«5») « E dicendo la | mente | non intendo piú la mente umana, ma una mente, presa la |
Teosofia Vol.I -
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«5») « E dicendo la mente non intendo piú la | mente | umana, ma una mente, presa la mente nella sua essenza (onde |
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non intendo piú la mente umana, ma una mente, presa la | mente | nella sua essenza (onde poi la questione va infine alla |
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nella sua essenza (onde poi la questione va infine alla | mente | divina) ». |
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dell' universo? Solo rispondendo come fa Platone: una | mente | eterna, ottima, creatrice, l' enigma del mondo riceve la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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Ma prima vogliamo osservare quanto sia labile la | mente | umana anche negli ingegni più acuti. Nessun altro filosofo, |
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come parzialmente e da un solo lato si presenti alla sua | mente | il bisogno di ricercare una causa sufficiente fuori della |
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o somiglianza tra la prima, causa dell' accidentale, e la | mente | che compone e divide, producendo così il vero o il falso. |
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Dell' accidente dice, che la causa è indeterminata ; della | mente | poi dice che « « essendo la composizione e la divisione |
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riconoscendo egli che il vero ed il falso che risiede nella | mente | non può allogarsi in alcuna delle categorie, e che la causa |
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questione: « non potrebbe forse essere questa causa una | mente | suprema, libera, e perciò appunto tale che le sue |
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quest' era l' evento accidentale, e per questo filo la sua | mente | fu obbligata ad uscire dell' ambito della natura, a cui pur |
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contemplazione. A questo nondimeno si rattaccò nella sua | mente | la questione del moto. Egli vide che nella natura, oltre la |
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ma conviene che lo riceva o dalla specie pura, che è nella | mente | dell' artefice, o dalla specie che è congiunta alla materia |
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dimostra come questo primo intelligibile formi la | mente | e questa a lui si leghi e con esso diventi, in un certo |
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e coesistenti, di modo che sia ad un tempo intelligibile, | mente | ed intellezione , ossia che la mente e l' intelligibile sia |
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tempo intelligibile, mente ed intellezione , ossia che la | mente | e l' intelligibile sia l' intellezione stessa. Questo si fa |
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a spiegare il nostro filosofo considerando la natura della | mente | in universale colle seguenti parole: [...OMISSIS...] . Il |
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da Aristotele nell' intellezione che è ad un tempo e | mente | in atto ed intelligibile in atto, e queste due cose si |
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due cose si distinguono dall' intellezione solo perchè la | mente | e l' intelligibile può essere in potenza, come è negli enti |
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locale, uno de' quattro movimenti da lui distinti. Ma nella | mente | d' Aristotele manca, come già abbiamo osservato, la precisa |
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non perdurano nel continuo atto della contemplazione, ma la | mente | umana per lo più è in istato di potenza, per breve tempo |
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nell' atto contemplativo. Così il sonno e la veglia della | mente | si succedono nell' uomo. Ma le intellezioni umane e l' |
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distingue da questa, subbiettivamente considerata, la | mente | , che si cangia col suo ultimo atto in obbiettiva, come |
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quest' atto proprio è l' intuizione dell' universale: la | mente | in atto, l' intellezione (5). Ma questa mente in atto, |
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la mente in atto, l' intellezione (5). Ma questa | mente | in atto, secondo Aristotele, è una sostanza da sè, che |
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rilevasi da queste parole: [...OMISSIS...] . Or come la | mente | in potenza dell' anima passi ad emettere gli atti |
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speculativi, cioè ad acquistare la scienza, mediante la | mente | in atto , [...OMISSIS...] , in parte è dichiarato nel « De |
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nel « De Anima » (2), come abbiamo veduto. Passata poi, la | mente | in potenza, all' atto coll' acquisto della scienza, che può |
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dirò così innati e due acquisiti. 1 L' atto o specie della | mente | in potenza , che dicesi atto rispetto all' anima sensitiva |
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che lo emette; 2 L' atto ulteriore, o specie della | mente | in atto (intuizione primitiva) che ha virtù di fare che la |
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in atto (intuizione primitiva) che ha virtù di fare che la | mente | in potenza esca al suo atto; 3 L' atto ulteriore o specie |
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specie della scienza , che è l' atto, a cui è già uscita la | mente | in potenza, e quest' atto s' unifica colla mente in atto |
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uscita la mente in potenza, e quest' atto s' unifica colla | mente | in atto che rimane così accresciuta e rinforzata; poichè in |
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unifica col senziente in atto, secondo Aristotele, così la | mente | in potenza si distingue dalla mente in atto finchè in |
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Aristotele, così la mente in potenza si distingue dalla | mente | in atto finchè in potenza, ma non più quando cessando d' |
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conviene rispondere a tre questioni. 1 Che cosa è | mente | in potenza che diventa tutti gl' intelligibili secondo |
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nella sentenza che Aristotele dia la denominazione di | mente | di cui si fa tutto , [...OMISSIS...] , all' imaginazione e |
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stesso essere in universale da una parte costituisce quella | mente | (2) che è fatta tutte le cose, cioè tutte le specie, dall' |
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cose, cioè tutte le specie, dall' altra costituisce quella | mente | che le fa tutte. Come questi caratteri non possono |
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facoltà sensitive, così anche ripugna che esse si dicano la | mente | in potenza, giacchè Aristotele chiama abito questa mente, |
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ha in potenza, [...OMISSIS...] (3). Ora questa appunto è la | mente | in potenza che diventa tutte le forme. E tant' è lungi che |
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la distingue Aristotele là appunto dove paragona questa | mente | e il suo sviluppo a quello della sensitività (1). Dice di |
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suo sviluppo a quello della sensitività (1). Dice di questa | mente | che « « intendendo tutte le cose, conviene di necessità che |
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parte, si può dire quello che dice Aristotele della sua | mente | in potenza che, « « non è attualmente niuno degli esseri |
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Aristotele l' osservare ch' egli sembra accordare a questa | mente | in potenza l' atto dell' intendere, [...OMISSIS...] , |
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una maniera di parlare, che dimostra non essere la sua | mente | in potenza, quella che propriamente intende, raziocina e |
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conviene il carattere che dà Aristotele alla sua | mente | in potenza, d' essere « « le specie in potenza » », |
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, con che mostra chiaramente di parlare d' una | mente | obiettiva, quali sono le specie; e d' essere medesimamente |
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diventa tutti gli intelligibili. Se dunque la | mente | in potenza è quella che diventa tutti gl' intelligibili, e |
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gl' intelligibili, e l' intelligibile è l' essere, quella | mente | non può esser altro che lo stesso essere in potenza. Il che |
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pensiero e degli oggetti nobili, e che l' eccellenza della | mente | sta in pensar quelli e non questi (7): sebbene il riputare |
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del conoscibile, debbono anch' esse esser conosciute da una | mente | sapientissima. Ma questo luogo in cui suppone Aristotele, |
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alcuna relazione col vero o col falso, che è sempre nella | mente | e non nel senso, come lo stesso Aristotele insegna (1). |
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questo e questo »; e queste proposizioni sono verità nella | mente | e quivi immutabili e non nei sempre mutabili sensibili: |
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certe similitudini e imagini di esse. In fatti, quando la | mente | distingue da una parte la specie d' un sensibile e dall' |
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come crediamo, con fedeltà. E qui si presentano alla | mente | da sè una folla di questioni; ne indicherò quattro: 1 Le |
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essere puro atto? 3 Le specie e i generi si formano nella | mente | umana per via d' induzione da' sensibili: ma come si |
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a certe specie ultime o all' ultimissima, l' essere o la | mente | in senso obbiettivo, di cui riconosce l' eterna |
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poichè la specie della casa esiste scevra da materia nella | mente | dell' architetto, ma non come un ente che da sè solo |
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potenza. Quando poi si riducono all' atto, per opera della | mente | in atto, allora sono scevre di materia, ed esistono come |
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enti indipendenti, ma come appartenenze della mente: la | mente | poi è quella specie che sussiste in sè da ogni altra cosa |
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sola aggiunta, che sieno eterni e incorruttibili. Ma se la | mente | stessa è una prima specie, e però un primo intelligibile, |
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primo principio di tutti i principŒ logici. Se dunque la | mente | è il principio dei principŒ, e l' essere è appunto il |
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essere è appunto il principio de' principŒ, consegue che la | mente | in senso obiettivo e come intelligibile sia l' essere , in |
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sia diversa. Ciò posto, s' intende in qualche modo come la | mente | sia ad un tempo dell' universalissimo e del singolare, e |
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scienza, ma si conoscono colle specie loro che sono nella | mente | e col senso. Ma poichè l' essere come essere è egli stesso |
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conoscibile. E poichè le specie dell' altre cose sono nella | mente | oggettivamente presa, cioè nell' essere, perciò coll' |
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intellettiva senza gli intelligibili ? Nè pure, perchè la | mente | non è tratta al suo atto, che da una specie di contatto |
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può certamente dare alla pura specie ideale , che sta nella | mente | dell' artista, la quale è bensì efficiente, ma nell' |
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che oltre esser mezzo del conoscere, quando rimangano nella | mente | separate dalla materia corporea, sono anche forme degli |
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a questa altezza), ma anche dal resto dell' anima: e la | mente | è il complesso degl' intelligibili. Gl' intelligibili |
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specie che sussiste da sè, secondo Aristotele, cioè alla | mente | . Che anzi egli è obbligato di fare, e questo è degno di |
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ciò che è più universale ancora de' generi, l' essere. Alla | mente | d' Aristotele si presentano dunque, come abbiamo veduto, i |
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intelligibili ; e sotto questo novo aspetto, esistono nella | mente | non come qualità comuni delle menti, ma come atti di |
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Ora l' intellezione che ha quest' oggetto è appunto la | mente | . Questa mente è atto perchè è intellezione, ma è ancora |
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che ha quest' oggetto è appunto la mente . Questa | mente | è atto perchè è intellezione, ma è ancora potenza perchè ha |
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un oggetto che è in potenza tutte le cose. Così dice che la | mente | è de' principŒ [...OMISSIS...] (1), e in essa ripone la |
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suo atto, puro da materia corporea, che dicesi anima e | mente | , alla natura non resta altro che fare, ma in quest' ultima |
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atto medesimo. Ora che questa dottrina si presentasse alla | mente | d' Aristotele, parmi si provi dai luoghi seguenti: « « |
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possono convenire; poichè la specie intellettiva ha nella | mente | tanto l' essere suo potenziale, quanto l' attuale, onde non |
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» » (1). Nè noi ripugniamo, osservando solo che se la | mente | è specie delle specie sensibili, già con questo s' ha, che |
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questo s' ha, che le specie intelligibili sieno poste dalla | mente | là, dove sono le specie sensibili o i fantasmi; e in tal |
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se non forse in un modo passivo o ricettivo, ma la | mente | li ha prima in potenza, e poi li attua all' occasione de' |
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e poi li attua all' occasione de' fantasmi. Perchè la | mente | è data dalla natura, dice Aristotele, ed ella è la specie |
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che i sensibili « « non sono intelligibili, e che la | mente | non intende gli enti di fuori senza la sensazione, ma |
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cosa che sia veramente in essi, anzi qualche cosa che la | mente | vede in essi, cavandolo da sè stessa (4). Sebbene dunque |
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come concludenti a provare che, secondo Aristotele, la | mente | ha un' esistenza separata, e sua propria (2). Suppone |
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Dal qual principio medesimo si ha la conseguenza, che la | mente | e Iddio sarebbero in uno stato d' imperfezione se non |
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per riconoscere, che Aristotele ammette che la natura della | mente | è separata non solo di concetto, ma realmente dai corpi e |
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senza i corpi, si è, che egli insegna, che l' atto della | mente | non comunica con alcun corpo. [...OMISSIS...] . Dunque nè |
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ne viene la conseguenza, che quantunque l' atto della | mente | non comunichi con alcun corpo, ma da sè solo |
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[...OMISSIS...] . Onde per l' uso che fa l' anima della | mente | imagina un corpo etereo e divino, che si separa dal |
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etereo e divino, che si separa dal rimanente e sta colla | mente | congiunto. Veramente egli pare che Aristotele non possa |
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Veramente egli pare che Aristotele non possa concepire la | mente | senza un qualche corporeo involucro, o non possa almeno |
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a me pare, se n' indusse che Aristotele volesse lasciare la | mente | sparsa per modo che nulla più fosse se non una successione |
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degl' intelligibili, distinguiamo queste tre cose, la | mente | , l' intellezione , gl' intelligibili , e cerchiamo che |
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altro non essendo per lui l' intellezione che la stessa | mente | in atto, e gli stessi intelligibili in atto. Ma cominciamo |
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ossia l' individuo reale, non ci arriva, chè la sua | mente | corre a un universale ch' egli prende per singolare, cioè |
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intelligenza, non dovendosi più unire colla materia. Ora la | mente | spinge quella natura intellettiva, che è nella specie, a un |
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di natura sua intelligente » » (1): e però sussiste ed è la | mente | prima ed essenziale d' Aristotele. Aristotele si propone |
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corpi (4). Infatti, Aristotele riconosce che nella stessa | mente | umana da una parte ci devono essere tutte le cognizioni in |
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detto e in parte provato, che Aristotele intende, per la | mente | insita nell' uomo per natura, l' essere in universale . Ma |
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ad un atto ulteriore che è l' intellezione . Ora la | mente | innata d' Aristotele è composta d' intellezione e d' |
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il concetto diverse. Perciò distinguendosi nella stessa | mente | due elementi da cui risulta, si può benissimo senza |
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attuale e presente (3). Essendo dunque composta la | mente | aristotelica d' intelligibile e d' intellezione, ed essendo |
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ne verrà che l' intelligibile dato per natura sia la | mente | in potenza d' Aristotele, e l' intellezione o l' intendente |
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d' Aristotele, e l' intellezione o l' intendente sia la | mente | in atto. Poichè veramente Aristotele non fa di queste, due |
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[...OMISSIS...] (1). Rimane dunque a vedere, essendoci una | mente | in atto e però un intelligibile in atto dato all' uomo per |
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di esse. Aristotele dice costantemente che l' oggetto della | mente | sono i principŒ, [...OMISSIS...] (2). Ora i principŒ sono |
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regole delle scienze e delle arti. Dice dunque che « la | mente | è degli estremi » [...OMISSIS...] per una parte e per l' |
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che nell' agire). [...OMISSIS...] . Distingue dunque una | mente | acquisita coll' uso, e una mente innata che è una natura. |
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. Distingue dunque una mente acquisita coll' uso, e una | mente | innata che è una natura. [...OMISSIS...] . La mente |
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e una mente innata che è una natura. [...OMISSIS...] . La | mente | acquisita per natura, cioè per via della mente innata, sono |
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. La mente acquisita per natura, cioè per via della | mente | innata, sono dunque gli intelligibili acquisiti, i |
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che è causa di tutto ciò? Dev' essere certamente « la | mente | in atto », perchè se non precede l' atto, secondo |
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. Dovendo dunque l' intelligibile, che costituisce la | mente | in atto d' Aristotele, trovarsi nei principŒ , poichè |
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principio, e che cosa dica della mente, e si vedrà che la | mente | innata e attuale si riduce all' intuizione di quel |
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chiama il principio di contraddizione. Aristotele pone la | mente | anteriore ad ogni altra cognizione e necessaria a formarsi |
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» », [...OMISSIS...] (3). Ora così appunto chiama la | mente | il principio di tutti i principŒ, [...OMISSIS...] (4). E |
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[...OMISSIS...] (5), il che non direbbe, se colla parola | mente | intendesse di parlare di una mera facoltà subiettiva, e non |
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gli universali . Acciocchè dunque ci sia nell' uomo la | mente | in atto, che tragga in atto gli universali che sono |
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. I concetti non sono ad un tempo, cioè si pensano colla | mente | separati gli uni dagli altri: questo fa che ci sia |
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fuori di questi altro che come concetti o ragioni della | mente | (4); gli altri hanno un essere assoluto, e però separati da |
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si vedono, manifestandosi, [...OMISSIS...] (5) e che la | mente | non fa gl' intelligibili, ma anzi è mossa al suo atto, cioè |
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[...OMISSIS...] (6): l' intelligibile dunque che move la | mente | al suo atto non è l' effetto di questo atto. Ma molti |
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sono ne' sensibili in potenza. Se dunque quello che move la | mente | a contemplare gl' intelligibili in atto, non può essere |
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converrà dire che oltre gl' intelligibili in atto nella | mente | umana, che all' occasione delle sensazioni riduca in atto |
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intelligibile? (2). A queste difficoltà risponde: 1 Che la | mente | è essa stessa gl' intelligibili in potenza, ed essa è pure |
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in potenza e in atto è l' ente medesimo (2). Ma quando la | mente | è venuta all' atto dell' intendere, allora gl' |
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il termine di quest' atto. [...OMISSIS...] . 3 Perciò la | mente | si divide così che prima che esca all' atto dell' |
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cioè in sè, uscendo al suo atto. [...OMISSIS...] . La | mente | umana dunque parte è in potenza, parte in atto: in potenza |
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scrive nella mente, quando chiaramente dice che è la sola | mente | quella che operando scrive in sè stessa gl' intelligibili. |
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operando scrive in sè stessa gl' intelligibili. 4 E così la | mente | è intelligibile, come gl' intelligibili, [...OMISSIS...] , |
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dicono essere nelle cose materiali, in potenza, poichè la | mente | intende quelle cose materiali spoglie della materie (1), e |
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quelle cose materiali spoglie della materie (1), e però la | mente | stessa è la loro potenza: [...OMISSIS...] . Nel qual luogo |
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altrove chiama materia « ciò che è potenza », qui dice la | mente | « potenza ma senza materia », il che viene a dire: senza |
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degl' intelligibili, [...OMISSIS...] . 6 Ma perchè la | mente | è potenza di quegl' intelligibili che si riferiscono agli |
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». Quest' idea dunque è la specie per sè intelligibile, la | mente | in atto, e quella che è in potenza tutti gli altri |
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prima intellezione che ha per termine l' essere: anzi la | mente | stessa è chiamata termine da Aristotele, [...OMISSIS...] |
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il che conferma quello che dicevamo, che Aristotele usa | mente | in un senso oggettivo. Ma consideriamo bene come accada ad |
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il primo intelligibile, la prima specie, l' essere, diventi | mente | in atto rispetto a sè, in potenza rispetto agli altri |
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in molte maniere (3). Ma l' intellezione all' opposto o la | mente | che ha l' ente per oggetto è singolare, e niente vieta che |
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sono la scienza in potenza, perchè l' atto compiuto della | mente | apprende l' oggetto determinato (5). Se dunque gli |
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essere dunque è in potenza tutti gl' intelligibili: ma la | mente | in potenza d' Aristotele è appunto quella che non è nessuno |
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che non è nessuno degl' intelligibili, ma diventa tutti: la | mente | potenziale dunque d' Aristotele è l' essere ideale |
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di tutti gl' intelligibili, e questo subietto è ancora la | mente | in potenza; l' essere è il possibile e la mente d' |
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è ancora la mente in potenza; l' essere è il possibile e la | mente | d' Aristotele non è altro che il possibile [...OMISSIS...] |
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non è altro che il possibile [...OMISSIS...] ; la | mente | non ha passione alcuna, è immista e semplice, e così pure |
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Aristotele, è tutte le cose in potenza. Acciocchè dunque la | mente | sia tutte le cose in potenza, conviene che sia l' |
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(3): ma materia degl' intelligibili è anche chiamata la | mente | [...OMISSIS...] : l' essere intuìto adunque nella sua |
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intuìto adunque nella sua potenzialità universale è la | mente | in potenza d' Aristotele e non può essere altro, perchè |
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conoscono tutte le cose quasi con una misura. E infatti la | mente | d' Aristotele con cui si conosce, è detta da lui uno e |
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della dimostrazione e della scienza. [...OMISSIS...] . La | mente | dunque è quell' uno con cui si ha la dimostrazione e la |
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(4): l' essere dunque è l' uno nella scienza. E però la | mente | nel senso oggettivo è pure una: chè, come c' è un solo e |
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intelligibili. Il che è più facile ad intendersi della | mente | che del senso, perchè in quella l' universale si distingue |
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solamente di ragione , non vuol dire altro se non che la | mente | la considera divisa dal suo tutto reale. Questa ragione |
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ed è altra cosa dalla realità esterna, vi è generata dalla | mente | in atto, che ha « « i principŒ di tutte le intellezioni |
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in potenza essendo lo stesso che l' essere in atto, la | mente | in potenza che è, come dicevamo, l' essere in potenza, è |
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che secondo questo filosofo altrove non risiede che nella | mente | (2). Ora gli enti o sono incomposti [...OMISSIS...] o |
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i generi dell' essere. Veniamo agli enti composti dalla | mente | che a un subietto attribuisce un predicato. Dice che alcune |
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e sono le contingenti. [...OMISSIS...] . Componendo, la | mente | fa uno del predicato e del subietto, [...OMISSIS...] (2). |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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sè divisibili e molteplici, come lo spazio e il tempo, la | mente | le unifica, e in due modi, obbiettivamente per l' unità |
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la sua teoria: [...OMISSIS...] . Che cosa dunque è la | mente | Aristotelica? [...OMISSIS...] gli enti stessi |
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gli enti stessi intelligibili. Che cosa è la | mente | in potenza? gli enti intelligibili in potenza. Questi enti |
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ossia l' ente indeterminato ». Questo dunque costituisce la | mente | in potenza d' Aristotele in senso obiettivo (4). Per ciò |
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d' Aristotele in senso obiettivo (4). Per ciò stesso questa | mente | è dal nostro filosofo chiamata « « lo scientifico dell' |
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Non altro certamente che l' essere possibile . Ma se la | mente | fosse solamente questa, sarebbe mera potenza, e la mera |
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separata, secondo Aristotele. E` dunque necessario, che la | mente | non sia solamente in potenza; ma dee aver altresì qualche |
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atto. Quest' atto è l' intellezione : così è costituita la | mente | in senso subiettivo. L' intelligibile dunque e l' |
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L' intelligibile dunque e l' intellezione formano la | mente | aristotelica una di numero, ma composta di due elementi |
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atto, e la scienza relativamente è in potenza (1). Questa | mente | dunque è quel principio (2), che Aristotele riconosce |
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gli altri, è l' essere ideale indeterminato ; 2 Che la | mente | obiettiva è questo stesso essere o intelligibile primo, e |
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è ella stessa in potenza tutti gl' intelligibili; 3 Che la | mente | in senso subiettivo è una prima intellezione che ha per |
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ha per oggetto quell' essere ideale indeterminato, ed è la | mente | in atto, che fa tutti gli altri intelligibili, quando si |
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e indeterminato, e vedute così dal principio intelligente e | mente | subiettiva, danno luogo ad altrettante specie intelligibili |
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uno anche all' Universo, [...OMISSIS...] . Finalmente la | mente | è una tanto in senso obiettivo, perchè in questo senso è |
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sostanziale, si esige che già ci sia prima in atto la | mente | nel genitore del nuovo essere intellettivo. E poichè l' |
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, convien dire che, secondo i principŒ aristotelici, la | mente | che esiste nel generatore, sia quella specie, quell' atto |
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che nella generazione operando, susciti nel generato la | mente | preesistente in potenza ne' semi. Ma come avvenga questo |
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spiegarlo si propone. Dice bensì, come vedemmo, che sola la | mente | nella generazione umana viene dal di fuori, e in questa |
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da' principi aristotelici si potrebbe intendere, che la | mente | s' aggiungesse dal di fuori. Abbiamo veduto che Aristotele |
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dal di fuori. Abbiamo veduto che Aristotele prende la | mente | in un senso ora subiettivo , ed ora obiettivo . Non fa |
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umana: [...OMISSIS...] . Dall' altra poi dice che la | mente | s' aggiunge dal di fuori. Le quali due sentenze si |
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la subordinazione delle cause. In fatti, domandare « se la | mente | venga all' uomo dal di fuori »è una questione diversa dall' |
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il divino in senso proprio alla mente. Pare dunque che per | mente | intenda l' oggetto e per l' anima intellettiva il soggetto. |
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se non anche al materialismo. [...OMISSIS...] . La | mente | dunque non è computata da Aristotele tra le potenze |
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di materia e di forma; in questo conseguono una specie che | mente | si dice, che è separabile da essi essendo ente da sè, e |
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Ma perciò appunto, se Aristotele avesse posto ben | mente | alle conseguenze, si sarebbe accorto che la parola specie |
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della mente. Come in ciascun essere, che la possiede, la | mente | sia una, com' ella sia una subiettivamente riducendosi in |
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nondimeno indubitato che secondo Aristotele esista una | Mente | eterna, sussistente e di numero veramente unica: e si |
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secondo lui, basta a spiegare la generazione della | mente | umana, e non è necessario che il seme appetisca la Mente |
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mente umana, e non è necessario che il seme appetisca la | Mente | suprema, essendo sufficiente che appetisca, se così si vuol |
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sufficiente che appetisca, se così si vuol parlare, una | mente | uguale di specie a quella del suo generatore che è la sua |
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chè talora sarebbe in potenza e talora in atto ». Quindi la | mente | non può essere in potenza nel seme, [...OMISSIS...] . |
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universa natura. Così riconobbe il bisogno d' una suprema | Mente | sempre in atto, pura d' ogni potenzialità, ultima specie, |
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d' esser assolutamente, semplicemente, [...OMISSIS...] . La | Mente | suprema dunque, secondo Aristotele, è l' essere necessario, |
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di specie, c' è dunque una specie comune anteriore alla | mente | divina e alla nostra, il che ripugna ad altri principŒ d' |
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passato all' intellezione? Questo egli spiega così: « « La | mente | intende sè stessa coll' assumere l' intelligibile »(2) ». |
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mente, prima non nominata? Egli la definisce così: « « La | mente | è il subietto suscettivo dell' intelligibile e dell' |
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considerato subiettivamente. E in fatto dice, che « « la | mente | stessa si fa intelligibile col toccare e coll' intendere, |
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e coll' intendere, di maniera che sia un medesimo la | mente | e l' intelligibile »(3) ». Dunque l' Essere necessario si |
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[...OMISSIS...] . Ma è sempre lo stesso Essere, e come | mente | « «opera avendo », [...OMISSIS...] », cioè non ha bisogno |
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dell' intelligibile « « il che come qualità divina la | mente | possiede; e la contemplazione è il dilettosissimo e l' |
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sta. E anche la vita per fermo inesiste, chè l' atto della | Mente | è pur vita: quegli poi è atto. Atto per sè è la vita ottima |
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un filosofo gentile. Ma il nesso accennato in esse, tra la | Mente | divina e l' umana, è un punto oscuro in tanta luce. Talora |
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punto oscuro in tanta luce. Talora dice chiaramente che la | mente | non è cosa umana, e non umano ma divino il diletto della |
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[...OMISSIS...] . Dalle quali parole si raccoglie, che la | mente | è bensì nell' uomo, però non è l' uomo ma cosa divina. Pure |
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si può ancora decidere se, nella sentenza d' Aristotele, la | mente | sia una per Iddio o per gli Dei e per gli uomini, o siano |
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vacilla e zoppica ora da una parte, ora dall' altra. La | mente | contemplatrice è di tutti gli Dei; ma, di nuovo, noi |
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alludere colle parole dette poco innanzi; che la vita della | mente | è separata dal rimanente, [...OMISSIS...] . Ma sente di non |
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del suo maestro e usurpandone il linguaggio, vi parla della | mente | contemplatrice dell' uomo come di un simulacro della divina |
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se prendiamo la cosa dall' altro verso e consideriamo la | mente | come una sostanza separata e per sè sussistente che, |
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uomo, rimanendo sostanza in atto, essendo la vita della | mente | separata e da sè, come egli dice. Che un' idea , un |
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anche della scienza [...OMISSIS...] : vince anche la | mente | in eccellenza e la volontà, [...OMISSIS...] . E` Dio |
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E` Dio stesso, [...OMISSIS...] . Convien dunque dire che la | mente | sia qui presa in senso subiettivo, e che nomini Dio lo |
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raccogliere, che circa la natura divina e l' origine della | mente | umana da questa, Aristotele parla oscuramente, e da sè |
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da un tale ardito pensiero, e torna a confessare, che la | mente | umana e le specie ultimate della natura non sono più, come |
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un' idea di Platone, ma senza trovare più una sostanza o | mente | reale in cui risieda, perchè specie comune alla prima e |
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per un fine, e questo immobile, non ci potrebbe essere la | mente | (1). Ma la mente è il luogo delle specie pure di materia, e |
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questo immobile, non ci potrebbe essere la mente (1). Ma la | mente | è il luogo delle specie pure di materia, e le specie pure |
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» (3) ». E dice principalmente, perchè anche la | mente | nell' uomo è dichiarata da lui « « principio de' principŒ » |
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accostate si rammarginano. Forse che essendo l' atto della | mente | eterna un continuo rivolgersi sopra sè stesso, |
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continua riflessione sopra di sè ad imitazione della prima | mente | rapisse in circolo il corpo celeste da essa informato, e |
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delle sue parti (5), stranissimo pensiero, esprima o no la | mente | d' Aristotele. Trovato dunque un movimento perpetuo |
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credere il contrario) un Movente immobile, e quest' è la | Mente | oggettiva; il Motore Mosso, e questo è l' Appetito; e |
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parte divina (1). Infatti se la parte divina non è che la | mente | obiettiva, i bruti ne sono privi, ma se divina è la specie |
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il quale non sussiste ancora se non soltanto nella | mente | (2); o dopo che gli furono attribuite tutte le sue |
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che da sè sussista, e così sussiste secondo Aristotele la | mente | e Dio. [...OMISSIS...] . E che cos' è quest' ascendere di |
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non si curò più di sapere, se l' oggetto di questa | mente | fosse determinato o indeterminato, e concedette che anche |
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come i generi e gli universali fossero in questa | mente | così subiettivamente determinata, ed anzi fossero tutti |
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subiettivamente determinata, ed anzi fossero tutti questa | mente | medesima. Anzi domandando a se stesso quali intelligibili |
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a se stesso quali intelligibili convenissero meglio alla | mente | suprema, trovò che gli universalissimi, cioè l' essere e l' |
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ed uno nelle loro applicazioni, ond' anco disse, che la | mente | era de' principŒ [...OMISSIS...] , e essa stessa principio |
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, questo è in senso obiettivo ad un tempo e subiettivo la | mente | d' Aristotele. Per la stessa ragione poi per cui Aristotele |
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trattava dell' ente come ente, e di conseguente della | mente | e de' primi intelligibili, e de' principŒ di cui la mente è |
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mente e de' primi intelligibili, e de' principŒ di cui la | mente | è il primo; disse anche che trattava delle cause, poichè |
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primo; disse anche che trattava delle cause, poichè nella | mente | suprema finivano tutte le cause, essendo essa prima causa |
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contenuto: e però tutte le specie sono in lui, ond' anco la | mente | è detta da Aristotele « il luogo delle specie ». Ma come l' |
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le specie? Aristotele, come abbiamo veduto, dà all' Ente, o | mente | suprema, la sola cognizione di se stesso, e sembra che gli |
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mondo. Parmi dunque che il nostro filosofo faccia che la | mente | divina contenga tutte le specie, appunto come l' essere |
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separate ma unite colla materia (1). Ed ecco il perchè la | mente | umana non può trovare in se stessa queste specie, ma le |
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le abbisogni cavarle per via d' induzione dalla natura. La | mente | umana è la stessa mente divina (se identica di numero o |
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via d' induzione dalla natura. La mente umana è la stessa | mente | divina (se identica di numero o solo di specie |
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l' uomo verrebbe a sapere più di Dio, perchè essendo Dio la | mente | separata e non avendo questa che i primi intelligibili, l' |
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d' una perpetua e continua beatitudine (3). Iddio dunque è | mente | perfettamente teoretica ossia contemplativa, di cui l' uomo |
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non hanno altro pregio che quello di mezzo ad attuare la | mente | e far meglio conoscere l' ottimo intelligibile, che è |
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è l' essere puro, ossia di se stessa (3). Laonde quella | mente | che s' è fatta tutte le cose [...OMISSIS...] perisce, cioè |
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queste niente più intende [...OMISSIS...] (5), ma rimane la | mente | pura, eterna contemplatrice di se stessa, cioè dell' |
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cioè dell' essere, principio e fine di tutto (1). Questa | mente | pura, che si dice una parte dell' anima umana, è di natura |
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(4). A questa risposta s' aggiunge, che, essendo la | mente | divina, e l' uomo, in quanto è mente, essendo Dio, come lo |
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egli pur dimostra la necessità, che ogni astro abbia una | mente | separata, ossia un Dio immoto intelligibile, appetendo il |
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di quello che dicevamo, che Aristotele fa la specie nella | mente | identica di natura alla specie che informa le cose reali, |
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perchè dice le opere dell' arte formate dalla specie nella | mente | dell' artista allo stesso modo come le opere della natura |
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da questa nella natura vengono le cose generate, e nella | mente | le cose prodotte dall' artista, così da questa pure nella |
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le cose prodotte dall' artista, così da questa pure nella | mente | vengano i ragionamenti (2). Dalla stessa specie vengono |
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delle conseguenze (entità ideali) che deriva da essi la | mente | (operazioni dialettiche) (2); e considerando queste tre |
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soltanto nelle cose unite colla materia, e identiche nella | mente | separate da questa; egli tiene un medesimo discorso e fa |
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il quale ora comparisce come ideale, da cui la | mente | umana trae i suoi principŒ logici, e mediante questi tutte |
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(2). E già vedemmo come Aristotele anche nella | mente | pratica pose il reale che la rende operativa (3). Ma l' |
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che la rende operativa (3). Ma l' essere attualissimo non è | mente | pratica, ma solo mente teoretica, il che unisce ancor più, |
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(3). Ma l' essere attualissimo non è mente pratica, ma solo | mente | teoretica, il che unisce ancor più, anzi identifica il |
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attualissimo, e però separato e da sè, è per Aristotele | mente | contemplatrice, contemplatrice di sè stessa, e di null' |
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quando suppose che in tutta la natura inesistesse la | mente | fattrice (4), o piuttosto, come la chiama Aristotele, il |
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il pensiero fattore, [...OMISSIS...] (1), e che questa | mente | sia quella che dà a tutte le cose della natura le loro |
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altri ed altri per generazione o per arte. Ma la pura | mente | non è cosa che si formi passando dalla potenza all' atto, |
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d' Aristotele l' arabo commentatore, ci sarebbe una | mente | sola di numero (1), comune a tutti gli uomini: il che |
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il che avrebbe un significato, quando s' intendesse della | mente | in senso oggettivo, ma in senso subiettivo è impossibile. |
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parmi probabile che Aristotele ammettesse appunto una | mente | sola di numero in senso obiettivo, e che questa fosse la |
