Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: oggetto

Numero di risultati: 29 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1
«4») Perocché egli è un verissimo  oggetto  dell' intendimento, e ciò che è oggetto dell' intendimento
egli è un verissimo oggetto dell' intendimento, e ciò che è  oggetto  dell' intendimento senz' altro dicesi idea o essere ideale,
che nulla. Quest' essere che non ha realità, ma è puro  oggetto  dell' intendimento si conosce per via d' intuizione ,
di non conoscer niente, se non conosce tutto affatto nell'  oggetto  di sue ricerche! Questi non sarà mai soddisfatto, colpa la
nella idea che dalla mente si contempla, e che per questo  oggetto  interior della mente piace la materia esteriore, come
le mani alla testa; giacchè le sole mani hanno per loro  oggetto  il reale, come la mente ha per oggetto suo l' ideale. Il
mani hanno per loro oggetto il reale, come la mente ha per  oggetto  suo l' ideale. Il reale dunque nelle opere delle arti belle
la mente. E chi non sa che l' atto è sempre distinto dall'  oggetto  e scopo dell' atto? Altro è l' atto con cui io scrivo, e
qual' è la parte unica che si può attribuire all'  oggetto  reale nell' acquisto delle nostre idee? Niun' altra se non
coll' altra; benchè entrambi convenissero in un  oggetto  medesimo, sarebbero due essenze diverse. Sia pur dunque la
ben si considera non è altro, se non che lo spirito vede un  oggetto  possibile, e in qualche modo lo sente, ma sentendolo non
nello spirito non entra nè punto nè poco a costituire l'  oggetto  intuito, cioè l' idea di cui questa è appunto la natura, d'
intuizione dell' ideale ha per sua propria natura che dall'  oggetto  intuito s' escluda il sentimento che l' intuente può avere
che nell' ideale non possiamo vedere. Si prenda dunque un  oggetto  reale qualunque; sia un uomo. Nell' uomo reale io distinguo
secondo la testimonianza del senso comune è identico l'  oggetto  della cognizione, sia egli ideale o reale. Ma nella
essenza che l' ideale rivela allo spirito. Questo è l'  oggetto  propriamente conoscibile per se stesso. Ma che differenza
e il reale fuori dell' idea è il medesimo reale in atto. L'  oggetto  dunque è il medesimo ma è diverso il modo col quale egli è.
, il che basta affinchè si possa concepire quello che è. L'  oggetto  adunque della cognizione si conosce tutto nella potenza, se
essa abbiamo cognizione perfetta; e l' essere il medesimo  oggetto  ridotto all' atto non aggiunge nulla alla sua cognizione.
poichè l' essenza conoscevasi già nell' idea. Non è un  oggetto  nuovo, poichè l' oggetto scorgevasi nell' idea. Che cosa è
già nell' idea. Non è un oggetto nuovo, poichè l'  oggetto  scorgevasi nell' idea. Che cosa è dunque? - E` un'
Che cosa è dunque? - E` un' attuazione di quello stesso  oggetto  che nell' idea s' intuiva; è l' atto di ciò che prima si
essa e che perciò appunto si chiama reale . - Ma egli non è  oggetto  della mente, poichè se fosse oggetto già sarebbe contenuto
. - Ma egli non è oggetto della mente, poichè se fosse  oggetto  già sarebbe contenuto nell' idea, dove l' oggetto è
se fosse oggetto già sarebbe contenuto nell' idea, dove l'  oggetto  è perfetto a tale che nulla vi si può aggiungere. Rimane
entrare punto nè poco a costituire la parte conoscibile, l'  oggetto  proprio della cognizione. Ma in tal caso si potrà dire con
di che cognizione si parli. Egli non può aver natura di  oggetto  della mente, no, come risulta da quanto abbiam detto; non
di schiarimento. Che cosa vuol dire affermare che un dato  oggetto  della mente sussiste? Vuol forse dire acquistare la notizia
di quell' oggetto? No, poichè non si può affermare che un  oggetto  sussista, se l' oggetto già non si conosce precedentemente,
poichè non si può affermare che un oggetto sussista, se l'  oggetto  già non si conosce precedentemente, come abbiam veduto che
non l' avesse sentito mai nominare. Affermare dunque che un  oggetto  sussiste, è quanto dire a se medesimo, che quell' oggetto
oggetto sussiste, è quanto dire a se medesimo, che quell'  oggetto  che si conosce pienamente (come qui noi supponiamo), che si
come noi abbiamo osservato; dunque affermare che un  oggetto  sussista è affermare che v' ha qualche cosa fuori dell'
sussista è affermare che v' ha qualche cosa fuori dell'  oggetto  ideale della mente, qualche cosa che non è l' oggetto
dell' oggetto ideale della mente, qualche cosa che non è l'  oggetto  ideale della mente, e di cui nell' oggetto si conosce
che non è l' oggetto ideale della mente, e di cui nell'  oggetto  si conosce appieno la natura. Ma come posso io sapere, che
appieno la natura. Ma come posso io sapere, che fuori dell'  oggetto  ideale vi ha qualche cosa? Certo io nol potrei dire se io
che la realità, come tale, entri a formare l'  oggetto  della mente. Ma questa specie di cognizione, benchè sembri
nell' identità del medesimo essere; il qual diventa unico  oggetto  dello spirito intelligente. Questo ricongiungimento dei due
essere sotto i due suoi modi, l' ideale e il reale. Ma l'  oggetto  che si conosce, e l' oggetto che si afferma sussistente, è
l' ideale e il reale. Ma l' oggetto che si conosce, e l'  oggetto  che si afferma sussistente, è un unico e medesimo oggetto
oggetto che si afferma sussistente, è un unico e medesimo  oggetto  del pensiero; dunque la percezione è semplice. L' unità
e che perciò egli è tale che suppone esistere l'  oggetto  da intuirsi a quella stessa guisa che l' occhio suppone
da me veduta, il mio pensiero e il mio discorso ha per suo  oggetto  i vestigj e le immagini di queste città che sono rimaste
propriamente ad esse che voi pensiate e di cui parliate: l'  oggetto  immediato del vostro pensiero e del vostro discorso sono le
che il nostro pensiero ed il nostro discorso non ha per suo  oggetto  che immagini e rappresentazioni de' reali che sono rimaste
sono le immagini di Firenze e delle cose vedute in essa l'  oggetto  della nostra mente; ma diciamo in pari tempo che queste
non avessimo mai veduto nè avuto la minima cognizione dell'  oggetto  che quei colori rappresentano, potremmo noi sapere che quei
, sieno rappresentanti un oggetto; perocchè di questo  oggetto  non ne avremmo sentore alcuno. Ma se conoscessimo già l'
già l' oggetto, allora paragoneremmo le fattezze dell'  oggetto  a quei colori; e troveremmo tra le une e gli altri piena
che facciamo di nuovo nell' affermazione: la cosa che è l'  oggetto  dell' affermazione s' intuisce e conosce già nell' idea, s'
ossia razionali . Quando pensiamo così noi stessi, l'  oggetto  del nostro conoscere è un ente del tutto determinato. Noi
non sia dato per materia altro che l' essere indeterminato,  oggetto  dell' intuizione: qual ente potrebb' ella conoscere? Niuno
mai si riducono le percezioni? Noi l' abbiamo veduto, l'  oggetto  di esse non è che il nostro sentimento, o ciò che cade nel
noi già lo denominammo, se vi rammentate, o signori, « l'  oggetto  per essenza ». Or bene che cosa è mai la cognizione
Se la cognizione soggettiva è quella, che ha per suo  oggetto  un soggetto, che cosa avrà per suo oggetto la cognizione
che ha per suo oggetto un soggetto, che cosa avrà per suo  oggetto  la cognizione assoluta? La risposta quanto è facile dopo
domanda, se non che, se la cognizione soggettiva ha per  oggetto  un soggetto, la cognizione assoluta dovrà avere per oggetto
oggetto un soggetto, la cognizione assoluta dovrà avere per  oggetto  un oggetto? Ma come è questo? Non sembra egli un giuoco di
perchè quando parliamo d' una cognizione che ha per suo  oggetto  il soggetto, allora manifestamente intendiamo, che l'
il soggetto, allora manifestamente intendiamo, che l'  oggetto  di questa maniera di cognizione non è oggetto per se
che l' oggetto di questa maniera di cognizione non è  oggetto  per se stesso, poichè egli è anzi soggetto. Dunque se non
forza è che la mente abbia tale facoltà da cangiare in  oggetto  suo anche ciò che di sua natura, cioè ristretto a se
assoluta, il cui carattere distintivo è d' avere per  oggetto  un oggetto. Che cosa viene a dire questa locuzione? Non
volte la stessa cosa? Appunto, miei signori. Poichè se l'  oggetto  della cognizione assoluta è già un oggetto; dunque egli non
è intelligibile se non è oggetto; quindi ciò che è puro  oggetto  è l' intelligibile stesso, la luce stessa della mente, o
essere trasferite coll' atto del pensar nostro in ciò che è  oggetto  per sè e loro contenente quasi in un immenso specchio, e di
Che la realità a noi conosciuta non è per se stessa  oggetto  dello spirito, ma ha bisogno d' esser prima oggettivata per
che dunque dee precedere nel nostro spirito ciò che è  oggetto  per se stesso, l' ente in universale; che la cognizione
di quel sistema, che pretende di fare la realità stessa  oggetto  del primitivo intuito dell' anima. In un tal sistema manca
scibile . Di qual reale parliamo noi? Di quello che è l'  oggetto  della nostra percezione; di quello che costituisce il
distinzione del reale e dell' ideale, di ciò che è l'  oggetto  della nostra intuizione, e di ciò che è l' oggetto della
che è l' oggetto della nostra intuizione, e di ciò che è l'  oggetto  della nostra percezione, abbiamo tirato una linea di
all' essere in universale , che è il proprio e necessario  oggetto  dell' intuizione, e che è il medesimo che dire l' essere
perciò anche il pensante e il pensiero. L' essere reale,  oggetto  della percezion nostra, è moltiplice; i corpi sono fuori l'
La distinzione adunque tra l' essere reale , e come  oggetto  della nostra esperienza e della nostra percezione, dall'
esperienza e della nostra percezione, dall' essere ideale ,  oggetto  della primitiva nostra intuizione e lume di nostre menti,
questa evidentissima conseguenza, anzi ci confessano che l'  oggetto  della intuizione primitiva del nostro intelletto è appunto
perchè è data nel primo intuito. Ora secondo essi, l'  oggetto  dell' intuito primitivo, il mezzo con cui l' uomo conosce
secondo i nostri avversarj è nel primo intuito, il cui  oggetto  è Dio stesso; dunque l' essere reale di tutte le cose è
tutte che conosciamo altro non sono finalmente che Dio; l'  oggetto  del nostro conoscere è sempre Dio, anche quando conosciamo
immediato Iddio stesso, e così deve essere: se Iddio è l'  oggetto  universale del sapere, necessariamente l' oggetto immediato
è l' oggetto universale del sapere, necessariamente l'  oggetto  immediato di ogni scienza, ed ogni cosa di cui tratta una
suo sistema, il signor Gioberti ci dice, che « Iddio è l'  oggetto  universale del sapere , » e che tutte le scienze hanno per
ma termine immediato, il che esprime propriamente l'  oggetto  del conoscere, sicchè quando noi conosciamo un legno, l'
del conoscere, sicchè quando noi conosciamo un legno, l'  oggetto  del conoscere è Dio; e quando conosciamo una pietra, un
(scusate se faccio entrare questo personaggio) l'  oggetto  del nostro conoscere è sempre Dio; Dio stesso è il termine
termine immediato de' loro studj, quel Dio che è sempre l'  oggetto  universale del sapere! Beati gli Enciclopedisti e tutti gl'
egli dice, se non è una religione, quando sia vero che l'  oggetto  d' ogni scienza e di ogni cognizione è Dio stesso. Ma se
e di ogni cognizione è Dio stesso. Ma se per l' opposto, l'  oggetto  e il termine immediato delle scienze naturali non è Dio
immediati di tali scienze, o son tutti Dio, perchè l'  oggetto  e il termine immediato della scienza è Dio. Io non so, miei
immediato di ogni cognizione naturale è Dio, che Dio è l'  oggetto  universale del sapere? Questo, come vi dicevo, è ciò che
per un naturale intuito, di maniera che Iddio sia sempre l'  oggetto  universale del sapere e tutte le scienze abbiano per loro
allo studio della filosofia », che Iddio è « « l'  oggetto  universale del sapere » », tre anni dopo, cioè nel 1.43,
scientifici, frase tutta sua; ma piuttosto domanderò se l'  oggetto  del sapere possa essere la sola forma senza la materia, o
delle diverse specie di sostanze corporee, prende forse ad  oggetto  della sua dottrina i corpi spogliati di materia? o volendo
composto di carne e di ossa? I corpi celesti che sono l'  oggetto  dell' astronomia si possono concepire privi al tutto d'
reali, e non puramente ideali, si può egli dire che il loro  oggetto  debba esser privo di materia ossia di realità? Poichè non
comune e specifica. Laonde, se i panteisti sotto il nome d'  oggetto  del sapere intendano la forma o idea dei dati scientifici,
per loro oggetto, quando non si voglia dire che l'  oggetto  di un tal sapere sia costituito dalla sola forma senza più
l' errore dei panteisti? non già nella definizione dell'  oggetto  del sapere, che loro attribuisce il signor Gioberti, ma
il signor Gioberti, ma bensì nel pretendere che quest'  oggetto  sia Dio. Ma questo è appunto quello che pretende Vincenzo
e che questa è una religione, e che Iddio stesso è l'  oggetto  universale del sapere, e lo provò di qui che non si deve
uomini e delle scuole, ma si deve trovarla in Dio, che è l'  oggetto  del nostro intuito; imperocchè che cosa è la materia del
credesse, come egli dice che fanno i panteisti, che per l'  oggetto  delle scienze fisiche si debba intendere la forma de' dati
toglie la materia della cognizione da' sensi, e non da Dio  oggetto  dell' intuito. E voi già vi sovvenite quanto il Gioberti
e la realità contingente (notate bene contingente) formi un  oggetto  solo al tutto indivisibile, oggetto del nostro intuito, il
contingente) formi un oggetto solo al tutto indivisibile,  oggetto  del nostro intuito, il quale è la sostanza delle cose, ed è
non la sola corteccia, ma la sostanza delle cose. Ora l'  oggetto  di quest' intuito, come oggetto immediato di ogni sapere,
sostanza delle cose. Ora l' oggetto di quest' intuito, come  oggetto  immediato di ogni sapere, secondo il Gioberti, è Dio; nè
se non il suo oggetto. Ma da una parte si dice che questo  oggetto  è Dio, dall' altra si dice, che quest' oggetto che ci si
che questo oggetto è Dio, dall' altra si dice, che quest'  oggetto  che ci si rivela è « « non solo la corteccia, ma ben anco
ente reale indivisibile affatto in sè stesso, in quant' è  oggetto  del primo intuito, Iddio: egli sostiene, che l' essere
trova dalla mente colla riflessione dopo il reale che è l'  oggetto  dell' intuito. [...OMISSIS...] Dal quale passo si vede che
si vede che il Gioberti nega espressamente che il reale  oggetto  dell' intuito sia composto, o si possa dividere realmente,
astraendo da esso il possibile. Ora il reale che è l'  oggetto  dell' intuito contiene per conseguente non solo la forma o
in altro luogo delle speciali osservazioni. Dunque se l'  oggetto  dell' intuito è indivisibile, e contiene ugualmente la
per questo che essi « « intendono sotto il nome d'  oggetto  la forma o idea dei dati scientifici, e la loro materia
se sono i panteisti che « « quando dicono che esso Dio è l'  oggetto  universale del sapere, intendono sotto il nome di oggetto
oggetto universale del sapere, intendono sotto il nome di  oggetto  la forma o idea dei dati scientifici e la loro materia
si comprendono in un concetto solo, e si hanno unite nell'  oggetto  dell' intuito, che è Dio, oggetto universale del sapere? Di
e si hanno unite nell' oggetto dell' intuito, che è Dio,  oggetto  universale del sapere? Di poi osservate ancora incostanza
il non distinguere que' due elementi, ma fare che nell'  oggetto  del sapere si comprenda tanto l' idea quanto la materia?
materia dalla forma del sapere, e si fa che entrambi sieno  oggetto  dell' intuito, il panteismo è irreparabile. Dunque il
propria confessione. Tornando dunque alla definizione dell'  oggetto  del sapere, no, l' empietà de' panteisti non istà in
no, l' empietà de' panteisti non istà in pretendere che l'  oggetto  del sapere umano abbracci la forma e la materia egualmente:
di modo che quando conosciamo un reale contingente, l'  oggetto  del nostro conoscere sia Dio stesso ». Ora è questa seconda
dire che, quando conosciamo i reali contingenti, allora l'  oggetto  del nostro conoscere è lo stesso Dio, altro non è che un
di contradirsi viene con noi, e ci divide in due parti l'  oggetto  del conoscere, cioè nella forma o idea e nella materia, e
allo studio della Filosofia », aveva insegnato, che ogni  oggetto  del conoscere si riduce all' oggetto dell' intuito, e che
insegnato, che ogni oggetto del conoscere si riduce all'  oggetto  dell' intuito, e che l' oggetto dell' intuito è reale, uno
conoscere si riduce all' oggetto dell' intuito, e che l'  oggetto  dell' intuito è reale, uno e indivisibile, e che il
in prima, quando noi conosciamo un corpo, abbiamo per  oggetto  del nostro conoscere la materia delle forze finite, e se
e se non avessimo questa materia delle forze finite per  oggetto  del nostro atto conoscitivo, non conosceremmo mai un corpo.
