Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: predicato

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alla prigione, all'esilio, per migliorarla? Dopo avergli  predicato  per tutte le vie che lo scopo della vita è il benessere ,
intuizione intellettiva dovesse essere necessariamente un  predicato  . Distinse dunque la sostanza prima dalla sostanza seconda
predicare tanto d' un reale, quanto d' un ideale: onde il  predicato  era sempre ideale, ma il subietto poteva essere tanto
predicazione, l' una, in cui tanto il subietto quanto il  predicato  sono entità mentali o ideali, l' altra in cui il subietto è
mentali o ideali, l' altra in cui il subietto è reale e il  predicato  ideale. Così in questa proposizione: « questo era vino e
implicita una predicazione tra un subietto mentale (2) e un  predicato  ideale, poichè il subietto « questo », non è un reale
sono varie; e alcune sono relative ad altre, come l' ente  predicato  del quanto, del quale e del relativo, si riferiscono all'
quanto, del quale e del relativo, si riferiscono all' ente  predicato  della sostanza, e significano passioni di questa. L'
è l' ente stesso primitivo e divino. L' ente dunque  predicato  e partecipato è universale e comunissimo, e però anche la
prima non tratti dell' essere come predicato, perchè come  predicato  è universale, e s' incorre nell' obbiezione accennata,
significazioni equivoche o relative, sarà egli l' ente un  predicato  , quando Aristotele nega assolutamente, che ciò che è
Ma è necessario, che noi vediamo come l' essere possa esser  predicato  . Poichè se attentamente si considera ben si vedrà, che
mantenuta costantemente. Se dunque si domanda se l' essere  predicato  d' ogni cosa è universale, si dovrà rispondere di sì avanti
dopo la predicazione sia ente compiuto , conviene che sia  predicato  della sostanza reale ; e tuttavia non è meno vero che
non si possa dire più semplicemente ente, come quand' è  predicato  dell' accidente? La ragione di ciò si è che avanti la
si compongono dal nostro intendimento coll' attribuire un  predicato  ad un subietto « « il vero è il toccare e il dire »(3) ».
[...OMISSIS...] . Componendo, la mente fa uno del  predicato  e del subietto, [...OMISSIS...] (2). Anche le cose che sono
l' essere di tutti questi enti, sembra che l' essere sia un  predicato  universale: ond' anche l' essere e l' uno furono chiamati
le cose ed atto per sè essente; e dall' altra si trovi  predicato  universalissimo de' generi, delle specie e degli individui
non si predica; chè l' essere assolutamente preso come  predicato  involgerebbe contraddizione. In fatti di che si
, l' essere ideale determinato, dove già il subietto ed il  predicato  sono idealmente congiunti. Tutto questo è nel mondo ideale.
per Aristotele è ciò che si predica d' una materia (1) e il  predicato  non esiste senza il subietto. Per vedere quante diversità
e che egli stesso non si predica. Il subietto e il  predicato  sono relativi, e l' uno non istà senza l' altro, onde
una composizione di materia, - subietto - e di forma -  predicato  - (1). Parliamo delle sole forme o essenze sostanziali,
katholu:» poichè talora lo considera manifestamente come un  predicato  , e allora dice, che non può esistere separatamente, perchè
concede l' esistere separata (2). In tal caso non è più il  predicato  d' un altro subietto, ma è l' essere della cosa stessa.
e sotto questo aspetto ella stessa diventa predicato, e  predicato  universale, perchè si può predicare di più materie,
e in quant' è antecedente non è predicato, perchè il  predicato  è relativo e contemporaneo ed anzi posteriore al subietto
davvero ente, secondo Aristotele, si adopera anche come un  predicato  universale accomunato a tutte le categorie. Quando dunque
in questo ci fosse, già ci sarebbe anche nell' uno, chè il  predicato  diverso è reciproco (1). Di poi dimostra, che l' uno non
i quattro « predicati massimi, ne' quali non c' entra il  predicato  dell' uno, perchè rimane unito all' ente contrapposto a
uno della prima ipotesi del Parmenide): esso non può esser  predicato  di nulla, e però non è una qualità generica, un genere. Il
per altro: il predicarsi per accidente, è quando « il  predicato  è un accidente del subietto ». Ma questo predicato
« il predicato è un accidente del subietto ». Ma questo  predicato  accidentale può convenire al subietto per sè, e può
è predicarsi per sè. Si predica essenzialmente, quando il  predicato  costituisce tutto o parte dell' essenza del subietto; e
in due modi, poichè: 1 o il subietto è reale, e allora il  predicato  è un equivalente; 2 o il subietto è dialettico, e allora il
è un equivalente; 2 o il subietto è dialettico, e allora il  predicato  non è un equivalente del subietto in senso preciso, ma del
ma del subietto in senso composto, nel qual caso può il  predicato  essere una sostanza o un subietto reale, come: « chi ride è
tutte le relazioni nazionali, come la congiunzione di un  predicato  ad un soggetto dialettico, la qual congiunzione non si fa
del sapiente, e se voglio determinare un altro essere col  predicato  della sapienza; io debbo prendere la sapienza in genere, e
colla formola A .uguale . A, chiamando l' uno degli A  predicato  , l' altro soggetto . Dunque quest' oggetto è molteplice.
