«7») Il pensare | dunque | o concepire assolutamente in modo assoluto è essenziale |
Teosofia Vol.I -
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Teoria dell' ente finito »che è la cosmologia. L' Ontologo | dunque | rimane ne' concetti, ma il Teologo passa da' concetti a |
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un modo virtuale e relativo alla mente astraente. Altro è | dunque | considerare le essenze ontologiche in se stesse, altro |
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d' una scienza sempre più purgata e matura. Ricominciamo | dunque | a cimentare la dottrina del nostro filosofo esposta ne' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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è assurda, perchè è la negazione d' ogni ragione. Non s' è | dunque | sollevato nè ha punto inteso il bisogno di sollevarsi all' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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la stessa costituzione di questi stessi agenti. Platone | dunque | lascia valere tutti gli agenti d' Aristotele, la natura e |
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cosa e l' altra senza ripugnanza. Il sistema Aristotelico | dunque | è in aria, manca di ragion sufficiente, non spiega punto l' |
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stesso concede che questa prima causa è la forma: è | dunque | d' accordo con Platone. Altro è dunque cercare perchè un |
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causa è la forma: è dunque d' accordo con Platone. Altro è | dunque | cercare perchè un ente è quello che è: altro è cercare, |
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nel mondo un vero ricorso di cause all' infinito. Inserisce | dunque | nel suo sistema due sentenze, che secondo gli stessi |
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altra, e così all' infinito, ricadremmo nel detto assurdo: | dunque | ci deve essere una materia prima eterna: la qual materia |
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a condizione che sia vero ciò che si vuol dimostrare. Pecca | dunque | di circolo, perchè quell' argomento prova unicamente che la |
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. Ma se è accidentale l' evento, argomenta Aristotele, | dunque | anche accidentale la causa (1). Ma qual sarà questa causa |
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, perchè certe volte accada questo alla materia. Continua | dunque | a proporre la questione che riceve questa forma: |
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in un' ultima condizione. [...OMISSIS...] Dopo aver | dunque | Aristotele confessato, che ci sono eventi accidentali, che |
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la causa dell' accidentale essere nella materia. Sebbene | dunque | lasci qui il discorso, e sembri che ponga l' ultima, quale |
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a un solo dei generi categorici degli enti. Conchiude | dunque | che « « amendue » » (l' accidentale e il vero ) « « sono |
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luogo esce in questa sentenza: [...OMISSIS...] . Sebbene | dunque | Aristotele non si sollevasse a ricercare la causa della |
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moto nell' universo ed il tempo è continuo ed eterno (1): | dunque | è necessario che ci sia un motore continuo ed eterno: |
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quel principio attivo che si chiama natura (5). Essendoci | dunque | una prima sostanza immateriale fuori della natura, prima |
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esso tende prima di tutto la volontà. Il primo appetibile | dunque | e il primo intelligibile sono la cosa stessa |
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Ma conviene recare le sue stesse parole. Dopo aver detto | dunque | che l' intelligibile primo è il primo desiderabile, perchè |
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assolutamente bello, continua così: [...OMISSIS...] . Dice | dunque | che l' intelligibile fa una serie di cose per sè, e la |
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la mente, e da questa mozione viene l' intellezione. C' è | dunque | prima di tutto l' intelligibile «noeton» (questo precede |
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prima, cioè il primo intelligibile. L' intellezione per sè | dunque | è il primo intelligibile per sè, onde la prima ed eterna |
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intellezione » » [...OMISSIS...] Nella sostanza prima | dunque | e tutta atto, conviene che queste cose si trovino unite e |
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come atto; 2 l' intellezione come oggetto: c' è | dunque | pluralità, e non più unità. Di poi, se l' oggetto è la |
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l' intellezione per essere tale deve pure avere un oggetto. | Dunque | anche l' intellezione oggetto deve avere un oggetto; e così |
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e così si va all' infinito. La speculazione filosofica | dunque | delle genti, all' ultimo, al più sublime e al più |
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Dio nella loro natura propria conosciute. La conciliazione | dunque | di quelle due proposizioni nel sistema d' Aristotele |
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. Ed ecco come egli ragionò: [...OMISSIS...] (1). Vedendo | dunque | Aristotele che l' inteso doveva immedesimarsi coll' |
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perciò purissima intellezione. L' intellezione purissima | dunque | doveva essere l' oggetto ottimo di sè stessa: e dall' |
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meglio non vedere, che vedere, [...OMISSIS...] (2). Avendo | dunque | tolto a Dio la cognizione delle cose mondiali, gli tolse |
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se non conosciute, nè pure governate: la gran differenza | dunque | tra Aristotele e Platone si riduce a questo, che l' uno |
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sè stessa, che è l' ottima di tutte le cose. Quello | dunque | che dice dell' intellezione divina, dice d' ogni |
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abbiamo già riferiti. Il seguente ne fa la conferma. Dopo | dunque | che Aristotele ebbe mostrato necessità, che l' intellezione |
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inteso. Propone poi un altro dubbio, [...OMISSIS...] . Vuol | dunque | dire che la facoltà di giudicare e di raziocinare, cioè di |
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non dipende da alcuno oggetto, eccetto sè stessa. Questa | dunque | è di tutte le cose la più nobile, la più perfetta, il bene |
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dal Leibnizio a questa forma: « « Iddio è possibile; | dunque | sussiste » (2) ». Infatti a che in fin dei conti si riduce |
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non può stare senza la sussistente: ma quella c' è, | dunque | anche questa ». Un secondo argomento poi con cui Aristotele |
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dovesse essere necessariamente un predicato . Distinse | dunque | la sostanza prima dalla sostanza seconda , e volle che la |
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tutte l' altre cose » », [...OMISSIS...] . Quella sostanza | dunque | che prima non si predicava di nulla, ora si predica della |
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d' altro non si predica che della sostanza reale . Come | dunque | si può dire che la sostanza si predichi della materia? |
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e dell' aceto, cioè della sostanza reale. Ogni subietto | dunque | ed ogni singolare, secondo Aristotele, ha la sua natura |
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»(3) », che sono le sostanze seconde e universali. Se | dunque | le sostanze singolari hanno la loro ragione o quiddità, |
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condizione di puro atto e di pura intellezione. Essendo | dunque | i concetti « di atto e d' intellezione »di natura loro |
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essere appetita da tutte le cose dell' universo. Diede | dunque | il nostro filosofo a tutti gli enti mondiali un intrinseco |
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a cui sono in potenza e non ad altre. Ciascuna materia | dunque | non può arrivare nel suo naturale movimento che a certe |
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di quella forma ultima o perfezione a cui tende (1). Tende | dunque | a cacciare da sè questa privazione, onde nella generazione |
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generato in parte è già, e in parte non è »(3) ». Sebbene | dunque | Aristotele chiami Iddio il primo motore di tutte le cose, |
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la vita, come a suo luogo meglio dichiareremo. Aristotele | dunque | descrive il divino, il buono, l' appetibile così |
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dell' uomo giusto che non è nel detto genere (3). E` | dunque | una natura universale, che può essere conseguita da più |
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qualvolta sente di non poter andare avanti senz' esse. Dice | dunque | che nella serie degli intelligibili la sostanza è la prima, |
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bello è anche ciò che muove l' intellezione: il volibile | dunque | e l' intelligibile primo e nel suo primo atto s' |
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primo e nel suo primo atto s' immedesimano. Mette | dunque | il bene in ciò che è primo , ma questa qualità di esser |
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si renderà più chiara da ciò che diremo. Distingue | dunque | Aristotele l' intellezione , che non ha per oggetto altro |
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l' intellezione divina sono ugualmente intellezioni: ancora | dunque | hanno di comune l' essenza generica d' intellezione. Se poi |
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è quest' essenza generica ? L' intellezione suprema sarà | dunque | composta di genere e di differenza? Ma in tal caso ella non |
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cosa di potenziale, cioè la sua radice generica. Ritorna | dunque | sempre la stessa difficoltà, e contraddizione. Che dunque |
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dunque sempre la stessa difficoltà, e contraddizione. Che | dunque | Aristotele abbia veduto la necessità d' un primo essere e |
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materia: poichè è atto che ha in sè il suo compimento (1). | Dunque | il primo motore immobile è uno di ragione e di numero » » |
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movimento del primo cielo; [...OMISSIS...] . Per dimostrare | dunque | l' unicità del primo Motore ricorre alla supposizione che |
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elevato sui pregiudizi volgari. [...OMISSIS...] Pareva | dunque | ad Aristotele d' essersi molto innalzato sui volgari |
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e di bestie, e attribuita quella di astri! Dall' esserci | dunque | più movimenti ne' cieli, argomenta Aristotele che ci devono |
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non potrebbe essere in una eterna e continua attuazione. Se | dunque | Aristotele ripone la natura del primo Motore in un atto |
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per sè tale, senza mescolanza d' altro elemento. Non giunse | dunque | Aristotele a un sufficiente concetto della Divinità (3). D' |
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sia dall' universo stesso avuto. [...OMISSIS...] . Ammette | dunque | che il Bene e l' ottimo sia ad un tempo come il duce nell' |
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ma vogliamo osservare il valore di quelle parole: « « E` | dunque | ente per necessità, e in quanto è necessità, è bene, e così |
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è necessità, è bene, e così è principio. Da tal principio | dunque | il cielo e la natura dipende »(1) ». Prendendo queste |
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seguente a mostrare che non è un solo, ma più. Dipende | dunque | tutto il resto dalla sostanza pura, ma, come queste |
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sviluppo, ad uscire al maggiore loro atto possibile. Disse | dunque | che l' atto era il bene, e che tutte le cose appetivano il |
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una entità comune , ma comunissima ed astrattissima. Quando | dunque | si parla d' un bene, appetito da tutte le cose, che hanno |
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è meno perfetto e ritiene più del potenziale. Paragonati | dunque | sotto quest' aspetto que' sommi generi analogici di specie, |
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concepir senza questa, e questa sì senza quello (1). Come | dunque | l' atto è anteriore alla potenza, così Aristotele stabilì |
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degli enti diversi, solamente tra loro analoghi. Conveniva | dunque | cercare una classificazione di questi enti, per vedere |
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enti, per vedere quale sostanza fosse la prima. Gli enti | dunque | secondo questo rispetto furono divisi in sensibili e |
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E poichè tutte le cose tendono per loro natura all' atto, | dunque | tutte tendono all' intellezione, benchè tutte non ci |
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sè, per arrivare ad un atto maggiore (2). La causa finale è | dunque | l' atto o specie che l' ente vuol conseguire e che ha già |
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che ha attualmente, è la causa efficiente interna. L' ente | dunque | che chiameremo materia7forma o potenza7atto è costituito |
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classe più nobile di enti, o ad una inferiore. Su questo | dunque | conviene che ci tratteniamo. Aristotele suppone che ci sia |
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in potenza alla specie ossia all' atto della vita. Quando | dunque | questi corpi in potenza alla vita, e che però appetiscono |
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atto è sempre per sè conoscibile (3), anche la sensazione | dunque | appartiene all' ordine delle cose che sono per sè |
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diventano una cosa sola nell' anima che sente (5). Essendo | dunque | la forma sensibile l' atto del corpo, e questo, pel |
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potenzialmente nel particolare sensibile (7). La facoltà | dunque | del conoscere, e l' atto conoscitivo non è ancora altro per |
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può trascorrere dall' uno all' altro di essi: l' universale | dunque | è il mezzo del ragionare (2). Tuttavia la parte discorsiva, |
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Tuttavia su quest' unità torneremo tra poco. Tenedo | dunque | presente che Aristotele s' era formato un concetto |
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verso l' ottimo di tutta intera la natura. Le materie | dunque | o potenzialità prime che sono le corporee, sono diverse. |
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le diversità delle materie d' Aristotele. In quanto | dunque | una data materia ha certe forme in potenza, intanto |
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quegli eventi ch' egli crede casuali. In certi corpi | dunque | naturali e organati c' è in potenza quella forma o specie |
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chiama costantemente divino, o divinissimo (1). Conviene | dunque | distinguere, secondo Aristotele, quasi quattro atti, l' uno |
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potenza diviene atto, in tanto cessa d' esser potenza. Come | dunque | il sensibile in potenza è diverso dal senziente in potenza, |
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applicare alle sensitive potenze. Secondo Aristotele | dunque | quando un corpo naturale organizzato, mediante il |
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diverse determinazioni diventa tutti gli intelligibili. Se | dunque | la mente in potenza è quella che diventa tutti gl' |
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l' essere stesso delle cose alla ragione (1). Che cosa | dunque | ci dà il senso, secondo lo stesso Aristotele? Delle |
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nè varrebbe più il principio di contraddizione (2). Non è | dunque | nelle sensazioni che si possa trovare la verità , la verità |
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possa trovare la verità , la verità assoluta (3). Convien | dunque | ricorrere alle specie con cui conosciamo ogni cosa (4) per |
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questa appartiene alla ragione: l' apparenza sensibile | dunque | non è giudicata dal senso, e rimane apparenza senza alcuna |
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mai nella stessa condizione, non è, ma sempre diventa? E` | dunque | indeclinabile convenire, nel riconoscere conveniente e |
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distruggono la scienza, la verità? (5). In che consiste | dunque | la differenza? Certo in quello che dicevamo: che Platone |
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per un abisso che non si può più colmare. Ricorse | dunque | a dire che le cose intelligibili sono nelle sensibili in |
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non sono esse in potenza, secondo Aristotele? Come | dunque | saranno il divino che dev' essere puro atto? 3 Le specie e |
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può avere specie contrarie. [...OMISSIS...] . Distingue | dunque | il bianco in sè, [...OMISSIS...] , dal bianco come |
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poi è suscettivo del predicabile e del suo contrario. Hanno | dunque | torto quelli che fanno i principŒ contrari tanto nelle cose |
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immobili (1), poichè i contrari sono predicabili. Distingue | dunque | Aristotele e qui e altrove (2) la specie come specie pura, |
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pura, e la specie come predicabile d' un subietto. Altra | dunque | è secondo Aristotele la stessa forma in sè, [...OMISSIS...] |
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di cui riconosce l' eterna sussistenza. La riprensione | dunque | che fa ai Platonici consiste primieramente in questo: |
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ci sia, e rispetto a quali cose non ci sia »(6) ». Toglie | dunque | a determinare rispetto a quali cose la specie in sè non |
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intorno al qual dubbio dice: [...OMISSIS...] . Non vuole | dunque | Aristotele che sussistano per sè come enti separati e |
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altra cosa separata, indipendente e al tutto divina. Trova | dunque | indegno della divinità l' ammettere specie eterne di cose |
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gli altri intelligibili: come dice che intelligibile è | dunque | la mente, e come scevera essa dalla materia e riduce in |
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primo principio di tutti i principŒ logici. Se | dunque | la mente è il principio dei principŒ, e l' essere è appunto |
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alla prima filosofia dice: [...OMISSIS...] . Riguarda | dunque | per primo e principale principio, [...OMISSIS...] , l' Ente |
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da tutte e per sè, ed è il divino, [...OMISSIS...] . Questa | dunque | è ad un tempo singolare in quant' è separata e da sè |
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che giace in fondo al sistema aristotelico. Concede | dunque | a quelli, che chiama gli elegantissimi, [...OMISSIS...] , |
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si predica l' essere, e di alcuni anche l' uno. Quello | dunque | che ripugna ad Aristotele non è già che l' essere , a cui |
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proposizioni che sembrano contraddittorie. La conciliazione | dunque | d' Aristotele, se non erro, è questa. L' ente come ente ha |
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obiettivo è l' ente stesso primitivo e divino. L' ente | dunque | predicato e partecipato è universale e comunissimo, e però |
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specie, e però non avrebbe la prima scienza (2). Non si può | dunque | dividere la dottrina dell' essere universalissimo dalla |
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qualità dell' essere , ma l' essere stesso . L' argomento | dunque | d' Aristotele contro le idee platoniche qui si frangeva: ed |
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e non come qualche cos' altro, [...OMISSIS...] (3). Sembra | dunque | che la scienza prima non tratti dell' essere come |
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, come potrebb' essere una scie o genere comune? E` | dunque | indubitato che la prima scienza, secondo Aristotele, tratta |
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specie universalissima, specie delle specie. L' essere | dunque | è per sè conoscibile. E poichè le specie dell' altre cose |
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è nulla, perchè se ci fosse, sarebbe già essere (1): egli | dunque | è veramente il primo subietto (dialettico) di cui tutto il |
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(dialettico) di cui tutto il resto si predica. L' essere | dunque | non si predica, che dell' essere stesso. Ora, come non |
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la natura dell' essere, unica e semplice (3): nei sentiti | dunque | e negli altri intesi si riconosce questa natura dell' |
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per una tale identificazione della mente. La spiegazione | dunque | di questo mistero consiste nella distinzione tra l' essere |
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colta, o certo non aveano mantenuta costantemente. Se | dunque | si domanda se l' essere predicato d' ogni cosa è |
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ente imperfetto, parte di ente e non ente. Acciocchè | dunque | l' ente, che si predica, dopo la predicazione sia ente |
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e le inefficaci trapassiamo per brevità), è sempre stato. | Dunque | ci si dovea trovare tutto ciò che c' è al presente. Poteva |
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cogl' intelligibili, [...OMISSIS...] (4). Aristotele | dunque | trova, che nell' università delle cose, ci sono e ci devono |
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move da sè stessa, ma solo asseconda e segue il movente. Se | dunque | vi sono cose che relativamente sd altre sono in potenza, |
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cosa di ciò che si svolge da esso di poi (1). O conviene | dunque | ammettere nell' anima vegetale qualche cosa di sentito, per |
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che non c' è? e non dovrà piuttosto crearsi dal nulla? O | dunque | « trovarsi in potenza »è un suono vano, o se vuol dire |
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relativo, come pur insegna Aristotele. Da tutte parti | dunque | crolla cotesto sistema, rimanendo però veri certi principŒ |
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e nei prodotti dell' arte (2). Alla specie artistica | dunque | nega a dirittura, come vedemmo, l' esisenza da sè; delle |
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naturali non parla così reciso. [...OMISSIS...] Osserviam | dunque | su questo luogo che il negare il titolo d' essenze alle |
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al corpo, corrompendosi accidentalmente questo. Escluse | dunque | le specie artistiche, veniamo alle naturali che oltre esser |
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l' atto dalla specie , termine dell' atto (1). Per ovviare | dunque | l' inconveniente di non ammettere come eterne tali specie |
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d' Aristotele, se non senza potenza. Quel principio | dunque | viene a significare: « Nelle cose dove non c' è potenza, ma |
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è mente, ma dee averli tutti in potenza. Conviene qui | dunque | che Aristotele retroceda alla potenza, non a una potenza |
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gli universali della massima estensione. I principŒ primi | dunque | non vengono dalle specie, anzi da' sommi generi, e da ciò |
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alla specie sostanziale come a suo fine (5). Tutto si move | dunque | da una specie sostanziale ad un' altra specie sostanziale. |
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non se ne sarebbero mai generate di nuove. Pervenuta | dunque | la natura, per mezzo della sua più eccellente operazione, |
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casa, o del poeta che compone un carme. [...OMISSIS...] Or | dunque | quel pensiero che, movendo altre potenze, produce un' opera |
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addotto le fregagioni, lo chiama effezione (1). La specie | dunque | tanto nella natura quanto nell' arte è il principio dell' |
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chè un corpo di minima grandezza non è sensibile. Non è | dunque | inerente all' essenza del corpo l' avere forme sensibili, |
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le chiama lo stesso Aristotele (2): le forme sensibili son | dunque | nel senziente e non nel corpo. Replica che in questo sono |
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impropria di specie sensibili in potenza. Parliamo | dunque | chiaro: ne' corpi non ci sono in nessun modo forme |
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è ella stessa un sentimento (3). La natura corporea | dunque | ed inanimata non ha specie sensibili (4): ma queste, se |
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benchè le sue maniere ambigue lascino luogo a dubitarne. E` | dunque | del pari falso, che quelle che Aristotele chiama specie |
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nè poco offerto allo spirito dalle sensazioni. Veniamo | dunque | alla seconda dottrina : prendiamo l' espressione « essere |
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dove restano i corpi bruti? Si vedrà. - [...OMISSIS...] Se | dunque | quello che è in potenza e quello che è in atto deve essere |
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posti come costitutivi dell' anima umana. Aristotele | dunque | qui è nel vero. Continua poi mostrando come rimangano le |
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astrazion fatta dalla sua materia, anche ideale (2). Si può | dunque | intendere il passo citato in vari modi; e tra gli altri in |
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separata ed unita alla materia, è contradditorio. Convien | dunque | intendere che altro sia la specie della pietra nella mente, |
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una similitudine e una cotale imagine dell' idea. Questo è | dunque | il passo in cui Aristotele cade e contraddice alle verità |