nostro conoscere avrebbe due oggetti e non un solo, l' un  oggetto  sarebbe l' idea che è Dio, che non si può confondere colle
senza cadere nel panteismo che si vuole evitare, l' altro  oggetto  sarebbe la materia delle forze finite che costituisce il
prende a separare il suo sistema dal panteismo, parla di un  oggetto  solo, nel quale distingue la materia dalla forma. Ma o
dalla forma. Ma o convien dire, che il corpo non sia mai  oggetto  del conoscimento dell' uomo, ma solo Iddio anche quando l'
no; e se si conosce sola, o con Dio, in modo che Dio sia l'  oggetto  del conoscere; e conoscendosi insieme con Dio, se si
e in tal caso la materia delle forze finite sarebbe l'  oggetto  precedente del nostro conoscere e il contenente; e Iddio,
e il contenente; e Iddio, ossia l' Idea sarebbe l'  oggetto  susseguente e il contenuto. La materia dunque delle forze
già ci mise in gran guardia. In fatti abbiamo veduto che l'  oggetto  scientifico, quando si tratta di conoscere oggetti finiti,
colla materia corporea, ed insieme con essa costituisce l'  oggetto  del sapere; ma s' udì mai che Iddio possa venire in
alcuna, e in composizione sì stretta da formare un solo  oggetto  scientifico, un composto di materia e di forma, di cui
essa un solo oggetto. Nè vale già il dire, qui si tratta d'  oggetto  scientifico, e non d' oggetto reale, perocchè il Gioberti
già il dire, qui si tratta d' oggetto scientifico, e non d'  oggetto  reale, perocchè il Gioberti esclude affatto questa
cosa sola, non potrebbe giammai formare un solo ed unico  oggetto  del sapere, come vuol provare il nostro filosofo. Che se la
azione creatrice, in modo da costituire un solo ed unico  oggetto  del sapere, forz' è che la materia creata formi una cosa
e d' altra parte Dio appunto, a detta del Gioberti, è l'  oggetto  immediato ed universale del sapere. Se dunque la materia
aggiunta che anche rispetto alla materia creata « « l'  oggetto  scientifico è Iddio stesso, non come identico alle sue
che questo è impossibile, e che non possono essere che un  oggetto  solo, benchè poscia la sopravveniente astrazione li
e le sue fatture (quantunque formino un solo e medesimo  oggetto  del pensiero) non sono identici, unicamente perchè l'
creante e immanente di esse » », perchè forma con esse un  oggetto  solo, nel quale poi la nostra astrazione distingue causa ed
. Supponiamo che egli si ristringesse a dire che Iddio è l'  oggetto  del sapere solamente in quanto alla sola forma. Che ne
del Gioberti, cioè se quando conosciamo un corpo, l'  oggetto  del nostro conoscere fosse bensì composto di forma e di
sola forma fosse Dio; resterebbe a domandarsi, se il detto  oggetto  del conoscere sia realmente solubile in due oggetti, ovvero
sia realmente solubile in due oggetti, ovvero rimanga un  oggetto  solo. Poichè se rimane un oggetto solo, siamo da capo. E
ovvero rimanga un oggetto solo. Poichè se rimane un  oggetto  solo, siamo da capo. E questo conferma veramente il
oggetto; e in questa conjugazione, per cui Iddio diventa un  oggetto  solo col corpo, sta, dice il Gioberti, « la sintesi
bene: dall' avere egli ammesso a principio che Iddio è l'  oggetto  del sapere rispetto alla forma, è venuto poi quasi come per
conosciamo un corpo materiale, lo stesso Iddio sia l'  oggetto  scientifico anche rispetto alla materia creata; per la
risultato, poichè se Iddio non fosse, secondo lui, l'  oggetto  del conoscer nostro, anche quando il conoscer nostro ha per
del conoscer nostro, anche quando il conoscer nostro ha per  oggetto  la materia creata, egli non avrebbe impugnato il sistema
della materia dal sentimento, e non avrebbe detto che l'  oggetto  dell' intuito dovea essere un reale, acciocchè in lui
Panteisti son quelli che, « quando dicono che Dio è l'  oggetto  universale del sapere, intendono sotto il nome d' oggetto
oggetto universale del sapere, intendono sotto il nome d'  oggetto  la forma o idea dei dati scientifici, e la loro materia
solo rispetto alla forma, ma anche rispetto alla materia l'  oggetto  scientifico è Iddio stesso » ». La conclusione non è
e quello a ragion di esempio che considerato come  oggetto  dell' intuito chiamasi Dio, quello stesso diviso poi dalla
non è separabile dalla realità nell' ordine assoluto,  oggetto  dell' intuito » »; ma dice ancora e lo replica fino alla
»; ma dice ancora e lo replica fino alla sazietà, che nell'  oggetto  dell' intuito vi è tutto lo scibile, tanto quello che
della riflessione che analizza, e lavora ciò che nell'  oggetto  dell' intuito si contiene, onde anche l' ordine contingente
l' ordine contingente di cose non può essere escluso dall'  oggetto  dell' intuito giobertiano, perchè la riflessione ve lo
contingente, non può mica essere che il primo ordine sia  oggetto  dell' intuito e non il secondo, come viene a dire nel passo
ma convien dire che questa distinzione si trovi già nell'  oggetto  dell' intuito stesso. Ora se i due ordini, l' assoluto e il
separato il contingente dall' assoluto, di quello che un  oggetto  contingente qualsiasi, p. e. un topo, da un altro oggetto
oggetto contingente qualsiasi, p. e. un topo, da un altro  oggetto  contingente qualsivoglia, p. e. dal sole. Se dunque il topo
Ma se l' intuito giobertiano ha due oggetti e non un  oggetto  solo, e se l' uno non è forma dell' altro, come poi dice il
dice il nostro Filosofo, che quando conosciamo un corpo, l'  oggetto  scientifico è Dio stesso, non solo rispetto alla forma, ma
quando pure Iddio sarebbe non lo stesso oggetto, ma un  oggetto  diverso? Di più, se « « l' idealità non è separabile dalla
non è separabile dalla realtà nell' ordine assoluto,  oggetto  dell' intuito, ma solo nell' ordine contingente » », come
è più vero che tutto si contenga anche il contingente nell'  oggetto  dell' intuito. Finalmente dicendo che nell' ordine
giacchè gratuito e falso è che l' intuito umano abbia per  oggetto  Iddio, il quale in tal caso sarebbe « nobis naturaliter
i principali teologi; gratuito e falso è che abbia per  oggetto  l' atto creativo, che nessun vide, mai quaggiù, appunto
con un solo e medesimo concetto; e non possono formare un  oggetto  solo dell' intuito. E` dunque necessario per non cadere nel
quale insegna che v' ha un solo intuito nell' uomo, il cui  oggetto  contiene tutto lo scibile sì del necessario, come degli
creature materiali, p. e. un corpo, allora noi abbiamo per  oggetto  Dio stesso? e ciò non solo per rispetto alla forma, ma ben
essere che la causa, che nel caso nostro è Dio, formi un  oggetto  solo del conoscere umano col suo effetto, che sono le
viene a dire il Gioberti, quando pretende che Iddio sia l'  oggetto  di tutte le nostre cognizioni? non si potrà forse conoscere
che coll' introdurre l' essenza divina. Se questa è un  oggetto  del conoscere umano diverso al tutto da un corpo che l'
uomo percepisce, si ha una natura diversa, una natura e un  oggetto  che non ha niente di comune col corpo; dunque nè pur nell'
scrittore, che quando conosciamo un corpo, Iddio è l'  oggetto  del nostro conoscimento, e non solo quanto alla forma, ma
nel suo essere proprio e materiale in Dio, che si suppone  oggetto  dell' intuito, non vi ha più riparo alcuno alla panteistica
stessa sostanza di Dio (1). Egli dichiara che Iddio è l'  oggetto  del sapere anche quando il sapere ha per oggetto le cose
Iddio è l' oggetto del sapere anche quando il sapere ha per  oggetto  le cose contingenti, poniamo, i corpi: [...OMISSIS...] .
dimostrare, come, poniamo, quella che « « Iddio è l'  oggetto  immediato ed universale del sapere, e non solo rispetto
non è) senza che questo sia reale, benchè sia verissimo  oggetto  della mente che lo vede puro e lo contempla, e senza che
sia un elemento comune a tutti gli enti; e posciachè quell'  oggetto  della mente non è nulla, egli può anche essere ingenito;
come il lume agli occhi? Forse perchè è nell' uomo come  oggetto  del suo intuito? Per questo no, poichè, se egli adducesse
adducesse questa ragione, la ragione stessa varrebbe per l'  oggetto  reale che egli attribuisce all' intuito, onde si darebbe
come esprime anche l' etimologia della parola soggetto ed  oggetto  . Dunque il Rosmini a buon conto non cade certamente nel
quale egli è infinito. Dunque dicendo il Rosmini che quest'  oggetto  è nella mente di Dio, ossia è in Dio, egli non confonde già
si trova, secondo il Gioberti, in Dio medesimo: Iddio è l'  oggetto  dell' intuito giobertiano, e l' uomo coll' astrazione vi
si separa da Dio per mezzo della riflessione. Vediamolo. L'  oggetto  dell' intuito umano è l' Ente. L' Ente è Dio. In quest'
dell' intuito umano è l' Ente. L' Ente è Dio. In quest'  oggetto  l' uomo trova ogni cosa, il contingente e il necessario, la
le sue parole: [...OMISSIS...] . L' Ente, cioè Iddio  oggetto  dell' intuito, possiede dunque tutto ciò che vi ha di
che esaminiamo il Creatore è lo spirito che analizza l'  oggetto  dell' intuito, il quale oggetto è Dio, e vi cava il
lo spirito che analizza l' oggetto dell' intuito, il quale  oggetto  è Dio, e vi cava il concreto ed il particolare che sono le
il modo col quale la riflessione umana considera lo stesso  oggetto  dell' intuito. A questo appartiene la sintesi primitiva che
A questo appartiene la sintesi primitiva che ha per  oggetto  Iddio, a quella appartiene l' analisi che ha per oggetto le
oggetto Iddio, a quella appartiene l' analisi che ha per  oggetto  le creature, cioè certe proprietà dell' Ente divise dalle
concreto e il particolare che la riflessione ritrova in Dio  oggetto  dell' intuito, certo che esse si distinguono da Dio
s' allontani il pericolo che le sue frasi ci illudano. L'  oggetto  dell' intuito giobertiano è l' ente, cioè Dio; all'
che s' immedesima col nostro spirito, come vedemmo, è  oggetto  della riflessione. Ora fra l' uno e l' altro « « v' ha
lo spirito nostro vede lo stesso oggetto. Se dunque l'  oggetto  è lo stesso, benchè le potenze sieno diverse; se lo stesso
è lo stesso, benchè le potenze sieno diverse; se lo stesso  oggetto  rispetto ad una potenza è Dio, rispetto all' altra potenza
che l' idea diretta e la riflessa hanno NELLA SOSTANZA un  oggetto  medesimo: la sostanza dunque è unica. 2 Che quest' oggetto
oggetto medesimo: la sostanza dunque è unica. 2 Che quest'  oggetto  sostanzialmente il medesimo, quest' unica sostanza,
». [...OMISSIS...] , ed è perciò ch' egli vuole che nell'  oggetto  del suo intuito vi sia anche il sensibile, il che è
Secondo queste parole dunque, l' ordine assoluto è l'  oggetto  dell' intuito; e in quest' oggetto l' idealità è
l' ordine assoluto è l' oggetto dell' intuito; e in quest'  oggetto  l' idealità è inseparabile dalla realità; questa è quella
Or che cosa contrappone il Gioberti all' ordine assoluto  oggetto  dell' intuito? Egli contrappone l' ordine contingente di
ch' egli chiama effetto libero, quest' ordine non è l'  oggetto  dell' intuito. Ma d' altra parte ella è pur dottrina
ogni conoscimento umano sostanzialmente è compreso nell'  oggetto  dell' intuito, e che fuor dell' ordine dell' intuito non v'
differenza vi ha, signor Gioberti, tra la cognizione che è  oggetto  dell' intuito, e la cognizione che è oggetto della
che è oggetto dell' intuito, e la cognizione che è  oggetto  della riflessione? G. La cognizione che è oggetto dell'
che è oggetto della riflessione? G. La cognizione che è  oggetto  dell' intuito, e quella che è oggetto della riflessione, è
La cognizione che è oggetto dell' intuito, e quella che è  oggetto  della riflessione, è sostanzialmente la medesima, e non
la medesima, e non differisce che nella forma . - Se l'  oggetto  dell' intuito e quello della riflessione è nella sostanza
G. La differenza di forma che passa tra la cognizione  oggetto  dell' intuito, e la cognizione oggetto della riflessione,
tra la cognizione oggetto dell' intuito, e la cognizione  oggetto  della riflessione, consiste in due cose, la prima che la
consiste in due cose, la prima che la cognizione  oggetto  dell' intuito è istantanea, e la cognizione oggetto della
oggetto dell' intuito è istantanea, e la cognizione  oggetto  della riflessione è successiva; la seconda che nell'
successiva; la seconda che nell' intuito lo spirito vede l'  oggetto  quale è in sè, e la riflessione gli dà una forma
cose contingenti è l' effetto libero dell' ordine assoluto,  oggetto  dell' intuito? G. L' ho detto parimente, e ne ho soggiunta
che scompone e ricompone l' ordine assoluto, ossia l' Ente  oggetto  dell' intuito. G. Ottimamente. - Ora veramente capisco
è un effetto libero dell' ordine assoluto che è l'  oggetto  dell' intuito. L' ordine delle cose contingenti dove si dà
dall' ordine assoluto, ossia dall' Ente, da Dio,  oggetto  dell' intuito, ma differisce solamente nella forma, e per
ordine delle cose contingenti vi è lo stesso che nel primo,  oggetto  dell' intuito, lo stesso che in Dio, ma con questo divario
intuito, lo stesso che in Dio, ma con questo divario che l'  oggetto  dell' intuito, cioè Dio, acquista una forma soggettiva .
forma soggettiva . Questa forma soggettiva che si dà all'  oggetto  dell' intuito, cioè a Dio, mediante il raziocinio, la
l' analisi, è appunto la creazione, perchè venendo posto l'  oggetto  dell' intuito sotto questa forma, ciò che era assoluto
forma; il cangiamento di forma a cui l' Ente, cioè Iddio  oggetto  dell' intuito soggiace, è la creazione. Questo cangiamento
e dell' analisi dell' uomo; perchè è questa che dà all'  oggetto  dell' intuito una forma soggettiva, scomponendolo,
riflessione e l' intuito hanno nella sostanza il medesimo  oggetto  . E la ragione che di ciò dà il Gioberti, come vedemmo, si
possibile passa all' Ente reale [...OMISSIS...] . Nell'  oggetto  dell' intuito vi è dunque ogni realità che altronde non
dai fantasmi e dai sogni, se non vedessimo quelli nell'  oggetto  stesso dell' intuito (1), secondo il Gioberti; e però
stessa realità de' corpi si vegga almeno confusamente nell'  oggetto  intuíto. [...OMISSIS...] . Allo stesso genere di frasi non
del soggetto conoscente fatta nell' uomo dall'  oggetto  conosciuto (1), quasichè una modificazione del soggetto
se è una modificazione ed un' impronta lasciata dall'  oggetto  dell' intuito, e se l' oggetto dell' intuito è veramente
un' impronta lasciata dall' oggetto dell' intuito, e se l'  oggetto  dell' intuito è veramente duplice, cioè Iddio e le
il che corrisponde alla sua dottrina sull' unicità dell'  oggetto  del sapere, di che abbiamo parlato nelle precedenti
create, ed è per questo che egli insegnava prima che l'  oggetto  universale ed immediato del sapere in tutte le scienze è
nè mediatrice tra esse e lo spirito, ma è proprio l'  oggetto  del conoscere, e così le cose create si conoscono nella
E` principio del signor Gioberti che nulla vi abbia nell'  oggetto  della riflessione che non sia prima nell' intuito, e che
(1). Vediamo dunque di nuovo che cosa si contenga nell'  oggetto  dell' intuito. Il signor Gioberti ci insegna che l' uomo
intuito [...OMISSIS...] . L' intuito dunque non ha che un  oggetto  ideale. Ora ogni ideale, anzi ogni menoma idea
è Dio stesso. Ma nello stesso tempo egli ci dice, che l'  oggetto  dell' intuito è quello che egli chiama anche la formola
ad esistere in un altro. Ma riteniamo, miei signori, che l'  oggetto  dell' intuito, benchè contenga anche le esistenze, cioè le
in virtù dell' intelligibilità assoluta (3), che è Dio  oggetto  unico dello scibile. Ma come poi, essendo Dio le cose
separiamo da Dio? Non già per mezzo dell' intuito, il cui  oggetto  è ideale, ma per mezzo della riflessione, la quale così
riflessione convengono insieme « « NELLA SOSTANZA del loro  oggetto  » », giusta la dottrina del nostro Filosofo (4). Onde, le
la riflessione [...OMISSIS...] . Sebbene adunque nell'  oggetto  dell' intuito giobertiano si comprenda ogni cosa in quanto
stesso, [...OMISSIS...] . E pure, ciò che si contiene nell'  oggetto  dell' intuito e nell' oggetto della riflessione non
ciò che si contiene nell' oggetto dell' intuito e nell'  oggetto  della riflessione non differisce nella sostanza, ma solo
uomo è una sostanza seconda che non si trova che nell'  oggetto  della riflessione, e se l' oggetto della riflessione non
non si trova che nell' oggetto della riflessione, e se l'  oggetto  della riflessione non differisce di sostanza dall' oggetto
oggetto della riflessione non differisce di sostanza dall'  oggetto  ideale dell' intuito, che è la sostanza prima; convien dire
sua conclusione, che Iddio è l' universale ed immediato  oggetto  pel sapere umano. Laonde quando il Gioberti vi dice, o
è l' atto creativo. Voi vedete di nuovo qui che Iddio  oggetto  dell' intuito, e le creature oggetto della sintesi
di nuovo qui che Iddio oggetto dell' intuito, e le creature  oggetto  della sintesi raziocinativa e dell' analisi, non
sostanza prima e le creature sostanze seconde): Iddio è l'  oggetto  generale, che mediante l' individuazione, cioè l' atto
la ragione divina, che cosa fa? Scompone e compone l'  oggetto  precedente, soggettivizza quello che era oggettivo,
contingente colla scomposizione dell' ordine assoluto  oggetto  dell' intuito. L' oggetto dell' intuito è dunque la radice
dell' ordine assoluto oggetto dell' intuito. L'  oggetto  dell' intuito è dunque la radice della generalità delle
che sono come l' albero diviso in due tronchi, e quell'  oggetto  è l' oggetto stesso della riflessione nella sostanza, non
come l' albero diviso in due tronchi, e quell' oggetto è l'  oggetto  stesso della riflessione nella sostanza, non differendo che
idea generale nella sua generalità: non è l' idea generale  oggetto  dell' intuito, ma è l' idea generale divenuta oggetto della
oggetto dell' intuito, ma è l' idea generale divenuta  oggetto  della riflessione, che l' analizza col raziocinio; ond' è
per via di raziocinio, ma di semplice intuito, che ha per  oggetto  l' ordine assoluto: ce ne assicura il signor Gioberti, e
ordine delle idee, ed è perciò che nell' essere ideale,  oggetto  del primo intuito, vi hanno indistinti tutti i principj del
è cosa affatto immune dal tempo, il quale non è che l'  oggetto  dell' eterno operare di Dio. Quindi non deve punto credersi
non era che un segno che esprimeva una cosa interna, un  oggetto  pronunciato dalla mente. Volendo dunque nominare questa
tempo sussistenza ed essenza, ella sarebbe in tal caso un  oggetto  unico, il quale si potrebbe ed anzi si dovrebbe apprendere
apprendere con un atto solo dello spirito. Ora tale  oggetto  non potrebbe essere un contingente per la ragione detta, ma
e una cotal distanza fra il soggetto veggente e l'  oggetto  veduto, e però non sembra potersi applicare al modo con cui
per sè intesa, per sè lume, per sè notizia, per sè  oggetto  intellettivo, di modo che l' atto conoscitivo di cui si
relazione, quella di soggetto intelligente, e quella di  oggetto  inteso; ma la sussistenza è identica ed una perfettamente.
ed intelligenza il suo oggetto. Ma non trovandosi quest'  oggetto  finito determinato nella divina sussistenza, convien che
fa ad una sussistere, sicchè la sussistenza del mondo è l'  oggetto  posto liberamente dalla stessa Sapienza creatrice. Quest'
ma è insieme un' adesione persuasiva dello spirito all'  oggetto  reale. Quindi il termine di quest' atto affermativo non è
suo proprio d' intelligenza che la rende intesa, la rende  oggetto  reale a sè, soggetto del pari reale. Sotto questo aspetto
la unità di Dio ed i suoi attributi, conveniva che quest'  oggetto  di quella antica rivelazione fosse avvivato dalla
divina, che davasi a percepire come per sè manifesta,  oggetto  reale per sè manifesto, era il Verbo, ma soltanto
percettiva; ma negativa, razionale, simbolica, misteriosa,  oggetto  di fede assai più che non sia presentemente ai cristiani, i
quali maniere non esprimono solamente la dottrina rivelata  oggetto  della mente, ma il Verbo di Dio che è ad un tempo dottrina
è per sè amabile all' essere intelligente. E se uno è l'  oggetto  amabile, l' essere; una la necessità morale di amarlo:
una, perchè è uno ne' diversi atti umani l' amore, è uno l'  oggetto  dell' amore. Ma se Iddio non si conosce che naturalmente, e
diviene soprannaturale, perchè l' amore morale acquista per  oggetto  l' Essere assoluto positivamente conosciuto, sentito,
le intelligenze, quand' egli poi si manifesta o come  oggetto  divino rivelato, od anche come persona, muove colla sua
è appunto l' essere assoluto, la pienezza dell' essere  oggetto  per sè noto e persona: onde il nostro spirito affissantesi
dell' essere nota per se stesso: esso è oggetto, ma non  oggetto  ideale come sono le essenze delle cose finite, ma oggetto
oggetto ideale come sono le essenze delle cose finite, ma  oggetto  sussistente, e quindi ancora oggetto che è ad un tempo
delle cose finite, ma oggetto sussistente, e quindi ancora  oggetto  che è ad un tempo soggetto ossia persona nella sua stessa
nella sua stessa oggettività in quanto si sente e vive come  oggetto  e oggetto vivente. Quindi sotto due aspetti noi possiamo
stessa oggettività in quanto si sente e vive come oggetto e  oggetto  vivente. Quindi sotto due aspetti noi possiamo
Quindi sotto due aspetti noi possiamo considerarlo: 1 come  oggetto  per essenza, che è quanto dire come luce; 2 e come
l' essenza delle cose, in tanto si considera il Verbo come  oggetto  o luce primitiva; in quanto poi viene dal Verbo come da
». Sotto questo particolare aspetto di essere il Verbo l'  oggetto  per sè, lo considerarono quelli autori i quali trassero la
(5) ». I platonici l' hanno in qualche modo conosciuto come  oggetto  , l' hanno ignorato come persona; hanno conosciuto che non
è assolutamente vera. Tanto più che il Verbo platonico, l'  oggetto  essenziale da loro ammesso, era un esemplare del mondo, ma
della gloria si riferisca più alla proprietà di essere  oggetto  , e il carattere della sussistenza divina si riferisca più
la creazione del mondo pel Verbo il considerar questo come  oggetto  ed esemplare. Perocchè, quantunque sia vero che l'
ha nella sua immaginazione intellettiva. Quando immagina un  oggetto  corporeo, questo oggetto esiste solo relativamente all'
intellettiva. Quando immagina un oggetto corporeo, questo  oggetto  esiste solo relativamente all' uomo che lo immagina.
