. Basti recar  qui  un solo luogo delle sue Epistole. Ai Colossesi egli
stati della cognizione umana così: [...OMISSIS...] . Fin  qui  l' Aquinate. Venendo poi a divisare le varie parti della
tutte figure di Gesù Cristo. I simboli enumerati fin  qui  vogliono essere altrettanti esempi che mi valgano a provare
lui l' essere supremo castiga così severamente i viziosi«.  Qui  si vede eccitata l' attenzione umana a riflettere
della virtù e del vizio, del giusto e dell' ingiusto:  qui  si vede gli uomini stimolati di continuo a vigilare e
amore del luogo natale; e Iddio per ammaestrare Abramo che  qui  non istà il vero bene, chiama quel Patriarca fuori della
sua parola: tutte idee astratte e negative. Ora convien  qui  porre una osservazione. Le idee astratte possono formarsi
nella natura; e quindi proibì che non l' effiggiassero.  Qui  è manifesto che la proibizione delle imagini e sculture si
e per lo spirito parteciparne le sublimissime qualità. Fin  qui  noi abbiamo parlato dei tre primi generi di segni
di Assur (1), è facile l' intendere che la mosca e l' ape  qui  sono due simboli e che voglia segnare il Re di Egitto e
onde queste parole dovevano stabilirsi. Non faremo dunque  qui  che riassumerci, ma secondo il nostro solito non colle
di padre in figlio, di bocca in bocca fino a noi. Fin  qui  ancora non apparisce la necessità de' simboli, ma quello
oggetto esteso, o anche semplicemente l' esteso (1).  Qui  pertanto si vede che il fondamento de' primi nomi proprii
insieme con lui si presentano nel discorso. Conviene però  qui  osservare che se si tratta di effigiare in questo complesso
che ci rimane da dedicare agli studii. Noi non porremo  qui  pertanto se non una sola osservazione, che tocca la base
e qual parte del linguaggio fu prima e qual dopo. Ne darò  qui  un solo esempio preso da due sole parole, cielo e terra. Io
, il nome proprio della terra si fu« il basso « (3). Fin  qui  de' segni istruttivi dati da Dio all' uomo dopo il peccato
Ma ci tornerà ancora il bisogno di ritoccare quanto  qui  vogliamo solo avere accennato. Veramente i Sacramenti della
da loro richiesti da Dio per segni della loro fede (3). Di  qui  si vede ragione perchè in Abramo la giustificazione
di questa fede (5). Da tutto ciò che abbiamo detto fin  qui  si può raccogliere quale è la legge, secondo la quale
è manifesto, che con delle indicazioni al tutto naturali  qui  si determina degli oggetti soprannaturali. Però una tal
terzo luogo la dedicazione delle persone al culto divino, e  qui  mette i Sacramenti; e in quarto luogo le osservanze che
in Malachia, ove Iddio dice a' sacerdoti [...OMISSIS...] .  Qui  parla del comando che Iddio fece a' sacerdoti di occuparsi
popolo circonciso o da' sacerdoti consecrati. Abbiamo fin  qui  veduto come cominciò e progredì il patto positivo dell'
sede del carattere, queste parole: [...OMISSIS...] . Di  qui  è, che i Concilii di Firenze e di Trento, parlando del
il carattere non possa toccare il suo effetto, come dice  qui  il Bellarmino. Che se il carattere è luce del Verbo,
Ma di questo dobbiamo parlare più sotto distesamente; e  qui  fermiamoci un poco a trarre qualche conseguenza dal vero
modificata o piuttosto accresciuta con esso carattere. Di  qui  ancora s' intende che la generazione spirituale dell' uomo
Gesù Cristo diceva a Nicodemo: [...OMISSIS...] . Or  qui  Cristo al nascimento spirituale dell' uomo non richiede
potersi ripetere (3). E questo scostarsi alquanto che fa  qui  l' Eminentissimo Bellarmino da due sì gran lumi procede,
in essi e in tal modo dà loro l' adozione di figliuoli. Di  qui  s' intende chiaro perchè si dica da' Teologi, che Cristo
simboli esterni, ma ha per base una vera consecrazione. Di  qui  ugualmente si vedrà perchè S. Tommaso, seguito da tutti i
carattere, l' angelico Dottore dice così: [...OMISSIS...] .  Qui  S. Tommaso mostra di considerare la disposizione o potenza
maniera di parlare, S. Ambrogio dice: [...OMISSIS...] .  Qui  dà il santo Vescovo per ragione dell' esser noi segnati
dice il medesimo Dottore della Chiesa: [...OMISSIS...] .  Qui  congiunge al segnacolo spirituale i doni dello Spirito
ai varii misterii o stati di Cristo. [...OMISSIS...]  Qui  l' effetto della giustificazione viene attribuito alla
stato che dee esser prodotto e che produce in questi. Di  qui  la ragione perchè anche i Sacramenti sieno segni ed
carattere e la grazia già ricevuta (2). Or proseguiamo. Fin  qui  abbiamo parlato dei diversi effetti del Battesimo
segni di gloria quali siano i figliuoli di Dio (4). E  qui  non sarà utile aggiungere parola del Battesimo considerato
dello stato di santità in cui l' uomo viene costituito. E  qui  ci sia permesso aggiungere a conclusione di quanto
così diviene l' oggetto immediato della nostra fede? Egli è  qui  che S. Giovanni tocca i mezzi adoperati da Cristo per
Or parleremo a suo luogo dell' estrema unzione, cominciando  qui  a dir qualche cosa della Cresima. Della quale dimostreremo
Spirito Santo colla pienezza de' suoi doni. Gioverà che  qui  io rechi le proprie parole di questo scrittore:
le proprie parole di questo scrittore: [...OMISSIS...] .  Qui  chiaramente è distinta la preparazione dell' uomo a ricever
nascere in quello del Vescovo Cirense. [...OMISSIS...]  Qui  parlasi chiaramente del carattere, che ci segna col segno
ma sì bene colla somma autorità del Bellarmino, che  qui  in nota riferisco, confermarlo. Egli risponde all' eretico
questione, seguìta da tutto il meglio de' Teologi, trae  qui  a pensare all' altra del Battesimo degli Apostoli.