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la mente vede in essi, cavandolo da sè stessa (4). Sebbene | dunque | gl' intelligibili non siano nei sensibili (benchè |
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la generazione degli animali. [...OMISSIS...] . Ammette | dunque | come eterna causa finale della generazione il bello e il |
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della mente non comunica con alcun corpo. [...OMISSIS...] . | Dunque | nè pur l' anima in quant' è atto del corpo; ed avendo |
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d' altro subietto, e in essa tutti gl' intelligibili. Se | dunque | negl' intelligibili è contenuta la divina natura, qual |
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se non una successione di staccati pensieri (2). Acciocchè | dunque | si veda in che modo crediamo noi che Aristotele trovasse l' |
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il che genera somma oscurità e confusione (3). Spesso | dunque | sembra non s' accorga che la specie stessa è universale, e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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importa trasmutazione e materia «kata topon.» Convien | dunque | che qualche cosa ci sia di separato dalla materia. |
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la materia e la specie o nelle specie stesse (2). E` | dunque | da considerarsi, che la questione che si fa: « se possano |
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« se possano esistere divisi dalle specie »(1). Ammette | dunque | Aristotele o non ammette qualche natura separata dalla |
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per la potenza analitica d' una tal mente. Prima di tutto | dunque | si distinguano accuratamente due significati in cui sono |
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che gli antichi ancora non avevano determinato. Quando | dunque | Aristotele considera l' intelligibile come una natura , |
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ora nulla d' indeterminato può esistere in sè: non possono | dunque | coteste idee che sono specie o generi e però indeterminati, |
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però indeterminati, esistere come enti da sè » » (1). Tentò | dunque | Aristotele di sostituire alle idee di Platone un' altra |
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sia perchè può appartenere a più generi. Come si potrà | dunque | fare a spingere questa specie separata fino all' ultima sua |
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L' indeterminazione è una potenzialità. Converrà | dunque | spingerla al suo atto ma nell' ordine dell' intelligenza, |
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l' essere da cui quel principio si prende. L' essere | dunque | è l' ultimo atto degl' intelligibili, atto puro, e quest' |
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prima ed essenziale d' Aristotele. Aristotele si propone | dunque | per l' esposizione di un tale sistema di seguire questo |
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singolare, ma la sensazione è dell' universale » » (2). Se | dunque | si sente il singolare, il senso non dà l' universale: ma è |
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« « come un abito a guisa di luce » » [...OMISSIS...] . E` | dunque | da tener fermo il principio aristotelico, che in ogni |
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molto più all' intellezione attuale e presente (3). Essendo | dunque | composta la mente aristotelica d' intelligibile e d' |
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come espressamente egli dice, [...OMISSIS...] (1). Rimane | dunque | a vedere, essendoci una mente in atto e però un |
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quelle; 2 le ultime regole delle scienze e delle arti. Dice | dunque | che « la mente è degli estremi » [...OMISSIS...] per una |
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nel giudicare che nell' agire). [...OMISSIS...] . Distingue | dunque | una mente acquisita coll' uso, e una mente innata che è una |
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acquisita per natura, cioè per via della mente innata, sono | dunque | gli intelligibili acquisiti, i percepiti (singolari), le |
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dà appunto il nome di mente, [...OMISSIS...] . Dovendo | dunque | l' intelligibile, che costituisce la mente in atto d' |
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«to pan phanai, he apophanai» (4). Si confronti | dunque | che cosa dica Aristotele di questo principio, e che cosa |
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e all' intellezione che forma con esso una cosa. Siamo | dunque | arrivati a trovare il primo principio che costituisce la |
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cosa, è il principio di contraddizione (6). Questo | dunque | è un principio dell' ente, non è composto d' altri |
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pel positivo «einai,» e posteriormente a questo (.). | Dunque | il solo essere resta il primo e per sè conosciuto dalla |
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suol chiamare assolutamente gli universali . Acciocchè | dunque | ci sia nell' uomo la mente in atto, che tragga in atto gli |
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che tutto racchiudevano in questa: [...OMISSIS...] . C' è | dunque | indubitatamente qualche cosa per Aristotele di separato da |
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l' anima, nè sono materia come sarebbe il corpo. Sono | dunque | concetti che vengono da altri concetti, cioè dal concetto |
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ma è sempre insieme col composto » » (2). Distingue | dunque | Aristotele manifestamente due specie d' intelligibili , gli |
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tutta essendo il lume naturale assai poco. La causa | dunque | di questa difficoltà, dice, non è nelle cose, ma in noi, |
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ed eterni, diversi dai sussistenti medesimi (6). Essendo | dunque | tali universali relativi ai sensibili particolari, benchè |
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colori percepiti col senso [...OMISSIS...] . L' universale | dunque | come universale non si trae dal senso, e da' sensibili è |
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e quest' è causa degli altri, [...OMISSIS...] (3). Come | dunque | del vero è causa il verissimo [...OMISSIS...] , così dell' |
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dall' intelligibile, [...OMISSIS...] (6): l' intelligibile | dunque | che move la mente al suo atto non è l' effetto di questo |
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realmente separate, ma sono ne' sensibili in potenza. Se | dunque | quello che move la mente a contemplare gl' intelligibili in |
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che una proporzione, e nulla di comune e di simile. Come | dunque | il sensibile agirà nella mente? Questa è la difficoltà che |
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sè, uscendo al suo atto. [...OMISSIS...] . La mente umana | dunque | parte è in potenza, parte in atto: in potenza è la |
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in atto è quella che scrive su questa tavoletta. Errarono | dunque | grandemente tutti quelli che intesero questo luogo d' |
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« in essa è l' intelligibile » », [...OMISSIS...] . Avendo | dunque | od essendo l' intelligibile in atto, ella ha la potenza di |
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ciascuna di esse conviene che ci sia la specie identica. Se | dunque | gl' intelligibili sono tutti un solo di specie, conviene, |
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che la stessa specie intelligibile sia in ciascuno. C' è | dunque | un intelligibile che informa tutti gli altri: ora questo |
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è indubitatamente « l' idea dell' essere ». Quest' idea | dunque | è la specie per sè intelligibile, la mente in atto, e |
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(2) e, in ogni ordine di cose, ad una prima causa. Convien | dunque | che ci sia una prima specie che produca le altre; e questo |
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o pretende dividersi da quella di Platone. Aristotele | dunque | parte da questo principio: « « Le sole sostanze sussistono |
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onde nega a quest' ultima il settimo carattere. Stabiliti | dunque | questi caratteri costitutivi della sostanza e posto per |
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è in atto e separata » », cioè sostanza prima (2). Di qui | dunque | procede, che i generi, che si riducono alle dieci |
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della mente apprende l' oggetto determinato (5). Se | dunque | gli universali, come universali , non danno che una |
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, cioè l' essere: la potenza è materia, l' essere | dunque | sarà la materia della cognizione, la materia ideale (1): la |
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passando all' atto diventa tutte le cognizioni, l' essere | dunque | è in potenza tutti gl' intelligibili: ma la mente in |
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degl' intelligibili, ma diventa tutti: la mente potenziale | dunque | d' Aristotele è l' essere ideale indeterminato, come la |
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in atto, [...OMISSIS...] . [...OMISSIS...] . L' essere | dunque | in potenza, secondo Aristotele, è tutte le cose in potenza. |
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secondo Aristotele, è tutte le cose in potenza. Acciocchè | dunque | la mente sia tutte le cose in potenza, conviene che sia l' |
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da Aristotele, come vedemmo, è chiamato materia: l' essere | dunque | in quanto è intelligibile è la materia di tutti gl' |
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universalissimo, all' essere, ossia all' uno stesso. Dice | dunque | che si dice qualche cosa essere una, quando « « il subietto |
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universale, e lo dice materia [...OMISSIS...] . Il subietto | dunque | qui è la materia ideale, giacchè il genere è appunto per |
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delle specie, [...OMISSIS...] (5). Il subietto ideale | dunque | è tanto più subietto, quant' è più universale, perchè |
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è a maggior ragione materia ideale (1). Il subietto reale | dunque | e il subietto ideale hanno un' opposta natura: poichè |
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Questa sentenza è notabilissima. [...OMISSIS...] . Se | dunque | c' è un uno, ossia un indivisibile in ciascun genere, che |
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e lo chiama « « uno d' analogia » ». [...OMISSIS...] . Se | dunque | c' è un' unità superiore a quella de' generi, questo è un |
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l' essere e l' uno, che è il medesimo. L' unità analogica | dunque | d' Aristotele è l' essere che raccoglie in sè i generi, ed |
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quali l' uno è il principio [...OMISSIS...] (1). Riconosce | dunque | Aristotele quell' uno che è nell' universale, e che chiama |
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onde il «tohen kata analogian» (4). [...OMISSIS...] Ecco | dunque | il principio con cui si conosce, l' uno: ma l' uno non |
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l' uno: ma l' uno non differisce dall' ente; l' ente | dunque | è, secondo Aristotele, il principio con cui si conoscono |
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ancora scienza [...OMISSIS...] se non in potenza. L' essere | dunque | o l' uno è il principio con cui si conoscono tutte le cose |
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dimostrazione e della scienza. [...OMISSIS...] . La mente | dunque | è quell' uno con cui si ha la dimostrazione e la scienza; |
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questo è, questo non è [...OMISSIS...] (4): l' essere | dunque | è l' uno nella scienza. E però la mente nel senso oggettivo |
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col quale s' intendono tutti gli intelligibili. Si fa | dunque | la domanda Aristotele, se si sentano i diversi sensibili |
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uno con cui senta l' un e l' altro [...OMISSIS...] . C' è | dunque | secondo Aristotele un sensitivo nell' anima che è uno ed |
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genere. Il che è degno di tutta l' attenzione. Prosegue | dunque | in questo modo: [...OMISSIS...] . Questa parola ragione , |
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divisa dal suo tutto reale. Questa ragione della cosa | dunque | è veramente separata nella mente, benchè non sia tale nella |
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nella mente, benchè non sia tale nella realità. La ragione | dunque | è nell' anima (3) ed è altra cosa dalla realità esterna, vi |
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dell' intendere se gli mancassero gl' intelligibili: sono | dunque | una cosa il senziente e il sensibile in atto, e l' |
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: questa ragione è detta essere da Aristotele; l' essere | dunque | è universalmente l' oggetto intelligibile primo, |
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ossia indeterminato [...OMISSIS...] (5). In due maniere | dunque | gl' intelligibili, secondo Aristotele, acquistano ordine ed |
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simile a quello che ha dichiarato parlando del senso. C' è | dunque | un' intellezione, che è attualmente uno «hen kat' |
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tutti gl' intelligibili generici e specifici. Che l' essere | dunque | sia il lume ossia l' obietto essenziale della mente, è |
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cosa precedente non esiste fuori dell' essere. L' essere | dunque | dee esistere, e dee altresì esistere nell' anima, acciocchè |
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nessun' altra cosa, non lo produce, e dee essere in atto: è | dunque | quello che fa ad un tempo l' attualità della mente, e la |
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di specie. Ma ella unisce in uno tutte le cose. Convien | dunque | che intenda anche un indivisibile di specie che comprenda |
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indivisibile, non può essere altra che quella dell' essere. | Dunque | la potenza che ha l' anima di unire e dividere, per via di |
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nasce dall' intuizione che ha dell' essere. Colloca | dunque | Aristotele nell' anima qualche cosa di uno , tanto nell' |
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all' uno, e l' uno s' identifica coll' essere. Si conferma | dunque | quello che disopra abbiamo osservato, che l' uno per |
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in atto, sotto un altro in potenza. Tutti i sensibili | dunque | sono potenzialmente in un primo sensitivo dell' anima |
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Aristotele stesso la sua teoria: [...OMISSIS...] . Che cosa | dunque | è la mente Aristotelica? [...OMISSIS...] gli enti stessi |
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in potenza, ossia l' ente indeterminato ». Questo | dunque | costituisce la mente in potenza d' Aristotele in senso |
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potenza non può sussistere separata, secondo Aristotele. E` | dunque | necessario, che la mente non sia solamente in potenza; ma |
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è costituita la mente in senso subiettivo. L' intelligibile | dunque | e l' intellezione formano la mente aristotelica una di |
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e la scienza relativamente è in potenza (1). Questa mente | dunque | è quel principio (2), che Aristotele riconosce necessario |
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altrettante specie intelligibili . Tutti gli intelligibili | dunque | sono contenuti e unificati dal primo, l' essere. La loro |
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corporea diffusa nell' estensione in cui termina: questo è | dunque | la prima causa della moltiplicità. Tutte le intellezioni |
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intellezione, e il principio di tutte l' altre. Quest' è | dunque | l' unità che Aristotele attribuisce al divino. Ma questo |
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in un senso ora subiettivo , ed ora obiettivo . Non fa | dunque | maraviglia che pronunci due sentenze opposte quando tratta |
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le ultime cause moventi e finali: [...OMISSIS...] . Spiega | dunque | Aristotele la generazione come un effetto di quella |
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può pervenire nel suo movimento ascendente. Continua | dunque | a spiegare gli effetti di questa causa della generazione |
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un suo simile. [...OMISSIS...] . L' anima intellettiva | dunque | si svolge dal seme; ma la mente? Questa la distingue, e |
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restringe il divino in senso proprio alla mente. Pare | dunque | che per mente intenda l' oggetto e per l' anima |
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se non anche al materialismo. [...OMISSIS...] . La mente | dunque | non è computata da Aristotele tra le potenze soggettive |
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da Aristotele tra le potenze soggettive dell' anima; è | dunque | l' oggetto del conoscere, l' intelligibile primo, l' essere |
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suppone che quest' atto reale sia la stessa specie: suppone | dunque | quello stesso che si domanda. Quindi le stesse |
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quel corpo che l' ha: ma la forma dell' arte è in un altro. | Dunque | la forma dell' arte ossia l' idea, e la forma della cosa |
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sono forme o specie dette così equivocamente. Non c' era | dunque | bisogno di censurare Platone perchè dicesse questo appunto, |
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della stessa specie ; oltre quegli atti distinti c' è | dunque | una specie comune , e questa una di numero. In tal caso si |
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genere d' enti, e anche per ciascun individuo: trattasi | dunque | d' un bene indeterminato e moltiplice, anzi al sommo |
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un circolo eterno e infinito di generazioni: questa causa | dunque | che è sempre esistita, secondo lui, basta a spiegare la |
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mente non può essere in potenza nel seme, [...OMISSIS...] . | Dunque | l' appetito tendente alla specie è nel corpo e in tutti gli |
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in continuo eterno moto. Ma se c' è un eterno moto, | dunque | anche un eterno Motore, e questo immobile, per non perderci |
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l' intelligibile è desiderabile o eligibile (1). Conviene | dunque | che ci sia una sostanza prima dell' intelligibile, e |
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massimamente è, [...OMISSIS...] (4). Il primo intelligibile | dunque | è l' essere necessario, ciò che semplicemente e |
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o è almeno uguale di specie. Ma se uguale di specie, c' è | dunque | una specie comune anteriore alla mente divina e alla |
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che sia un medesimo la mente e l' intelligibile »(3) ». | Dunque | l' Essere necessario si può considerare sotto tre aspetti, |
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e la contemplazione è il dilettosissimo e l' ottimo. Se | dunque | Iddio si trova sempre » » in quest' atto di contemplazione |
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eccellentissimo e di dominante in lui si trova. Cerchiamo | dunque | degli altri luoghi del nostro filosofo. [...OMISSIS...] . E |
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« « ogni vita beata è degli Dei » » [...OMISSIS...] . | Dunque | anche la vita beata che consiste nell' atto contemplativo |
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(5). Che se l' umana è simulacro , la divina | dunque | è esemplare : l' esemplare dunque è qualche cosa di più d' |
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è simulacro , la divina dunque è esemplare : l' esemplare | dunque | è qualche cosa di più d' una poetica metafora, come lo |
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comunione nel contemplare, [...OMISSIS...] (6). Riconosce | dunque | una specie comune negli atti contemplativi. Ma la specie |
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non essendo che un elemento di essi (1): ammette | dunque | una specie anteriore agli Dei ed agli uomini: quest' è un |
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della natura non basta a spiegarli. Aristotele ricorse | dunque | al caso e alla fortuna, cioè, come egli stesso confessa, |
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anteriore? ma e a questa che cosa lo mosse? Conviene | dunque | dire, per non andare all' infinito, che il primo movimento |
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dietro a' quali vennero i prosperi successi (1). Ora qual è | dunque | questa prima causa? [...OMISSIS...] Le quali parole |
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conto della ragione da cui sono mossi. Interpretando | dunque | a questo modo il brano che esaminiamo, che cosa è il divino |
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[...OMISSIS...] . E` Dio stesso, [...OMISSIS...] . Convien | dunque | dire che la mente sia qui presa in senso subiettivo, e che |
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che gli fa il vero, a Platone. [...OMISSIS...] . Ciò | dunque | a cui l' anima deve tendere è di sottrarsi alla sensazione, |
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rimanga ancora dell' estensione o vacua o piena. Conviene | dunque | o riconoscere un somigliante discorso come una semplice |
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sostanziale, ed è media tra l' ente e il non ente: convien | dunque | che ci sia un primo sempiterno e incorruttibile da cui |
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pensiero, esprima o no la mente d' Aristotele. Trovato | dunque | un movimento perpetuo circolare e uniforme dell' ultimo |
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da sè generassero, sarebbero cause necessarie, e perchè | dunque | non generano sempre, ma or sì ed ora no? (2). Ci vuole |
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non generano sempre, ma or sì ed ora no? (2). Ci vuole | dunque | per terza la causa del moto, che pretende essere stata |
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da Platone, sebbene a torto, come vedemmo (3). Non nega | dunque | le specie platoniche, ma le dichiara insufficienti a |
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questo di conseguenza si muove in circolo. Nell' origine | dunque | del primo movimento Aristotele pone l' efficacia di movere |
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dell' uomo, anzichè l' uomo su quello dell' universo. Pose | dunque | anche nell' uomo (ed è evidentemente un' imitazione del « |
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e finalmente la parte mossa e non motrice (3). Nell' uomo | dunque | ci sono tutti i motori, e comparativamente anche negli |
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una specie di creazione eterna e continua. Non attribuendo | dunque | un essere suo proprio alla materia, rimane che l' ente sia |
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(1). Ancora, se l' essere stesso è necessario ed eterno, | dunque | è atto purissimo, poichè niente di ciò che è materiale e |
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semplicemente all' essere non è che il nulla; non c' è | dunque | qualche cosa che sia contrario all' essere. Se dunque l' |
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c' è dunque qualche cosa che sia contrario all' essere. Se | dunque | l' essere è necessario ed eterno e atto puro senza potenza, |
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non ha bisogno per esistere d' alcuna materia o potenza: è | dunque | da sè puro e separato. E infatti Aristotele prova la |
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niun universale, dice, può esistere separatamente (6). Come | dunque | avea detto prima l' essere non appartenere ai corruttibili, |
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queste cose sono, l' essere è tutte ad un tempo. Non è | dunque | l' essere essenzialmente limitato e incompleto come il |
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dell' essenza [...OMISSIS...] (7). La parola essenza | dunque | ( «usia» da «einai»), dico l' essenza sostanziale, è presa |
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la casa, a cagione della forma della casa. La forma | dunque | o essenza della casa è causa per la quale la casa è, sia |
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cioè l' essenza vestita della qualità essenziale. Variando | dunque | di significato la parola specie (e proporzionatamente si |
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(2) ma che le segue tutte ed è tutt' esse (3); l' essere | dunque | non è una natura che stia da sè, ma è sparso e diviso tra |
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materia sono semplicemente enti determinati (3). Se sono | dunque | enti determinati [...OMISSIS...] , perchè non potranno |
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non in potenza, come sono i generi e gli universali. Quello | dunque | che assolutamente nega Aristotele, si è solo che non può |
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uno, o d' esser ente, [...OMISSIS...] . In questo sistema | dunque | non può sussistere da sè nessun ente, nessuna quiddità, |
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potenza o che abbia materia [...OMISSIS...] (1). Riconosce | dunque | che ci debbono essere specie sussistenti da sè ed eterne |
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è più in atto della scienza e il mosso del moto (2). Avendo | dunque | fatto consistere l' ultimazione della specie nell' essere |
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stessa principio del principio [...OMISSIS...] (4). Essendo | dunque | l' intelligibile intelligente, e il primo intelligibile |
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prima mente, formante con questa una medesima cosa. Dice | dunque | che l' ente e l' uno, che non è che un carattere dell' |
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se stesso, e sembra che gli tolga quella del mondo. Parmi | dunque | che il nostro filosofo faccia che la mente divina contenga |