all' uomo che lo immagina. Supponiamo ora che quest'  oggetto  sussistesse anche relativamente a se stesso: in tal caso
anche relativamente a se stesso: in tal caso quest'  oggetto  sarebbe creato. Ora tale è la potenza della volontà divina,
sussistente, e questa divina immaginazione fa sì che l'  oggetto  esista non solo relativamente a Dio che lo immagina, ma ben
per usare questo termine analogo, non può rappresentare un  oggetto  che a se stessa, ella è imperfetta; non fa pienamente ciò
non fa pienamente ciò che vorrebbe fare, perchè l'  oggetto  reale, acciocchè sia veramente tale, dee sussistere a se
dee per conseguente essere pienamente vero, dee essere l'  oggetto  che vuole immaginare. Ma non sarebbe la verità, l' oggetto
oggetto che vuole immaginare. Ma non sarebbe la verità, l'  oggetto  non sarebbe vero oggetto reale e sussistente, se non
Ma non sarebbe la verità, l' oggetto non sarebbe vero  oggetto  reale e sussistente, se non sussistesse a se stesso e agli
altri; e questo è creare. Creare dunque è far sì che un  oggetto  veduto nella sua essenza ed immaginato (l' immaginazione
che lo possono percepire), perocchè senza di questo l'  oggetto  non sarebbe realizzato, e quindi l' immaginazione
e di operazione. Dunque, volendo egli rappresentarsi un  oggetto  come realizzato, quest' oggetto dee esistere come soggetto
egli rappresentarsi un oggetto come realizzato, quest'  oggetto  dee esistere come soggetto e persona, o se non è
notizia; e talora si prendono in un senso oggettivo per l'  oggetto  stesso della scienza, per la notizia posseduta. Ora se si
quando Iddio pronuncia la propria sussistenza, pronuncia un  oggetto  reale; per questo pronunciamento la sussistenza divina è
la sussistenza divina è divenuta oggetto, e quest'  oggetto  non sarebbe appieno vero se non fosse soggetto reale anzi
suo Verbo, il quale è la stessa sussistenza divina divenuta  oggetto  (se così lice esprimersi) pel pronunciamento di Dio che in
sè cognito perchè è per sè pronunciato ossia generato come  oggetto  per sè cognito, e come tale soggetto, persona. Ma nell'
alla quale il soggetto unisce e quasi porta se stesso nell'  oggetto  conosciuto per realizzarlo. E` un atto completo d'
sè oggetto, l' essere non può essere amato prima d' essere  oggetto  conosciuto. E però quantunque sia vero quello che dicono
a tutte e tre le persone, non dal solo Padre, benchè l'  oggetto  di questo pronunciamento sia nel Verbo, in cui le cose sono
universa in coelis et in terra, perchè nel Verbo come in  oggetto  sussistente termina l' atto interno della creazione, pel
oggettivamente, in tal caso è vero che noi soggetto, come  oggetto  reale, siamo nel Verbo. Noi dunque in senso composto siamo
le visibili: [...OMISSIS...] . Nel Verbo adunque, che è l'  oggetto  sussistente, furono fatte le cose come oggetti sussistenti,
fidelis et verus non si rappresenta il Verbo solamente come  oggetto  per sè noto, e lume in astratto, ma come oggetto personale
come oggetto per sè noto, e lume in astratto, ma come  oggetto  personale ed illuminatore, con che viene indicato l' esser
ed illuminatore, con che viene indicato l' esser egli  oggetto  persona, e dicendosi principium creaturae Dei non si
cui noi abbiamo detto doversi considerare il Verbo, come  oggetto  , e come sussistente persona . I quali due aspetti sono
idea, non è determinata da alcuna essenza ideale, da alcun  oggetto  intuibile, ma dal solo sentimento, procede di conseguente
in generale l' ordinamento delle cose come arte, cioè come  oggetto  che fa conoscere l' ordine dell' essere, ossia l' essere
l' espressione di S. Agostino, come Arte, e noi diremo come  oggetto  assoluto ed infinito. A questo modo si riferiscono le
pronuncia la propria sussistenza, e così questa diviene  oggetto  ossia luce. Ma questo pronunciamento essendo pienissimo e
essendo pienissimo e completissimo, ha virtù di fare che l'  oggetto  pronunciato sussista come soggetto ossia persona, e l'
pronunciato sussista come soggetto ossia persona, e l'  oggetto  vivente e sussistente è appunto il Verbo: di che il detto
il nostro modo di vedere, che prima e immediatamente sia l'  oggetto  ossia la luce, poi quell' oggetto ossia luce sussista come
e immediatamente sia l' oggetto ossia la luce, poi quell'  oggetto  ossia luce sussista come vita, cioè come persona per sè
d' ordine logico e non cronologico) la vita, e poi l'  oggetto  ossia la luce che lo renda intelligente, « quia lux non
viventi attribui potest », come dice l' Angelico (1). L'  oggetto  adunque vivente è la persona del Verbo. Dove è da
essenza vivente; di maniera che il soggetto vivente è l'  oggetto  vita, o l' essenza vita in lui dimorante; o anche,
vita come essenza, come oggetto, è soggetto vivente. Se l'  oggetto  fosse rimasto solo oggetto, egli non sarebbe stato più che
fuori, cioè dall' essere ideale, che gli sta presente come  oggetto  che lo informa, e così lo rende intelligente. Onde l' uomo,
anima separata può esser sottratto l' essere ideale, suo  oggetto  informante, da quella stessa potenza che glielo dà, e così
Questa vita è unicamente soggettiva, perocchè non ha alcun  oggetto  nel quale si compiaccia, giacchè l' oggetto è il termine
non ha alcun oggetto nel quale si compiaccia, giacchè l'  oggetto  è il termine del solo intendimento. In secondo luogo vi ha
scienza. Questa è vita oggettiva, perchè si compiace dell'  oggetto  conosciuto; e questa vita nella presente condizione s'
questo lo chiameremo sentimento semplice perchè non ha  oggetto  nè termine: qualche cosa d' analogo al sentimento oggettivo
dalla perfetta consensione del soggetto, come volontà, all'  oggetto  totale, cioè all' essere completo conosciuto. Ora è da
la vita reale, si concepisce da noi anteriormente ad ogni  oggetto  e ad ogni atto intellettivo, e perciò si concepisce
in quanto pronunciando se stessa rendesi oggetto, ed  oggetto  sussistente e personale; e il Figliuolo è l' oggetto
ed oggetto sussistente e personale; e il Figliuolo è l'  oggetto  stesso, la stessa sussistenza, divenuta oggetto e persona
è l' oggetto stesso, la stessa sussistenza, divenuta  oggetto  e persona ad un tratto. Supponendo ora quest'
è la bellezza essenziale, e la notizia di quest'  oggetto  è la sapienza essenziale. Dunque, dato quest' oggetto, cioè
Padre, conviene che tutte e due le persone godano di quest'  oggetto  e si compiacciano in Lui, il che costituisce l' infinito
identico, in quanto appartiene al Padre abbia il suo  oggetto  nel Figliuolo, e in quanto appartiene alla persona del
quanto appartiene alla persona del Figliuolo abbia il suo  oggetto  in se stesso; di maniera che questo sentimento è
perchè è proprio del Figliuolo il somministrarne l'  oggetto  od il termine il quale è egli medesimo. Il sentimento
manifestano a lui come oggetti puri, cioè idealmente. Ma l'  oggetto  del sentimento intellettuale divino non è puro oggetto, è
Questa sussistenza, come è per sè intelligibile ond' è anco  oggetto  inteso e persona, così è per sè amabile nella sua
nè intelligente: non è oggettiva, perocchè essa non è  oggetto  per sè sola e s' intende soltanto nell' oggetto o idea che
essa non è oggetto per sè sola e s' intende soltanto nell'  oggetto  o idea che vi aggiunge la mente. E` puramente un' esistenza
qui: « « E la vita era la luce degli uomini » », cioè l'  oggetto  che informa ed illumina il loro spirito e così li rende
che risulta dall' atto intellettivo che ha nell'  oggetto  il suo termine, sia comune ed identica in tutte egualmente
l' essere a noi si manifesta come puro oggetto, e non come  oggetto  persona, quindi come oggetto ideale non sussistente e
come puro oggetto, e non come oggetto persona, quindi come  oggetto  ideale non sussistente e reale. A questa dottrina, che,
del Verbo dal Verbo stesso, fu fatta quest' obbiezione: L'  oggetto  informante lo spirito umano, che dicesi appartenenza del
assoluto nella forma di oggetto7persona. Dalla forma di  oggetto  che prende la vita (e l' essenza di Dio tutta è vita non
e tre le divine persone. Di più l' essenza vitale di Dio,  oggetto  per sè noto, per sè inteso, è anche per sè amata, e quindi
sia dell' essenza divina, ma perchè ha per condizione l'  oggetto  e la forma oggettiva dell' essere che è propria del
allo Spirito Santo, perchè ella ha per condizione l'  oggetto  per sè amato, e la forma dell' amabilità dell' essere è
degli uomini? Ella non potrebbe esser luce se non fosse  oggetto  dello spirito umano, che informandolo lo rende
umano, che informandolo lo rende intelligente. Ma quest'  oggetto  non è mero oggetto perocchè è vita7oggetto, e di più è
lo rende intelligente. Ma quest' oggetto non è mero  oggetto  perocchè è vita7oggetto, e di più è oggetto vitale e
non è mero oggetto perocchè è vita7oggetto, e di più è  oggetto  vitale e sussistente per sè amabile e per sè amato. Da
[...OMISSIS...] 3 Ma la luce che viene dal Verbo non è mero  oggetto  perchè è vita7luce, e la vita è sentimento e quindi
ad unire il lume alla vita, perocchè la parola verbo indica  oggetto  pronunciato, e l' oggetto, se è per sè oggetto, è luce
non si può più intendere senza considerare Iddio come  oggetto  sussistente e vitale, e quindi è già un' iniziata
naturale, al quale nulla più si esige che l' essere come  oggetto  ideale dato da intuire allo spirito; ma ben anco che fu
nell' inclinazione e armonia di sè soggetto all' essere  oggetto  manifestato; e quindi anco le tre vite, reale,
oggetto, che sarebbe un diventare Iddio. E poichè l'  oggetto  essere è l' immagine dell' essere secondo il parlare delle
ad imagine, il che avviene perchè l' imagine di Dio è l'  oggetto  che egli intuisce secondo la sua primitiva istituzione (3).
Iddio si conosce pel Verbo, nel quale egli ha la forma di  oggetto  e però di lume, e appo Iddio invisibile stava il Verbo
la rettitudine ne' rapporti con Dio: ma in quanto all'  oggetto  stesso diretto de' suoi affetti, rimaneva in suo arbitrio
l' azione buona ed ordinata, quantunque l' azione abbia per  oggetto  cosa materiale e non morale, come il mangiare e il
incontro, è quando l' uomo si occupa direttamente d' un  oggetto  per sè morale, come di Dio, e della virtù prendendola per
ed amare direttamente Iddio come supremo ed infinito  oggetto  di beatitudine; nel Cristiano all' incontro la natura umana
unirlo ipostaticamente al suo Verbo), e così renderlo  oggetto  d' adorazione agli angeli stessi, che per natura sono tanto
giacchè amare e volere suonano lo stesso, onde l' essere  oggetto  persona, amato ossia voluto per se stesso dalla
essere adunque, in quanto è infinitamente amato, è l'  oggetto  della volontà del Padre e del Figliuolo, e la norma dell'
è la spirazione dello Spirito Santo; il Verbo, in quanto è  oggetto  amato, e non in quanto è Verbo cioè oggetto sussistente per
in quanto è oggetto amato, e non in quanto è Verbo cioè  oggetto  sussistente per sè cognito, è la persona dello Spirito
di Cristo gli rimane al tutto nascosto, acciocchè sia  oggetto  della fede, e s' avveri il detto del Signor nostro «: Beati
(6): » cioè, acciocchè le cose invisibili, che sono l'  oggetto  della fede, la mercede promessa e la gloria futura, si
avverassero, si adempissero e divenissero visibili, non più  oggetto  di fede, ma di visione e di esperienza. Di che soggiunge:
è anche soggettivo, perché è la percezione di Cristo  oggetto  come Verbo, soggetto come uomo . Vero è che il Verbo è l'
come Verbo, soggetto come uomo . Vero è che il Verbo è l'  oggetto  ad un tempo persona, e anco la persona del Verbo può esser
benchè non si rimanga priva d' intellezione anche con un  oggetto  reale (il Verbo), e però di vita oggettiva; quindi
accidentale, essendo sussistente persona divina) ha per  oggetto  Cristo umanato, quale ci è proposto dalla fede; onde il
Apostolo de' Gentili afferma che la sua predicazione ha per  oggetto  « il mistero di Cristo », perocchè nella dottrina di Cristo
quale si compie la giustificazione, il Verbo si unisce come  oggetto  reale alla mente del battezzato, e, dove la volontà di
che è detto « novi et aeterni testamenti (1), » è l'  oggetto  di un sacerdozio, che da S. Paolo si asserisce fatto «
»: [...OMISSIS...] Ora, se la vita eucaristica di Cristo,  oggetto  del sacerdozio, si fosse sciolta anche per poco tempo, non
Sacramenti, ma soprattutto dal Sacramento Eucaristico, è  oggetto  di fede, anzichè di piena e manifesta esperienza, e un
vuol dire occulto, perchè in questa vita non si vede ed è  oggetto  di fede) nasce dal divenire propria carne e proprio sangue
alla persona, nè quanto alla natura. Ma il Verbo divino è  oggetto  non solo ideale, ma reale; onde il suo operare (in quanto
è sempre perfetto e compiuto, e però vòlto a realizzare l'  oggetto  anche rispetto alle nature soggettive. E perocchè in tutti
e s' identifica non totalmente, ma in quanto ha quell'  oggetto  reale comune. In quanto poi il Verbo si manifesta
non si può dare l' atto soggettivo dell' amore se manchi l'  oggetto  cui amare, secondo l' adagio voluntas non fertur in
Nell' ordine della vita soprannaturale, di cui parliamo, l'  oggetto  immediato è sempre Cristo. Ora l' atto soggettivo, col
è mosso dallo Spirito Santo. Questo Spirito è mandato dall'  oggetto  stesso, cioè da Cristo. Cristo adunque è l' autore
vi ponga ostacolo la volontà che può rifiutarla, il quale  oggetto  Cristo ha lo Spirito Santo in se medesimo. Della vita
uomo in cui dimora per quella differenza che v' ha fra l'  oggetto  e il soggetto, la quale è categorica; lo Spirito Santo si
possiede le azioni sante; ma non iscorge per questo alcun  oggetto  nuovo, perchè lo Spirito non ha la forma oggettiva propria
» E S. Paolo distingue la mente dell' uomo, la quale ha l'  oggetto  per forma, dallo spirito che è a foggia d' istinto senza
per forma, dallo spirito che è a foggia d' istinto senza  oggetto  nuovo e suo proprio, onde dice: [...OMISSIS...] Ed altrove
»; ma in questa condizione non può essere per sè più  oggetto  della mente (5), perchè manca dell' « essenza », che è l'
sopra l' analisi, variava, poichè esso non indica un  oggetto  fisso, ma un genere d' uni dialettici: su qualunque di
al concetto di una mente generica (1), che non ha niun  oggetto  speciale, ma che gli ha tutti potenzialmente. E` il pensare
un' esistenza a sè, se nascono col solo determinarsi quell'  oggetto  universale che si dà alla gran mente, dove si suppongono
l' ente coi generi, non ha ancora che il primo atto, l'  oggetto  del quale sono i generi; in tanto è la prima mente (1). Ma
nus»), l' azione del pensare ( «noesis»), e il termine od  oggetto  del pensare ( «noeton»): la chiamano poi perfettamente ente
esprime varie loro relazioni di dipendenza con uno stesso  oggetto  a cui primieramente spetta il nome [...OMISSIS...] . Così
applicata ad uomo. I vocaboli adunque applicati ad un  oggetto  in senso proprio e ad un altro in senso metonimico, sono
due maniere di cose: 1 possiamo significare tal cosa dell'  oggetto  conosciuto, la quale non appartiene all' essenza dell'
espresso dal vocabolo, ma hanno un ordine ad un terzo  oggetto  a cui si riferiscono, come il vocabolo ente applicato a più
disporre il soggetto intelligente in un dato modo verso un  oggetto  dato dall' intuizione. E questa disposizione e
l' essenza che si afferma o si nega: ora l' essenza è l'  oggetto  dato dall' intuizione. Ma affermando o negando un oggetto,
o negando un oggetto, o qualche cosa dell' oggetto, l'  oggetto  si viene a involgere nell' atto affermante o negante dello
sopravvenendo la riflessione, questa contempla lo stesso  oggetto  vestito della negazione o dell' affermazione dello spirito;
o dell' affermazione dello spirito; ed allora non è più l'  oggetto  puro, ma un oggetto che, parte è dato allo spirito
dello spirito; ed allora non è più l' oggetto puro, ma un  oggetto  che, parte è dato allo spirito indipendentemente dalle
più elevato, la quale, esercitando l' azione sopra l'  oggetto  così lavorato, separa in essa la stessa affermazione o la
abbiamo detto: quando all' opposto l' ente ideale è per sè  oggetto  , ed è affatto indipendente dalla mente dell' uomo, e
realità; ma questo elemento soggettivo non è per sè l'  oggetto  di tali operazioni, e però non si può dire ente di ragione.
l' uno non può esistere senza l' altro, sono distinti nell'  oggetto  stesso, di maniera che l' uno non è l' altro, nè entra
proprietà, in quanto sono predicate analogicamente dell'  oggetto  ignorato, diconsi attributi . Così il cieco nato dà le
concepisce, come un ente; giacchè quel principio dice: « l'  oggetto  dell' intelligenza è l' ente ». Ora tale è la natura dell'
quella che vede i fenomeni e le entità sensibili nel vero  oggetto  intelligibile, l' ente da lei intuìto fuori di tutti i
dalla facoltà; 3 Che la intelligenza per conseguenza ha un  oggetto  al tutto superiore al mondo sensibile, e che quello è il
superiore al mondo sensibile, e che quello è il solo vero  oggetto  dal quale viene l' oggettività alle stesse entità
Malebranche ripetè questo argomento, ma avendo confuso l'  oggetto  eterno , che lo spirito nostro vede, col soggetto eterno (i
come concetto, consistendo in una relazione, esige un  oggetto  intellettuale; perocchè ogni relazione tra più cose che non
e tempo non si possa pensare, non si possa avere alcun  oggetto  nel pensiero, e che per ciò essi si trovino in tutti i
possibili de' veri concetti, perocchè concetti senza  oggetto  alcuno, sono un bel nulla. Per essere coerenti conveniva
nè distinguere un corpo dall' altro: perocchè a qualunque  oggetto  si riferisca quel concetto, altro mai non dà che una
egli appartiene alla stessa specie, qualunque sia l'  oggetto  affermato; il contenuto del giudizio non cangia punto la
perchè « ella è pure regola logica che deve esser unico l'  oggetto  che si divide o classifica ». Quindi volendo dividere i
dato dalla intuizione sensitiva, egli non può essere un  oggetto  reale; ma solo un' apparenza o illusione trascendentale ».