e valga per intendere altri luoghi delle Scritture; pure  qui  il testo di S. Matteo e di S. Marco non ci permettono tale
allo stesso modo è immutabile almeno nella sua radice. E  qui  si attenda bene, che quando noi facciamo derivare l'
non sofferisce alcuna alterazione dal moto relativo (2). Di  qui  apparisce manifestamente che l' identità del luogo , e l'
organismo del corpo nè alcun membro rinnovato o mutato. E  qui  a chiarimento e conferma maggiore delle cose dette
Sacramento, non manca mai in virtù della concomitanza. E  qui  sottilmente osserva il grand' uomo errar quelli i quali
intero dell' uomo che lo riguarda. [...OMISSIS...] : ma  qui  non è che una consecrazione sola, per la « quale avviene il
momenti della sua vita, nella morte, nel sepolcro. Si noti  qui  che io non attribuisco ora una tale sentenza a nessun
che stanno per la sentenza da me abbracciata (1) torrò  qui  a metter fuori le gravissime difficoltà, che a me si
distruzione o procedente a qualche altro effetto. Or di  qui  viene la conseguenza evidente che non può stare la sentenza
dell' annichilazione. [...OMISSIS...] Chi non sente avervi  qui  una sottigliezza, e nulla più? Sia pure che l' azione non
concetto dell' annichilazione dicendo: [...OMISSIS...] . Ma  qui  sono a farsi più osservazioni; eccone alcune: 1. Le parole«
forma, appunto perchè la materia senza forma non istà; e  qui  si suppone, che la materia non sia ridotta al niente. Il
le opere che ha fatto Iddio perseverano in perpetuo« (1). »  Qui  non si usa la parola annichilamento; ma il concetto è
sempre in Dio operate con una sola azione? Il Bellarmino  qui  prova troppo; perchè il suo argomento non solo proverebbe,
parte è il pane, parte il corpo di Cristo« (1). » Ora  qui  si dice« il soggetto« e non dice« i soggetti« per far
lui succede il corpo di Cristo quando egli già non è più. E  qui  appunto il Bellarmino crede che al concetto di una vera
vera e propria transustanziazione. Però io non posso nè pur  qui  sentirla col Bellarmino il quale non trova necessario, che
reca delle similitudini naturali dicendo: [...OMISSIS...] .  Qui  evidentemente prende sbaglio l' uomo grande; perocchè in
per sostenere una opinione particolare, tanto più che  qui  si tratta di cosa che può toccare la fede stessa. Perocchè
A cagion d' esempio: [...OMISSIS...] . Ora più cose sono  qui  da osservarsi. 1. Non si vede perchè la prima specie di
fatti per l' efficacia della transustanziazione« (1). » E  qui  voglio avvertire, che a parer mio questo della«
del pane Eucaristico: [...OMISSIS...] . Or come si dice  qui  che il pane è fatto celeste, se egli non fosse veramente
(sec. XI) ripeteva lo stesso concetto: [...OMISSIS...] . E  qui  voglio fare una osservazione volta a dileguare maggiormente
grand' opera con un' altra similitudine: [...OMISSIS...] .  Qui  assai chiaro si rilevano due cose che il santo alla virtù
de' suoi cari bamboli, de' frutti delle sue viscere. E di  qui  nasce che nell' invocazione dello Spirito Santo, che si
terra di cui Iddio compose il corpo di Adamo, non v' ha  qui  una materia che si trasforma bensì, ma non che si
del vino più di prima, e un serpente che prima non era.  Qui  non ci ha nulla di assurdo e d' inconcepibile. Or è bensì
ragiono: Poniamo che un essere qualsivoglia si trasmuti.  Qui  non consideriamo la forza che lo trasmuta; ma la stessa
senza però che si converta veramente o si transustanzii. E  qui  si conviene fare un' osservazione che mette in maggior lume
parole: [...OMISSIS...] . Quella parola naturalmente vien  qui  introdotta, perchè il Bellarmino opina non essere cosa
sia consentita dalla natura della sostanza corporea. E  qui  si dee partire da questo principio che una vera conversione
rimettiamo il lettore che brami più estese prove di ciò che  qui  affermiamo. Noi abbiam detto che le nostre cognizioni
col produrre qualche moto nella sua materia. Or  qui  è evidente la distinzione essenziale fra l' atto che
vi dee essere, come elemento della corporea sostanza. Ma  qui  comincia tosto a manifestarsi una difficoltà. Se il corpo
modo dar braccio all' errante (1). E però in quello che fin  qui  io scrissi intorno al peccato d' origine, non ho inteso
quindi non può più fare l' arbitrio causa unica del male. E  qui  si consideri come il principio indicato, cioè« il libero
arbitrio che esisteva nel capo dell' umana stirpe, e fin  qui  non dissentivano gran fatto da S. Agostino; ma mentre il
del suo errore alla filosofia di Aristotile (1). b ) Che  qui  si trova pure la ragione per la quale S. Agostino dica del
è rivolta la dottrina contenuta in questi Opuscoli, di cui  qui  diamo il compendio. 13. Il secondo uffizio del teologo
che ad un' altra dalle leggi di sua natura (1). 19. Di  qui  nascono due diverse abitudini o relazioni della volontà
colpevole nè demeritorio, come diremo in appresso. 23. Di  qui  si può dedurre per corollario, che cosa si deva intendere
la quale già viene non poco chiarita dalle cose fin  qui  ragionate. Il peccato originale si può considerare sotto
il peccato originale, ove dice: [...OMISSIS...] . Si apre  qui  dunque il passaggio a rispondere alla prima questione
e naturale; e di ciò si darà ragione tantosto, bastando  qui  un tale esempio a comprovare questo fatto psicologico, che
quando agiscono liberamente. S. Tommaso adunque non intende  qui  che paragonare gli atti volontarii cogli atti della natura
che fa in altri luoghi. b ) Che poi l' espressione che usa  qui  S. Tommaso « in actibus voluntariis , » si deva intendere
proposizioni dalla Santa Sede anatematizzate. Ripeterò  qui  dunque le parole colle quali ho conchiuso la seconda parte
che cosa è il peccato originale. Vedete dunque che non solo  qui  non c' è assurdo, ma nè pure c' è la minima difficoltà: e
un decreto positivo di Dio, che Iddio poteva non fare. Di  qui  sembrano venirne più assurdi e difficoltà: a ) Che Iddio
ma che egli è un abito corrotto: [...OMISSIS...] . E  qui  si osservi come S. Tommaso distingua nel peccato attuale «
due soli esempi. La propos. 47 dice: [...OMISSIS...] . Di  qui  essi deducono francamente, che il nome di peccato applicato
« bonitas voluntatis proprie ex objecto dependet (3). » E  qui  si può riferire un luogo difficile di S. Agostino, in cui
dal peccato commesso da lui col suo libero arbitrio. E  qui  conviene rimuovere l' equivoco che nasce pe' varii
soluzione di questa difficoltà che ha tanto imbarazzato fin  qui  i più grandi pensatori. Preesiste, per comune
l' ideale e il reale, la concezione e il sentimento. Fin  qui  abbiam parlato della cognizione positiva : ora conviene che
per la sua materia sia distinta dalla Teologia naturale . E  qui  conviene dichiarare meglio questa materia propria della
tale di cui hassi la percezione. Ciò che abbiamo detto fin  qui  della fede, base della Teologia rivelata, rende chiara
voi« (2). » E conviene osservare, che se non si trattasse  qui  di un' azione interna di Dio nell' anima dell' uomo, di un'
punto il cristianesimo« (2). La fede che abbiamo fin  qui  descritta è bensì una vera fede come la chiama il Concilio
il concetto della religione soprannaturale, riassumendoli  qui  tutti, sono i seguenti: 1. Una Teologia , ossieno delle
è l' atto in atto, per così dire, non l' atto già finito; e  qui  noi lo troviamo in quel momento, nel quale l' atto è vivo
, da uno stimolo che realmente la solletichi e impella. E  qui  è anche la spiegazione di quella terribile sentenza che ha
idee acquisite. Queste dottrine, che sarebbe troppo lungo  qui  ripetere, e per le quali mi riporto ai luoghi dove le ho
Giovanni che in questa sentenza riassume quanto abbiamo fin  qui  esposto: « A quanti l' hanno ricevuto (Gesù Cristo) egli
un' azione reale ed occulta, nella essenza dell' anima: fin  qui  tutto nasce senza di noi. Questa azione produce, crea nella
così. Iddio dà la percezione incipiente di sè stesso:  qui  non c' è ancor riflessione, appartiene all' ordine della
non è se non virtualmente e oscuramente compreso. E  qui  si leva in noi la riflessione, la quale rimira in quelle
