a questa, sia per arrivare alla « Teoria dell' ente | finito | »che è la cosmologia. L' Ontologo dunque rimane ne' |
Teosofia Vol.I -
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e la potenza di farlo sussistere. La possibilità dell' ente | finito | s' estende a tutto il finito possibile, e la potenza s' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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La possibilità dell' ente finito s' estende a tutto il | finito | possibile, e la potenza s' estende a potere realizzare |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e la potenza s' estende a potere realizzare tutto il | finito | possibile; nè l' una nè l' altra ha confini. Onde vengono |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è la sussistenza per sè manifesta; rispetto poi all' ente | finito | non ancora sussistente è puramente idea . Ora, all' uomo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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determinò quali speciali limitazioni dovesse avere l' ente | finito | ch' ella voleva creare; questa determinazione fu ella fatta |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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non poteva concepire a cui dar l' esistenza, se non un ente | finito | in cui risplendesse il carattere della sapienza che lo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ciò; perchè Iddio non poteva amare che se stesso, e l' ente | finito | non per lui, ma per se stesso. Ma, oltre la sapienza di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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doveva necessariamente voler produrre il maggior essere | finito | possibile colla menoma sua azione; di che procede che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sussistenza, amando se stessa, doveva volere che l' ente | finito | da lei prodotto ottenesse il massimo frutto, cioè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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aver altro esemplare che se stesso, nè potendo l' ente | finito | esser altro che limitato e quindi soggetto alla |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ama l' Essere infinito, ma ama che sussista anche l' essere | finito | che imita per quanto può il primo. Se dunque ama che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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quali considerazioni procede: 1 Che, quantunque l' ente | finito | creato potesse esser maggiore, più numeroso, se si riguarda |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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della sapienza e della santità, e quindi che l' ente | finito | che sussiste per creazione è tutto ciò che di finito poteva |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ente finito che sussiste per creazione è tutto ciò che di | finito | poteva sussistere, salvi quegli attributi; 2 Che Iddio fu |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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nella sussistenza divina tutti que' modi co' quali l' ente | finito | potrebbe, se fosse creato più imperfettamente, imitare l' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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il suo oggetto. Ma non trovandosi quest' oggetto | finito | determinato nella divina sussistenza, convien che sia |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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cose: vede il mondo, e vedendolo lo crea, trova quell' ente | finito | che nel miglior modo possibile imita l' ente infinito, ed |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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divina. Ora il rendere a se stessa manifesto l' ente | finito | determinato è un crearlo, come dicevamo. Vi ha però questa |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ossia l' essenza, e ad un tempo la sussistenza dell' essere | finito | nella sua unità, nel suo ordine che lo renda un tutto solo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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omnia Verbo virtutis suae (1) ». E l' amabilità dell' ente | finito | ordinatissimo e completissimo è l' amabilità stessa della |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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divina, amabilità che viene partecipata dall' ente | finito | in quanto questo imita quella, sebbene limitatamente. . Il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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le essenze delle cose, ossia la possibilità dell' ente | finito | che diviene il lume di sua ragione; 2 riceve le sussistenze |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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da Dio, nella cui natura Iddio vede qual sia l' essere | finito | complesso di più enti convenientissimi, e col vederli li |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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non si contenesse anche la possibilità fisica dell' ente | finito | che in essa risiede. La stessa sussistenza senza il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ed amata da se stessa, e quindi se non amasse l' ente | finito | che la imita, essendo sua proprietà quella d' essere |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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liberamente, in conseguenza di tale amore, l' ente | finito | ordinatissimo da lei amato, e pronunziandolo pone ad un |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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determinata e la sua sussistenza. L' essere intelligente | finito | è la più nobil parte del creato, e l' altre cose sono fatte |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Verbo divino, perchè è la possibilità logica dell' essere | finito | che nella divina sussistenza pronunciata da se stessa |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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umane acquistano un fine solo, e tutto l' amore all' essere | finito | dee rifondersi almeno virtualmente nell' amore dell' essere |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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idea, nè egli ci muove parzialmente verso qualche essere | finito | a pregiudizio di qualche altro; ma ci muove ad aderire all' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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natura divina, dee esser Dio; giacchè fra l' infinito e il | finito | non v' ha mezzo alcuno, e il finito è distante |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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fra l' infinito e il finito non v' ha mezzo alcuno, e il | finito | è distante infinitamente dall' infinito: l' infinito poi è |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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vede nel suo concetto, cioè nel suo Verbo, l' essere | finito | e vedendolo lo crea. Ma questo concetto del Padre non è, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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volontà divina, che, quand' ella vuole che sussista un ente | finito | e relativo, lo immagina, dirò così, sussistente, e questa |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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bene eudemonologico7morale nella minima quantità di essere | finito | fisico, connesso fra sè nel miglior modo per l' ottenimento |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e questo è il mondo creato. Amando dunque Iddio l' essere | finito | così concepito ed ordinato, che nell' essere per sè noto è |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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il suo realizzamento. Così la facoltà di creare l' essere | finito | si prova necessaria alla perfezione dell' essere infinito, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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affatto dall' idea. Infatti, se voi mi date uno spirito | finito | e reale qualsiasi, egli passerà dalla potenza all' atto, |
Gioberti e il panteismo -
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il solo intelligibile per se stesso, l' essere reale | finito | è per se stesso oscuro ed inintelligibile, e viene |
Gioberti e il panteismo -
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sono necessarj, nell' ente finito, perchè lo stesso ente | finito | non è necessario, ma contingente. Le innumerevoli |
Gioberti e il panteismo -
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« il sapere dell' uomo è infinito, il sapere dell' uomo è | finito | »? Ad entrambe, miei signori. Sì, noi non ricusiamo mai di |
Gioberti e il panteismo -
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e quella finita, perciò quella gli sembra nulla, poichè il | finito | paragonato all' infinito svanisce in nulla. Infatti quando |
Gioberti e il panteismo -
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percezione, abbiamo tirato una linea di separazione tra il | finito | e l' infinito, tra le cose contingenti e le cose eterne. |
Gioberti e il panteismo -
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Dunque nel sistema nostro non si predica del reale | finito | che cade ne' nostri sensi nessuno dei caratteri divini |
Gioberti e il panteismo -
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e somiglianza rimota che corre tra l' infinito e il | finito | . Ascoltate attentamente, perchè già ci avviciniamo di |
Gioberti e il panteismo -
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e perciò lo chiamiamo anche noi divino; in quanto poi è | finito | e limitato, cioè nella sua parte negativa, intanto a lui si |
Gioberti e il panteismo -
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rimota e imperfettissima che corre fra l' infinito e il | finito | » »; io passo all' accusa di panteismo, ed esamino tosto se |
Gioberti e il panteismo -
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ente finito, identico coll' uomo. Si fa dunque dell' ente | finito | e dell' infinito, dell' uomo e di Dio una cosa sola. |
Gioberti e il panteismo -
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Dio rimota ed imperfettissima, come quella che corre tra il | finito | e l' infinito, e che quell' ente astratto s' immedesima |
Gioberti e il panteismo -
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sola analisi dello spirito è la virtù creatrice che cava il | finito | dall' infinito, e le esistenze, cioè le creature dal |
Gioberti e il panteismo -
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espressamente dichiara in contrario; dichiara che è proprio | finito | quell' essere che si vede in Dio, e che perciò è Dio: |
Gioberti e il panteismo -
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le sue parole: [...OMISSIS...] . Dice adunque che è | finito | quell' ente possibile appunto, che si vede in Dio, ed anzi |
Gioberti e il panteismo -
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intende ancora perchè il signor Gioberti distingua il reale | finito | dal possibile, e distingua in ogni cosa due possibili, l' |
Gioberti e il panteismo -
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poichè, se potesse formarla, già non sarebbe indefinito, ma | finito | e determinato. Ogni indefinito dunque involge in sè il |
Sulle categorie e la dialettica -
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venire tanto il pari quanto l' impari, l' indefinito e il | finito | (4). Ma più importante ancora per la scienza è il sapere |
Sulle categorie e la dialettica -
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Pitagorici su di questo argomento. L' uno di Parmenide era | finito | e infinito ad un tempo (5), appunto come l' uno di Pitagora |
Sulle categorie e la dialettica -
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dispari; o, come vuole Aristotele, l' uno di Parmenide era | finito | o determinato, quello di Melisso, infinito o indeterminato |
Sulle categorie e la dialettica -
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le supreme classi o categorie platoniche: quella dell' ente | finito | , che consta de' due accennati elementi; e quella dell' |
Sulle categorie e la dialettica -
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filosofica, dalla mente umana. La realità dell' ente | finito | nondimeno prende in Aristotele un posto alquanto più |
Sulle categorie e la dialettica -
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a quel modo nel quale tali doti sono partecipate dall' ente | finito | umano, e quindi anche i vocaboli, che le esprimono, non |
Sulle categorie e la dialettica -
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si è che « « il mondo abbia cominciato, e che lo spazio sia | finito | » ». Che il mondo abbia cominciato, si prova da Kant |
Sulle categorie e la dialettica -
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L' infinito sarà scaduto ad una condizione inferiore del | finito | da lui prodotto? E s' ella è così, dove oggimai si trova l' |
Sulle categorie e la dialettica -
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infinito sieno la medesima idea, perocchè ogni ente anche | finito | è necessariamente uno. 4 E` falso ancora, che l' idea di |
Sulle categorie e la dialettica -
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Ma, lasciando che il mondo può esser uno e tuttavia esser | finito | (e certo egli è finito da molti lati), chi dirà mai che il |
Sulle categorie e la dialettica -
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mondo può esser uno e tuttavia esser finito (e certo egli è | finito | da molti lati), chi dirà mai che il modo dell' essere del |