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tutti quei luoghi aristotelici, ne' quali non parla della | mente | come prima ed assoluta essenza, ma come mente subiettiva. E |
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parla della mente come prima ed assoluta essenza, ma come | mente | subiettiva. E nel vero il nostro filosofo chiama la mente |
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mente subiettiva. E nel vero il nostro filosofo chiama la | mente | in senso assoluto ed obiettivo essenza eterna ed immobile, |
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quella della sostanza, dice che il bene sostanza « « è la | Mente | e Dio » », [...OMISSIS...] (3), dove prende la Mente e Dio |
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« è la Mente e Dio » », [...OMISSIS...] (3), dove prende la | Mente | e Dio come sinonimi, indicanti ugualmente il bene sostanza: |
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che non distinse il rispetto obiettivo dal subiettivo della | mente | aristotelica, quello essendo comune a tutti gli uomini, |
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in Dio e diverso in ciascun uomo. E l' obiettività della | mente | fu anche cagione a Platone delle sue idee, di cui |
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Ma ora dobbiamo vedere come in ciascun uomo nasca la | mente | subiettiva. Aristotele concepisce lo spirito umano secondo |
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e partono da essi dimostrando: rimane dunque che la | mente | sia quella sola che contiene i principŒ (3). La mente |
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la mente sia quella sola che contiene i principŒ (3). La | mente | dunque in senso subiettivo ha per oggetti i principŒ, non |
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to on» (3) onde conchiude [...OMISSIS...] (4). Se dunque la | mente | è de' primi , e questi sono conosciuti dall' uomo coll' |
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dall' uomo coll' induzione , è dunque da dire che la | mente | subiettiva sia nell' uomo non ingenita, ma acquisita, |
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lo spirito umano coll' uso dell' induzione sino alla | mente | eterna ed obbiettiva? Ed è da intendersi così che la mente |
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mente eterna ed obbiettiva? Ed è da intendersi così che la | mente | vien all' uomo dal di fuori? Di maniera che anche nell' |
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Poichè è per propria virtù che lo spirito s' innalza alla | mente | obbiettiva, giacchè l' Eterno motore, che è questa mente, |
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specie sparse nella natura, s' egli stesso non avesse una | mente | in atto, e poichè la mente è de' primi, non avesse in atto |
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s' egli stesso non avesse una mente in atto, e poichè la | mente | è de' primi, non avesse in atto il primo intelligibile (1). |
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in potenza e così ridurli all' atto. Ma come può esserci la | mente | in atto? Dice Aristotele, che conviene che l' intelligibile |
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conviene che l' intelligibile in atto dia movimento alla | mente | [...OMISSIS...] (4). Niuna delle cose della natura |
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che parte da' sensibili, ma immediatamente dall' Essere e | Mente | assoluta: essi sono i più noti per natura, rispetto poi a |
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l' induzione stessa. Aristotele inoltre pone nell' uomo la | mente | come un' essenza eterna separata da tutte l' altre facoltà |
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Ma non si dà un' essenza eterna che non sia in atto: la | mente | dunque anche nell' uomo deve essere in atto (7), ed è in |
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l' atto puro, ed eternamente vi si conserva, e quest' è la | mente | umana. Questa mente, in quant' è obbiettiva, è il primo |
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che è più che uomo; vive d' una vita divina (2). Questa | mente | che l' uomo ha immediatamente dall' intuizione del Primo |
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Primo motore (3) appartiene a quella che Aristotele chiama | mente | contemplativa. Ma il pensiero contemplativo d' Aristotele |
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per oggetto i puri intelligibili e non solo «ta prota». La | mente | dunque nell' uomo in senso obiettivo è identica alla Mente |
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mente dunque nell' uomo in senso obiettivo è identica alla | Mente | suprema; ma n' è diversa in senso subiettivo, in quanto che |
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spiega come Aristotele chiami or divina, ora anche Dio la | mente | nell' uomo, la faccia eterna, e quella che contiene il |
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il Dio supremo, abbia una natura identica a quella della | mente | umana, e di tutte le forme degli enti mondiali; e quindi e |
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del movimento (onde fa operative le forme anche nella | mente | dell' artefice per essere coerente a se stesso nel porre le |
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simile a quella di Platone. - Ancora : come la forma nella | mente | dell' artefice può operare e non essere un puro esemplare, |
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e talora ritrarne il piede, ora dare alla specie la | mente | (subiettiva) per spiegarne l' azione, ora aggiungervi la |
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sostanziale (per fermarci a questa), tostochè è nella | mente | separata dalla materia, è una sola. Se è una sola, come può |
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di cui i sensibili non sono che imagini: e la specie nella | mente | dell' artefice non sarà operativa, ma direttiva, e all' |
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specie, nè si potrà dire, che la specie della sanità nella | mente | del medico sia la sanità nell' ammalato (2), tanto più che |
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stesso è obbligato a confessare che la specie nella | mente | dell' artefice nulla patisce: che se nulla patisce, dunque |
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Rimane solo a penetrare l' intima unione che ha la | mente | dotata degli universali colle cose reali, a intendere che |
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Se appariscono c' è entrata già la mente: ed essi nella | mente | nostra si ultimano appunto colla partecipazione che quivi |
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a sciogliere nella dottrina d' Aristotele è quello della | mente | stessa che contiene gli universali. Poichè questa stessa è |
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E se una, è una di specie o anche di numero? E se è una | mente | sola di specie, ma molte di numero, anche le menti dunque |
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che dev' essere anteriore alla mente, perchè distrutta la | mente | non è distrutta con questo la sua specie e possibilità, ma |
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la sua specie e possibilità, ma sì viceversa. Ora, che la | mente | sia una per Aristotele, pare indubitato; se poi la faccia |
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si potrebbe spiegare la moltiplicità degli enti, perchè la | mente | è una, [...OMISSIS...] : onde se essendo unica la mente ci |
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la mente è una, [...OMISSIS...] : onde se essendo unica la | mente | ci fosse stata una sola materia senza differenze |
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appartiene la mente. Non è dunque distinta di natura la | mente | suprema, e quella dell' altre intelligenze: egualmente si |
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la natura divina si dipartisse dalla natura finita della | mente | umana, colla quale non può nè manco aver nulla di comune nè |
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questa comunità o identità di sostanza, ch' egli dà alla | mente | divina ed alle umane, riguardi la mente in senso obiettivo. |
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ch' egli dà alla mente divina ed alle umane, riguardi la | mente | in senso obiettivo. Poichè a quella scienza che tratta |
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altrove attribuisce per oggetto « l' ente come ente ». La | mente | dunque è l' ente, cioè l' oggetto primo del conoscere; e si |
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è il Primo motore e un solo il cielo ch' ei move. Ora la | mente | in atto è priva al tutto di materia. C' è dunque una sola |
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in atto è priva al tutto di materia. C' è dunque una sola | mente | in atto? (1). Dal qual luogo si trae certamente questa |
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qual luogo si trae certamente questa conseguenza, che la | mente | è, e non può esser altro che una specie sussistente avente |
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come le menti, avendo ciascuna la propria. Se ciascuna | mente | vedesse la stessa idea, quest' idea unica dovrebbe esistere |
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dalle menti umane e create, ma esistenti tutte nella | mente | del sommo Artefice. Ora Aristotele non ci può ritornare |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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del tutto pura da ogni contagione di materia, e quest' è la | mente | umana. Per arrivare a quest' atto ella deve spingersi fino |
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fino all' intuizione dell' essere formato, che è la | mente | obiettiva. In fatti tutte le cose si conoscono coll' essere |
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primi termini dunque, secondo Aristotele, è la mente. La | mente | umana dunque è la più eccellente tra le specie sostanziali |
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il primo e supremo intelligibile, l' essere, giacchè la | mente | conosce toccando, [...OMISSIS...] (3). E però la mente è |
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la mente conosce toccando, [...OMISSIS...] (3). E però la | mente | è fine dell' universo, e termine dell' ente che la possiede |
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universo, e termine dell' ente che la possiede (4). La | mente | obiettiva dunque viene all' uomo dal di fuori ed è comune a |
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possono essere in quella. Gl' intelligibili, che la | mente | umana va acquistando sono appunto queste sue specie |
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ha tutte le accidentali in potenza, così pure la | mente | umana ha in potenza tutti gl' intelligibili sparsi nella |
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si chiama, «topos eidon», e «eidos eidon» (5). Quindi la | mente | dà connessione e unità alla natura raccogliendo in sè in |
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Ma pretende Aristotele che Anassagora non conoscesse la | mente | se non come causa motrice, e d' aver egli perfezionata la |
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sembra di potere stabilire la principale differenza tra la | mente | suprema e l' altre menti. La mente in senso obiettivo è a |
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differenza tra la mente suprema e l' altre menti. La | mente | in senso obiettivo è a tutte le menti identica e comune. Ma |
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obiettivo è a tutte le menti identica e comune. Ma questa | mente | obiettiva è in se stessa anche subiettiva, di maniera che |
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inteso, e l' essere intelligente è il medesimo: quest' è la | mente | suprema che in eterno contempla se stessa. All' incontro |
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dalla potenza a quell' ultimo atto, pel quale contempla la | mente | obiettiva. Questo mi sembra essere dichiarato da Aristotele |
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» » (2): questo divinissimo degli apparenti è la | mente | d' Anassagora insita nella natura, benchè immista. Mostra |
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nella natura, benchè immista. Mostra dunque che qualunque | mente | si ponga nella natura, ella sarà imperfetta e |
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oltremodo eccellente? (3). Si prenderà per divinissimo la | mente | umana? In tal caso abbiamo una mente che intende, ma il cui |
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per divinissimo la mente umana? In tal caso abbiamo una | mente | che intende, ma il cui oggetto essenziale non è identico |
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. Il che pure è detto contro Anassagora che unendo la | mente | a tutta la natura, faceva che conoscesse tutte le cose |
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anche il male. Dalle quali cose conchiude Aristotele che la | Mente | suprema e perfettissima deve: 1 esser sempre nell' atto |
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deve esser ella stessa. [...OMISSIS...] All' incontro la | mente | umana, che è l' ultimo atto, l' ultima specie sostanziale a |
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stessa il proprio oggetto, l' oggetto [...OMISSIS...] , la | mente | obiettiva, e però questa le viene dal di fuori, come quella |
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scevra di materia, non può venire dalla natura; 2 Quindi la | mente | subiettiva dell' uomo è unita a un altro più eccellente di |
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3 Quindi accade che per poco tempo (1), e con fatica (2) la | mente | subiettiva dell' uomo si mantenga nell' atto della |
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si mantenga nell' atto della contemplazione, laddove la | mente | perfetta contempla se stessa immobile tutta l' eternità, |
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immobile tutta l' eternità, [...OMISSIS...] (3); 4 La | mente | umana uscita dalla natura come specie sostanziale pervenuta |
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specie delle specie. E qui ha luogo la distinzione tra la | mente | fattrice , [...OMISSIS...] , e la mente fattibile , ossia |
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distinzione tra la mente fattrice , [...OMISSIS...] , e la | mente | fattibile , ossia in potenza ad esser fatta, |
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Aristotele nel III, 5 dell' « Anima », e finalmente la | mente | passiva, [...OMISSIS...] , che non si deve confondere colle |
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abbia fatto credere universalmente ai commentatori, che la | mente | in potenza e la mente passiva sia la medesima. Ma se si |
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ai commentatori, che la mente in potenza e la | mente | passiva sia la medesima. Ma se si distinguono, la dottrina |
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In fatti supponendo che l' anima umana in cui è la | mente | sia giunta all' intuizione dell' essere (Mente suprema, in |
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obbiettivo); 1 Quest' intuizione o vista dell' essere è la | mente | attiva , perchè vedendo l' essere conviene che per la |
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anima veda tutto ciò che le si presenta come essere. La | mente | subiettiva dunque dell' uomo è attiva alla foggia degli |
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e quindi può divenire tutte l' altre specie, e questo è la | mente | in potenza . 3 Queste due menti esistono nell' uomo |
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esistono nell' uomo tostochè è costituito. Ma quando la | mente | in potenza, cioè l' essere , viene determinato mediante i |
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l' essere , viene determinato mediante i sentimenti, e la | mente | in atto cioè la vista intellettiva e subiettiva dell' anima |
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ella acquista tali nuove specie, e queste costituiscono la | mente | passiva . Quindi la sola mente passiva perisce, secondo |
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e queste costituiscono la mente passiva . Quindi la sola | mente | passiva perisce, secondo Aristotele, colla morte dell' |
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di cui abbisognano (1). All' incontro non perisce nè la | mente | attiva, nè la mente in potenza, benchè rimangano senz' |
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(1). All' incontro non perisce nè la mente attiva, nè la | mente | in potenza, benchè rimangano senz' azione, e ciò perchè |
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benchè rimangano senz' azione, e ciò perchè sono la stessa | mente | innata. E veramente, che quando Aristotele nomina come |
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suppone tali specie già acquistate. All' incontro che la | mente | tanto fattrice quanto fattibile ossia in potenza, si |
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i commentatori sono d' accordo nell' ammettere immortale la | mente | fattrice od agente: basta dunque per noi provare che sia |
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basta dunque per noi provare che sia immortale anche la | mente | fattibile, ossia in potenza. Questo poi si prova dalla |
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, e però priva di memoria, [...OMISSIS...] , tanto alla | mente | fattrice, quanto alla mente in potenza. Ora nel III, 4 |
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[...OMISSIS...] , tanto alla mente fattrice, quanto alla | mente | in potenza. Ora nel III, 4 dell' «Anima » cerca come si |
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il conoscere è lo stesso che cercare come si produca la | mente | passiva . Ma per dichiarare questo, conviene: 1 stabilire |
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Ma per dichiarare questo, conviene: 1 stabilire qual sia la | mente | anteriormente al conoscere; 2 qual sia la mente dopo |
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qual sia la mente anteriormente al conoscere; 2 qual sia la | mente | dopo acquistato il conoscere. La mente anteriormente al |
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2 qual sia la mente dopo acquistato il conoscere. La | mente | anteriormente al conoscere non è solamente la mente |
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La mente anteriormente al conoscere non è solamente la | mente | fattrice che fa il conoscere, ma anche la mente fattibile |
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la mente fattrice che fa il conoscere, ma anche la | mente | fattibile cioè in potenza a conoscere. Dice dunque che |
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queste specie in potenza »(2). Qui parla chiaramente della | mente | ancora in potenza. E dice che questa è la mente d' |
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della mente ancora in potenza. E dice che questa è la | mente | d' Anassagora senza mistura di sorta, [...OMISSIS...] . |
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all' acquisto delle specie naturali, che poi formano la | mente | passiva . Questa mente dunque fattrice e fattibile non si |
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specie naturali, che poi formano la mente passiva . Questa | mente | dunque fattrice e fattibile non si mescola al corpo, e però |
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onde la chiama il luogo delle forme (1). E prova che questa | mente | in potenza è separata di natura dal corpo per la differenza |
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s' istupidisce se sente qualche cosa di troppo forte, la | mente | all' opposto s' avvalora col fortemente conoscere (2), |
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l' intelligibile in atto. Si fa ancora la domanda perchè la | mente | non pensi sempre, e l' attribuisce all' essere le specie |
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ha bisogno di separare le specie dalla materia perchè la | mente | se le approprŒ (3). Ma per ciò che riguarda la mente |
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la mente se le approprŒ (3). Ma per ciò che riguarda la | mente | stessa, ella si intende sempre e tuttavia alla condizione |
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che siano senza materia, semplici, immiste. Ora la | mente | è tale per sè e, appunto perchè tale, rende anche l' altre |
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intelligibili (4). Dunque ella si conosce sempre, e questa | mente | conosciuta è la mente in senso obiettivo, il possibile, |
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ella si conosce sempre, e questa mente conosciuta è la | mente | in senso obiettivo, il possibile, [...OMISSIS...] . C' è |
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colori in atto i colori che sono in potenza (5), così la | mente | fa delle specie che sono ne' sensibili e nelle cose |
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specie che sono ne' sensibili e nelle cose materiali. La | mente | in potenza dunque si riferisce a queste specie, ma ella in |
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ma ella in se stessa è in atto, e però rispetto a sè è | mente | teoretica o contemplativa, di cui si può dire che l' |
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sia il medesimo, [...OMISSIS...] . E` dunque la stessa | mente | quella che è in atto e quella che è in potenza: poichè è in |
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fu bene intesa generalmente la forza. Avea detto, che la | mente | è semplice, impassibile, e non ha nulla di comune coll' |
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l' intelligibile uno di specie, o che è ella stessa la | mente | questo intelligibile o che questo intelligibile è diverso |
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a queste difficoltà, che l' intelligibile è nella | mente | stessa, [...OMISSIS...] , e che l' intelligibile, essendo |
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non può rendere mista la mente; che si dice, che la | mente | intendendo patisce, unicamente perchè l' intelligibile è in |
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qualche cosa di comune, ma c' è identità, che è l' identica | mente | quella che è in potenza, e quella che poi è in atto. Non |
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patisce dunque dalle cose esterne, ma da se stessa (dalla | mente | in senso obiettivo), se questo si vuol dir patire: e da |
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questo si vuol dir patire: e da questo non procede, che la | mente | subiettiva sia nelle cose esterne, poichè nelle cose c' è |
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generazione umana, in tal caso egli diventa mente, e questa | mente | o entelechia è « « la potenza priva di materia di tutte l' |
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qual luogo vedesi la connessione che pone Aristotele tra la | mente | umana, e le specie che sono negli enti composti di materia |
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e di forma. Una di queste specie sostanziali diventa | mente | ed ha in potenza tutte le altre. All' occasione delle |
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Le specie dunque nelle cose sono identiche a quelle nella | mente | (2), e sono contenute nella mente come in una specie |
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identiche a quelle nella mente (2), e sono contenute nella | mente | come in una specie maggiore che è in atto, quasi accidenti |
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to noun kai to noumenon». Così è perfettamente congiunta la | mente | colla natura delle cose mondiali: il che tuttavia non |
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rimove le gravi difficoltà, che abbiamo già indicate. La | mente | dunque è di natura sua teoretica cioè contemplatrice; |
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è di natura sua teoretica cioè contemplatrice; questa | mente | poi quando si considera in relazione all' altre specie che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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di materia, all' occasione delle sensazioni, e dicesi | mente | in potenza , in quanto ha queste stesse specie in potenza; |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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, in quanto ha queste stesse specie in potenza; dicesi poi | mente | passiva , in quanto ha attuate già in sè queste specie e le |
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dicesi memoria: e questa è quella che perisce, rimanendo la | mente | teoretica, e anche la fattrice e la fattibile, ma senza più |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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le sensazioni, onde dice «kai aneu tutu uden noei». Questa | mente | passiva poi è atto, quando le cognizioni sono acquistate, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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per un certo tempo e in que' momenti ella stessa è | mente | contemplativa (3). La prima mente dunque, fondamento dell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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momenti ella stessa è mente contemplativa (3). La prima | mente | dunque, fondamento dell' altre, è contemplatrice o |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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a tutte l' altre cose, ma nol conosciamo da prima colla | mente | passiva e riflessa, e quindi quella cognizione immediata, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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attività conoscitiva, e così acquista la denominazione di | mente | fattrice, e poichè queste forme le ha in se stessa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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suo oggetto essenziale, acquista pure la denominazione di | mente | in potenza, o quando le ha già ottenute in atto, acquista |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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le ha già ottenute in atto, acquista finalmente quella di | mente | passiva o patetica. Tutto il sapere dell' uomo, quello che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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però Aristotele s' applica a dichiarare la formazione della | mente | passiva, e di questa dice che nella vecchiezza perviene |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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alla sua maturità (2). Osserva dunque che sebbene la | mente | sia la specie eccellentissima di tutte pervenuta a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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dalla potenza all' atto, conviene altresì che ultima sia la | mente | a comparire in atto, e che questa anche possa sopravvivere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e il fine altresì di tutta la natura (1): ma esistendo la | mente | nell' uomo, questa deve ridurre in se stessa in atto le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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in se stessa in atto le specie della natura e così rendersi | mente | patetica. Per questo appunto accade, che tutte quelle |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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luogo, sieno parti della stessa anima di cui è la mente. La | mente | essendo nella stessa anima, e in senso subiettivo formando |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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poi serve e la parte vegetale e l' appetitiva. Come poi la | mente | raccolga tali intelligibili per induzione, fu da noi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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tali intelligibili per induzione, fu da noi veduto. La | mente | subiettiva dunque nell' uomo, essendo diversa da' suoi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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ha bisogno d' acquistarseli, nel modo detto, laddove la | mente | suprema, essendo ella stessa come subietto il suo proprio |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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di ciò. E dico i suoi proprŒ intelligibili ; perchè la | mente | umana, uscita dalla natura, si tiene, fino che l' uomo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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l' imperfetto col perfetto questo si deteriora. Ma la | mente | umana, secondo Aristotele, non attinge il sommo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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gli occhi della nottola sono al lume del giorno, così la | mente | dell' anima nostra a quelle cose che per loro natura sono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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evidenza nelle cose (4). Quando poi Aristotele parla della | mente | data all' anima come strumento col quale possa formarsi la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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possa formarsi la scienza, non può intendere che della | mente | insita nella costituzione dell' uomo; quando parla della |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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insita nella costituzione dell' uomo; quando parla della | mente | pienamente generata soltanto nella vecchiaia, è evidente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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soltanto nella vecchiaia, è evidente che egli intende della | mente | acquisita o patetica (1): onde conviene che quella si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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come tavoletta, ma non è ancora le cose scritte, così la | mente | è la prima e l' ultima (3). Adunque tra il primo stato |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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hanno per oggetto il vero necessario sono la scienza e la | mente | . Questa somministra a quella i principŒ; quella movendo da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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chè la scienza è una cognizione dimostrata (1), laddove la | mente | è una cognizione intuitiva de' principŒ. Questi principŒ si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e questa tavoletta è in atto come tavoletta, e tale è la | mente | in atto, che Aristotele dice essere data all' uomo da Dio |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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è cominciata, e poichè questi stessi principŒ si chiamano | mente | da Aristotele, perciò il principio e il fine dell' opera è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e il fine dell' opera è la mente, ma il principio è la | mente | insita per natura nell' anima, e il fine è la stessa mente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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mente insita per natura nell' anima, e il fine è la stessa | mente | convalidata dal lungo esercizio (4). L' una e l' altra è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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composti di materia e di forma (5). Distingue dunque la | mente | in due, [...OMISSIS...] . Il qual luogo, non dee già |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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. Il qual luogo, non dee già intendersi che la | mente | sia lo stesso senso de' singolari, ma che sia un senso che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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Essendo quest' intelligibile per sè l' essere , la | mente | è formata dall' essere. Ora quest' ultimo atto della natura |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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altri suoi atti. Così Aristotele dice, che Iddio ci dà la | mente | (2). Infatti conoscendo l' essere si possono conoscere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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primo ed assoluto intelligibile e questo tocco forma la | mente | innata: il tocco però è debolissimo e dà una languidissima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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uomo nella sua vita terrena. L' essere così conosciuto è la | mente | in senso obiettivo e lo strumento, ovvero organo dato all' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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Essere primo singolare, ma preso questo per obietto dalla | mente | umana ed applicato alla natura diventa comunissimo per la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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alla natura diventa comunissimo per la ragione che questa | mente | riporta e identifica con esso lui tutto l' essere limitato |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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perchè ne' molti inesistente (2). Trovando dunque la | mente | l' Essere assoluto, questo in quant' è sussistente, è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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è singolare fuori della natura, ma riportato da essa | mente | e riscontrato alla natura, come misura comune di tutte le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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se tutte non fossero contenute nell' essere. E poichè la | mente | in senso obiettivo è l' essere, perciò Aristotele or dice |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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obiettivo è l' essere, perciò Aristotele or dice della | mente | suprema che forma la continuità e l' unità delle cose e de' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e l' unità delle cose e de' tempi, ora lo stesso dice della | mente | nell' uomo (3). E quest' è la ragione, per la quale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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stesso che dell' intellezione, che è l' atto, è a dir della | mente | che è la potenza, [...OMISSIS...] . Se dunque considera l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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per Aristotele, acciocchè ci sia l' universale, che colla | mente | s' astraggano le specie dalla natura: questo fa anche il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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la scienza sua propria per induzione, e quello perciò è la | mente | in atto, [...OMISSIS...] (1). Di poi l' universalissimo o |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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inesistere in sè stessa, intende che sia soltanto nella | mente | umana, e che una sola essenza esista al tutto separata e da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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nell' ente di cui è specie unita colla materia, e nella | mente | umana come incomposta. Ma gli nega, che questa sia ù una, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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le specie che sono nella natura e da questa passano nella | mente | umana, dalle specie che stanno fuori della stessa natura, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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dell' Universo. Dopo di ciò s' intende come, secondo la | mente | d' Aristotele, convenga rispondere alla difficoltà che egli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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prendeva il suo posto Aristotele. Anassagora aveva unita la | mente | alla natura, Platone separò al tutto dalla natura le idee |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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la natura. Del pari concesse ad Anassagora che la | mente | fosse nella natura, perchè c' erano le specie |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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una delle quali si costituiva da sè, e diveniva | mente | umana; ma negò contro di lui che altra mente non esistesse, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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sè, e diveniva mente umana; ma negò contro di lui che altra | mente | non esistesse, e pose la mente divina o più menti divine |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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negò contro di lui che altra mente non esistesse, e pose la | mente | divina o più menti divine separate dalla natura e da ogni |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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ogni contagione con essa. Disse poi che il nesso tra questa | mente | separata e la natura consisteva nell' esser ella sostanza |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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sostanza per priorità, e per posteriorità così chiamarsi la | mente | umana e tutte l' altre essenze sostanziali. Al che sembra |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e in certe essenze o menti separate, ma primieramente nella | Mente | suprema principio del moto, principio unico di numero, ma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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dice finalmente riferirsi da taluno il movimento « alla | mente | e a Dio »come primo motore. Cercando poi come si divida l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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che, per intendere a pieno il concetto che presiedette alla | mente | del filosofo nel compartimento dell' ente in sommi generi, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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pure vi può scorgere anche nel presente dettato chi pone | mente | alla successione del discorso. Poichè si vedrà che noi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nello stato dell' umana società. Sarebbe degno d' una | mente | perspicace vederli, e veduti raccoglierli in un libro, che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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da questa alternativa? La prima cosa che ricorre alla | mente | è quella di negare l' esistenza del genere e d' ogni altro |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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della difficoltà. E per accorgersene, basta che noi poniamo | mente | all' incostanza del suo ragionare. Egli ci cangia |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è di divino, è sottratto il naturale veicolo, pel quale la | mente | umana si solleva a Dio . Il vizio del sistema cominciò ad |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quella conseguenza, se di più non fosse intervenuto nella | mente | di Gilberto un altro principio erroneo, quello che ci possa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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delle idee ; poichè non era venuto ancora a nessuno in | mente | lo strano pensiero che gli universali fossero le stesse |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in una nota com' essi poi si divisero. Ma essi non ponevano | mente | che se questo poteva sembrar coerente in un sistema come |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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a distinguere e mantenere costantemente distinta nella | mente | la forma ideale ed obiettiva dell' essere, dalla forma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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coll' opposizione dell' idealità fa sì che l' umana | mente | sdruccioli da quella in questa, quasi per un suo proprio |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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individui reali e sensibili componenti il mondo. Quando la | mente | s' innalza a Dio, spintavi o dal magistero tradizionale, o |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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da quella delle cose reali. Non arrivandosi a questo colla | mente | che già specula e non sa contenersi, o si negano a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e pronunciò quella memoranda sentenza, che « la | mente | non poteva avere mistura di sorta alcuna »ma con questo non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le idee; pure sono reali. Può intendersi che esistano nella | mente | come oggetti in opposizione al principio d' intendere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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si risponde che sono reali , è ancora a domandarsi di qual | mente | si parli, della divina o dell' umana. Poichè se si parla |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le specie e i generi, ossia le idee che sono oggetti della | mente | umana secondo il modo proprio della sua intuizione, e non |
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produzione, il disegno, l' esemplare del mondo, come la | mente | nostra lo può concepire. Ora la natura d' esemplare , |
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che le cose hanno delle idee, questa ha luogo solo nella | mente | umana , a cui è data la contemplazione delle idee stesse: e |
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è data la contemplazione delle idee stesse: e nella nostra | mente | le realità sensibili certo si copulano a quelle essenze |
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e intelligente. Tale è il Dio d' Aristotele, tale anche la | mente | umana. L' oggetto non è per lui qualche cosa che involga |
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che non distingue, dal mondo ideale, Iddio, ma fa la divina | mente | vita dell' universo; 2 l' esemplarismo di Platone, che |
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esistono nella natura come atti nella materia , e nella | mente | umana come atti puri da materia , ma, nell' una e nell' |
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è anch' egli una specie di nominalismo. Coloro che posero | mente | alla proposizione che « i generi e le specie non esistono |
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delle idee, delle idee dico, quali si presentano alla | mente | nostra come eterne conoscibilità delle cose : e con ragione |
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senza temerità, s' egli stesso si sia costruito in | mente | un sistema filosofico unico, netto e coordinato in tutte le |
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altri non autentici in tutte le loro parti), basta por | mente | alla maniera e al fine diverso in cui e per cui egli |
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Nè manco si può aspettare di conoscere la sua vera | mente | dai libri popolari , poichè gli antichi filosofi non solo |
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con sicurezza l' intero sistema filosofico che fu nella | mente | del nostro pensatore, se pure ce ne fu veramente uno |
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. Non ebbe tutta l' antichità, io credo, un' altra | mente | che fosse più analitica e più dialettica di questa d' |
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L' ufficio dell' autorità è quello di precedere alla | mente | razionatrice come consigliera e amica, e di susseguire ad |
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realmente negli individui reali sussistenti. Essendo nella | mente | separate dalla materia, danno luogo alla scienza; essendo |
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ad un' ultima eterna sostanza, scevra d' ogni materia, | mente | divina; a cui le cose tutte tendendo incessantemente, come |
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eterna di essere, le riduceva nondimeno anch' egli in una | mente | prima, e le dichiarava esistenti in virtù degli atti di |
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quello in cui pretende che le specie stesse, che nella | mente | sono universali, inesistano come particolari negli |
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Che queste due maniere d' universali cadano nella | mente | umana apparirà chiaro a chi avrà ben intesa la distinzione |
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modo: « « l' essenza sostanziale è universale, perchè la | mente | può pensarla in quanti individui reali ella vuole, ed è |
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ella è un atto della mente? Sia pure. Ma che un atto della | mente | sia un quale della mente, s' intende: ma non s' intende |
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mente, s' intende: ma non s' intende come un atto della | mente | sia un quale delle cose, se pure le cose, per esempio le |
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sono percepiti o concepiti nella mente, perchè solo nella | mente | si può congiungere l' unico universale ai molti singolari. |
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la necessità d' una sostanza singolare precedente a tutto, | mente | infinita, dove fosse l' universale eterno, e quindi la |
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che le s' attribuisce, e quella si conosce dalla | mente | con questa. Come dunque quella sarà prima, se riceve la sua |
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logon», è l' ordine dell' essere e della verità, che nella | mente | e non nel senso si trova. Di nuovo dunque, nell' ordine |
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e generanti e generati, potendo ella accomunarsi colla | mente | anche a qualunque numero di singolari possibili. Qui si |
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dei sensibili (1); ma venendo a quella specie, che è nella | mente | dell' artefice, confessa apertamente, che la specie è |
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A ragion d' esempio: la specie della casa, che è nella | mente | dell' artefice, è la specie dell' artefice, o dell' opera |
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sciolta la questione: « se la specie della casa nella | mente | dell' artista sia la specie dell' artista, o qualche cosa |
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a suo fine » », questo, che si dice anche « « primo nella | mente | dell' artista, e ultimo nell' operazione »(4) », conviene |
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ma quest' elemento anteriore al reale finito sfuggì alla | mente | del filosofo. Quando poi ei non era preoccupato da questa |