Questa questione si spiana, a mio parere, ove si schierino  qui  nel loro giusto ordine tutti i passi dello spirito che
pratico o stima dell' oggetto dell' azione morale (che  qui  è Dio) è la fede. Or se è che la rivelazione va d' accordo
dello Spirito Santo. [...OMISSIS...] Dalle cose dette sin  qui  si può conchiudere, a quale sistema si deva attenersi circa
come tale, sullo spirito, si renda forma del senso . Ma  qui  è da osservare con attenzione quanto sono per dire. Il
e lo spirito dell' uomo santificato. Da ciò che abbiamo fin  qui  ragionato risulta che negli uomini santi la stessa sostanza
della sua reale sussistenza (realmente): il che è Dio. Di  qui  è che essendo la forma dello spirito umano la idea dell'
una creatura anch' essa, perchè limitata, è un lume creato.  Qui  batte quello che tante volte ripetono i Padri, massime
la idea, e quindi medesimo l' ha, se può averla; parlandosi  qui  d' idee possibili. Havvi dunque un rapporto essenziale e
sia questa cosa , e che sia AMICA DI SE` STESSA ». (Si noti  qui  che egli ha bisogno di ricorrere ad una espressione tolta
di PIU` BEATO » (ciò corrisponde all' essere morale)«. E di  qui  conchiude il santo Dottore che « nella investigazione della
prima abbia tre modi, già non è più possibile fermarsi  qui  col ragionamento, ma qui appuntandosi, si può spingersi più
già non è più possibile fermarsi qui col ragionamento, ma  qui  appuntandosi, si può spingersi più in alto, così
fatto ragione e convenevole spiegazione (1). E vedo che  qui  si può fare un' altra istanza. Le divine Persone hanno la
modo più e men pieno. Non è mio intendimento di stendermi  qui  a dichiarare questa verità, già insegnata comunemente dai
penetrato, l' uomo ne parteciperà altresì più o meno. Di  qui  è manifesto che: 1 Iddio non si può dire parteciparsi dall'
; quasi direbbesi il principio della parola: « Principium,  qui  et loquor vobis (io. VIII) ». Essendo Cristo chiamato l'
e formale di Cristo co' seguitatori suoi: [...OMISSIS...] .  Qui  si parla di un' unione di sostanza, per la quale due parti
dono della stessa occulta sapienza. A quanto fu detto sin  qui  si moverà contro il sembrare che alcuni grandissimi Santi,
venuta in carne, pare reso manifesto dalle cose dette fin  qui  (3), e particolarmente da quel principio più sopra
i più sinceri sentimenti de' Padri: [...OMISSIS...] . E di  qui  S. Cirillo toglie la spiegazione di quelle parole di Gesù
(2) »; le quali contengono precisamente quanto noi  qui  sosteniamo si fa la questione: Se dunque non avevano lo
quel colloquio con Filippo, che ho più sopra riferito e che  qui  di nuovo giova rammemorare. Aveva dimandato l' Apostolo
cose a dirvi, ma non le potete portare di presente« (1) ».  Qui  dice che ha molte cose ancora da dir loro; e prima aveva
si attribuisce appunto allo Spirito: ma egli fa vedere che  qui  non parla ancora della dilezione sola come sussistenza, ma
il Figliuol tuo chiarifichi te« (2) ». Che cosa dimanda  qui  dunque il Figliuolo se non un aumento di luce? E quanta
i due gradi della santificazione dell' uomo, che noi fin  qui  abbiamo cercato distinguere: il primo consistente nella
lo Spirito del Figliuol suo » (prima mandò il Figlio, or  qui  manda lo Spirito del Figlio) «nei cuori vostri » (la sede
si riferiscono allo stesso Verbo, o anche al Padre. Or  qui  è da osservare la differenza che passava tra il riferirsi
molte cose da dirvi; ma non le potete sostenere ora« ». Fin  qui  dice Cristo che ha molte cose da dire agli Apostoli in
percezione divina, sia del Verbo, sia dello Spirito (2). Or  qui  S. Agostino assai acutamente aggiunge l' osservazione, che
della visione beatifica, usa dire, che vede il Padre (1).  Qui  ancora è la ragione perchè Cristo, dopo aver detto che chi
parole del Figlio, e perchè nel generato il sentiamo. E di  qui  è che la santissima Triade rimane il gran mistero della
natura la natura propria degli altri due (1). Abbiamo fin  qui  distinto la rivelazione esteriore e la rivelazione
di lui altro vero conoscerlo che pure il sentirlo (2). Di  qui  si vede sufficientemente la differenza fra la Teologia
comprende: « et tenebrae eam non comprehenderunt (5) ». E  qui  possiamo anco stabilire, dopo tutto ciò che detto è, con
la vera natura dell' uomo e la sua dignità«. Vedesi  qui  il perpetuo vezzo de' protestanti, il far dire cioè a'
credono essere sentenza cattolica, e pur non sono. Così  qui  posso osservare che giammai i cattolici non tennero, nè
anima, della vera religione tra gli uomini rinvenuta«.  Qui  si dà colpa altrui di stolta arroganza. Ora egli starebbe a
recate fedelmente tradotte dal latino e che stiamo ora ora  qui  esaminando (2), niun argomento si trova, se non questo che
da sorreggerla e munirla d' alcuna prova? Ma pare che  qui  ci sia nè sana ragione, nè senso comune, nè pudore. Dirà
Bene sta. Io avevo già preveduto meco medesimo che batteva  qui  il professore. La ragione adunque ha sola il diritto di
appunto ch' egli contenga una soprannaturale rivelazione.  Qui  havvi un circolo: si pone per dimostrato ciò che si vuole
presunzione. Ma noi mettiamoci nei suoi argomenti giacchè  qui  tre ne reca in mezzo; e cominciamoci dal riassumerli in
cioè l' essere semplicissimo, assoluto, sussistente. E  qui  si chiederà in che modo il nostro spirito possa conoscere
e l' idea colla quale il nostro spirito conosce le cose. E  qui  rispondo che perciò appunto noi per conoscere le cose
e diciamo: questa passione è l' effetto di un essere; ossia  qui  dove c' è questa passione, c' è un essere operante: in tal
incontra di frequente in S. Agostino; ma io mi restringerò  qui  a recare in mezzo solo un passo tolto dal libro intitolato
nessuna creatura compete un titolo tanto eccellente. Or di  qui  tuttavia apparirà che per la grazia invece viene nell' uomo
da quel Dio, a cui son fatte e il quale solo è buono. Di  qui  è che S. Tommaso conchiude che l' Angelo doveva essere
che viene chiamata anco faccia o volto di Dio (3). E di  qui  si sente il valore di quelle parole che disse Cristo
cioè non più col corpo del peccato, alla morte soggetto.  Qui  veniva a battere quello che disse Cristo a Nicodemo: « Se
Iddio colla grazia non aveva che da aiutare la natura, ma  qui  egli ha da creare una nuova natura, qui fa tutto la grazia,
la natura, ma qui egli ha da creare una nuova natura,  qui  fa tutto la grazia, e rigenera, e perfeziona; in quell'
una nuova creatura) è tutta operazione deiforme ; e  qui  sta ciò che il medesimo Apostolo chiama la gloria della
creatrice insieme e perfezionatrice dell' uomo nuovo. Tutto  qui  fa la grazia, tutto qui è Dio, il principio, il mezzo e il
dell' uomo nuovo. Tutto qui fa la grazia, tutto  qui  è Dio, il principio, il mezzo e il fine: benchè l' uomo
corrisponde al caso, nel quale noi abbiamo considerato fin  qui  l' uomo naturalmente perfetto. In un tale stato l' uomo (al
desiderare e agognare la sua eccellente natura. Nè pur  qui  adunque, cioè nella sua relazione col Dio, naturalmente a
da imperare alla propria natura e a volerlo praticamente?  Qui  parmi di dover ricorrere al principio toccato di sopra:« la
, dai quali la libera volontà trae le sue forze (1). E or  qui  un' osservazione si dee fare intorno all' intrinseca e
stessa natura si fonda il ragionamento: [...OMISSIS...] . E  qui  pure giace sicuramente il senso più profondo e più vero di
pugnare (2). Dalla quale dottrina dell' Angelico conviene  qui  tirare intanto questa conseguenza che ci gioverà poscia in
il ridurla all' atto e cavarne i buoni effetti (2). Ma  qui  uscirà taluno dicendo: per questo uscire della grazia da
risolve negativamente la questione: e il perchè anche  qui  giace nella intrinseca natura della cosa. La legge della
all' umanità, non è del mio ufficio nè delle mie forze il  qui  trattarla, giovandomi solo l' averla accennata (1). Si deve
di comandare o almeno di non servire ad altre potenze. E  qui  di passaggio mi si permetta osservare l' illusione e l'
a esclusione della cultura morale pratica, e che si fermano  qui  nè voglion conoscere alcun altro bene dell' uomo di ordine
