idea? Così l' idea del colore non si ha se non dopo essersi | percepito | il colore. - Il fatto è verissimo, ma si tratta di |
Gioberti e il panteismo -
|
in noi, operiamo anche noi stessi. Egli è vero che dopo | percepito | il reale co' sensi, noi ne abbiamo l' idea; ma posciachè in |
Gioberti e il panteismo -
|
parte dell' anima; sia pure che le immagini del reale | percepito | restino in noi fedelissime. Basteranno queste sole a farci |
Gioberti e il panteismo -
|
e nuova. Attendete. Supponiamo che dopo aver noi | percepito | un ente reale, e dopo averne ritenuto lungamente le |
Gioberti e il panteismo -
|
che ci rimanesse la persuasione fermissima d' aver veduto e | percepito | in un dato tempo, e in un dato luogo una certa cosa di cui |
Gioberti e il panteismo -
|
reale non è interamente perita; conosciamo ancora d' aver | percepito | un ente reale, e ne sappiamo assegnare il tempo e il luogo. |
Gioberti e il panteismo -
|
io penso un ente; ma poichè io non l' ho menomamente | percepito | col sentimento, egli è per me un ente che non so come sia |
Gioberti e il panteismo -
|
l' esistenza e l' attualità: l' essere reale da noi | percepito | è mutabile e modificabile, appunto perchè misto di potenza |
Gioberti e il panteismo -
|
quanto l' elemento reale de' contingenti in Dio stesso | percepito | da noi, com' egli pretende, per un naturale intuito, di |
Gioberti e il panteismo -
|
mero complesso di sensazioni, ma un complesso di sensazioni | percepito | e inteso coll' intendimento nostro, vediamo allora che c' |
Principio supremo della metodica -
|
ossia il termine della sua operazione. E l' oggetto | percepito | dal bambino la prima volta gli si varia d' innanzi al |
Principio supremo della metodica -
|
il pensiero della loro reale sussistenza. Se io ho | percepito | una melagrana, mi resta poi la memoria della mia |
Principio supremo della metodica -
|
in cui il soggetto sensitivo e volitivo vuole l' oggetto | percepito | senz' averlo giudicato bono, ma solamente per averlo |
Principio supremo della metodica -
|
ma ancor quella di primo ordine; il vocabolo non è | percepito | egli stesso se non come un elemento sensibile che entra |
Principio supremo della metodica -
|
e dietro il giudizio . Il sentimento , fin che non viene | percepito | dall' intelletto, non ha che una esistenza soggettiva. Vi |
Principio supremo della metodica -
|
ha che una esistenza soggettiva. Vi avrebbe dunque nel bene | percepito | dal fanciullo un elemento soggettivo doppio, cioè la |
Principio supremo della metodica -
|
ancora, nè ubbidiva; ma ammirava ed amava. Egli aveva | percepito | degli esseri intelligenti e belli oggetti della sua |
Principio supremo della metodica -
|
quest' altra: « Quando un essere intelligente che n' abbia | percepito | un altro, cedendo alla legge della sua natura abbia ammesso |
Principio supremo della metodica -
|
e che non potrebbe percepir le cose senza aver prima | percepito | se stesso. Ma queste supposizioni gratuite non reggono all' |
Principio supremo della metodica -
|
cose cognite, senza che di quella cosa incognita io abbia | percepito | o sentito di più di prima. Al secondo ordine d' |
Principio supremo della metodica -
|
questa identità non si può intendere se non dopo d' aver | percepito | intellettivamente quel sentimento sostanziale7operante: e |
Principio supremo della metodica -
|
ordine ad osservare che il principio agente sentito e | percepito | è il medesimo ne' due tempi, là dove le azioni di questo |
Principio supremo della metodica -
|
non ha limiti, ma nè pur quasi esiste: perocchè non avendo | percepito | che alcuni esseri, egli non vede che quegli soli, che a lui |
Principio supremo della metodica -
|
un ente, ma ancora suppone sempre che l' ente | percepito | sia il più perfetto ed assoluto, che egli possa concepire |
Principio supremo della metodica -
|
di naturale corruzione. Ma da quel punto che l' uomo ha | percepito | sè stesso, incontanente in lui avviene un cangiamento |
Principio supremo della metodica -
|
più tempi, quando di sè non l' ha ancor percepita: non ha | percepito | sè stesso in un tempo solo alla volta; e però in un tempo |
Principio supremo della metodica -
|
a due condizioni: 1. a condizione che col senso n' abbiamo | percepito | il modo reale ; e 2. che coll' intelletto ne abbiamo |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
noi passiamo dunque ad avere il modo ideale ? Onde ci vien | percepito | questo modo ideale dell' essere? Da quale uscio entrano le |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
piastrella; non altrimenti appunto ad ogni essere reale | percepito | col senso risponde una porzione dell' essere ideale che sta |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
sè stesso è privo di consapevolezza, non potrà egli essere | percepito | da noi, essere illustrato con un atto secondo del nostro |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
che si dà a ciò che quel sentimento soprannaturale ha | percepito | di Dio (3) e forma un tale assenso il secondo elemento , |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
dell' essere . Ho dimostrato ancora che l' essere, ove sia | percepito | solo inizialmente , prende il nome di idea dell' essere o |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