che la libertà ha anch' essa un suo unico oggetto, e quest'  oggetto  è la scelta tra due volizioni. Onde la libertà è anch' essa
una causa efficiente, ma d' indole speciale, perchè ha un  oggetto  tutto speciale (1). La quarta tesi stabilisce: « « che il
la necessità del suo Dio, che per lui è un' idea vuota di  oggetto  reale. Noi crediamo di trattenerci ad esporre questo suo
Disse dunque: 1 Che i concetti non possono rappresentare un  oggetto  senza le condizioni della sensitività, mancando loro le
realità oggettiva; perocchè esse hanno per loro immediato  oggetto  i concetti, ai quali cercano di dare unità sistematica. 3
un tal privilegio. Tuttavia distinse la materia dell'  oggetto  sensibile dalla forma . Questa ei pretese che venisse dallo
una dualità, il soggetto e l' oggetto, e suppone che l'  oggetto  sia nel soggetto, non in senso materiale, quasi come le
ma nel senso intellettivo, che altro non significa che l'  oggetto  è presente al soggetto e da lui conosciuto. Questo viene
se non supponendo, che innanzi al soggetto ed all'  oggetto  v' abbia un punto d' indifferenza, dove si trovi la cagione
indifferenza, dove si trovi la cagione del soggetto e dell'  oggetto  medesimo, nel quale punto d' indifferenza egli colloca la
ha bisogno di essere oggettivato acciocchè egli diventi  oggetto  di coscienza. Nella coscienza adunque, propriamente
che gli oggetti. Ma la coscienza stessa ci dice che un  oggetto  non è l' altro, nè si può coll' altro confondere od
la pluralità dei suoi oggetti, e l' unità solo di quell'  oggetto  che è anche soggetto. Fichte è infedele al suo principio di
d' indifferenza di cui abbiamo parlato dove non v' ha nè  oggetto  nè soggetto. Ma senza oggetto e senza soggetto vi ha egli
parlato dove non v' ha nè oggetto nè soggetto. Ma senza  oggetto  e senza soggetto vi ha egli coscienza? No certamente; non
in tutte le sue operazioni, e vi è il termine, ossia l'  oggetto  inteso, il quale è contrapposto al soggetto intelligente; e
il quale è contrapposto al soggetto intelligente; e quest'  oggetto  inteso può essere qualsivoglia cose al tutto diverse dall'
coscienza, cioè a dire, non prende la sola coscienza per  oggetto  del suo pensare, ma altri ed altri oggetti. Fichte fa
non il soggetto; cioè io posso esser consapevole di qualche  oggetto  reale o possibile diverso da me, senz' avere alcuna attuale
stessa ci attesta, che tanto il soggetto quanto l'  oggetto  non sono la coscienza, e molto meno due parti in cui ella
di cui gli atti secondi sono derivazioni. Molto meno l'  oggetto  può essere la coscienza o parte di lei. Anzi è la coscienza
non esiste altro che la coscienza, e che il soggetto e l'  oggetto  sono parti di lei: a malgrado che di ciò non siamo
». L' errore sta sempre nel confondere l' idea coll' Io, l'  oggetto  col soggetto. Si accorda che l' Io abbia l' intuizione di
essere ideale senza limiti sia lo stesso Io; perchè l'  oggetto  intuìto, non è il soggetto intuente. Il soggetto intuente,
l' atto dell' intuire; ma chi mai dirà, che l' idea, che l'  oggetto  intuìto sia quello che fa quest' atto? Se l' oggetto
che l' oggetto intuìto sia quello che fa quest' atto? Se l'  oggetto  intuìto è quello che intuisce, egli cessa, in quanto fa
intuisce, egli cessa, in quanto fa quest' atto, di essere  oggetto  intuìto, perchè l' intuìto e l' intuente sono relazioni che
reciprocamente. Fichte dice, che, se si pone che l'  oggetto  sia diverso dal soggetto, non si trova più il nesso tra l'
veramente la spiegazione di Fichte si riduce a dire, che l'  oggetto  è solo apparentemente oggetto, ma realmente è anch' egli
soggetto. Vi ha dunque un nesso tra il soggetto reale e l'  oggetto  apparente, che rimane intieramente a spiegare, e che non si
a spiegare, e che non si spiega già col distruggere l'  oggetto  facendolo rientrare nel soggetto. Sono adunque questioni
E` ella reale od apparente? Come può darsi un nesso tra l'  oggetto  (reale od apparente) e il soggetto? - Nè la soluzione dell'
cui appartiene, è di non poter intendere l' esistenza di un  oggetto  distinto essenzialmente dallo spirito che lo intuisce: e
e dal non poterlo intendere, argomentare che dunque l'  oggetto  dee incorporarsi occultamente col soggetto; imponendo così
di altri miei lavori, ne' quali tolsi a dimostrare 1 che l'  oggetto  non si confonde col soggetto, e che questo fatto ideologico
e che questo fatto ideologico della distinzione dell'  oggetto  dal soggetto toglie via lo scetticismo, inevitabile a'
sensisti e soggettivisti, i quali li confondono; 2 che l'  oggetto  per essenza s' intuisce dall' uomo per natura, ed è l'
scrittore italiano affermò con forza il principio, che l'  oggetto  , distinto dallo spirito che l' intuisce, doveva essere la
credette di raggiustare il mio sistema col dire, che l'  oggetto  dell' intuizione che ha l' uomo per natura non è l' idea
si mostra persuaso di combattere vittoriosamente), che l'  oggetto  ideale , la pura idea , s' immedesima collo spirito; e però
che il reale può essere conosciuto e però può diventare  oggetto  della mente (il che noi diciamo oggettivare ), ma non è già
Onde non essendo conosciuto per sè stesso, non è per sè  oggetto  della conoscenza. Laddove l' idea è conosciuta per sè,
quella che unendosi al reale lo rende conoscibile. Il vero  oggetto  adunque è l' idea; e questa poi partecipa l' oggettività al
ella si unisce nella cognizione. Il supporre adunque che l'  oggetto  primo della mente sia il reale , è una eredità del
cangiar natura; la cui brama avrebbe d' altra parte per  oggetto  un assurdo. Dall' esame de' principii accennati di Fichte
4 I nostri idealisti affermano che « isolandosi da ogni  oggetto  lo spirito non trova più che sè stesso »: ma essi non
lo spirito è un soggetto, e non comincia a divenire  oggetto  a sè stesso, se non si contempla nell' essere , e così si
nulla, se non col mezzo dell' idea dell' ente, che è l'  oggetto  per essenza: tolta via la quale idea lo spirito è nelle
trova nè crea; ma solo separa; e si esercita sopra un  oggetto  già percepito. Che cosa può fare dunque l' astrazione
a ) La prima condizione del conoscere umano col primo  oggetto  della conoscenza. La prima condizione del conoscere è che
questo, che l' atto con cui esiste lo spirito sia il primo  oggetto  della conoscenza. L' uomo ha un primo oggetto della
sia il primo oggetto della conoscenza. L' uomo ha un primo  oggetto  della conoscenza (l' essere), per mezzo del quale conosce
di conoscere , e distingue tanto bene quest' atto dall'  oggetto  , che quello lo ravvisa contingente, e questo necessario.
non è assoluto; ma l' assoluto conviene cercarlo nel primo  oggetto  del conoscere compiuto e realizzato. b ) Essi confondono
del sapere. La confusione adunque del soggetto coll'  oggetto  ravvisasi per tutto negli scritti di Schelling come in
chimerico che vero, perchè, tolta via la distinzione dell'  oggetto  e del soggetto, non rimane propriamente nella mente qualche
idee viventi, senza accorgersi che l' idea è essenzialmente  oggetto  e solo oggetto, e lo spirito è il suo opposto che intuisce
ideale, dal mondo de' possibili (1); la seconda sola ha per  oggetto  il mondo reale. La Filosofia negativa adunque di Schelling
e però non si può dire come sarà il suo oggetto. L'  oggetto  non è fino che non è l' atto che l' intuisce; e l' oggetto
oggetto non è fino che non è l' atto che l' intuisce; e l'  oggetto  proprio dell' atto è l' identico oggetto della potenza:
l' intuisce; e l' oggetto proprio dell' atto è l' identico  oggetto  della potenza: dunque la ragione per essere in potenza,
è di nuovo un essere in atto . Dunque è impossibile, che  oggetto  della ragione sia unicamente il poter essere; ma anzi
nel concetto dell' Io s' acchiude la relazione con un  oggetto  che rimane diverso dall' Io; quando conviene pur cominciare
tra gli altri il signor abate Gioberti, che io ammetto per  oggetto  dell' intuito il meno possibile (1): ancor peggio poi si
ogni azione di cosa reale è reale. Ma l' essenza pura è l'  oggetto  di quest' atto, ed altro non è, se non « l' ente in quanto
invece di quella. Per accorgersene basta osservare, che l'  oggetto  dell' intuizione Schellinghiana è l' identità assoluta che
uno degli A predicato , l' altro soggetto . Dunque quest'  oggetto  è molteplice. Infatti la cognizione dell' identità non può
a dire che le idee erano anime , trasnaturando così l'  oggetto  in soggetto. Ma l' errore in Schelling non era coerente,
veniva a distinguere l' atto dello spirito intuente dall'  oggetto  intuìto: laonde i seguaci di Hegel lodano il loro maestro
è lo stesso adunque, che: 1 Confondere quello che è  oggetto  dell' intuizione coll' operazione soggettiva dello spirito
(il verbo), che è cosa soggettiva , col concetto che è l'  oggetto  stesso intuìto. Ora il perdere di vista la differenza
la differenza essenziale che passa tra il soggetto e l'  oggetto  , conduce direttamente a confondere l' idea colla cosa , l'
che l' idea (come fosse un soggetto intelligente e non un  oggetto  intelligibile) pensi e ragioni, ma ben anco parli con voci
un soggetto che pensa , invece d' essere, come è, un puro  oggetto  che sta innanzi al soggetto che pensa: per nessuna maniera
Laonde egli riduce gli oggetti di tutte le scienze ad un  oggetto  solo, cioè all' idea ed al suo movimento dialettico, come
a tre: Alla prima, che chiama Logica , attribuisce per  oggetto  l' Idea considerata in sè stessa e per sè stessa; Alla
natura (denominazione tolta da Schelling), attribuisce per  oggetto  l' Idea nel suo esser altro, cioè in quel suo movimento pel
all' Idealismo trascendentale di Fichte), attribuisce per  oggetto  l' Idea nel suo ritorno dall' esser altro in sè stessa,
domandare come l' idea, che è immobile, impassibile, puro  oggetto  dello spirito, possa muoversi, com' ella possa diventare
poniamo alla nostra trattazione. La mente umana ha per  oggetto  la verità, e relativamente a questo suo oggetto nobilissimo
ha per oggetto la verità, e relativamente a questo suo  oggetto  nobilissimo essa esercita diversi uffici. Alcuni di questi
un oggetto; nè il pensiero sarà quest' oggetto, nè quest'  oggetto  solo sarà il pensiero. - Cosa è dunque il pensiero? Egli è
o alla famiglia più ampia ancora de' rosacei. Cos' è l'  oggetto  del pensiero? E` il termine di questo atto, la cosa su cui
una legge fissa, secondo la quale lo spirito ascende d' un  oggetto  del suo pensiero all' altro, questa si dovrà trovare negli
perocchè certo, che io posso sapere come il bianco  oggetto  che io vedo si chiami Adelaide di Como senza sapermi che
alla generalizzazione, prima gli dirò, che il bell'  oggetto  che vede si chiama Adelaide di Como ; poi gli dirò che è
come dicevo a primordŒ del suo sviluppo) che il bell'  oggetto  da lui veduto chiamasi Adelaide di Como , egli non può
egli non fa che associare la sensazione visiva dell'  oggetto  colla sensazione di quel suono che vien pronunciato a' suoi
farò anche conoscere, che il vocabolo Saffo non indica un  oggetto  solo, ma una classe di oggetti simili conducendolo a vedere
fiore , perocchè non conosce altre classi dove collocare l'  oggetto  che vede. - « No, mio caro, egli non è un fiore, ma un
mente egli si disegni un cotale abbozzo all' ingrosso d' un  oggetto  unico, il qual disegno egli si fa con que' soli tratti
potrebbe mai pensare nè intendere, senza avere un che, un  oggetto  da pensare, da intendere. Scoperto così l' ordine
di un vocabolo alla volta, considerato come segno di un  oggetto  e non come elemento di proposizioni. Applaudì a questo
la prima volta l' attenzione nell' uomo, essa ha per suo  oggetto  que' due principŒ congeniti, anzi si porta sugli stimoli
attenzione intellettiva dell' uomo; l' altra: quale sia l'  oggetto  delle prime intellezioni; finalmente la terza: qual sia la
la volontà è un movimento dello spirito che si porta in un  oggetto  conosciuto. L' intendimento dunque prima di tutto
e sole nel loro essere meramente reale, non sono peranco  oggetto  della mente, chè questa ancora non le contempla. Or come
passare a contemplarle e intuirle? Col renderle a se stessa  oggetto  , ciò che prima non erano. Ma cosa vuol dire un oggetto?
gli oggetti della mente si è quella di essere enti ; nè  oggetto  vuol dire altro che ente . Col percepirsi adunque dalla
è la propria indole dell' operazione intellettiva; l'  oggetto  è parola che si riferisce a lei, e l' ente è parola che
ora, qual è di questi due enti quello che forma l'  oggetto  delle prime intellezioni? Io sono stato gran tempo dubbioso
intellettiva, rimane pur fuori della cognizione dell'  oggetto  ogni sua qualità o proprietà speciale. Il soggetto sa
la materia, ossia il termine della sua operazione. E l'  oggetto  percepito dal bambino la prima volta gli si varia d'
volte. Cioè, sebbene il bambino percepisca sempre quell'  oggetto  agente su di sè e producentevi la sensazione, tuttavia nol
col tatto. Da prima colla vista non percepirà se non un  oggetto  solo, una forza sola; conciossiachè tutti gli oggetti
ciascuna sensazione s' avvede dell' esistenza d' un agente,  oggetto  alla contemplazione dell' anima, nel che sta l' essenza
al conoscere: io conosco con queste operazioni l' identico  oggetto  della mente, e non un altro. Parimenti l' associarsi di più
è più che una semplice idea di essa; perocchè l'  oggetto  del mio pensiero non è semplicemente l' imagine di quella
non questa o quella, non alcuna melagrana reale. Or l'  oggetto  di un tal pensiero, che io fo, è un idea, che io chiamo
atti dello spirito passaggeri, e però, tosto che l'  oggetto  vien sottratto al senso esterno, la percezione cessa.
egli da quell' ora vi conosce, e vi parla; e voi, il primo  oggetto  dell' intelligenza umana, sapete voi sole rispondere a quel
(2), in cui il soggetto sensitivo e volitivo vuole l'  oggetto  percepito senz' averlo giudicato bono, ma solamente per
senziente e ragionevole suppone per la sua essenza un  oggetto  pure senziente e ragionevole, sia questo vero o creduto
si è, che elle si portano immediatamente nell'  oggetto  percepito; quando gli adulti concepiscono gli oggetti
un nome, che vien pronunciato, colla sensazione dell'  oggetto  che quel nome significa (1), sicchè al risuonar di quel
si risveglia in lui subito la percezione avuta di quell'  oggetto  o l' idea imaginale. Questo fatto dimostra che il
con questa operazione egli s' avvede che la sostanza dell'  oggetto  non è l' attività da lui sentita, è qualche cosa che
che fu da noi definito « intellezioni, che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di primo ordine ». Ma si deve
in ciò che tutte quelle idee hanno di comune; 2 Divenuto  oggetto  del suo esclusivo pensiero quell' elemento comune, egli se
perocchè il sostantivo bianco non dice altro se non « un  oggetto  bianco »: la bianchezza è unita all' oggetto, ma la mente
bianchezza , dice un nome astratto, pronuncia non più l'  oggetto  in cui si trova la bianchezza, ma questa qualità sola
bianco , l' astratto è nella mente, ma vi è unito all'  oggetto  (sebbene sempre astratto da questo): nel vocabolo
l' astratto è affatto diviso dall' oggetto, è divenuto un  oggetto  mentale egli stesso direttamente espresso nella parola:
espresso nella parola: quando si dice bianco, si dice un  oggetto  che, oltre la bianchezza , ha delle altre qualità alle
vi sono in generale e che vi devono essere, acciocchè l'  oggetto  sussista; quando si dice bianchezza , questa qualità
uomo, che ha già formati gli astratti, quando egli vede un  oggetto  nuovo e lo classifica, fa un' operazione posteriore, che
- Ove all' incontro in noi si susciti il pensiero di un  oggetto  buono e assente, tosto dietro a questo pensiero tiene la
è immensa la differenza tra quelle volizioni che hanno per  oggetto  un individuo sussistente tutto quant' è, o anco una
d' individui (2), e quelle volizioni che hanno per  oggetto  un elemento comune a più individui, un astratto. Nel primo
individui, un astratto. Nel primo caso, la volontà ama un  oggetto  buono ( bonum ), nel secondo caso, la volontà ama la
loro bontà. Le volizioni che hanno per termine solamente un  oggetto  buono determinato, si acquetano in esso, e però l'
quel genere di oggetti son buoni, non si acqueta nel loro  oggetto  che è un astratto insufficiente ad appagare, ma si serve di
degli esseri animati. - Ma sebben l' anima7sentimento sia  oggetto  d' una intellezione di prim' ordine, tuttavia egli è ancor
degli enti, eleva l' attività del suo cuore all'  oggetto  il più sublime e lo mette già in comunicazione col cielo.