intesi alla perfezione della natura, questi uomini che fin  qui  abbiamo descritto, si facessero coscienza di non nuocere
non ha eletti questi il Signore, ma li ha riprovati (2).  Qui  veggiamo da una parte uomini, i quali tendevano certamente
all' altezza di tutta la personale perfezione. Or  qui  il pensiero naturalmente ci porta a dimandare a noi stessi:
giorni sia entrata la colpa? Le due questioni proposte sin  qui  si offeriscono alla mente considerando il fatto rispetto
delle anime che già prima erano puri spiriti (3).  Qui  si vede a un tempo la dottrina de' due principii di Manete,
primitivo e originale. Non è mio intendimento di recare  qui  tutti i documenti storici che provano questa verità, i
generale, non rimarrà dubbio intorno alla verità di ciò che  qui  affermiamo intorno alla volontà (1). Questa dottrina
del soggetto volente, l' IO, l' uomo stesso. Lasciando  qui  di parlare di quella alterazione che potrebbe sofferire la
e sregolato. Come ciò avvenga, io dirò più sotto, parendomi  qui  aver detto abbastanza perchè si possa concepire la
fede, ciò che costituisce il peccato originale. Fin  qui  le nostre ricerche ci condussero a vedere che cosa non è il
originale risiede nell' essenza dell' anima. Io spiegherò  qui  sotto in che senso dica il Dottore angelico che il peccato
macchi prima l' essenza dell' anima che la volontà; e  qui  mi basterà solo di notare che il Santo Dottore riconosce
sua volontà , per ciò noi ci tratterremo solo a raccogliere  qui  in poche parole ciò che ebbe a soffrire la libertà umana
contro la definizione del sacrosanto Concilio di Trento. E  qui  conviene avvertire che l' uomo, il quale si trova nell'
della controversia: il che vogliamo provarci a far  qui  noi brevemente. Ma prima, o simultaneamente, rendiamo
diciamo, considerate tutte le circostanze del momento, che  qui  e ora sia più bene per noi l' azione onesta, che la sua
specie di beni, e, consideratele tutte, conchiude dicendo:  qui  e ora è meglio che faccia questo. E da questa differenza
molte volte in opposizione collo speculativo; e quindi  qui  è altresì la spiegazione di quel verso che è tanto
non più in una forma divina, ma creata e naturale. Si può  qui  domandare se questa perdita che fece la natura umana della
della volontà personale ha in sè ragion di peccato, per ciò  qui  s' intende la necessità che v' avea della trasfusione nei
origine dell' anima. Per ciò non vorrà essere inutile che  qui  frammettiamo alcune considerazioni sopra un tal punto,
da questa prima ragione, che l' assurdo che vuol dinotare  qui  S. Tommaso si è quello che noi dicevamo fuori di
de' quali ecco come ragiona: [...OMISSIS...] . Or che cosa  qui  soggiunge il santo Dottore? Ecco le sue parole:
Dalla storia della questione dell' origine dell' anima fin  qui  esposta apparisce, aver essa avuto tre periodi. Il primo
l' anima una particella emanata dalla divina sostanza. E  qui  di passaggio siami lecito l' osservare che conviene
[...OMISSIS...] . Si noti in che modo S. Agostino dica  qui  che tutti nella natura di Adamo erano un solo uomo; ecco il
medesima, se egli non si disorganizza e guasta. Egli è  qui  che batte anche la dottrina di Aristotele, che definisce l'
e perciò nell' atto della generazione. Io potrei addur  qui  una nube di definizioni e di testimonianze che autenticano
mente dell' Ecumenico Concilio di Trento. Io ho parlato fin  qui  della sentenza scolastica a quel modo che la espone l'
questa non s' abbia perfettamente compresa. E io intendo  qui  di risolverla, appunto perchè ciò mi dà luogo ad agevolare
radice la propria stirpe (2). Nè però mai s' intenda, come  qui  sopra ho avvertito, che in questa alterazione morbosa della
che è nato di spirito è spirito« (3) ». Che cosa vuol dire  qui  essere carne, se non essere peccatore, cioè schiavo della
prima è nella persona ossia nella volontà soggettiva: e  qui  abbiamo mostrato il disordine originale cominciare dalla
natura e condottolo a contaminare le potenze subordinate: e  qui  abbiam fatto nascere il disordine nel punto inferiore di
stagione per addurre a maturanza un grappolo d'uva. 10. Fin  qui  ognuno di questi fenomeni può essere ancora oggetto d'una
libro degli « Esercizii » lo chiamò fondamento, poichè di  qui  la scienza del prezzo di tutte le cose, su cui la vita
e innestarvi il bene, a che para qualunque Educazione. E  qui  debbe osservarsi l' errore e il difetto di ogni altro modo
poscia trapassano e trabalzano, per così dire, sopra altri  qui  e qua confusamente: laddove gli affetti dei savii veraci,
e sconfitta, e continuo dolore che il farà misero. Ora  qui  sta a vedere quale sia l' ordine delle cose fuori di noi
sia privato ancora della partecipazione dell' ordine. E  qui  non è ancora il tutto. Il lume della nostra religione si
e con quella piena supremazia onde domina nella natura.  Qui  è dove la Religione dischiude il suo grande arcano, apre i
e spiega la magnificenza di una sua nuova creazione.  Qui  primieramente essa narra all' uomo un gran fatto, la caduta
lui, c' insegna che è un onorarlo, e adorarlo, e invocarlo.  Qui  dunque s' intende primieramente esser dalla dottrina della
sua (2) si vuole onorato ed amato Iddio. Da quanto è fin  qui  detto apparisce in che differisca principalmente lo spirito
e considerata sola è subbietto di divisione. Nè io sono  qui  per contendere a cotestoro quel vanto, che fatto da uno di
delle pennellate e conducono quasi a caso il lavoro. Ma di  qui  appunto la principale imperfezione in cui si tiene ancora
de' giovanetti, non già nativa imperfezione e imperizia. E  qui  appare nuova luce, e mirabile, uscir fuori dallo spirito
e si rannodi alle parti corrispondenti della Scrittura.  Qui  forse gioverebbe che non essendo ancora quest' opera
e a tutti gli usi della vita proporzionato e confacente. E  qui  non posso tenermi, che io non chiami i precettori ad
di altissima eloquenza, e di squisita poesia: ma di  qui  appunto è che il male di cui parlo trovò dov' entrare nella
spiega il paganesimo mescolato colla religione cristiana: e  qui  ancora quelle prediche mezzo favolose e mezzo vere, ove
quanto è conceduto allo spirito umano, contemplato. E  qui  di bel nuovo s' osservi l' unità e quasi direi la società,
a far uso della sua autorità di maestra. Si può aggiungere  qui  un' osservazione, ed è che la Chiesa, di fatto, lungi dall'
a ricevere la sentenza da questi men dotti di essi. Ma c' è  qui  patentemente lesione del diritto del libero insegnamento,
stesso, se non ottimo relativamente a tutti i precettori? E  qui  s' avverta, che collo stabilire che fa il Governo un unico
servitori quelli che vuole; 2 Le prove legali usate fin  qui  per riconoscere la scienza dei candidati, prove che
atto di barbarie secondo l' opportunità . Non c' è dunque  qui  il giusto mezzo: o il rispetto del diritto deve essere
cenno di questa specie di naturale limitazione anticipiamo  qui  qualche osservazione di quel più che diremo poi parlando
alle parole e alle forme, credono che quando si può dire: «  Qui  c' è un corpo di rappresentanti »non ci sia da cercar
non prova ampiamente il grand' uomo! Duolmi di non potere  qui  trascrivere tutto intero il terzo capitolo delle «
stesso e in aperta lotta colla costituzione dello Stato. E  qui  non si dà una via di mezzo: o conviene riconoscere la
quali le viste che egli deve conseguentemente proporsi.  Qui  non trattasi d' insegnare la filosofia ai giovanetti, che
metodo è la via , ecc.. - Il metodo è lo stromento, ecc..  Qui  si cominci a fare la storia del Metodo. Il vero metodo
altrui a filosofare, ecc.. Di queste ne si presentano già  qui  sul principio due importantissime: quella della libertà del
raziocinio, o colla coscienza, ecc.. Esempi. Obbiezione - E  qui  alcuni oppongono un loro pregiudizio che è che « tutto si
2 Delle definizioni o proposizioni equipollenti. -  Qui  si può addurre, per es., le diverse definizioni dell' idea,
è reale. Rispetto alla Lezione XXIII le faccio trascrivere  qui  un articolo che trovo nelle vecchie mie carte sull'
l' una cosa coll' altra, crede che lo si abbiano. E  qui  anzi è uno de' maggiori fonti degli errori, nei quali altri