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ingenuamente, che la specie, per esempio: la sanità (nella | mente | del medico) non è operativa, e però non è l' Arte, se non |
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dell' uomo, che si fanno dietro le specie che sono nella | mente | dell' uomo stesso, e non nelle cose. Analizziamo senz' |
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anteriore, e così senza fine. Ma la specie , che è nella | mente | dell' artefice, è ella forse il principio «eis ho», ossia |
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resterà poi sempre a spiegare, che cosa sia la specie nella | mente | dell' artefice. Ora questo procura veramente di farlo nel |
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in sè, quali sono fuori della mente, ma quali sono nella | mente | concepite dall' anima. L' una delle due dunque: o le |
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che esistano identiche fuori e dentro, e in tal caso la | mente | non è più il proprio luogo delle forme, perchè queste |
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anima stessa [...OMISSIS...] . C' è dunque nell' anima una | mente | che diventa tutte le forme, [...OMISSIS...] ; e un' altra |
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che diventa tutte le forme, [...OMISSIS...] ; e un' altra | mente | che la fa diventar tutte le forme. Ora quella mente che |
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altra mente che la fa diventar tutte le forme. Ora quella | mente | che produce le forme non può essere le forme stesse da lei |
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se stessa: oltredichè le forme sono in potenza, e questa | mente | che trae le forme in atto, è per essenza in atto, |
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perchè non le produce in sè stessa, ma nell' altra | mente | possibile, che è suscettiva delle forme, e che diventa |
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e che diventa tutte le cose. Tuttavia dice che questa | mente | producente è più eccellente dell' altra e sola immortale e |
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perpetua. [...OMISSIS...] . Gli Arabi intesero, per questa | mente | separata, una mente separata dall' uomo, poniamo la mente |
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. Gli Arabi intesero, per questa mente separata, una | mente | separata dall' uomo, poniamo la mente divina; ma questa |
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mente separata, una mente separata dall' uomo, poniamo la | mente | divina; ma questa interpretazione è chiaramente smentita da |
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smentita da Aristotele, che dice tale differenza, di | mente | in potenza, come materia, e di mente in atto, dover essere |
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tale differenza, di mente in potenza, come materia, e di | mente | in atto, dover essere nell' anima stessa, [...OMISSIS...] . |
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essere nell' anima stessa, [...OMISSIS...] . Se dunque la | mente | in atto trae la mente in potenza a divenire le specie in |
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[...OMISSIS...] . Se dunque la mente in atto trae la | mente | in potenza a divenire le specie in atto, e però quella è |
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quella poi sopravvive. Ma in tal caso come fa egli che la | mente | agente sia la scienza in atto, la quale è appunto il |
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e queste stesse specie in atto aveva detto essere quella | mente | possibile che diventa tutte le specie? Poichè torna a dire, |
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tutte le specie? Poichè torna a dire, a proposito della | mente | agente, che « « quella scienza, che è in atto, è il |
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. Ora questa materia e questa forma dell' anima sono la | mente | possibile e la mente agente. Queste due menti non si devono |
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e questa forma dell' anima sono la mente possibile e la | mente | agente. Queste due menti non si devono disgiungere, ma |
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completa. L' effetto della loro unione, quando la | mente | possibile abbia ricevuto le disposizioni preambule , sono |
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, sono le specie. Queste adunque sono come il nesso tra la | mente | possibile e l' agente, e il termine d' entrambi: la mente |
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mente possibile e l' agente, e il termine d' entrambi: la | mente | possibile dunque le riceve per la sua unione e aderenza |
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dunque le riceve per la sua unione e aderenza colla | mente | agente; ma come le forme sono atto, dipendono e |
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la forma, ma non è, e non diviene perciò la forma: la | mente | agente poi avendo la materia (la mente possibile e le |
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perciò la forma: la mente agente poi avendo la materia (la | mente | possibile e le condizioni preparatorie su cui operare) |
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avea prima e sono le specie: queste dunque sono la stessa | mente | agente in quanto è attiva sulla datale materia cioè sulla |
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agente in quanto è attiva sulla datale materia cioè sulla | mente | possibile, condizione della quale attività sono i sensibili |
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i sensibili (2). E conviene che vediamo appunto come la | mente | possibile si disponga alle specie, come altresì queste |
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alle specie, come altresì queste sieno prodotte dalla | mente | agente. E` da ritenersi in prima che il concetto della |
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e che ciò che è in potenza non è ancora. Onde la | mente | in potenza non è ancora mente. L' anima dunque in quant' è |
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in potenza non è ancora mente. L' anima dunque in quant' è | mente | in potenza, non è ancora anima intellettiva. Che cosa è |
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del terzo libro dell' Anima, egli parla, secondo noi, della | mente | umana in universale. E poichè talora dà il nome di mente a |
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mente umana in universale. E poichè talora dà il nome di | mente | a ciò che non è mente, per traslato, come dice pure per un |
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giudica (4); perciò qui si dà cura di definire di qual | mente | parli, e dice di quella « « per la quale l' anima conosce |
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non nasca equivoco, di avvertire che parla di quella | mente | « « colla quale l' anima raziocina e congettura » |
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e congettura » [...OMISSIS...] . Così distingue questa | mente | di cui parla e che è sola vera mente, dal senso. E quanto |
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in atto, ma in potenza: conchiude dunque, che anche la | mente | non ha altra natura, che quella di potenza , |
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detto voler parlare (1). Ma l' averle chiamate, ciascuna, | mente | ( «nus»), fece sì che si rendesse più difficile l' |
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luogo loda la sentenza di Anassagora, che aveva detto la | mente | dovere essere immista ( «amige») e però senza alcun |
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e purità della mente, Aristotele propone due dubbi: 1 se la | mente | ha nulla di comune coll' altre cose, e se l' intendere, |
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come fu detto prima, è un certo patire, in che modo la | mente | intenderà? 2 se l' intendere è patire, come la mente |
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la mente intenderà? 2 se l' intendere è patire, come la | mente | intenderà sè stessa? Come patirà da sè stessa? Acciocchè |
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Onde, di questa divisione, che da prima si ravvisa nella | mente | tra il suo essere in potenza e il suo essere in atto, dice |
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il senso e la mente, dove chiaramente apparisce, che nè la | mente | viene dal senso, nè i sensibili si trasformano punto in |
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la risposta si riduce a queste parole, che « quando la | mente | fa l' atto dell' intendere, allora la stessa mente e la |
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la mente fa l' atto dell' intendere, allora la stessa | mente | e la cosa intesa sono il medesimo ». Ma tanto è lungi che |
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la stessa forma aveva due maniere di essere, l' una nella | mente | senza materia, l' altra fuori della mente nella materia, e |
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l' una nella mente senza materia, l' altra fuori della | mente | nella materia, e si limitarono ad impugnare la terza |
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appigliandosi alla sua contraria. Così quando dice che la | mente | « « è in potenza in qualche modo, «pos», le cose |
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modo, «pos», ne cava una conseguenza assoluta, che « « la | mente | può pensare quando le piace agl' intelligibili » », il che |
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per non riuscire più larga della premessa, che « « la | mente | in qualche modo può pensare quando vuole agl' intelligibili |
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che, « gl' intelligibili sieno in qualche modo fuori della | mente | »; ed eccoli nelle cose reali, contro quello che avea prima |
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fanno per l' atto stesso dell' intendere, e sono la stessa | mente | in atto, chiaro è che la mente in atto dee essere |
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intendere, e sono la stessa mente in atto, chiaro è che la | mente | in atto dee essere intelligibile a sè stessa, essendo l' |
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dee essere intelligibile a sè stessa, essendo l' atto della | mente | l' intelligibile, onde dice, che è « « anch' essa |
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e la identificazione del subietto coll' obietto: poichè la | mente | in tal modo da subiettiva che era in potenza, in atto è |
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terzo dell' Anima, stabilisce in generale da prima, che la | mente | umana è un potenziale, «dynaton», e non è altra natura che |
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in potenza, non ci potesse essere una mente, in tal caso la | mente | sarebbe solo degli intelligibili in atto, e non ci sarebbe |
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solo degli intelligibili in atto, e non ci sarebbe una | mente | potenziale, «dynaton», che non ha niuno degli intelligibili |
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quello che dicevamo avanti, cioè che Aristotele per la | Mente | possibile di cui parla nel citato capitolo quarto, intende |
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di cui parla nel citato capitolo quarto, intende l' unica | mente | umana, anche quella che opera, conosce, raziocina, |
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dal corpo (1); il che mostra che si tratta della stessa | mente | analizzata, e considerata sotto due aspetti diversi. |
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intellettiva passi al suo atto, dice che anche quando la | mente | è divenuta ciascuna forma [...OMISSIS...] , uscendo al suo |
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quel modo come prima che imparasse o ritrovasse »(2) ». La | mente | umana dunque si rimane sempre una potenza, ma in altro modo |
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altro quando ha già appreso. Queste due potenzialità della | mente | erano state dichiarate prima da Aristotele. Poichè aveva |
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in potenza all' operazione del contemplare. Prima dunque la | mente | è in potenza all' abito della scienza; poi è in potenza |
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genere e materia dello sciente » » [...OMISSIS...] . Questa | mente | dunque « materia di tutte le specie », viene ad essere il |
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le specie alle cose, e di fare le specie nelle cose e nella | mente | identiche, temperando poi un tale assurdo colla particella |
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il contrario altrove in altre parole, come quando fa che la | mente | patisca dal simile, [...OMISSIS...] , cioè dall' |
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non doveva esser pur altro, che l' effetto e l' atto della | mente | stessa. Un' altra cagione è quella, comune a tutta l' |
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forma che non è in esse, ma solo nella mente, ed è dalla | mente | data ad esse quando si conoscono, essendone la forma o la |
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due concetti, atto e specie od oggetto , si confermò nella | mente | di Aristotele, o si giustificò a' suoi occhi dall' aver |
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ma un estrasubietto che si prende per subietto dalla | mente | per la necessità del pensare: il subietto poi d' una forma |
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la scienza è per sè forma, non potendo esistere che nella | mente | come un complesso di oggetti da questa contemplati. |
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che Aristotele prende per una sola, cioè l' atto della | mente | che contempla, e questo non è forma, se non in senso |
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che attribuisce a tutta l' anima, ma soprattutto poi alla | mente | (3). Ma, di nuovo, come quest' anima, per sè subietto, |
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e che gli Scolastici tradussero intelligentia : questa | mente | ha per suo oggetto i principŒ, [...OMISSIS...] (4) e non è |
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, ed è della scienza più evidente, [...OMISSIS...] . Questa | mente | dunque è la stessa mente da potenza passata all' atto suo |
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evidente, [...OMISSIS...] . Questa mente dunque è la stessa | mente | da potenza passata all' atto suo proprio e primo, che è |
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primi, e immediati, [...OMISSIS...] (2) e la stessa | mente | che da «dynamei» è divenuta «entelecheia». Ora il maggiore |
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nello spiegare questo passaggio, nello spiegare come la | mente | si provveda delle specie determinate , che le mancano da |
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maneo , si derivava «menos», che significava « anima | mente | », da cui il latino mens . Viene dunque a dire Aristotele, |
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alcuno, anzi dice, che i singolari si conoscono dalla | mente | per mezzo degli universali: è una operazione sola, che fa |
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l' affermazione: e quando questa si abbandona, rimane nella | mente | l' universale realmente diviso dal singolare. S' ascolti |
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particolare. Ed è per questo che Aristotele rappresenta la | mente | come un senso, e la chiama sensione (il che impacciò gl' |
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è potenza, «dynamis», poi atto, «entelecheia». E` la stessa | mente | che passa dallo stato di potenza a quello di atto. Ma la |
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che passa dallo stato di potenza a quello di atto. Ma la | mente | in potenza è come la materia de' suoi atti. Come dunque |
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Aristotele, che il solo senso è mosso dal sensibile, la | mente | poi dall' intelligibile . Ma se l' intelligibile è opera |
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che la move a formarlo? Aristotele dunque accorda alla | mente | ancora in potenza un' attività propria, per la quale all' |
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che dalla stessa dottrina d' Aristotele consegua, che la | mente | in potenza di questo filosofo, presa come subietto, sia |
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tale universale, il quale le dà quella virtù, che la rende | mente | attiva, «nus poietikos», ossia atta a formare le categorie, |
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dice, che ci deve essere nell' anima intellettiva, « « una | mente | tale che faccia tutte le cose » », [...OMISSIS...] , e che |
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faccia tutte le cose » », [...OMISSIS...] , e che questa | mente | è « « come un cert' abito, quale il lume » », |
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fa veder l' altre cose. Dunque questa virtù naturale della | mente | umana è un oggetto veduto, col quale si vedono l' altre |
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di possibile ; [...OMISSIS...] . 2) Dice poi che questa | mente | è « come un abito »: e un abito dice cosa che si ha , e non |
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perchè altro è l' avente , altro la cosa avuta . La | mente | dunque di cui qui parla Aristotele non è il principio |
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in una l' esistenza subiettiva coll' obiettiva, e alla sua | mente | dà l' una e l' altra, e le proprietà d' entrambe. Questo |
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e le proprietà d' entrambe. Questo gli accade, perchè la | mente | risulta veramente dall' unione per così dire dell' una e |
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che esiste solo obiettivamente: ma il valore della parola « | mente | »per noi è subiettivo, indicando « « il principio o la |
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l' altre cose » ». Aristotele all' incontro, prendendo la | mente | ora come subiettiva, ora come l' obietto stesso, è |
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in tutti i suoi ragionamenti. Ma quando parla della « | mente | agente », egli per lo più la prende in senso obiettivo, ed |
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ed è questo che dimostra, come quell' acutissima sua | mente | sentiva, senza poterlo nettamente esprimere, essere |
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primo e fondamentale oggetto. Tale dunque è per lui la | mente | attiva, «nus poietikos». Questa dunque l' assomiglia al |
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ne' corpi i varŒ colori. Per questo noi già vedemmo, che la | mente | è chiamata altrove da lui specie, ragione, forma, tutte |
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obiettive, e non punto subiettive. Che anzi chiama la | mente | non solo principio della scienza [...OMISSIS...] , ma « |
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facoltà subiettiva. 4) In quarto luogo si richiami alla | mente | la dottrina aristotelica, da noi accennata di sopra, circa |
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dice Aristotele, da sè non è un chè determinato (3). Ora la | mente | umana, prima che acquisti le specie determinate, è detta da |
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una forma. E in fatti la chiama anche forma, dicendola | mente | agente, «nus poietikos». Ora la forma della mente non è |
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dicendola mente agente, «nus poietikos». Ora la forma della | mente | non è altro che la specie, che la rende qualche cosa di |
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la forma. Ed è coerente, che Aristotele non solo chiami la | mente | materia delle specie, ma ben anco genere », poichè ammette |
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suo sviluppo. Se non s' interpreta dunque a questo modo la | mente | d' Aristotele, non ci rimarrebbe altro che un viluppo di |
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Aristotele, cioè, che [...OMISSIS...] . Ma essi non posero | mente | alla forza del verbo «noein», che esprime un movimento |
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com' insegna Aristotele, non è movimento (2). Ora che la | mente | non esca a' suoi atti, o piuttosto l' uomo non esca a' suoi |
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l' uomo per lui è il subietto, che opera con essa, e questa | mente | oggetto, egli la chiama propriissimamente « specie delle |
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degl' istrumenti »(4). E questo stesso, di considerare la | mente | come un istrumento, di cui si vale l' uomo alle diverse sue |
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dimostra di novo quello che dicevamo, cioè che questa | mente | non è per Aristotele una facoltà subiettiva d' intendere, |
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con cui l' uomo intende. Così appunto chiama Aristotele la | mente | e anche l' anima intellettiva « principio con cui », |
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che il complesso. Del resto l' aver distinto l' uomo dalla | mente | , e quello dichiarato il subietto conoscente, questa il |
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il mezzo , con cui conosce, conferma ad evidenza, che per | mente | agente Aristotele non intese il subietto o la facoltà |
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« per l' anima »intendendo « l' anima intellettiva o la | mente | ». In questa dottrina però non è costante Aristotele, il |
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Aristotele, il quale in altri luoghi riconosce che la | mente | è anche da sè una sostanza, ed ha atti suoi proprŒ senz' |
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[...OMISSIS...] . Da tutte queste premesse consegue che la | mente | non è solo, secondo Aristotele, un mezzo di conoscere, ma |
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più sopra notate. Poichè quando Aristotele dice « « che la | mente | è tutte le cose, perchè è le specie stesse, e queste sono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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atto che corrisponde a una specie che ne rappresenta alla | mente | la forma possibile: onde l' intendimento vede il reale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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convenire che Aristotele fu incoerente, o intendere che la | mente | vede gl' intelligibili nelle specie sensibili, non perchè |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non perchè quivi essi veramente ci sieno, ma perchè la | mente | stessa colla sua attività ve li pone, benchè per sè non ci |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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se si considera, che Aristotele stesso insegna che la | mente | opera senza organo corporale (4), laddove il fantasma non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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immediatamente questi intelligibili al lume della | mente | agente, e noi diremo all' oggetto. E veramente gl' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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La stessa mente. [...OMISSIS...] . Conviene dunque che la | mente | sia qualche cosa di oggettivo e di per sè conosciuto, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che fa conoscere l' altre cose (5). Pure questa stessa | mente | acquista d' improvviso nelle mani d' Aristotele un' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di esistere da per tutto dove dice che « è il medesimo la | mente | e l' inteso » [...OMISSIS...] (1). Poichè è l' atto stesso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in atto, e questi li ha la mente, onde dice, che la | mente | « opera avendo » [...OMISSIS...] (2): gl' intelligibili |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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gl' intelligibili dunque non sono fuori della mente, ma la | mente | li fa in se stessa, li fa in atto, avendoli in potenza: e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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intelligibili, quando così sono fatti in atto, sono la | mente | stessa in atto, appunto perchè sono atti della mente. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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appunto perchè sono atti della mente. Quindi la doppia | mente | che Aristotele pone nell' uomo, in potenza, prima di fare |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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prima di fare gl' intelligibili, e in atto. Ma quella | mente | che fa gl' intelligibili, è essa stessa per natura sua in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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all' atto, onde di essa dice Aristotele, che « « questa | mente | è separabile, e immista, e impassiva, ed essente per sua |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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» » (4). Se dunque « « l' intelligibile è l' atto della | mente | » », e c' è nell' uomo una mente, che è atto per sua |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che è atto per sua propria natura, consegue, che questa | mente | sia un intelligibile ella stessa, e però, che Aristotele |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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per se stesso intelligente ed intelligibile » » (6). Ora la | mente | agente è tale: dunque ella stessa è il primo degli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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un' altra dottrina di Aristotele, secondo la quale trova la | mente | in atto, ossia il primo intelligibile, tanto necessario per |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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per sè separato dalle cose corporee. Perciò dice che questa | mente | sia nell' uomo parte dell' anima, ma separabile, e la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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» [...OMISSIS...] (2), come sono le altre parti, che colla | mente | formano nell' uomo un' anima sola: e perchè l' esperienza |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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atti per l' infermità del corpo (3). Dice dunque, che la | mente | è da sè sostanza, [...OMISSIS...] (1). Questa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di conoscere, e però ammette anche nell' anima umana una | mente | in atto e dice: [...OMISSIS...] . Riconosce dunque la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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stesso dell' atto essenziale della mente, col quale questa | mente | riduce poi in atto tutti gl' intelligibili determinati, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non ha bisogno d' organo corporale, onde dice che la | mente | pare un altro genere d' anima (1), ed è non lontano dal |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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questi atti secondi o specie intelligibili determinate, la | mente | ossia l' anima intellettiva non esce, se non quando è unita |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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maggiori. Poichè domanda a se stesso, se, essendo la | mente | cosa che può stare da sè, abbia essa nel suo essere proprio |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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appetizione volitiva è l' intellezione (3). Ma come la | mente | esce all' atto dell' intellezione? Risponde che è mossa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come quello che move la mente, logicamente è anteriore alla | mente | in potenza, e anteriore altresì all' intellezione, che è la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in potenza, e anteriore altresì all' intellezione, che è la | mente | condotta al suo atto. Laonde l' intelligibile è anteriore a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quest' intelligibile, per sè intellezione e così atto o | mente | intelligente. C' è dunque una mente che è essenzialmente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e così atto o mente intelligente. C' è dunque una | mente | che è essenzialmente intelligibile e intellezione e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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un' esistenza obiettiva, ma anche subiettiva, e sia una | mente | in atto che si continui quasi numero trino, [...OMISSIS...] |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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necessario per ispiegare non meno l' origine della | mente | umana, che la generazione e il movimento delle cose |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e colà ne' varŒ libri che ci rimangono. Cominciamo dalla | mente | umana. Nel secondo « Della generazione degli Animali » (2) |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' una dall' altra, da queste tre anime separa la | mente | e conchiude così: [...OMISSIS...] . Qui distingue dunque la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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fa uomo. Pare dunque evidente che qui Aristotele prenda la | mente | sotto l' aspetto d' intelligibile , ossia com' oggetto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e in fatti anche le parole che seguono dimostrano la | mente | distinta dall' anima stessa. [...OMISSIS...] . Dice dunque |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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anima stessa. [...OMISSIS...] . Dice dunque che la sola | mente | è divina e viene dal di fuori, cioè da Dio, che è, come |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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più divino degli elementi » » [...OMISSIS...] . Ma come la | mente | s' aggiunge venendo dal di fuori, così anche si separa dal |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dal corpo crasso un corpo sottile, unita al quale sia la | mente | partecipata da Dio. Di qui nasce un' altra questione: Che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Di qui nasce un' altra questione: Che cosa fa dunque questa | mente | divina al tutto separata dalla materia, ma che avviene all' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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luoghi paralleli, parmi che ne risultino due cose: 1 Che la | mente | informa l' anima umana e la rende intellettiva e così |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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tutto ciò che da questi si trae per astrazione; 2 che essa | mente | somministra da sè i primi intelligibili, [...OMISSIS...] , |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ne' fantasmi, nè vengono in alcun modo dal senso, ma dalla | mente | pura. Che questo sia il pensiero d' Aristotele, apparirà |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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egli pone tra la scienza, «episteme», semplicemente, e la | mente | , «nus», che è la scienza o cognizione de' principŒ «ton |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dalle sensazioni, non così la scienza de' principŒ ossia la | mente | , «nus», poichè egli così la chiama, «nus an eie ton |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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an eie ton archon» (1); questa viene da Dio, ossia dalla | mente | separata e pura. Per non essersi distinte queste due |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e questo è il complesso degli ultimi principŒ, cioè la | mente | stessa, [...OMISSIS...] . Colloca adunque nell' uomo un |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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il principio del principio della scienza, la mente. Questa | mente | è la mente in atto, che nel terzo dell' anima chiamò abito |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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del principio della scienza, la mente. Questa mente è la | mente | in atto, che nel terzo dell' anima chiamò abito e lume, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e che disse esser quella, che trae al suo atto la | mente | potenziale, quella perciò che rende l' anima umana atta a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quella che è tale, cioè a cui è venuta dal di fuori questa | mente | divina, [...OMISSIS...] . Ora questi primi principŒ proprŒ |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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scienza, [...OMISSIS...] ; questi dunque precedono nella | mente | umana la scienza. Ma Aristotele qui si trova in una somma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' induzione dal senso, questi vengano immediatamente dalla | mente | di sua essenza in atto, e, da latenti forse che stanno |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e immune affatto da queste, e rimette totalmente alla | mente | in atto. [...OMISSIS...] . Dal che deduce che se il vero e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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. Ora l' aver posto Aristotele che l' oggetto della | Mente | in atto sia la verità , non discorda nè pure in questo da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in questo da noi, che abbiamo detto il primo oggetto della | mente | essere appunto la verità «( Ideol. ) ». Ma resta a vedere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cosa sia questa verità che non viene da' sensi, ma è dalla | mente | immediatamente conosciuta. Cercando dunque Aristotele qual |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è tolto dalla forma del giudizio, che è l' unione che fa la | mente | del predicato col subietto: e vuol dire, che se il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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«asyntheta», l' intuirli, o come dice, il toccarli colla | mente | è il vero, ma il contrario di questo vero non è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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anche queste però, non si generano, nè si corrompono, e la | mente | umana non le produce già, ma le tocca o non le tocca, le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sensibili sieno l' occasione e quasi il luogo, dove la | mente | umana vede le specie eterne, sebbene queste sieno immuni da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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vede un' altra verità maggiore. Poichè si presentò alla sua | mente | la questione, « perchè le essenze o specie semplici ed |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose e alla mente, perchè egli parte dal principio, che la | mente | dopo che ha intese le cose è divenuta le stesse cose e che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose è divenuta le stesse cose e che [...OMISSIS...] . La | mente | in atto dunque, venuta dal di fuori all' uomo, somministra |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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altro che un conoscere l' essere nelle cose. Quindi questa | mente | venuta dal di fuori è quella che rende intellettiva l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' anima che la riceve, ossia che dà all' anima « « la | mente | in potenza » » cioè a dire una facoltà atta a raziocinare, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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atta a raziocinare, che da Aristotele è anche chiamata « « | mente | dell' anima », [...OMISSIS...] », ed è definita « « quella |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che anteriormente l' anima intuisca i principŒ, così questa | mente | dell' anima o facoltà di ragionare dee essere preceduta |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di ragionare dee essere preceduta nell' uomo da un' altra | mente | in atto, ch' egli chiama [...OMISSIS...] . Solamente è da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dopo aver dimostrata la necessità che queste notizie nella | mente | umana precedano, riassumendosi, le chiama tutte insieme « « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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principio della scienza è la mente, [...OMISSIS...] . Per | mente | dunque intende Aristotele il complesso de' primi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di cognizione evidente, [...OMISSIS...] onde dice, che la | mente | è dei principŒ, [...OMISSIS...] . Di nuovo dunque |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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[...OMISSIS...] . Di nuovo dunque raccogliamo che la | mente | è presa in senso obbiettivo come i primi intelligibili (3). |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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atto, davanti all' anima intellettiva, e costituiscono la | mente | che viene dal di fuori, il lume della ragione, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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il lume della ragione, [...OMISSIS...] . Ma se questa | mente | è una, come poi essi che la costituiscono, sono molti? Se |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è il principio degli assiomi, [...OMISSIS...] , e se la | mente | pure è il principii de' principŒ, [...OMISSIS...] , |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nel suo seno tutti gli altri principŒ, sia lo stesso che la | mente | obiettiva ed in atto d' Aristotele, [...OMISSIS...] . Il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in sè in atto il principio di contraddizione ossia la | mente | che le viene dal di fuori: con questa mente ella può |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ossia la mente che le viene dal di fuori: con questa | mente | ella può conoscere, percepire, ragionare, e però distingue |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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distingue l' anima intellettiva che è in potenza, dalla | mente | che è in atto, e colla quale l' anima intellettiva intende |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ai sensi l' apparente, [...OMISSIS...] : 2 che assegna alla | mente | l' essere , [...OMISSIS...] , la verità, [...OMISSIS...] : |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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anima, non solo come una parte di questa, qual sarebbe la | mente | subiettiva, ma come un' altra cosa, qual è la mente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la mente subiettiva, ma come un' altra cosa, qual è la | mente | obiettiva (6). Ora per anima propriamente distinta dalla |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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obiettiva (6). Ora per anima propriamente distinta dalla | mente | Aristotele intende « quel principio immateriale, che usa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è il termine del senso, così l' essere è l' oggetto della | mente | in senso subiettivo, ed è la stessa mente in senso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' oggetto della mente in senso subiettivo, ed è la stessa | mente | in senso obiettivo. In quest' essere si trova quella |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è in un modo immutabile »(1) ». Se dunque, come vedemmo, la | mente | oggettiva e sempre in atto d' Aristotele sono i primi, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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invariabile dell' essere » », ne viene che l' essere sia la | mente | in atto d' Aristotele. Nell' ordine dunque delle cognizioni |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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umane, secondo Aristotele, c' è: 1 l' essere, ossia la | mente | obiettiva, [...OMISSIS...] : 2 il quale essendo immutabile |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Tutto il principio di questo sistema è l' essere , la | mente | oggettiva, sempre in atto, che l' uomo ha, e perciò è detto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nelle cose reali, sieno identiche: onde la sanità nella | mente | del medico è quella stessa che da lui prodotta esiste nell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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pensi. Costretto dunque dalla perspicacia stessa della sua | mente | ad ammettere, che le specie delle cose reali esistono anche |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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anzi una sostanza prima, che chiamò Mente. Questa | Mente | oggettiva poi nell' uomo la considerò in potenza alle |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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scienza dimostrativa, onde la verità ne' ragionamenti della | mente | e nelle orazioni. Se l' essenza dunque è quella che si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di essi abbia per suo fondamento la stessa essenza e la | mente | veda il detto sensibile in questa essenza, onde si dica |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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esse altro che le essenze de' sensibili stessi, e la | mente | umana da questi ascende a contemplarle. Gli stessi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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siano. Ma posto che sono in questa, niente poi vieta che la | mente | coll' astrazione ne faccia la separazione e li consideri |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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conviene intendere posteriori unicamente rispetto alla | mente | umana. Ma nello stesso tempo riman fermo il suo principio « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ma v' invita a osservarla coll' attenzione della | mente | nel fatto della natura delle cose, rispetto alle quali la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che i sensibili, o da questi indivisibili, ma solo che la | mente | vede questi colle essenze copulati, in modo che ogni |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essenze nulla patiscono dall' esser conosciute, benchè la | mente | agisca in conoscerle «( Rinnovam. 497 e segg.) ». Il fatto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Platone in questo peccassero per non aver abbracciata colla | mente | la dottrina del maestro in tutta la sua integrità, non mi è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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«( Logic. 1 e segg.) ». Il che si avvera ogni qualvolta la | mente | ne' suoi ragionari va pel cammino naturale, e non s' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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pel cammino naturale, e non s' accinge al filosofare colla | mente | imbevuta di preconcette e volgari opinioni, e queste false. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e quelle devono consonare e non possono rimanere nella | mente | umana a lungo discorsi: sia che questa preceda e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non può sussistere e non è che una pura astrazione della | mente | (3), cosa ripetuta da Aristotele (4), giacchè, secondo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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egli stesso le prime idee, [...OMISSIS...] , nella | mente | separate dai corporei e dai fantasmi), considerò la materia |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sussistente, mediante una certa virtù imaginativa della | mente | (facoltà di pensare individui reali possibili; la quale s' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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(5) e del tutto inestesa, non perchè non s' accorga che la | mente | non può ammettere estensione di sorta, chè questo bene il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sorta, chè questo bene il vede (1), ma perchè pare che la | mente | stessa deva risiedere in qualche corpo e non possa pura e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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(5). Ma il bene stesso, attesa la limitazione della nostra | mente | e i diversi modi dell' umano pensare, duplica il suo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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[...OMISSIS...] : quello nel luogo intelligibile sta alla | mente | e alle cose intelligibili [...OMISSIS...] , come questo nel |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dalle idee, ossia dall' essere indeterminato presente alla | mente | e avente in sè tutte le altre idee: ma questo lume e queste |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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questo lume naturale delle menti ad un giogo che aggioga la | mente | e le cose reali, cose senza di lui disunite, e aggiogandole |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ente. Ma è necessario che noi vediamo come, secondo la | mente | di Platone, tutte le cose si derivano dal Bene. Il Bene |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come sentenza indubitata e di verità universale, che « « la | mente | non possa concepirsi esistere senza un' anima » » (2). Il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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avvertenza però che l' anima che egli attribuisce alla | mente | essenziale, cioè a Dio, è l' idea dell' anima, ossia l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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» pronuncia pure la sentenza che « « la sapienza e la | mente | non sono mai senza l' anima » » (2). E quindi trae che « « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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esemplare stesso si vede tuttavia nel mondo, poichè la | mente | dai vestigŒ o similitudini di esso, raccolte pe' sensi, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e dispone, e per questi effetti si chiama giustamente | mente | e sapienza, [...OMISSIS...] . Di che deduce che anche Giove |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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causa suprema, [...OMISSIS...] , dee aver un' anima e una | mente | regale e che proporzionatamente sia da dirsi lo stesso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la Mente, [...OMISSIS...] . Di che conchiude che « « la | mente | è prole della Causa di tutte le cose » » (3) e ciò |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