la formazione delle quali è ciò che dovrebbe fare l'  oggetto  dello studio dei pedagogici; ed è ciò in pari tempo che fu
l' essere sensitivo e intelligente; come pure percepisce l'  oggetto  bello agli occhi suoi. Ecco qua la culla delle due prime
l' essere sensitivo7intellettivo è tosto da lui amato, l'  oggetto  bello è da lui ammirato. Egli distribuisce adunque la sua
mette fin qui in gioco molti mezzi per giungere all'  oggetto  bramato, ma si slancia direttamente verso di quello. Or
sua cognizione: ma la volontà ebbe sempre a suo scopo l'  oggetto  stesso. Ora questo stesso oggetto, questo buono e questo
stesso oggetto, questo buono e questo bello, che forma l'  oggetto  de' primi affetti del neonato, continua ad esser pure l'
de' primi affetti del neonato, continua ad esser pure l'  oggetto  costante degli affetti umani in tutta la vita dell' uomo,
spera di rinvenire nella eternità. Ma se nel suo fondo l'  oggetto  è identico, non è identico però il modo, nel quale l' uomo
da queste. Perocchè le idee imaginali fanno conoscere l'  oggetto  fedelmente tal quale egli apparì ai sensi; ma l' idea del
un ente buono è affermare un oggetto; e l' affermare un  oggetto  senza più è operazione infinitamente più facile e più
sia l' affermare sè soggetto, cangiando così il soggetto in  oggetto  dell' intelletto. Fino a questa terza età niente può
riconosce come soggettivo ; lo percepisce come un semplice  oggetto  . Di qui avviene che gli stessi suoi piaceri, i suoi stessi
fornita di disinteresse, preceduta dalla stima dell'  oggetto  da lui amato: insomma è quella benevolenza stessa, a cui si
una e l' altra è ugualmente benevolenza; ma consiste nell'  oggetto  diverso di questa benevolenza: perocchè l' oggetto della
nell' oggetto diverso di questa benevolenza: perocchè l'  oggetto  della benevolenza si amplifica in ragione dell' età e del
in ragione dell' età e del progresso della cognizione. Ora,  oggetto  della benevolenza, lo dicemmo già, non è che il bene. Qual
delle sue intellezioni? Se queste intellezioni non han per  oggetto  che le cose sensibili, egli è chiaro che egli amerà ciò che
il vocabolo male, non finirà egli a persuadersi che l'  oggetto  di cui gli si parla è male? Il suo senso gli dice il
si potrà, quando si usi il bambino, o la persona qualsiasi,  oggetto  della malevolenza, a procurare all' odiatore i piaceri ch'
quali così tutte unite si applicano ad un punto solo, ad un  oggetto  solo. E quando lo spirito raccoglie così la sua attenzione
lente e dissolute sono indifferenti all' uno ed all' altro  oggetto  e disposte ad applicarsi a qualsiasi; ma tosto che sono
esser termine alla nostra volontà. Or poi, se noi amiamo un  oggetto  qualsiasi per le eccellenti sue qualità, il nostro amore ha
per le eccellenti sue qualità, il nostro amore ha per  oggetto  l' ente nella e per la sua forma ideale. Se poi noi amiamo
ente nella e per la sua forma ideale. Se poi noi amiamo un  oggetto  per se stesso, e non meramente per le sue qualità, il
e non meramente per le sue qualità, il nostro amore ha per  oggetto  l' ente nella sua forma reale. L' idea essendo principio d'
ed esclusivo, di maniera che egli rifiuta un altro  oggetto  unicamente perchè è un altro, eziandio che avesse le stesse
poi si noti bene: quando io parlai dell' amore che ha per  oggetto  l' idealità, non parlavo tuttavia d' un amore che
L' amor nostro che fu da noi descritto, dicemmo aver per  oggetto  l' ente nella e per la sua forma ideale. L' idea dunque,
parliamo della moralità dell' amore razionale avente per  oggetto  il reale. Primieramente, il reale finito considerato da se
compartito a misura de' pregi stessi. L' amore che ha per  oggetto  il reale di natura sua esaurisce tutte le proprie forze nel
occhi, ed anco ove nascesse mentre il fanciullo forma l'  oggetto  della nostra attuale osservazione, egli facilmente ci
di second' ordine sono quelle che hanno per loro  oggetto  i rapporti delle intellezioni del primo ordine tra loro, o
del terz' ordine sono quelle che hanno per loro  oggetto  i rapporti che hanno le intellezioni di second' ordine tra
intellezioni del second' ordine; quelle, che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di primo ordine tra loro. II
intellezioni del second' ordine; quelle, che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di primo ordine coi
delle intellezioni di terz' ordine; quelle, che hanno per  oggetto  i rapporti (1) delle intellezioni (2) di second' ordine tra
d' intellezioni di terz' ordine; quelle che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di second' ordine colle
d' intellezioni di terz' ordine; quelle che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di second' ordine coi
al mio palato, io posso unire il predicato buono coll'  oggetto  da me veduto, pronunziando il seguente giudizio sintetico:
cioè a dire percepisce solamente quel tanto dell'  oggetto  sensibile, che è costretto a percepire dal suo bisogno, che
dopo qualche tempo ad accorgersi, che i due oggetti sono l'  oggetto  stesso ripetuto. Il fare coll' intendimento il giudizio
questa impressione, la percepisce, e in essa distingue un  oggetto  dall' altro. Ma a far questo conviene che la mente abbia
che è « una pianta »; io applico l' idea della pianta all'  oggetto  che veggo; e il mio giudizio non è che una proposizione
colla quale io affermo che « ho riscontrato nell'  oggetto  veduto ciò che contemplavo in quella idea ». L' idea dunque
moto nel fanciullo è ancor poca, ed il bambino giunge all'  oggetto  della sua attività immediatamente. Nella terza età l'
come nella precedente, immediatamente al suo termine, l'  oggetto  reale che cerca, ma con un passo in mezzo, cioè colla
egli concepisce il sentimento della proprietà, cioè quell'  oggetto  acquista una cotale unione spirituale con lui, e da lui
ridurre a due ampie classi. I Classe. Quelle che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di terz' ordine tra loro. II
di terz' ordine tra loro. II Classe. Quelle che hanno per  oggetto  i rapporti delle intellezioni di terz' ordine colle
la mente prende colla sua attenzione tutto intiero l'  oggetto  da lei concepito, e lo divide in parti. Così dopo d' aver
lo divide in parti. Così dopo d' aver giudicato che il tale  oggetto  è « un corpo colorato »io posso dividere in quest' oggetto
oggetto è « un corpo colorato »io posso dividere in quest'  oggetto  la sostanza dall' accidente, e dire « quest' oggetto si
quest' oggetto la sostanza dall' accidente, e dire « quest'  oggetto  si compone di due parti, cioè della sostanza e dell'
al colore e nulla più; quando ho giudicato che un dato  oggetto  sia un corpo colorito (sintesi al terzo grado), ho dovuto
ho dovuto pensare ad un tempo il colore astratto e l'  oggetto  sussistente nel quale io lo ponevo. Se io ora dico che
nel quale io lo ponevo. Se io ora dico che quest'  oggetto  ha due parti, io pongo medesimamente la mia attenzione
dell' attenzione, la quale si concentra e ripiega sopra l'  oggetto  che vuol vedere, pel quale ripiegamento lo spirito (il
loro operare, ed è in istato di prevedere che cosa un dato  oggetto  a lui presente opererà, quali forze egli spiegherà, quali
quando la gravità della tentazione e la lusinga dell'  oggetto  vietato distacca interamente la sua attenzione dalla
per un istante, sicchè egli più non la vede, vede solo l'  oggetto  lusinghevole: allora è caduto il misero irreparabilmente.
produce. La terza, all' incontro, ha la sua ragione nell'  oggetto  stesso, il che è quanto dire nella verità. Questa sola
relativa al soggetto, cioè è relativa al modo onde l'  oggetto  viene dal soggetto appercepito. Ora, gli unici dati che
intelligente, più tosto che i suoi accidentali beneficŒ, l'  oggetto  in cui termina l' atto morale dell' appreziazione. E
loro bontà »unicamente per significare, che ciò, che si fa  oggetto  della stima morale, non sono gli effetti della bontà, ma la
le altre due. La prima forma, di cui parliamo, avea per  oggetto  e per norma insieme l' essere intelligente reale e
quello che sono »(rispetto a te). La seconda forma avea per  oggetto  la volontà degli esseri intelligenti reali, la volontà
metafisica della cosa: cioè a dire egli si diletta dell'  oggetto  come oggetto, poco poi calendogli che esso sia reale o non
d' indizio che di ritratto: la mente non fermasi a quell'  oggetto  rozzo e reale, come negli esempi di sopra accennati all'
arco, per cogliere e infiggersi nella natura delle cose,  oggetto  della sua intellettuale contemplazione: è per questo ch'
il fatto assai bene osservato) possono aver paura d' un  oggetto  reale, d' un negro, d' uno spazzacammino, delle maschere, e
intellettualmente se stesso, non può fare se stesso  oggetto  e fine del suo operare volontario. Perocchè la volontà è
Perocchè la volontà è quella, che opera tendendo ad un  oggetto  conosciuto dall' intelletto; ora se l' uomo non si è ancora
dall' intelletto; ora se l' uomo non si è ancora reso  oggetto  del proprio intendimento, egli non può nè pure essere
del proprio intendimento, egli non può nè pure essere  oggetto  della propria volontà. Innanzi adunque a quel tempo, nel
con tal veemenza e prontezza, che io fo torto a quell'  oggetto  più degno non perchè l' odii, od ami di più il men degno;
quel piacere soggettivo, o quel bene, che io preferisco,  oggetto  del mio proprio intendimento, che n' abbia però non già il
corpo? Onde l' entusiasmo popolare, sia contro le persone,  oggetto  del suo odio, nelle quali non vi è bene alcuno, sia a
quali non vi è bene alcuno, sia a favore delle persone,  oggetto  del suo amore, nelle quali non vi è alcun difetto?
accidentali, che questi essendo incerti non possono essere  oggetto  di nessuna scienza e di nessuna arte (1), che nè manco
nella natura, altro non lasciandogli che d' essere l'  oggetto  del desiderio e della contemplazione. A questo nondimeno si
altro. In primo luogo se si dà a quest' intellezione un  oggetto  diverso dall' intellezione stessa, già non è più
vede la difficoltà, dice che l' intellezione prima e pura è  oggetto  di sè stesso, onde la definisce: intellezione d'
c' è dunque pluralità, e non più unità. Di poi, se l'  oggetto  è la intellezione stessa, questa intellezione oggetto deve
se l' oggetto è la intellezione stessa, questa intellezione  oggetto  deve avere tutto ciò che si richiede acciocchè sia
deve pure avere un oggetto. Dunque anche l' intellezione  oggetto  deve avere un oggetto; e così si va all' infinito. La
più vili, e così non vide altra via se non stabilire che l'  oggetto  della sostanza ottima debba esser l' ottimo, e null' altro
L' intellezione purissima dunque doveva essere l'  oggetto  ottimo di sè stessa: e dall' ottima sostanza così formata
. Dice dunque, che nelle scienze fattive la cosa è l'  oggetto  inteso privo di materia; nelle speculative la cosa è l'
è altro se non l' Eterna intellezione , che ha per unico  oggetto  inteso sè stessa, molte difficoltà suggerisce al pensiero.
è questa: « se l' eterna e suprema intellezione non ha per  oggetto  che sè stessa, onde vengono le idee determinate, le forme
puro atto lo trovò nell' intellezione che non avesse per  oggetto  altro che sè stessa. E in fatto le cose intelligibili hanno
la natura dell' essere oggettivo, e aver creduto che ogni  oggetto  dell' intuizione intellettiva dovesse essere
ad Aristotele, per aver egli considerate le idee e ogni  oggetto  intellettivo, unicamente come predicati delle cose (1), e
attribuendo loro i predicati universali, e in questi,  oggetto  dell' intelletto, ripone costantemente l' essere,
dunque Aristotele l' intellezione , che non ha per  oggetto  altro che sè stessa, - e questa, secondo lui, è Dio; -
il primo Motore dee essere « « un' intellezione che ha per  oggetto  sè stessa » » perchè l' intellezione è l' ultimo atto, e se
» » perchè l' intellezione è l' ultimo atto, e se avesse un  oggetto  intelligibile da sè diverso, dipenderebbe da questo nel suo
immobili, sono atti puri, intellezioni che hanno per solo  oggetto  se stesse. L' ordine, dunque, in cui le dispone Aristotele,
pura ? Come l' intellezione pura può essere il Bene, e l'  oggetto  dell' appetito di tutta la natura? Come appetendo l'
considerazione. Che cosa è l' intelligibile, il proprio  oggetto  del pensiero? Secondo Aristotele è lo stesso essere della
specie di verità, dice Aristotele, che il senso del proprio  oggetto  è sempre verace; non della seconda. Ma, a vero dire, nè
come universale partecipabile. Poichè cercando qual sia l'  oggetto  della prima filosofia, da una parte dice che è la prima
ed immobile, [...OMISSIS...] , e questo vuole che sia l'  oggetto  della prima filosofia. Ma separato da che? Da tutto quello
che sono fisica, matematica e filosofia prima. L'  oggetto  della fisica è l' essenza delle cose naturali unita colla
la forma, c' è in queste cose il principio del moto (1). L'  oggetto  della matematica è quell' essenza che si separa bensì coll'
sola, e una tale essenza è la quantità (3). Finalmente l'  oggetto  della prima filosofia è un' essenza non solo separabile per
(4). Da questo passo risulta, che ogni scienza ha per suo  oggetto  un' essenza, o quiddità [...OMISSIS...] ; ma che Aristotele
cioè alla filosofia prima, Aristotele attribuisca per  oggetto  Iddio, e l' essere comunissimo e universalissimo, come
e l' essere comunissimo e universalissimo, come fosse un  oggetto  medesimo, supponendo Aristotele che l' Essere come separato
per accidente: l' ente per accidente non può costituire l'  oggetto  d' alcuna scienza; e nelle predicazioni, in cui l' ente si
ed Aristotele dice appunto, che la prima scienza ha per  oggetto  gli enti come subietti , e non come qualche cos' altro,
si considerasse come un solo genere , non potrebbe essere  oggetto  d' una scienza sola, ma di più (1). E in fatti, poichè la
assolutamente, che ciò che è predicato, sia sostanza ed  oggetto  della prima scienza? Ritorna qui quello che dicevamo a
trattare principalmente di Dio. Così questa scienza ha per  oggetto  ad un tempo: 1 Dio, essere attualissimo; 2 l' essere in
quelle cose che sono scevre di materia l' intelligente e l'  oggetto  inteso sono un medesimo » », [...OMISSIS...] (2). Ma che
sostanziali dunque, ossia quell' intellezione che ha per  oggetto  o atto ultimato la quiddità [...OMISSIS...] (3), è la più
contrario. Poichè non qualunque intellezione, che abbia un  oggetto  speciale o singolare, è mente, ma dee averli tutti in
in potenza tutte le cose. Ora l' intellezione che ha quest'  oggetto  è appunto la mente . Questa mente è atto perchè è
perchè è intellezione, ma è ancora potenza perchè ha un  oggetto  che è in potenza tutte le cose. Così dice che la mente è
massima parte di esse. Aristotele dice costantemente che l'  oggetto  della mente sono i principŒ, [...OMISSIS...] (2). Ora i
Aristotele, trovarsi nei principŒ , poichè questi sono l'  oggetto  della mente, e quella si chiama anche da lui come vedemmo «
di parlare di una mera facoltà subiettiva, e non d' un  oggetto  inteso, perocchè a questo solo conviene l' essere vero e
atto però, in quanto c' è l' intellezione che in quest'  oggetto  finisce; potenza, in quanto come oggetto comune e
che in quest' oggetto finisce; potenza, in quanto come  oggetto  comune e universale riceve tutte le determinazioni che lo
l' intellezione all' opposto o la mente che ha l' ente per  oggetto  è singolare, e niente vieta che sia sostanza, come dicemmo.
in potenza, perchè l' atto compiuto della mente apprende l'  oggetto  determinato (5). Se dunque gli universali, come universali
cose (1): perciò quello che abbiamo detto dell' essere come  oggetto  essenziale dell' intuizione primitiva, possiamo confermare
essere da Aristotele; l' essere dunque è universalmente l'  oggetto  intelligibile primo, costituente la ragione delle cose. Ma
in senso subiettivo è una prima intellezione che ha per  oggetto  quell' essere ideale indeterminato, ed è la mente in atto,
proprio alla mente. Pare dunque che per mente intenda l'  oggetto  e per l' anima intellettiva il soggetto. [...OMISSIS...] .
tra le potenze soggettive dell' anima; è dunque l'  oggetto  del conoscere, l' intelligibile primo, l' essere
è nel corpo e in tutti gli enti naturali, ma l' ultimo  oggetto  a cui tende quest' appetito, e che solo da alcuni enti
come mezzi al fine, sono ordinate (2), e per dir tutto, l'  oggetto  della beatitudine (3). Ora quest' ultimo oggetto è
tutto, l' oggetto della beatitudine (3). Ora quest' ultimo  oggetto  è indubitatamente l' essere, ma l' essere vivente ed
è l' intellezione ottima e massima, cioè avente per  oggetto  l' ottimo, e quello che è in massimo grado. Ora, come dall'
la ragione , in altri luoghi d' Aristotele, apparisca come  oggetto  essenziale dell' intelligenza; ma i varŒ sensi della parola
qui presa in senso subiettivo, e che nomini Dio lo stesso  oggetto  intelligibile. Così si può rendere coerente, in qualche
tempi, che non ripongono nell' anima intellettiva niun  oggetto  insito, e da' sensisti, che la cognizione traggon da'
è di sottrarsi alla sensazione, e affissarsi nel più alto  oggetto  della contemplazione, Iddio. Dalle quali cose tutte si può
la parte materiale. Così gli esseri intellettivi hanno per  oggetto  loro o specie, in cui contemplano il Bene eterno, Iddio
in una mente, Aristotele non si curò più di sapere, se l'  oggetto  di questa mente fosse determinato o indeterminato, e
fosse indotto Aristotele a considerare l' ente puro come l'  oggetto  degnissimo della prima mente, formante con questa una
ma col loro miscuglio diminuiscono, secondo Aristotele, l'  oggetto  ottimo, che ogni cosa in sè contiene in un modo eminente;
in cui eminentemente si contengono, e che rimane immutabile  oggetto  della mente, non avendo l' essere contrarŒ di sorte, che
e prima di tutti gli enti, trattando questa di un solo  oggetto  cioè dell' essere come essere (5), e la dice scienza
[...OMISSIS...] , e che l' ente non potrebbe essere  oggetto  d' una sola scienza, se l' ente si prendesse sotto diversi
che si riduce all' ente (2). 3 Che ogni scienza ha per  oggetto  la quiddità , [...OMISSIS...] , e che usa di questo come
che la scienza dell' ente come ente ha per suo proprio  oggetto  la quiddità dell' ente. 4 Che le altre scienze trattano
concetto, da ogni materia. 5 Quest' ente separato è dunque  oggetto  della stessa scienza che tratta dell' ente in universale,
si riducono, formano un solo genere supremo, e però un  oggetto  solo d' una sola scienza, [...OMISSIS...] : e questa
che gli enti naturali composti di materia e di forma,  oggetto  della fisica, [...OMISSIS...] . All' incontro esistendo l'
perchè abbraccia ogni atto di contemplazione che abbia per  oggetto  i puri intelligibili e non solo «ta prota». La mente dunque
un genere diverso da quello, e poichè ogni scienza ha per  oggetto  un genere, l' universo mobile sarà oggetto della fisica , e
scienza ha per oggetto un genere, l' universo mobile sarà  oggetto  della fisica , e l' immobile d' una scienza anteriore
la terza è la sostanza immobile: le due prime sono l'  oggetto  della fisica perchè hanno movimento, l' ultima della
immobile, cioè della mente, altrove attribuisce per  oggetto  « l' ente come ente ». La mente dunque è l' ente, cioè l'
« l' ente come ente ». La mente dunque è l' ente, cioè l'  oggetto  primo del conoscere; e si divaria soltanto pe' diversi
le cose umane: appartiene alla sua perfezione che il suo  oggetto  sia puramente l' ottimo, cioè se stesso. D' altra parte,
umana? In tal caso abbiamo una mente che intende, ma il cui  oggetto  essenziale non è identico con essa. Dunque ella sarà di sua
atto della contemplazione; 2 quest' atto deve avere per  oggetto  l' ottimo; 3 quest' ottimo deve esser ella stessa.