esprima ben distinte tutte le proprietà della cosa; anzi  qui  appunto io mi faccio con quelli che giudicano questa
vedono, quello che non sanno, il loro giudizio è temerario.  Qui  si passi a dedurre queste due altre regole che vengono quai
errori un poco alla volta e acquisterà una solida base -  Qui  si entra a parlare del sistema degli accademici, i quali
il suo ad ogni potenza senza attribuirvi nè più nè meno. -  Qui  si insisterà dimostrando che il soggetto uomo e la sua
vi sono indubitatamente alcune cognizioni universali.  Qui  si dimostra l' esistenza di queste cognizioni universali
Voi mi direte che i sensisti deducono dai sensi le idee. -  Qui  si dimostri che le idee non sono che le essenze ideali
altri elementi nella cognizione che gli oggettivi! -  Qui  è da farsi la strada, che viene naturalissima, a confutare
quando questa suppone quella, e viceversa, ecc.. Gli esempi  qui  abbondano, con un po' di meditazione. 2 Divisione degli
e semplice è sempre uguale, faccia ella più atti o meno: e  qui  si dee rinvenire l' identità delle facoltà rispetto alla
secondi determinati dai loro termini. (E` necessario aver  qui  a mano la dottrina delle specie e de' generi, quale è data
e peculiare, ma nè pure ordinaria e generale, di cui  qui  si parla. D' ora innanzi meditate adunque più addentro
in S. Matteo, c. XX e XXII, e in S. Giovanni, c. X. Fino a  qui  de' vostri offizi come maestra. Ora toccheremo alcuna cosa
mancamenti. Lo spirito di dolcezza deve brillare in tutto;  qui  poi come in sua sede. Nè la dolcezza escluderà la forza. Il
Quanto al gastigare , è l' uffizio di madre. Anche  qui  vi bisogna spiare le varie indoli delle giovani, e
vende quanto ha, e compera il campo » (1). Or se di  qui  debbe pigliar regola l' uomo cristiano, forte dubbio s'
Qual raccomandazione più grande ad una pia istruzione? Di  qui  molti Santi, di zelo e d' esperienza pieni, facevano dell'
fare oro da tutte cose le più spregiate o indifferenti. Di  qui  i modi delle virtù intorno al cibo contrari a que' cinque
circa gli alimenti. Paragona il sapere all' alimento, e di  qui  mostrane l' eccellenza. Dacchè sì come l' alimento conserva
dell' Apostolo, voi prenderete a dichiararlo. Io raccorrò  qui  solo alcune delle cose, che potreste opportunamente trar
da Paolo nel capitolo secondo della lettera stessa, a cui  qui  riferisce. Date le nozioni della Chiesa di Cristo, e
Chiesa Militante, nella Purgante, e nella Trionfante, e  qui  messo in vista l' ammirabile corpo, che tutte e tre
secondo la misura della donazione di Cristo ». Mostra  qui  la varietà delle membra dalla diversa abbondanza di vita
dalla diversa abbondanza di vita che ricevono dal capo. Di  qui  si vede come giovò di premettere quanto a tutte le membra è
via dal mondo. Ma considerate insieme altra conseguenza che  qui  se n' esce, cioè che se anche gli uomini tutti si
titolo di mandato , o Apostolo per eccellenza, racchiuse  qui  Mosè tutti i pregi e gli uffizi di Cristo. Ecco dunque
ma gli altri pastori altresì, che rispetto a Cristo e  qui  a Pietro ben s' appellano pecore. Dalle quali cose tutte s'
crescendo, cresce in questa terra il suo mistico corpo.  Qui  si rende adulto, quanto può essere uomo perfetto, per la
il luogo ov' io mi trattenga di più sui Sacramenti: basta  qui  avere imparato da Paolo come essi sieno le giunture dei
Signore innanzi alla mente, molte meditazioni conducono, e  qui  ne toccherò alcune. Chi pensa, che tutte cose da lui
adoreranno il Padre in ispirito e verità » (1). Sono  qui  delineate le proprietà tutte del vero adoratore: lo spirito
e alla carità, pel succedere de' mali tempi infermata.  Qui  si ragiona soltanto de' trovati dello spirito particolare,
bocca si mangia e si bee. Ecco fonte copiosa di vive acque!  Qui  ogni pietà si può dissetare. Ecco pane angelico! Di lui si
piena abbondanza qualunque sopraumana divozione. Che manca  qui  di grande, che manca di santo, di dolce, di benefico,
ragione), e « accettevole » (per sì fatto modo che non solo  qui  su l' altare venga il corpo e il sangue di Cristo, ma venga
e sulle sue vocali preghiere alcuna cosa dirò: perchè  qui  non manchi qualche nozione sopra quella triplice lingua,
chiese, oltre agli ornamenti, delle altre cose; e farò  qui  un piccolo cenno delle principali, notandovi di che cosa
mondo l' interesse sospinge gli uomini a finzione esterna,  qui  gli spinge ad esterna sincerità, come la sola che ottenga
alla fine de' secoli. Non dà egli un tanto rallegrare  qui  in terra imagine del Cielo? In fatti la numerosità delle
misteri di predestinazione, e di Grazia. Considerato fino a  qui  quanto spetta a Cristo e a' doni suoi, succede la
Matrimonio e dell' Ordine. Non è mia intenzione di esporvi  qui  le dottrine de' Sacramenti, che trovate con ogni facilità
a conoscere quasi la storia stessa de' Sacramenti, e  qui  del Battesimo; e cercherete di osservare le figure, e le
parrebbemi assai convenevole e utile una cosa, che  qui  non voglio preterire. La Chiesa, per ricordare i fatti
a se stessi mi parve di raccorle sotto il titolo posto  qui  sopra del Contegno delle vergini , poichè la bella
questo l' abbassarsi: è scuola conforme alla dignità sua:  qui  troverà umiliato l' autore della purità, non pel fascio del
l' arte stessa o la professione della Vergine di Cristo,  qui  alcun poco è a parlare, soffermandoci principalmente a
sante le relazioni ed i mutui offizŒ del viver civile. E  qui  appunto, giacchè spesso da altri si trapassa, a me sarà
di nulla che sia peccato in sè medesimo; intendo sempre  qui  favellare degli atti indifferenti del vivere, e per sè
e che in tutto ama Dio, ben si dimostra al di fuori. Di  qui  anzi nasca la virtù della cristiana conversazione. E quale
di materia esclude quello di forma, e però di specie. Ma  qui  nasce la questione se nella specie astratta o nella specie
cognizioni intorno agli enti di un' assoluta verità (1). Di  qui  si vede quanto vana sia quella filosofia che asserisce
operare, e solo sapendo per argomentazione ontologica che  qui  la causa è equivoca al suo effetto, e sopra eminente. Dal
sociale è, nella massima sua parte, vita di riflessione. Di  qui  apparisce che, tolta dal mondo questa maniera di vita, gli
che si alterni incessantemente la veglia ed il sonno. E  qui  viene spontanea la domanda: qual uomo è che appetisce il
lasciata libera dall' attualità della vita diretta. E  qui  di nuovo ci piace osservare che, essendo la spontanea
come nel fine che cerca e brama di conseguire. Di  qui  accade che gli anelli precedenti, sui quali l' operazione
alcuni uomini si dimostrino più sagaci, ed altri meno. E  qui  conviene osservare come bene spesso accada che quegli
piuttosto misura e paragona il tutto col tutto. Sta appunto  qui  l' artificio secreto della sua prudenza: di separare quel
che gli è occasione di errore, e favorisce il vizio? E  qui  mi conviene far menzione d' un fatto che ho più volte
passa rapidamente senza fermarsi. Conviene nondimeno far  qui  un' osservazione. Il principio razionale nelle diverse
corporeo, benchè gli antichi errassero nel deificarlo. Di  qui  l' adorazione dei genii, degli angeli, che è quello che
sgombrarlo da sè e trovare la bramata soddisfazione (1). E  qui  si consideri che quello che noi abbiamo detto del cervello,
la fatica, che deve fare in ciò, limita il suo conato.  Qui  ritorna ancora la virtù formatrice, per la quale gli
sensitivo sulle immagini che stanno per eccitarsi,  qui  ha dunque una parte grandissima. L' atto dunque, col quale
del principio razionale è l' oggetto, perciò dobbiamo  qui  venire a trattare della regolarità oggettiva. Perchè dunque
accade nelle serie, ond' ella si rimane sempre limitata. E  qui  si disvela una terza ragione per la quale al principio
coll' ideale, dove stanno le regole delle cose; onde anche  qui  ricomparisce il sintesismo fra il reale e l' ideale. A
è quello che determina il vero piacere che gode l' uomo. Di  qui  anche l' operare contemporaneo e successivo dei varŒ