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e che tende a riprodursi con eterno circolo. Rimanendo | dunque | le nature materiali in questo continuo conato a diversi |
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godono d' una perpetua e continua beatitudine (3). Iddio | dunque | è mente perfettamente teoretica ossia contemplativa, di cui |
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l' ottimo , il quale ottimo è l' essere puro. Le notizie | dunque | delle cose inferiori non aggiungono, ma col loro miscuglio |
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la felicità nulla d' imperfetto [...OMISSIS...] (2). Come | dunque | il mezzo è superfluo, quando c' è il fine; e le armature |
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appetito di tutta l' università delle cose (2). Aristotele | dunque | non solo vuole, che la natura divina «to agathon kai to |
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[...OMISSIS...] , perchè il duce è il fine (1). Cerchiamo | dunque | di nuovo qual sia la relazione che pone Aristotele tra l' |
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dell' essere delle cose, [...OMISSIS...] (5). Secondo lui | dunque | la materia è qualche cosa, perchè inesiste nella forma. |
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aristotelico sarebbe un gioco di parole. La specie | dunque | contiene in sè i singoli enti, ed è la ragione del loro |
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elemento, ma un principio, una causa dell' ente (5). Non è | dunque | il primo motore che dà la forma e l' unità alle singole |
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ma è la specie loro preesistente, [...OMISSIS...] . Come | dunque | dice che «to agathon kai ariston» oltre avere un' esistenza |
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quest' è l' essere a tutte comune, e che tutte contiene. Se | dunque | le specie degli enti naturali sono eternamente in questi, e |
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identico delle loro differenze (2)? In questo senso | dunque | il Dio d' Aristotele contiene le cose tutte, e però le |
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cioè del primo cielo (7). [...OMISSIS...] (1). Egli è | dunque | manifesto, che il Dio d' Aristotele differisce da quello di |
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tutti gli accidenti partecipano dell' essere: essa | dunque | è propriamente l' essere determinato, com' anco l' uno |
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si può dire che l' essere per Aristotele sia Dio. Posciachè | dunque | l' essenza o l' essere determinato (5) è ad un tempo e in |
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di solo concetto, da ogni materia. 5 Quest' ente separato è | dunque | oggetto della stessa scienza che tratta dell' ente in |
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dell' essere come essere, è universale. [...OMISSIS...] E` | dunque | manifesto che l' essere come essere ha un' esistenza |
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avere qualche altra cosa, e quest' è la materia. Cercandosi | dunque | la causa perchè esista la materia, trovasi che questa causa |
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è causa motrice e finale. [...OMISSIS...] Il primo Motore | dunque | coll' essere appetito trae la materia al suo atto, cioè |
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Laonde tosto appresso Aristotele si fa la questione « se | dunque | le essenze specifiche de' composti corruttibili |
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perfezione è appunto l' essere attualissimo: tende | dunque | a quest' essere, ma non può raggiungerlo pel difetto della |
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può raggiungerlo pel difetto della materia: quest' essere | dunque | come causa dell' appetito di tutte le materie è la causa |
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attualissimo senza raggiungerlo mai (1). Non essendovi | dunque | nell' essere attualissimo materia alcuna, non ci può essere |
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tutte le forme o essenze delle cose corruttibili. Queste | dunque | non si generano, ma sono eterne tanto nell' essere |
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in una stessa classe le entità più disparate. Negando | dunque | a Platone che le essenze delle cose corruttibili sieno idee |
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dialettici, mescolando tutto insieme. La stessa confusione | dunque | nell' essere attualissimo, il quale ora comparisce come |
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e quindi si fermarono agli universali (5). L' essere | dunque | attualissimo, e però separato e da sè, è per Aristotele |
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una specie che un' altra (2), [...OMISSIS...] . Aristotele | dunque | pone una vera identità tra la specie nella cosa e la specie |
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l' atto secondo o l' operazione dell' ente. Apparisce | dunque | che la parola entelechía abbraccia ogni atto fuorchè l' |
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ciò che è in potenza (3), [...OMISSIS...] (4). La natura | dunque | tende sempre più all' atto, e giunge più avanti, secondo i |
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e questo in quant' è sostanza è Dio, e la Mente. L' essere | dunque | non già indeterminato, sotto il qual aspetto sarebbe |
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propria, indipendente dallo spirito umano. Distinse | dunque | Aristotele nello spirito umano la virtù sensitiva che |
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, e questa suppone avanti di sè de' principŒ : quegli abiti | dunque | non dànno i principŒ, perchè anzi li suppongono e partono |
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anzi li suppongono e partono da essi dimostrando: rimane | dunque | che la mente sia quella sola che contiene i principŒ (3). |
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mente sia quella sola che contiene i principŒ (3). La mente | dunque | in senso subiettivo ha per oggetti i principŒ, non in forma |
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. Ma vediamo le sue parole: [...OMISSIS...] . Che cosa | dunque | fa l' induzione aristotelica, che conduce lo spirito umano |
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è «peri to on» (3) onde conchiude [...OMISSIS...] (4). Se | dunque | la mente è de' primi , e questi sono conosciuti dall' uomo |
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, e questi sono conosciuti dall' uomo coll' induzione , è | dunque | da dire che la mente subiettiva sia nell' uomo non |
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mente, nulla opera, ma solo si lascia vedere. Conviene | dunque | che ci sia in atto l' energia che lo veda, poichè la |
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deve preesistere, [...OMISSIS...] (5). Se non ci fosse | dunque | nell' uomo per natura una cognizione prima attuale, non |
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gl' intelligibili sono nel primo, cioè nell' ente: come | dunque | potrebbe conoscere gl' intelligibili se non conosce l' ente |
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non ci potrebbero essere che intelligibili in potenza. Se | dunque | non ci fosse nell' uomo un' intellezione in atto, |
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sono rese intelligibili in atto dall' uomo stesso. L' uomo | dunque | non può essere mosso all' atto primo del suo intendere da |
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non si dà un' essenza eterna che non sia in atto: la mente | dunque | anche nell' uomo deve essere in atto (7), ed è in atto se |
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i puri intelligibili e non solo «ta prota». La mente | dunque | nell' uomo in senso obiettivo è identica alla Mente |
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contemplativa, atto purissimo, [...OMISSIS...] (2). Essendo | dunque | quest' ultimo atto intellettivo, fine dell' universo, la |
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anteriore e nel posteriore come identica. Le forme tutte | dunque | o specie sono quelle che chiama «analloiota, apathe,» e |
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che sono immuni dallo spazio e dal tempo. Non essendo | dunque | la materia un chè, se non per la causa formale, e però l' |
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cose, ma solo le accidentali loro mutazioni (5). - Come | dunque | pretende Aristotele d' aver completata questa dottrina |
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atti primi egli disse essere le essenze specifiche. Accusa | dunque | Platone d' aver posta una materia e una forma inattiva, le |
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stesso dicasi del Bene che coll' ente si converte. Qui c' è | dunque | in altre parole la dottrina di Platone, che faceva l' uno |
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ossia in atto, a generarsi in altre forme. Quest' atto puro | dunque | corrisponde all' Uno di Platone, ma egli è motore come |
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di essi? Poichè Aristotele dice: [...OMISSIS...] . Se | dunque | riconosce che nel concetto sono i medesimi, è dunque |
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. Se dunque riconosce che nel concetto sono i medesimi, è | dunque | distinta la specie nella mente, che è il concetto e che è |
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reali che sono più e proprie di ciascun ente. Ci hanno | dunque | due maniere di specie, e le specie reali o imiteranno o |
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o imiteranno o parteciperanno delle specie mentali: siamo | dunque | ricondotti di novo alle specie platoniche, di cui i |
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mente dell' artefice nulla patisce: che se nulla patisce, | dunque | nulla opera, perchè chi passa ad operare, patisce. Sia pure |
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mente sola di specie, ma molte di numero, anche le menti | dunque | hanno una specie comune , l' idea della mente, che dev' |
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diverse di specie anche diverse specie di enti. Attribuisce | dunque | puramente alla diversità delle materie, e quindi alla |
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loro appetito il giungere a forme diverse . Tutte queste | dunque | non possono essere che una limitata imitazione della prima |
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due prime (2). A quest' ultima appartiene la mente. Non è | dunque | distinta di natura la mente suprema, e quella dell' altre |
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attribuisce per oggetto « l' ente come ente ». La mente | dunque | è l' ente, cioè l' oggetto primo del conoscere; e si |
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Ora la mente in atto è priva al tutto di materia. C' è | dunque | una sola mente in atto? (1). Dal qual luogo si trae |
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perchè non esiste separata. Se nelle menti soltanto, | dunque | quest' idea si moltiplica come le menti, avendo ciascuna la |
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specie sostanziale è il massimo intelligibile (6). Quando | dunque | una specie sostanziale perviene ad un atto puro in cui si |
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dunque, secondo Aristotele, è la mente. La mente umana | dunque | è la più eccellente tra le specie sostanziali che quaggiù |
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termine dell' ente che la possiede (4). La mente obiettiva | dunque | viene all' uomo dal di fuori ed è comune a tutte le menti; |
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d' Anassagora insita nella natura, benchè immista. Mostra | dunque | che qualunque mente si ponga nella natura, ella sarà |
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ma il cui oggetto essenziale non è identico con essa. | Dunque | ella sarà di sua natura in potenza, e passerà all' atto per |
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e passerà all' atto per la virtù del suo oggetto: dipende | dunque | da questo, e questo è ad essa superiore se le dà l' atto: |
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è ad essa superiore se le dà l' atto: essa non è ancor | dunque | l' essenza ottima (1). [...OMISSIS...] . Il che pure è |
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ciò che le si presenta come essere. La mente subiettiva | dunque | dell' uomo è attiva alla foggia degli abiti. 2 L' essere |
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ammettere immortale la mente fattrice od agente: basta | dunque | per noi provare che sia immortale anche la mente fattibile, |
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anche la mente fattibile cioè in potenza a conoscere. Dice | dunque | che questa mente, che non ha ancora ricevuto le specie « |
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naturali, che poi formano la mente passiva . Questa mente | dunque | fattrice e fattibile non si mescola al corpo, e però non ha |
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l' altre cose scevre di materia e così intelligibili (4). | Dunque | ella si conosce sempre, e questa mente conosciuta è la |
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in senso obiettivo, il possibile, [...OMISSIS...] . C' è | dunque | sempre un atto nella mente, ed è con quest' atto primo e |
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ne' sensibili e nelle cose materiali. La mente in potenza | dunque | si riferisce a queste specie, ma ella in se stessa è in |
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e l' inteso sia il medesimo, [...OMISSIS...] . E` | dunque | la stessa mente quella che è in atto e quella che è in |
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[...OMISSIS...] , secondo la sentenza d' Anassagora: come | dunque | ella intende, domanda, se pensare è un certo patire, chè, |
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che è in potenza, e quella che poi è in atto. Non patisce | dunque | dalle cose esterne, ma da se stessa (dalla mente in senso |
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si attuano, e così s' arrichisce di cognizioni. Le specie | dunque | nelle cose sono identiche a quelle nella mente (2), e sono |
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essere in potenza e passare all' atto: « « l' intelligibile | dunque | propriamente è uno di specie » », [...OMISSIS...] , il che |
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le gravi difficoltà, che abbiamo già indicate. La mente | dunque | è di natura sua teoretica cioè contemplatrice; questa mente |
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e non è cognizione scientifica (1). Questo principio | dunque | di contemplazione che ha l' anima dell' eterna e prima |
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nella vecchiezza perviene alla sua maturità (2). Osserva | dunque | che sebbene la mente sia la specie eccellentissima di tutte |
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per induzione, fu da noi veduto. La mente subiettiva | dunque | nell' uomo, essendo diversa da' suoi proprŒ intelligibili, |
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filosofia prima, cioè alla dottrina de' principŒ: ritorna | dunque | ond' è cominciata, e poichè questi stessi principŒ si |
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enti naturali composti di materia e di forma (5). Distingue | dunque | la mente in due, [...OMISSIS...] . Il qual luogo, non dee |
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è intelligibile illimitatamente e pienamente. La natura | dunque | mancherebbe del suo comignolo e la serie degl' |
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all' uomo con cui conoscere l' altre cose (1). Con questo | dunque | l' uomo dee acquistarsi la scienza propria di lui, cioè dee |
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specie pura della grandezza, e così via (5). Raccogliendo | dunque | le specie, raccoglie l' essere sparso nella natura. Ma come |
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tutti i generi poi trova comune l' essere stesso. L' essere | dunque | nella natura è comunissimo, se non che è più ristretto |
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a parteciparne limitatamente qual più qual meno. C' è | dunque | l' Essere primo singolare, ma preso questo per obietto |
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in quant' è separata è Intelligenza o Mente. Se | dunque | si considera l' essere come attualissimo in se stesso, egli |
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è universale perchè ne' molti inesistente (2). Trovando | dunque | la mente l' Essere assoluto, questo in quant' è |
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e come singolare e primo, e come comunissimo. Osserva | dunque | Aristotele che la parola ente ha un primo significato, dal |
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primo significato, come a un solo principio (3). L' essere | dunque | si considera da Aristotele come una sola natura, |
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Aristotele come una sola natura, [...OMISSIS...] . Qual è | dunque | il primo e proprio significato di ente? Quello di essenza |
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altre categorie sono posteriori ad essa (4). Di questa | dunque | dee propriamente trattare quella scienza che ha per oggetto |
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ogni altra entità, ma ad essa riferendola (5). Se l' essere | dunque | in questo senso primo e proprio, cioè l' essenza |
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prima ha lo stesso oggetto della dialettica (1). Come | dunque | sembra negare che l' essere sia universale? (2). Conviene |
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un modo anteriore e posteriore (4), è il genere: il genere | dunque | non c' è propriamente fuori delle specie. Or come l' essere |
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sostanza, e in un modo posteriore degli accidenti, non è | dunque | un genere comune a quella e a questi. Ma non si predicherà |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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un genere comune a quella e a questi. Ma non si predicherà | dunque | in comune di tutte le sostanze, o anche di queste si |
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universali sono i principŒ de' più universali (3). Quali | dunque | sono i principŒ degli enti, universali o singolari? (4). |
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nella natura, esistono anche separate nella mente. Le forme | dunque | si possono considerare sotto due rispetti: 1 in se stesse, |
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al maschio che feconda più femine (3). Stabilisce | dunque | Aristotele l' unità dell' essenza sostanziale , giacchè |
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per lei e però non è un subietto indipendente da lei: ella | dunque | è antecedente al subietto materia, e in quant' è |
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è a dir della mente che è la potenza, [...OMISSIS...] . Se | dunque | considera l' essere come contenente, Aristotele parla d' un |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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nell' Essere supremo. [...OMISSIS...] . Fa dipendere | dunque | l' esistenza dell' universale dall' esistenza del primo |
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dell' universale dall' esistenza del primo ente. Non basta | dunque | per Aristotele, acciocchè ci sia l' universale, che colla |
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se non sono contenute nell' essere. Questo deve esister | dunque | come causa suprema separata dalla natura, e come cosa |
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e del Bene (7), e perciò si chiama teologia. Per trovare | dunque | il fondo della dottrina aristotelica, conviene investigare |
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l' oggetto di questa filosofia è l' essere come essere. | Dunque | l' essere come essere è quell' essenza immobile e perfetta |
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cose naturali sono essere, [...OMISSIS...] . La filosofia | dunque | tratta d' un' essenza che contiene le specie, come il |
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in quanto sono essere. [...OMISSIS...] La filosofia prima | dunque | è scienza universale, perchè tratta dell' essere non solo |
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l' essenza sostanziale immobile, [...OMISSIS...] (5). Se | dunque | tutto ciò è l' universale anzi l' universalissimo; convien |
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che s' intendesse pienamente la sentenza aristotelica. E` | dunque | da osservare attentamente, che Aristotele prende qui l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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comunissimi, l' ente e l' uno, [...OMISSIS...] . Non nega | dunque | che l' essenza, oltre che inesistere nell' ente (composto |
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da sè, e questa, come dicevamo, è la stessa mente. Accorda | dunque | a Platone che la specie esista eternamente in atto, ma solo |
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non c' è il comune, secondo Aristotele (3). Conchiude | dunque | « « esser cosa evidente che niuno degli universali esiste |
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dice immediatamente in appresso: [...OMISSIS...] . Ammette | dunque | che la specie abbia un' esistenza separata, come un' |
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in molti, quando solamente si trova in ciascuno. Che cosa | dunque | sostituisce per ispiegare la partecipazione della specie a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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in ciascuna materia che la riceve; che la specie non ha | dunque | un' esistenza comune , e che questo comune non è che una |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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vuole che si faccia un discorso a parte (1). Queste essenze | dunque | separate dalla natura sono quelle che dice lontanissime da' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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materiale non c' è una ragione comune (3). La prima causa | dunque | non è propriamente l' essere comune ; ma questo deriva |
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dice Aristotele, è anche universale, [...OMISSIS...] . Fa | dunque | dipendere l' universale dal primo , e dice che questo è l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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universale accomunato a tutte le categorie. Quando | dunque | Aristotele combatte que' filosofi, che usano dell' ente e |
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l' altre cose, e per cui si dicono » » (5). Poichè | dunque | la prima scienza è dell' ente come ente, deve trattare del |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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cioè dell' ente, e di tutte le sue passioni (2). Dopo aver | dunque | detto che la prima filosofia tratta della prima essenza |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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da cui viene la dimostrazione (6). Questi universalissimi | dunque | non possono essere altramente in più modi o diversamente da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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in più modi o diversamente da quel che sono (7): non hanno | dunque | in sè stessi potenza alcuna. Quando dunque in altri luoghi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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(7): non hanno dunque in sè stessi potenza alcuna. Quando | dunque | in altri luoghi dice che l' universale è sempre potenza, l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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sono essi singolari o universali? [...OMISSIS...] Ci ha | dunque | da amendue i lati difficoltà: ci ha difficoltà ugualmente a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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tratta di tutte le cose, [...OMISSIS...] . Il Primo | dunque | cioè l' essere attualissimo in sè, è anche comunissimo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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scienza ha per suo oggetto un genere. La filosofia prima | dunque | ha per oggetto l' ente come ente, sia questo considerato in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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ente, sia questo considerato in atto o in potenza. Tratta | dunque | di Dio e dell' essere comunissimo: e riducendosi all' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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Teofrasto alla proposta questione: [...OMISSIS...] Ammessa | dunque | l' esistenza eterna de' primi intelligibili e la loro |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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ovvero questo fine , quello a noi principio . Vuole | dunque | che per noi sia principio il sensibile, ma quello che è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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assolutamente e che è anche fine sia l' intelligibile. Pare | dunque | che queste due cose le divida assolutamente tra loro, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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ai principŒ assoluti se non per mezzo della causa . Non è | dunque | da' soli sensi che noi caviamo la cognizione, ma dee |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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intelligibile primo abitualmente esistente nell' anima. E` | dunque | notabile questo luogo di Teofrasto: [...OMISSIS...] . |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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che ci impiegheremo non riuscirà certamente perduto. Si dà | dunque | vera distinzione tra l' essere ideale e l' essere reale? La |
Gioberti e il panteismo -
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innanzi al suo pensiero, come il pazzo d' Orazio. Il dire | dunque | che ciò che è meramente ideale non differisce da ciò che è |
Gioberti e il panteismo -
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poi risplendendo d' un lume il doppio più vivo. Sapete voi | dunque | perchè v' ebbero e v' hanno de' Filosofi, i quali non |
Gioberti e il panteismo -
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ingenuamente quel sapientissimo: « io non lo so ». Che cosa | dunque | fa egli? A dirvelo in termini proprj, s' irrita; non s' |
Gioberti e il panteismo -
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non ha la menoma colpa al mondo della sua confusione. Colui | dunque | che filosofando è pervenuto a tal termine, ragiona seco |
Gioberti e il panteismo -
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questo ideale e questo reale , io non me li so definire; | dunque | collocheremo questa distinzione tra i pregiudizj volgari; |