padre di Giove « « la purità e la sincera integrità della | mente | » » (4), perchè nell' Esemplare non ci sono che pure idee |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' ogni altra cosa non può stare, e nel « Filebo » dice la | Mente | cognata colla Causa e dello stesso genere (7), e nel « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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oltre queste idee che compongono, secondo le ragioni della | mente | umana, Dio, ci sono delle altre idee relative alle cose |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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puro. E benchè prima d' ora non mi fosse mai occorso alla | mente | una tale interpretazione di questa sentenza di Platone, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sempre esistenti » » (3), prova da una parte l' alta | mente | di Platone che ben vide solo una sostanza semplice e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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anima è dovuto (1). Vediamo come ciò avvenga secondo la | mente | di Platone. Primieramente essendo nella sostanza dell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nè mancandogli la corporea materia dalla sua anima e | mente | e virtù generativa dominata, abbia forniti e organizzati di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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E qui conviene osservare come il diverso , secondo la | mente | di Platone, sia un genere più esteso di quello de' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sensibili si dicono giustamente partecipare le idee nella | mente | nostra, e nell' atto della nostra percezione intellettiva |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dell' anima, e da questa all' esemplare, e da questo alla | mente | eterna, e da questa al Bene, cioè a Dio, e che affermiamo « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che si sia presentata chiaramente ed esplicitamente alla | mente | di Platone: ma dicendo che sono di quelle cose che possono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la quale devonsi giudicare, sono tratti sublimi d' una | mente | straordinaria. E quantunque l' idea del Bene rimanga così |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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E quantunque l' idea del Bene rimanga così all' umana | mente | involta in una certa misteriosa caligine, pure a preferenza |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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continuo esercizio di meditazione e continuo sforzo della | mente | per astrarsi dal corporeo ed ascendere all' invisibile e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ammesse gratuitamente per vere, senza ascendere colla | mente | al primo principio ed evidente della cognizione; 2 il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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, «dianoia», quella che corrisponde al secondo è chiamata | mente | o intelligenza , «noesis» (1). Tutte queste quattro |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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raziocinio, ma come fanno i matematici, che in aiuto della | mente | tengono sott' occhio de' triangoli ed altre guise di figure |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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superiori sono lontanissimi da ogni sensibile, e la | mente | va ad esse senza fare alcun uso del sensibile, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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i sensibili come di simulacri a quelle idee a cui la | mente | si rivolge, atteso che queste idee ai sensibili appunto si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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punto ai corpi. Vediamo quali queste sieno, e come la | mente | giunga per esse al principio dell' universo, procedendo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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avvivati, finalmente al filosofo che mettendo tutta la sua | mente | e il suo cuore in esse, si rende ad esse simile. Poichè |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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umane quella che riceve più il lume intelligibile è la | mente | «nus» (4), che intuisce le idee e il loro ordine. Ora che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ente è il medesimo lume, che considerato in relazione alla | mente | dicesi verità, considerato in relazione all' oggetto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dicesi ente. Il Bene, adunque è al di là del lume della | mente | umana, essendone la causa. [...OMISSIS...] . Il figliuolo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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semplicemente detta, è la prima specie che illumina la | mente | umana; la verità [...OMISSIS...] è lo stesso ente, in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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per analogia , perchè queste cose tutte date alla | mente | umana sono boniformi , ed hanno un' analogia ed un' intima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Iddio; e nell' uomo stesso che le partecipa colla | mente | e che, conformandosi ad esse con tutto sè, si rende giusto, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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a contemplare. Ora contemplando in queste ed ascendendo la | mente | dalle une alle altre fino alle somme, fino a quella della |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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idee che noi contempliamo e che costituiscono la nostra | mente | e la nostra sapienza. Vede infatti il Figliuolo della Causa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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onde dice: [...OMISSIS...] . E poco appresso chiama la | mente | cognata alla Causa e quasi dello stesso genere: |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e quasi dello stesso genere: [...OMISSIS...] . Ma quanto la | mente | e la sapienza umana ossia il complesso delle idee |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Niuno del pari s' appagherebbe d' aver sapienza e | mente | e scienza e memoria di tutte le cose, privo di ogni |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che Platone chiama anche indifferentemente la vita della | mente | [...OMISSIS...] (1). Così della sapienza e della mente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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mente [...OMISSIS...] (1). Così della sapienza e della | mente | dell' uomo, la quale essendo insufficiente non è lo stesso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non è lo stesso Bene. [...OMISSIS...] . Distingue dunque la | mente | divina dalla mente creata , quella perfetta e sufficiente a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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[...OMISSIS...] . Distingue dunque la mente divina dalla | mente | creata , quella perfetta e sufficiente a se stessa, questa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essere finito non può consistere nella vita della sola | mente | che appartiene alla sola anima, ma deve concorrere a render |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nel mondo e più o meno si esperimenta, vuole Platone che la | mente | ragionando, per una certa scala d' idee, ascenda al Bene |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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contemperamento della sapienza e del piacere, conduce la | mente | nostra all' esemplare del mondo in cui, essendo opera |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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. Ma dopo di tutto ciò rimane il secondo lavoro della | mente | raziocinatrice. Poichè rinvenuto « « l' ideale del bene |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e quella che è per sè Mente. Chiama questa « «vera e divina | Mente | », [...OMISSIS...] (1), Mente regia, [...OMISSIS...] (2), e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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questa « «vera e divina Mente », [...OMISSIS...] (1), | Mente | regia, [...OMISSIS...] (2), e questa, dice egli, è la Causa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essa stessa è il primo difetto e il genere de' difetti. La | Mente | causa dunque non ha difetto, e quindi ha le due qualità del |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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noi dunque prendiamo queste tre essenze e separandole colla | mente | da ogni altro elemento, le consideriamo come fuse in uno, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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com' ella sia, sta il mistero impenetrabile alla | mente | umana, onde Platone dice l' idea del Bene appena visibile, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Dice dunque « « se tu dunque porrai per terzo bene la | mente | e la sapienza [...OMISSIS...] , non andrai lontano dal |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dal vero, come io vaticino » ». Avea detto poco prima della | mente | che ella « « o è un medesimo colla verità, o certo di tutte |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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più vera » » (3). Delle quali parole, le prime, cioè che la | mente | sia il medesimo colla verità, appartengono alla mente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la mente sia il medesimo colla verità, appartengono alla | mente | divina, alla Causa, al Bene: l' altre, cioè che la mente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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mente divina, alla Causa, al Bene: l' altre, cioè che la | mente | sia di tutte le cose la più simile alla verità e la più |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la più simile alla verità e la più vera, appartengono alla | mente | creata o partecipata dagli animali divini e dall' animale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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animali divini e dall' animale umano. E questa è quella | mente | che pone terza nell' ordine de' beni, perchè sola non è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dell' indefinito, [...OMISSIS...] , che deve essere dalla | mente | governato. Appunto per questo, oltre alla prima e più |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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prima e più sublime delle facoltà intellettive, cioè alla | mente | che intuisce le più sublimi idee, s' aggiungono le scienze |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' alcun elemento attualmente sensibile, opere della | mente | e della ragione. A questo secondo genere d' intelligibili |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che Platone chiama dialettica, e che conduce l' umana | mente | da quel principio passo passo finchè abbia raggiunto quel |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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idee, che si riferiscono al mondo; esemplare formato dalla | mente | divina per creare il mondo; secondo Aristotele, il mondo, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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, dalle quali, ricevute dall' uomo col senso, la | mente | trapassa alle idee , di cui quelle sono similitudini, ossia |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e specie » »: ma questo per astrazione in quanto colla | mente | si considera la specie come altra cosa separata dalla |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che la natura sensibile non si poteva spiegare senza la | mente | , che le desse l' ordine e il fine, e a questo la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sè, avendo la stessa forma in se stessa. Che la forma nella | mente | e ne' reali sia presa da Aristotele per la medesima, è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e ne' sensibili c' è soltanto l' imitazione, la quale nella | mente | di chi conosce s' aduna insieme colla specie, su cui è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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uomo anche facendo, che la stessa numerica specie sia nella | mente | e nelle cose; ma questo sistema, nel quale ricaddero spesso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la vera distinzione tra la specie , che solo alla | mente | appartiene, e il reale, come apparisce dal luogo citato, e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ed ordinatamente, senza bisogno di ricorrere ad una | mente | che sia fuori di lei (bastando un primo Motore) per questo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nello stesso modo. Non è dunque necessario ricorrere ad una | mente | e ad un' arte precedente, perchè le forze e l' ordine loro |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le forze e l' ordine loro esistono indipendenti dalla | mente | e dall' arte che si supponga dare ad esse, con un fine |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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argomento pecca di circolo, perchè considera l' arte o la | mente | unicamente come causa motrice e suppone che la natura |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Ma è appunto questa la questione platonica: « se la | mente | eterna ossia il bene sia puramente un principio motore , e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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si separa di ragione, [...OMISSIS...] ; e però esiste nella | mente | pura da materia. Questo gli fa la via a riconoscere e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la specie pura nella mente. Di più, quando trovata dalla | mente | l' ultima specie, la frizione nell' esempio addotto, questa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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unica essenza se non in un modo virtuale e relativo alla | mente | astraente. Altro è dunque considerare le essenze |
Teosofia Vol.I -
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Poichè, sebbene l' essere, che sta presente alla | mente | umana per natura, sia egli stesso un tutto, non è però |
Sulle categorie e la dialettica -
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Il Problema delle Categorie si offerse da sè alla | mente | dei primi filosofi, e fino al presente si fecero sforzi e |
Sulle categorie e la dialettica -
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le varietà dell' essere in qualunque modo concepibili alla | mente | umana. Per classi ultime intendiamo quelle che non |
Sulle categorie e la dialettica -
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di classificare tutte le entità che si offrono alla | mente | umana non si presentò pel primo agli speculatori, ma solo |
Sulle categorie e la dialettica -
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fu l' unità che tutto unisce; perchè è questo che cerca la | mente | in tutte le cose, e di cui ha bisogno per soddisfarsi. Ma |
Sulle categorie e la dialettica -
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Questo secondo è primo nel naturale sviluppo della | mente | umana, come abbiamo mostrato nella « Psicologia »; primo a |
Sulle categorie e la dialettica -
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distinti, non potendo in altro modo procedere la | mente | umana: e però dicevano, come Aristotele stesso attesta, che |
Sulle categorie e la dialettica -
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si vide dapprima che i numeri subiettivati non erano dalla | mente | concepiti sempre in un solo e medesimo modo, ma non si |
Sulle categorie e la dialettica -
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elementare dell' essere, è un' astrazione facilissima della | mente | umana, ma non è facile fissarsi in esso direttamente colla |
Sulle categorie e la dialettica -
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che osserva lo stesso Aristotele, allora era la | mente | quella che nel suo segreto e istintivo progresso protestava |
Sulle categorie e la dialettica -
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la cosa su cui si specula, questa si presenta da prima alla | mente | come « un uno, ma indefinito ». Quest' uno indefinito altro |
Sulle categorie e la dialettica -
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e confuso che è nell' uno . Ma poichè, dopo che la | mente | speculatrice in un concetto generico qualunque ha trovato |
Sulle categorie e la dialettica -
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Laonde Aristotele, facendosi interprete della | mente | di quei due filosofi eleatici, dice sembrargli, che l' uno |
Sulle categorie e la dialettica -
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dialettico, si osserva che da prima si presenta alla | mente | un uno confuso ancora e indeterminato, che è come il |
Sulle categorie e la dialettica -
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confuso ancora e indeterminato, che è come il genere. La | mente | deve specificare che cosa in esso si contenga, poniamo le |
Sulle categorie e la dialettica -
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può, e trovare pure altri numeri determinati. Pervenuta la | mente | agl' individui reali, potrà fors' anco trovare in ciascun |
Sulle categorie e la dialettica -
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questa condizione non può essere per sè più oggetto della | mente | (5), perchè manca dell' « essenza », che è l' uno secondo |
Sulle categorie e la dialettica -
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e quella di coloro che il negano. Dal veder dunque che alla | mente | umana si presentano diversi uni variamente fecondi (poichè |
Sulle categorie e la dialettica -
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si presentano diversi uni variamente fecondi (poichè la | mente | considerandoli vi trova diverse cose distinte come le |
Sulle categorie e la dialettica -
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che ne rilevi il numero definito fino all' ultimo. Così la | mente | dall' uno ritrae un numero prima indefinito (grande o |
Sulle categorie e la dialettica -
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non parli dell' uno primo indefinito rispetto alla | mente | nostra e a quel che contiene, ma parli dell' unità astratta |
Sulle categorie e la dialettica -
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Doveva pure l' indeterminato o indefinito presentarsi alla | mente | in due modi, cioè or nell' uno or nell' altro, senza da |
Sulle categorie e la dialettica -
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buio, gli dà le forme e lo determina. Questo ci chiama alla | mente | la specie «eidos, idea» di Platone, il viso di Cicerone. Le |
Sulle categorie e la dialettica -
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dalla materia ideale che venendo determinata presenta alla | mente | un visibile, un apparente, una specie in somma: così gli |
Sulle categorie e la dialettica -
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essere è già formato e definito, al primo affacciarsi della | mente | umana si presenta come un uno indefinito, e questo risponde |
Sulle categorie e la dialettica -
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delle cose sia uguale in tutto al modo di concepire della | mente | umana. E questa è una delle cause dell' oscurità di Platone |
Sulle categorie e la dialettica -
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all' uomo come indefinita. Quindi c' è bisogno che la | mente | umana trovi tali specie o numeri. Trovate queste specie , |
Sulle categorie e la dialettica -
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essenza , cioè dell' essere: onde già si distinguono colla | mente | due elementi: 1 l' essere, l' essenza, la materia; 2 l' |
Sulle categorie e la dialettica -
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il tutto, e le due parti «to hen kai to on». Ma, quando la | mente | considera queste due parti dell' ente uno o dell' uno ente |
Sulle categorie e la dialettica -
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ente considerato nel suo concetto di tutto (2): e viene in | mente | di togliere la risposta da quello che dice Dante dell' |
Sulle categorie e la dialettica -
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«o to pan xynistas» (4), come altrove è da lui chiamato | mente | «nus» (5), e ragione «logos» (6). Onde dice, l' universo |
Sulle categorie e la dialettica -
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intelligibile poi, essenza del reale, è contenuto nella | mente | divina. Onde non rimane a dubitare che il contenente del |
Sulle categorie e la dialettica -
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il tutto intelligibile, che lo informa e che nella divina | mente | rimane. Dall' esser poi l' uno sotto il rispetto materiale, |
Sulle categorie e la dialettica -
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cioè come tutto contenente le parti, in altro, cioè nella | mente | di Dio: deduce Platone che l' uno essente ha due altre |
Sulle categorie e la dialettica -
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secondo il concetto di tutto, essendo in altro, cioè nella | mente | divina, conviene che di continuo si discerna da essa, e |
Sulle categorie e la dialettica -
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dire che l' uno tutto, forma delle cose, come essente nella | mente | divina, è diverso dall' uno stesso emanato da quella mente, |
Sulle categorie e la dialettica -
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un dall' altro, non si potrebbero riconoscere tali, se la | mente | non li considerasse mediante una sola idea; poichè nessun |
Sulle categorie e la dialettica -
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deve intendere, come l' abbiamo noi inteso prima, la stessa | mente | divina, risulta da tutta questa dottrina che gli uni enti |
Sulle categorie e la dialettica -
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ciò che esprime il nome sostantivo di ente , ma ciò che la | mente | anche per via d' astrazione considera a parte del resto, a |
Sulle categorie e la dialettica -
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questo stesso d' aver la potenza di distinguersi colla | mente | dall' ente si concepisce come una cotale loro attività o |
Sulle categorie e la dialettica -
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che lo determinassero, tuttavia si distingueva colla | mente | dagli altri concetti, e questi non erano lui, onde si |
Sulle categorie e la dialettica -
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quegli che speculiamo intorno agli enti, anche colla nostra | mente | umana. Secondo, perchè le idee, essendo sole quelle che |
Sulle categorie e la dialettica -
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al concetto di tutto, sia reale sia ideale; e questo alla | mente | divina, in cui solo può consistere simultaneamente in |
Sulle categorie e la dialettica -
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generi minori), cioè è presa come l' ente diviso colla | mente | dai suoi termini e dalle sue attribuzioni, e ritenuto il |
Sulle categorie e la dialettica -
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un misto di due generi, è posteriore. Esclude ancora la | mente | ( «nus») da' generi, come quella che è lo stesso ente da |
Sulle categorie e la dialettica -
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sieno elementi. Sono, dice, elementi della mente, e d' ogni | mente | [...OMISSIS...] , poichè questa è l' ente intelligente che |
Sulle categorie e la dialettica -
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scienze, che sono specie e parti di quella; così v' è una | mente | di cui l' altre sono specie e parti. La scienza una ha in |
Sulle categorie e la dialettica -
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speciali della mente, noi avvisiamo al concetto di una | mente | generica (1), che non ha niun oggetto speciale, ma che gli |
Sulle categorie e la dialettica -
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come pensare del Bardili «( Ideol. 1420 e nota) ». Questa | mente | non è nessuna mente particolare [...OMISSIS...] . Ma, come |
Sulle categorie e la dialettica -
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«( Ideol. 1420 e nota) ». Questa mente non è nessuna | mente | particolare [...OMISSIS...] . Ma, come le scienze |
Sulle categorie e la dialettica -
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oggetti generici o speciali, sono altrettanti atti della | mente | una in potenza; poichè, quando questa esce a' suoi atti, |
Sulle categorie e la dialettica -
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mediante questo produce le specie. Fino dunque che l' ente | mente | è in potenza, è mente universale, superiore alle menti |
Sulle categorie e la dialettica -
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le specie. Fino dunque che l' ente mente è in potenza, è | mente | universale, superiore alle menti speciali che si generano |
Sulle categorie e la dialettica -
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di quella. [...OMISSIS...] . Esister dunque in sè la gran | mente | [...OMISSIS...] , ed esistere in sè le singole menti; ma |
Sulle categorie e la dialettica -
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sono manifestamente due: 1 Che quella che si chiama la gran | mente | e si fa causa dell' altre, essendo generica e in potenza, è |
Sulle categorie e la dialettica -
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figure e l' altre qualità tutte logicamente posteriori. La | mente | dunque è l' ente (primo genere) che ha unito a sè gli altri |
Sulle categorie e la dialettica -
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è la prima e assoluta mente. Ma osserva Plotino che la | mente | umana discorre e scopre una cosa dall' altra: quest' è |
Sulle categorie e la dialettica -
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ab eterno prima dell' argomentazione. Di che deduce che la | mente | umana o la mente ragionante presuppone dinanzi a sè una |
Sulle categorie e la dialettica -
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dell' argomentazione. Di che deduce che la mente umana o la | mente | ragionante presuppone dinanzi a sè una prima mente, la |
Sulle categorie e la dialettica -
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ha semplicemente tutte le cose presenti, e che da questa la | mente | deve derivare (3). Ma come proviene questa seconda mente |
Sulle categorie e la dialettica -
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la mente deve derivare (3). Ma come proviene questa seconda | mente | dalla prima? Ecco il gran nodo, il mistero della creazione. |
Sulle categorie e la dialettica -
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l' oggetto del quale sono i generi; in tanto è la prima | mente | (1). Ma in quanto la sua azione, continua e permanente, |
Sulle categorie e la dialettica -
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da quello che consiste nell' esistere nel tutto: e così la | mente | esistente nelle parti non è più la mente esistente nel |
Sulle categorie e la dialettica -
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tutto: e così la mente esistente nelle parti non è più la | mente | esistente nel tutto, ma è un' altra mente, le menti |
Sulle categorie e la dialettica -
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è uno e molti. Ma conviene dichiarare in che modo. La prima | mente | produce le altre coll' azione colla quale determina i |
Sulle categorie e la dialettica -
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di cui nulla si predicasse (2). Da quest' Uno vien prima la | Mente | universale; da questa l' Anima universale; da questa le |
Sulle categorie e la dialettica -
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la Materia, male e caligine. Ma, come dall' Uno viene la | Mente | universale? Esso non ha nessun' azione, secondo Plotino, il |
Sulle categorie e la dialettica -
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più alto della speculazione (6). Come dunque riesce la | mente | universale? Plotino risponde per una certa esuberanza , o |
Sulle categorie e la dialettica -
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perchè non ammettono la sua definizione. Del pari: La prima | Mente | non è che l' ente contemplante i cinque generi, senza che |
Sulle categorie e la dialettica -
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che in ciascun genere cadano differenze; Ma tostochè essa | mente | per la sua attività quasi lampeggia in ciascun genere |
Sulle categorie e la dialettica -
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quei generi si rompono in generi minori e in ispecie, la | mente | che contempla questi generi minori e queste specie non è |
Sulle categorie e la dialettica -
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altra attività che alla prima si continua. Questa seconda | mente | non è la prima, ma un' altra, perchè a questa non compete |
Sulle categorie e la dialettica -
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che ci intervenga una specie di creazione, e che la prima | Mente | sia essenzialmente diversa dall' Uno primo, e che la |
Sulle categorie e la dialettica -
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possa aver bisogno d' altro, essendosi recise da lui colla | mente | tutte le relazioni e congiunzioni con ogni altro concetto |
Sulle categorie e la dialettica -
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Mente? Allo stesso modo come l' Uno fa la Mente. Quando la | mente | è perfetta, cioè pienamente costituita da' cinque generi |
Sulle categorie e la dialettica -
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vanno le cose divine (1): a questi tre principii Uno, | Mente | ed Anima si riducono: perchè l' Anima è costituita dalle |
Sulle categorie e la dialettica -
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l' Anima è costituita dalle specie, onde al pari della | mente | la chiama specie (2), quando continuando ad operare ed |
Sulle categorie e la dialettica -
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è più lui ma la Mente; il terzo, cioè quello che esce dalla | Mente | già costituita, non potendo esser la Mente perchè eccede |
Sulle categorie e la dialettica -
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che esce dalla Mente già costituita, non potendo esser la | Mente | perchè eccede dalla sua costituzione, è l' Anima; il quarto |
Sulle categorie e la dialettica -
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continuazione di moto , cioè d' azione. Onde parlando della | Mente | dice che [...OMISSIS...] , quasi dica, che basta il |
Sulle categorie e la dialettica -
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o ipostasi. E lo stesso dice dell' Anima rispetto alla | Mente | (2). Il qual pensiero non si può negare che sia acutissimo, |
Sulle categorie e la dialettica -
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il permette, facciamo osservare, che da esso risulta che la | Mente | sia quasi un' imagine o similitudine del primo Uno, e l' |
Sulle categorie e la dialettica -
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come in uno specchio l' Uno si riflette nella Mente, e la | Mente | nell' Anima. L' Uno, tosto che fa un atto diverso dall' |
Sulle categorie e la dialettica -
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Mente, ma l' Anima. L' Anima, trovandosi pure media tra la | Mente | e la Natura, ha primieramente due atti: costitutivo di sè |
Sulle categorie e la dialettica -
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non si deteriora. Del pari l' Anima coll' affissarsi nella | Mente | è costituita nella sua propria eccellenza, ma dopo d' |
Sulle categorie e la dialettica -
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umane. Stabilisce in prima questo filosofo, che tanto la | Mente | quanto l' Anima prima, universale, separata, sia ad un |
Sulle categorie e la dialettica -
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ente è uno e molti. [...OMISSIS...] Poichè, componendosi la | Mente | da' cinque generi, e questi trovandosi in tutte le specie |
Sulle categorie e la dialettica -
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mondo intelligibile delle specie, come in queste rimane la | Mente | o i generi, e in quest' ultima l' Uno o il bene. Ma l' |
Sulle categorie e la dialettica -
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Fra questi due estremi, pone due enti medii (1), la | Mente | e l' Anima; la prima delle quali comunica da una parte |
Sulle categorie e la dialettica -
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la seconda, da una parte comunica immediatamente colla | Mente | da cui pure esiste; dall' altra col Male, cioè colla |
Sulle categorie e la dialettica -
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Materia, cui produce. I sommi generi o categorie sono nella | Mente | e la costituiscono; le specie che ne derivano sono nell' |
Sulle categorie e la dialettica -
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[...OMISSIS...] e l' imagine [...OMISSIS...] . Ora la prima | Mente | è l' unione dei cinque generi, e però è un composto, |
Sulle categorie e la dialettica -
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osservare più cose: 1 Quando Plotino distinse dall' Uno la | Mente | e dalla Mente l' Anima, disse che la differenza si riduceva |
Sulle categorie e la dialettica -
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cose: 1 Quando Plotino distinse dall' Uno la Mente e dalla | Mente | l' Anima, disse che la differenza si riduceva a una pura |
Sulle categorie e la dialettica -
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una persona intelligente? Confonde dunque le idee colla | Mente | che intuisce le idee. Ed essendo le idee molte, da questo |
Sulle categorie e la dialettica -
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le idee. Ed essendo le idee molte, da questo trae che la | Mente | non è solo una, ma anche molte. Ma se si concede che molte |
Sulle categorie e la dialettica -
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ci sono molte idee, non rimane per questo provato che la | Mente | sia una. Che anzi facendo risultare la mente da cinque idee |
Sulle categorie e la dialettica -
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provato che la Mente sia una. Che anzi facendo risultare la | mente | da cinque idee generiche o categorie, non si vede alcuna |
Sulle categorie e la dialettica -
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più nulla dopo di essa. Così appunto Plotino dice che la | Mente | ha in sè tutte le cose [...OMISSIS...] . Ora, in questo |
Sulle categorie e la dialettica -
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supposte dal sistema, e non ispiegate. Come dite voi che la | Mente | comprende tutte le cose, se non so ancora che ci sieno le |
Sulle categorie e la dialettica -
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maniere di ente sono così distinte per natura come la | mente | nostra le concepisce distinte. « Causa di tutta questa |
Sulle categorie e la dialettica -
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di natura e tuttavia natura perfetta e completa, dotato di | mente | e cotale, che in esso si stringono in uno il principio del |
Sulle categorie e la dialettica -
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uscirono bastevolmente, colla meditazione filosofica, dalla | mente | umana. La realità dell' ente finito nondimeno prende in |
Sulle categorie e la dialettica -
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a dimostrare quando il linguaggio generi nella nostra | mente | nuove maniere di concepire e di connettere le entità, |
Sulle categorie e la dialettica -
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nella fattura e nella composizione che si genera nella | mente | a cagione del segno esterno. Osserva dunque Aristotele che |
Sulle categorie e la dialettica -
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e gli enti dalle vestimenta delle parole, figgendo la | mente | in quelli anzi che in questi ( Logic. , n. 972). Il non |
Sulle categorie e la dialettica -
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diverse a bel consiglio, acciocchè col richiamare alla | mente | una di quelle essenze più note, udendosi il nome imposto |
Sulle categorie e la dialettica -
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tutti quelli, co' quali, volendo richiamare alla | mente | altrui un' entità, invece di indicarla col suo proprio |
Sulle categorie e la dialettica -
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tale però che per mezzo di essa incontanente soccorre alla | mente | altrui l' entità che vogliamo esprimere, principalmente |
Sulle categorie e la dialettica -
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bastevole, pel contesto del discorso, a risvegliare nella | mente | ciò che vogliamo. Le metonimie sono suggerite all' uomo |
Sulle categorie e la dialettica -
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, e dell' ens in anima (3). S. Tommaso dichiara, secondo la | mente | di Aristotele, questi due significati del verbo E`, così: |
Sulle categorie e la dialettica -
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quando sono pure un composto di entità reali fuori della | mente | e di entità di ragione lavorate e messe loro intorno quasi |
Sulle categorie e la dialettica -
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ideale è per sè oggetto , ed è affatto indipendente dalla | mente | dell' uomo, e distinto da ogni mente, benchè escluda la |
Sulle categorie e la dialettica -
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per sua natura la proprietà d' insiedere nella mente. La | mente | poi è un ente reale: e però tra l' ente ideale e l' ente |
Sulle categorie e la dialettica -
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si scorge: 1 Nella percezione intellettiva, nella quale la | mente | dell' ideale e del reale fa un ente solo conosciuto; 2 |
Sulle categorie e la dialettica -
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essenziale che passa tra l' ideale e il reale, e che la | mente | non fa che vedere. Vero è che un tale rapporto suppone la |
Sulle categorie e la dialettica -
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un tale rapporto suppone la mente, ma questa esigenza della | mente | si riduce a quella che ha l' essere ideale di trovarsi in |
Sulle categorie e la dialettica -
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essere o ridursi in un sentimento; onde l' esigenza della | mente | e del suo atto è un' esigenza ontologica, cioè uscente |
Sulle categorie e la dialettica -
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e però tale rapporto non è produzione soggettiva della | mente | umana, ma più tosto è analogo alla creazione, la quale, |
Sulle categorie e la dialettica -
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involgono errore se si prendono per quello che sono; ma la | mente | erra quando li prende per cose positive che non sono. II |
Sulle categorie e la dialettica -
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. - In un ente semplice ed indivisibile per sè stesso la | mente | distingue più cose, le quali non si trovano separate in |
Sulle categorie e la dialettica -
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a ) Talora i due o più elementi formali, distinti dalla | mente | in un oggetto, quantunque non separabili, cioè tali che l' |
Sulle categorie e la dialettica -
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essi costituiscono. In questo caso la distinzione che fa la | mente | è in sè vera, e a quest' ente di ragione risponde una |
Sulle categorie e la dialettica -
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di essi entra nell' altro, e non viceversa. Così, quando la | mente | in un individuo da lei percepito distingue ciò che è |
Sulle categorie e la dialettica -
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ciò che è specifico; ma non viceversa. All' incontro, se la | mente | non guarda ciò che questi concetti contengono virtualmente, |
Sulle categorie e la dialettica -
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tali idee non hanno alcun valore obiettivo; poichè, se la | mente | con esse non considera e pensa tutto intiero l' oggetto, lo |
Sulle categorie e la dialettica -
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formali elementi, realizzabili o realizzati nel tutto. La | mente | adunque non erra con queste distinzioni logiche; ma |
Sulle categorie e la dialettica -
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. - Queste si fanno per lo più per via di relazione; ma la | mente | in generale ha la facoltà di considerare qualsivoglia |
Sulle categorie e la dialettica -
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. V Analogare - Attributi . - Trattandosi di oggetti che la | mente | conosce solo negativamente, ell' è costretta attribuir |
Sulle categorie e la dialettica -
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maniera di ragionare non induce alcun errore, qualora la | mente | che l' usa, sappia in pari tempo, che tali sue predicazioni |
Sulle categorie e la dialettica -
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. - Un' altra classe di enti di ragione sono quelli, che la | mente | compone di altri enti da lei conosciuti: e a questi |
Sulle categorie e la dialettica -
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. - Se, colla facoltà di astrarre e di distinguere, la | mente | umana produce quegli enti di ragione, che abbiamo detti |
Sulle categorie e la dialettica -
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ella è mossa a costituirli. Prima legge di operare della | mente | è il principio di cognizione, il quale la obbliga a |
Sulle categorie e la dialettica -
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sostengono, per così dire, la persona di questi. Nel che la | mente | non prende errore, se ella non sa qual sia il personaggio |
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enti in sulla scena del suo pensiero. Posto adunque che la | mente | è obbligata di considerare gli enti di ragione come enti in |
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fondamento il linguaggio, nè le operazioni subiettive della | mente | umana, ma che sono nell' ente stesso, sia reale, sia |
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e per sè, ma nelle cose come forma della materia, e nella | mente | come specie, separate dalla materia corporea, ma non da una |
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l' ente puro, qual è in natura, nè l' ente qual è nella | mente | intuente; ma quell' ente artefatto dalle operazioni della |
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intuente; ma quell' ente artefatto dalle operazioni della | mente | stessa, da appendici che spettano alla condizione dell' |
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corpi fossero predicamenti di ogni ente, dimostra, come la | mente | del filosofo era legata ai sensi ed agli enti corporei. |
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entità a parte sui , per cosa soggettiva, razionale, dalla | mente | lavorata e prodotta. Onde il dialettico Kant diede nell' |
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della sublime operetta che ha per titolo « Itinerario della | mente | a Dio », che qui riproduco: [...OMISSIS...] . Il quale |
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idee nostre, le quali, senza la divisione che hanno nella | mente | nostra, nel Verbo divino con unità perfettissima si |
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mente, appartiene cioè all' ordine che hanno le cose nella | mente | «(V. Antrop. , p. 276, 277) ». 3 Se poi si cerca in che |
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e mutabilità delle cose contingenti, riferita dalla | mente | all' illimitazione, immutabilità, ed eternità dell' ente, |
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procedere così materialmente da non intendere che la | mente | pensa alle essenze le quali sono per sè oggetti, e sono |
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ora alla derivazione de' concetti fondamentali della | mente | che Kant appella categorie. Kant primieramente confonde i |
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sono cose affatto distinte: il concetto pone innanzi alla | mente | l' essenza delle cose racchiusa nel concetto, e questa |
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come, per es., dicendo « il giudizio è un' operazione della | mente | », non è mica che l' operazione sia inerente al giudizio, |
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di contraddizioni, se sta del continuo in sul ludificare la | mente | umana, come potrà essa pur servire all' uomo di guida nell' |
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per provare che tutti i pensieri, tutte le operazioni della | mente | umana esigono avanti di sè l' intuizione dell' essere |
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questo errore comune che non esiste se non nella | mente | di Kant; 3 nel voler indurre dal valor meramente ideale |
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degli idealisti, che niente possa essere fuori della | mente | dell' uomo. Ma Fichte adduce altre prove, e queste noi |
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può essere conosciuto e però può diventare oggetto della | mente | (il che noi diciamo oggettivare ), ma non è già vero, che |
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cognizione. Il supporre adunque che l' oggetto primo della | mente | sia il reale , è una eredità del sensismo. Essendo adunque |
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, è una eredità del sensismo. Essendo adunque dinanzi alla | mente | umana l' essere in universale , e mediante quest' essere |
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così ciò che forma l' essenza dell' Io. Quando un uomo di | mente | è pervenuto a sì sformati paradossi, e a contraddizioni sì |
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dominato da pregiudizŒ bevuti da' suoi maestri, se di gran | mente | è fornito, non può a meno di ridestarsi; ed è vicino a |
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puramente la cosa quale si pensa per astrazione fuori della | mente | e divisa dall' idea. Poteva altresì dire che ciò che esiste |
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sono veramente; benchè non sarebbero se non vi avesse una | mente | (per es., la mente divina) che li concepisce. Il che non è |
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non sarebbero se non vi avesse una mente (per es., la | mente | divina) che li concepisce. Il che non è già confondere o |
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concepisce. Il che non è già confondere o immedesimare la | mente | con essi; ma è unicamente dichiarare una mente , un |