Sulle categorie e la dialettica -
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Aristotele medesimo: ma quest' elemento anteriore al reale | finito | sfuggì alla mente del filosofo. Quando poi ei non era |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come tale, niuna cosa propria comunica all' altro, ma è | finito | tutto in se stesso. Pure Aristotele, senza vedere, che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essere concepito in altro, il pensiero di lui sta da sè, è | finito | in lui «( Ideol. 613 not.) ». Le altre due classi di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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gli elementi accoppiati insieme, la felicità dell' essere | finito | non può consistere nella vita della sola mente che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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scorge nel bene finito: il commisurato è lui stesso il bene | finito | ricevuto che abbia la misura, e la misura , che è quell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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una perfetta ontologia : le leggi dell' ente reale e | finito | divennero dunque nel pensiero di Aristotele, con un salto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è il principio che moltiplica gli enti? - Come l' ente | finito | è costituito da quell' unità che giace nel gruppo dei suoi |
Psicologia Vol.III -
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intelligenza umana s' estende in qualche modo a tutto, al | finito | non meno che all' infinito. Compose adunque un sistema del |
Psicologia Vol.III -
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citato del Bruno di Federico Schelling. Si dice che il | finito | è perfetto, quando è annodato coll' infinito, e che non può |
Psicologia Vol.III -
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infinito, se non è previamente uno coll' infinito. Ma se il | finito | è previamente uno coll' infinito, non ha più bisogno di |
Psicologia Vol.III -
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che lo annodi seco stesso. Dall' aver detto che il | finito | non può essere annodato coll' infinito, se non per mezzo |
Psicologia Vol.III -
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bellezza. Dopo aver dunque distinto nel discorso: 1) il | finito | e l' infinito; 2) la nozione del produttore e il |
Psicologia Vol.III -
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si trova; poichè la parola collezione denotava un numero | finito | di individui reali, laddove il comune si trova in tutti gli |
Psicologia Vol.III -
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traslato. A ragion d' esempio quando prova che il cielo è | finito | (2) e poi dice, che « « al di fuori del cielo non c' è, nè |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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(5), e allora è indeterminato, e non essendo egli stesso | finito | e ultimato, non ha virtù di esistere separato e da sè, ma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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cosa di creato e di finito. Questo elemento creato e | finito | che percepisce, questo termine limitato, qualunque sia, |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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perciò non poteva tener l' opera sua dentro i termini di un | finito | e limitato bene; ma doveva naturalmente volgerla a un bene |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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congiungersi al suo creatore, togliendo la faccia dal ben | finito | e levandola più e più all' infinito e divino. A lui era |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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avente per oggetto il reale. Primieramente, il reale | finito | considerato da se solo senza veruna dote non si può |
Principio supremo della metodica -
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E nel vero, al quint' ordine il fanciullo non ha ancora | finito | di concepire chiaramente se stesso, come vedemmo, perocchè |
Principio supremo della metodica -
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che finito. E perciò è evidente che, acciocchè all' essere | finito | sieno tolte via tutte le limitazioni e con esse le |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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2. non potevano nè pure dare a sè stesse alcun oggetto | finito | nel quale terminare e pel quale svilupparsi. Conveniva |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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quest' epoca tutti i segni, che l' ordine antico è oggimai | finito | e che non si fa che aspettare l' ordine nuovo a cui |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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anima di Cristo già gloriosa. Imperciocchè Cristo avea | finito | di patire e meritato tutto: sicchè l' anima di Cristo, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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perisce« (2). Or bene quando il pane non c' è più, ha | finito | di convertirsi; esso cessa di essere, e dopo ciò egli non |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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in un tratto da noi così poco preparati. Il perchè niuno ha | finito | d' apprenderla mai, e i santi v' impiegaron tutta la vita, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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deve poi durare tutta la loro vita. E quelle che non hanno | finito | d' ottenerlo nel Noviziato, devono procurare di ottenerlo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Se ella venisse determinata ad un senso razionale, sarebbe | finito | l' incanto, e la magica verga si spezzerebbe nelle mani dei |
Questioni politico religiose -
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più nascoste e più puzzolenti. Mio caro, che dunque sia | finito | fra voi e per sempre ogni segno di dissidio da parte vostra |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nelle corti quella politica che tutto corrompe, e che ha | finito | col confondersi nella incredulità. Ma ogni qualvolta il |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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nelle corti quella politica che tutto corrompe, e che ha | finito | col confondersi nella incredulità. Ma ogni qualvolta il |
Filosofia politica naturale -
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il cristianesimo senza averne il pieno studio ed il | finito | intendimento, e perciò ne sfuggono le più vere conseguenze, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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