forma del giudizio, che è l' unione che fa la mente del  predicato  col subietto: e vuol dire, che se il predicato nel fatto si
la mente del predicato col subietto: e vuol dire, che se il  predicato  nel fatto si compone col subietto, la cosa è così come s'
affermato. Ma dove non c' è composizione di subietto e di  predicato  come nelle specie?... Domanda dunque in queste cose
specie; la prima quando le cose non si compongono, cioè il  predicato  non si affà al subietto, o anche è impossibile che si
dunque tutto per Aristotele materia e forma (subietto e  predicato  nell' ordine dialettico), quello che si dice dell' ultima
seco stesso: « qualche cosa esiste », perchè in esso il  predicato  è l' esistenza , che non viene dall' esperienza, ma che è
volte tornò gradevole al mio palato, io posso unire il  predicato  buono coll' oggetto da me veduto, pronunziando il seguente
non si dà, se non in un essere il quale intuisca il  predicato  da sè solo (astratto), e poi lo congiunga al soggetto, cioè
e poi lo congiunga al soggetto, cioè a dire vegga lo stesso  predicato  in un soggetto. Appartiene adunque al terzo ordine d'
ad analizzare anche il grado, onde l' ente partecipa del  predicato  che noi gli attribuiamo; onde possiamo distinguere la
luogo al terz' ordine ogni qualvolta a quello stadio il  predicato  non è ancor formato nella mente umana, o non è formato il
devo pensare in qualche modo questa cosa, a cui applico il  predicato  di esistenza, e questo mio pensiero della cosa è come il
esistenza alla cosa così idealmente concepita, siccome un  predicato  a un soggetto. Ma è da notarsi la differenza somma che
soggetto nel giudizio:« esiste Dio«. La seconda riguarda il  predicato  espresso nella parola« esiste «; ed è la seguente. Quando
noi affermiamo Dio esistere, ed è che in questo giudizio il  predicato  e il soggetto si identificano ; perocchè il concetto ideale
giudizio, è ancora ideale , e quell' essere , che forma il  predicato  si pone reale ; sicchè il dire:« Dio esiste«; torna a un
[è] assurdo e contradditorio il dare all' essere il  predicato  di non essere. Quindi egli è necessariamente immutabile e
una sola parola indicato quello che tutta l' antichità ha  predicato  con molte; e abbiamo ridotto alla formola più precisa e più
ella è un giudizio, è l' unione che fa la mente d' un  predicato  e di un subbietto, d' un subbietto però che non è tale
è costruito come predicato, e quanto si costruisce come  predicato  non si usa di anteporre l' articolo. Usata la parola Dio
più che l' ente stesso; anzi il vero valore di quel  predicato  è questo, che per esso s' impedisce di trovarsi nell' ente
e però in quei giudizi, nei quali la convenienza del  predicato  e del soggetto non è necessaria ed evidente, come non suol
Non potendosi adunque in questa maniera di giudizi unire un  predicato  con un soggetto, senza avere una ragione straniera che a
ragione straniera che a ciò determini la mente, oltre il  predicato  ed il soggetto, forza è che intervenga un terzo elemento
il senso non è una ragione sufficiente di applicare un  predicato  ad un soggetto, se egli stesso non sia prima percepito
tostochè se ne concepiscono i termini, dei quali il  predicato  è contenuto nella ragione del soggetto (giudizi analitici);
che tirano seco i più enormi delitti in morale: chi ha  predicato  quelli si è reso colpevole anche di questi. Così il Sig.
orrori della rivoluzione, frutto dei principii che avea  predicato  in tutta la sua vita, di sostenere ancora il suo tuono di
che tirano seco i più enormi delitti in morale: chi ha  predicato  quelli si è reso colpevole anche di questi. Così il Sig.
orrori della rivoluzione, frutto dei principii che avea  predicato  in tutta la sua vita, di sostenere ancora il suo tuono di
avea la salute, così questo al Nuovo si avviene, in cui è  predicato  il sanatore dell' umana infermezza, e l' inventore della
sì un' idea, e perciò un universale. Ma come viene egli  predicato  questo universale di ciò che è particolare, di ciò che cade
distinzione che fanno i logici circa la predicazione di un  predicato  a subbietti diversi (3). c ) Che mediante la definizione