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la mente con essi; ma è unicamente dichiarare una | mente | , un soggetto intellettivo, qual condizione ontologica |
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dell' oggetto e del soggetto, non rimane propriamente nella | mente | qualche cosa d' indifferente, ma il nulla; che si considera |
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La distinzione importantissima tra il verbo della | mente | e l' idea fu da noi esposta nel « Nuovo Saggio »: io prego |
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mia mente? L' uomo. L' uomo, senza più, presente alla mia | mente | è l' umana essenza. Quest' essenza, in quanto è intuìta |
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l' uomo possibile: ma non si dee mica credere che quando la | mente | intuisce l' essenza dell' uomo, ella vi aggiunga |
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materialmente, quasi che l' ente ideale fosse nella | mente | come l' acqua è in un vaso, o fosse presente alla mente |
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mente come l' acqua è in un vaso, o fosse presente alla | mente | come un corpo è presente agli occhi per la vicinanza dello |
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espressione propria: « l' ente ideale è conosciuto dalla | mente | ». Conoscer l' essere ideale, ossia l' essenza mera dell' |
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colla parola propria intuire . In questa pura cognizione la | mente | contempla, ma non pronuncia cos' alcuna; perocchè il |
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quell' atto che si chiama verbo della mente. Il verbo della | mente | è dunque quella parola interiore che dice la mente in |
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della mente è dunque quella parola interiore che dice la | mente | in conseguenza dell' ente intuìto: è dunque una operazione |
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dell' ente intuìto: è dunque una operazione della | mente | essenzialmente posteriore all' intuizione. Ora, posciachè |
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qualche cosa di qualche cosa: dunque il verbo della | mente | ha di bisogno di avere nel suo termine una duplicità. L' |
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luogo solo posteriormente al primo: per esempio, quando la | mente | pronuncia che « l' essenza umana è possibile d' essere |
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non gli è data che nel sentimento. Acciocchè dunque la | mente | possa venire a dire qualche parola interiore, a pronunciare |
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cotali drammi della tedesca filosofia, a niuno viene in | mente | il domandare come l' idea, che è immobile, impassibile, |
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di determinazione, non7determinazione. Ma, poichè la | mente | considera la mancanza di determinazione come una variante |
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vero perciò, che il primo logico nient' altro presenti alla | mente | che l' indeterminazione; e molto meno ch' egli sia l' |
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all' essere , il quale si può benissimo concepire dalla | mente | nostra privo di determinazione. Che anzi l' essere, a cui |
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astratta, la quale abbraccia tutti i rispetti ne' quali la | mente | contempla le cose, sieno sostanze, o idee, o che altro. La |
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il mondo, nè è nel mondo reale, ma nel mondo già dalla | mente | conosciuto. Cousin applica la sua formula a tutte le |
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principio quai confini poniamo alla nostra trattazione. La | mente | umana ha per oggetto la verità, e relativamente a questo |
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non conosce e di conoscere s' industria. Gli uffici della | mente | verso la verità conosciuta si possono ridurre a tre, che |
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e 3 lo sceverarla dagli errori. Gli uffici della | mente | verso la verità non ancor conosciuta, e che cerca |
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interamente nuovi. Ciascuno di questi uffici dell' umana | mente | ha il suo metodo, che è un complesso di regole direttrici |
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suo metodo, che è un complesso di regole direttrici della | mente | stessa in eseguire l' ufficio suo; laonde si possono |
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specie di metodo, come si sono distinti sei uffici della | mente | verso la verità. Vi ha un metodo espositivo , che insegna a |
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sono i tre primi metodi che presiedono agli uffici della | mente | verso le verità conosciute. Gli altri tre sono: un metodo |
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questi sono i tre metodi, che presiedono agli uffici della | mente | verso le verità da conoscersi. Questo ultimo solo è |
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feconda. In quest' ultima solamente trova suo riposo la | mente | umana, che non è appagata giammai, se non vedesi pervenuta |
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voglia la chiarezza del ragionare. Entriamo adunque nella | mente | umana e veggiamo quale sia la legge invariabile del suo |
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questa legge, partiamo da un pensiero qualsiasi di cui la | mente | nostra possa essere occupata: analizziamolo, e dalle parti |
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fatto un altro pensiero, quello onde ho separato nella mia | mente | i fiori da tutte le altre piante. Se io poi dico di più |
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quale ho distinto i rosacei dagli altri fiori. Se la mia | mente | non avesse già prima avuti que' due pensieri, ella non |
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metodo. Il fanciullo sarebbe costretto di saltare colla sua | mente | or da una classe più stretta ad una più larga, ora da una |
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a vedere quali differenti operazioni debba fare la | mente | del nostro fanciullo per tener dietro colla sua |
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Adelaide di Como. A percorrere la prima serie di idee la | mente | del giovanetto è obbligata di porre la sua attenzione prima |
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seconda serie d' idee, che è la prima nel senso inverso, la | mente | del giovanetto è obbligata a porre la sua attenzione prima |
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a studiare quelle due maniere di operazioni, che fa la | mente | fanciullesca, e che con un' accurata analisi di esse |
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questo mio discorso, egli deve fare nell' interno della sua | mente | alcune operazioni, ed ecco quali: Primieramente egli deve |
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quarta volta il significato, che aveva attribuito nella sua | mente | alle due parole l' Adelaide e la Saffo . Perocchè come |
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di color rosa. Da queste due varietà farò salire la | mente | del mio fanciullo alla specie delle Rose7damaschine . Ma in |
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damaschine , sono egualmente rose , sollevando così la sua | mente | a concepire una classe più ampia che abbraccia la specie |
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rose7damaschine; denominazioni, che da prima nella sua | mente | valgono a significare quelle due specie, come al tutto |
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come fece prima, quattro volte l' errore che prende la sua | mente | intorno al significato della parola. Poi devo far lo stesso |
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intendere il significato della parola rosacei . Fin qui la | mente | del fanciullo condotta per questa via incespicò nell' |
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in genere; egli è chiaro, che io dovrò fargli entrare nella | mente | altri settantun concetti torti, facendogli poi cangiare il |
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che egli emendi ancora le significazioni, che in sua | mente | egli dava alle due parole piante7fiori e fruttari , |
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che tutti gli errori annoverati, pei quali è trapassata la | mente | del nostro fanciullo, si volgono principalmente sul |
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essendo il vocabolo quel segno al quale egli lega colla sua | mente | certe note comuni, che sono il fondamento delle sue |
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Ciò stabilito, risulta esser più conforme alla natura della | mente | umana, e allo spontaneo procedere dell' intendimento |
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da' particolari a' generali fa l' opposto, trae cioè la | mente | del fanciullo a considerar prima ciò che è |
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alle differenze particolari e a cui basta che in sua | mente | egli si disegni un cotale abbozzo all' ingrosso d' un |
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altre classificazioni che vien facendo con questo metodo la | mente | del fanciullo, e colle quali ella formasi i concetti anco |
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(2). Noi abbiam trovato fin qui la graduazione che tiene la | mente | umana nella formazione delle classi delle cose; ma ciò che |
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universale. Non vogliamo saper solamente per quali passi la | mente | arrivi a classificare gli oggetti da lei conosciuti, ma in |
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tuttavia strada a vedere in generale l' ordine che segue la | mente | nelle altre sue operazioni, il qual ordine noi non possiamo |
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nelle speciali materie, circa le quali l' attività della | mente | si occupa, e riducendolo poi in una formola generale. |
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ancora un poco attenti osservatori di ciò che suol fare la | mente | fanciullesca. Nel classificare abbiamo veduto che l' |
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Nel classificare abbiamo veduto che l' operazione della | mente | consiste in trovare ch' ella fa i rapporti di somiglianza e |
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e di dissomiglianza tra le cose. Vediamo ora come la tenera | mente | dopo questi scopra degli altri rapporti, per esempio, |
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a tutto suo gusto. A qual condizione poteva venir nella | mente | di Felice il pensiero di doversi ordinare il giardino |
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necessaria d' un altro pensiero, il quale viene nella | mente | dopo del primo, nè può prevenirlo. Nel caso nostro i |
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datagli dall' esperienza. Poteva Felice giungervi colla sua | mente | prima di questo tempo? Certo che non sarebbe assurdo il |
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sempre vero che l' ordine de' pensieri venuti nella sua | mente | doveva essere ed era il seguente: 1 La riflessione, ancora |
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nel capitolo antecedente, cioè che prima v' ha nella | mente | il generale, poscia il particolare; prima un pensiero, |
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che l' esperienza, e non il semplice prevedere della | mente | eziandio che perspicace, deve far fare al fanciulletto, ora |
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pensieri. I quali miglioramenti, chi non vede che nella sua | mente | si rappresentano a grado a grado, e che quelle riflessioni |
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si farà interprete e seguace della natura conducendo la | mente | del giovinetto per que' gradi medesimi, pei quali da sè |
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ancora un altro progresso di quelli che suol fare la | mente | nella distribuzione locale degli oggetti. Un bel mattino |
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qual fatica, che devono fare i fanciulli, di accogliere in | mente | cose male ordinate e rimutar loro l' ordine per poter |
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corpo il teorema che si vuol dimostrare. Potrebbe dunque la | mente | intendere l' ultimo teorema saltando via tutti gli |
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La ragione si trova in questo, che nelle matematiche la | mente | è costretta a dedurre l' una cosa dall' altra, il che far |
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le proposizioni l' una dall' altra; senza di questo la | mente | s' accorgerebbe di non far nulla, di nulla intendere, ed |
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alla cieca. All' incontro, nelle altre dottrine la | mente | si persuade d' intendere anche là dove nulla intende, e |
Principio supremo della metodica -
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aveva sbagliata e doveva correggersene. Ben è vero che la | mente | se ne corregge: ma qual tempo perduto! Nè se ne corregge |
Principio supremo della metodica -
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e che, quantunque senza senso e senza vita, stannogli in | mente | annesse a de' vocaboli, a ciascun de' quali egli dava |
Principio supremo della metodica -
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abbiamo detto sull' ordine naturale delle operazioni della | mente | e de' loro oggetti. Tre furono le maniere di oggetti, |
Principio supremo della metodica -
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le maniere di oggetti, intorno ai quali osservammo la | mente | occupata, e tre le maniere delle sue operazioni: il |
Principio supremo della metodica -
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Nella prima maniera di operazioni abbiam veduto che se la | mente | non si fa andare innanzi secondo l' ordine suo naturale, |
Principio supremo della metodica -
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costanza. Nella terza maniera finalmente di operazioni la | mente | non può del tutto andare contro l' ordine naturale, e il |
Principio supremo della metodica -
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e di cui noi andiamo cercando i principii: 1 far cadere la | mente | in errori; 2 farle avere delle idee oscure e confuse; 3 |
Principio supremo della metodica -
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Tutti i pensieri, che in qualsivoglia tempo caddero nella | mente | degli uomini o che vi posson cadere, si distribuiscono e |
Principio supremo della metodica -
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sia naturale egli è chiaro da sè, perocchè la natura della | mente | è tale ch' ella non può moversi ad alcuna sua intellezione |
Principio supremo della metodica -
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Metodica è dunque la seguente: « Si rappresentino alla | mente | del fanciullo (e si può dire in generale dell' uomo) |
Principio supremo della metodica -
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di second' ordine senz' essersi prima assicurati che la sua | mente | fece le intellezioni, a quella rispettive, del primo |
Principio supremo della metodica -
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ad intendere il senso di ciascuna sentenza, ma non pone | mente | alle congiunzioni che nel discorso insieme le legano, di |
Principio supremo della metodica -
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giovanetto a conoscere i nomi delle cose, sottoponendo alla | mente | di lui il significato di un vocabolo alla volta, |
Principio supremo della metodica -
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chè questa ancora non le contempla. Or come dunque potrà la | mente | passare a contemplarle e intuirle? Col renderle a se stessa |
Principio supremo della metodica -
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della mente? La nozione comune di tutti gli oggetti della | mente | si è quella di essere enti ; nè oggetto vuol dire altro che |
Principio supremo della metodica -
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vuol dire altro che ente . Col percepirsi adunque dalla | mente | le sensazioni, esse si trasformano in altrettanti enti, |
Principio supremo della metodica -
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l' ente dunque non può esistere senza una mente, nè una | mente | può contemplare e percepire altro che enti. Ma se le |
Principio supremo della metodica -
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perfezione, che ricevono le percezioni , perocchè senza por | mente | a questa perfettibilità delle percezioni, non si può |
Principio supremo della metodica -
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non si può giungere a conoscere ciò, che succede nella | mente | del bambino da' primi momenti della sua esistenza fino alla |
Principio supremo della metodica -
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difficoltà disparisce. Perocchè colui, che giunge colla sua | mente | a vedere questa identità, vede ancora incontanente come il |
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. Le cose assenti adunque, che non potrebbero tornare alla | mente | del fanciullo se non per accidente, vengono richiamate |
Principio supremo della metodica -
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vocabolo, tosto che l' ode. I vocaboli, che richiamano la | mente | o alle percezioni passate o alle idee imaginali, non si può |
Principio supremo della metodica -
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il vocabolo fa fare alla mente, senza però che con essa la | mente | si formi delle intellezioni di secondo ordine. L' |
Principio supremo della metodica -
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che non si assicuri, che il bambino abbia notata colla sua | mente | qualche differenza tra cavalli successivamente da lui |
Principio supremo della metodica -
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il bambino del vocabolo si è quello di richiamare nella sua | mente | le idee imaginali, allora parlammo d' un uso proprio del |
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o rabbuffati; allora viene un tempo nel quale la sua | mente | in tanta varietà di oggetti fissa quell' unica cosa, per la |
Principio supremo della metodica -
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oggetti v' ha un elemento comune, e che prende nella sua | mente | questo elemento, qualunque esso sia, come segno a |
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come al cane o a un uccello, è ugualmente certo che la sua | mente | già pervenne all' astrarre, non essendo possibile ch' egli |
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i nomi plurali delle cose mostrano che la sua | mente | giunse all' operazione di astrarre (1). In questa mirabile |
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(1). In questa mirabile operazione adunque, a cui la | mente | viene mossa dal bisogno d' intendere e viene aiutata dalla |
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quali sieno gli oggetti ch' egli deve richiamarsi alla | mente | ogni qualvolta ode il suono cane (1). E qui si noti, ch' |
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elemento. Quell' elemento adunque è già astratto nella | mente | del fanciullo, ma non è ancora nominato . La parola cane |
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dimora: la parola cane non si può intendere senza che la | mente | si sia formato l' astratto che ella suppone e che la |
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sostantivamente dice un nome comune , che suppone nella | mente | l' astratto, ma non lo nomina, perocchè il sostantivo |
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oggetto bianco »: la bianchezza è unita all' oggetto, ma la | mente | ha l' idea astratta di bianchezza, e se ne serve per |
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tuttavia il secondo, cioè il vocabolo bianchezza, la | mente | del fanciullo deve fare un' operazione di più. Nel vocabolo |
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che quelle parole furono le prime usate, e che quando la | mente | che si sviluppava, ebbe bisogno di esprimere l' astratto |
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classificazione adunque delle cose è un' operazione della | mente | che vien dopo l' astrazione, la quale ne è il fondamento; e |
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conto esplicito di questa elevazione subitanea della | mente | (1); ma ella non è men vera: ogni popolo e in ogni sua età |
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d' intellezioni. Ma prima osserviamo, che in quest' età la | mente | del fanciullo non ricava ancora tutto il frutto, che le |
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un effetto buono, quantunque difficile ad osservarsi, sulla | mente | e sull' animo stesso del fanciullo. Nell' uomo vi ha un' |
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ordine delle astrazioni, per le quali si dee condurre la | mente | del fanciullo. Vi sono molte astrazioni innominate. A |
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innominate. A queste non si deve pensar di condurre la | mente | del fanciullo, perocchè non si può aiutarla col linguaggio, |
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sono astratti d' astratti: questi non sono acconci alla | mente | del nostro fanciullo, che non è arrivata più su dei primi |
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Egli è adunque certo, che più le idee sono generali, più la | mente | umana le trova a sè conformi e famigliari, purchè però si |
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di quegli astratti che si formano con una operazione della | mente | eseguita sopra precedenti astrazioni, e che noi abbiamo |
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scala in varŒ generi di cose, le idee si trovano nella sua | mente | ordinate; egli ha ricevuta una materia acconcissima alle |
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acconcissima alle susseguenti sue riflessioni: la sua | mente | riesce giusta e logica. Ma conviene osservare le avvertenze |
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e che secondo una tale gradazione meni per mano la | mente | del giovanetto a conoscere in ciascuna cosa le specie |
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sulle cose, ma sui concetti delle cose, che stanno nella | mente | del fanciullo: altramente nulla egli ne intenderà. Ora i |
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de' vegetabili. L' astratto specifico del vegetabile per la | mente | del nostro infante sarà dunque « ciò che è piantato in |
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specifico all' incontro del vegetabile stesso per la | mente | del filosofo sarà « un corpo organizzato privo di senso e |
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de' vegetali, per la quale si deve far correre la | mente | del fanciullo, non deve mica essere concepita su questa |
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ma deve essere foggiata sul concetto proprio della | mente | del fanciullo. Laonde se si classificassero le piante da' |
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l' ordine delle intellezioni, al quale trovasi a gioco la | mente | del fanciullo, ma s' abbiano anche in sè lo stimolo , che |
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non le ha certo in forma astratta; ma ben presto la sua | mente | gli porge tali regole, la formazione delle quali è ciò che |
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per lo scopo di determinare qual sia lo stato della | mente | e dell' anima del nostro bambino rispetto al bene. A |
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rispetto al bene. A rispondervi conviene richiamarci alla | mente | due principii da noi posti: 1 Che i primi stimoli che |
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gli oggetti. Ora nella sfera della intelligenza si dee por | mente | al fenomeno dell' attenzione. L' attenzione è un |
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natura. Fu già osservato da altri, che al comparir nella | mente | del fanciullo un' idea nuova, nasce in lui un cotale |
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di tutto il cuor tuo e in tutta l' anima tua, e in tutta la | mente | tua »(1). » Che cosa ordina la legge di Dio a' figliuoli |
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si sviluppi sufficientemente la grande idea di Dio nella | mente | dell' infante, prima di circondarla d' altre idee |
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Ma quando si voglia determinare il tempo preciso in cui la | mente | passa da un ordine all' altro, allora s' incontra un' |
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e di sagacità all' istitutore l' analizzare gli atti della | mente | fanciullesca, che non costi al fanciullo il porli e il |
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età del fanciullo adunque le operazioni, alle quali la | mente | sua si fa idonea, sono i giudizi sintetici (1). E veramente |
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« questo è cattivo ». Si noti qui bene il progresso della | mente | fanciullesca. Io ho confutati i giudizi sintetici a priori |
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due modi: il primo nel modo naturale, onde avviene che la | mente | contempli la sola idea della cosa senza attendere al |
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che con tale operazione appartenente al second' ordine la | mente | umana acquista de' nuovi predicati . Da principio essa non |
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che susseguirono. I giudizi analitici fornirono alla | mente | de' nuovi predicati che, potendo esser congiunti ad altri e |
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ad altri e altri soggetti, diedero possibilità alla | mente | di fare dei nuovi giudizi sintetici. Perocchè se io già so, |
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formansi mediante scomposizioni o analisi, arricchiscono la | mente | di sempre nuovi predicati che sono atti ad essere |
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d' un raziocinio catatetico , che si forma nella | mente | del fanciullo. A ragion d' esempio, quando il fanciullo |
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un tratto e, come diceva la Scuola, « per modum unius », la | mente | allora non concepisce alcuna collezione. La diversità tra |
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collettiva. Nè il sistema de' sensisti poteva difendere la | mente | dall' errore preso da Bonnet; perocchè in questo sistema |
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vien significata nella parola, si formi assai presto nella | mente | del fanciullo. L' uno ideale esiste implicitamente nell' |
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nella quale gli si rappresentano i due oggetti. La | mente | ritorna sopra questa impressione, la percepisce, e in essa |
Principio supremo della metodica -
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un oggetto dall' altro. Ma a far questo conviene che la | mente | abbia sentito a pronunciare il nome comune de' due oggetti, |
Principio supremo della metodica -
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che la qualità comune de' due oggetti l' abbia nella sua | mente | legata a quel nome, e perciò stesso astratta dagl' |
Principio supremo della metodica -
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due ». Conciossiachè la qualità comune, che restò nella | mente | legata al nome, non suppone alcuna dualità perchè è unica, |
Principio supremo della metodica -
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nella mente, potendo aver ciascuno di essi deposto nella | mente | l' elemento comune senza che la mente li abbia considerati |
Principio supremo della metodica -
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di essi deposto nella mente l' elemento comune senza che la | mente | li abbia considerati insieme, e abbia notato il rapporto |
Principio supremo della metodica -
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quando il fanciullo da una parte ha la qualità comune nella | mente | sua legata al nome, poniamo di pera , e dall' altra sente |
Principio supremo della metodica -
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consideriamo questo processo di operazioni, colle quali la | mente | giunge a concepire la dualità degli oggetti, noi facilmente |
Principio supremo della metodica -
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il discorso accenniamo ancora il modo, pel quale la | mente | passa a concepire gli altri numeri superiori al due; il che |
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due. Sono sempre necessarie le parole, che fissino nella | mente | il rapporto numerico, cioè la trinità delle cose, la |
Principio supremo della metodica -
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ad un ordine d' intellezioni superiore (1); di guisa che la | mente | è costretta a salire per tanti ordini d' intellezioni, |
Principio supremo della metodica -
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acquistarsi la cognizione de' numeri mediante formole, la | mente | giunge assai più celeremente che non sia ad acquistarsi la |
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distinta de' singoli numeri; giacchè nel descritto modo la | mente | giunge al mille con quattro passi, con quattr' ordini di |
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si vede come il numero due sia un passo immenso per la | mente | fanciullesca; giacchè questo numero è la base di tutta la |
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ma ciò appunto dimostra la speciale attenzione che fece la | mente | primitiva sulle cose doppie, e come avendo potuto notare in |
Principio supremo della metodica -
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. Fino adunque dai primi atti intellettivi l' uomo ha nella | mente | sua un principio secondo cui giudica; perchè ogni giudizio |
Principio supremo della metodica -
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del terz' ordine d' intellezioni. E veramente, quando la | mente | applica a giudicar delle cose quelle idee ch' ella si |
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queste espressioni sempre nuove del dovere morale che nella | mente | dell' uomo s' ingenerano ad ogni nuovo ordine d' |
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dell' errore o del male è posteriore a tutto ciò nella | mente | del fanciullo. Rimangono adunque in lui le due sole |
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sono: 1 Quella istruzione che serve per accrescere alla | mente | del discepolo il numero e la perfezione delle intellezioni |
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2 Quella istruzione che serve per far passare la | mente | del discepolo dall' ordine d' intellezioni in cui si trova, |
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nella dottrina appartenente all' ordine nel quale la sua | mente | ha già posto il piede. La distinzione importante di queste |
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che il metodo nostro potesse rallentare i progressi della | mente | umana: anzi non fa che indicare la via più diretta, più |
Principio supremo della metodica -
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più diretta, più spedita, più soave, per la quale ad essa | mente | conviene naturalmente procedere. Quindi facilmente si può |
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non suppongono che un solo ordine di più, quello a cui la | mente | dee sollevarsi, e nel caso nostro è il quarto. Si dovrà |
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intellezioni degli ordini precedenti che sono già nella | mente | del fanciullo. Conviene che il fanciullo in ogni sua età |
Principio supremo della metodica -
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sillabe più difficili. Al quale intendimento già si pose | mente | da' benemeriti promotori delle scuole infantili anco in |
Principio supremo della metodica -
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quanto quest' esercizio gioverà a perfezionare nella | mente | del bambino l' idea di Dio, a far nascere la religione nel |
Principio supremo della metodica -
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a quegli ordini tanto più elevati, a' quali perviene la | mente | degli uomini adulti e assai più ancora de' sapienti. Come |
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ordine, si è la sintesi ; così l' operazione propria della | mente | stessa giunta a possedere le intellezioni di terz' ordine |
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è immensa: ecco dove consista. Nell' astrazione la | mente | non fa se non fermare la sua attenzione sopra una parte |
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astratto. Nella scomposizione elementare all' incontro la | mente | prende colla sua attenzione tutto intiero l' oggetto da lei |
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operazione del PARAGONARE le cose (operazione che dà alla | mente | un lume sfolgorantissimo) non può cominciare che al quart' |
Principio supremo della metodica -
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egli giunge ai tre anni. A questa età par che incominci la | mente | a concepire qualche raziocinio ipotetico o almeno la |
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attesa la forza unitiva del soggetto. Laonde la | mente | non ha che ad analizzare, per così dire, il proprio |
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l' attività volontaria; perocchè solamente quando nella | mente | cominciano a formarsi le ipotesi, possono aver luogo le |
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descritto fin qui, e l' analisi delle operazioni della sua | mente | e de' prodotti di questa, si sarà convinto ancor più colle |
Principio supremo della metodica -
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è simile in più oggetti si può appercepire e notare dalla | mente | in due modi, o come una qualità semplice (più generalmente |
Principio supremo della metodica -
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Il numero tre è il proprio di quest' ordine, giacchè la | mente | del fanciullo nell' ordine precedente è pervenuta a |
Principio supremo della metodica -
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. A questa sola età può cominciare a formarsi nella | mente | del fanciullo il concetto del tempo. Questo concetto |
Principio supremo della metodica -
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sopra sensibile delle cose. Egli è dunque necessario alla | mente | il linguaggio, acciocchè ella possa fermarvisi e ritenerla. |
Principio supremo della metodica -
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e valor di principio, dee rimanersi qualche tempo nella | mente | umana, e il ridurla all' applicazione è affatto |
Principio supremo della metodica -
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[...OMISSIS...] E` dunque l' esperienza quella, che nella | mente | del fanciullo va ponendo i limiti all' operare delle cose, |
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avvenimento avrà luogo. La ragione di ciò si è che la | mente | concepisce la causa dell' avvenimento, concepisce che l' |
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filo, non me lo crederà colui che si fosse fabbricato in | mente | il principio « che un animale privo dell' ale non ha la |
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è lavoro ancora sul telaio, per così dire: nella | mente | non vi ha ancora niente di ben conchiuso, di ben fermato. |
Principio supremo della metodica -
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alcun' altra potenza, alcun altro modo, resta sempre la mia | mente | disposta ad accettare qualche nuova scoperta intorno quell' |
Principio supremo della metodica -
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di un Dio distinto dalla natura che si forma nella | mente | infantile. In questa concezione il bambino non si arresta |
Principio supremo della metodica -
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adunque l' idea di Dio può essere divenuta nella | mente | del bambino quella di una volontà suprema, ottima, a cui |
Principio supremo della metodica -
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è stata in esso fomentata e coltivata. Così a questa età la | mente | del bambino anche naturalmente si dispone a riconoscere |
Principio supremo della metodica -
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delle idee, de' pensieri che sebbene alla portata della | mente | fanciullesca, tuttavia riescono sommamente difficili ad |
Principio supremo della metodica -
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da degli uomini che la onorano per bel cuore e per una | mente | elevata (1). Ora, io credo che l' insegnamento della |
Principio supremo della metodica -
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le cognizioni del fanciullo deve cominciare tostochè la sua | mente | sia capace di ricevere l' ordinamento delle proprie idee, |
Principio supremo della metodica -
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che nell' età precedente a questa cominciarono nella | mente | umana ad operare dei principŒ definiti, i quali di età in |
Principio supremo della metodica -
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qual sia l' ordine che si dee cercar d' introdur nella | mente | dei fanciulli e dei giovani, acciocchè egli riesca il più |
Principio supremo della metodica -
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insieme, e talun crede che il dar ordine all' umana | mente | tutto consista unicamente in far nascere il maggior numero |
Principio supremo della metodica -
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di quella persona ciò che subitamente mi si affaccia alla | mente | si è la dimostrazione di un bel teorema di matematica, che |
Principio supremo della metodica -
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intrinseco rapporto tra le due cose che si associano nella | mente | nostra. E veramente una persona ed un campanile non hanno |
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distinzione categorica. Non così sarebbe se al venirmi in | mente | di un principio tosto mi si affacciasse al pensiero altresì |
Principio supremo della metodica -
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mediante queste connessioni che diventano nella sua | mente | altrettanti principŒ generali di pensare e di ragionare, di |
Principio supremo della metodica -
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ed i principŒ; e partendo da questi dati, che già nella | mente | del fanciullo si trovano, dee farlo discendere gradatamente |
Principio supremo della metodica -
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gradatamente dalla massima classificazione che egli ha in | mente | alle minori, e da queste ascendere a quella; gli oggetti |
Principio supremo della metodica -
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proprŒ pensieri? Perocchè l' uomo che abbia presente alla | mente | una classe molto estesa di cose è già padrone, s' egli pur |
Principio supremo della metodica -
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fa utile a se stesso. E perchè mai è più facile imparare a | mente | un discorso che abbia senso, che non un ammasso di parole |
Principio supremo della metodica -
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e così i segni sensibili possono risvegliar nella | mente | l' ordine che si desidera. Ma questo stesso effetto non si |
Principio supremo della metodica -
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a se stessa, ma dall' arte. Conviene che preceda una | mente | la quale, avendo le idee in se stessa ordinate, ordini |
Principio supremo della metodica -
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altrui lo stesso ordine d' idee, o a richiamare in | mente | a se medesimo le idee ordinate. E questo è il fatto dell' |
Principio supremo della metodica -
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rispondere alla mente, la vita rispondere al cuore. Se la | mente | dunque si conforma all' ordine oggettivo delle cose, se si |
Principio supremo della metodica -
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carità; e questa non può esservi nel cuore, se nella | mente | non v' ha la disposizione a non escludere niuna cognizione, |
Principio supremo della metodica -
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cognizione, ad abbracciarle tutte. L' universalità della | mente | imparziale produce l' universalità del cuore benevolo , e |
Principio supremo della metodica -
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l' universalità della vita buona . Si dee dunque educare la | mente | del fanciullo a riconoscere tutti i nessi delle cose ch' |
Principio supremo della metodica -
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è necessario che i nessi delle cose si dispongano nella sua | mente | non già a caso, ma essi stessi ordinati; cioè prima i più |
Principio supremo della metodica -
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L' unità di Dio dee dunque rendersi dominante nella | mente | del fanciullo: a Dio come a creatore, a conservatore, a |
Principio supremo della metodica -
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a conservatore, a fonte di ogni bontà dee rivocarsi dalla | mente | del fanciullo tutte le cose: ma dee farsi sempre coll' idea |
Principio supremo della metodica -
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più determinate devono essere quelli che già esistono nella | mente | del fanciullo, o i prossimi ad essi, a' quali il fanciullo |
Principio supremo della metodica -
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gradatamente a concepirsi, a disegnarsi via meglio nella | mente | del fanciullo. Or l' istitutore tostochè s' accorge che un |
Principio supremo della metodica -
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modi preziosi che collegano le idee divise, e danno alla | mente | ordine, luce, potenza. Molte di queste unioni diventano |
Principio supremo della metodica -
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de' pensieri che abbiamo raccomandato introdursi nella | mente | del fanciulletto, di mano in mano ch' egli se ne rende |
Principio supremo della metodica -
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perocchè la verità è da se stessa ordinata, e nella | mente | ove è il disordine è anche la falsità. Di qui vedesi |
Principio supremo della metodica -
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misurar tutte le loro parole, per non introdurre nella | mente | del fanciullo niente di falso, niun errore volgare, niun |
Principio supremo della metodica -
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gli dimostra che quello che ha creduto serve alla sua | mente | di punto d' appoggio ad altri ragionamenti. Ove possa |
Principio supremo della metodica -
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sia retto nel fanciullo, la mente, il cuore, la vita. La | mente | del fanciullo si mantiene retta procacciando l' ordine |
Principio supremo della metodica -
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ciò con ragioni; conviene solo presentargli alla | mente | l' esistenza di un essere oltremodo grande e bono, avente |
Principio supremo della metodica -
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perocchè basta che gli si presentino questi concetti alla | mente | senza prove, ed ella, la mente, immediatamente gli accoglie |
Principio supremo della metodica -
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di un dato ordine sono i rapporti, che trova la | mente | fra le intellezioni degli ordini inferiori sui quali ella |
Principio supremo della metodica -
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diretta l' attenzione della mente: e l' attenzione della | mente | non si muove e dirige, se non punta da certi stimoli di |
Principio supremo della metodica -
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presente ciò che già dicevamo, che nel tempo stesso che la | mente | lavora intorno ad un dato ordine d' intellezioni, non istà |
Principio supremo della metodica -
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ora ad esporre alcuni cenni anche sullo sviluppo, che fa la | mente | di sè col quint' ordine d' intellezioni, ordine che suole |
Principio supremo della metodica -
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consistere nella scomposizione elementare , per la quale la | mente | trova un soggetto risultare da due elementi, una cosa di |
Principio supremo della metodica -
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cosa, e una cosa che si predica. Coll' abbracciare la | mente | questi due elementi come parti costituenti una stessa cosa, |
Principio supremo della metodica -
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pensiero complesso. Quanto a' predicati ed a' subbietti la | mente | qui può discoprire con qual legge tra loro si leghino in un |
Principio supremo della metodica -
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a quello stadio il predicato non è ancor formato nella | mente | umana, o non è formato il soggetto. Tale sarebbe |
Principio supremo della metodica -
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farò all' ordine seguente: nel sesto comincerà dunque nella | mente | del fanciullo l' idea distinta dell' imputabilità delle |
Principio supremo della metodica -
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premio e gli minacciò la pena. Il fanciullo porta nella sua | mente | la cognizione della necessità metafisica, sicchè egli non |
Principio supremo della metodica -
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relativo. Al quart' ordine egli cominciò a notare colla sua | mente | le differenze delle cose. Veramente da principio non bada « |
Principio supremo della metodica -
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risulta da ciò che abbiam detto innanzi sul progresso della | mente | infantile nel notare il tempo nelle cose. Dopo che il |
Principio supremo della metodica -
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parole per esprimere il vero. Ma tutto ciò si oscura nella | mente | infantile o almeno perde di forza nella sua volontà, quando |
Principio supremo della metodica -
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il muova; nè il può a lungo contemplare colla sua | mente | sempre naturalmente occupata di cose reali. Alla verità , a |
Principio supremo della metodica -
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occupare di sè: questa è l' opera dell' età avvenire, della | mente | esercitata, del cuore sublimato da un lungo esercizio di |
Principio supremo della metodica -