anche reali, ossia sensibili. Che se l' essere stesso viene | percepito | non solo inizialmente , ma finitamente , questa percezione |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
contrassegniamo quell' essere con ciò che di lui abbiamo | percepito | co' sensi nostri. Prima cioè della operazione nostra |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
cioè della operazione nostra intellettiva, noi non abbiamo | percepito | dell' essere se non ciò che fu da lui operato nei nostri |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
in sè, come uno degli esseri. Tutto ciò adunque che abbiamo | percepito | non è l' essere, come tale, ma delle appartenenze, delle |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
non ha prezzo alcuno se non a una condizione, che egli sia | percepito | da una intelligenza, dalla quale possa essere apprezzato. |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
operare dello Spirito, mediante la riflessione sul Verbo | percepito | dall' uomo santo direttamente, viene espresso ancora dalle |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
secondo il santo Dottore, che essi abbiano conosciuto e | percepito | che egli è da un altro. Checchè abbiano conosciuto prima di |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
numero di idee, ma nessuna di esse è Dio, in nessuna ha | percepito | la divina natura, tutte queste idee non gli dànno che |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
o termine adunque che non è Dio e che viene sentito e | percepito | dall' uomo, questo è ciò che sta fra lui e Dio; e sebbene |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
sè stesso agli uomini, fino a tale che questi avrebbero | percepito | coll' intendimento la stessa divina essenza; nè, mentre l' |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
prima e elettiva propria del soggetto, togliendosi dal bene | percepito | anche soprannaturalmente e violentandosi alla finzione del |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
|
(1). Le località dunque appartengono al corpo | percepito | in modo extrasoggettivo e fenomenale. Ma dopo che noi |
Psicologia Vol.III -
|
modo extrasoggettivo e fenomenale. Ma dopo che noi abbiamo | percepito | in tal modo le località nel corpo extrasoggettivo, le |
Psicologia Vol.III -
|
esteriore. Le località dunque si riferiscono a questo corpo | percepito | così nelle nostre sensioni, e contemplato nelle nostre |
Psicologia Vol.III -
|
mano, che non esisterebbe per noi. Solo allorquando abbiamo | percepito | il corpo nostro come un solido rivestito di superfici |
Psicologia Vol.III -
|
un predicato ad un soggetto, se egli stesso non sia prima | percepito | dall' intelletto; e quindi il giudizio, anche più semplice |
Psicologia Vol.III -
|
risponda l' estensione extra7soggettiva, che è nel corpo | percepito | dai sensori esterni, e che questa si percepisca per quella |
Psicologia Vol.III -
|
movimento dei corpi non potrebbe in alcun modo essere | percepito | dall' anima; anzi neppure esisterebbe, perocchè il |
Psicologia Vol.III -
|
si trova nel Codice Ambrosiano. L' ente7reale7sensibile, | percepito | dall' intendimento, è l' oggetto, su cui si esercita l' |
Psicologia Vol.III -
|
E prescindendo dall' errore capitale di sostituire il reale | percepito | al reale puro, entrambi avevano ragione; perocchè da una |
Psicologia Vol.III -
|
che fanno riporre l' attenzione all' oggetto sensibilmente | percepito | e al suono contemporaneo alla percezione. Così quando la |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
|
mente la parola papà legata insieme col sembiante di lui | percepito | dagli occhi suoi e accompagnato dal complesso di tutte le |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
|
espresso, un composto di terra, dovendo essere un oggetto | percepito | dalla mente ed espresso con quel nome in quel modo appunto |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
|
di quell' oggetto: no, è vero che noi crediamo di averlo | percepito | tutto e fedelmente; questo è un errore comune (1). In |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
|
è un errore comune (1). In quella vece noi non abbiamo | percepito | dell' oggetto se non quel tanto che la capacità del nostro |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
|
che Iddio solo vede e punisce. Ora questo Dio non era | percepito | vivamente nella sua santità, e come giudice spirituale, ma |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
|
dell' uomo già incorporato con Cristo, nel quale Cristo | percepito | occultamente, e non nel suo corpo naturale nè glorioso, è |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
in quelli dell' amore. Ora dal Verbo oggettivamente | percepito | può promanare in qualche modo lo Spirito: ma l' effetto di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
primo e sostanziale, vede il reale, cioè il sentito e | percepito | sensitivamente, nell' ideale; chè ogni reale sentito segna |
Sulle categorie e la dialettica -
|
non viceversa. Così, quando la mente in un individuo da lei | percepito | distingue ciò che è proprio, ciò che è specifico, e ciò che |
Sulle categorie e la dialettica -
|
che si possa concepire il diverso di Platone; lo spazio | percepito | come un termine diverso dall' anima, consociato a un |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|