ciò che è in atto, non è ella stessa il proprio oggetto, l'  oggetto  [...OMISSIS...] , la mente obiettiva, e però questa le
pervenuta allo stato d' entelechia , non avrà per suo  oggetto  solamente l' ottimo, ma altre cose ancora che sono le
forme le ha in se stessa virtualmente comprese nel suo  oggetto  essenziale, acquista pure la denominazione di mente in
di tutti gl' intelligibili, [...OMISSIS...] la prima ha per  oggetto  «ta te physei phanerotata», la seconda «panta noei»: la
la prudenza e la sapienza (9), ma i due abiti che hanno per  oggetto  il vero necessario sono la scienza e la mente . Questa
dunque dee propriamente trattare quella scienza che ha per  oggetto  l' essere come essere, e anche d' ogni altra entità, ma ad
senso primo e proprio, cioè l' essenza sostanziale è l'  oggetto  precipuo della filosofia prima, si prende qui l' essere
di meno dell' universale, e la filosofia prima ha lo stesso  oggetto  della dialettica (1). Come dunque sembra negare che l'
l' immobile e separata dalla natura. Ma d' altra parte, l'  oggetto  di questa filosofia è l' essere come essere. Dunque l'
se stessi, ma quello che li fa conoscere è l' universale  oggetto  della prima scienza, [...OMISSIS...] . In fatti, esclusa la
primo uno, per ispiegare l' uno ne' più. Di qui assegna per  oggetto  della prima filosofia non solo l' essere separato, ma l'
che egli fa incessantemente intorno al definire il proprio  oggetto  della prima filosofia. Questa, dice, deve trattare
»(4) »: e quindi la prima filosofia appunto perchè ha per  oggetto  il primo e il comunissimo, tratta di tutte le cose,
appartiene allo stesso genere. Ogni scienza ha per suo  oggetto  un genere. La filosofia prima dunque ha per oggetto l' ente
per suo oggetto un genere. La filosofia prima dunque ha per  oggetto  l' ente come ente, sia questo considerato in atto o in
si dà azione razionale che non tenga dei due termini, l'  oggetto  e il mondo extrasoggetto, che ne sono la cagione. Quindi
vuole avere una piena contezza delle cose; finalmente se l'  oggetto  reale su cui medita non le è offerto dalla percezione, ella
distinguere dagli enti ideali . Gli enti ideali sono l'  oggetto  dell' intuizione della mente, le essenze degli enti. Ma gli
cognizione data alla mente dal suo proprio atto intorno l'  oggetto  (l' ente). Se gli antichi avessero ben conosciuta la
che il non7ente, assolutamente e semplicemente preso, non è  oggetto  della mente. Platone ed Aristotele, che dimostravano anche
con uno sguardo suo proprio, finge a sè stessa essere un  oggetto  ciò che altro non è se non una relazione negativa, che
di opinione proveniva in parte dal confondersi l' ente  oggetto  coll' ente astratto , coll' ente mentale e coll' ente
mente nell' ente astratto , che non è intieramente l' ente  oggetto  ; perocchè l' ente oggetto è l' ente ideale , al quale si
, che non è intieramente l' ente oggetto ; perocchè l' ente  oggetto  è l' ente ideale , al quale si adegua ogni ente reale e
l' intendimento conoscere gli enti (poichè l' ente è l'  oggetto  suo proprio) dai segni loro rappresentativi, egli non può
questo si conosce (5). Escluso adunque l' errore che l'  oggetto  dell' intùito naturale sia Dio, rimane a vedere quali
quelle di cui non abbiamo percezione. Che Iddio sia l'  oggetto  del naturale intùito della mente umana, nel qual caso la
cotal sonno dell' intelletto e dello spirito assorto nell'  oggetto  dell' estatica contemplazione, e così rapito a sè stesso,
al suo oggetto; vale a dire l' atto è riflesso, se il suo  oggetto  è cosa già innanzi pensata e non puramente sentita; quindi
quasi sia tale rispetto a sè. L' atto riflesso non è  oggetto  di sè, ma si esige un altro atto di riflessione superiore,
che si cerca non è il sapere di quali parti sia composto un  oggetto  che si presenta alla mente, ma di sapere che cosa si debba
segreti all' uomo, fino a tanto che l' uomo non li fa  oggetto  di sue ricerche, e da anelli primi o di mezzo dell'
al pensiero, perchè egli se ne possa andare diritto nell'  oggetto  assente e fissarsi in quello, a cagione della legge
e gli imprime mille baci, abbia lo stesso ritratto per  oggetto  dell' amor suo, e non piuttosto che intenda ella di
care sembianze? Se fosse così, se il ritratto fosse il vero  oggetto  dei suoi affetti, a lei basterebbe la presenza del
suo bene, non vorrebbe di più. Ancora, se il ritratto è l'  oggetto  dell' amor suo, in tal caso, avendo ella molti ritratti
di ciò, ella se ne adonterebbe, protestandovi che l'  oggetto  del suo amore è unico, e le parrebbe di essere infedele
ella non si ferma alle immagini che sono più, ma al vero  oggetto  da tutte raffigurato? Aggiungete che i diversi ritratti non
segno qualsiasi di lui, o tale che le rappresenti il solo  oggetto  degli ardenti suoi voti. E che il ritratto sia mal dipinto
della percezione. Indi, allorquando non si percepisce l'  oggetto  per sè, ma per via d' immagine e di segno vicario, allora
è nel concetto intellettivo. Di che nasce che sebbene l'  oggetto  intellettivo sia il vero e reale oggetto, tuttavia a lui
certe virtù superiori e divine, che erano il vero  oggetto  intellettivo a cui si riferiva il loro culto; trasnaturando
oggetto, associando e individuando colle materiali forme l'  oggetto  divino per un errore del pensiero; e così adorando quelle
che è destinato a chiamare la nostra attenzione su un  oggetto  assente, ma sensibile, da noi altre volte percepito, come è
che è destinato a chiamare la nostra attenzione in un  oggetto  invisibile e spirituale, come sarebbe la divinità. Nel
della stessa legge, due relazioni reali in cui lo stesso  oggetto  si considera (2). E fu per questa connessione appartenente
che si eseguisce (regolarità soggettiva), e nell'  oggetto  che si contempla (regolarità oggettiva). Onde nasce la
ragione per cui l' intelligenza ama la regolarità nell'  oggetto  molteplice contemplato; l' ama non solo perchè coll'
precedenti; ella viene dal principio di cognizione che « l'  oggetto  del pensiero è l' ente ». Ora l' ente è uno per sua
gode dell' oggetto, gode di ciò che conosce essere nell'  oggetto  e non essere in sè stesso, gode di un bene che considera
non potrebbe porla, se nella molteplicità, che forma l'  oggetto  di sua contemplazione, non ci fossero certe relazioni e
la contemplazione di lui che è piacevole anzichè l'  oggetto  della contemplazione, il bello stesso. All' incontro, se si
un fine, solo allorquando il movimento che vi produce è un  oggetto  della sua attenzione e da lui voluto, ed allora il fine non
quella che acquista un uomo lussurioso alla vista di ogni  oggetto  atto a pascere la sua passione, quella d' un educato ai
d' eccitamento. Tutti gli affetti razionali, che hanno per  oggetto  il bene, accrescono il sentimento fondamentale d'
fondamentale d' eccitamento, e quelli che hanno per  oggetto  il male, lo diminuiscono. Chi volesse entrare nella ricerca
che produce l' affetto razionale, che abbia per  oggetto  un bene o un male fisico; poi quell' affetto, che abbia per
un bene o un male fisico; poi quell' affetto, che abbia per  oggetto  un bene o un male intellettuale (scienza); e finalmente
intellettuale (scienza); e finalmente quello, che abbia per  oggetto  un bene od un male morale. Dopo questa differenza
affetti razionali, che possono aver luogo circa lo stesso  oggetto  categorico, e trovare quale maniera d' eccitamento venga
uomo vi sono tutti e tre questi sentimenti, ma il solo  oggetto  della coscienza è il sentimento armonico ed uno, fondamento
è un' intelligenza; ciò vuol dire, ha tal natura che l'  oggetto  per essenza, l' essere eterno, di continuo le si manifesta,
altissima relazione essenziale, che da parte dell' eterno  oggetto  dicesi manifestazione , da parte del soggetto intuizione ,
cominciò nell' Asia minore, nella stirpe jonia; il primo  oggetto  che s' offerse a quella speculazione si fu la natura
della ragione si è la percezione dei corpi; dunque l'  oggetto  di questa, il corpo, doveva essere altresì trasportato il
oggetto, e in questo esclusivamente collocarla; perocchè l'  oggetto  è quello in cui il pensiero finisce; e la via percorsa dal
che si riferisce alla sua «philia», dichiarandola  oggetto  del solo intelletto: [...OMISSIS...] . Riesce nondimeno ad
realizzato; e la sola realità dell' ente non darebbe alcun  oggetto  alla mente, la quale niente potrebbe con esso solo nè
allo spazio e al tempo, fa riuscire un solo ente fisso,  oggetto  dell' intelletto. Giustamente adunque l' amicizia di
due cose, perchè l' una e l' altra permanente ed entrambe  oggetto  della mente, la sostanza reale e l' ideale, furono confuse
diviene conoscibile, divenendo ente, il che è quanto dire  oggetto  dell' affermazione. Ora, tutte queste questioni al tempo di
la materia. I sistemi precedenti avevano confuso l'  oggetto  col soggetto, e dichiarata l' anima come risultante dagli
errore giace nella « confusione del soggetto (anima) coll'  oggetto  (enti ideali) ». A questa corruzione dell' antica scuola
le cose, che l' anima percepisce, coll' anima stessa, l'  oggetto  col soggetto. Eraclito tutto dal fuoco derivava, e, secondo
parlassero degli enti, senza definire precisamente se l'  oggetto  del loro discorso fosse l' idea o l' ente reale; parlavano
ha per materia il sentimento mutabile, e la seconda un  oggetto  immutabile, benchè la cognizione stessa sì di quello che di
oggettiva, ma ogni armonia consiste in un rapporto dell'  oggetto  col soggetto, e nel soggetto dimora. E se a Dio piacerà che
di un così fatto sistema giace nella confusione fra l'  oggetto  dell' intelligenza, l' ente intelligibile, coll'
è il soggettivismo, cioè quel sistema che dichiara l'  oggetto  pensato modificazione del pensiero; è l' errore di
affatto insussistente e vana. E di vero: I) Dall' essere l'  oggetto  della mente interno non ne viene affatto che egli sia la
nè si può provare. II) La parola interno applicata all'  oggetto  della mente è male usata, perchè significa una relazione
significa una relazione locale di corpo a corpo; là dove l'  oggetto  della mente non è, propriamente parlando, nè fuori nè
nel termine formante un unico sentimento; all' incontro l'  oggetto  della mente è unito alla mente, in modo che la mente non
interni, nè lontani, nè vicini. VI) Che se il trovarsi l'  oggetto  unito, o per dir meglio presente alla mente, non involge
modificazioni dell' anima; e però non si può confondere l'  oggetto  di quel concetto, che tutto il modo esprime colla parola
cioè « la differenza e l' opposizione che passa fra l'  oggetto  della mente e la mente che lo intuisce »; dovette chiudere
verità di fatto, che « quando la mente pensa un  oggetto  possibile, per esempio una torre possibile a costruirsi,
suppone tre concetti: 1) il soggetto rappresentante; 2) l'  oggetto  rappresentato; 3) la stessa rappresentazione. Tutto ciò mi
il che non si nega, deve esistere anche l'  oggetto  rappresentato ed il soggetto rappresentante come sue
acciocchè avesse forza, presupponeva la verità di quell'  oggetto  che si trattava di dimostrare. Laonde disperato della
anzi questa cognizione suppone dinanzi a sè l' anima,  oggetto  della cognizione. Vediamo come Fichte fa che l' Io produca
il conoscere e il distinguere sia il produrre. Il secondo  oggetto  adunque prodotto dall' Io, nella supposizione di questo
Infatti: Il principio di cognizione dice: « l' ente è  oggetto  del conoscere »; e questo sistema dice: « il conoscere
dello spirito sono infiniti (poichè da parte del suo  oggetto  lo spirito non è limitato), si occupò ad unificare questi
identità assoluta, rimanendo lo spirito identificato coll'  oggetto  suo infinito, che tutti gli oggetti determinati comprende.
confuse anch' egli, come i precedenti, il conoscente coll'  oggetto  cognito, e concluse che l' oggetto cognito era il
il conoscente coll' oggetto cognito, e concluse che l'  oggetto  cognito era il conoscente. Di più, l' oggetto cognito è
che l' oggetto cognito era il conoscente. Di più, l'  oggetto  cognito è duplice, sussistenza e idea . Per difetto d'
e idea . Per difetto d' analisi dichiarò che ogni  oggetto  cognito è idea. Quindi se ne ebbe che l' idea era ad un
ebbe che l' idea era ad un tempo il soggetto conoscente, l'  oggetto  ideale intuìto, e l' oggetto reale percepito. Così Hegel
il soggetto conoscente, l' oggetto ideale intuìto, e l'  oggetto  reale percepito. Così Hegel ridusse ogni categoria di cose
involge assurdo sopra assurdo. L' Idea altro non è che l'  oggetto  intuìto dallo spirito, l' essenza delle cose; per esempio,
ma è una negazione assoluta, colla quale si abolisce l'  oggetto  del pensiero, e se rimane solo il frutto di tale negazione,
non si può mai confondere con questo, che è assenzialmente  oggetto  pensato; nella negazione adunque rimane ancora il negante,
ancora il negante, benchè incognito a sè stesso. 3) Se l'  oggetto  pensato non è il pensante, dunque il pensante pensa cosa
dice: 1) Che egli può bensì astrarre, negare, passare da un  oggetto  all' altro, ma non mai trasformare gli oggetti stessi l'
di confondere l' anima coll' idea, il soggetto coll'  oggetto  che la illustra? Questo sistema ha due faccie: è idealismo
universale, che è quello col quale la mente intuisce l'  oggetto  nella sua possibilità, mentre il fantasma non esce dalla
esso non è il solo reale, ma il reale nell' ideale, è un  oggetto  reale7ideale, particolare7comune, e non reale e particolare
fra cui ella passi. Ma posciachè non era conosciuto che l'  oggetto  reale, in cui si trova il comune, ossia l' universale, è un
reale, in cui si trova il comune, ossia l' universale, è un  oggetto  misto di reale e d' ideale, essendo un reale concepito;
che un nome comune, fino che è solo, non presenta alcun  oggetto  all' intelletto, ma può significarne più d' uno; quando poi
di fame, se non avesse altro nutrimento, che questo ideale  oggetto  della sua mente. Perchè s' abbia dunque una azione reale
reale (l' agente, e quindi l' azione o pratica) non è  oggetto  di concezione intellettiva, non è in comunicazione colla
se non il mondo sensibile e l' anima propria; il primo,  oggetto  dell' esperienza esterna; il secondo, oggetto dell'
il primo, oggetto dell' esperienza esterna; il secondo,  oggetto  dell' esperienza interna. Dunque la cognizione dell' uomo
vero che il termine ultimo a cui finisce quest' atto è  oggetto  soprannaturale, ma, come diceva, l' esser concepito colle
(1), non veggono mai, non la prendono mai veramente ad  oggetto  de' loro pensieri e de' loro religiosi ragionamenti. Il
sussistenti. L' idea è fredda e non è un agente , ma un  oggetto  : la cosa è un agente, ha forze sue proprie. L' idea non è
si mantiene e muove. Ma questo Essere, che deve esser l'  oggetto  d' un infinito amore, e verso cui dobbiamo esaurire tutti
ma agisse Iddio come causa efficiente , e l' uomo come un  oggetto  tutto passivo verso di quella causa. Non volle: ma preferì
atto che suppone il sentimento, che rende questo sentimento  oggetto  della riflessione. Indi quelle leggi dello spirito umano
soprannaturale sentimento, non è sensibile, nè può essere  oggetto  della nostra consapevolezza. Quando però la potenza, di cui
nostra immutabile essenza, è oltremodo difficile a rendersi  oggetto  della nostra osservazione; mentre sono assai facili a
occulta di Dio, questa misteriosa essenza è propriamente l'  oggetto  della fede, ed il veicolo della grazia, lo stimolo divino,
che il primo atto morale, il giudizio pratico o stima dell'  oggetto  dell' azione morale (che qui è Dio) è la fede. Or se è che
la stessa cosa che conosce quello, cioè ha lo stesso  oggetto  nella mente, ma non gli è rivelato allo stesso modo . Con
non finisce di conoscere, se non fino che l' essere (l'  oggetto  conoscibile) è esaurito, così parimente l' appetito della
finisce, se non quando tutto l' essere gli è dato per suo  oggetto  e pascolo. L' uomo dunque, per insegnamento della stessa
non si acquieta perfettamente mai, se non gli si dà per  oggetto  cosa, ove nulla manchi e ove sia tutto l' essere. Dunque si
dell' intendimento. L' intendimento, ove pensi un qualche  oggetto  reale, cioè da lui percepito, ha per termine della sua
da lui percepito, ha per termine della sua operazione l'  oggetto  stesso e non una qualche sua similitudine o idea. Quando io
Questo è quanto dire, che gli esseri stessi reali sono  oggetto  dell' atto dell' uomo intelligente. Or come è possibile
nella Ideologia (1) dimostrando ivi che l' essere è l'  oggetto  essenziale dell' intelletto, cioè che l' essere ha questa
le osservazioni seguenti: 1. Che quando lo spirito pensa un  oggetto  reale, questo oggetto nulla soffre dal pensiero; e che se
1. Che quando lo spirito pensa un oggetto reale, questo  oggetto  nulla soffre dal pensiero; e che se questo oggetto è
questo oggetto nulla soffre dal pensiero; e che se questo  oggetto  è contingente, nè pure nulla opera nella mente: e tuttavia
opera nella mente: e tuttavia è indubitabile che quell'  oggetto  è il termine dell' attenzione del soggetto pensante e
del soggetto pensante e sensitivo insieme. 2. Che se questo  oggetto  è necessario, cioè l' essere stesso , allora questo opera
, allora questo opera nella mente, ed è per sè termine e  oggetto  della mente: il che si rileva osservando che la natura
oggettiva, come quella che si fa coll' occhio. Poichè l'  oggetto  non tocca l' occhio e non si mesce con lui, ma rimane dall'
confonde coll' anima, ma rimane da lei distinto, come è l'  oggetto  dal soggetto. Il perchè questa frase di vedere Iddio
di forme non vi ha alcuna mistione o confusione, perchè l'  oggetto  ha per sua propria natura una cotale opposizione al
non si può giammai con lui mischiare, fino che si rimane  oggetto  , sebbene esso agisca nel soggetto e di sè lo informi.
lui. Egli è questa la distinzione che si deve fare fra l'  oggetto  e il soggetto. Allorquando noi soggetto contempliamo un
e il soggetto. Allorquando noi soggetto contempliamo un  oggetto  (il verbo), avvi quest' oggetto, in cui termina la nostra
espresse la distinzione che sempre sussiste tra l'  oggetto  operante (Dio) e noi soggetto che riceviamo la sua
E perchè si veda essere mente dei Padri, che quest'  oggetto  dello Spirito intelligente, che imprime l' imagine quasi a
cosa, non è che la cosa stessa in quanto è conoscibile, l'  oggetto  del pensiero. Ho dimostrato che la qualità comune di più
ideale nelle creature non è mai una persona, ma solo l'  oggetto  di una persona (soggetto), e quindi medesimo una forma che
in quanto è cognita, in quanto è affermata, essa è l'  oggetto  di sè, conoscente sè stessa. Ora questo oggetto che non è
essa è l' oggetto di sè, conoscente sè stessa. Ora questo  oggetto  che non è la sapienza, ma l' oggetto della sapienza, è in
sè stessa. Ora questo oggetto che non è la sapienza, ma l'  oggetto  della sapienza, è in un modo diverso interamente da quello
oggetti. Tutt' altro è in Dio. L' essenza divina, come  oggetto  di sè, ha un sentimento che la fa sussistere senza cessare
Questa sussistenza, questa essenza nella relazione di  oggetto  è il VERBO, e in opposizione a questo oggetto, l' essenza,
relazione di conoscente un oggetto, non qualunque, ma un  oggetto  sussistente. Se l' essenza conoscesse sè solamente, non
non sussisterebbe il Figliuolo: ma conoscendo sè come  oggetto  sussistente, avente la vita (1), il sentimento come
Figliuolo non è adunque, semplicemente la Sapienza ma è l'  oggetto  vivo sussistente: il termine della sapienza del Padre (1).