Gioberti e il panteismo -
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dovessimo anche confessare la nostra ignoranza. Noi diremo | dunque | così: al primo sguardo del pensiero si manifesta |
Gioberti e il panteismo -
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se questo secondo fosse della stessa natura del primo. | Dunque | riceveremo questa distinzione prima di tutto come un' |
Gioberti e il panteismo -
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fortunati di me, che verranno dopo di me ». L' avvilirsi è | dunque | peccato, come vi diceva, contro la moralità filosofica; il |
Gioberti e il panteismo -
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« « l' uomo non conosce tutto di niente » ». Non saremo noi | dunque | di questi presuntuosi, no; non conosceremo tutto, lo |
Gioberti e il panteismo -
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concetto ideale dar vita a' suoi marmi immortali. Qual fu | dunque | l' opera che prestò la mente ai grandi artisti, e quale fu |
Gioberti e il panteismo -
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pure non prendano a prestito le mani degli altri uomini. Se | dunque | a formar gli artisti concorre sì l' ideale che il reale e |
Gioberti e il panteismo -
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quale delle due cose fosse la più eccellente. Vediamo | dunque | che è più eccellente e più nobile nelle opere di Raffaello |
Gioberti e il panteismo -
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reale, come la mente ha per oggetto suo l' ideale. Il reale | dunque | nelle opere delle arti belle non è che il segno sensibile, |
Gioberti e il panteismo -
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come maravigliose da tutto il genere umano. Questo rapporto | dunque | tra l' ideale e il reale, che nei lavori delle arti belle |
Gioberti e il panteismo -
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artista, e che perciò non si giunge mai al solo ideale; che | dunque | non esiste l' ideale senza il reale. Ma chi ha mai detto |
Gioberti e il panteismo -
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meschini ragionatori, se da questo volessimo indurre, che | dunque | l' essere reale è ideale, e così cadessimo nell' idealismo. |
Gioberti e il panteismo -
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congiunto il reale e l' ideale se ne potesse indurre che | dunque | ogni cosa è reale, sarebbe buona egualmente per farne |
Gioberti e il panteismo -
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cioè per indurne che ogni cosa è ideale. Si conceda | dunque | che l' ideale sia nel seno del reale; ma se ne mantenga la |
Gioberti e il panteismo -
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quando ancora non esistevano in realtà? Confondere | dunque | l' ideale col reale è toglier via il mezzo con cui si sono |
Gioberti e il panteismo -
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per consenso dei nostri avversarj, che voglion tutto reale; | dunque | essa non è l' uomo possibile. Quando l' artista forma nella |
Gioberti e il panteismo -
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di fuori, è già eseguita, è già sussistente: ma l' idea sì: | dunque | la mente non è l' idea, e l' idea non è la mente. E chi non |
Gioberti e il panteismo -
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prima, quella originale idea del battello a vapore. L' idea | dunque | d' una cosa ha questa speciale sua qualità di poter essere |
Gioberti e il panteismo -
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a esser riprodotto, non è atto a moltiplicarsi. Si osservi | dunque | il processo pel quale noi abbiamo potuto formare un secondo |
Gioberti e il panteismo -
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d' esser causa esemplare d' infiniti individui reali. Se | dunque | ogni reale è particolare, ogni ideale è universale, egli è |
Gioberti e il panteismo -
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. Voi vedete, miei signori, che coll' idea non si può | dunque | confondere nè la mente reale in cui ella si trova, nè alcun |
Gioberti e il panteismo -
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affatto dalla corporeità e dallo spazio. L' estensione | dunque | e la materialità conviene ottimamente ad alcuni enti reali; |
Gioberti e il panteismo -
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e riconoscere che ella è meno perfetta della seconda. | Dunque | le idee sono immutabili . Ecco un nuovo carattare |
Gioberti e il panteismo -
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, osservate bene qual conseguenza ne viene: eccola: esse | dunque | sono eterne . E veramente prendete qualsivoglia idea, |
Gioberti e il panteismo -
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secolo, quanto avanti una ventina o un centinajo di secoli. | Dunque | il tempo, relativamente all' essere ideale è nulla; esso |
Gioberti e il panteismo -
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si sta lì uguale a se stesso, immutabile ed impassibile. | Dunque | l' essere ideale è di natura sua eterno , e non può |
Gioberti e il panteismo -
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egli non sussiste, ancora è possibile. La possibilità | dunque | del reale è così necessaria, che se tale non fosse, il |
Gioberti e il panteismo -
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sarebbe possibile; ma il reale è possibile, come dicevamo, | dunque | la possibilità è necessaria. Ma il reale possibile non è |
Gioberti e il panteismo -
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è necessaria. Ma il reale possibile non è che l' idea; | dunque | l' idea è necessaria. Ricapitoliamo, miei signori, e |
Gioberti e il panteismo -
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mentre il reale può esser contingente. Che direm | dunque | di que' Filosofi, che non sapendo concepir l' ideale, lo |
Gioberti e il panteismo -
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negare il reale che l' ideale fulgente di tanti pregi? Ha | dunque | ragione il senso comune che proclama altamente queste due |
Gioberti e il panteismo -
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i nostri Filosofi. L' ideale contradice al loro sistema; | dunque | le idee non esistono, o sono anch' esse realità. Così si |
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non sussiston forse senza la nostra cognizione di essi? | Dunque | la sussistenza ossia la realità delle cose che si conoscono |
Gioberti e il panteismo -
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che la cognizione di esso è un' entità da esso distinta. | Dunque | il reale, secondo la sua propria essenza, esiste senza |
Gioberti e il panteismo -
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affatto anche quando noi ne ignorassimo l' esistenza? | Dunque | di nuovo la cognizione è cosa estranea alla natura del |
Gioberti e il panteismo -
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Ma se la cognizione è cosa estranea alla natura del reale, | dunque | che cosa è il reale, qual è il suo carattere? Quello dell' |
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conoscere l' idea del cavallo se non la conoscete avanti. | Dunque | ogni idea mostra se stessa senza bisogno d' altro: ella è |
Gioberti e il panteismo -
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ogni idea mostra se stessa senza bisogno d' altro: ella è | dunque | essenzialmente un lume , ella è essenzialmente concepibile. |
Gioberti e il panteismo -
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che poscia il grand' uomo modellò e scolpì? No per certo; | dunque | quell' idea non ebbe bisogno della sua corrispondente |
Gioberti e il panteismo -
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cose che vide il Canòva, e averne riportate le stesse idee. | Dunque | il Canòva non raccozzò le parti ad arbitrio, ma secondo |
Gioberti e il panteismo -
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gentile, [...OMISSIS...] come disse l' Ariosto. Che cosa è | dunque | questa legge, che insegna a modellar bene una mano, |
Gioberti e il panteismo -
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non la produce, egli non fa altro che contemplarla. Qual' è | dunque | la differenza tra lui e gli altri uomini, che non |
Gioberti e il panteismo -
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la mano si possa dir piccola, quando grande. Ciascuna | dunque | di queste idee sono tipi astratti, che guidano la mente |
Gioberti e il panteismo -
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che, come dicevo, da niuno de' reali viene somministrato. | Dunque | la differenza tra la mente dell' artista e quella di un |
Gioberti e il panteismo -
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cognizione: se il reale c' è anche quando non si conosce, | dunque | la cognizione di lui è fuori della sua essenza. Se l' |
Gioberti e il panteismo -
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del reale non ha la cognizione, neppure ha l' idea. - Come | dunque | accade che quando da' reali riceviamo le impressioni |
Gioberti e il panteismo -
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certamente, perchè nemo dat quod non habet: l' attribuiremo | dunque | a noi stessi? Certo che l' idea della cosa s' acquista |
Gioberti e il panteismo -
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quelli che abbiamo trascorsi nella precedente lezione. Se | dunque | le idee non si producono, nè si posson produrre dalla mente |
Gioberti e il panteismo -
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piuttosto un' idea che un' altra. E se la cosa è così, | dunque | niente ripugna che si concepisca la possibilità d' una |
Gioberti e il panteismo -
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tutto, in ogni tempo, anche quando l' arancio è distrutto. | Dunque | quest' idea non trovasi nel reale, nè dal reale può esser |
Gioberti e il panteismo -
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un oggetto medesimo, sarebbero due essenze diverse. Sia pur | dunque | la sede dell' idea una mente reale, non ne verrà mai che la |
Gioberti e il panteismo -
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che le idee di se stessi, che l' idea della propria mente. | Dunque | la mente, come essere reale, è anch' essa oscura a se |
Gioberti e il panteismo -
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di luce sua propria e, per così dire, l' opacità. Qui | dunque | si conviene spingere le ricerche nostre più innanzi: ma |
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forma la cognizione di esso nel nostro spirito. Come avvien | dunque | che noi conosciamo l' essere reale? Egli è chiaro, che non |
Gioberti e il panteismo -
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sua essenza, e quello all' opposto per il lume di questo. | Dunque | possiamo già sulle prime cavare a buon conto una utile |
Gioberti e il panteismo -
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suppone la prima, suppone cioè la cognizione dell' idea. | Dunque | il primo, cioè l' essere ideale, si dee conoscere con un |
Gioberti e il panteismo -
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il reale stesso ci si presenterebbe come l' ente ideale. Se | dunque | l' intuizione dell' ideale ha per sua propria natura che |
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sarà dell' atto con cui lo spirito giunge al reale. | Dunque | il reale sarà lo stesso sentimento del soggetto che |
Gioberti e il panteismo -
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e tutto ciò che può cadere in questo sentimento. Conviene | dunque | che noi investighiamo che cosa sia quello che si comprende |
Gioberti e il panteismo -
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che si comprende in esso sarà reale. Che cosa si comprende | dunque | nel nostro proprio sentimento? Se noi consideriamo il |
Gioberti e il panteismo -
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noi pensiamo a noi stessi, e di noi stessi parliamo; | dunque | il noi deve esser sentito, deve esser un sentimento. Ma |
Gioberti e il panteismo -
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l' oscurità è il carattere proprio d' ogni reale. Convien | dunque | per conoscerlo chiamare in ajuto l' idea. Ma in qual modo |
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qualcuna che nell' ideale non possiamo vedere. Si prenda | dunque | un oggetto reale qualunque; sia un uomo. Nell' uomo reale |
Gioberti e il panteismo -
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tutte queste cose nella loro idea? Non solo la sostanza | dunque | dell' uomo io posso contemplar nell' idea che gli risponde, |
Gioberti e il panteismo -
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trovarne un solo che non sia idealmente concepibile. Tutto | dunque | ciò che è nell' uomo reale è anche nell' uomo ideale che vi |
Gioberti e il panteismo -
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si riscontrano egualmente nell' idea e nella realtà, son | dunque | tutte queste cose doppie, son elleno ripetute in natura, |
Gioberti e il panteismo -
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idea e l' essenza che si vede cogli occhi nella realtà. | Dunque | secondo la testimonianza del senso comune è identico l' |
Gioberti e il panteismo -
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le due cognizioni non si distinguerebbero. Che cosa è | dunque | questo elemento che distingue le due cognizioni? E` ella |
Gioberti e il panteismo -
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ciò che non è reale vi ha il reale, patente contradizione. | Dunque | la realità come tale è fuori dell' idea. Ma pure potrebbesi |
Gioberti e il panteismo -
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altro che dell' idea di esso che possiede nella sua mente. | Dunque | il reale si conosce per l' ideale, benchè nell' ideale non |
Gioberti e il panteismo -
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conoscibile per se stesso. Ma che differenza vi ha | dunque | tra il reale di cui si conosce l' essenza nell' idea, e il |
Gioberti e il panteismo -
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fuori dell' idea è il medesimo reale in atto. L' oggetto | dunque | è il medesimo ma è diverso il modo col quale egli è. Ciò |
Gioberti e il panteismo -
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nulla affatto aggiunge alle sue idee. Presupposte | dunque | nella mente dell' idee, nelle quali e per le quali lo |
Gioberti e il panteismo -
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cosa di più, che conoscendolo solo nell' idea. Che cosa è | dunque | questo più di cui si arricchisce il nostro sapere? Non è |
Gioberti e il panteismo -
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questa essenza era nota avanti, contenendosi nell' idea. E` | dunque | quel nuovo atto, che essenzialmente si distingue dalla |
Gioberti e il panteismo -
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è perfetto a tale che nulla vi si può aggiungere. Rimane | dunque | quest' atto relegato, per così dire, nel sentimento, senza |
Gioberti e il panteismo -
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mente, no, come risulta da quanto abbiam detto; non può | dunque | essere scopo dell' intuizione . Converrà dunque che la sua |
Gioberti e il panteismo -
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non può dunque essere scopo dell' intuizione . Converrà | dunque | che la sua cognizione si acquisti per tutt' altro modo; vi |
Gioberti e il panteismo -
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sua cognizione si acquisti per tutt' altro modo; vi dovrà | dunque | essere un altro atto tutto di diversa natura, pel quale lo |
Gioberti e il panteismo -
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morbus, e non l' avesse sentito mai nominare. Affermare | dunque | che un oggetto sussiste, è quanto dire a se medesimo, che |
Gioberti e il panteismo -
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della cognizione oggettiva, come noi abbiamo osservato; | dunque | affermare che un oggetto sussista è affermare che v' ha |
Gioberti e il panteismo -
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le mie modificazioni e tutto ciò che cade nel sentimento; | dunque | io posso affermare, che fuori dell' ideale c' è qualche |
Gioberti e il panteismo -
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da poter, anzi da dover esser fuori dell' idea. Che cosa | dunque | mi fa bisogno, affinchè io possa affermare che io sussisto |
Gioberti e il panteismo -
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è fuori dell' idea, perchè l' idea stessa lo dice. L' unità | dunque | e l' identità mia propria, per la quale d' una parte io |
Gioberti e il panteismo -
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cioè a dire, lo affermi . Questa maniera di cognizione | dunque | che acquisto del reale, è necessariamente una cognizione |
Gioberti e il panteismo -
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non si potrebbe affermare l' incognito: la percezione | dunque | ha in sè una dualità, cioè a dire è un' operazione per la |
Gioberti e il panteismo -
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sussistente, è un unico e medesimo oggetto del pensiero; | dunque | la percezione è semplice. L' unità dello spirito unisce le |
Gioberti e il panteismo -
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non crea; nè certo li potrebbe vedere se essi non fossero. | Dunque | ciò che volgarmente si dice la formazione delle idee , non |
Gioberti e il panteismo -
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colà, questo punto dove dovea riguardare? L' immagine. | Dunque | se gli esseri reali, i sentimenti, sono quelle cagioni onde |
Gioberti e il panteismo -
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idea che l' intendimento vede con questo sguardo, dove sono | dunque | queste idee? Stanno esse sempre quasi appese innanzi allo |
Gioberti e il panteismo -
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non se la procaccierà, perchè gliene manca il senso. Che è | dunque | a dirsi? Noi non possiamo rispondere, se non meditiamo più |
Gioberti e il panteismo -
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a condizione di aver prima sentito questi reali. Che cosa è | dunque | l' idea corrispondente a un reale sensibile? P. e. l' idea |
Gioberti e il panteismo -
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un modo diverso , in un modo ideale, nella sua possibilità. | Dunque | l' idea dell' albero, del bruto, dell' uomo non è altro che |
Gioberti e il panteismo -
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l' albero, il bruto, l' uomo che mi ferisce i sensi esiste; | dunque | è possibile: se l' albero, il bruto, l' uomo è possibile, |
Gioberti e il panteismo -
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è possibile: se l' albero, il bruto, l' uomo è possibile, | dunque | si possono avere indefiniti alberi e bruti e uomini. Questo |
Gioberti e il panteismo -
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nel suo sentimento e a cui poscia dà il nome di albero. | Dunque | è mestieri prima di tutto che ella sappia che cosa sia |
Gioberti e il panteismo -
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Se può essere predicata di innumerevoli particolari, | dunque | anche di ciascuno; ed è in questo senso che si può dire che |
Gioberti e il panteismo -
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lega ad un particolare, senza mai confondersi con esso. Ma | dunque | si predica ella un' idea dell' albero da noi sentito? In |
Gioberti e il panteismo -
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è il sentimento nè più nè meno o ciò che è nel sentimento; | dunque | l' esistenza affermata non è più che l' esistenza del |
Gioberti e il panteismo -
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del sentimento, non si stende oltre questo; riceve | dunque | da questo i suoi limiti, la sua determinazione. Ma se l' |
Gioberti e il panteismo -
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dannosi alle nostre successive investigazioni. Qual' è | dunque | la differenza fra l' idea determinata dell' ente reale, e |
Gioberti e il panteismo -
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dall' altra specificamente siccome i numeri? Sarà | dunque | intrinseca? Caderà nell' essenza medesima? Neppur questo è |
Gioberti e il panteismo -
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predicare di uno stesso reale due essenze diverse. Qual' è | dunque | la relazione dell' idea determinata all' idea |
Gioberti e il panteismo -
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al reale, quasi traendo un valor minore da un maggiore, | dunque | 1) ad affermare i reali non è mestieri che se n' abbiano |
Gioberti e il panteismo -
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quando l' oro fosse misto di rame e di altra sostanza. | Dunque | se prendiamo la cosa materialmente, per quanto oro abbiamo, |
Gioberti e il panteismo -
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intuirle e non intuirle, e le idee restano le stesse. Se | dunque | lo spirito limita il suo sguardo che volge al mondo ideale, |
Gioberti e il panteismo -
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e come tale operi in tutto il resto del corpo. Tale | dunque | è la natura degli enti spirituali ed ideali, che quantunque |
Gioberti e il panteismo -
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si applica, come avremo occasione di vedere. Ne' principj | dunque | sono contenute implicitamente infinite conseguenze prima |
Gioberti e il panteismo -
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la conseguenza, questa si dice essersi resa esplicita . | Dunque | negli esseri ideali possono vedersi dalla mente moltissime |
Gioberti e il panteismo -
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essere ideale in cui si ravvisano. Niuna maraviglia | dunque | che contemplando il nostro spirito l' essenza dell' essere |
Gioberti e il panteismo -
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l' idea speciale bella e trovata - . Ella non differisce | dunque | nella sua essenza dall' idea dell' essere universale; è |
Gioberti e il panteismo -
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col positivo, di cui è anzi l' opposto. S' identifica | dunque | in quanto è idea; e questo non ha difficoltà di sorte per |
Gioberti e il panteismo -
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si trasfonde in ciascuna conseguenza senza mai esaurirsi: è | dunque | una identificazione parziale. Avvertite che il nostro |
Gioberti e il panteismo -
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l' abbiamo pienamente stabilita; non abbiamo spesa | dunque | indarno la fatica nelle nostre ricerche. Ma una questione |
Gioberti e il panteismo -
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conoscenza ci rimane? Se rimane dopo l' affermazione, | dunque | tale conoscenza non è legata indivisibilmente a quest' atto |
Gioberti e il panteismo -
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a quest' atto momentaneo dello spirito. Che cosa è | dunque | la cognizione del reale che resta in noi dopo l' |
Gioberti e il panteismo -
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difficoltà, che non vederle, o non sentirne la forza. Noi | dunque | non ricuseremo d' entrare per dir così nel gineprajo della |
Gioberti e il panteismo -
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di cavarci felicemente dallo stesso imbarazzo. Che cosa è | dunque | la conoscenza del reale, che rimane in noi dopo l' |
Gioberti e il panteismo -
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ancora alla città visitata e alle cose in essa vedute? Come | dunque | si spiega questo fatto? Il filosofo superficiale, a dir |
Gioberti e il panteismo -
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realtà, hanno torto marcio e il senso comune ha ragione. | Dunque | non bastano certo le idee affinchè noi pensiamo ai reali |
Gioberti e il panteismo -
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senso, nella nostra immaginazione il reale percepito. Sia | dunque | che noi ne abbiamo memoria, che li conserviamo in qualche |
Gioberti e il panteismo -
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e ragionare sul reale stesso - Questa mia credenza è | dunque | un' illusione che m' inganna - Non è un' illusione pel |
Gioberti e il panteismo -
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di cui pure la città di Firenze si compone? O che parlate | dunque | narrando le cose vedute della pietra, del ferro, del |
Gioberti e il panteismo -
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o che va a terminare alla vera e reale Firenze; scegliete | dunque | come vi piace - Come capite male le cose! Sicuro, che |
Gioberti e il panteismo -
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ha presente non sia la persona reale - Bene sta: noi siamo | dunque | d' accordo sul fatto che finalmente il pensiero ed il |
Gioberti e il panteismo -
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il ritratto o l' immagine di quell' oggetto. Applichiamo | dunque | lo stesso discorso alle immagini fantastiche. Come possiamo |
Gioberti e il panteismo -
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sensioni rappresentative della Firenze reale. Acciocchè | dunque | le immagini ci possano prestare il servigio di far sì che |
Gioberti e il panteismo -
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spiegazione; è il sofisma della forma: idem per idem . Come | dunque | ci trarremo noi dall' imbarazzo? V' ho da dire, o signori, |
Gioberti e il panteismo -
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delle immagini alla percezione stessa. Facciam conto | dunque | d' essere in questo istante a Firenze, di vedere cogli |
Gioberti e il panteismo -
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piazze, del fiume e di tutto ciò che colà esiste. Convien | dunque | ascendere a vedere in che modo noi percepiamo le realità |
Gioberti e il panteismo -
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afferma la forza reale che ci modifica. Convien | dunque | che restringiamo tutta la nostra meditazione a intendere |
Gioberti e il panteismo -
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s' intuisce la possibilità del suo sussistere; non rimane | dunque | altro, se non che lo spirito sia mosso da un impulso |
Gioberti e il panteismo -
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è vera l' affermativa e non la negativa. L' affermazione | dunque | è un assenso dell' animo, è un assenso per cui l' animo |
Gioberti e il panteismo -
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si rende affermante, mentre prima non era. Che cosa è | dunque | la cognizione del reale? Niente altro, se non un nuovo |
Gioberti e il panteismo -
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che non ci era affermata, ci era solo possibile. Dove sta | dunque | la difficoltà? La difficoltà può stare in uno di questi due |
Gioberti e il panteismo -
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sia o non sia, cioè sussista o possa solamente sussistere. | Dunque | rimane a spiegarsi, onde lo spirito nostro s' induca a |
Gioberti e il panteismo -
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gli altri stati e abiti dell' animo nostro. La cognizione | dunque | dell' esistenza del reale, che non è più presente ai nostri |
Gioberti e il panteismo -