anzi inesausta, che non possiamo a meno di tornarci sopra  qui  in sulla fine, studiandoci di aggiungere qualche chiarezza
altre forze sensifere, o rendendo nulla una tale azione. E  qui  avverta il lettore che noi non intendiamo di entrare nella
le funzioni ed operazioni dei due istinti, gioverà porle  qui  sott' occhio dei lettori nella qui unita tavola. L' istinto
istinti, gioverà porle qui sott' occhio dei lettori nella  qui  unita tavola. L' istinto sensuale, non cercando altro
il che abbiamo detto non involgere contraddizione; e  qui  aggiungiamo che un tale dominio appartiene all' ideale
ed ancora ne seguirebbe l' immortalità. Ora poi giova  qui  volgere uno sguardo ai concetti di Brown. Quale relazione
in qualche modo alla eccitabilità di Brown; ma anche  qui  con una limitazione. Questa limitazione è simile a quella
dei fenomeni. Poichè qualunque altra maniera conosciuta fin  qui  di comunicare il movimento, è al tutto insufficiente a
della conciliazione o affermandola. Noi crediamo che anche  qui  la verità stia nel mezzo, cioè che una parte di quella
sempre in sulle ali dell' immaginazione. Laonde quanti fin  qui  desiderarono di trovare che la lotta del principio vitale
corpi non ancora organati che in quelli bene organati. Ma  qui  si presenta la questione: « come si può determinare la
non in un principio unico, e questo altresì sensitivo. Deve  qui  dunque chiamare la nostra attenzione quel consenso
cagionano loro rilascimento di corpo, vomiti, tossi, ecc.;  qui  il principio animale addolorato produce manifestamente quei
più organi per liberarsene; l' istinto sensuale anche  qui  opera colla sua mobilità avversiva, sottraendosi alla
appetitoso è provocata una secrezione abbondante di saliva;  qui  è l' immaginazione del sapore, che muove quell' attività
sensitivo opera movendo il sistema ganglionare. Fin  qui  abbiamo veduto il potere motore del principio sensitivo,
l' eccitamento continuo del sentimento fondamentale.  Qui  l' istinto vitale colla sua funzione eccitatrice è
divide le simpatie in cerebrali, ganglionari e miste . E  qui  osserverò essere un errore il credere che il sistema
del corpo si comunichino spesso a tutto il loro sistema. E  qui  si consideri la differenza che vi è tra due tessuti eguali
stata creata da Dio, le cui opere sono perfette. Insomma  qui  vi è una delle molte prove dell' originale decadimento, che
lo stesso il titillamento dell' ugola. Distinguasi anche  qui  l' opera dell' istinto sensuale dall' effetto conseguente
locali, e noi ne vedremo poco appresso la ragione. Ci basta  qui  avvertire che questa località, secondo l' intenzione della
la parte addolorata, quasi illudendosi; è da vedere anche  qui  se questo sia un vero errore, a cui soggiace l' istinto
colla naturale propensione del sentimento, è pena e dolore.  Qui  però conviene distinguere dal dolore la cessazione del
corso dipenda da un' azione dell' animale stesso. Anche  qui  il Tommasini si vede lottare manifestamente fra il sistema,
specie di operazione che ella ha già eseguita più volte. E  qui  si osservi ancora come la legge dell' abitudine passiva e
stessa, la quale perciò più contrattile si dimostra. E  qui  si rinviene un altro argomento atto a provare non doversi
vitale e dell' istinto sensuale, il quale noi chiameremo di  qui  innanzi corso zoetico . Che le leggi che l' uno e l' altro
dagli altri due elementi tende alla disorganizzazione;  qui  vi è una manifesta lotta col principio vitale, che ha già
attive a sollevare l' istinto sensuale alla sua azione. Di  qui  nello stato di sanità i temperamenti flosci, snervati,
flosci, snervati, linfatici, ed i temperamenti robusti. Di  qui  ancora la divisione delle malattie in acute e croniche ;
a cui non osta più l' attività del principio vitale (1). E  qui  mi conceda il lettore che a conchiusione delle cose dette,
precedenti, devono parere insufficienti i trattati fin  qui  pubblicati sopra sì importante argomento. L' arte di
di quella causa. Queste questioni non sono più vaghe;  qui  si sta rigorosamente sul terreno della scienza; il
fine sono fallaci. Esaminiamone alcune: I sintomi . -  Qui  è da rammentare quel tanto che fu detto contro la medicina
aumento di stimolo, provocato da quella stessa diminuzione.  Qui  è l' istinto sensuale che accresce la sua azione, tentando
sede dell' infiammazione, benchè dichiari che non si tratti  qui  di quella debolezza, che deve determinare il metodo
il metodo curativo (1). Questa distinzione, per dirlo  qui  di passaggio, già dimostra da sè il bisogno di distingure
contro la cagione irritante, che abbiamo descritta. Non è  qui  necessario, nè cade a proposito del nostro intento, il
universale di tutte le malattie, come dirò appresso. E  qui  troppo più innanzi potremmo spingere la descrizione dei
sulla efficacia dei rimedi. Ma ciò che più m' importa  qui  di osservare (perchè non cerco che d' indicare qual debba
armonico colla vegetazione universale del corpo (2). Ora  qui  si presentano alcuni quesiti: Deve sempre il medico
per isgagliardire il nemico e renderlo meno rovinoso. Fin  qui  va appunto la medicina sintetica. Ma la medicina analitica
significato diverso da quel che suonano le parole. Ricorre  qui  la distinzione, toccata di sopra, fra la robustezza
produca un processo di propria vegetazione. Io non voglio  qui  ricorrere agli effetti del freddo applicato ad una parte
dalle osservazioni precedentemente supposte. Anche  qui  tutta la fatica del raccogliere, accertare e classificare
della sanità, e tolga le morbose, o faccia il contrario.  Qui  giace una difficoltà smisurata, che in un Trattato dell'
sempre due cause, l' agente e il reagente . L' azione  qui  s' accompagna di continuo colla reazione , e lo stato del
di conoscere appunto lo stato del corpo che deve reagire; e  qui  tornano in campo la complicazione e le leggi arcane del
a prevedersi, se l' esperienza non lo dimostrasse? Di  qui  certamente, che il paziente e reagente, cioè il termometro
è fuori del sentimento, dall' altra è animata e sentita. Di  qui  deducevamo che l' azione del sentimento, e restringendo il
più forte di lui, una nuova malattia con cui lottare; e  qui  si rinnova uno dei tre indicati accidenti. Consistendo
chè coscienza fa sentimento, e sentimento fa forza. E  qui  si noti che quando la cagione per la quale si debilita l'
della località. Alla prima abbiamo risposto altrove, e  qui  ci basterà osservare che se il movimento nervoso venisse
un extrasoggettivo, e non più. La spiegazione data fin  qui  delle località è tratta dalla natura dell' animale; perciò
o acquista lo stimolo opportuno, che non aveva prima. Fin  qui  della località delle sensioni. Parliamo ora della località
e dalle leggi con cui operano questi sistemi (1). E  qui  basti. Chè questo libro delle leggi dell' animalità, dove
si fa una sola questione: se ecceda o difetti lo stimolo;  qui  finisce per non pochi la medica sapienza. L' antica
è la destinazione stessa dell' anima. Perchè dunque fermar  qui  il passo? Perchè chiudere questa opera, senza toccare il
parole degne di un oracolo, «gnothi seauton», io ti mando  qui  brevemente esposte le principali opinioni dei filosofi e
bensì di elementi, ma di una determinata maniera. E  qui  cade il sistema di quelli che la riposero nel sangue, fra i
la natura dell' idea tiene del divino. Noi esporremo  qui  estesamente le ragioni che ci addussero a questa
le cose. Ma mi sembra esser prezzo dell' opera l' esporre  qui  più estesamente la dottrina di Platone intorno alla doppia
e, per quanto a noi pare, efficacissima, così vogliamo  qui  fare altresì dell' argomento di Platone; pigliamo il fondo
da Alcimada si riferisce, dello stesso Parmenide (3). E  qui  udiamo come Siriano, commentatore di Aristotele, difenda
quasi materia . Aristotele e Temistio credono di trovarlo  qui  in contraddizione seco medesimo, non sapendo spiegare come
in universale non vi è nessun ente distinto e particolare.  Qui  si scorge ancora quanto sia mal fondata quella censura di
così sottile; era difficile intendere che ricorreva  qui  quella legge di sintesismo, che in tutta la natura si