essenza di questo sentimento, che sorte da Dio in quanto è  oggetto  del nostro spirito, è di farci sentire una cotale forza,
la forza che l' uomo sperimenta ricevendo la notizia dell'  oggetto  del sentimento, e la notizia stessa, e l' affetto che esce
sparuta traccia di lei. Perocchè la percezione o idea dell'  oggetto  di questi sentimenti umani è finalmente la sola cosa che
amore, che ne proviene non è che una conseguenza di quell'  oggetto  e non ha nulla di sè, e se voi rimovete un solo di questi
amore ed ebbra in lui già perde quasi fino la specie dell'  oggetto  amato, o non l' avverte più, ma nuota in una affezione
amore essenziale, questa trasformazione in amore dell'  oggetto  amato, si può anche mentire: e indi fu l' idolatria dell'
a sè stesso, senza bisogno della precedente notizia dell'  oggetto  amato, che viene da lui come abbandonata per ritirarsi in
essere reale . L' essere ideale, e il reale, è egualmente  oggetto  del nostro intelletto, ma in quanto percepisce quello,
insomma, che muove la riflessione e la tiene occupata nell'  oggetto  desiderato, e la sforza, col continuo vagheggiare, di
La volontà amante è quella che penetra molto addentro nell'  oggetto  amato, e ne conosce i pregi, sa per cognizione sperimentale
calore, un affetto, che esce spirato da quella luce, resa  oggetto  divino del nostro sentimento (2). Non sarà però inutile che
è quella del generare , cioè del conoscere in modo che l'  oggetto  cognito sussista come cognito; siccome abbiam detto più
anch' essa veramente si può dire scienza, perchè Iddio è un  oggetto  per sè conoscibile, e quindi, a differenza dell' altre
non ammette confini? Non è forse quest' essere infinito un  oggetto  così reale come qualunque altro? O piuttosto non è egli l'
così reale come qualunque altro? O piuttosto non è egli l'  oggetto  più reale di tutti? E perchè Dio si tiene nascosto, non
ha che ci sia nell' uomo una potenza sublime che abbia per  oggetto  Dio, immediatamente Dio, per soddisfarsi e trovarsi
facoltà che ci spinge fuori di noi e ci fa tendere in un  oggetto  infinito. 4. Quindi che è un puro errore baldanzoso ad un
un toccamento reale di un essere sussistente. Sicchè questo  oggetto  determina, specifica o piuttosto informa e costituisce di
divina dell' uomo primitivo, che è pure il massimo  oggetto  di cui tratta quel sacro libro. Perocchè se quelle parole:
rivelata a se stessa l' immensa sua capacità e l' infinito  oggetto  pel quale solo veramente era stata creata. La differenza
della conservazione e felicità di questa persona ha per  oggetto  Iddio. Ma questa stessa dirittura di affetti, che nasce per
che volgeva la loro volontà in questo ricercamento dell'  oggetto  della loro contemplazione, poteva essere giusto, recando la
E veramente la legge non nasce che dalla cognizione dell'  oggetto  verso il quale si pratica l' atto morale. Or gli oggetti
di una più chiara notizia che avrebbe acquistato di Dio,  oggetto  principale de' suoi atti morali, come per la maggior forza
anche con una tenue o almeno indistinta cognizione dell'  oggetto  dell' atto morale: anzi egli avviene ben sovente che con
la buona volontà che insieme colla chiarezza di quell'  oggetto  s' innalza e si sublima. Or all' una e all' altra di queste
a ciò, sarebbero periti i loro sensi, i quali pure dall'  oggetto  divino sarebbero stati pasciuti, fortificati, perfezionati.
esige un oggetto; di che la necessità medesimamente di un  oggetto  primitivo dell' intendimento che sia il primo cognito e pel
cose. E fatta poi diligente inquisizione intorno a questo  oggetto  primordiale per conoscere che possa essere, abbiamo trovato
vedere, cioè nello stato d' INDETERMINAZIONE; e da questo  oggetto  stesso sia determinato l' atto della potenza di volere. L'
che viene presentata poi da sentimenti e che forma l'  oggetto  delle sue cognizioni acquisite e corrispondenti volizioni.
aiuto dei sensi) si può considerare o dalla parte del suo  oggetto  , o dalla parte del soggetto uomo, di cui essa è atto. Egli
intrinsecamente tanto per mutazione che nascesse nel suo  oggetto  naturale e primo, come per alterazione del soggetto
sofferire la natura della volontà da una mutazione dell'  oggetto  suo naturale, possiamo ancor concepire la possibilità che
con un atto pieno e, come diceva, precipitata in quell'  oggetto  che è il TUTTO, del quale cercava di pienamente sfamarsi,
che la volontà del primo uomo mossa originariamente dall'  oggetto  assoluto, fu poi privata dopo il peccato di questo oggetto.
il senso dell' essere sussistente: non lasciandogli che l'  oggetto  del solo intendimento naturale, cioè la tenue idea dell'
rimase così piegata e così attuata: e non trovando più l'  oggetto  reale infinito perchè sottrattole, il suo atto, col quale
essere; e però con un bisogno di fingere a sè stessa quell'  oggetto  che non aveva, e nutricarsi, per così dire, di vento, cioè
ancorchè null' altro fosse avvenuto se non se sottrarsi l'  oggetto  infinito, posto a lei nella sua prima costituzione, da
arbitrio, col quale l' uomo stesso stolse la volontà dall'  oggetto  infinito resosi a lei naturale e la piegò verso la finzione
esistere tosto che sia dato un sentimento, una materia o un  oggetto  di sentire. E finalmente, in terzo luogo, anche lo stesso
i quali hanno pure delle forze e delle potenze, ma il cui  oggetto  non è Dio conoscibile e amabile. Sarebbe ciò contro la
che alla forza che ha la natura umana di amare e che fa suo  oggetto  tutte le cose anche solo idealmente concepute, non possa
anche solo idealmente concepute, non possa punto fare suo  oggetto  anche Dio medesimo. S. Agostino dice che la natura invita
amore, quando pure ha per natura il poter amare ogni altro  oggetto  che conosca sotto specie di bene? Egli è vero che il grado
grado e la qualità dell' amore non è in proporzione dell'  oggetto  conosciuto, ma del modo di conoscerlo , come dicevamo: ma
ancora: e così le intendevano i Santi, i quali da ogni  oggetto  naturale venivano innalzati ad atti di amor di Dio
istante in cui cade l' operazione: ma solo ha riguardo all'  oggetto  e alle circostanze idealmente e specificamente considerate.
e dei Santi, perchè priva di Dio non può aver comune l'  oggetto  della loro felicità e quindi non può formare una società,
essi, giacchè questa sociale unione viene dall' unità dell'  oggetto  comune del loro godimento, ciò è quanto dire che è esclusa
rilevarsi e trovare con gli occhi suoi dell' animo quell'  oggetto  d' infinito bene che ha perduto, il quale è tale che,
della vita l' anima umana in quanto è soggetto, e non l'  oggetto  di quest' anima, l' ente, questi e devono sfuggire d'
soggettivo; laddove ciò che viene dal di fuori è il solo  oggetto  , dal quale, nella nostra sentenza, viene edotto all' atto
senta l' ENTE, sussiste eternamente, perchè ha sempre un  oggetto  da sentire, che non gli può venire mai meno. E se questo
nè distrugge, ma rimane sussistente per sè, cioè per l'  oggetto  a cui è aderente e cui sentendo ha sua vita (2). Ed egli,
sia per quella parte che riguarda i doveri che hanno per  oggetto  immediato Iddio, e sia per quella parte che riguarda gli
sia per quella parte che riguarda gli altri, che hanno per  oggetto  il prossimo. Essendo questo indubitato, e, come dicevamo,
costituite. Ora ogni cosa amata ed apprezzata può essere  oggetto  d' un diritto, e non le sole cose materiali. Certo, che
che hanno oggetti materiali, ma anche quelli che hanno per  oggetto  dei beni invisibili e morali, e tra questi i diritti
l' utile poi, essendo cosa umana, può essere benissimo  oggetto  di un' autorità umana, qual è quella del governo civile;
tutelare la vita de' cittadini. Il fine è temporale, ma l'  oggetto  di cui dispone, cioè l' adunanza sacra, è religioso. D' un
di cui dispone, cioè l' adunanza sacra, è religioso. D' un  oggetto  religioso può anche abusare la malizia umana a danno del
pompa; egli ne proibisce l' effettuazione: dispone di un  oggetto  sacro per un fine temporale. Si può dire ugualmente d'
con le sue leggi e con le disposizioni da qualunque  oggetto  e da qualunque riguardo religioso. Quelli che spacciano una
per ragione di questo, che il civile governo non ha per suo  oggetto  la Religione o le cose religiose, essi non intendono già di
che si negava addirittura che il matrimonio fosse un  oggetto  religioso. Ma l' argomento era sciancato da due parti.
Ma l' argomento era sciancato da due parti. Infatti, se l'  oggetto  del matrimonio è profano, que' diversi progetti di legge
quelli che professano la seconda, il matrimonio sarà un  oggetto  sacro. Si vede dunque che l' essere sacro o profano un
di legge, né degli uomini di Stato lo stabilire se un  oggetto  sia sacro o profano; ma questo giudizio appartiene
la Religione, cioè l' autorità religiosa, dichiara che un  oggetto  è sacro, niuno può dire il contrario relativamente a quella
sacro, ma che esso nello stesso tempo è anche profano: è un  oggetto  che ha le due qualità di essere sacro e di essere profano
che abbiamo poco prima stabilito per conoscere se un  oggetto  sia sacro o profano. Noi abbiamo detto, che non c' è altra
se la Religione è quella sola che può dire se un dato  oggetto  sia sacro, ella sola può anche dire, di necessaria
dire, di necessaria conseguenza, sotto quale aspetto quell'  oggetto  sia sacro. Ora la Religione Cattolica ci dice nello stesso
la loro distinzione l' autorità di decidere quale sia l'  oggetto  sacro e come sia sacro; mentre abbiamo veduto, che nessuno
se non la Religione stessa, dalla quale viene che un  oggetto  sia sacro. Caduta questa, eccoci in campo un' altra
di coscienza professato a questo modo non può formare l'  oggetto  di una seria discussione, e la menzogna della legge e de'
Queste si riducono unicamente a quelle che non hanno altro  oggetto  se non l' uomo o il cittadino, senz' altra considerazione.
possa essere un diritto del vizio. Il vizio non può essere  oggetto  d' alcun diritto, assolutamente parlando, perché il diritto
10. Fin qui ognuno di questi fenomeni può essere ancora  oggetto  d'una percezione individuale. a vi sono fenomeni che un
dalla sua ultima possibile perfezione fino a tanto che l'  oggetto  reale del suo conoscere non è Dio stesso, l' essere
non potevano: 1. esse non potevano da sè sole trovare un  oggetto  reale infinito che le completasse; 2. non potevano nè pure
completasse; 2. non potevano nè pure dare a sè stesse alcun  oggetto  finito nel quale terminare e pel quale svilupparsi.
le cose (1). Di che ne viene che non era questa analogia l'  oggetto  di quella divina Sapienza per la quale Dio componeva l'
o ritratti una dell' altra. Non era ancor questo solo l'  oggetto  della Sapienza creatrice: perocchè il far che fossero de'
e che parimente il sistema universale delle cose in nessun  oggetto  dell' universo materiale trovava similitudine o ritratto:
Ora che cosa è che produce questa associazione? Se l'  oggetto  è reale e presente, la parola che lo esprime si associa
che lo esprime si associa facilmente coll' idea dell'  oggetto  con l' intermezzo della sensazione del medesimo che diventa
quelli eccitamenti che fanno riporre l' attenzione all'  oggetto  sensibilmente percepito e al suono contemporaneo alla
di tutte le grate sensazioni da lui avute. Se poi l'  oggetto  sensibile e reale è assente, mediatrice (se non nella prima
Così parimente se egli cade in terra o urta in alcun  oggetto  o tocca alcuna cosa che gli noccia, gli dice: tu ti se'
Se poi la parola astratta non esprime un sentimento, o un  oggetto  cagione a noi di sentimento, sicchè l' effetto sensibile
viene additato e proposto all' attenzione con cenni un  oggetto  più grande degli altri, s' avvezza la mente del fanciullo
della grandezza estesa; qualità che può convenire a ogni  oggetto  materiale. Procedendo poi innanzi la sua osservazione, egli
a questo: giacchè non si possono applicare le qualità di un  oggetto  a un altro in quanto sono concrete, ma solo in quanto sono
si rendesse concreta solo allorquando si applicava a un  oggetto  particolare: applicazione che si faceva mediante quell'
del vocabolo e che chiamava l' attenzione sopra l'  oggetto  significato. Supponiamo, in ragione di esempio, che la
forme dell' essere, cioè dell' essere ideale fonte e  oggetto  formale di tutte le umane scienze, e dell' essere reale
e però tale è l' obbligazione quale l' oggetto, e se l'  oggetto  è infinito, egli induce una obbligazione infinitamente
redenzione del mondo nasce, quasi direi, per accidente. L'  oggetto  delle compiacenze del Padre non è per sè l' uomo, ma il
le astratte e le negative . Queste ultime hanno bensì per  oggetto  qualche cosa di sussistente e di reale, ma questo ci è
queste varie maniere, cioè: 1. esse possono significare un  oggetto  sensibile nella natura esistente; 2. un fatto avvenuto; 3.
accozzamento quelle vengano a rappresentare o indicare l'  oggetto  insensibile che è lo scopo del ragionamento. Discendiamo
oggetti che sono dei simboli (1). E ciò che si dice di un  oggetto  particolare simbolico si può dire di un complesso di
abbiamo data de' simboli (2). Quando la lingua esprime un  oggetto  che egli stesso è preso per segno di qualche altro oggetto,
quasi mai avviene, e le più volte, per non dir sempre, un  oggetto  stesso può usarsi a segnare più e più oggetti, cioè tutti
completa. Quando l' uomo privo d' altre idee percepisce un  oggetto  sussistente, egli se ne forma una cotale idea ma
idea ma imperfetta. Solo quando gli pone il nome a questo  oggetto  percepito, la sua idea di lui è completa. La ragione di ciò
spirito con tale guida è volto a cogliere per così dire l'  oggetto  reale scopo di tale operazione, e quello che viene
è tenue, e svanisce tosto dalla mente. Ma quando il suo  oggetto  ha acquistato un nome, questo nome gli lega, per così dire,
nomi proprii . Ho detto che il nome proprio che esprime l'  oggetto  della percezione unisce insieme diversi elementi e ne fa
unisce insieme diversi elementi e ne fa risultare un solo  oggetto  d' intelletto, e che questi elementi sono: 1. l' essere
, ed è solamente quando il nome si riferisce a un  oggetto  reale, individuo, sussistente, che si dice nome proprio.
era stato formato dalla terra. Ma un nome che significa un  oggetto  composto di terra, per sè considerato, è egli un nome
a solo il primo uomo, ma significa egualmente qualunque  oggetto  composto di terra. Tanto è vero che lo stesso nome, che fu
tornando alla nostra analisi del nome Adam diciamo, che l'  oggetto  da lui espresso, un composto di terra, dovendo essere un
da lui espresso, un composto di terra, dovendo essere un  oggetto  percepito dalla mente ed espresso con quel nome in quel
la mente il concepisce, egli si compone e risulta, questo  oggetto  intellettivo, dei tre elementi indicati, cioè 1. dell'
perchè determina una relazione unica e stabile dell'  oggetto  nominato colla persona che il nomina, e però quell' oggetto
oggetto nominato colla persona che il nomina, e però quell'  oggetto  non può esser più vago nè accomunarsi ad altro, che a
chi pronunzia od ode quel nome comune subito vi attacca l'  oggetto  individuale e sussistente. La sussistenza dunque non è
bisogno di spiegazione. Quando noi percepiamo coi sensi un  oggetto  sensibile, non percipiamo mica tutta la natura e proprietà
comune (1). In quella vece noi non abbiamo percepito dell'  oggetto  se non quel tanto che la capacità del nostro senso fu atta
Di più fra le varie sensazioni che noi riceviamo da un  oggetto  medesimo all' atto della sua percezione e delle quali l'
cosa rotonda o con altro nome, ma sì bene cosa ossia  oggetto  luminoso. Nella percezione del firmamento l' uomo non sarà
dalla sua estensione; il firmamento sarà quindi nominato  oggetto  esteso, o anche semplicemente l' esteso (1). Qui pertanto
dal significare uno al significare un altro oggetto, e l'  oggetto  significato dal simbolo può essere un altro simbolo egli
egli poteva ancora mantenere. Non ebbe adunque per  oggetto  di sua fede la divina santità, ma la divina potenza:
in sè medesima, nè somministrava. La cosa spirituale ,  oggetto  ultimo della legge, non essendo rappresentata ma solamente
era in sè stessa che un ammasso di precetti che avevano per  oggetto  cose esterne, materiali, o finalmente nulla più che
avevano la Divinità in se stessi; questa Divinità era l'  oggetto  della loro fede, come cosa che doveva comunicarsi loro in
(2). Ma poichè questo dirizzamento di volontà non avea un  oggetto  esplicito e positivo, ma era come l' occhio guardante bensì
operano tutte simultaneamente, purchè abbiano materia ed  oggetto  in cui occuparsi, e ciò per istinto. L' uomo acquista più
intellettivo risponde uno stato dell' animo, divenendo ogni  oggetto  dell' intelletto segno alle affezioni del cuore. 5. Come
il carattere che riceviamo in alcuni Sacramenti, non ha per  oggetto  solamente gli abiti animali de' quali parla il citato
nelle Scritture« patto« egli si considera in sè come l'  oggetto  dell' alleanza di Abramo; quando è chiamato « segno« egli
che significare la volontà degli uomini di destinare un  oggetto  qualunque al culto di Dio; ma non valgono a far sì che
che vince il mondo, la nostra fede« (1). » Ma qual è l'  oggetto  immediato della nostra fede? Abbiamo veduto che nel
a dichiarare la nostra fede che vince il mondo ne fissa l'  oggetto  appunto in Cristo, dicendo immediatamente: [...OMISSIS...]