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hanno le immagini in noi superstiti. In qual parte | dunque | la cognizione dei reali che ci rimane dopo la percezione, |
Gioberti e il panteismo -
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per rammemorare che fosse, senza venirne tuttavia a capo. | Dunque | la cognizione del reale non è interamente perita; |
Gioberti e il panteismo -
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ho percepito, cioè lo stato di persuasione dell' animo mio. | Dunque | la cognizione dell' ente reale può durare in me senza |
Gioberti e il panteismo -
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se sussista veramente, oppure se io veda un puro fantasma. | Dunque | la cognizione del reale non sono le immagini che abbiano |
Gioberti e il panteismo -
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l' ente sussista, ne abbia io l' immagine o no. Ma qual' è | dunque | l' ufficio delle immagini? Quello de' sentimenti in |
Gioberti e il panteismo -
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proprio, quell' effetto a cui è ordinata da natura. Quale è | dunque | l' uso della immagine proprio e naturale? Si è quello di |
Gioberti e il panteismo -
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sussista? No, non lo so, se prescindo dall' affermazione. | Dunque | le immagini degli enti che in me rimangono, valgono bensì a |
Gioberti e il panteismo -
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mi fanno conoscere ancora il reale essere sussistente. Ma | dunque | non influiscono elle niente affatto sulla mia cognizione |
Gioberti e il panteismo -
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proposizione « non conosce altro di positivo ». E` mestieri | dunque | cercare che cosa voglia dire « il positivo della cognizione |
Gioberti e il panteismo -
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è di vedere come sono le cose nella natura. Concentriamo | dunque | il discorso. La cosa che noi intendiamo di rilevare è il |
Gioberti e il panteismo -
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distinguiamo col nome di cognizione positiva: la questione | dunque | si riduce a verificare questo fatto: « se tra le specie |
Gioberti e il panteismo -
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tale, noi dicevamo, conviene applicarvi il pensiero. Se | dunque | noi pensiamo le modificazioni del nostro proprio |
Gioberti e il panteismo -
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la semplicissima ragione che la cosa è appunto così. Può | dunque | entrare e per molto o per poco tempo inesistere un |
Gioberti e il panteismo -
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stare in un' altra sostanza: egli è questo il fatto. Si dà | dunque | l' azione sostanziale tra le cose; poichè l' agente è |
Gioberti e il panteismo -
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sostanziale tra le cose; poichè l' agente è sostanza. Se | dunque | nel nostro sentimento cade una sostanza straniera, il |
Gioberti e il panteismo -
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più evidenti su cui non c' è costume di riflettere. Si dà | dunque | la percezione del mondo esteriore. Questa noi chiameremo |
Gioberti e il panteismo -
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determinata siccome quella del soggetto. Intuizione | dunque | dell' essere, percezione del soggettivo e percezione dell' |
Gioberti e il panteismo -
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esse non precederebbero del tutto la riflessione. Convien | dunque | arrivare a quelle cognizioni prime che non si sono |
Gioberti e il panteismo -
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indicata, e nessuno la indicherà mai. La riflessione umana | dunque | ha una materia limitata, fuori della quale non può andare |
Gioberti e il panteismo -
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», e ritorna più volte su questa sentenza (2). Anche egli | dunque | riconosce che il dominio della riflessione è limitato ad |
Gioberti e il panteismo -
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anteriore ad essa, cioè ai dati della esperienza. Se | dunque | la riflessione non dà a se stessa la materia delle sue |
Gioberti e il panteismo -
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determinazioni, l' altra appieno determinata: si supponga | dunque | che alla riflessione non sia dato per materia altro che l' |
Gioberti e il panteismo -
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qual ente potrebb' ella conoscere? Niuno in particolare. E` | dunque | necessario, che la riflessione prenda le prime |
Gioberti e il panteismo -
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che riguarda le prime determinazioni degli enti ». Non è | dunque | chiaro, che la cognizione positiva non si può cercare |
Gioberti e il panteismo -
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è che il nostro sentimento, o ciò che cade nel sentimento. | Dunque | tutto ciò che noi sappiamo di positivo si riduce finalmente |
Gioberti e il panteismo -
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condizione d' elementi percepiti. La cognizione positiva | dunque | è quella che si contiene ultimamente nella percezione, e |
Gioberti e il panteismo -
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s' acquista nel modo che abbiamo già dichiarato. Togliamo | dunque | via dalla percezione l' atto dell' affermare. Ciò che ci |
Gioberti e il panteismo -
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è un mistero, che ne involge molti altri: non si può | dunque | dire che sia dall' uomo conosciuto. Che diremo noi a |
Gioberti e il panteismo -
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o rosso, o giallo, o un altro colore qualsiasi. Quelli | dunque | che ci dicono, che noi non conosciamo il sentimento, perchè |
Gioberti e il panteismo -
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altrui, e anche di fissarle alla nostra propria attenzione. | Dunque | il linguaggio è il testimonio irrefragabile delle nostre |
Gioberti e il panteismo -
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col linguaggio? Certamente quelle che noi abbiamo. Che cosa | dunque | significano i vocaboli? Quali cose esprimono? Forse gli |
Gioberti e il panteismo -
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a noi pienamente incogniti? Sarebbe assurdo il dirlo. | Dunque | esprimono « gli enti quali da noi si conoscono ». Da questa |
Gioberti e il panteismo -
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sensazione, non sono sostanze, ma meri accidenti. Convien | dunque | ritornare alla distinzione che facevano gli scolastici in |
Gioberti e il panteismo -
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l' origine della parola essenza viene da essere; e vuol | dunque | dire l' essere, l' entità della cosa, ciò che fa che la |
Gioberti e il panteismo -
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è l' idea: nell' idea la cosa è conosciuta. Non andremo | dunque | lungi dal vero, se noi diffiniremo l' essenza in un modo |
Gioberti e il panteismo -
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sono conosciute per la stessa loro definizione. Invece | dunque | di dire, che l' essenze non si riconoscono, doveasi anzi |
Gioberti e il panteismo -
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via l' essenza dell' animale non resta più l' animale; | dunque | non esprimerei più nè l' uno nè l' altro, come nulla vuole |
Gioberti e il panteismo -
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animale, e non conoscendola non la può esprimere. Quanti | dunque | sono i nomi comuni nell' umano linguaggio, altrettante |
Gioberti e il panteismo -
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esprimere ciò che del tutto e in nessun modo conosce. | Dunque | il negare la cognizione delle essenze è lo stesso che |
Gioberti e il panteismo -
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idea. Ma le idee parte sono positive, e parte negative. | Dunque | tali sono anche l' essenze. Qualora si tratti d' essenza di |
Gioberti e il panteismo -
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si parla da noi, se non dell' essenza conosciuta: si vuol | dunque | dire, che è negativa in tal caso la cognizione nostra. |
Gioberti e il panteismo -
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è negativa in tal caso la cognizione nostra. Quali saranno | dunque | quell' essenze che noi chiamiamo negative? Voi stessi ora |
Gioberti e il panteismo -
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niente di ciò che abbiamo sperimentato nel sentimento. Sono | dunque | negative primieramente le essenze dell' entità prettamente |
Gioberti e il panteismo -
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e vi fanno sopra dei calcoli meravigliosi (1). Che cosa è | dunque | il nulla? E` l' esclusione del qualche cosa: è una |
Gioberti e il panteismo -
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essente, allora si dice nulla. Se il nulla si diffinisce; | dunque | ha la sua essenza: se il nulla è il termine di una |
Gioberti e il panteismo -
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è il termine di una relazione, e perciò ha certe proprietà; | dunque | ha la sua essenza: ma non l' ha già fuori della mente, |
Gioberti e il panteismo -
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di cui ci formiamo un' idea, che esprimiamo in parole: ha | dunque | un' essenza mentale negativa, esprimendo quel momento dell' |
Gioberti e il panteismo -
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determinato, ma l' essere in genere e indeterminato. Ho | dunque | bisogno d' una relazione che me lo determini: una |
Gioberti e il panteismo -
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sentimento, e la relazione è quella di causa. Le relazioni | dunque | con ciò che io conosco positivamente, mi fanno conoscere |
Gioberti e il panteismo -
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conoscere degli esseri che io non conosco positivamente: ho | dunque | di essi una cognizione negativa. Le relazioni dunque di |
Gioberti e il panteismo -
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ho dunque di essi una cognizione negativa. Le relazioni | dunque | di esseri che non influiscono nel mio sentimento, colle |
Gioberti e il panteismo -
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elemento somministratomi dal sentimento. Le idee generiche | dunque | sono fonti di cognizione in parte negativa; ma meno però |
Gioberti e il panteismo -
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mio proprio sentimento. Nell' idea astratta di specie giace | dunque | più di cognizione positiva che non nel genere, e tuttavia |
Gioberti e il panteismo -
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sistemi arbitrarj, accorcianti l' umano sapere: ritengono | dunque | la parola sentimento, come dicevo; ma poscia ve lo |
Gioberti e il panteismo -
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della Filosofia, e in ispecie dell' Ideologia, vuol | dunque | che si osservi tutto intero il fatto della cognizione, e |
Gioberti e il panteismo -
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che le nostre cognizioni positive sono limitate. Conviene | dunque | ora, che ci spieghiamo maggiormente su questa limitazione |
Gioberti e il panteismo -
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infinito, dall' altra ci apparisce assai finito. Dove | dunque | sta il vero? A quale ci atterremo noi di queste due |
Gioberti e il panteismo -
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del senso comune, che è costretta a ricusarne qualcuna. Noi | dunque | ammettiamo, che l' umano sapere non abbia confini; ed |
Gioberti e il panteismo -
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noi come esseri reali siamo limitati, limitatissimi. V' ha | dunque | in noi un fonte di cognizione infinita e questa è l' idea, |
Gioberti e il panteismo -
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la natura de' principj da cui derivano: lo scibile umano | dunque | è un miscuglio d' infinito e di finito, ed egli deve |
Gioberti e il panteismo -
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a dirigerlo nel suo operare nè gli fa bisogno di più: qui | dunque | s' acquieta, non fa ulteriori confronti e ricerche. Ma l' |
Gioberti e il panteismo -
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e delle forze nostre proprie che agiscono simultaneamente. | Dunque | il sentimento che abbiamo de' corpi non ha nulla in sè di |
Gioberti e il panteismo -
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la forma del suo intelletto è l' essere assoluto. Egli | dunque | inclina e tende per sua natura a volere avere delle cose |
Gioberti e il panteismo -
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non può egli servir di norma all' operare dell' uomo? | Dunque | è conoscere; chè ciò che non si conosce non può servir di |
Gioberti e il panteismo -
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non può esser altro, perchè è tale per sua essenza. Sebbene | dunque | questo elemento ideale e oggettivo sia il fondamento e la |
Gioberti e il panteismo -
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che dee per essa divenire virtuoso e felice. Che cosa vuol | dunque | dire perfezione relativa? Nient' altro, miei signori, se |
Gioberti e il panteismo -
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cose nelle quali ha qualche parte il soggetto? Siete voi | dunque | d' avviso, o sapienti oppositori, che intorno al soggetto e |
Gioberti e il panteismo -
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apparenza. Ora essendo questo manifestamente assurdo; | dunque | si può dare una cognizione che sia nel medesimo tempo e |
Gioberti e il panteismo -
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si dice giustamente essersi oggettivate. - Dove sta | dunque | l' equivoco preso dai nostri oppositori? Nell' aver confuso |
Gioberti e il panteismo -
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ella è sempre una divisione inesatta. L' unica distinzione | dunque | che si può fare si è tra la cognizione soggettiva cioè |
Gioberti e il panteismo -
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non è che soggettiva, ossia relativa al soggetto. Se v' ha | dunque | taluno, che giudichi e pronunci qualche cosa intorno ai |
Gioberti e il panteismo -
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modo; erra perchè giudica d' ignorare mentre sa. Come | dunque | evitare queste due opposte maniere d' errare? Noi l' |
Gioberti e il panteismo -
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allora la cognizione dicesi relativa e soggettiva. Quale è | dunque | la distinzione tra questa cognizione e l' assoluta? Se la |
Gioberti e il panteismo -
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non è oggetto per se stesso, poichè egli è anzi soggetto. | Dunque | se non si dà cognizione senza oggetto, forza è che la mente |
Gioberti e il panteismo -
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chiariscono la cosa abbastanza per chi ci medita. Veniamo | dunque | all' altra maniera di cognizione, cioè alla cognizione |
Gioberti e il panteismo -
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se l' oggetto della cognizione assoluta è già un oggetto; | dunque | egli non ha più bisogno di essere oggettivato; dunque è |
Gioberti e il panteismo -
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dunque egli non ha più bisogno di essere oggettivato; | dunque | è atto ad essere conosciuto per se stesso, senza bisogno di |
Gioberti e il panteismo -
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bisogno di farci sopra alcun' altra operazione intermedia; | dunque | egli è conoscibile immediatamente per se stesso. Ecco che |
Gioberti e il panteismo -
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che agisce nella realità nostra. Se la cosa è così, che | dunque | concluderemo? Che la realità a noi conosciuta non è per se |
Gioberti e il panteismo -
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d' esser prima oggettivata per esser da noi conosciuta: che | dunque | dee precedere nel nostro spirito ciò che è oggetto per se |
Gioberti e il panteismo -
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si scorge ancora nelle prime riflessioni. Qual meraviglia | dunque | che al pensiero dei primi investigatori della natura ogni |
Gioberti e il panteismo -
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la quale era pure stata trovata in suo servigio. Che | dunque | diremo, miei signori, osservando così di passaggio quella |
Gioberti e il panteismo -
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Gioberti) sono, per dirlo di nuovo, contradizione. Veniamo | dunque | a noi: veniamo agli argomenti che escono dai visceri della |
Gioberti e il panteismo -
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è negativa, è potenzialmente priva d' ogni confine. Ecco | dunque | che noi con questa importantissima distinzione del reale e |
Gioberti e il panteismo -
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e sotto lo stesso aspetto del subietto medesimo. | Dunque | se l' ideale e il reale da noi percettibile hanno proprietà |
Gioberti e il panteismo -
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darne una definizione che ne esprima l' uso. Diremo | dunque | che l' essere ideale è il mezzo del conoscere . Questa |
Gioberti e il panteismo -
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con un zelo affettato contro di questo errore. Mettiamo | dunque | in confronto i due sistemi, e vediamo se l' uno o l' altro |
Gioberti e il panteismo -
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del possibile che s' intuisce. L' essere ideale | dunque | è per noi la condizione necessaria dell' affermare le |
Gioberti e il panteismo -
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esemplato relativamente al possibile che è l' esemplare. | Dunque | nel sistema nostro non si predica del reale finito che cade |
Gioberti e il panteismo -
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di lei? senza saper che sussiste? certo che no. Niente | dunque | si sa d' una cosa reale, se ignorasene la sussistenza. L' |
Gioberti e il panteismo -
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avversarj è nel primo intuito, il cui oggetto è Dio stesso; | dunque | l' essere reale di tutte le cose è Dio; dunque affermando |
Gioberti e il panteismo -
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Dio stesso; dunque l' essere reale di tutte le cose è Dio; | dunque | affermando le cose, affermiamo Dio; dunque le cose tutte |
Gioberti e il panteismo -
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le cose è Dio; dunque affermando le cose, affermiamo Dio; | dunque | le cose tutte che conosciamo altro non sono finalmente che |
Gioberti e il panteismo -
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premessa all' opera « del Buono » [...OMISSIS...] . Se | dunque | questa frase si può prendere anche in senso eterodosso e |
Gioberti e il panteismo -
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se non avanzando sì gravi errori di fatto. Proseguiamo | dunque | a sentire il ragionamento, col quale il Gioberti pretende |
Gioberti e il panteismo -
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ispiegare come si conosca la realità individuale. Che cosa | dunque | ci rivela l' intuito? nient' altro ci può rivelare se non |
Gioberti e il panteismo -
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a farvi in altro luogo delle speciali osservazioni. | Dunque | se l' oggetto dell' intuito è indivisibile, e contiene |
Gioberti e il panteismo -
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quale colla riflessione si astrae poscia la possibilità. Se | dunque | l' idea contiene tutto, la realità come anche la |
Gioberti e il panteismo -
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materia del sapere, distinta dall' idea stessa? O si dee | dunque | distinguere l' idea che contiene la possibilità dell' ente |
Gioberti e il panteismo -
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sieno oggetto dell' intuito, il panteismo è irreparabile. | Dunque | il Gioberti stesso si fa la sentenza, e noi siamo costretti |
Gioberti e il panteismo -
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vogliamo attenerci alla sua propria confessione. Tornando | dunque | alla definizione dell' oggetto del sapere, no, l' empietà |
Gioberti e il panteismo -
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forze finite, dove l' Idea, cioè Dio, riluce? Converrebbe | dunque | supporre che noi vedessimo e conoscessimo Dio vedendo e |
Gioberti e il panteismo -
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sarebbe l' oggetto susseguente e il contenuto. La materia | dunque | delle forze finite si conoscerebbe per sè stessa, e Iddio, |
Gioberti e il panteismo -
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è l' oggetto immediato ed universale del sapere. Se | dunque | la materia creata e Dio sono una cosa sola, e tale che non |
Gioberti e il panteismo -
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questa realità non sarebbe stata conoscibile. Conchiudiamo | dunque | questa lezione. Panteisti son quelli che, « quando dicono |
Gioberti e il panteismo -
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si dichiara separabile nell' ordine delle cose contingenti. | Dunque | almeno in quest' ordine può essere la idealità senza la |
Gioberti e il panteismo -
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la realtà, e però non è assurda questa separazione. Si dee | dunque | conchiudere che almeno in quest' ordine l' ideale, benchè |
Gioberti e il panteismo -
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E se questo ideale anche separato dal reale è qualche cosa, | dunque | non è mica più assurdo, che Iddio nella formazione dell' |
Gioberti e il panteismo -
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esso gode i caratteri della necessità, dell' eternità ecc.: | dunque | non appartiene all' ordine contingente, ma all' ordine |
Gioberti e il panteismo -
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contingente e del necessario si fa una cosa sola. Il dire | dunque | che l' ideale nell' ordine contingente di cose è separabile |
Gioberti e il panteismo -
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di conciliarsi seco stesso con più onestà. Egli immagina | dunque | due enti possibili invece d' un solo, perocchè egli dice: |
Gioberti e il panteismo -
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invece d' un solo, perocchè egli dice: [...OMISSIS...] . | Dunque | quando l' uomo pensa un ente possibile, per esempio « un |
Gioberti e il panteismo -
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ve lo trova, ovvero sia lo produce in separandolo. Se | dunque | si dà distinzione tra l' ordine assoluto e l' ordine |
Gioberti e il panteismo -
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altro oggetto contingente qualsivoglia, p. e. dal sole. Se | dunque | il topo ed il sole sono due oggetti distinti del conoscere |
Gioberti e il panteismo -
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Se si conosce senza l' idea, l' ordine contingente è | dunque | fuori dell' idea, è conoscibile per sè stesso; e quindi non |
Gioberti e il panteismo -
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contiene già la realità, perocchè altrimenti sarebbe nulla. | Dunque | l' ordine contingente, secondo lui, si compone d' idealità |
Gioberti e il panteismo -
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che è insieme realità, e d' una realità che non è idealità. | Dunque | si compone di una idealità e di due realità. Ma nell' |
Gioberti e il panteismo -
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cose infinitamente distanti l' una dall' altra, che sono | dunque | due nature realmente diverse: converrebbe che ci dicesse |
Gioberti e il panteismo -
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Iddio non cade nè in alcun genere, nè in alcuna specie. Se | dunque | Iddio e le creature sono nature così distinte, che non |
Gioberti e il panteismo -
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e non possono formare un oggetto solo dell' intuito. E` | dunque | necessario per non cadere nel panteismo il supporre che due |
Gioberti e il panteismo -
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perchè Iddio è un atto solo con cui è e con cui opera. | Dunque | coll' introdurre l' atto creatore non si può spiegare la |
Gioberti e il panteismo -
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natura e un oggetto che non ha niente di comune col corpo; | dunque | nè pur nell' atto creatore si possono trovare i corpi |
Gioberti e il panteismo -
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creatore, e non il termine intrinseco e consostanziale. | Dunque | nell' interno dell' atto creatore, cioè in Dio, non vi sono |
Gioberti e il panteismo -
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e nel sentimento non ne ricevessimo l' azione. Convien | dunque | confessare, che col ricorrere all' intuito di Dio e dell' |
Gioberti e il panteismo -
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nell' essere suo proprio formale, sostanziale, materiale. | Dunque | ivi non possono percepire e non percepiscono punto nè poco |
Gioberti e il panteismo -
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se le vedessimo nell' unica percezione del Verbo divino. | Dunque | qualunque via si prenda a spiegare l' origine di questi |
Gioberti e il panteismo -
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li conoscessimo a quel modo come sono conoscibili in Dio. | Dunque | noi non vediamo la possibilità delle cose in Dio, e quindi |
Gioberti e il panteismo -
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causa, ma sono il termine dell' azione di questa causa. | Dunque | se noi vedessimo Iddio solo, senza avere anche la |
Gioberti e il panteismo -
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che anzi per lui è l' intuito di un mero concetto . | Dunque | l' uomo non può conoscere le cose create per via di causa. |
Gioberti e il panteismo -
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e spirito; 3 qual signore e fabbricatore della natura. | Dunque | Iddio non si fa già identico con ciò che egli produce, |
Gioberti e il panteismo -
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vere e le più erronee ad un tempo, sono comuni. Acciò che | dunque | il signor Gioberti avesse legittimamente purgato il suo |
Gioberti e il panteismo -
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per tutto, dicendo che [...OMISSIS...] ? Non si può | dunque | più errare senza essere panteista? Non ha questo l' aspetto |
Gioberti e il panteismo -
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umana pensa l' ente comunissimo e generalissimo ». Non è | dunque | assurdo, miei signori, pensare quest' ente, come sembra che |
Gioberti e il panteismo -
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l' uomo si formi l' essere ideale per astrazione, rimane | dunque | possibile egualmente che sia a lui congenito, e, se più vi |
Gioberti e il panteismo -
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astratto. Per decidere la questione dell' origine, conviene | dunque | aver prima ammesso che l' essere di cui si parla non sia |
Gioberti e il panteismo -
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particolare, è una mera astrazione pel signor Gioberti; | dunque | considerato come astratto non ha realità; che è quello |
Gioberti e il panteismo -