riduce la natura dell' anima intelligente ed immortale. E  qui  ponendo modo a questa discussione, stimiamo bene di
soggiungendo immantinente: [...OMISSIS...] . Fino a  qui  noi abbiamo descritti da Platone l' identico e il diverso,
spacciarsene e rompere questa tela di ragno. Ora, io  qui  ho creduto di stendermi a ripetere ciò che ho detto tante
La coscienza, che non è coscienza, è il nulla . Già  qui  si scorge l' origine del nullismo di Hegel. Ma egli è ancor
atto, perfezione del corpo. Nè si può dubitare che  qui  si parli dell' intelletto, perocchè nel terzo libro
l' universale quiescente nell' anima esser cosa nuova, che  qui  introduce quasi di furto Aristotele, non l' unità dell'
sed secundum considerationem intellectus, secondo l' idea,  qui  considerat naturam aliquam, puta hominis, non respiciendo
dell' esperimento, se pure questo universale non si debba  qui  prendere pel concetto universale in atto) « est in anima
ecco il solito vano; ecco supposto quello che si cerca. E  qui  si scorge il vero fonte del sensismo di tutti i tempi, ed è
in mente che si potesse muovere cotal questione; eppure  qui  sta il tutto, qui sta quello su cui si disputa. Posto
potesse muovere cotal questione; eppure qui sta il tutto,  qui  sta quello su cui si disputa. Posto adunque lo stato della
agli ultimi astratti ed ai principŒ. Ma lasciando stare che  qui  non è spiegato come nasca l' idea della sostanza, perchè le
e non reale e particolare solamente. Io dovrei  qui  venire alla conclusione, riassumendo il modo onde
della stessa ispirazione; e la sua fallacità si dimostra  qui  appunto, ch' ella comincia dal supporre gratuitamente,
mai d' accompagnare i privati, secondo il costume anche  qui  delle sette ereticali: lettere artificiose, maldicenti
e da essa si posson dedurre tutte le altre, di cui  qui  noi non abbisogniamo. La conclusione adunque si è, che
dalla libertà del primo padre che lo commise. Sebbene noi  qui  non abbiamo veramente bisogno d' insistere sul senso del
bambini che nascono, checchè altri si cianci. E s' abbia  qui  il lettore, se ancor ne dubita, una sopraggiunta d' altri
del movimento peccaminoso di Adamo prevaricatore. Ma  qui  nasce una grave difficoltà. La mano non è veramente
e ciò perchè si suppone che non facciano atti di ragione. E  qui  si noti, non doverci noi far maraviglia, che alcuni autori
che libero! (4) Non credo io dover essere inutile il metter  qui  sotto gli occhi del lettore un brano del Petavio, nel quale
a questo un altro brano di Bajo; [...OMISSIS...] . Ora  qui  l' errore trovasi colla cattolica verità mescolato: questa
misericordia, che ne volea trarre per la redenzione). Or  qui  ricorre l' imputazione, e la pena dovuta alla colpa. Era
suprema ragione di tutti i mali della misera umanità (2). E  qui  potrei cessarmi dal parlare di ciò che dicono i nuovi
col Vannetti appunto avvenutogli: [...OMISSIS...] Abbiamo  qui  dunque il giudizio uniforme di tre dottissimi uomini del
morale costituisce il formale del peccato originale; e  qui  è dove S. Agostino ripone il reato della concupiscenza, la
ma non così, se si considerano diligentemente. Mi servirò  qui  nuovamente delle riflessioni che fa intorno a ciò Alfonso
che ci vogliono vendere per antico, e a provarlo esporrò  qui  il suo vero sentimento. Prova il De Rubeis a principio, che
e del corpo dall' altra in sull' anima. Di più, trattandosi  qui  di spiegare come il corpo sia vivo, e come sia morto,
non conosca le vostre faccie; e S. Agostino aggiungerebbe  qui  ancora, acciocchè la plebe cristiana non vi sputacchi, e le
della mente a Dio, era per essenza sua personale. Egli è di  qui  che s' intende ragione, perchè, restituita all' uomo nel
dell' anima dall' eguaglianza della giustizia (2). Ma  qui  gli avversarii ci fanno un mondo di obbiezioni, alle quali
da S. Bonaventura: [...OMISSIS...] , or non si ferma  qui  il santo, come gli Anonimi fanno, ma seguita:
questa adesione per ciò solo una deformità. S' avverta che  qui  si tratta di un male morale che sia tale per essenza, com'
questa è appunto una gran causa del lassismo in morale. VI  Qui  ritorna ancora, chi ben considera la questione circa i
di Cristo, necessariamente cade, notar dovendosi, che  qui  intendesi per ignoranza non una mera nescienza , ma un
. VII Queste ultime parole mi conducono a por  qui  una settima ragione che prova l' esistenza d' un male
. Se fosse vera la sentenza di questo autore, avremmo  qui  de' peccati necessarii in causa prossima. Io non di meno
demerita, ell' è un' opera volontaria; perocchè trattasi  qui  d' opere umane, d' opere ex sua natura buone e cattive
ora ad esaminare la seconda questione. Da tutte le cose fin  qui  ragionate evidentemente si dee conchiudere, che la risposta
atteggiamento per l' attraimento della carne; onde anche  qui  la causa prossima è necessitata; e il soggetto necessitato.
grazia del Salvatore sì necessaria agli uomini. Anche  qui  alcune cose sono di fede, altre appartengono alle opinioni
perdizione (benchè l' umano ragionamento d' alcuni resti  qui  quale alocco esposto al raggio solare); ed è pur di fede,
necessaria alla salvazione, [...OMISSIS...] . Ed anche  qui  la fazione de' nostri teologi detraendo alla grazia divina,
egli traduce il praecipue di S. Tommaso per, al più . Siamo  qui  obbligati di mandare il teologo a consultare il Dizionario.
modo, pel quale si sregola la volontà, [...OMISSIS...] . Ma  qui  si deve osservare, che se, dopo che l' uomo ha fatto un
così sformato, a cui nè pure giunsero gli eretici fin  qui  conosciuti. Diamone un chiaro esempio. Uno degli errori di
battesimo; perchè la volontà potenza superiore al senso è  qui  personale; e però quella, onde si dee desumere la
causa libera che l' ebbe addotta a sì trista necessità. Ma  qui  a proposito del consenso il nostro teologo crede di
di ciò la Chiesa ancora decise, che [...OMISSIS...] . Fin  qui  va la questione della dottrina generale. Dopo questa, viene
, e di concupiscenza de' non rinati . Appigliamoci anche  qui  alla guida di S. Tommaso. Egli distingue la giustizia
mortale ove gravi tentazioni gli si presentino (2). E  qui  sono da distinguersi più questioni. Primieramente dico, che
quello che insegna il sacrosanto Concilio di Trento. E  qui  sembrami poter giovare a chiarire le idee (giacchè per
lunga or diretta ora indiretta che poteron maggiore (1).  Qui  basti di rammentare i viaggi, gli stenti, le afflizioni,
par talora servire alla pietà, ma in ver la distrugge. E  qui  egli è già tempo di chiudere il nostro ragionamento. Prima
che mi è utile, e in questo sono da voi indipendente ». Ma  qui  si conviene sempre avvertire, che la stessa cosa potrebbe
carica nel governo, concorrendovi, peccherebbe. E conviene  qui  osservare la somma differenza tra le false religioni, per
L' opinione pubblica . - C' è obbligo di seguirla? anche  qui  noi domandiamo. Obblighi morali di nessuna sorta,
Autonomia, statevi dunque zitti, che il vostro sistema è  qui  tutto; non potete aggiungere una sola parola di più né una
distinte sì, ma quasi impercettibilmente tra loro: e di  qui  conseguentemente la necessità de' Concordati (1). Ma da
non meno che la Religione piemontese, resero vani fin  qui  gli sforzi di questi incivilizzatori del giusto mezzo. Fra
è assolutamente e non già relativamente cosa sacra. Ma  qui  entrano in campo i signori del giusto mezzo con nuovi
la dà non meno esplicita in queste parole: [...OMISSIS...]  Qui  il ministro vuole che nessuno sia costretto, né impedito a
è una legge di privilegio per gli increduli. Noi ripeteremo  qui  solo una osservazione, e questa si è, che quel definire la
il divorzio e che lo condannano. I legisti ricorreranno  qui  probabilmente al male inteso e mal applicato princìpio
ci proponiamo di trattare a parte in un' altra questione.  Qui  ci basta di riconvenirli, che non fu dunque il princìpio
unico senso, rendendoli intelligibili alle moltitudini sin  qui  corbellate. Quando il popolo stesso intenderà il
civili debbono essere uniformi per tutti i cittadini; e  qui  del pari resta indeterminato di quale uniformità si parli.