congiunge con noi, si fa sentire a noi, e così diviene l'  oggetto  immediato della nostra fede? Egli è qui che S. Giovanni
sostituzione: nè essa muta punto la sua natura, o che l'  oggetto  che si sottrae s' annichili, o pure che si conservi;
conservi; perocchè il conservarsi o l' annichilirsi dell'  oggetto  in cui luogo si mette un altro è straniero alla natura
non differisce dalla conservativa se non in questo, che l'  oggetto  che si conserva in entrambi, senza che nulla nasca di
violento, come è quello che proviamo nell' atto che un  oggetto  esterno agisce su di noi modificando il sentimento nostro
l' una delle quali riguarda l' abitudine della volontà all'  oggetto  della legge come natura, la qual volontà si riferisce ad
legge come natura, la qual volontà si riferisce ad esso  oggetto  in un modo spontaneo, ma non libero; l' altro riguarda l'
La volontà umana si atteggia e si riferisce verso un  oggetto  non solo ne' due modi che abbiam detto spontaneo semplice e
, o per un movimento d' inclinazione . Ella si porta in un  oggetto  o per un abito o per un atto con un movimento finale ,
finale , quando termina e riposa la sua azione nell'  oggetto  e subordina al detto oggetto tutti gli altri che non sono
e riposa la sua azione nell' oggetto e subordina al detto  oggetto  tutti gli altri che non sono fini del suo atto, e vuole
che la qualità che hanno di mezzi al fine. Si porta in un  oggetto  con un movimento di semplice inclinazione, quando è bensì
nè lo ama come mezzo, perchè esso contrasta con quell'  oggetto  che ella ha per fine. 21. E` ora da osservarsi, che la
della volontà (cioè di quella volontà che riposa in un  oggetto  come in suo fine, e che però dicesi superiore e personale)
e senza precedente elezione s' acquieta e consente nell'  oggetto  dell' abito come in suo fine; o quando ella si acquieta in
del cedere e abbandonare la sua attività propria nell'  oggetto  della passione o dell' abito. Questi due modi ne' quali un'
sulle diverse abitudini che la volontà umana può aver coll'  oggetto  della legge, onde nascono i diversi stati morali dell'
della volontà superiore, di quella volontà che ha per  oggetto  il fine dell' umana vita. Infatti la legge eterna è quella
volontà, deva avere in sè un vero peccato che lo renda  oggetto  dell' ira e dell' indignazione di Dio, parlano loro in
sua propagazione è tanto piano che non può nè manco essere  oggetto  di una questione, perchè non si vede alcun motivo di
tale da fare che il bambino per sè innocente diventi un  oggetto  della sua ira e della sua indegnazione, degno di eterna
in una relazione tra il disegno di Dio e la natura umana  oggetto  di questo disegno. In tal caso una tal sorta di privazione
stessa tra i diversi oggetti che le sono offerti sceglie l'  oggetto  buono e ordinato a cui aderire, e rigetta l' oggetto non
l' oggetto buono e ordinato a cui aderire, e rigetta l'  oggetto  non buono e disordinato: e queste due specie di moralità
si fondano diversi dogmi della nostra santa fede. c ) L'  oggetto  voluto che sia dalla volontà, in qualunque maniera lo
condizione morale al suo atto ed al suo stato, e però se l'  oggetto  è intrinsecamente cattivo, come abbiamo detto dell' odio di
di fare il contrario, perchè dal disordine intrinseco dell'  oggetto  essa riceve il disordine in sè, come ogni ente che riceva
stesso di fatto la forma dell' immoralità. d ) Infatti l'  oggetto  voluto dalla volontà e la volontà che vi aderisce formano
consti di due elementi divisibili colla mente, perchè l'  oggetto  ha natura di termine e la volontà di principio, ed il
avviene primieramente e perfettissimamente in Dio, dove l'  oggetto  della sua volontà non solo gli è essenziale e uguale e
suo pieno atto, ed ha sempre lo stesso oggetto, e quest'  oggetto  è l' identica essenza che è la volontà: onde principio e
con quelli della libera elezione. Poichè in Dio l'  oggetto  naturale così dello intelletto come della volontà è la
essenza divina attualissima; laddove l' uomo non ha per  oggetto  naturale la propria essenza, ma un' altra essenza, laonde
a tutte le intelligenze create e finite. Di poi il suo  oggetto  naturale non contiene tutti gli enti attualmente, ma solo
della loro entità e bontà, onde può eleggere fra essi. L'  oggetto  all' incontro in Dio essendo Dio, tutto attualmente
vero e non punto panteistico, perchè si riferiscono a un  oggetto  diverso da quello a cui le riferisce, e a cui solo può
elle sono in esso come un mezzo di pensare, non ancora come  oggetto  dell' attenzione e della riflessione, perciò inosservate:
nella serena quiete della sua mente, ferma attenzione all'  oggetto  per sè, cioè al mondo ideale: e senz' uscirne, dall' idea,
divina o dell' umana. Poichè se si parla della divina, l'  oggetto  del suo conoscere non può essere che realissimo, altro esso
e di specie . Le realizzò primieramente confondendo l'  oggetto  , che solo appartiene alle idee, col subietto intelligente
Tale è il Dio d' Aristotele, tale anche la mente umana. L'  oggetto  non è per lui qualche cosa che involga un' assoluta
la quale così si fa segno di speciale discordia e  oggetto  e materia della lotta più di tutte ostinata. Il che viene
se non nelle specie del genere »(4) »: poichè questa è l'  oggetto  della definizione. Per questo la quiddità è una specie, «to
intuizione e dell' affermazione (1). L' intuizione ha per  oggetto  un' essenza intelligibile , che, a quel modo che si
inchiudono sempre almeno una implicita affermazione (2). L'  oggetto  della percezione è un reale, che in essa s' afferma. Il
reali , i quali solo esistono da sè, «choristos» (3). L'  oggetto  dunque del pensare è il singolare , l' individuo reale . L'
che esiste è l' individuo singolare, e quest' è ancora l'  oggetto  vero del conoscere. Ai platonici, che ammettevano le
Ora, secondo Aristotele, il solo intendimento ha per  oggetto  l' essere o la ragione della cosa (prendendo Aristotele
e però i fantasmi, dagl' intelligibili: questi dunque,  oggetto  della mente, non sono i fantasmi. Ma gl' intelligibili non
specie o forma è diversissima dall' atto, essendo puramente  oggetto  in cui termina l' atto dell' intelletto. La confusione di
La confusione di questi due concetti, atto e specie od  oggetto  , si confermò nella mente di Aristotele, o si giustificò a'
rimanere nell' anima com' abito determinato, o può divenire  oggetto  d' attuale contemplazione) è quello che Aristotele chiama
tradussero intelligentia : questa mente ha per suo  oggetto  i principŒ, [...OMISSIS...] (4) e non è scienza, perchè la
cose. Dunque questa virtù naturale della mente umana è un  oggetto  veduto, col quale si vedono l' altre cose. Onde Aristotele
indicando « « il principio o la facoltà che ha presente l'  oggetto  e lo intuisce e per esso conosce l' altre cose » ».
mente, domandando cioè, « « se questa, la mente, esiga un  oggetto  per esistere, se l' uomo abbia per sua propria natura
a nostro parere, di sì, solamente che chiama questo stesso  oggetto  o istrumento, la mente, «nus», e l' uomo per lui è il
le cognizioni, ma non qualche cosa IL QUALE sia  oggetto  della nostra consapevolezza. E l' essere ideale, ossia il
l' ammise solo come mezzo , e non lo riconobbe come  oggetto  , perchè esso rimane da prima occulto all' umana
all' intendere, e quest' aiuto non è ch' egli già sia l'  oggetto  inteso, ma si riduce a mantener ferma l' attenzione, come
la mente sotto l' aspetto d' intelligibile , ossia com'  oggetto  primo dell' anima intellettiva, e in fatti anche le parole
principŒ, ma una cognizione latente fino che non c' è l'  oggetto  d' applicarla. Sia a ragion d' esempio quest' oggetto il
è l' oggetto d' applicarla. Sia a ragion d' esempio quest'  oggetto  il triangolo. Il concetto generale di triangolo si forma
[...OMISSIS...] . Ora l' aver posto Aristotele che l'  oggetto  della Mente in atto sia la verità , non discorda nè pure in
nè pure in questo da noi, che abbiamo detto il primo  oggetto  della mente essere appunto la verità «( Ideol. ) ». Ma
il confondere ciò che dà il senso, con ciò che è l'  oggetto  dell' intelletto. Poichè quantunque dica che si vedono da
senso corporeo è interamente diverso per Aristotele dall'  oggetto  della mente; ma questa ha due atti, il primo, «noein», è l'
il sensibile è il termine del senso, così l' essere è l'  oggetto  della mente in senso subiettivo, ed è la stessa mente in
tra' piedi la difficoltà di questi individui reali,  oggetto  suscettivo di diversi pensieri ed immaginazioni, i quali
generabili e corruttibili, de' quali tratta la Fisica, è l'  oggetto  della Teologia detta anche Prima Filosofia, ed è Dio
l' immediato impulso dalla prima causa. Ma questo stesso  oggetto  poi si dice « «genere onorabilissimo », [...OMISSIS...] »,
comune a tutti i generi », [...OMISSIS...] », e di nuovo l'  oggetto  di questa si definisce: « « l' ente come ente, e quegli
nell' ente in quanto ente » », [...OMISSIS...] . 3 E qui l'  oggetto  di questa scienza che ha due nomi, cioè Teologia e
agire poi e patire dell' anima, c' è anche, rispetto all'  oggetto  conoscibile, il predicamento del ricevere «( Logic. 431) »
Questo ragionamento poi lo distingue in due, secondo l'  oggetto  intorno al quale si esercita; se si esercita intorno all'
è mai sensazione, benchè anche la sensazione possa divenire  oggetto  di cognizione, ma è sempre «logos alethes» e «kata tauton»
che lo limita, e una natura relativa al creabile,  oggetto  di quell' atto di volontà; di che apparisce che l'
cosa, rispetto all' atto del nostro vedere, cioè un solo  oggetto  della nostra percezione (3). L' anima poi, avendole
di cui ella sia stata fatta partecipe. Noi dicemmo che l'  oggetto  proposto da Dio all' intuizione naturale dell' anima non è,
se costoro s' interrogano di qual sapienza parlino, qual  oggetto  le assegnino, sono costretti in ultimo di rispondere, che
alla mente dicesi verità, considerato in relazione all'  oggetto  stesso, dicesi ente. Il Bene, adunque è al di là del lume
Colla teoria della felicità, del benessere dato per  oggetto  primo alla vita, noi formeremo uomini egoisti, adoratori
pure gli errori particolari che canonizzano, formano un  oggetto  meramente accidentale e transitorio della loro credenza;
della loro credenza; potendosi, anzi dovendosi cangiare l'  oggetto  della fede di ciascun d' essi, come cangiano ogni dì ed
ricchezze, delle comodità, dell' onore e d' ogni altro  oggetto  della concupiscenza, divenne cosa onesta anche eccedendo i
sono ciò che i vocaboli significano, e costituiscono l'  oggetto  della nostra credenza: la Chiesa colle sue parole non cerca
di lunga mano più l' attenzione degli uomini, ed è l'  oggetto  de' comuni discorsi (1). Ma quando trattasi di scienza, e
Questa perdita della possessione della propria natura fu  oggetto  d' una definizione di Papa Celestino, il quale in uno de'
che in qualunque modo le aderisce; poichè male , ossia «  oggetto  moralmente cattivo (2) »altro non vuol dire, se non ciò
informando la volontà, la disordina; e senza un male, un  oggetto  da fuggirsi, non può esservi precetto che ne ordini la
bene le varie maniere di concepire l' oggetto. C' è l'  oggetto  materiale , che è la cosa considerata in se, per esempio
a cui si riferisce prossimamente la legge vetante. C' è l'  oggetto  intellettuale , per esempio Dio e il prossimo presenti
riferisce prossimamente la detta legge. C' è finalmente l'  oggetto  morale , cioè l' oggetto in quanto è amato ovver odiato:
la detta legge. C' è finalmente l' oggetto morale , cioè l'  oggetto  in quanto è amato ovver odiato: questo è l' oggetto
cioè l' oggetto in quanto è amato ovver odiato: questo è l'  oggetto  prossimo della legge vetante. La legge vieta l' odio di Dio
vetante. La legge vieta l' odio di Dio e del prossimo . L'  oggetto  prossimo della legge vetante è dunque ciò che prossimamente
anche di precetti positivi; se mancasse in una parola l'  oggetto  prossimo del precetto, nè pure potrebbe esservi colpa;
non si dà possibilità di precetto, senza un male morale ,  oggetto  del precetto. E però S. Tommaso dopo aver parlato del
perchè opera il male, perchè commette il peccato, che è l'  oggetto  della colpa, e della stessa legge vetante. IV Altra prova
nostri teologi; perchè cattiva non può essere, se non ha un  oggetto  cattivo, ma il suo oggetto cessa d' esser cattivo in faccia
non può essere, se non ha un oggetto cattivo, ma il suo  oggetto  cessa d' esser cattivo in faccia ad essa: negandosi che una
ad essa: negandosi che una volontà necessitata abbia un  oggetto  veramente cattivo che la deturpi. V Ebbe torto dunque,
festa, e mancasse ad altri precetti positivi, che hanno per  oggetto  cose per sè indifferenti: niuna nuova inordinazione o mal
falso sul bene, dopo che, poniamo, ha giudicato che un  oggetto  sia più buono ch' egli non è, la volontà l' ama di più che
naturalmente; non gli è proposto veramente ancora un  oggetto  morale; né l' uomo conosce, nè sente l' obbligazione; e
l' azione personale o la libera, ma si esige che l'  oggetto  stesso dell' azione sia personale , e però che abbia
azione personale non sarà tale da staccar la persona dall'  oggetto  buono e morale a cui aderisce. Onde non vi sarà che colpa
la nostra mente dalle altre cose e occuparla solo nell'  oggetto  del nostro amore o dell' odio: di cui avviene che quegli
di cui avviene che quegli che ha troppo affetto ad alcuno  oggetto  particolare si fa cieco a tutti altri non per meno di
di limitare i pensieri fermandoli dal loro corso in qualche  oggetto  sparso in sulla via che percorrono, ma sono costretti a
Il sistema cristiano all' incontro, volendo che ciascun  oggetto  appaia membro del gran corpo di cognizioni a cui
hanno un medesimo oggetto. Egli è vero che quest' unico  oggetto  sotto due forme e in due modi si manifesta, cioè col lume
prima cagione di quello spontaneo movimento? Chi offerse un  oggetto  sublime da contemplare all' intuizione immediata dell'
ma la formalità del metodo legale diviene il grand'  oggetto  della pubblica autorità e de' suoi rigori! Un male ne tira
ecc.). Origine di questo errore. - Si vide che l'  oggetto  della filosofia non sono le cose fisiche (percettive), ma,
dall' una all' altra. Quindi si conchiude che tutto l'  oggetto  della Filosofia è il metodo. Questo è propriamente il
dieno tutte quelle cognizioni che aver si potranno dell'  oggetto  definito. Pretendere all' incontro, che si istituiscano
nè osservare, parole che suppongono qualche fine e qualche  oggetto  nell' osservatore e sperimentatore; è solo un prestarsi a
da tali filosofi si crede or che la sensazione sia l'  oggetto  del pensiero, ora, poco coerenti con se stessi, che sia il
filosofici, i quali distinguono l' atto del sentire dall'  oggetto  del sentire invece di distinguere il principio dell' atto
o anche esprimerne l' essenza positiva . Quando l'  oggetto  è tale che si può conoscere per via di percezione, allora
principio che le menti finite, quantunque abbiano per loro  oggetto  la verità, tuttavia per la limitazione degli atti con cui
e profeti si possono chiamare, non differendo nell'  oggetto  di cui favellano, ma solo nel tempo: mentre annunziano
e sì breve nella nuova, è molteplice. Primieramente essendo  oggetto  unico dell' istruzione del mondo in tutti i tempi Cristo,
dell' istruzione del mondo in tutti i tempi Cristo, questo  oggetto  allora era futuro, come ora è passato. Non poteva essere
senza straordinario dono, che nell' antico tempo di questo  oggetto  si favellasse, fino che da straordinari mandati non fosse
l' istruzione gradata, e lenta, e quasi a sorsi, sì come di  oggetto  arduo e spirituale. All' incontro nel Nuovo Testamento
ognor presente, ognor sui labbri: faceano ch' ei fosse l'  oggetto  di loro intrattenimenti, la consolazione di loro angustie,
pratiche a' Santi, formole in onore di qualche particolare  oggetto  religioso. Commendabili sono queste, se dalla Chiesa
di Pentecoste annunzia i doni del Santo Spirito, sublime  oggetto  a cristiani desiderŒ, pe' quali il Vangelo in tutto il
virtù. E quale atto maggiore di carità? quale più bell'  oggetto  della Prudenza, della Carità? (2). Onde quest' è ch' io
azione di più menti associate; il che verrebbe ad essere  oggetto  d'un altro ramo di psicologia. Oggi intendo additarvi
nel suo genere, tuttavia è limitato nel suo oggetto. Quest'  oggetto  del potere, diciamolo di nuovo, è il regolamento della
questo prezzo è il risultato delle qualità stimabili dell'  oggetto  apprezzato, meno le qualità deterioranti, come sarebbe
dell' uomo riguardo alle cose esterne che possono essere  oggetto  della civile società, viene conservata nella sua integrità
dai diritti stessi: non si conosceva adunque il preciso  oggetto  del governo: governare la società non era per essi regolare
li giudicasse: giudicasse cioè s' essi si contenevano nell'  oggetto  del Potere monarchico, o se il trapassava: se si
allora è il caso in cui le contese non hanno più un  oggetto  personale, ma un oggetto reale, vale a dire in cui non si
in cui le contese non hanno più un oggetto personale, ma un  oggetto  reale, vale a dire in cui non si questiona e non si
proprietari arbitri delle fortune della nazione, diventa un  oggetto  della cupidità di ciascuno che vuol arricchire: e d' altro
prodotte novità politiche. » Gli economisti avendo per  oggetto  della loro applicazione la ricchezza potevano essere più in
grande estensione. Ma appunto perchè la modalità, che è l'  oggetto  del governo si allarga e si restringe secondo le
non può durare se non in quel tempo in cui la modalità  oggetto  del governo, è nè più nè meno della misura fissata. Poichè
disposizioni amministrative. La modalità dei diritti è l'  oggetto  del suo potere, e su questa il suo potere è illimitato: i
i diritti stessi cioè il loro prezzo reale non è l'  oggetto  del suo potere, ma ne è il confine: questo è quello che
delle nuove idee, ma bensì ancora qualunque altro  oggetto  per lontano al di fuori di noi e molteplice che egli sia,
l' uomo della previsione. Le idee all' incontro su questo  oggetto  dei secoli trapassati erano presso a poco quelle che ogni
nel suo genere, tuttavia è limitato nel suo oggetto. Quest'  oggetto  del potere, diciamolo di nuovo, è il regolamento della
questo prezzo è il risultato delle qualità stimabili dell'  oggetto  apprezzato, meno le qualità deterioranti, come sarebbe
dell' uomo riguardo alle cose esterne che possono essere  oggetto  della civile società, viene conservata nella sua integrità
dai diritti stessi: non si conosceva adunque il preciso  oggetto  del governo: governare la società non era per essi regolare
li giudicasse: giudicasse cioè s' essi si contenevano nell'  oggetto  del Potere monarchico, o se il trapassava: se si
allora è il caso in cui le contese non hanno più un  oggetto  personale, ma un oggetto reale, vale a dire in cui non si
in cui le contese non hanno più un oggetto personale, ma un  oggetto  reale, vale a dire in cui non si questiona e non si
proprietari arbitri delle fortune della nazione, diventa un  oggetto  della cupidità di ciascuno che vuol arricchire: e d' altro
prodotte novità politiche. » Gli economisti avendo per  oggetto  della loro applicazione la ricchezza potevano essere più in
grande estensione. Ma appunto perchè la modalità, che è l'  oggetto  del governo si allarga e si restringe secondo le
non può durare se non in quel tempo in cui la modalità  oggetto  del governo, è nè più nè meno della misura fissata. Poichè
disposizioni amministrative. La modalità dei diritti è l'  oggetto  del suo potere, e su questa il suo potere è illimitato: i
i diritti stessi cioè il loro prezzo reale non è l'  oggetto  del suo potere, ma ne è il confine: questo è quello che
delle nuove idee, ma bensì ancora qualunque altro  oggetto  per lontano al difuori di noi e molteplice che egli sia, ed
l' uomo della previsione. Le idee all' incontro su questo  oggetto  dei secoli trapassati erano presso a poco quelle che ogni
ed allegrezza, se non fosse ubbidiente, anzi mi sarebbe un  oggetto  di dolore. Nell' Istituto non si apprezza altro che la
il Signore che ama i suoi d' un amore perfetto, che ha per  oggetto  il loro miglioramento spirituale, permette che sieno così
ora al discorso de' riti orientali, che è il principale  oggetto  della venerata sua lettera, niente affatto dubito di
ella ha un merito intrinseco, indipendente affatto dall'  oggetto  intorno a cui si esercita, o dall' essere prudente o non
sull' esito, non lo studio e la diligenza. Pensare all'  oggetto  e dimenticare il soggetto, cioè dimenticare affatto noi
valore; 2 Se nella carità verso il prossimo avrete per  oggetto  continuamente presente il divin Redentore GESU`, il quale
natura per purificare le anime dai loro difetti, e quasi l'  oggetto  della speranza d' un' anima che tende alla perfezione
la fruizione di Dio come del sommo bene. Si ama dunque l'  oggetto  degnissimo d' essere amato. Godere della propria santità è
Carità, che « l' ordine della Carità (per riguardo all'  oggetto  presente) ammette principalmente tre riguardi; cioè 1 la
appunta l' uomo e lo affissa nell' eternità. Oh Dio! quale  oggetto  di soda sapienza! Infatti l' eternità sola bene meditata ci
e sgrida per gli affetti che abbiamo volti a qualche  oggetto  momentaneo, mentre dovevamo tutti riserbarli per un oggetto
oggetto momentaneo, mentre dovevamo tutti riserbarli per un  oggetto  eterno; ella ci nota e ci fa rincrescere per fino i momenti
semplicità del pensare e del sentire evangelico. Uno sia l'  oggetto  della nostra mente, come pur quello del nostro cuore: la
che i membri di questo Istituto non hanno un particolare  oggetto  esterno in cui sia loro essenziale l' occuparsi, nè
Gesù Cristo, o che bramiate sinceramente essere tale. Se l'  oggetto  del vostro cuore è di piacere più che sia possibile a Gesù,