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dissimularli trapassandoli in sommo silenzio. Prendiamo | dunque | a conto queste concessioni che egli ci fa, e che sono pure |
Gioberti e il panteismo -
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anche l' etimologia della parola soggetto ed oggetto . | Dunque | il Rosmini a buon conto non cade certamente nel |
Gioberti e il panteismo -
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in somma divino da quel lato nel quale egli è infinito. | Dunque | dicendo il Rosmini che quest' oggetto è nella mente di Dio, |
Gioberti e il panteismo -
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il Gioberti, è l' ente finito, identico coll' uomo. Si fa | dunque | dell' ente finito e dell' infinito, dell' uomo e di Dio una |
Gioberti e il panteismo -
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e che quell' ente astratto s' immedesima coll' uomo. | Dunque | la conclusione parmi assai chiara; il finito, il |
Gioberti e il panteismo -
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v' ebbe mai al mondo che non sia rifuso in questo sistema? | Dunque | al Gioberti si deve applicare, secondo la giusta logica, |
Gioberti e il panteismo -
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si vede in Dio. Or posciachè tutto ciò che è in Dio è Dio, | dunque | anche il finito, ciò che, secondo il Gioberti, è |
Gioberti e il panteismo -
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dirlo ancora, che cosa sarà, miei signori? S' accalappia | dunque | il nostro Filosofo ne' suoi stessi ragionamenti, e |
Gioberti e il panteismo -
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meglio d' ogni altro che non crede di vederla. Cominciamo | dunque | a dar mano a questa nuova ed importante ricerca. E prima |
Gioberti e il panteismo -
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autori appunto, a detta di lui, sono panteisti? Convien | dunque | dire, stando alle confessioni dello stesso signor Gioberti, |
Gioberti e il panteismo -
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di tutti, da cui deriva la necessità agli altri. Se | dunque | il principio di contraddizione è necessario, se è |
Gioberti e il panteismo -
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necessario il principio o l' assioma di creazione. Abbiamo | dunque | una creazione necessaria, una creazione così necessaria |
Gioberti e il panteismo -
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. L' Ente, cioè Iddio oggetto dell' intuito, possiede | dunque | tutto ciò che vi ha di positivo nell' astratto, nel |
Gioberti e il panteismo -
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Iddio, e altrove dice più espressamente che è Dio. Pone | dunque | due separazioni che si fanno nell' Ente, cioè in Dio, |
Gioberti e il panteismo -
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astrattezza e la generalità: [...OMISSIS...] . Fermiamoci | dunque | qui, e vediamo come il nostro Filosofo faccia nascere le |
Gioberti e il panteismo -
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nascano le creature si devono separare. Le creature | dunque | sono nozioni o idee che sono in Dio, ma che si devono |
Gioberti e il panteismo -
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che sono le esistenze reali, le creature: niente | dunque | produce dal nulla, perchè trova in Dio tutto: la |
Gioberti e il panteismo -
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individuale e universale in un tempo » » le creature | dunque | sono diverse da Dio, come le proprietà divise per analisi |
Gioberti e il panteismo -
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colla quale lo spirito nostro vede lo stesso oggetto. Se | dunque | l' oggetto è lo stesso, benchè le potenze sieno diverse; se |
Gioberti e il panteismo -
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hanno NELLA SOSTANZA un oggetto medesimo: la sostanza | dunque | è unica. 2 Che quest' oggetto sostanzialmente il medesimo, |
Gioberti e il panteismo -
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inescusabile, manifesta ed evidente si è, che | dunque | Iddio, e l' ente astratto, finito, soggettivo, che s' |
Gioberti e il panteismo -
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che è Dio, e il circolo che sono le cose create. Parlando | dunque | egli dell' idea e del reale, li considera meramente come |
Gioberti e il panteismo -
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in modo da non cadere nel panteismo. [...OMISSIS...] . Se | dunque | i panteisti errano col dire che Iddio è tutto il cerchio, |
Gioberti e il panteismo -
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di cose, il quale è l' effetto libero del primo. | Dunque | l' ordine contingente, l' ordine delle cose create ch' egli |
Gioberti e il panteismo -
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altrove, della sintesi raziocinativa e dell' analisi. | Dunque | alla sintesi raziocinativa ed all' analisi appartiene l' |
Gioberti e il panteismo -
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ne ho soggiunta la ragione, perchè [...OMISSIS...] . - Voi | dunque | per Ente intendete l' ordine assoluto? G. Appunto. - E per |
Gioberti e il panteismo -
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ossia dall' Ente, che è il Dio del Gioberti. La sostanza | dunque | di Dio e delle creature è la medesima; la diversità sta |
Gioberti e il panteismo -
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lo stesso Gioberti. Alle quali frasi magnifiche si potrà | dunque | senza scrupolo riferire anche quella, dove il signor |
Gioberti e il panteismo -
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reale [...OMISSIS...] . Nell' oggetto dell' intuito vi è | dunque | ogni realità che altronde non potrebbe aversi, il qual |
Gioberti e il panteismo -
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scrive che [...OMISSIS...] , cioè da Dio. Il possibile | dunque | che è da una parte subbiettivo, cioè una modificazione |
Gioberti e il panteismo -
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a me; perocchè scrive francamente che [...OMISSIS...] . Se | dunque | le cose s' immedesimano colle idee e le idee colle cose, se |
Gioberti e il panteismo -
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è nulla, perchè l' idea e la cosa si identificano: | dunque | la parola idealmente dee avere un valore nel sistema del |
Gioberti e il panteismo -
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Autore identico alla parola realmente (1). Non lasciamoci | dunque | ingannare nè pure da questa frase e dichiariamola senza |
Gioberti e il panteismo -
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le più importanti, ad un' altra lezione. Mi contenterò | dunque | in questa di aggiungere ancora poche osservazioni, e poi |
Gioberti e il panteismo -
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il filosofo ateniese, così segue: [...OMISSIS...] . Se | dunque | l' intelligibile ossia l' idea divina trapassa nelle cose |
Gioberti e il panteismo -
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che il Sole spirituale, cioè Dio, [...OMISSIS...] . Iddio | dunque | informa l' anima umana sostanzialmente, la informa come |
Gioberti e il panteismo -
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dall' intelligibilità divina, giusta la sua dottrina; | dunque | l' intelligibilità divina s' immedesima colla concretezza |
Gioberti e il panteismo -
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che la mente divina, onde dice che [...OMISSIS...] . Non è | dunque | meraviglia se l' atto dell' intuito umano sia pel sig. |
Gioberti e il panteismo -
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il renderle intelligibili ed il crearle suona il medesimo, | dunque | tutto l' essere delle cose create consiste nella loro |
Gioberti e il panteismo -
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idea non cessasse per ciò appunto di essere astratta). Se | dunque | la concretezza delle cose è la loro esistenza, e quest' |
Gioberti e il panteismo -
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pensiero a Dio, mediante l' azione creatrice. Il pensiero | dunque | dell' uomo che ascende a Dio, s' immedesima col discendere |
Gioberti e il panteismo -
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di Dio; perchè dice il Gioberti: [...OMISSIS...] . Se | dunque | Iddio non può creare la menoma idea, dunque egli non può |
Gioberti e il panteismo -
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. Se dunque Iddio non può creare la menoma idea, | dunque | egli non può creare nè tampoco la menoma cosa: ed ecco |
Gioberti e il panteismo -
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quando queste la vogliono impaniare e impastojare. Ma come | dunque | (si opporrà) il signor Gioberti, che da una parte dice che |
Gioberti e il panteismo -
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d' altro che di se stessa per esser conosciuta. L' idea | dunque | è quella che crea, ella è altresì quella che intuisce, che |
Gioberti e il panteismo -
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perocchè egli argomenta così: [...OMISSIS...] . Acciocchè | dunque | l' idea, che è la potenza, attuandosi diventi cosa, che è |
Gioberti e il panteismo -
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senza bisogno d' altra idea o mezzo di conoscere. Ogni cosa | dunque | è l' idea, più l' atto contingente dell' idea, e l' idea |
Gioberti e il panteismo -
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idea obbiettivamente è Dio stesso, insegna il Gioberti. | Dunque | il creabile è Dio stesso; e il possibile non è altro che |
Gioberti e il panteismo -
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avessero altre relazioni che quelle delle persone. L' idea | dunque | è quella che crea ed è ad un tempo quella che è creata; |
Gioberti e il panteismo -
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ciò che vi ha in questo. [...OMISSIS...] (1). Vediamo | dunque | di nuovo che cosa si contenga nell' oggetto dell' intuito. |
Gioberti e il panteismo -
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l' uomo nello stato di intuito [...OMISSIS...] . L' intuito | dunque | non ha che un oggetto ideale. Ora ogni ideale, anzi ogni |
Gioberti e il panteismo -
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non differisce nella sostanza, ma solo nel modo. Se | dunque | il soggetto uomo è una sostanza seconda che non si trova |
Gioberti e il panteismo -
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. Tali sono le sostanze seconde del signor Gioberti. Si può | dunque | conchiudere, che il vocabolo di sostanze seconde non sia un |
Gioberti e il panteismo -
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della radice dell' Ente necessario, che è Dio. Andiamo | dunque | avanti. [...OMISSIS...] Se non fosse, miei signori, per non |
Gioberti e il panteismo -
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stesso, secondo lui, è l' idea? Ma qual differenza passa | dunque | fra Dio e le creature? Grande certamente e sostanziale; |
Gioberti e il panteismo -
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coll' individuamento, che è il suo atto creativo . Egli | dunque | accorda, che l' idea generale appartenga alla mente, e il |
Gioberti e il panteismo -
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assoluto oggetto dell' intuito. L' oggetto dell' intuito è | dunque | la radice della generalità delle idee riflesse e del |
Gioberti e il panteismo -
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così reca all' esistenza il concreto dei sensibili. Egli è | dunque | del tutto logico il dire che per conoscer l' albero |
Gioberti e il panteismo -
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s' individua è l' essere necessario e infinito. Che cosa è | dunque | il creato? L' attuazione di Dio. E che cosa è Dio? E`, ed |
Gioberti e il panteismo -
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meglio, l' attuazione del creato; [...OMISSIS...] . Come | dunque | intuire le esistenze create, senza intuire Iddio di cui |
Gioberti e il panteismo -
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affermazione di Dio stesso. Udite: [...OMISSIS...] . In che | dunque | consiste, secondo Vincenzo Gioberti, l' esistenza, colla |
Gioberti e il panteismo -
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il contingente è già emerso dal necessario. Il panteismo | dunque | è nell' intuito, ma sopravviene la riflessione soggettiva |
Gioberti e il panteismo -
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quello della riflessione è un ordine soggettivo. Combatte | dunque | il panteismo, dimostrando che non ebbe fin qui solide basi, |
Gioberti e il panteismo -
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l' infusione del lume di grazia o di gloria. Sarebbe | dunque | cosa assurdissima il collocare nella natura umana una |
Gioberti e il panteismo -
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all' uomo qualche specie di sentimento? Non si possono | dunque | dare facoltà nell' uomo, le quali sieno al tutto straniere |
Gioberti e il panteismo -
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ragione, ed escluse dall' intendimento? Non si possono | dunque | dare oggetti nè naturali nè soprannaturali, de' quali noi |
Gioberti e il panteismo -
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sentimento quanto dall' intelligenza. Cotal facoltà non può | dunque | non essere finalmente che una specie di sentimento ed una |
Gioberti e il panteismo -
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appartenenza di Dio - Ma ogni appartenenza di Dio, è Dio - | Dunque | l' essere ideale è Dio. Distinguo la minore - Ogni |
Gioberti e il panteismo -
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semplicissimo - Ma la recata distinzione divide Iddio - | Dunque | una tale distinzione fa quello che non si può, è falsa. |
Gioberti e il panteismo -
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si danno gli attributi dell' eternità, immutabilità ec.. - | Dunque | l' Ente ideale è Dio. Distinguo la maggiore e la minore. |
Gioberti e il panteismo -
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che non è reale è nulla - Ma l' essere ideale non è reale - | Dunque | l' essere ideale è nulla. Nego la maggiore, perchè ognun sa |
Gioberti e il panteismo -
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perchè altrimenti i concetti si confonderebbero. Rimarrà | dunque | che l' idea presa in opposizione alla cosa non è la cosa, e |
Gioberti e il panteismo -
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racchiude la cognizione del reale, ma solo del possibile - | Dunque | egli non ispiega bene la cognizione del reale. Nego la |
Gioberti e il panteismo -
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percepisca dall' uomo nel primo intuito del suo spirito - | Dunque | è impossibile che l' uomo giunga mai a conoscere il reale. |
Gioberti e il panteismo -
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progressivo un disegno intelligente. La vostra vita ha | dunque | necessariamente un fine, uno scopo. Il fine ultimo, pel |
Doveri dell'uomo -
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alla piramide della scienza il loro tributo. Come potremmo | dunque | pretendere di conoscere in oggi ciò che richiede l'opera |
Doveri dell'uomo -
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non associati, quella sacra e feconda parola? Rassegniamoci | dunque | all'ignoranza sulle cose che ci sono per lungo tempo ancora |
Doveri dell'uomo -
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facoltà sono gli strumenti di lavoro che Dio ci dava. È | dunque | necessario che il loro sviluppo sia promosso e aiutato; il |
Doveri dell'uomo -
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voi non potete compiere alcuno dei vostri doveri. Voi | dunque | avete diritto alla Libertà, e Dovere di conquistarla ad |
Doveri dell'uomo -
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bene, all'adempimento del disegno previdenziale Non esiste | dunque | Sovranità di diritto in alcuno; esiste una sovranità dello |
Doveri dell'uomo -
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devono essere sottomessi al giudizio di tutti. Non v'è | dunque | né può esservi sovranità permanente. Quella istituzione che |
Doveri dell'uomo -
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intera la dottrina del maggior discepolo di Platone. Fu | dunque | separata dal rimanente questa parte, sopraccresciuta quasi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' Aristotele » di Francesco Biese (2). Io restrinsi | dunque | il mio lavoro nei confini delle dottrine filosofiche, come |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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arabo commentatore, uscita del pari in Venezia (3). Sarebbe | dunque | ormai tempo che gli Italiani, che si lasciarono vincere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di tutto il sistema e delle sue parti . Non vuol | dunque | esser considerata questa nostra, come un' opera di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di ripetere con ciò quanto aveva detto Aristotele (1). Come | dunque | quello, che è singolare nei reali, è poi universale nella |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' una cosa sia la cosa, o sia nella cosa? Non è | dunque | vero, che gli universali sieno nei singolari, ma conviene |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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anch' essa, e perciò non può essere un universale. Dato | dunque | l' universale, si ha la relazione di similitudine e non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come a loro similitudini (1) per renderli noti. Era | dunque | naturale che tostochè si svegliasse qualche ingegno acuto e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dove l' essenza è comune alle tre persone. Per salvare | dunque | la Trinità delle persone, egli cadde necessariamente in una |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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primitive dell' essere , l' IDEALE e il REALE. Il realismo | dunque | prima dell' età di Roscellino esisteva solo e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non erano nulla, non erano voci senza significato. Si dava | dunque | tanto agli enti sensibili e materiali, quanto alle idee, la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ci potesse essere di reale altro che questo: conchiusero | dunque | che l' universale non esistesse, fosse un puro nome. Questa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che fuori dell' individuo non c' era nulla. Che rimanea | dunque | allora a rispondere? Non trovarono altro se non dire che « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che da quel principio veramente si derivavano. Dovettero | dunque | retrocedere, e confessarono che gli individui si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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per la moltitudine , sia per la similitudine . Il realismo | dunque | delle idee, di cui si disputava, si cangiò in un realismo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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suo senso equivoco questa distinzione. Il realismo esisteva | dunque | prima di Roscellino e dominava pacificamente nei pensieri |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dei corpi: anche ai generi ed alle specie davasi | dunque | con somma facilità questa realità che è in fatti il senso a |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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un pensiero potente s' occupasse della questione: dove | dunque | sono e che fanno nel mondo questi generi reali ? rovinasse |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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niente esiste separato se non il singolare: l' universale | dunque | non poteva essere un reale , nel senso d' esistente, se non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dei sussistenti, che per vero sono i singolari. C' erano | dunque | tre sole vie per mantenere agli universali una realità di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sono quegli universali di cui partecipano le cose create, | dunque | anche queste sono composte della sostanza di Dio. Se |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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altra esistenza che negli individui: la loro esistenza | dunque | è la realità di questi. Dove si vede il realismo in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Dio stesso: perchè l' essere reale è certamente Dio. Se | dunque | le idee reali si riducono da una parte in Dio che è l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sentenza turbi non leggermente i savi del mondo. Volevo | dunque | osservare che molte di quelle espressioni che in bocca dei |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è in parte quello d' Aristotele, come vedremo. Qualora | dunque | collo Stallbaum si dovesse assegnare alle idee , quali sono |
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appartiene all' esistenza subiettiva e reale: quest' è | dunque | un sistema di realismo. Tuttavia egli descrive Iddio come |
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causa efficiente che Aristotele chiama arte . Le idee | dunque | per Aristotele sono principŒ attivi e non già puri oggetti |
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cioè negli individui reali », conchiusero a ragione che | dunque | gli universali non esistono: sono puri nomi. Coloro la cui |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e orfico, e il pitagoreismo, e il platonismo: tornò | dunque | a galla il realismo puro, confuso, cieco, senza contrasto, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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una parte di verità dal primo ond' era uscito. Giustiniano | dunque | nel 529 fece chiudere le scuole pagane di Atene; nè valse |
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e maestro paziente dei barbari stessi. Il lavoro cristiano | dunque | nei primi tempi si limitò, quasi direi, a combattere le |
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cristianesimo non ha paura di sorta della filosofia: egli | dunque | non la distrugge, e anzi ne promove e ne incoraggia lo |
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fianco dell' uso. La scissura del genere umano s' imprime | dunque | e si riflette nelle filosofie, e principalmente in quella |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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verità, la filosofia e la teologia. L' aristotelismo fu | dunque | condannato da prima nel 1209, poi nel 1215 e 1231; vi fu |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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germi di corruzione che portava in se stesso (1): si tentò | dunque | per un poco di far senza della filosofia, ristorandosi di |
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nelle cose reali e non altrove ». Se è nelle cose reali, | dunque | l' universale è reale; ecco il realismo nel senso proprio. |
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ecco il realismo nel senso proprio. Se è nelle cose reali, | dunque | l' universale fuori di queste è un nulla, un puro nome: |
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queste è un nulla, un puro nome: ecco il nominalismo . Sono | dunque | due formole della stessa dottrina e non due sistemi, sono |
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sono due conseguenze dello stesso principio. Questa | dunque | del nominalismo fu la faccia razionalistica che mostrò l' |
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gambe quando sa d' aver vicina la madre. Da questo provenne | dunque | che in Germania l' aristotelismo cadente s' avviluppò di |
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ora spiegata dagli orientali, ora dagli occidentali. Onde | dunque | tante diverse interpretazioni spesso contrarie? Se ne dovrà |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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contiene il diverso ed anche il contrario. Non è | dunque | fuori di ragione il riferire ad un medesimo filosofo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come voi ci annunciate un' opera che la espone? o che cosa | dunque | vi proponete in questo vostro libro che intitolate: « « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sentenze e come dalla medesima s' allontani. Volendo noi | dunque | esporre ed esaminare a questo modo la dottrina propria d' |
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non ci può essere scienza [...OMISSIS...] , ammetteva | dunque | idee universali; 2 riconosceva altresì in queste qualche |
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e negassero, che fossero le essenze dei singolari. Egli | dunque | disse che le specie si separano bensì colla mente, ma sono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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« « lo schema dell' idea, » [...OMISSIS...] . Sono tre | dunque | i significati della parola subietto , e questo è uno dei |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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«he synthesis», e la specie «to eidos» (3). Che cosa | dunque | è la quiddità, il «to ti en einat»? Secondo il primo e |
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da Aristotele al genere stesso e a tutte le idee. Quando | dunque | Aristotele dice, che la quiddità è la specie, deve |
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è la specie, o come anche dice, è la specie del genere, | dunque | è un universale: tant' è vero che ammette definizioni, e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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pensati come possibili, ovvero anche come sussistenti. C' è | dunque | sempre la dimenticanza (pur comune ai filosofi) di tener |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dimostrarvi ch' ella non può essere un universale (4). Come | dunque | crede d' evitare la contraddizione? Da una parte l' «usia» |
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che si può predicare della prima (2). La parola «usia» | dunque | sarebbe usata equivocamente, quando dicesi «usia» seconda : |
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prima nominata in senso proprio (3). La seconda «usia» | dunque | ripeterà il suo nome di «usia» dalla prima. Ma come è |
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di che a torto si accagionava Platone. Esaminiamo | dunque | brevemente questa soluzione di più in appresso. Nel libro E |
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quello di cui abbisogniamo, dell' universale : convien | dunque | che noi lo raccogliamo dai vari luoghi, nei quali |
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e singolare, e conviene in questo colla prima. Appartiene | dunque | all' individuo vago: questo spiega perchè Aristotele desse |
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, i quali solo esistono da sè, «choristos» (3). L' oggetto | dunque | del pensare è il singolare , l' individuo reale . L' |
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altre categorie o essenze accidentali si predicavano. Crede | dunque | Aristotele di conciliare l' universalità e la singolarità |