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Ma, oltre questo perfezionamento della notizia di Dio nella | mente | fanciullesca, in quest' ordine d' intellezioni può |
Principio supremo della metodica -
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idea di rimunerazione ben impressa e tenuta viva nella | mente | fanciullesca è un faro di salute nelle tempeste delle |
Principio supremo della metodica -
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la cognizione intorno all' operar delle cose; la | mente | del fanciullo ne sa abbastanza per fingere delle cose sull' |
Principio supremo della metodica -
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da principio, il fanciullo non ha altra regola nella sua | mente | per misurare l' impossibile in natura, se non l' assurdo |
Principio supremo della metodica -
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i tipi dell' operare delle cose, che egli s' era formato in | mente | e che erano incerti abbozzi, e più cotali scarabocchi |
Principio supremo della metodica -
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fanciullo apre le sue ali e vola ad esso senza schermi. La | mente | si compiace nell' aderirvi come la bocca del bambino al |
Principio supremo della metodica -
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che meriti piuttosto nome d' indizio che di ritratto: la | mente | non fermasi a quell' oggetto rozzo e reale, come negli |
Principio supremo della metodica -
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per la forza dell' istinto, che sprona del continuo la | mente | a ricorrere alle cose in se stesse; che un tal passaggio, |
Principio supremo della metodica -
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se non fosse già inclinato da natura a correre colla | mente | alle cose in se stesse, prendendone occasione da |
Principio supremo della metodica -
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così strano e mirabile; quando si considera la cosa colla | mente | e non coll' istinto, che non potrebbe essere mai ricevuto, |
Principio supremo della metodica -
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Per quantunque in questo modo nascano degli errori nella | mente | infantile, tuttavia essi non sono ancora quella classe di |
Principio supremo della metodica -
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più divenire il guasto da questo che si promuove nella loro | mente | la formazione di un mondo fantastico, a cui essi dan fede, |
Principio supremo della metodica -
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dell' operare spontaneo e cieco, che opera senza por | mente | agli oggetti; anzi distraendomi dal raffrontarne e |
Principio supremo della metodica -
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un solo definito giudizio; e tuttavia non ha ancora posto | mente | sulla medesimezza o identità di se stesso in più tempi, ma |
Principio supremo della metodica -
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potesse persuadersi che quelle ricchezze ch' egli volge in | mente | e che non ha ancora acquistate, fossero della stessa natura |
Gioberti e il panteismo -
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vi dica che questo nasce a cagione della limitazione della | mente | umana: ma è questa limitazione che tutti confessano in |
Gioberti e il panteismo -
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suoi marmi immortali. Qual fu dunque l' opera che prestò la | mente | ai grandi artisti, e quale fu quella che prestò loro la |
Gioberti e il panteismo -
|
e quale fu quella che prestò loro la mano? L' opera della | mente | fu l' ideale concepimento, l' opera della mano fu l' |
Gioberti e il panteismo -
|
bello , e che il bello non giace che nella idea che dalla | mente | si contempla, e che per questo oggetto interior della mente |
Gioberti e il panteismo -
|
mente si contempla, e che per questo oggetto interior della | mente | piace la materia esteriore, come quella che se ne rende |
Gioberti e il panteismo -
|
come quella che se ne rende veste e segno sensibile, e alla | mente | altrui lo suggerisce e risveglia. Poichè chi dicesse il |
Gioberti e il panteismo -
|
le sole mani hanno per loro oggetto il reale, come la | mente | ha per oggetto suo l' ideale. Il reale dunque nelle opere |
Gioberti e il panteismo -
|
è ammesso da tutto il mondo: tutto il mondo ammira la | mente | sublime de' grandi artisti; e non già le mani, riconoscendo |
Gioberti e il panteismo -
|
bellezza della sua donna argomentava all' altezza di quella | mente | divina in cui se ne doveva contener l' idea prima ancora |
Gioberti e il panteismo -
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è, miei signori, il fondamento, per cui nel creato vede la | mente | vostra i vestigj della divina intelligenza, e così |
Gioberti e il panteismo -
|
causa; e giunta all' ideale conchiude all' esistenza di una | mente | in cui si trovi. Laonde coloro che vogliono distruggere l' |
Gioberti e il panteismo -
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si è di andare dal reale all' ideale, e dall' ideale alla | mente | dell' artista, che viene lodata come più sapiente in |
Gioberti e il panteismo -
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termina conseguentemente in un reale, essendo reale la | mente | dell' artista, e che perciò non si giunge mai al solo |
Gioberti e il panteismo -
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le invenzioni umane. Ma, si replica, l' ideale è però nella | mente | la quale è reale. Sì certamente; ma non è la mente, come il |
Gioberti e il panteismo -
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cosa come è, senz' alcuna perturbazione, a distinguere la | mente | dall' idea che è nella mente, giacchè la mente è una sola, |
Gioberti e il panteismo -
|
la mente dall' idea che è nella mente, giacchè la | mente | è una sola, e le idee sono pure moltissime. E poi prendiamo |
Gioberti e il panteismo -
|
nella sua possibilità. Or non ripugna egli a dire, che la | mente | sia un uomo contemplato nella sua possibilità, sia un uomo |
Gioberti e il panteismo -
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non è l' uomo possibile. Quando l' artista forma nella sua | mente | un disegno, che poi eseguisce al di fuori colla materia, si |
Gioberti e il panteismo -
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dirà egli che abbia eseguito al di fuori la sua mente? La | mente | dell' artista non si può eseguire al di fuori, è già |
Gioberti e il panteismo -
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è già eseguita, è già sussistente: ma l' idea sì: dunque la | mente | non è l' idea, e l' idea non è la mente. E chi non sa che |
Gioberti e il panteismo -
|
vediamo un po' più addentro la differenza che passa tra la | mente | e l' idea. Quando l' inventore del battello a vapore l' |
Gioberti e il panteismo -
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da' lavoratori. Ora potea egli dare ad altri la sua stessa | mente | che ha inventato il battello, e farla loro eseguire di |
Gioberti e il panteismo -
|
opposti. Ora si applichi questo stesso discorso alla | mente | che è un reale. Abbiamo veduto che ella non può riprodursi |
Gioberti e il panteismo -
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dunque, miei signori, egli è impossibile confondere la | mente | coll' idea, come è impossibile confondere qualsivoglia |
Gioberti e il panteismo -
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signori, che coll' idea non si può dunque confondere nè la | mente | reale in cui ella si trova, nè alcun altro ente reale |
Gioberti e il panteismo -
|
A primo aspetto può parere di sì; può parere che la nostra | mente | vada modificando le proprie idee, e trasformandole in |
Gioberti e il panteismo -
|
un' idea e di trasformarla in un' altra, altro non fa la | mente | che trasportare la sua attenzione da un' idea ad un' altra, |
Gioberti e il panteismo -
|
quelli che più mi piacquero. Così appunto è delle idee: la | mente | può contemplare queste e quelle, passare da una meno |
Gioberti e il panteismo -
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della sua corrispondente realità per isplendere nella | mente | al Canòva. Ed osservate, che quand' anco il Canòva fosse |
Gioberti e il panteismo -
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del Teseo, quell' idea non avrebbe meno illustrato la | mente | dell' artista, benchè sola, benchè scompagnata per sempre |
Gioberti e il panteismo -
|
acciocchè divengano un tutto solo, sieno creati dalla | mente | dell' artista; se la convenienza di questi nessi dipende |
Gioberti e il panteismo -
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lui e gli altri uomini, che non pervengono ad avere nella | mente | un' idea, un tipo sì bello? Niente altro può essere se non |
Gioberti e il panteismo -
|
eternamente come esistono tutte le idee; e basta che la | mente | le rivolga la sua attenzione perchè la vegga. Egli non |
Gioberti e il panteismo -
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loro e i difetti, se non possedesse già prima nella sua | mente | una regola diversa da tali idee, secondo cui portar di esse |
Gioberti e il panteismo -
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dell' opera sua, se egli già prima l' avesse nella sua | mente | e con un solo sguardo il potesse intuire. - Il dir questo è |
Gioberti e il panteismo -
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cui parliamo, che sono altrettante regole che dirigono la | mente | dell' artista a intuire il disegno ideale dell' opera sua, |
Gioberti e il panteismo -
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è ancora un' idea astratta che per se sola non basta alla | mente | dell' artista a formare la mano che si propone; ma basta sì |
Gioberti e il panteismo -
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dunque di queste idee sono tipi astratti, che guidano la | mente | dell' artista per quella via che le bisogna a giungere |
Gioberti e il panteismo -
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de' reali viene somministrato. Dunque la differenza tra la | mente | dell' artista e quella di un altro uomo non istà in questo, |
Gioberti e il panteismo -
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giungere a contemplare l' idea perfetta, al che non vale la | mente | del secondo. Poichè niuna idea si può contemplare dalla |
Gioberti e il panteismo -
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del secondo. Poichè niuna idea si può contemplare dalla | mente | umana, se la mente non giunge a far l' atto necessario |
Gioberti e il panteismo -
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niuna idea si può contemplare dalla mente umana, se la | mente | non giunge a far l' atto necessario dell' intuizione, a |
Gioberti e il panteismo -
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tutte le idee. E qui di passaggio giova osservare, che la | mente | che viene ammaestrata ed esercitata a dirigere la sua |
Gioberti e il panteismo -
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dir altro, se non rivolgere e fissare l' attenzione della | mente | in essa. Questo risultato dell' osservazione ci è |
Gioberti e il panteismo -
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le idee non si producono, nè si posson produrre dalla | mente | nostra, ma solo si riguardano e si contemplano, qual' è la |
Gioberti e il panteismo -
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possibilità d' una altra causa qualunque la quale muova la | mente | nostra a questo suo atto, senza bisogno del reale |
Gioberti e il panteismo -
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come non sia il reale quello, che somministra alla nostra | mente | l' idea, si consideri dove mai la mente la intuisca. Se l' |
Gioberti e il panteismo -
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alla nostra mente l' idea, si consideri dove mai la | mente | la intuisca. Se l' idea fosse nel reale, o se il reale ne |
Gioberti e il panteismo -
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che pende dalla pianta del giardino. L' idea intuita dalla | mente | quando quell' arancio cade sotto i miei sensi, pende forse |
Gioberti e il panteismo -
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no; ella non è ristretta a luogo alcuno; tosto che la mia | mente | acquistò la prima volta l' abilità d' intuirla, la può |
Gioberti e il panteismo -
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il conosciuto e il mezzo di conoscere presentano alla | mente | due nozioni distinte, per modo tale che col solo mezzo di |
Gioberti e il panteismo -
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due essenze diverse. Sia pur dunque la sede dell' idea una | mente | reale, non ne verrà mai che la mente e l' idea sieno una |
Gioberti e il panteismo -
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la sede dell' idea una mente reale, non ne verrà mai che la | mente | e l' idea sieno una cosa medesima, nè che la mente sia, in |
Gioberti e il panteismo -
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che la mente e l' idea sieno una cosa medesima, nè che la | mente | sia, in quant' è reale, conoscibile per se stessa; ma |
Gioberti e il panteismo -
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ma sempre e poi sempre per l' idea. Infatti, poniamo una | mente | che avesse le idee di molte cose, ma che pur le mancasse l' |
Gioberti e il panteismo -
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sue parti, con tutti i suoi minuti accidenti trovasi nella | mente | dell' architetto che lo disegna o lo esprime in parole. Or |
Gioberti e il panteismo -
|
affatto aggiunge alle sue idee. Presupposte dunque nella | mente | dell' idee, nelle quali e per le quali lo spirito nostro |
Gioberti e il panteismo -
|
pure quando si viene a sapere che uno degli oggetti della | mente | sussiste realmente, si sa qualche cosa di più, che |
Gioberti e il panteismo -
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Che cosa vuol dire affermare che un dato oggetto della | mente | sussiste? Vuol forse dire acquistare la notizia di quell' |
Gioberti e il panteismo -
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alla cognizione dell' ideale, e ci vuole gran fatica di | mente | per estrarnela e separarla. Nè altra cognizione all' uomo |
Gioberti e il panteismo -
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gli esseri reali, i sentimenti, sono quelle cagioni onde la | mente | si muove a riguardare e a vedere l' idee, e il punto in cui |
Gioberti e il panteismo -
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che quelle idee che rispondono ai reali sensibili, la | mente | umana non le ha giammai se non a condizione di aver prima |
Gioberti e il panteismo -
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Ma noi dobbiamo investigare, a quali condizioni possa la | mente | fare un tale ragionamento. Quando ella dice seco medesima: |
Gioberti e il panteismo -
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l' esistenza di un reale non c' è bisogno che nella nostra | mente | preesista l' idea così determinata e limitata come è |
Gioberti e il panteismo -
|
è meno vero, che avanti l' affermazione deve esistere nella | mente | l' idea di esistenza indeterminata, senza modo, senza |
Gioberti e il panteismo -
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potremmo affermare l' essere reale se non avendo già nella | mente | l' idea sua propria determinata; non potremmo affermarlo |
Gioberti e il panteismo -
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noi nell' atto dell' affermazione di un reale abbiamo nella | mente | l' idea determinata, e coll' uso e coll' applicazione di |
Gioberti e il panteismo -
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di questa lo affermiamo, quanto se abbiamo solo nella | mente | l' idea indeterminata ed universale, non applicandola noi |
Gioberti e il panteismo -
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se così lice esprimersi, dell' esistenza intuita dalla | mente | senza modo e confine. Ma qui mi direte: non s' intende come |
Gioberti e il panteismo -
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parla di division materiale, perchè non ha parti; eppure la | mente | può trovarvi moltiplicità; ella può considerarlo a ragion |
Gioberti e il panteismo -
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lo stesso punto è il termine di tutte queste linee, e la | mente | quando il considera come termine di una linea, nol |
Gioberti e il panteismo -
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è l' affermazione di un reale? E` certamente un atto della | mente | nostra; è la mente nostra, il nostro spirito che accoppia |
Gioberti e il panteismo -
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di un reale? E` certamente un atto della mente nostra; è la | mente | nostra, il nostro spirito che accoppia nella sua unità il |
Gioberti e il panteismo -
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e non può star solo. E chi non sa che in un principio della | mente | si contengono innumerevoli conseguenze, che possono essere |
Gioberti e il panteismo -
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Vuol dire che le conseguenze ci sono, ma che la | mente | ancora non ce le vede; esprime una relazione allo stato più |
Gioberti e il panteismo -
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allo stato più o meno attivo, più o meno eccitato, della | mente | stessa. Onde quando la mente in occasione di applicare il |
Gioberti e il panteismo -
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più o meno eccitato, della mente stessa. Onde quando la | mente | in occasione di applicare il principio trova la |
Gioberti e il panteismo -
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. Dunque negli esseri ideali possono vedersi dalla | mente | moltissime cose e distinguersi moltissime entità ideali, |
Gioberti e il panteismo -
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Sì, rimane semplice e quello di prima, e tuttavia la | mente | nostra ha disegnato in esso col pensiero un quadratino e se |
Gioberti e il panteismo -
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è estranea alla figura del triangolo, e tuttavia la | mente | può fare una proposizione e dire: « questo quadratino |
Gioberti e il panteismo -
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punti assegnabili nel triangolo ». E` tutta opera della | mente | la quale non guasta punto nè il triangolo nè il quadrato, |
Gioberti e il panteismo -
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essere universale; è quella stessa idea, ma veduta dalla | mente | con uno sguardo che non l' abbraccia tutta , ma che si |
Gioberti e il panteismo -
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ma dirò così di un solo raggio; è limitazione formata dalla | mente | che limita sè stessa, limita il suo sguardo, perchè con |
Gioberti e il panteismo -
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e l' acqua è identità d' idea, è identità di essenza dalla | mente | intuita, la quale si realizza ugualmente sì nell' acqua del |
Gioberti e il panteismo -
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reale l' idea universalissima, che prima di tutte nella | mente | risplende. Se l' idea speciale dee la sua origine alla |
Gioberti e il panteismo -
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intuita . Ciò che è prodotto in essa dall' atto della | mente | sono i suoi limiti, il suo modo, la sua determinazione. E |
Gioberti e il panteismo -
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Non è egli chiaro che avendo il rappresentante nella | mente | si può benissimo conoscere il rappresentato? - Confesso che |
Gioberti e il panteismo -
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che sa ben distinguere le immagini che son rimaste nella | mente | sua, dal reale che esse rappresentano; ma è un' illusione |
Gioberti e il panteismo -
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pensate alla vera Firenze qual' ella è in realtà, non nella | mente | nostra, ma in Val d' Arno, le 400 o più miglia da qui |
Gioberti e il panteismo -
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somiglianza tra la Firenze reale e l' immagine che è nella | mente | nostra. Solo così possiamo persuaderci che le dette |
Gioberti e il panteismo -
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uniscono l' idea ed il sentimento, onde in questo trova la | mente | ciò che prima vedeva in quella o esplicitamente o |
Gioberti e il panteismo -
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Ma il riconoscerlo ancora per quello è l' opera della | mente | filosofica; alla Filosofia s' appartiene prendere in mano i |
Gioberti e il panteismo -
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perchè è la negazione di ogni essenza; ma l' ha nella | mente | che nega l' essenza, e questo negare l' essenza è un atto |
Gioberti e il panteismo -
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delle essenze: abbiamo in particolare veduto, che la | mente | concepisce le essenze in un modo positivo quando il |
Gioberti e il panteismo -
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e perciò appunto, esso è la causa della limitazione della | mente | umana. Egli è singolare, miei signori, a vedere come lo |
Gioberti e il panteismo -
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da predire che a tal tempo, a tal secolo, l' umana | mente | avrà esaurita la sua prodigiosa fecondità? Chi anzi non |
Gioberti e il panteismo -
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e naufraga ogni dì lo spirito umano? Come vacilla l' umana | mente | ne' suoi passi? Quante incertezze e quanti dubbj non la |
Gioberti e il panteismo -
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se non si dà cognizione senza oggetto, forza è che la | mente | abbia tale facoltà da cangiare in oggetto suo anche ciò che |
Gioberti e il panteismo -
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palazzo entra di soppiatto da un' altra. Egli è vero che la | mente | che ha una volta bene afferrato l' assurdità d' un sistema, |
Gioberti e il panteismo -
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ma ad una condizione, sapete quale? A condizione che la | mente | sia coerente seco stessa; e questa condizione appunto assai |
Gioberti e il panteismo -
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appunto assai spesso non si verifica nella povera | mente | umana. Vediamo dunque, per quali vie l' errore del |
Gioberti e il panteismo -
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un solenne sproposito; e vogliono che il mezzo con cui la | mente | umana conosce non sia solamente ideale, ma sia reale |
Gioberti e il panteismo -
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egli ha cominciato ad esistere in un modo distinto nella | mente | umana; non che egli abbia cominciato ad esistere nella |
Gioberti e il panteismo -
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ad esistere nella possibilità universale delle cose (nella | mente | divina). Che servigio adunque presta a noi l' essere |
Gioberti e il panteismo -
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quella, se possano sussistere senza essere conosciute da | mente | alcuna. Questa ricerca ontologica non appartiene punto nè |
Gioberti e il panteismo -
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egli sostiene, che l' essere possibile si trova dalla | mente | colla riflessione dopo il reale che è l' oggetto dell' |
Gioberti e il panteismo -
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ritirata, sostenendo che l' ordine che hanno le cose nella | mente | è quello stesso nè più nè meno che esse hanno al di fuori |
Gioberti e il panteismo -
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che questo principio che l' ordine delle cose nella | mente | sia quello stesso dell' ordine delle cose fuori della |
Gioberti e il panteismo -
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[...OMISSIS...] . Qui non è una necessità cieca, ma una | mente | guidata dal consiglio e dalla sapienza, ed è ancora |
Gioberti e il panteismo -
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capitale da cui movono i nostri ragionamenti, cioè che « la | mente | umana pensa l' ente comunissimo e generalissimo ». Non è |
Gioberti e il panteismo -
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qualche cosa. E perchè Iddio non potrebbe infondere ad una | mente | da lui creata una cognizione generica o speciale senza |
Gioberti e il panteismo -
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che questo sia reale, benchè sia verissimo oggetto della | mente | che lo vede puro e lo contempla, e senza che sia tuttavia |
Gioberti e il panteismo -
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comune a tutti gli enti; e posciachè quell' oggetto della | mente | non è nulla, egli può anche essere ingenito; del che il |
Gioberti e il panteismo -
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Forse perchè, essendo ideale, dee aver per sua sede qualche | mente | reale? Questo non prova che s' immedesimi coll' uomo. Prova |
Gioberti e il panteismo -
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il Rosmini che « l' ente ideale non sussiste fuor della | mente | », colle quali parole il Rosmini intendea d' ogni mente e |
Gioberti e il panteismo -
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mente », colle quali parole il Rosmini intendea d' ogni | mente | e umana e divina, e il Gioberti se ne prevale per far dire |
Gioberti e il panteismo -
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Dunque dicendo il Rosmini che quest' oggetto è nella | mente | di Dio, ossia è in Dio, egli non confonde già le creature |
Gioberti e il panteismo -
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qual è veduto dall' uomo suppone un primo reale, cioè una | mente | sussistente in cui egli si trovi come in proprio luogo, e |
Gioberti e il panteismo -
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questi accessorj, cerchiamo d' intendere bene la sua | mente | nel principale. Ed i passi citati sono chiari. Egli dice, |
Gioberti e il panteismo -
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così viceversa si può colle operazioni riflesse della | mente | separare da Dio l' astrattezza e la generalità, e così fare |
Gioberti e il panteismo -
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dirlo di nuovo, sono create in virtù delle operazioni della | mente | umana, che è appunto il sistema de' panteisti della |
Gioberti e il panteismo -
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Gioberti, come vedemmo, si è perchè il discorso che fa la | mente | quando dall' Ente possibile passa all' Ente reale |
Gioberti e il panteismo -
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che senso egli dice che l' Idea divina (e reale) informi la | mente | umana, e si vanti di spiegare egli pel primo la virtù |
Gioberti e il panteismo -
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divina, secondo il signor Gioberti, è lo stesso che la | mente | divina, onde dice che [...OMISSIS...] . Non è dunque |
Gioberti e il panteismo -
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appartenente alla causa ed alla sostanza prima, cioè alla | mente | divina, e quest' intuito divino ed umano sia l' atto |
Gioberti e il panteismo -
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che crea i sensibili illustrandoli, e crea pure la | mente | (2). Or ogni cosa è un' idea ed ogni idea è una cosa: |
Gioberti e il panteismo -
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[...OMISSIS...] (voi ben sapete che noi non reputiamo la | mente | dell' uomo sorgente del generale, come egli ci imputa colla |
Gioberti e il panteismo -
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ci imputa colla sua solita infedeltà; diciamo anzi che la | mente | non crea, ma riceve il lume universale col quale ella poi |
Gioberti e il panteismo -
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perchè una sostanza è ciò appunto che si concepisce dalla | mente | senza ricorrere ad altra sostanza, quando l' accidente è |
Gioberti e il panteismo -
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nuovo e sano e profondo sistema filosofico: la chiara | mente | degli Italiani non s' appaga d' ambiguità di favellare, di |
Gioberti e il panteismo -
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- non si è mai atteso a ricercare se in effetto la | mente | umana comprenda qualche elemento inintelligibile » ». |
Gioberti e il panteismo -
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perocchè egli pare una contradizione il pretendere che la | mente | umana comprenda quello che è inintelligibile; tanto più se |
Gioberti e il panteismo -
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suonerebbe così: « Non si è atteso a ricercare se la | mente | umana perfettamente conosca qualche elemento che non è |
Gioberti e il panteismo -
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», parlarono della maniera negativa, colla quale la | mente | umana da se stessa si leva a conoscere Iddio. Potrei salire |
Gioberti e il panteismo -
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l' aver inteso alcuni brani del sistema: è necessario por | mente | al tutto, e por mente a ciascuna parte, giungere al fondo |
Gioberti e il panteismo -
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brani del sistema: è necessario por mente al tutto, e por | mente | a ciascuna parte, giungere al fondo delle questioni |
Gioberti e il panteismo -
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conseguenze, direttamente contrarie a quella rettitudine di | mente | e di animo, e a quell' amore del bene che il suo libro |
Gioberti e il panteismo -
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uomini, non hanno pari a quell' affetto la vigilanza della | mente | e l' ardore della sovrumana verità. [...OMISSIS...] L' |
Gioberti e il panteismo -
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dice, che l' Essere ideale, qual risplende per natura nella | mente | umana, è un' appartenenza di Dio - Ma ogni appartenenza di |
Gioberti e il panteismo -
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realmente , concedo; mentalmente, nego. Infatti colla | mente | umana si dividono i suoi attributi, la sapienza, la |
Gioberti e il panteismo -
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Dio si divide qualche suo attributo, o qualche cosa che la | mente | umana concepisca in lui, per modo che si pretenda, che |
Gioberti e il panteismo -
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è un' entità precisa mentalmente da Dio, e quindi la | mente | lo considera sotto due relazioni, o in quanto ritiene dell' |
Gioberti e il panteismo -
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di Dio, perchè da Dio niente si può dividere colla | mente | che si rimanga Dio, giacchè se si potesse far ciò, si |
Gioberti e il panteismo -
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intendo additarvi brevemente questo distinto lavoro della | mente | solitaria e delle menti associate nella successiva |
Psicologia delle menti associate -
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similitudine che vi è tra fiore e fiore; con ciò la | mente | solitaria è giunta solamente all'idea del genere; ma questa |
Psicologia delle menti associate -
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di principio. Il disco del sole e della luna eccitò nella | mente | una vaga idea di volto umano; la pittrice fantasia lo |
Psicologia delle menti associate -
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noi, nel ripetere questi eleganti sogni sentiamo nella | mente | non so quale voluttà. I varj sistemi primitivi che i popoli |
Psicologia delle menti associate -
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ottico; altre neppure sono negli enti come accidenti, ma la | mente | le produce confrontando ciò che è uno con ciò che è più, e |
Psicologia Vol.III -
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degli enti. Ma gli enti mentali sono sguardi parziali della | mente | , che non abbraccia tutto l' ente o l' essenza, ma che si |
Psicologia Vol.III -
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della finzione o della creazione intellettuale . Quindi la | mente | cangia in un ente positivo anche ciò che è negativo, come |
Psicologia Vol.III -
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e del nulla, che altro non sono che sguardi della | mente | , come dicevamo. Infatti che cosa è la limitazione di un |
Psicologia Vol.III -
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limitazione di un ente? Non altro che il negare, che fa la | mente | stessa, che nell' essenza di quell' ente si contenga una |
Psicologia Vol.III -
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è che la negazione dell' ente; è l' ente, più l' atto della | mente | che lo toglie via; è cognizione data alla mente dal suo |
Psicologia Vol.III -
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atto della mente che lo toglie via; è cognizione data alla | mente | dal suo proprio atto intorno l' oggetto (l' ente). Se gli |
Psicologia Vol.III -
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che altro non è se non una relazione negativa, che trova la | mente | fra gli enti, un ente negato dalla mente. Quindi la |
Psicologia Vol.III -
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umane non accuratamente distinte. I primi fissavano la | mente | nell' ente astratto , che non è intieramente l' ente |
Psicologia Vol.III -
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Nel quale errore è cosa a cader facilissima. Perocchè la | mente | non solo cangia le sue negazioni in enti positivi, a |
Psicologia Vol.III -
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una dopo l' altra, tutte le camicie che le ha indossato la | mente | coll' opera principalmente del linguaggio; e ridottala |
Psicologia Vol.III -
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il dialettico: distinguere le forme diverse colle quali la | mente | vestì e rivestì, e soprarivestì un concetto o una sentenza, |
Psicologia Vol.III -
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virtù del potere che ha di restringere lo sguardo della sua | mente | e di concentrare la sua attenzione. Ma una delle creazioni |
Psicologia Vol.III -
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la sua attenzione. Ma una delle creazioni o finzioni della | mente | umana più degne di riscuotere l' attenzione del filosofo |
Psicologia Vol.III -
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di cognizione soggettiva in queste forme concepite dalla | mente | umana, cioè che cosa vi ponga il soggetto stesso razionale |
Psicologia Vol.III -
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della mente. Ma tutto ciò che presenta il senso alla | mente | è il termine di lui, e trattandosi, come nel caso nostro, |
Psicologia Vol.III -
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nel caso nostro, del senso animale, questo presenta alla | mente | una forza (sensifera) che si spande nell' estensione. L' |
Psicologia Vol.III -
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E` dunque da distinguersi due operazioni, che fa la nostra | mente | rispetto all' Essere supremo; il formarsene una cognizione |
Psicologia Vol.III -
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Che Iddio sia l' oggetto del naturale intùito della | mente | umana, nel qual caso la mente umana potrebbe avere |
Psicologia Vol.III -
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del naturale intùito della mente umana, nel qual caso la | mente | umana potrebbe avere concezioni adeguate all' Essere |
Psicologia Vol.III -
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risponde a ciò che quest' ultimo ragionamento pone nella | mente | nostra; ma egli è poco, abbastanza tuttavia, di nuovo lo |
Psicologia Vol.III -
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che gli anelli precedenti, sui quali l' operazione della | mente | trascorre leggermente senza fermarsi, non attirano, nè |
Psicologia Vol.III -
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primieramente il ragionamento occulto, che spesso fa la | mente | umana tra sè, senza saperlo. E così i volgari pervengono a |
Psicologia Vol.III -
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o di monsignore uscitogli così pronto sulle labbra, nella | mente | sua fu indubitatamente il risultato di questo lungo |
Psicologia Vol.III -
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e comunicare ai loro simili, non procede sempre nella loro | mente | così disteso che mantenga tutte le proposizioni o gli |
Psicologia Vol.III -
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o gli anelli mediati distinti fra loro; anzi la | mente | trova delle scorciatoie e dei compendi suoi propri, come |
Psicologia Vol.III -
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non ne verrebbero a capo sì presto, ancorchè nella loro | mente | fosse ben impresso il volume, che risponde ad una unità di |
Psicologia Vol.III -
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Non prendono dunque l' unità a regola, ma nella loro | mente | hanno segnati altri volumi; per esempio, essi hanno segnato |
Psicologia Vol.III -
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vero scopo; e questa moltiplicità di cose che volge nella | mente | lo aggrava, e gli rende più difficile la soluzione del |
Psicologia Vol.III -
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è poi facile trovare nell' arsenale, dirò così, della sua | mente | sperimentata e sagace, quella formola appunto, quella |
Psicologia Vol.III -
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medie, e di addestrare la loro attenzione a prendere colla | mente | il tutto della questione, separando circostanze accessorie |
Psicologia Vol.III -
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che essi piuttosto con un senso pratico che colla | mente | deliberano: chè il raziocinio sintetico assomiglia |
Psicologia Vol.III -
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consentite dall' uomo. Perocchè, come l' uomo nella sua | mente | ha delle regole generali, così nel suo cuore ha dei |
Psicologia Vol.III -
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nel loro spirito. Questo è quel lento lavoro che fa la | mente | da sè stessa, pel quale le notizie e dottrine depositate |
Psicologia Vol.III -
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avere più dato a quella materia deliberata attenzione, la | mente | si è tutta bene aggiustata da sè stessa, e le idee |
Psicologia Vol.III -
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il lasciare che stanzino e maturino qualche tempo in | mente | le deliberazioni, le quali si vanno da sè migliorando, |
Psicologia Vol.III -
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di cui delibera. Un altro lavoro mentale si opera nella | mente | senza riflessione, nè coscienza; il quale in parte si |
Psicologia Vol.III -
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Di poi è da considerarsi che i pensieri diversi della | mente | umana producono nell' uomo, che è per essenza sentimento, |
Psicologia Vol.III -
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da diversi concetti o pensieri, l' attenzione della | mente | e l' attività pensante si dirige spontaneamente, e lavora |
Psicologia Vol.III -
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della regolarità oggettiva. Perchè dunque piace alla | mente | di contemplare ciò che ella trova regolarmente disposto? Se |
Psicologia Vol.III -
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secondo un' unica regola, nella quale subito si vede dalla | mente | quale sia, quale debba essere tutta quella disposizione. A |
Psicologia Vol.III -
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d' esempio, poniamo dinanzi allo sguardo della nostra | mente | una serie di numeri disposti in proporzione aritmetica o in |
Psicologia Vol.III -
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è che anche una molteplicità irregolare può essere dalla | mente | cangiata in una specie, contemplandola slegata dalla |
Psicologia Vol.III -
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quella moltiplicità non può essere accresciuta dalla | mente | se non ha una regola secondo cui accrescerla, come accade |
Psicologia Vol.III -
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ragione, che la regolarità delle cose, contemplate dalla | mente | e raccolte in breve regola, aiuta l' uomo a ordinare anche |
Psicologia Vol.III -
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suo istinto; e l' ordine delle cognizioni, che sono nella | mente | umana, è principio istintivo di operazione bene ordinata. |
Psicologia Vol.III -
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una celerità con sicurezza maggiore che non sa fare la | mente | dei geometri? Pazza cosa il pensarlo; sarebbe un |
Psicologia Vol.III -
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cosa il pensarlo; sarebbe un trasformare il senso in una | mente | assai più perspicace della mente stessa. E` dunque a dirsi |
Psicologia Vol.III -
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il senso in una mente assai più perspicace della | mente | stessa. E` dunque a dirsi che non è il senso che trova quei |
Psicologia Vol.III -
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regolarmente in diversi modi? Certamente da questo, che la | mente | vede che quella distribuzione stessa di cose poteva essere |
Psicologia Vol.III -
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quadrati è unica e semplicissima. Ma lo sguardo della | mente | può considerarli in varie maniere collocati ed uniti fra |
Psicologia Vol.III -
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simmetrie, appunto perchè quei diversi sguardi della | mente | vengono a significare diverse regole che usa la mente, |
Psicologia Vol.III -
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E questo ben dimostra che la regolarità contemplata dalla | mente | è posta dallo stesso vedere della mente, benchè la mente |
Psicologia Vol.III -
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mente è posta dallo stesso vedere della mente, benchè la | mente | non potrebbe porla, se nella molteplicità, che forma l' |
Psicologia Vol.III -
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nel seno di questo si distingue coll' opera della | mente | quella attività che lo pone e mette in essere, dal |
Psicologia Vol.III -
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così erroneo giudizio? Certo dalla prontezza colla quale la | mente | dal fenomeno soggettivo del dolore argomenta abitualmente |
Psicologia Vol.III -
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extra7soggettive, il quale ha un fine benefico nella | mente | creatrice, quello di respingere i corpi stranieri, che |
Psicologia Vol.III -
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non sarebbe che un ente di ragione, una finzione della | mente | nostra, perchè dinnanzi a un primo atto non esiste nulla |
Psicologia Vol.III -
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d' esser divenuto un altro uomo per la perspicacia della | mente | acquistata, la prontezza del pensiero, i sensi stessi resi |
Psicologia Vol.III -
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insieme, meritano ancora d' essere l' una dall' altra colla | mente | distinte. Come dunque definiremo e descriveremo quella |
Psicologia Vol.III -
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duole; questa parola piede non sarebbe inventata, nè la mia | mente | avrebbe ancora il concetto che quella parola significa, e |
Psicologia Vol.III -
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e con Dio; nè potendosi ella distinguere, se non da una | mente | già addestrata all' attenzione ed all' osservazione |
Psicologia Vol.III -
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tutti i loro errori. Questo è il solito procedimento della | mente | umana, che prima apprende le cose tutte insieme, e poi le |
Psicologia Vol.III -
|
. Ora i numeri non sono che idee astratte; se dunque la | mente | è un numero, essa mente, ossia l' anima intellettiva, è |
Psicologia Vol.III -
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la teoria della quantità continua dei corpi, si forma colla | mente | dei corpi astratti, ritenendo la sola estensione e le |
Psicologia Vol.III -
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l' unità? Nella mente. [...OMISSIS...] . Poichè dunque la | mente | considera molti individui con una sola e medesima idea |
Psicologia Vol.III -
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molte specie con una e medesima idea generica, si dava alla | mente | l' unità. Ma troppo più a ragione le compete l' unità, |
Psicologia Vol.III -
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. Ma l' errore, che adesso notiamo, si è d' aver confuso la | mente | coll' idea, o certo d' aver parlato sovente in modo che |
Psicologia Vol.III -
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quando avrebbero dovuto farla corrispondere all' idea; alla | mente | poi dovevano far corrispondere la ragione (il |
Psicologia Vol.III -
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La prima si è che, trattandosi d' interpretare la | mente | di un filosofo, di cui ci rimangono solo pochi frammenti, |
Psicologia Vol.III -
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«theokrasia». Perocchè questi savi nè poterono colla loro | mente | sollevarsi alla chiara cognizione di Dio, nè avevano cuore |
Psicologia Vol.III -
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seguente: [...OMISSIS...] . Ora, tra i filosofi che posero | mente | non al moto, ma alla virtù di sentire e di conoscere, |
Psicologia Vol.III -
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non esiste. Ma se voi aggiungete un soggetto semplice (una | mente | secondo il concetto di questi filosofi), che possa ad un |
Psicologia Vol.III -
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soggetto, ma in relazione essenziale col soggetto. Nella | mente | dunque (che era per essi il detto soggetto) sta il |
Psicologia Vol.III -
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il detto soggetto) sta il fondamento del corpo, ossia la | mente | è condizione necessaria all' esistenza del corpo. La quale |
Psicologia Vol.III -
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nel senso e nella materia, ma sempre considerato dalla | mente | e in relazione colla mente (2). L' essenza dunque del |
Psicologia Vol.III -
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ma sempre considerato dalla mente e in relazione colla | mente | (2). L' essenza dunque del continuo, che nell' idea si |
Psicologia Vol.III -
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fu forse il maggior lume che mai rischiarasse la | mente | di Platone. Dal principio, posto da quei due sommi filosofi |
Psicologia Vol.III -
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estese, cioè i corpi, non esistono senza l' unità della | mente | » ». Ora Platone argomenta così appunto dalla mutabilità |
Psicologia Vol.III -
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materiale, senza aggiungervi niente affatto che venga dalla | mente | nostra, esso ci si cangia appunto in un assurdo. Poichè |