con le sue leggi ne' più cari interessi di lei, e  qui  solo tutt' ad un tratto gli nascerà scrupolo di non forse
così pazza, come pretendere che ve la cedano tutta. E sta  qui  appunto un altro pregiudizio di certi civili legislatori:
vizio all' incontro è ciò che la legge morale condanna. Ma  qui  nasce un dubbio, che è quello che complica la questione e
annoda gli uomini in Dio, non videro quello che li annoda  qui  sulla terra nell'umanità. Poco importava la serie delle
o altre simili istituzioni, hanno detto agli operai: recate  qui  il vostro soldo: economizzate: astenetevi da ogni eccesso
esserne il Protettore ed il Presidente dell' Ascrizione. E  qui  debbo rendere a Monsignore i miei vivi ringraziamenti per
altresì ed umana, ed utile fin anco alla vita presente. E  qui  l' insegnamento della storia greca, romana e patria,
mi recò la lettera di Phillipps, che me lo raccomandava,  qui  a Stresa, e mi duole di non aver avuto occasione di
le tradizioni occidentali. 2 Le parole di Gesù Cristo: «  qui  vos audit, me audit »; le quali furono costantemente intese
sè l' adempimento compiuto delle parole di Gesù Cristo: «  Qui  vult venire post me, abneget semetipsum »; quindi ella ha
a guarire le loro miserie e le loro infermità spirituali.  Qui  certo conviene che la carità del pastore sia ingegnosa ed
[...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.49 Ho ricevuto  qui  in Albano una lettera del caro Gilardi in data del 4
e dal Cardinale Tosti, il quale ha la bontà di ospitarmi  qui  in Albano, ma nè l' uno nè l' altro di questi possono cosa
per le ragioni stesse che voi dite, io mi devo trattener  qui  fino che non mi sia noto espressamente il volere del Santo
poi voi vediate chiaramente tutto ciò che è avvenuto fin  qui  in questo affare, vi mando copia della relazione che ne ho
ritorno. Potreste forse sbarcare a Napoli, e di là recarvi  qui  meco, il che mi sarebbe di grande consolazione. Ma tutto si
lo avea dispensato. Così stavano le cose quando ricevetti  qui  in Albano il veneratissimo suo foglio del 12 corrente,
la mia coscienza non mi rimprovera nulla: « Deus autem est  qui  iudicat ». Quando siamo umiliati, umiliamoci ancor più e
carissimo amico Gustavo. Con sommo dolore debbo dire che  qui  le cose non procedono come si desidererebbe, nè lo spirito
ai nostri Predicatori, e che ha per titolo: « Guide de ceux  qui  annoncent la parole de Dieu (Chambéry, Puthod, 1.29) »: è
lui e con lui quello che egli faceva e che fa tuttavia, «  qui  sedens ad dexteram Patris interpellat pro nobis ». Non
che vi porto in Cristo, com' è mio debito, farà che di  qui  avanti io tenga gli occhi aperti specialmente sopra di voi,
Rendendo piena giustizia alle sue intenzioni, mi si offriva  qui  all' animo spontanea la domanda; se non sarebbe naturale,
nè oscuramente, ma precise e bene determinate, e vale anche  qui  il proverbio: patti chiari e amicizia lunga ; 5 Il
affetto che ha per voi la sua sollecitudine. Badate che  qui  non ci sia nascosto dell' amor proprio, il quale noi
i limiti delle sue forze e della sua possibilità; ed anche  qui  non si potebbe ragionevolmente desiderare di più; Che
le saette si spuntano, consoliamoci in quelle parole: «  qui  perseveraverit usque in finem, hic salvus erit », e in
senza intermissione: preghiamo fino che otteniamo: « Omnis  qui  petit, accipit; et qui quaerit, invenit; et pulsanti
fino che otteniamo: « Omnis qui petit, accipit; et  qui  quaerit, invenit; et pulsanti aperietur ». Nell' orazione
del suo aiuto, ed anzi si trova scritto: « Beatus vir,  qui  suffert tentationem: quoniam cum probatus fuerit, accipiet
che si volesse dedurre dal diritto signorile. Ma io parlo  qui  d' una società civile e non d' una società signorile. Io
teocratica ecc.. Noi non abbiamo bisogno d' estenderci  qui  ad enumerarle, avendolo già fatto precedentemente nella
ben anco ne' governi costituzionali e repubblicani che fin  qui  si conoscono, se è fatto bene, rende le disposizioni
dalla Amministrazione sociale ed accresciuto. Mostrò  qui  la necessità di ciò e l' equità della cosa; perocchè in tal
fine che è insieme la prima legge del codice della natura.  Qui  fece una forte declamazione contro quelle nazioni mezzo
e non debiti che fossero a lor pagati. 1) Se dunque fin  qui  i proprietari non ebbero che un dovere d' umanità verso gl'
modalità all' incontro dei medesimi viene posta in comune e  qui  si cerca chi debbe comporre quest' amministrazione in
quali si considerano come liberi. Tutti questi diritti  qui  però si tralasciano, perciocchè in quanto fossero posseduti
sforzare i proprietarŒ a pagare per essi; perchè non è  qui  di beneficenza che si tratta, la quale è volontaria, ma di
di proposito trattazione. Ciò che fu detto, e che fu fin  qui  accordato dalla Assemblea, diede la via alla Commissione di
potere. Dopo ciò la Commissione, riassumendo quanto fin  qui  aveva fatto l' Assemblea, propose alla medesima la seguente
di voti. La forma di questo Tribunale, per non dilungare  qui  il leggitore dall' idea generale della società civile
la reale possibilità del medesimo. Intanto anche le basi  qui  dettate sono tali, pare a noi, a cui non si può ripugnare,
e con quattro nella prima; e ciò che rimarrebbe anche  qui  non rappresentato sarebbero le sole lire cinquanta.
sopra sè stessi. E non fa però meraviglia, se fino a  qui  solo delle incerte traccie si ravvisino essere state di
senso di Leibnizio preferisce questo all' altro piano. 1) E  qui  è osservabile nuovamente il progresso che aveva
sospetta. 1) Fra tutti i concepimenti politici fin  qui  fatti dagli scrittori o dai Principi, quello che più si
che i particolari non vanno giammai d' accordo fra loro: e  qui  trattasi appunto di difendersi contro la ragione
le antiche istituzioni, e getta lo stato nell' anarchia.  Qui  finisce la storia della Società in Francia: la quale ha due
la storia delle Società civili, la quale dimostra il fatto  qui  sopra indicato; cioè che non solo la ricchezza territoriale
promessa, resteranno vilmente a casa; onde le promesse che  qui  tutti siete disposti a fare saranno inutili, se il vostro
ben anco ne' governi costituzionali e repubblicani che fin  qui  si conoscono, se è fatto bene rende le disposizioni
qualunque sieno le altre condizioni delle persone  qui  non vanno per nulla curate: quelli che più sanno fare
che si volesse dedurre dal diritto signorile. Ma io parlo  qui  d' una società civile e non d' una società signorile. Io
teocratica ecc.. Noi non abbiamo bisogno d' estenderci  qui  ad enumerarle, avendolo già fatto precedentemente nella
ben anco ne' governi costituzionali e repubblicani che fin  qui  si conoscono, se è fatto bene, rende le disposizioni
dalla Amministrazione sociale ed accresciuto. Mostrò  qui  la necessità di ciò e l' equità della cosa; perocchè in tal
fine che è insieme la prima legge del codice della natura.  Qui  fece una forte declamazione contro quelle nazioni mezzo
e non debiti che fossero a lor pagati. 1) Se dunque fin  qui  i proprietari non ebbero che un dovere d' umanità verso gl'
modalità all' incontro dei medesimi viene posta in comune e  qui  si cerca chi debbe comporre quest' amministrazione in
quali si considerano come liberi. Tutti questi diritti  qui  però si tralasciano, perciocchè in quanto fossero posseduti
sforzare i proprietarŒ a pagare per essi; perchè non è  qui  di beneficenza che si tratta, la quale è volontaria, ma di
di proposito trattazione. Ciò che fu detto, e che fu fin  qui  accordato dalla Assemblea, diede la via alla Commissione di
potere. Dopo ciò la Commissione, riassumendo quanto fin  qui  aveva fatto l' Assemblea, propose alla medesima la seguente
di voti. La forma di questo Tribunale, per non dilungare  qui  il leggitore dall' idea generale della società civile
la reale possibilità del medesimo. Intanto anche le basi  qui  dettate sono tali, pare a noi, a cui non si può ripugnare,
e con quattro nella prima; e ciò che rimarrebbe anche  qui  non rappresentato sarebbero le sole lire cinquanta.
sopra sè stessi. E non fa però meraviglia, se fino a  qui  solo delle incerte traccie si ravvisino essere state di
senso di Leibnizio preferisce questo all' altro piano. 1) E  qui  è osservabile nuovamente il progresso che aveva
sospetta. 1) Fra tutti i concepimenti politici fin  qui  fatti dagli scrittori o dai Principi, quello che più si
che i particolari non vanno giammai d' accordo fra loro: e  qui  trattasi appunto di difendersi contro la ragione
le antiche istituzioni, e getta lo stato nell' anarchia.  Qui  finisce la storia della Società in Francia: la quale ha due
la storia delle Società civili, la quale dimostra il fatto  qui  sopra indicato; cioè che non solo la ricchezza territoriale
promessa, resteranno vilmente a casa; onde le promesse che  qui  tutti siete disposti a fare saranno inutili, se il vostro
ben anco ne' governi costituzionali e repubblicani che fin  qui  si conoscono, se è fatto bene rende le disposizioni
qualunque sieno le altre condizioni delle persone  qui  non vanno per nulla curate: quelli che più sanno fare