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può essere sotto un altro rispetto. [...OMISSIS...] . Vien | dunque | a dire, che quello stesso universale, se trattasi di |
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per esempio, in Socrate; [...OMISSIS...] . Convien | dunque | dire che l' essenza costituente, e l' essenza costituita |
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e l' essenza costituita sia la medesima. Convien | dunque | conchiudere, che quella stessa essenza sostanziale, che in |
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sostanziale è di qualche individuo, [...OMISSIS...] . Fuori | dunque | degli individui reali, ossia delle prime essenze |
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gl' individui reali, e un impaccio. L' essenza sostanziale | dunque | presa da sè e non riferita ad individui non è punto: |
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quelle, faceva questo argomento: [...OMISSIS...] . Credette | dunque | di comporre quest' alternativa, che secondo lui resisteva |
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sostanza prima, e però si chiama sostanza seconda (4). Ecco | dunque | che cosa sono gli universali d' Aristotele; non sono, nel |
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è anch' essa inesistente come singolare e reale. Ma perchè | dunque | si dice universale? Perchè lo spirito può replicare lo |
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se non hanno almeno qualche elemento uguale . Ritorna | dunque | la questione: « come più elementi reali possano essere un |
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appiattata, l' idea che si vuole escludere. Questa ragione | dunque | sarà la conoscibilità delle cose, l' universale fuori delle |
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non la medesima sostanza prima, «usia protos». Il problema | dunque | della cognizione umana, come pure quello de' generi e delle |
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, come altra volta l' ha chiamata? (2). Che differenza c' è | dunque | tra lo schema dell' idea , e l' idea ? Questo rimane oscuro |
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» », cioè per se stesso, e se è il medesimo per sè, come | dunque | sarà diverso per la materia restando universale? O come |
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e che perciò è universale. [...OMISSIS...] La quiddità | dunque | viene alla sostanza singolare dalla specie universale, che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e quella si conosce dalla mente con questa. Come | dunque | quella sarà prima, se riceve la sua quiddità, l' esser |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Dall' essere essi nelle sostanze, argomenta che non sono | dunque | i primi, e che senza le sostanze non ci sarebbero le altre |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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singolari nelle specie, che danno loro la quiddità. Come | dunque | non deduce, secondo lo stesso principio, che le specie |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Ma anteriormente alle sostanze non c' è nulla. Riconosce | dunque | che il più comune, ossia il più universale ha un' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose che si fanno per natura, sono ad un tempo (2). Se sono | dunque | ad un tempo la materia e le specie componenti la sostanza |
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e così le idee ridivengono necessarie. Quella conclusione | dunque | vale a condizione, che sia vero il principio, che colla |
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che colla conclusione stessa si vuole stabilire: pecca | dunque | di circolo. E questa conclusione era probabilmente venuta, |
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questione che ha una ripugnanza intrinseca. Aristotele fa | dunque | gli universali ora posteriori, ora simultanei, ora |
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Aristotele questi due vocaboli come equivalenti): l' ordine | dunque | della cognizione, «kata logon», è l' ordine dell' essere e |
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»(1) »; ci sono soltanto degli uomini singolari. Quelli | dunque | sono i principŒ, e i principŒ sono anteriori. Ottimamente. |
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che si involge nell' oscurità. [...OMISSIS...] (2). | Dunque | s' abusa della parola specie , perchè 1 si dice che la |
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specie non differiscono di specie o di ragione . Sono | dunque | due le specie, l' una singolare diversa in ciascuno dei |
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altra universale, comune a tutte le specie singolari. Aveva | dunque | ragione Platone di dire che le cose sensibili non hanno la |
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il suo nuovo sistema sopra un equivoco di parole. Così | dunque | Aristotele, parlando delle cose, che si generano, ossia, |
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secondo l' arte, o della sua opera futura ». Quand' anco | dunque | la specie , secondo cui opera l' artefice, si chiamasse |
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, poichè le forme o specie sono immobili [...OMISSIS...] . | Dunque | le specie non sono l' arte , come l' arte non è l' artista, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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più nobile di quelle cose, che sono al fine (5). La specie | dunque | è qualche cosa d' anteriore alla sua realizzazione, secondo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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alla specie, che ancora manca nella materia. Per natura | dunque | intende la specie, ma con aggiungervi un principio abituale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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osserviamo, che se la specie ha bisogno di quest' aggiunta, | dunque | essa da sè non è attiva. [...OMISSIS...] (1). Allo stesso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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specie , resa da lui attiva, col nome di natura . Tornando | dunque | a ciò, che dicevamo in principio, il luogo citato parso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' operazione ( «eis ho») e quest' è la specie . La materia | dunque | e la specie sono condizioni di ogni trasmutazione: dunque |
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dunque e la specie sono condizioni di ogni trasmutazione: | dunque | nè l' una nè l' altra si genera ( «u ginetai»), chè |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ma nella cosa prodotta dalla trasmutazione. Introduce | dunque | un terzo principio, che è il principio movente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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«eschate» ma non «teleutaia» (1). A quell' «he teleutaia» | dunque | si deve sott' intendere, per quant' io credo, «usia», che è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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lo stesso fantasma significativo degli enti . Come avvien | dunque | ai fantasmi stessi l' abilità di significare ? Questo è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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una idea, avente un' esistenza obiettiva (1). L' idea | dunque | da Aristotele è supposta, non ispiegata, e in vano negata. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e non Aristotele, o riconduce Aristotele a Platone. Se | dunque | noi prendiamo da Aristotele quello che ci concede, che « le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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universale e comune, che coll' astrazione si può segregare. | Dunque | questa specie universale, che è l' intelligibilità de' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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specie stessa; 2 Aristotele dice, che [...OMISSIS...] ; | dunque | la specie nell' intelletto si produce all' atto dall' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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mettendo in beffa gli esemplari di Platone (2). Non possono | dunque | esser la stessa cosa la forma de' reali , e la specie dell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dalla materia per opera dell' intelletto. Nell' intelletto | dunque | la forma o specie è separata dalla materia, ed è quello ch' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nello stesso tempo, separata ed unita colla materia: | dunque | di nuovo la specie , che è nell' intelletto, non può esser |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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conseguenza, anzi chiama l' anima [...OMISSIS...] . C' è | dunque | nell' uomo, secondo Aristotele, un' anima intelligente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' aggiungere all' anima stessa [...OMISSIS...] . C' è | dunque | nell' anima una mente che diventa tutte le forme, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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atto, dover essere nell' anima stessa, [...OMISSIS...] . Se | dunque | la mente in atto trae la mente in potenza a divenire le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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espressamente nel secondo de' libri fisici. La forma | dunque | e la materia sono unite sì strettamente, che costituiscono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e l' agente, e il termine d' entrambi: la mente possibile | dunque | le riceve per la sua unione e aderenza colla mente agente; |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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emette un atto che non avea prima e sono le specie: queste | dunque | sono la stessa mente agente in quanto è attiva sulla datale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Onde la mente in potenza non è ancora mente. L' anima | dunque | in quant' è mente in potenza, non è ancora anima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in potenza, non è ancora anima intellettiva. Che cosa è | dunque | per Aristotele? Senso. Vediamo come questo senso sia |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Analitici posteriori soggiunge: [...OMISSIS...] . Acciocchè | dunque | si possa fare quei passi ch' egli descrisse dalla |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la natura d' una tal anima dev' essere intellettiva. Non è | dunque | il solo senso, che possa fare tutto ciò che in fine agli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ma il senso in un' anima intellettiva. La dottrina | dunque | propria dell' intendimento è supposta, ed è quella che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che seguono, dove dice che [...OMISSIS...] . Distingue | dunque | i sensibili, e però i fantasmi, dagl' intelligibili: questi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nè i sensibili si trasformano punto in intelligibili. Se | dunque | gl' intelligibili sono nell' anima, e per un atto di questa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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circa l' attitudine delle idee a far conoscer le cose. Come | dunque | si risponderà alla prima questione? Tutta la risposta si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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era in potenza, in atto è divenuta obiettiva. Continuando | dunque | ad esporre l' intricato ed oscuro sistema d' Aristotele |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e considerata sotto due aspetti diversi. Rimanendo | dunque | a spiegare come questa potenza intellettiva passi al suo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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prima che imparasse o ritrovasse »(2) ». La mente umana | dunque | si rimane sempre una potenza, ma in altro modo quando non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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pensa è in potenza all' operazione del contemplare. Prima | dunque | la mente è in potenza all' abito della scienza; poi è in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e materia dello sciente » » [...OMISSIS...] . Questa mente | dunque | « materia di tutte le specie », viene ad essere il medesimo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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della mente, non c' è specie o forma alcuna. Confondendo | dunque | le cose reali in sè colle cose reali pensate dalla mente, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ultima appellazione dicendo: [...OMISSIS...] . Avendo | dunque | osservato, che nel parlar comune si dice, che l' uomo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e sentiamo e raziociniamo coll' anima ». Si distingue | dunque | il noi dall' anima. Il noi indica certamente il subietto, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quest' anima siamo noi stessi, subietto personale. Come | dunque | poteva dire Aristotele che noi raziociniamo coll' anima? |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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il corpo e che l' anima sia il suo atto (2). L' anima umana | dunque | è ella propriamente il subietto che sente coll' istrumento |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sue proprie forme corporee. La materia estrasoggettiva | dunque | è estesa e corporea, ed essa è suscettiva di sole forme (o |
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finita, come è appunto l' anima dell' uomo. Il vero | dunque | e reale subietto è costituito solo dalla materia subiettiva |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e l' ideale non sono subietti, se non dialettici. Se | dunque | si cerca di questo composto che dicesi uomo , qual sia il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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del solo corpo, ma di tutto il composto uomo (1). A torto | dunque | Aristotele considerò il corpo come il subietto dell' umana |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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un complesso di oggetti da questa contemplati. Confonde | dunque | l' atto che si può dire forma subiettiva, colle vere forme |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come in questo luogo adduce per esempio la grammatica. Aver | dunque | l' anima intellettiva ed essere sciente in potenza è il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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indeterminato non può avere propria esistenza. Non si può | dunque | chiamare materia , se non relativamente ad atti |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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secondo lo stesso Aristotele, come vedemmo. Non può | dunque | dirsi materia , se non in un senso relativo e dialettico. E |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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della scienza più evidente, [...OMISSIS...] . Questa mente | dunque | è la stessa mente da potenza passata all' atto suo proprio |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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significava « anima mente », da cui il latino mens . Viene | dunque | a dire Aristotele, che data una sensione esterna, rimane |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e mentale; è in una parola la percezione intellettiva. Se | dunque | c' è, oltre il senso corporeo, una facoltà nell' anima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la mente in potenza è come la materia de' suoi atti. Come | dunque | passa a questi suoi atti? Se fosse materia inerte, ci |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come può esser quello che la move a formarlo? Aristotele | dunque | accorda alla mente ancora in potenza un' attività propria, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le categorie sono tutte più o meno determinate. Prendendo | dunque | in questo senso la parola universale, non c' è che dire. Ma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dell' occhio, ma ciò che veduto, fa veder l' altre cose. | Dunque | questa virtù naturale della mente umana è un oggetto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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perchè altro è l' avente , altro la cosa avuta . La mente | dunque | di cui qui parla Aristotele non è il principio subiettivo, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e la dice anche: 2) lume , che ha valore obiettivo. Non può | dunque | trovare una definizione unica della mente, che possa esser |
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intellettiva qualche primo e fondamentale oggetto. Tale | dunque | è per lui la mente attiva, «nus poietikos». Questa dunque |
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dunque è per lui la mente attiva, «nus poietikos». Questa | dunque | l' assomiglia al lume e non all' occhio: e vuole che |
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prende in appresso col suo sviluppo. Se non s' interpreta | dunque | a questo modo la mente d' Aristotele, non ci rimarrebbe |
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in cui si porta l' atto della consapevolezza. Ammise | dunque | nell' anima qualche cosa COL QUALE ci procacciamo |
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e di specie. Ora la specie può esser nell' anima. C' è | dunque | una specie colle cose fuori dell' anima, e una specie nell' |
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e le specie sensibili nelle sostanze reali » ». O bisogna | dunque | convenire che Aristotele fu incoerente, o intendere che la |
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Aristotele? La stessa mente. [...OMISSIS...] . Conviene | dunque | che la mente sia qualche cosa di oggettivo e di per sè |
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« opera avendo » [...OMISSIS...] (2): gl' intelligibili | dunque | non sono fuori della mente, ma la mente li fa in se stessa, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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già dire, che « « ora intenda, ora non intenda » » (4). Se | dunque | « « l' intelligibile è l' atto della mente » », e c' è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ed intelligibile » » (6). Ora la mente agente è tale: | dunque | ella stessa è il primo degli intelligibili, da cui tutti |
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ecciti e la sviluppi facendola passare all' atto. L' atto | dunque | deve precedere in ogni ordine di cose, tanto nelle cose |
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a pura potenza sarebbe annullato (2). Anche alla potenza | dunque | di conoscere dee precedere un atto primo di conoscere, e |
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umana una mente in atto e dice: [...OMISSIS...] . Riconosce | dunque | la necessità di dare all' anima intelligente, acciocchè sia |
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ossia colla cosa intesa, [...OMISSIS...] (4). Colloca | dunque | nell' anima un intelligibile indeterminato, e come genere, |
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e «to theorein», per la stessa mente, «nus» (6). Convien | dunque | osservare quale sia tutt' intera la dottrina aristotelica. |
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composto di materia e di forma può stare da sè. La specie | dunque | ha due modi d' esistere, da sè, e unita colla materia. La |
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e la considera anche come potenza de' suoi atti (3). Come | dunque | il corpo per natura vivente sarà il subietto e non l' |
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si predicano le specie come del loro subietto (5). Avendo | dunque | detto che l' anima rispetto al corpo è specie , e le specie |
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come nel suo contenente ed unificante. Questo subietto | dunque | reale, l' anima, rimane, anche disciolto il corpo, ed |
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eterna, non produrrebbe il moto continuo (3). Questo motore | dunque | deve essere un principio, la cui essenza sia atto; |
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intelligibile e un intelligente, ed è pura specie. Ammette | dunque | Aristotele delle specie eterne, che sono sostanze senza |
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d' ogni grandezza »senza parti e indivisibile (4). Queste | dunque | non sono di quelle specie che sono vedute dall' uomo ne' |
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specie che sono vedute dall' uomo ne' sensibili. Trova | dunque | necessario di ammettere delle specie, come sostanze eterne, |
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e non potrebbe dirsi semplicemente che fosse. Il primo | dunque | tra tutte le cose è « « un intelligibile puro, sostanza in |
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per sè intellezione e così atto o mente intelligente. C' è | dunque | una mente che è essenzialmente intelligibile e intellezione |
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Aristotele l' estremità dell' atto della mente. Riconosce | dunque | Aristotele la necessità che preceda un intelligibile per sè |
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la mente e conchiude così: [...OMISSIS...] . Qui distingue | dunque | la mente, «nus», dall' anima, dico anche dall' anima |
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in virtù della quale l' animale si fa uomo. Pare | dunque | evidente che qui Aristotele prenda la mente sotto l' |
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mente distinta dall' anima stessa. [...OMISSIS...] . Dice | dunque | che la sola mente è divina e viene dal di fuori, cioè da |
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da Dio. Di qui nasce un' altra questione: Che cosa fa | dunque | questa mente divina al tutto separata dalla materia, ma che |
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principŒ ossia la mente. [...OMISSIS...] . Descrisse | dunque | prima come successivamente si formi la scienza nell' uomo, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la cognizione raziocinativa, [...OMISSIS...] . Il principio | dunque | della dimostrazione è fuori della dimostrazione come il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come vedemmo; [...OMISSIS...] . Sopra la scienza | dunque | colloca Aristotele un genere più splendido, e questo è il |
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li chiama più noti della scienza, [...OMISSIS...] ; questi | dunque | precedono nella mente umana la scienza. Ma Aristotele qui |
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appunto indica la parola « triangolo ». Due cose si devono | dunque | preconoscere prima di dedurre che gli angoli del triangolo |
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si conosce anche la conseguenza che se ne trae. Domanda | dunque | Aristotele: [...OMISSIS...] . E così scioglie il dubbio, |
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intitolato il Menone «( Ideol. 222 segg.) ». Distingue | dunque | Aristotele l' universale individuo dai primi principŒ del |
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è la congiunzione degl' intelligibili ossia de' concetti, | dunque | non sono i singoli concetti, e però molto meno i fantasmi. |
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sensi, ma è dalla mente immediatamente conosciuta. Cercando | dunque | Aristotele qual sia il fondamento della verità de' giudizi |
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entità che non sono sempre in atto, [...OMISSIS...] . C' è | dunque | un altro principio per le cose necessarie, che dice: |
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è vera) cioè è l' ente che veramente è (2). Distingue | dunque | le cose che ammettono composizione dalle cose semplici, |
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afferma, c' è il vero, se non è, non c' è il vero. Il vero | dunque | è l' essere affermato. Ma dove non c' è composizione di |
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di subietto e di predicato come nelle specie?... Domanda | dunque | in queste cose incomposte « « che cosa sia l' essere e il |
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alla scuola del suo maestro. E come s' ha da intendere | dunque | quello che altrove dice che le specie intelligibili s' |
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segue a mostrare: poichè dice: [...OMISSIS...] . Insegna | dunque | chiaramente Aristotele, che a quello stesso uomo |
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della scienza è la mente, [...OMISSIS...] . Per mente | dunque | intende Aristotele il complesso de' primi intelligibili |
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che la mente è dei principŒ, [...OMISSIS...] . Di nuovo | dunque | raccogliamo che la mente è presa in senso obbiettivo come i |
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di tutti gli altri assiomi », [...OMISSIS...] . Se | dunque | il principio di contraddizione è il principio di tutti gli |
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la scienza, dice che [...OMISSIS...] . La condizione | dunque | che dee avere quest' anima è che abbia precedentemente in |
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dire in quelle parole che [...OMISSIS...] . Il termine | dunque | del senso corporeo è interamente diverso per Aristotele |
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e che perciò abbisogna d' organo corporale (6). Non essendo | dunque | il puro sensibile il vero, ma l' apparente, se si confonde |
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E venendo al sensibile dice: [...OMISSIS...] . Il sensibile | dunque | è un relativo che domanda per condizione qualche altra cosa |
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essere, la scorgono permanente. [...OMISSIS...] . Intende | dunque | sempre di asserire « « la natura degli enti » » quantunque |
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l' essere sia la mente in atto d' Aristotele. Nell' ordine | dunque | delle cognizioni umane, secondo Aristotele, c' è: 1 l' |
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», e questa è quella che chiama Filosofia prima. La prima | dunque | di tutte le scienze deve considerare l' ente in universale, |
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ci sia la scienza e non restino le cose al buio. Tentò | dunque | di provare, che per universale altro non si può intendere |
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o si pensi dagli uomini, o non si pensi. Costretto | dunque | dalla perspicacia stessa della sua mente ad ammettere, che |
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Ma non però gli si arrese del tutto. Riprendendo noi | dunque | l' esposizione della divergenza della opinione di |
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per tutto colà, dove una conciliazione è possibile. Diciamo | dunque | che i due principali argomenti accampati da Aristotele |
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un' altra ragione d' essenza, [...OMISSIS...] . Appone | dunque | a Platone, che le idee e le cose sensibili si chiamassero |
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d' essenza: e questo solo biasimava nel suo maestro. Quello | dunque | che Aristotele non voleva, era la scissura tra il mondo |