Psicologia Vol.III -
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si dimostrò. Dunque il solo universo materiale, senza la | mente | che ne contempli l' identità in certo tempo (passato e |
Psicologia Vol.III -
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le qualità, è qualche cosa d' invisibile, e solo dalla | mente | concepibile, secondo Platone. Egli stabilisce tre generi: |
Psicologia Vol.III -
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forma il soggetto delle modificazioni sensibili, è dalla | mente | supposta e non data dal senso; nè andrebbe lontano dal vero |
Psicologia Vol.III -
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il concetto di questa realità sarebbe assurdo, se la | mente | unendovi l' idea non vi desse consistenza; perchè la mente |
Psicologia Vol.III -
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mente unendovi l' idea non vi desse consistenza; perchè la | mente | sola, come dicevamo, può abbracciare la durata, condizione |
Psicologia Vol.III -
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dell' esistenza; la quale durata continua è nella | mente | e partecipata alle cose reali solo dalla mente; onde della |
Psicologia Vol.III -
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Che se ci rivolgiamo ad interpreti più recenti della | mente | di Empedocle, noi troviamo che Filopono intese gli elementi |
Psicologia Vol.III -
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e di Platone, che l' universo materiale svanirebbe, se la | mente | non gli aggiungesse l' ente , che alle cose continuamente |
Psicologia Vol.III -
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nè affermare. Ond' è che la materia, intesa dalla | mente | in tutte le cose reali, è sempre l' ente. Questo si doveva |
Psicologia Vol.III -
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unità dell' ente (1), e però quella che dà l' origine nella | mente | agli esseri singolari e finiti (2); dalla mente poi del |
Psicologia Vol.III -
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nella mente agli esseri singolari e finiti (2); dalla | mente | poi del primo facitore escono le cose reali, posciachè |
Psicologia Vol.III -
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le cose reali, posciachè Iddio opera colla virtù della | mente | (3). Svaniscono del pari le obbiezioni, che trae Aristotele |
Psicologia Vol.III -
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fa che un essere si dica composto, e l' unità è posta dalla | mente | ». Ma Aristotele dice che conviene assegnare una causa |
Psicologia Vol.III -
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e assai più profondo il pensiero di Empedocle, che è la | mente | quella che fa sì che il composto sia un ente (4). Tutti gli |
Psicologia Vol.III -
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Parmenide e Anassagora (5), celebre per aver separata la | mente | da ogni materiale concrezione, è possibile che egli sia |
Psicologia Vol.III -
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poteva sussistere, benchè potesse essere concepita dalla | mente | astraente; e perciò la dissero insensibile, incorporea, |
Psicologia Vol.III -
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le menti a questa confusione, la quale si è che la sola | mente | aggiunge l' ente alle cose conosciute; e fino a tanto che |
Psicologia Vol.III -
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ha aggiunto, conosciute non sono; e l' ente aggiunto dalla | mente | risponde alla sostanza, in quanto questa è l' atto, nel |
Psicologia Vol.III -
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che citammo di sopra, nei quali Iddio viene definito « | mente | sacra, ineffabile, che abbraccia tutto il mondo colla sua |
Psicologia Vol.III -
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tutto il mondo colla sua provvidenza ». Ora, se la | mente | divina conosce tutto, ben conviene ch' ella abbia in sè le |
Psicologia Vol.III -
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se non pel simile. Non sembra dunque consentaneo che nella | mente | suprema l' Agrigentino riponesse l' archetipo, ossia l' |
Psicologia Vol.III -
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filosofica, e voglia che ogni cosa si consideri colla | mente | (1), con un parlare simile del tutto a quello che abbiamo |
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era questa, come abbiamo visto, ed ella stava dinanzi alla | mente | di Platone. Nulla di meno Platone distinse qualche volta la |
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di Platone. Nulla di meno Platone distinse qualche volta la | mente | dalle idee assai chiaramente. Così, nel « Primo Alcibiade |
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intelligenza, l' ente intelligibile, coll' intelligenza o | mente | che lo intuisce. Questo è il soggettivismo, cioè quel |
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brano di Porfirio: [...OMISSIS...] . Prova poi che la | mente | è il medesimo delle cose percepite, da questo, che ella le |
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osservato in questa dottrina se non la confusione fra la | mente | e le cose dalla mente concepite. Vogliamo posta attenzione |
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dottrina se non la confusione fra la mente e le cose dalla | mente | concepite. Vogliamo posta attenzione alla ragione, che si |
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ragione, che si adduce, per conchiudere che le cose dalla | mente | concepite e la mente sono il medesimo. Tutta la ragione di |
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per conchiudere che le cose dalla mente concepite e la | mente | sono il medesimo. Tutta la ragione di una tesi così opposta |
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di una tesi così opposta al senso comune, cioè che la | mente | sia le cose percepite, si riduce a questa: « Le cose |
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esterne, dunque non sono il senso; le cose percepite dalla | mente | sono interne, dunque sono la mente, dunque ella le |
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e vana. E di vero: I) Dall' essere l' oggetto della | mente | interno non ne viene affatto che egli sia la mente. |
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provare. II) La parola interno applicata all' oggetto della | mente | è male usata, perchè significa una relazione locale di |
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relazione locale di corpo a corpo; là dove l' oggetto della | mente | non è, propriamente parlando, nè fuori nè dentro di alcun |
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caso si accorda che gli oggetti intuiti o percepiti dalla | mente | sieno, al loro modo, uniti colla mente; ma l' essere uniti |
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al loro modo, uniti colla mente; ma l' essere uniti colla | mente | esprime un concetto al tutto diverso da quello di essere |
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un unico sentimento; all' incontro l' oggetto della | mente | è unito alla mente, in modo che la mente non può intuirlo o |
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l' oggetto della mente è unito alla mente, in modo che la | mente | non può intuirlo o percepirlo se non come oggetto, non solo |
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V) Che se si considera che non solo il senso, ma ancora la | mente | percepisce i corpi esterni al nostro, l' argomento che si |
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fino l' apparenza di verità: poichè è anzi la mente, e la | mente | sola che possa pensare le cose lontane, mentre il senso non |
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. Il fatto dunque da verificarsi è questo: « se la | mente | quando pensa una montagna, una pianta, un bruto, ecc., |
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soli filosofi sono quelli che, volendo fare da maestri alla | mente | umana (forse per averne essi un' altra diversa dall' |
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dicono o vengono a dire così: « Non possiamo negare che la | mente | quando pensa la montagna, la pianta, il bruto reale o |
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». Ebbene, signori filosofi, ascoltatemi un poco: se la | mente | che crede di pensare la montagna, la pianta, il bruto, |
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veruna affermazione? - No, di nuovo. - Dunque se la | mente | vostra crede, sa, è conscia di concepire e di pensare il |
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del genere umano, e con un preteso ragionamento della | mente | a distruggere l' autorità del ragionamento e le |
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differenza e l' opposizione che passa fra l' oggetto della | mente | e la mente che lo intuisce »; dovette chiudere gli occhi a |
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e l' opposizione che passa fra l' oggetto della mente e la | mente | che lo intuisce »; dovette chiudere gli occhi a questa |
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a questa patentissima verità di fatto, che « quando la | mente | pensa un oggetto possibile, per esempio una torre possibile |
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di tempo con atto unico, ma tale in cui si possono colla | mente | discernere più gradi ab imperfecto ad perfectum, siccome |
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quello, cioè l' idea, può stare innanzi alla nostra | mente | senza di queste, siccome accade quando pensiamo ad una cosa |
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è separabile dal corruttibile. A intendere adunque la | mente | di Aristotele conviene indagare che cosa egli intenda per |
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cagione di tutte le altre forme. Di più, è proprietà della | mente | separare la materia dalle forme, e così toglierle alle sue |
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forme astratte, sono incorruttibili ed eterne rispetto alla | mente | che le contempla, a quel modo che spiega nei libri « Degli |
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potenza di riceverle dal di fuori, ed è così che viene la | mente | dal di fuori, e che è separabile, perchè non è innata se |
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non è innata se non in potenza; dove si vede che la parola | mente | o intelletto si confonde colle specie che si acquistano dal |
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soggiunge: [...OMISSIS...] . Ora alcuni intesero che questa | mente | , che Aristotele fa venire dal di fuori, sia l' anima |
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è ciò in cui Aristotele vede il nascimento della | mente | o della ragione, che ha per sua dote l' unità, il |
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spieghi un concetto universale, che è quello col quale la | mente | intuisce l' oggetto nella sua possibilità, mentre il |
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i singolari non concepiti? Questo è da vedersi, poichè la | mente | nel concepirli può avere aggiunto loro qualche cosa, che |
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fu dimenticato affatto dal filosofo; nè manco gli venne in | mente | che si potesse muovere cotal questione; eppure qui sta il |
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sono le conclusioni ; 2) alle quali debbono precedere nella | mente | i principŒ da cui provengono, onde nel primo dei « Fisici » |
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quali sieno i primi termini che si concepiscono dalla | mente | umana; perocchè, concepiti questi primi termini, tosto si |
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l' unum in multis viene ad essere il comune, riferito dalla | mente | alle cose singole reali percepite, perocchè il concetto |
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pare che solo nella collezione di più reali, fatta nella | mente | e dalla mente paragonati, si scorga il comune. La |
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nella collezione di più reali, fatta nella mente e dalla | mente | paragonati, si scorga il comune. La differenza sta dunque |
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senza accorgersi dell' ideale con esso congiunto nella | mente | nostra, i secondi neppur essi si accorgevano dell' ideale, |
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e spirituale, in cui principalmente contemplava la | mente | di Platone. Quindi i predicamenti si chiamarono le cinque |
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le medesime anime, dotate di tale facoltà, fermino, pongano | mente | a quel comune, astraendo dal proprio, e così formino l' uno |
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discoperta, ma ancora ogni studio ed ogni lavoro della | mente | per discoprirla; di che le capitali questioni pur solo |
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il mercato della filosofia. Ma perchè, tu dirai, l' umana | mente | traviò cotanto dal vero, che la narrazione dei suoi |
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di tutta la filosofia, se tu consideri che, quantunque la | mente | dell' uomo coi suoi atti diretti colga il vero - e così |
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manifesta e comunica con noi per due vie, per la via della | mente | , e per la via del senso . Nè si dee credere possibile di |
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attinge nè giunge a conoscere punto nulla di quanto vede la | mente | , che percepisce quel primo. E veramente il senso non |
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la casa che sta imaginando e fabbricando solo nella sua | mente | l' architetto, quanto la casa che adorna la piazza pubblica |
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idea congenita nell' uomo, il modo ideale adunque è nella | mente | umana anteriormente alle percezioni delle cose; ma vi è in |
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e limitazione è appunto quella operazione interna che fa la | mente | nella percezione delle cose e che ho descritta di sopra: |
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rimasto di lei, alla quale sensazione o vestigio la | mente | rivolge interiormente l' attenzione, e così supplisce essa |
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o suo vestigio che dirige e fissa l' attenzione della | mente | nella realità della cosa (1). Ragione di ciò si è, che il |
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ha dalla negativa. Nella cognizione positiva poniam dunque | mente | che la sensazione (o il vestigio che lascia dopo di sè) fa |
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punto fisso a cui dirigere l' attenzione, per guisa che la | mente | possa distinguere quell' ente che ha conosciuto sussistere, |
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così esprimermi, il segno, la determinazione, al quale la | mente | pensa Dio, sono tali e talmente fra sè congiunte che dànno |
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cose, i quali non possono che dirigere l' attenzione della | mente | mediante un segno sensibile nel quale, per così dire, la |
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mediante un segno sensibile nel quale, per così dire, la | mente | vegga la cosa possibile, ma non indurla a crederla |
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di un Dio, hanno altresì forza in sè di necessitare la | mente | a credere alla sussistenza di questo Dio. Tuttavia queste |
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e tuttavia ne ho un qualche concetto compostomi in | mente | tutto di idee, cioè della idea di un ente particolare |
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sarebbe veicolo o passaggio veruno, per la quale potesse la | mente | dalle creature ascendere a un concetto determinato del |
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dello spirito suo proprio. Vi sono alcune operazioni della | mente | che l' uomo può esercitare sopra quelle idee positive |
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prodotto; e così via indefinitivamente. Le operazioni della | mente | di cui parlo, sono: 1 l' analisi, 2 la sintesi, 3 l' |
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una justaposizione. La sintesi e l' analisi non portano la | mente | nostra fuori del materiale delle idee positive che sono la |
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tutto il loro lavoro: ma fuori al tutto delle idee che la | mente | possiede, quasi per salto, la mente viene tratta dalla |
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tutto delle idee che la mente possiede, quasi per salto, la | mente | viene tratta dalla facoltà della integrazione. L' |
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integrazione è come una facoltà indovina: essa slancia la | mente | a nuovi oggetti non mai percepiti e, non potendone |
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questa, cioè che la legge non faceva che presentare alla | mente | delle idee , la fredda cognizione dei doveri: ma la grazia |
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ideale ; e quindi non distrugge, ma compisce nella nostra | mente | l' essere ideale, senza il quale l' essere reale non si |
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bastasse a costituire la operazione deiforme, anche nella | mente | umana, sebben posta nell' ordine naturale, una tale |
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una tale operazione si rinverrebbe. Perocchè nella | mente | umana vi è per lume e forma la idea dell' essere, la quale |
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ma delle appartenenze, delle affezioni dell' essere. La | mente | poi è quella che supplisce l' essere da sè nella percezione |
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se non si esiga una nuova operazione di quell' ente nella | mente | nostra, ma bensì è necessario che si supponga l' operazione |
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è necessario che si supponga l' operazione che soffre la | mente | dall' essere stesso, che le imprime appunto l' idea dell' |
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dell' essere. 4. Che questa recettività dell' essere nella | mente | è proprietà dell' essere stesso. 5. Conviene avvertire |
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che riceviamo la sua operazione. E perchè si veda essere | mente | dei Padri, che quest' oggetto dello Spirito intelligente, |
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Verbo nell' uomo, somigliandola a quella delle idee nella | mente | nostra e mostrandone la differenza. A quelli aggiungerò un |
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[...OMISSIS...] . S. Agostino parla dell' intelletto o | mente | dell' uomo naturale colle medesime espressioni di quelle |
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colle medesime espressioni di quelle che usa parlando della | mente | dell' uomo soprannaturale. Egli dice nel libro delle |
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Egli dice nel libro delle LXXXIII questioni, che la | mente | dell' uomo considerata nel suo stato naturale, « nulla |
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questa verità , di cui parla S. Agostino, e che informa la | mente | umana, è l' idea dell' essere universale (3). Ora come si |
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di ciò, che le cose create non possono informare la | mente | umana nel loro modo di essere reale , ma che la informano |
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ideale (mediante le idee); il quale è concepito dalla | mente | indipendentemente dalla realtà delle cose. All' incontro in |
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Dio (modo reale). Sicchè Iddio non può informare la nostra | mente | colla sua idea, senza che la informi con sè stesso: a |
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di tutte le altre cose che non possono informare la nostra | mente | di sè stesse, ma di sole le loro idee. Di Dio dunque non si |
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grande Basilio, che, senza aver prima ben concepita nella | mente | questa dottrina, parrebbe oltremodo oscuro. Nel brano, di |
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di essere conosciute con una sola e medesima idea della | mente | (1). Questa dottrina, che si rileva esser verissima da una |
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); mostrando con ciò di credere che, appunto perchè la | mente | con una sola vista o sguardo o con una sola idea insomma |
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essere ideale , e non esiste punto per sè solo fuori della | mente | (1). Di più l' ordine, di cui parliamo, suppone de' fini e |
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sotto queste tre relazioni non è puramente opera della | mente | che le concepisce, ma è necessità della cosa, perchè quelle |
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diverso interamente da quello che sono gli oggetti della | mente | nostra. Gli oggetti della mente nostra sono forme |
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che sono gli oggetti della mente nostra. Gli oggetti della | mente | nostra sono forme accidentali di essa mente, i quali, come |
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anche noi stessi, perocchè noi come oggetti della nostra | mente | non abbiamo alcuna sussistenza propria, non alcun |
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santo esercita una trina7deiforme operazione, conviene por | mente | alle cose seguenti. Se un divino sentimento, un sentimento |
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Persone divine attribuiscono a sè stesse l' inabitare nella | mente | dell' uomo, e che non è accomunata questa prerogativa mai a |
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delle persone dalla natura, che avviene nella nostra | mente | per la sua limitazione e perchè imperfettamente conosce |
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in una sola sostanza divina. Ma chi ha tanta forza di | mente | che basti a fare questo ragionamento? Nessun uomo, il quale |
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omnia quaecumque dixero vobis ». Questo suggerire alla | mente | le verità, per la mente non già nuove, ma in lei esistenti, |
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vobis ». Questo suggerire alla mente le verità, per la | mente | non già nuove, ma in lei esistenti, è un eccitare la mente |
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mente non già nuove, ma in lei esistenti, è un eccitare la | mente | a piegarsi sopra di sè, eccitarla alla riflessione, a porre |
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perocchè la conoscibilità di una cosa suppone e chiama la | mente | che la conosce. Laonde col solo vedere la conoscibilità |
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ordine de' sentimenti; quella mostra teoreticamente alla | mente | ciò che si deve fare, questa è pratica, fa fare ciò che si |
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di eseguirle, e se prima per una cotale astrazione di | mente | le obbliava, poi tutto vi si dedica, e non solo le |
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quello che può essere utile alla morale, quale nella | mente | egli l' ha concepita. Insomma nella mente sua egli ha posto |
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quale nella mente egli l' ha concepita. Insomma nella | mente | sua egli ha posto una norma precedente, colla quale ha |
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dalla legge che l' uomo si è formata da sè stesso nella | mente | sua e al rigore di quella emendata. La qual norma è |
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del mondo sensibile, ovvero a delle origini nascoste nella | mente | stessa. E per ciò è colpa di stolta arroganza il voler |
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della verità di questa proposizione: che la umana | mente | è necessitata di riferire tutto quello che percepisce coll' |
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non è se non il sistema che afferma non potere l' umana | mente | trasportarsi a oggetti fuori della natura materiale e delle |
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del mondo sensibile, ovvero a delle origini nascoste nella | mente | stessa: è arrogante e stolto chi contraddice. Poichè il |
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materiale. 2. Che per mezzo di quest' essere, col quale la | mente | umana è in comunicazione, l' uomo si vede fatto per un |
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teorie: giacchè i razionalisti deducono dalle leggi della | mente | le loro dottrine a priori e non dall' osservazione e dall' |
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che non è ragione, ma che è l' uomo che fa la ragione, che | mente | a sè stesso e ad altrui e s' imbriaca del proprio mentire. |
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del proprio cuore abbandonato a sè stesso, e della propria | mente | girovaga, senza guida nè stella che la conduca. « Che vi |
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tutto insieme preso, sistema che non può essere finto da | mente | umana, perchè abbraccia il principio del mondo e si |
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(1). » E ora l' essere è anche ciò che cade nella nostra | mente | prima di tutte le altre cose, poichè esso solo è |
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che prima si desse a Dio ciò che prima cade nella nostra | mente | e per sè stesso s' intende; conciossiachè la natura divina |
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a poco che significa la parola similitudine. Nel lume della | mente | adunque, che è l' idea dell' essere in universale, si |
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è la ragione appunto, per la quale l' essere innato nella | mente | ha l' attitudine in sè di farci conoscere tutte le cose, o |
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la condizione e l' origine di tutto l' universo, e ogni | mente | è costretta a pensare Dio prima di ogni altra cosa, come |
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similitudine fra l' idea dell' essere innata nella nostra | mente | e Dio. All' incontro tutte le altre cose non sono l' |
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non sono l' essere, e se all' incontro la luce della | mente | è l' essere stesso semplicissimo, quelle non possono avere |
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. Dalle quali cose apparisce, che l' essere impresso nella | mente | è una similitudine di Dio: che quell' essere ideale è più |
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lo illustrasse. Egli è mediante questa operazione che fa la | mente | che si predica l' essere di Dio e delle creature |
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(2). E veramente l' essere in universale innato nella | mente | non è Dio, non è nè pure propriamente parlando una nozione |
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v' hanno i vestigi della Trinità. Questa è sicuramente la | mente | di S. Agostino e di S. Tommaso, i quali sostengono essere |
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(2). Medesimamente l' imagine di Dio uno e trino è nella | mente | umana per una cotale appropriazione che noi facciamo. Ma là |
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impediva loro la corruzione; e ivi finalmente risiedeva la | mente | provvida, a cui ogni cosa obbedendo rendeva un' armonia, |
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detto, i doni della grazia. Non è dunque a credere che la | mente | di Adamo fosse arrivata già nel primo istante alla |
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per tal modo, che questa non potesse ricevere nella sua | mente | maggior lume e evidenza, e farsi continuamente più attuale, |
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il bene, in ragione di bellezza, si doveva comporre nella | mente | di Adamo prima dalle bellezze sensibili, e quindi dalle |
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erra, furono questi: [...OMISSIS...] Or dove giungeva la | mente | col concetto, indi traeva la volontà il suo amore; e all' |
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l' essere per sè e che pure l' essere gli risplendeva alla | mente | e gli faceva risplendere le cose tutte, e che pur dell' |
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aveva in sua compagnia la grazia: ma sì bene, secondo la | mente | del santo Dottore Agostino, perchè questa grazia era una |
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che chiamano attuali ? - Rispondo, e parmi secondo la | mente | del Dottore della grazia, se io nulla intendo, che perchè |
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a dover il bene operare. Il dir questo non è sicuramente la | mente | del santo Padre che ora ci serve di guida. Ma che il fondo |
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gli si rivela; ma splendore però che non aggiunge alla sua | mente | percezioni interamente nuove di nature nuove. In somma come |
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che è semplicemente perfezione della natura? Ove si abbia a | mente | in che noi abbiamo fatto consistere la persona umana, non |
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cose create di modo che ciascun degli uomini abbia ricca la | mente | di una scienza perfetta e appagata quella curiosità che li |
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e quindi il merito morale si congiunga con un errore della | mente | e coll' ignoranza: e quante volte non avviene che una |
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col grado di luce e di cognizione di cui gode la | mente | contemplante, dietro al quale grado di lume tende |
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essere forniti di quella perfezione, della quale la | mente | di Platone trovò convenire a delle divinità minori. |
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che dalla natura dell' uomo viene suggerito e proposto alla | mente | contemplante. La quale mente, tosto che ha un concetto, non |
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ideale di lui propria è dilettevole spettacolo alla stessa | mente | contemplatrice. Solamente v' ha questa differenza fra l' |
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questa differenza fra l' ideale stato dell' uomo a cui la | mente | cerca di sollevarsi, e quello che ci narra la cristiana |
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tipo della perfezione non poteva sicuramente mancare alla | mente | divina, nè la divina volontà aver altra norma di operare |
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dimande o questioni singolari che un tal fatto offre alla | mente | di chi lo considera e che sono principalmente le seguenti: |
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volontà? Come può esser misero colui che nacque ebete di | mente | e non potè mai usare a sua voglia le proprie potenze? Come |
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è misero? E che l' uomo nasca colpevole, può egli cadere in | mente | ad uomo alcuno? Chi può concepire che l' uomo prima di |
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Le due questioni proposte sin qui si offeriscono alla | mente | considerando il fatto rispetto allo stato eudemonologico |
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essendosi Iddio ritirato dall' uomo, non fece più nella sua | mente | quell' azione deiforme che abbiamo di sopra descritta; gli |
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soggiunge: [...OMISSIS...] . Nelle quali parole la | mente | del santo Dottore manifestatamente si appalesa. Perocchè ci |
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dicesi peccato originale: e solamente per astrazione della | mente | si può considerare il guasto delle potenze a parte dal |
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dottrina come evidente in sè stessa, così conforme alla | mente | dell' angelico Dottore, il quale, dimandandosi se l' uomo |
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tutto il cuore tuo e in tutta l' anima tua, e in tutta la | mente | tua« (1) ». Egli è il medesimo che dire che l' uomo deve |
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la sua virtù, la quale risulta dalle forze del cuore, della | mente | e della stessa vita animale. Perciò in questo precetto non |
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amare Iddio con quel cuore, con quell' anima e con quella | mente | che hanno. Perocchè quel precetto non dice amerai Iddio col |
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colla mente; ma dice col cuore tuo, coll' anima tua, colla | mente | tua: che è quanto dire con quelle parti e facoltà che tu |
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la veggiamo, non è che un ente ideale, una regola della | mente | nostra, una idea, e propriamente la grande, la prima idea, |
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ragioni ovvie che si presentano in siffatta materia alla | mente | di ciascheduno. Ma essi vedevano molto addentro nella cosa, |
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vero che la sentenza da noi proposta non occorse fosse alla | mente | con tutta chiarezza degli uomini grandi dell' antichità: ma |
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questa al peccato; giacchè ciò sarebbe al tutto contro la | mente | del Concilio Trentino, il quale definì che sebbene la |
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alla cattolica fede circa il peccato originale, ed alla | mente | dell' Ecumenico Concilio di Trento. Io ho parlato fin qui |
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con dei continui prodigi. Una difficoltà si affaccia alla | mente | contro la nostra sentenza dell' origine dell' anima, quando |
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delle conghietture, più volte essermi passato per la | mente | che Iddio potesse aver permesso al demonio di prendere sua |
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ella essere vi potesse. E con ciò io credo di cogliere la | mente | del Dottor della grazia, il quale non si potrà provare che |
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la oscurità di questo mistero. S. Agostino stesso, la cui | mente | era considerata da un filosofo dei nostri tempi |
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una diligente e fedele investigazione della natura della | mente | umana doveva poi trovare che cosa fosse questo che d' |
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due cose: 1 Come il gran Vescovo di Meaux colla sua solida | mente | giunse a vedere il rapporto strettissimo della dottrina |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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verità: 2 Mi varrà a mostrare quanto cautamente la sana | mente | di quel prelato toccasse questa risoluzione, non buttandosi |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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L'analisi è sempre analisi; è sempre un attocon cui la | mente | distingue le parti d'un tutto. a l'occhio non poteva |
Psicologia delle menti associate -
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E così nella confusione del superficiale e del vario, la | mente | può discernere l'identico, il costante, l'essenziale, il |
Psicologia delle menti associate -
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supremo dell'analisi, che è la distinzione! Pensatori di | mente | imaginosa e fervida odiano le lentezze dell'analisi e i |
Psicologia delle menti associate -
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prima d'avere, in migliaia d'anni, superato colla propria | mente | quell'infinito limite il quale è concesso anche al |
Psicologia delle menti associate -
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cominciar da sè tutta la serie di quelle scoperte. Ma ogni | mente | entrava nella carriera del pensiero già improntata dal |
Psicologia delle menti associate -
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che fin qui abbiamo percorso, non si offerse alla nostra | mente | dove collocare l'idea poetica del selvaggio solitario, |
Psicologia delle menti associate -
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è la selva d'Academo. È il libero e amabile corso della | mente | alla ricerca del vero: atque inter silvas Academi quaerere |
Psicologia delle menti associate -
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ad altri un'opera di lunga lena. Io aveva già presenti alla | mente | queste idee, quando (in gennaio 1862) risposi publicamente |
Psicologia delle menti associate -
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scolpite quasi in marmo le parole di un gran senso nella | mente | d' un uomo di profondo sentire? E chi può conoscere quanto |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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egli stesso v' insegnerà tutte le cose, e vi suggerirà alla | mente | tutte quelle, qualunque sieno, che io avrò dette a voi |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che inventare vocaboli nuovi, perchè esige uno sforzo di | mente | minore e adattato a tutta la comunità degli uomini, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e più familiari sono pronti. Solamente più tardi, quando la | mente | è già sviluppata, e non ha più bisogno di tali dandine, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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mondo intelligibile anteriore al presente, esemplare nella | mente | di Dio, da cui Dio ritrasse tutte le cose create, e che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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del verbo umano. Conviene dunque riflettere che nell' umana | mente | altro suol essere l' idea , altro è il verbo . L' uomo con |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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della mente. Se noi paragoniamo l' idea al verbo della | mente | umana, noi troviamo che l' idea non è già un prodotto dell' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dell' umana mente, ma vien data all' umana mente; la | mente | la riceve, non la crea. L' idea è lo stesso essere |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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verbo all' incontro, cioè l' affermazione è un atto della | mente | stessa, e la sussistenza, in quanto è affermata o |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dicitur verbum (1) ». In secondo luogo è evidente, che la | mente | umana non potrebbe pronunciare il verbo, l' affermazione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Ora è qui da cercare la ragione per la quale nella | mente | umana l' idea ed il verbo sieno così divisi, per modo che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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consegue che sieno due atti distinti quelli con cui la | mente | umana le apprende: l' uno dei quali, l' intuizione, ha per |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è cognita per sè, ma per l' essenza che la illumina nella | mente | nostra e così la rende conoscibile. Ma se si avesse una |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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perchè ella è un giudizio, è l' unione che fa la | mente | d' un predicato e di un subbietto, d' un subbietto però che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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percezione dei contingenti. L' atto dunque, con cui la | mente | apprende l' essere assoluto a cui è essenza la propria |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e non un pronunciato compiuto ed ultimato nella | mente | (3). Si rileva ancora che il Verbo divino non è l' atto |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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queste due possibilità non tengono lo stesso ordine nella | mente | umana, ma vi ha prima la conoscenza della loro possibilità |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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per terza conseguenza deduciamo che, quantunque l' umana | mente | debba muovere il suo ragionamento, anzi ogni ragionamento |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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relazione che il concetto dell' essere e l' essere ha nella | mente | umana, dove quello precede e fa lume a questo; altra è la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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E quindi ogni difficoltà sarà tolta quando si ponga ben | mente | che è cosa molto diversa il dire necessaria la creazione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sta bensì davanti alla sua mente, ma non è la sua | mente | che ha bisogno ella stessa di venire illuminata; quest' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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a compire, rinforzare, mantenere più fermo dinnanzi alla | mente | dell' uomo il suo pronunciato, e principalmente a farlo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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fra loro, altro è l' ordine con cui si manifestano nella | mente | umana. In questo il primo che si rende manifesto è il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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finalmente quasi per questi gradi ascendesse l' umana | mente | a contemplare in Cristo lo stesso Verbo del Padre, il quale |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che questo non potrebbe essere senza l' assoluto, quindi la | mente | si sente obbligata ad ammettere l' assoluto. Annunziare |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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agli uomini. Onde, salendo l' Evangelista colla sua | mente | al di là di tutte le opere esteriori del Verbo, prima di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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convien dirsi della causa materiale che si divide colla | mente | dai suppositi che risultano da materia e da forma: e, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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egli produce: onde si dice, a ragion d' es., che « per la | mente | l' uomo pensa », ovvero che « per la mente o per la scienza |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che « per la mente l' uomo pensa », ovvero che « per la | mente | o per la scienza sua l' uomo compone un libro ». Ma in Dio |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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inesatto; è un pensare che dimostra la limitazione della | mente | umana. Perocchè la distinzione che questa mente pone fra |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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della mente umana. Perocchè la distinzione che questa | mente | pone fra quella parte di sapienza e di virtù divina che il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la quale non vi è, ma unicamente come due riguardi della | mente | nostra, fondati in una doppia relazione che hanno le |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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della cosa da farsi, come la forma preconcepita nella | mente | dell' artefice è la ragione dell' arca che sta per fare. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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perchè è il fine dell' universo, e il fine è il primo nella | mente | dell' operante, perchè è il primo dei predestinati, e il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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perchè si possa indurnela per illazione, quando pur la | mente | umana abbia tanta saldezza di logico ragionare. Nelle |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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universo sensibile ed umano. - Ma qui si presenta alla | mente | una questione. Alla prima creazione delle sostanze non |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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chi dicesse altramente. Perocchè era lontanissimo dalla | mente | di quel Concilio il sottoporre al Padre il Figlio o farlo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e la ragione della cosa che si fa, siccome la forma nella | mente | dell' artefice è la ragione dell' arca che sta per fare. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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l' atto della creazione è un solo. Ma ciò non toglie che la | mente | nostra distingua con verità in essa due effetti |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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l' imperfezione del nostro parlare astratto, nel quale la | mente | divide delle cose che sono in natura unite. Nè vale il dire |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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vita semplice dall' essenza di Dio creatrice, senza che la | mente | nostra in tal causa vegga la special forma dell' essere |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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vita che è luce degli uomini. Ma qui si offerisce alla | mente | la questione: Se i primi uomini usciti recentemente dalla |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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vie maggiore: « « Ora rinnovatevi nello spirito della | mente | vostra, dice S. Paolo a que' di Efeso, e vestite l' uomo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di arrivare alla dilatazione dei proprii confini senza por | mente | all' elemento morale, dove la vera grandezza consiste; e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ma Adamo viveva della vita sua propria, benchè la sua | mente | avesse la percezione del Verbo, e secondo quella vita umana |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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mente, perchè la castità risiede principalmente in una | mente | pura, serena, ed aliena da ogni cosa carnale, il quale |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che, pel loro disordine, stravolgono e ottenebrano la | mente | umana e la fanno pensare malamente e conchiudere alla |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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questa non espandesse i suoi effetti gloriosi fuori della | mente | del Salvatore), questo ritorno è appunto la comunicazione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di risolvere queste apparenti difficoltà conviene por | mente | a due cose: 1 Quale sarebbe lo stato dell' anima separata |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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un intero abbandono a lui come verità, ed è un atto di | mente | più ferma e libera e dominatrice dei sensi e delle loro |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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giustificazione, il Verbo si unisce come oggetto reale alla | mente | del battezzato, e, dove la volontà di questo non pone |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la superiore parte dell' uomo, imprimendo nella sua | mente | il Verbo. Ma nell' eucaristico Sacramento il pane ed il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la loro persona. Laonde il Verbo impresso nella loro | mente | si completa, quasi direi, colla carne e col sangue che essi |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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quasi in essi incarnandosi; ma tutto ciò nell' ordine della | mente | e del sentimento in cui non giace la santificazione. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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qui natus est ex spiritu (4). » E S. Paolo distingue la | mente | dell' uomo, la quale ha l' oggetto per forma, dallo spirito |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ottima educazione a questo altissimo scopo, di porre in | mente | al giovanetto altamente impresso e piantato quel vero: DIO |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dovevano suggellarsi, e quasi conficcarsi nel cuore e nella | mente | del suo allievo (1). L' efficacia poi con cui queste |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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è certo effetto delle affezioni, tirar via tutta la nostra | mente | dalle altre cose e occuparla solo nell' oggetto del nostro |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e d' intendimento. Intima è dunque questa relazione della | mente | e dell' animo, degli affetti e delle cognizioni: e quelli e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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come la verità è meramente attiva rispetto a lui: la sua | mente | non crea qualche cosa, ma più tosto viene in essa qualche |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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i cristiani camminando al giorno della fede vedono colla | mente | loro tutte le cose composte in un ordine solo risplendente |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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fuori di lui (1). Laonde non ci farà nessuno inganno alla | mente | il celere promuovimento avvenuto nei tempi recenti di tutte |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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qualche cosa d' insolito e di misterioso, innanzi a cui la | mente | umana sia costretta di umiliarsi e di deporre la |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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cose esterne e materiali, le quali col primo sguardo della | mente | tutte si assorbono e si comprendono: e perciò lo studio di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di queste si può fare con celerità dilettevole, giacchè una | mente | felice in breve tempo ne trascorre molte, e tutte bene le |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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al suo fondo alcun che di secreto e di misterioso, che alla | mente | meditatrice incute riverenza e virtuosa curiosità. Ma una |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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questo principio tor via tutto ciò che torna oscuro alla | mente | del giovanetto, bisognerebbe torre tutto ciò che ha |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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tenere ad unica regola la vicinanza di questa persona alla | mente | ed all' indole de' fanciulli. Che se così fosse, il miglior |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sopra se stesso e altrui, e colla perspicacità della | mente | rilevate le molle delle nostre operazioni. Dal che quanto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sarebbe anch' essa non picciolo eccitamento ad addurre la | mente | di questi savi alla nobile occupazione: specialmente se il |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Ed a questo ottenere egli è necessario che v' abbia una | mente | sola che ne concepisca il generale disegno, e ne getti per |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dunque tale edificio può riuscire perfetto, quando una gran | mente | ne pone le basi immutabili e necessarie: ed un' assemblea |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sola e senza la contrapposta falsità non rimane nella | mente | che fornita d' una sua luce modesta e niente viva e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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attenzione. D' altro lato ad una grande ed alta verità la | mente | non arriva d' un salto; ma l' è necessario a ben conoscerla |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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pare abbandonato ad un cieco meccanismo. Conviene che la | mente | del fanciulletto sia fatta discorrere e ragionare di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e rilevar la privata. In questa è necessario preveder colla | mente | tutte le circostanze dell' allievo, della famiglia onde |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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senso interno da coltivare, e che le sole cognizioni della | mente | non ci rendono più felici nè migliori senza che questo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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col giovane: il che dimanda in lui e tale fortezza di | mente | da vedere le conseguenze pratiche de' precetti, e tale |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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partito politico ». Quando dice questo, il genio del male | mente | al suo solito. Il clero non è un partito politico; ma egli |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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potente e vi leverà di mano le redini ». Il genio del male | mente | di nuovo, per gettare la discordia e la divisione tra il |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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essere giustificate, travia l' umana mente. - Fino che la | mente | è traviata e protettrice de' vizii, l' animo non può |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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viene in soccorso dell' uomo, quando la debolezza della sua | mente | e del suo cuore dà luogo a sofismi, che vorrebbero rapirgli |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ragionamento « un' operazione dello spirito colla quale la | mente | trova una verità in altre e per mezzo di altre verità ». Il |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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il vero è necessario osservare ciò che il lavoro della | mente | aggiunge o toglie all' oggetto. 6 Definizione volgare dell' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Divisione degli astratti. - Questi sono pensati soli dalla | mente | e considerati come altrettanti enti. Ma la facoltà |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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come in un inestricabile labirinto. Sintesi . - La | mente | colla sintesi unisce tutto ciò che vuole, anche ciò che non |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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confonde in una sola sostanza. - Ogni qual volta adunque la | mente | unì per suo comodo, per comodo de' suoi ragionamenti, in |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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a tempo e luogo acconcio. E quando le legherete loro in | mente | con qualche arguta sentenza, o dove venga bene anche con |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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la propria intelligenza ha riformato se stesso. Nella | mente | dunque, nel senno della intelligenza sta il vivo fonte |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sesso hanno bastevol forza di raccorsi e di lavorare colla | mente | in punti assegnati. La meditazione prescritta dunque sia |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ha la coscienza monda, tiene altresì un animo sereno, una | mente | tranquilla, la pace, e Dio con sè. Esigete dunque, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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o limitati, e unisce questi e li perfeziona colla sua | mente | fino a illimitabile perfezione: costui in tutte le cose |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dentro vi penetra, oh in che ampiezza di cose interna la | mente | e il cuore! Il Sacrifizio della Messa, gli Uffizi pubblici, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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temporale: Cristo stesso coll' animo si riceve, e colla | mente | pura e divota. [...OMISSIS...] Adunque chi crede in lui, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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semplici e povere, come quelle dei Cappuccini, vi tornino a | mente | i bei tempi primi: e godete in esse il vostro Dio |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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profumo odoroso ascendere in alto, e in quelli ci vengono a | mente | i nostri preghi che ascendono a Dio per Cristo; e per |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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procedere della cerimonia ci troviamo agevolmente colla | mente | in Cielo, nella corte di Dio, nel tempio del sommo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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morti nella pace di Dio, occupi il cuore nostro e la nostra | mente | quella Chiesa purgante. Nelle letture poi de' libri di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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acquistando, acciocchè tutte servissero a innalzare la sua | mente | al Creatore e quindi a dargli del Creatore una conoscenza |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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tal natura e ordine che avessero attitudine a sollevare la | mente | dell' uomo al Creatore dipendeva dalla conformazione dell' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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essere. Ma questo progresso è così intrinseco alla nostra | mente | e alla natura degli oggetti creati, che in qualunque modo |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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potesse essere un cotal simbolo, in cui contemplasse, la | mente | umana, quasi in ispecchio, il complesso delle cose |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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universale . Ciò che con queste tre maniere di forme la | mente | nostra conosce si chiama pure l' essenza specifica, l' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Da questo nasce che, associate queste due serie nella | mente | nostra, quando l' una ci si presenta, ella serve a |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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il genitore che lo bacia e lo accarezza, ritiene nella sua | mente | la parola papà legata insieme col sembiante di lui |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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con cenni un oggetto più grande degli altri, s' avvezza la | mente | del fanciullo ad associare alla parola grandezza l' idea di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Egli è vero che noi non possiamo torle via [che] colla | mente | nostra, nè sapere che cosa questo bene diventi allorquando |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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è peregrina, tutti veggono Iddio che si trastulla colla | mente | di quella sua sposa, che rapisce a tutte le impressioni |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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esser quello d' illustrare e di comunicare la grazia alla | mente | umana, ma sol quello di produrrre qualche effetto |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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è divenuta anch' essa parola possente a illustrare la | mente | dell' uomo; 2. di quelle impressioni sensibili che hanno |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Solo per toccare brevemente di alcuni che primi alla | mente | mi si offeriscono, enumererò i seguenti. 1. Tutto l' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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risposta basterebbe all' uopo di trovarmi in accordo colla | mente | dei rispettabili teologi precitati. Ma ella non basta però |
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si potevano chiamare in senso stretto e proprio, secondo la | mente | dell' Angelico, Sacramenti perchè non erano facitori e |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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parole dell' Apostolo: « Rinnovellatevi nello spirito della | mente | vostra, e vestite l' uomo nuovo, che è creato secondo Dio |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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si veste e si depone (5). Le fasi poi: nello spirito della | mente | vostra; e quell' altra: nella giustizia e nella santità |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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nuova rigenerata), e poi veggo un' altra legge della mia | mente | e captiva ME nella legge del peccato che è nelle mie |
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e riformare l' umanità peccatrice. Ora egli è da por | mente | a quello che abbiamo di sopra toccato (1), cioè che sebbene |
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a tal fine li volgeva la Provvidenza, a rivelare cioè alla | mente | dell' uomo sempre più le verità salutifere. I Sacramenti |
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atti di culto, e non avevano a solo fine d' illustrare la | mente | umana, ma di salvare l' uomo stesso. I segni però, che |
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chiama l' attenzione sopra quelle analogie e le fissa in | mente | e le richiama e moltiplica. Tutto questo ragionamento |
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atto era più facile a quegli antichi poter fissare colla | mente | quest' anima e riconoscerla per qualche cosa. E |
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sviluppo delle naturali facoltà di Abramo: conduceva la | mente | di questo Patriarca a formare una grande astrazione, a |
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santo Patriarca e giocava mirabilmente a condurre la sua | mente | a pensare più spiritualmente, più in grande, venendo ad |
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. Ma il santo Patriarca non sapeva ancora colla sua | mente | fare astrazione da tutte le cose sensibili e terrene e |
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nelle Scritture, poichè come questa richiamava alla | mente | l' original peccato, così quei frutti de' primi tre anni; |
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volendo dire che la legge si doveva meditare colla | mente | ed eseguire coll' opera e così averla del continuo presente |
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di reale, ma questo ci è piuttosto indicato al vedere della | mente | che offerto da percepire (1). Per ciò non potendo questi |
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che distribuiva i beni in ragione di lei. Ma pervenuta la | mente | umana a questa istruzione, ella già doveva salire più alto, |
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e lasciò questa sola, e con tale artificio ridusse nella | mente | dell' uomo la giustizia isolata, la pura astrazione di |
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perdita«: ed essendo costretto di dover formare colla sua | mente | questo giudizio, egli veniva a fissare la potenza, la |
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una osservazione. Le idee astratte possono formarsi nella | mente | umana coll' aiuto de' simboli naturali. Ma per condurre la |
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umana coll' aiuto de' simboli naturali. Ma per condurre la | mente | bambina dell' uomo a fissare e bene imprimersi le idee |
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Il principio di ogni astrazione si trova naturalmente nella | mente | umana, che ha in proprio l' idea dell' essere, l' |
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dell' essere). Non si richiede adunque altro acciocchè la | mente | si formi tali idee, se non di rendergliele importanti, |
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differiva e la cui natura era tanto grande e levata che da | mente | umana concepire non si poteva perchè non vi avevano cose |
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universo era effetto che indicava questa causa prima: ma la | mente | umana doveva essere eccitata a fissarla principalmente col |
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opera dalla sapienza di Dio per maggiormente scolpire nella | mente | all' uomo quelle idee negative che gli bisognavano e che |
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di terra, dovendo essere un oggetto percepito dalla | mente | ed espresso con quel nome in quel modo appunto che la mente |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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mente ed espresso con quel nome in quel modo appunto che la | mente | il concepisce, egli si compone e risulta, questo oggetto |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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qualità: l' uomo era costretto dall' indole della sua | mente | di sostantivare la sua percezione: quella qualità dunque |
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altrettanti loro« simboli« che mirabilmente aiutavano la | mente | a dar corpo per così dire e sostanza a tali idee. Così l' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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sicchè egli abbia virtù di presentarle immediatamente alla | mente | di quelli che insegna: queste verità si direbbero il |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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all' operazione esteriore. E questa non è, secondo la | mente | dell' Angelico, un solo accompagnamento (4). Ma Iddio con |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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operazioni si può però ascendere coll' argomento della | mente | ad una causa al tutto divina, apparendo l' effetto così |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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egli è manifesto che questa idea non poteva reggere nella | mente | senza quelle altre cose che fossero appunto gl' indizii di |
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di queste non potea sostenersi, e lumeggiarsi nella sua | mente | il concetto di Dio. Quello era un giogo, come dicono le |
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necessario. Bastò poi un solo lume accresciuto nella | mente | dell' uomo, perchè tutto quel fascio di osservanze si |
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In questo non facevano che istruire, che sorreggere la | mente | a Dio; ma nel nuovo Testamento essi diventano i veicoli |
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delle indicazioni , colle quali Iddio determinava nella | mente | degli uomini le verità riguardanti il Dio Redentore. La |
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aveva un fine soprannaturale, a cui cercava di rivolgere la | mente | e lo spirito degli uomini, ma non mostrandolo visibile |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ove la natura delle cose parla chiaro e di forza. Ma la | mente | oscurata dell' uomo peccatore, e il cuore corrotto non |
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poter fare astrazione da tutte le cose terrene e fissare la | mente | nella sola giustizia come nel solo vero bene. Tanto non |
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sviluppato nelle sue facoltà intellettive, si scolpisse in | mente | la necessità che egli aveva di esser liberato dal peccato |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Santo, che procede dal Padre pel Figlio. Così la nostra | mente | è irraggiata da un trino raggio, il quale vieppiù ci |
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animo le cose già insegnate dal Verbo e di ricalcarle nella | mente | e renderle operative: primo dunque è il Verbo a operare, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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umana. Il divino Autore di tanto mistero illustri a noi la | mente | e ci conduca la penna, acciocchè collo scrivere nostro |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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solo, come dicevamo, l' annichilazione. E` vero che nella | mente | di Dio si suppone che stia il fine di annichilar quel pane |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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operante; ma questa connessione si termina tutta nella | mente | e nell' animo dell' operante, e non passa come abbiam |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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essere, non si potrebbe più convertire, eziandio che nella | mente | di Dio stesse il pensiero di averlo fatto cessare per |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ma crederlo e conservarlo. Or non si dee interpretare la | mente | di S. Tommaso con troppa sicurezza, la qual più si dee |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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se non per una relazione esteriore che sta nella | mente | di Dio, il qual prima annienta il pane e poi adduce il |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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perocchè il dir questo è gratuito, e contrario alla | mente | de' Padri i quali su di ciò tengono il più alto silenzio. |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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niente dal primo. Non potea fuggire tutto ciò alla gran | mente | del Bellarmino; e però chi lo legge attentamente trova che |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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desiderio di conoscere, e la limitazione ed infermità della | mente | e la manchevolezza dell' umana virtù; onde l' uomo si |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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L' uomo in una parola ristretto alle forze della sua | mente | e dalla grazia non sollevato più su, è agevolmente |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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legge presiede sì fattamente all' incessante moto della | mente | umana, che nulla vi si sottrae fuor che la divina fede; la |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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in iscena il secondo. Nè questa doppia tendenza dell' umana | mente | potea distruggersi col sopravvenire del Cristianesimo, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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nel secolo terzo non molto inoltrato (3). Con Manete la | mente | umana giunse a toccare quest' ultimo estremo errore che |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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cioè ch' essa non si formò già d' improvviso nella | mente | di un solo individuo, ma cominciata a nascere nelle menti |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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menti umane fino dalla più remota antichità discese da una | mente | nell' altra tradizionalmente, s' accrebbe, si sviluppò e |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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sistema giusto da sè medesimo. - Tuttavia Origene, d' alta | mente | e seco stesso coerente, dava all' umana libertà tutte le |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Cristo precedentemente alla sua Incarnazione; errore che la | mente | d' Origene conseguente a sè medesima non si stette dal |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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alcuni brani (6). Il brano seguente dimostra chiaro la | mente | pelagiana di questo celebre Vescovo. Ecco le parole di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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difficile a penetrarsi, perchè conviene di necessità che la | mente | di un tal uomo entri nelle più difficili e sottili ricerche |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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per la generazione il peccato. 42. Ma quantunque la | mente | dell' Angelico sia così aperta, tuttavia v' hanno di quelli |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ugualmente ineluttabile, che non lascia dubitare della | mente | di S. Tommaso si è, che l' intendere S. Tommaso contro la |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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(che anche l' ignora), ma è cosa che esiste solo nella | mente | e nella volontà di Dio. Mancando dunque nel bambino un |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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la relazione di cui si tratta, può esistere bensì in una | mente | che col pensiero abbraccia nello stesso tempo e il bambino, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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le battaglie della libertà, dell'industria, ma senza por | mente | alla necessità di progresso e di associazione, inseparabili |
Doveri dell'uomo -
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facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra | mente | ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo |
Doveri dell'uomo -
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che temporali; cioè onesto e moderato sollievo, tenere la | mente | lontana da quello che rattrista, occuparci di cose |
Epistolario ascetico Vol.III -
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avere la soluzione di que' dubbi che possono nascere nella | mente | contro i dogmi particolari della Fede ». Sciolto e vinto un |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ed è, che « la Religione cattolica è vera ». Quando la | mente | sia persuasa di questa verità generale (e dee bastare anche |
Epistolario ascetico Vol.III -
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agli altri studi speculativi, che facilmente esaltano la | mente | e inaridiscono il cuore e sono tanto meno importanti per l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ed acquistare. - Finalmente cerchi di provvedere la propria | mente | di tutte quelle tante ragioni che dimostrano quanto sia |
Epistolario ascetico Vol.III -
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coll' orazione. Tanto gli stava a cuore imprimere nella | mente | de' suoi discepoli la necessità della missione divina per |
Epistolario ascetico Vol.III -
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le belle lettere possono non poco giovare a rendere sana la | mente | e religioso il cuore, se si fa ben conoscere come elle sono |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di Dio, e dell' inferno. E a ribadire queste in | mente | con frutto, gioverà assaissimo l' avere persone atte a dare |
Epistolario ascetico Vol.III -
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insegnata, dove solo è la pace, il gaudio e la gloria della | mente | umana e la speranza dell' eterna felicità, io ho sottoposte |
Epistolario ascetico Vol.III -
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desiderio di uniformarmi colla più saggia esattezza alla | mente | del Sommo Pontefice, pregai lo stesso Mons. Corboli di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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fermerò qui: vorrei prima conoscere più esplicitamente la | mente | di Sua Santità. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.49 |
Epistolario ascetico Vol.III -
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parli aperto e senza riguardi, ma nello stesso tempo con | mente | fredda , protestando di non voler altro che il bene e l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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la stessa cosa cercando prima di tutto di ben intendere la | mente | del Superiore, poi studiando il modo migliore di eseguirla |
Epistolario ascetico Vol.III -
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molto e risolutamente in tutto quello che distrae la | mente | e si oppone al detto stato di raccoglimento e di presenza |
Epistolario ascetico Vol.III -
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certamente colla grazia divina: 1 Se concepirete colla | mente | l' eccellenza della carità del prossimo, a cui la divina |
Epistolario ascetico Vol.III -
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fare): quelle che facciam al presente, stavano davanti alla | mente | divina prima che morisse suo figlio, e da tutta l' eternità |
Epistolario ascetico Vol.III -
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corrigere est nefas ». Del rimanente a me passò per la | mente | che vi potesse recare qualche sollievo il fare qualche |
Epistolario ascetico Vol.III -
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vi ci ha condotto. Dar opera diligente ad arricchire la | mente | di santi pensieri, l' anima di santi affetti e la volontà |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ubbidienza. E non è già necessario di occupare la nostra | mente | di pensieri sull' avvenire, e di domandare a sè stessi che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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l' Istituto otterrà in voi il suo fine. Scrivetevi bene in | mente | il semplicissimo fine dell' Istituto, salus et perfectio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che poco anzi risplendevano di tanta luce alla vostra | mente | e nutrivano il vostro cuore di tante speranze: « Tu sei |
Epistolario ascetico Vol.II -
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aspettare ampia e ricca di cose, specchio di una gran | mente | e di un animo buono e gentile come dee esser quello dello |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mia persuasione? vuol che Le faccia conoscere quanto la | mente | mia chiaramente prevede dover avvenir da quest' aggressione |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di GESU` sia stata forse la cagione che vi ha inalberata la | mente | fino a giudicare della condotta di quello che dovete |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nelle divine Scritture. E perchè dipingerci innanzi alla | mente | quello che non sappiamo e che Iddio ha voluto celarci? e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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cosa insomma desiderabile, non è ancora che formarcene in | mente | un' idea imperfettissima; vincendo la realtà di quello |
Epistolario ascetico Vol.II -
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valor delle cose: vorrebbe che noi potessimo uscir colla | mente | e col cuore dai limiti di questo mondo sensibile, e che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ci fu tolta; se all' improvviso ella ci si affaccia alla | mente | come per dirci che non c' è più, che non la rivedremo mai |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mondo; ed anzi più quel primo, se ha più virtù, standomi in | mente | l' amore che portava Gesù Cristo ai poveri ed agli |
Epistolario ascetico Vol.II -
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generalmente parlando, la sottomissione della nostra | mente | è il primo requisito di un buon religioso. Non gli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ripeto; non vogliamo fare gran cose: nè ci imbarazziamo la | mente | nel futuro. Il Signore sia quello che ci induca, anche che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di grande e di stimato può avervi secondo il giudizio della | mente | umana, perchè nella intera nostra abbiezione, nel nostro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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qualche volta anche cadde; come quando Ella si è messa in | mente | che fossero venute lettere da Milano sul conto suo, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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inimico ed è questo. Egli si sforza di stornare la sua | mente | dal pensare e ben conoscere i propri difetti, conducendola |
Epistolario ascetico Vol.I -
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genitrice di Dio e nostra, l' animo si tranquilla e la | mente | si rasserena, a parlarne si diffonde la letizia, e a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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stesso avviso; e parmi che così ci uniformiamo meglio alla | mente | del Santo Padre Pio VIII di santa memoria, che m' ha |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di S. Paolo. Non so poi come possa essere loro venuto in | mente | di ricorrere a me, come fanno nella loro lettera; perchè io |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Oh qui conviene che semplifichiamo, e sinceriamo la nostra | mente | e il nostro cuore, poichè qui sta tutta la semplicità della |
Epistolario ascetico Vol.I -
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apparentemente religiosi! No, no, cacciamo dalla nostra | mente | tutto quell' ingombro, cacciamo dal nostro cuore quelle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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importante la prudenza e la semplicità. Calcategli ben in | mente | che Iddio non ha punto bisogno di noi miserabili per fare |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutti i nostri; salutatemeli nominatamente . Ho in | mente | di scrivervi in un' altra lettera le mie ragioni per le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Apostolo stesso. E se siamo in cielo collo spirito, colla | mente | e coll' affetto, che sarà per noi mai questo mondo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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siate sempre aiutati a rammentarvi ed avere vive nella | mente | quelle grandi verità che già sapete, le quali formano le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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avvertendo però, che in generale quella parola, secondo la | mente | di Bajo, talora significa un libero7positivo , un atto, |
Il razionalismo -
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Ma la frode riuscirà troppo palese a ciascuno, che ponga | mente | alla connessione delle sue parole e alla sconnessione dei |
Il razionalismo -
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danno. E, onde raccolgono questa lor conclusione? Se si pon | mente | al modo del lor ragionare, non da altro, che dalla |
Il razionalismo -
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due altri argomenti, atti a finire ogni question sulla | mente | di S. Agostino intorno alla qualità del guasto, che di |
Il razionalismo -
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gli altri argomenti moltissimi convincer possono della vera | mente | di S. Agostino, a cui s' attiene la sede Apostolica, tutti |
Il razionalismo -
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il che sarebbe un atto, perchè il giudizio è un atto della | mente | e la conversione nel bene è un atto dell' affetto; nè niuno |
Il razionalismo -
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i Concili che [...OMISSIS...] ; avendo la stessa gran | mente | di S. Agostino confessato che, [...OMISSIS...] ; deve pur |
Il razionalismo -
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S. Tommaso comprende più cose: 1 l' elevazione della | mente | a Dio soprannaturalmente conosciuto: 2 la rettitudine |
Il razionalismo -
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parte della giustizia originale cioè la sommissione della | mente | a Dio, era per essenza sua personale. Egli è di qui che s' |
Il razionalismo -
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sua condizione sentirebbe la pugna della carne colla | mente | [...OMISSIS...] , questo non determina ancora il grado |
Il razionalismo -
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Ma abbiamo veduto rispondendo alla quarta obbiezione, esser | mente | di S. Tommaso, che coll' insubordinazione della volontà a |
Il razionalismo -
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altro argomento validissimo, per conoscere intorno a ciò la | mente | di S. Agostino, si è l' osservare com' egli rispose ad una |
Il razionalismo -
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de' gratuiti favori? Ma non venne e non potea venire nella | mente | d' Agostino una tale risposta, e in quella vece rispose |
Il razionalismo -
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. Ma dubito però assai, che, senza la grazia, possa la | mente | d' un uomo sollevarsi a sì alto pensiero di domandare al |
Il razionalismo -
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. Di più la passione sensitiva, dice S. Tommaso, trae la | mente | a fare de' torti giudizii sul valore delle cose, e quindi |
Il razionalismo -
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abbattono ad alcuna di quelle differenze per confondere la | mente | de' suoi lettori s' accendono di zelo e con una cotal piega |
Il razionalismo -
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nell' essenza dell' anima, non pur distinguibile colla | mente | nostra dall' altre potenze; 2 La stessa potenza che già |
Il razionalismo -
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Razionalismo teologico e di devozione. Ma i principii della | mente | prevalgono alle abitudini della vita; e cresciuti quelli |
Il razionalismo -
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colla mente, essendo un principio, un pensiero che nella | mente | risiede. Le quali riflessioni potrebbero per avventura |
Il razionalismo -
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naturali, e vive secondo l' equità e la giustizia, la sua | mente | essendo più serena, il suo cuore più retto, conoscerà Iddio |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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che il convertirsi di cuore a Dio, e il regolare la vostra | mente | colle regole sante dell' Istituto, che sono quelle di Gesù |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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mai e poi mai meno la confidenza in Dio. Scolpitevi nella | mente | queste due massime: 1 che non c' è mai nessun motivo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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se non ci sia nel mezzo di tutti questi uomini una | mente | sola, o individua o collettiva, che produca quest' ordine, |
Questioni politico religiose -
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cristiano cattolico. Ciascuno uomo adunque deve pensarci a | mente | tranquilla, facendo tacere le prevenzioni, e gli sarà |
Questioni politico religiose -
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una causa sufficiente a spiegare come sia potuto cadere in | mente | umana il sistema della legge civile atea. La legge atea fa |
Questioni politico religiose -
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una passione rea e truce, che perverte, agita, disordina la | mente | del legislatore medesimo, e in appresso lo rende subdolo, |
Questioni politico religiose -
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animo che un ateismo senza odio, rimarrebbe ancora nella | mente | sufficiente calma per intendere che il governo civile, |
Questioni politico religiose -
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di abolire la Religione. Senza quest' astiosa passione la | mente | tranquilla del legislatore intenderebbe, che le cose che i |
Questioni politico religiose -
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in Milano l' opera presente, con una disposizione di | mente | e di animo risoluto a non ricevere alcuna influenza dallo |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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di barbarie, di rozzezza, d' ignoranza, a niuno viene in | mente | che gli atti del governo possano soggiacere a qualche |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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ceduto il luogo alle vie di diritto. A niuno viene in | mente | nè manco la possibilità di guarentigie che possano esser |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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date dall' autorità suprema al popolo: a niuno viene in | mente | di domandarle: tutti sentono il bisogno di ricevere una |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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tratto pel malore del momento; ma non si sollevava la sua | mente | a considerarlo con un po' più di generalità a vedere che in |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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idea che era entrata nelle famiglie più doviziose e nella | mente | dei più vecchi, che riguardavano come una pericolosa novità |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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tutti i diritti, perchè ciò era sopra le forze della umana | mente | e della umana virtù; che, perchè la Società fosse |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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avere il diritto di darne più che un solo; perchè ha una | mente | sola, una volontà sola, ed è un uomo solo. Finalmente egli |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
questo stato di distinzione le verità sono percepite dalla | mente | umana confuse insieme, per modo che di molte si fa una sola |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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. Ciò fecero collo stabilire un Senato che fosse come la | mente | della Repubblica: e come tutto ciò che fecero nella Società |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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non già come un' aerea fabbrica quale suol uscire da una | mente | che spazia fra gli immensi campi del possibile senza |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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politiche apparisce dal non esser giammai venuto in | mente | di dare a tali giudicii una forma regolare. Il giudicio |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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quando sia costituito un Tribunale che quasi voce e | mente | del popolo stesso giudica a nome della verità che il fatto |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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ritrova quanto ha il cuore più ignudo d' altri affetti, la | mente | più libera, e l' animo più generoso. Le classi adunque de' |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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nudità d' animo, quella tranquilla imparzialità, quella | mente | pura e ferma nè ammollita dalle delizie, nè invanita dalle |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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in Milano l' opera presente, con una disposizione di | mente | e di animo risoluto a non ricevere alcuna influenza dallo |
Filosofia politica naturale -
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di barbarie, di rozzezza, d' ignoranza, a niuno viene in | mente | che gli atti del governo possano soggiacere a qualche |
Filosofia politica naturale -
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ceduto il luogo alle vie di diritto. A niuno viene in | mente | nè manco la possibilità di guarentigie che possano esser |
Filosofia politica naturale -
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date dall' autorità suprema al popolo: a niuno viene in | mente | di domandarle: tutti sentono il bisogno di ricevere una |
Filosofia politica naturale -
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tratto pel malore del momento; ma non si sollevava la sua | mente | a considerarlo con un po' più di generalità a vedere che in |
Filosofia politica naturale -
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idea che era entrata nelle famiglie più doviziose e nella | mente | dei più vecchi, che riguardavano come una pericolosa novità |
Filosofia politica naturale -
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tutti i diritti, perchè ciò era sopra le forze della umana | mente | e della umana virtù; che, perchè la Società fosse |
Filosofia politica naturale -
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avere il diritto di darne più che un solo; perchè ha una | mente | sola, una volontà sola, ed è un uomo solo. Finalmente egli |
Filosofia politica naturale -
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questo stato di distinzione le verità sono percepite dalla | mente | umana confuse insieme, per modo che di molte si fa una sola |
Filosofia politica naturale -
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. Ciò fecero collo stabilire un Senato che fosse come la | mente | della Repubblica: e come tutto ciò che fecero nella Società |
Filosofia politica naturale -
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non già come un' aerea fabbrica quale suol uscire da una | mente | che spazia fra gli immensi campi del possibile senza |
Filosofia politica naturale -
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politiche apparisce dal non esser giammai venuto in | mente | di dare a tali giudicii una forma regolare. Il giudicio |
Filosofia politica naturale -
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quando sia costituito un Tribunale che quasi voce e | mente | del popolo stesso giudica a nome della verità che il fatto |
Filosofia politica naturale -
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ritrova quanto ha il cuore più ignudo d' altri affetti, la | mente | più libera, e l' animo più generoso. Le classi adunque de' |
Filosofia politica naturale -
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nudità d' animo, quella tranquilla imparzialità, quella | mente | pura e ferma nè ammollita dalle delizie, nè invanita dalle |
Filosofia politica naturale -
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