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deduce quasi sempre l' Ideologia e l' Ontologia. Assegna | dunque | per primo carattere della sostanza individuale che |
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il nome di uomo quanto la definizione. Le specie e i generi | dunque | sono cose che « si dicono del subietto, ma non sono nel |
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a' sensi ed escluso dalla speculazione della mente. Come | dunque | Platone cercava nel comunissimo (5) l' unità sostanziale, |
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sua essenza o natura è quella d' esser uomo o animale. Se | dunque | quegli universali, che si dicono specie e generi, involgono |
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sembra sfuggire frequentissimamente a' filosofi. Conviene | dunque | riflettere che l' intendimento umano ha due facoltà nel |
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immaginazione, come reali possibili. Questa prima ragione | dunque | d' Aristotele vale bensì a favore delle sostanze |
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moto e di quiete dev' essere anteriore [...OMISSIS...] . E` | dunque | necessario un primo atto, acciocchè sia ridotto in atto |
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idea dell' essere , astrazion fatta da ogni altra cosa. Se | dunque | il sommo genere delle idee secondo Platone è limitato, e |
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platonica, che discopre il nesso tra le idee. Riconosciuta | dunque | da Platone la limitazione di ciascuna idea, presa in |
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recare l' analisi e distinguerci nuove specie (2). Univa | dunque | Platone stesso tutte le cose in un grande organismo, nel |
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Platone vedeva ciò che esiste per sè, assolutamente. Diceva | dunque | che acciocchè una cosa qualunque veramente esistesse, dovea |
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sostanza individuale, ma sono in un tale subietto ». | Dunque | questo subietto è necessario che preesista nell' ordine |
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e in cui sieno quelle degli accidenti [...OMISSIS...] . E` | dunque | necessario, che quelle idee che si dicono specie e generi, |
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« « qualità semplicemente » » [...OMISSIS...] (2); non c' è | dunque | veramente altra sostanza che l' individuale, perchè questo |
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s' ammette prima, e il quale non si dice d' altro subietto: | dunque | le idee saranno sostanze individuali. Ma in tal caso le |
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un uomo vero, e una statua di legno. La partecipazione | dunque | delle idee non può spiegare l' esistenza de' subietti |
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carne , che attribuisce al solo intelletto? (3). Negare | dunque | al sensibile e al continuo mutabile l' essere per sè, e |
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ad essere predicate d' un subietto; dal che deduce, che | dunque | avanti ad esse ci dee essere il subietto. Platone nega, che |
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od «en kata pollon» (1), e con altri simili nomi. Se | dunque | non si vuol questionare di parole, la partecipazione dell' |
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sua stessa essenza, pure non è la sua essenza, l' idea | dunque | si concepisce ed è anteriormente alla sua partecipazione. |
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a molti individui, il che è ammesso da Aristotele; | dunque | se l' idea è universale in relazione agli individui a cui |
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ragionamenti della mente e nelle orazioni. Se l' essenza | dunque | è quella che si partecipa da' sensibili, e questa è |
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rimanendo una, sia ne' molti, [...OMISSIS...] . Se | dunque | Aristotele stesso riconosce che Platone non fa delle idee |
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e immune affatto di spazio com' è il mondo metafisico. Pare | dunque | per un gioco d' immaginazione, che se s' ammette « un' |
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essi. Nasce qui subito la voglia di domandare: « che cosa | dunque | sono i sensibili prima di ricevere una tale essenza |
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essere intelligibile », e così diviene assurdo, egli è | dunque | nulla (2). Il sensibile adunque nè esiste solo, nè può |
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ascende a contemplarle. Gli stessi sensibili e corruttibili | dunque | hanno bisogno secondo Platone d' una loro essenza |
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è sensibile ma intelligibile, e non mutabile, ma eterno. Se | dunque | i sensibili sono, se si predica di essi con verità l' |
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questo si conoscono, e si conoscono quali sono in verità: è | dunque | da dire che partecipino dell' essenza , e non senza questa, |
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e del tutto annullati perchè privi dell' essere. Quando | dunque | Platone parla della continua mutabilità de' sensibili e |
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ossia i concetti: l' una di queste due separazioni passa | dunque | tra reale e reale, l' altra tra idea e idea, benchè queste |
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cioè separazione di reale e d' idea. Questo modo | dunque | di separazione non è tale su cui si possa istituire la |
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fossero cose separate la realità e l' idea. La separazione | dunque | dell' idea e della realità è il primo e il massimo di tutti |
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non può essere col moto e senza moto ad un tempo; questi | dunque | non sono due concetti che si possano distinguere nella |
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sieno bensì diversi, ma non contradditorŒ tra loro: dove | dunque | la separazione è di concetti contraddittorŒ, trattasi di |
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2 quegli universali che esistono nell' ente come ente. Se | dunque | l' ente, come ente, è Dio, secondo il contesto, che cosa |
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materia, di cose immobili e separate, [...OMISSIS...] . E` | dunque | obbligato Aristotele stesso ad ammettere le prime nozioni |
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per sè, da Dio, ma separate dalle cose reali e finite. Come | dunque | insegna egli in tanti altri luoghi, contro Platone, che |
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ente, ma come ente sensibile. [...OMISSIS...] . Le scienze | dunque | che trattano di qualche genere esclusivo di ente, si dicono |
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dell' ente nella sua interezza come uno e tutto. Di novo | dunque | qui si chiarisce, che Aristotele distingue due classi d' |
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ente per sè, o sono accidentali? [...OMISSIS...] . Ammette | dunque | una natura per sè, di cui siano i principŒ e le cause |
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cui rescindono una parte, [...OMISSIS...] : quella natura | dunque | è più completa d' ogni altra sostanza. Questa natura o |
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appartenenza d' un primo ente per sè, cioè di Dio. A questo | dunque | ricadeva Aristotele stesso argomentando da quel principio |
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al che vedemmo riuscire lo stesso Aristotele. L' argomento | dunque | d' Aristotele che le idee, essendo universali, sono enti in |
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stessa, ma ad un' altra cioè alla mente, di cui è obietto. | Dunque | le idee non sarebbero a se stesse, se non fossero in un |
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Vincenzo Gioberti tentò introdurre nella filosofia. Invano | dunque | Aristotele oppone a Platone, che le idee non possono stare |
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esser enti per la imitazione di esse »(2) »: non ci sono | dunque | due serie di enti, ma una sola, che ha due modi, in sè, e |
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essenze appunto che nelle idee s' intuiscono (1): c' è | dunque | identità secondo Aristotele tra l' essere intuito nelle |
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ciascuna delle altre cose, e alle specie l' uno (2). Avendo | dunque | riconosciuto così Aristotele, che le essenze insensibili e |
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che, essendo universali, hanno della potenza ». Quando | dunque | considera quelle cause o principŒ prossimi e formali delle |
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che sono, l' una dall' altra distinte, e molte. Le qualità | dunque | delle cose (chiamando qualità non i soli loro accidenti, ma |
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ed uno, e quelle sono speciali (specie e generi). 3 L' atto | dunque | dell' essere che è in ciascuna e in tutte si può |
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sè sono il non ente, hanno bisogno per esistere dell' ente: | dunque | consegue che l' ente si copuli col non ente, cioè con tutte |
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altre cose anche reali, gerarchicamente subordinate: l' uno | dunque | e i molti sono sempre, nella verità del fatto, copulati |
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al concetto di Dio, ma di questo in appresso. Continuando | dunque | nell' esposizione dei cinque supremi generi, egli mostra |
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quasi cadessimo in contraddizione. [...OMISSIS...] . Viene | dunque | a dire che tutte le nature che veramente esistono, sono |
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questo sintesismo della natura. [...OMISSIS...] . Stabilita | dunque | questa comunione e copulazione delle diverse cose, che |
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di cosa che è anteriore alle forme categoriche. Non parla | dunque | di esse in quanto sono ideali, o in quanto sono reali, o |
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attribuisce una vera e non fenomenale esistenza. Posto | dunque | che le nature esistenti sieno così organate di elementi non |
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, per usare una frase d' Aristotele. Platone | dunque | non deduce, e non intende spiegare questa partecipazione, |
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benchè con questi abbiano una cotal comunione. Non è | dunque | vero nè che Platone faccia due ordini di essenze, le eterne |
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suoi termini, come noi li chiamiamo. Le idee in Platone | dunque | non rimangono divise fra loro e ciascuna come un ente da sè |
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che se conoscere è un agire, come non si può negare, | dunque | essere conosciuto conviene che sia patire, e però « « che |
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non importano nessuna passione nell' oggetto. I Megarici | dunque | esageravano o mal applicavano una verità luminosa, e così |
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in più modi lo stesso concetto. La vera discrepanza | dunque | tra Platone ed Aristotele non consiste in questo che |
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tra Aristotele e Platone, e un dissidio profondo. In che | dunque | questo consiste? - Qui siamo obbligati di uscire, per |
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umilmente servendo, via più le confermino. Da questo lato | dunque | considerata la questione, non dubito punto asserire che la |
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creato da Dio, e Aristotele volendolo eterno. Esponiamo | dunque | i due sistemi intorno a questo punto colle loro |
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così che si può applicare il principio a più casi. Se | dunque | si prende per tutto il mondo intero delle idee, certamente |
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che n' aggiungerà loro poscia qualche altro. Dopo aver | dunque | distinti questi tre principŒ elementari li riassume in due, |
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come le specie, ma moltiplici come i corpi (3). Con ragione | dunque | Goffredo Stallbaum [...OMISSIS...] sostiene, che questa |
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e figurata dalle (specie) ingredienti »(2) ». Avendo | dunque | Platone concepita la materia corporea indefinita come un' |
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tre elementi non si può in alcun modo dividere. Convien | dunque | dire che, secondo Platone, Iddio creò la materia corporea |
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tipo della specie e ne fa un simulacro di questa. L' atto | dunque | col quale Iddio crea la natura sussistente, le cui parti |
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poi coll' esserci non concorde, ma benevolo (1). Platone | dunque | paragona il Bene, cioè Dio, al Sole, il lume della ragione |
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cose sensibili l' essere conosciute e conoscibili. Le cose | dunque | che cadono sotto i sensi corporei ricevono la loro |
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e che le fanno conoscere come buone e belle. Quando | dunque | Platone nomina « « molti belli e molti buoni » » |
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dà il lume e le idee, ossia gl' intelligibili puri. C' è | dunque | nell' uomo la virtù intellettiva, intendendosi anche questo |
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di Platone, tutte le cose si derivano dal Bene. Il Bene | dunque | è l' essere assoluto, la cui più alta denominazione è |
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con ciò facesse dell' idea e della cosa due sostanze. Così | dunque | nel sistema di Platone tutto ciò che è nel mondo viene da |
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il primo e massimo è Dio, ossia il Bene. L' Idea | dunque | del bene non è nè può essere nel pieno suo significato cosa |
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» » tutte le cose (1). [...OMISSIS...] . Non trovando | dunque | Platone alcun maestro tra gli uomini che gl' insegnasse a |
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Quest' è quello che Platone chiama l' idea. Non rimane | dunque | che a considerare la natura delle idee, e vedere ciò che |
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cui di conseguente tutta si richiama la filosofia. Essendo | dunque | le idee tra loro per natura aggruppate (e la dialettica è |
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al sommo che Aristotele dissimuli tutto questo? Veduta | dunque | la via per la quale procede Platone, cioè per ragioni ed |
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altri generi privi di lui non sarebbero: l' essere stesso | dunque | è per sè essere, perchè questa è la sua essenza, ma l' |
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Platone, ma è logicamente coerente al principio. Vediamo | dunque | che cosa deva avere l' essere per sè, ossia l' idea dell' |
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uno e semplice, nessuna porzione dell' essere: dee | dunque | aver tutte le idee, poichè, come abbiamo veduto, sotto il |
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l' una e l' altra idea connessa insieme. L' anima del mondo | dunque | non è l' anima che c' è nell' esemplare, ma una copia o |
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Iddio produce di sè le idee e così la sapienza. Conviene | dunque | distinguere l' anima e la sapienza dalla causa, e in questa |
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essere oggettivo e vero l' hanno in Dio. Tutte queste idee | dunque | relative al Mondo sono quelle che costituiscono l' |
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per quanto esser potesse, a sè similissimo. L' Esemplare | dunque | dovea essere sempiterno e contenere un contemperamento |
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materia corporea, non è di natura sua ordinata. Conveniva | dunque | che ricevesse un ordine. Ma se non ci fosse un' |
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ordinato, non sarebbe stato migliore di un altro tutto. Era | dunque | necessaria un' intelligenza, e questa non potendo stare da |
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stare da sè, dovea avere un' anima in cui fosse. Il mondo | dunque | dovea risultare d' intelligenza, d' anima e di sentimento e |
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costituito dalla divina provvidenza »(1) ». L' Esemplare | dunque | è quest' animale nel suo essere oggettivo e sempiterno |
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estremi, congiunge in sè le opposte nature. La sostanza | dunque | media di Platone, su cui tanto fu disputato, altro non è |
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dalla natura dell' anima che ogni corporea materia. Parmi | dunque | di non andare lontano dal vero dicendo che la «thateru |
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puro non mutandosi, non è diverso da sè stesso. Conviene | dunque | dire che quell' elemento dell' anima, che Platone chiama |
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sia lo spazio puro, ma con qualche aggiunta. Ponendo egli | dunque | la vita e il principio d' ogni movimento nell' anima, |
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Ideol. 701 7 707; 722 7 747; .7. 7 900; 9.3 segg.) ». Come | dunque | noi, parlando del sentimento de' corpi, abbiamo distinto |
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esiste, poichè l' ente è per sua essenza uno. La pluralità | dunque | delle parti assegnabili nello spazio non esiste se non |
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si rivolge intorno a se stessa, [...OMISSIS...] . Distingue | dunque | nell' anima il ciclo del Medesimo, [...OMISSIS...] , che |
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Platone, che risulta da entrambi [...OMISSIS...] . Essendo | dunque | questa media sostanza che termina nelle due estreme e ad |
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che governa i suoni «( Psicol. 1565, 1566) ». Egli prese | dunque | la legge dell' armonia che si trova in un solo sensorio, |
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l' universo sintetizzante un' armonia unica e sola. Essendo | dunque | pervenuta a Platone per mezzo di Filolao la dottrina |
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noi chiamiamo corpi, e che n' è spiegata la creazione. Dice | dunque | Platone che [...OMISSIS...] . Nel qual luogo s' osservi |
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della mobilità reale, copia di quella (3). Distingue | dunque | Platone anche qui quelle due specie d' intelligibili di cui |
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eternità e consistenza, gli diede la durata del tempo. Pose | dunque | nell' esemplare la contingenza, il numero, la successione, |
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vero subietto di tali vicissitudini. La natura di Dio | dunque | nulla avendo di tali cose, non potea nè pure prestare di |
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possibile che gli somigliasse l' esemplare. L' esemplare | dunque | sebbene eterno in se stesso, perchè ab aeterno da Dio |
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aiuto della natura mondiale, si moltiplica (4). L' anima | dunque | dell' uomo, formata colla stessa sostanza dell' anima del |
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cioè un ordine sapiente, [...OMISSIS...] . Conviene | dunque | distinguere tre cose, secondo Platone, le idee eternamente |
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nascimento che in più luoghi descrive Platone (5). E` | dunque | singolare a vedere come Aristotele quando si fa a |
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da Dio nell' anima avanti della produzione di questi. Vi ha | dunque | nell' anima qualche cosa di mutabile e molteplice che non è |
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ed intelletto potrebbesi addimandare (1) » ». Le idee | dunque | sono partecipate in un modo dall' anima, e in un altro dai |
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la loro essenza è di essere intelligibili . Non essendo | dunque | intese, non sono per sè stesse ricevute da' corpi, ma |
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le immagini sensibili nelle idee corrispondenti; quelle | dunque | conducono l' anima a queste, e però si dicono similitudini |
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dell' anima e parte della sua propria natura. Conoscendo | dunque | l' anima le idee, parte in modo speculativo e parte in modo |
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cosa di ciò che veramente è, e perciò non può perire. Più | dunque | le riesce di sottrarsi alle illusioni e distrazioni |
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esemplare del mondo o d' alcuna parte di esso. Non diede | dunque | Iddio, secondo Platone, a queste anime la visione di sè |
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misura ciò che è imperfetto »(3) ». Ma per quali vie può | dunque | l' uomo pervenire a quella, se non compiuta (mentre si |
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perfettamente per mezzo del raziocinio riflesso . A questo | dunque | Platone assegna due gradi: l' uno, quello delle matematiche |
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riferiscono, come accade a' matematici. Le idee superiori | dunque | sono quelle che manifestano nature spirituali e doti e |
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ma solo dall' anima per l' intelligenza. Da queste idee | dunque | vuole Platone, che il filosofo dialettizzando pervenga a |
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idee e del lume stesso che all' uomo le dimostra. Descrive | dunque | il filosofo come colui che [...OMISSIS...] . Dove Platone |
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abbiamo chiamato ricognizione dell' essere (3). Questa è | dunque | la maniera nella quale Platone insegna che l' uomo imita |
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nella quale dicevano di riporre il Bene. Suppongono | dunque | di conoscere il Bene prima della sapienza, e per mezzo di |
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di quello definiscono questa, non viceversa (1). Dall' idea | dunque | del Bene anche la sapienza procede, e egli n' è la ragione, |
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più ferma ridotta alle ragioni ultime (3). Il Bene | dunque | è il sovraintelligibile per Platone, perchè sta più su |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la causa della creazione del mondo [...OMISSIS...] . Affine | dunque | di rendere il mondo similissimo a sè stesso, Iddio creò |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non è lo stesso Bene. [...OMISSIS...] . Distingue | dunque | la mente divina dalla mente creata , quella perfetta e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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contiene altri animali in se, gli astri e l' uomo. Essendo | dunque | due gli elementi accoppiati insieme, la felicità dell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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lungamente e sapientemente ragiona nel « Filebo ». Questo | dunque | è il solo bene di cui noi uomini e ogni altro ente creato |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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(1) e per natura di entrambi più eccellente. Essendo | dunque | quella che dà l' essere e l' essenza e il bene a tutte le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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casa del Bene stesso. [...OMISSIS...] . Dal bene creato | dunque | vuole che s' ascenda alla notizia del bene increato, dall' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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arte le due vite della sapienza e del piacere. Distingue | dunque | due menti: quella partecipata dall' ente creato e quella |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è il primo difetto e il genere de' difetti. La Mente causa | dunque | non ha difetto, e quindi ha le due qualità del Bene, la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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affezioni sconvengono del tutto alla Divinità: non possono | dunque | entrare nell' essenza del Bene, la quale non è, nè può |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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concepirlo mediante una sola idea (5). L' idea stessa | dunque | del Bene, cioè, ciò che è per sè il Bene quaggiù ci manca. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nel creato, nulla che abbia ragione di Bene. La ragione | dunque | perchè l' ente creato animato è buono, ossia ha il bene, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nella partecipazione di quelle tre essenze. Se noi | dunque | prendiamo queste tre essenze e separandole colla mente da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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mistione dei due elementi [...OMISSIS...] . La misura | dunque | e il commisurato [...OMISSIS...] è la seconda idea che si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dal Bene, quella della bellezza. [...OMISSIS...] . Il bene | dunque | nell' ente creato si mostra sotto tre aspetti, ora di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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o temperato senza verità, misura e bellezza. Il Bene | dunque | è la verità, la misura e il misurato e il bello. e ciascuna |
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forme ed aspetti (3), e nel mondo risplendono. Venendo | dunque | Platone in sulla fine del « Filebo » a classificare i |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ammette fuori di Dio, che non abbia per causa Iddio. Questo | dunque | ha il primo luogo nell' ordine de' beni: il secondo è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la felicità e la perfezione di tali animali intelligenti: è | dunque | «to xymmisgomenon». E di questo bene si deve intendere il |
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bene degli elementari e il terzo della serie totale. Dice | dunque | « « se tu dunque porrai per terzo bene la mente e la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e il terzo della serie totale. Dice dunque « « se tu | dunque | porrai per terzo bene la mente e la sapienza |
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della ragione. A questo secondo genere d' intelligibili dà | dunque | il secondo luogo tra i beni elementari del creato; e il |
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dice, devono esser veri , [...OMISSIS...] . Il piacere | dunque | animale separato dalla cognizione è escluso da Platone dal |
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è quella del bene, ricevono la commisurazione. Conchiude | dunque | colla solita piacevolezza. [...OMISSIS...] . Se noi dunque |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dunque colla solita piacevolezza. [...OMISSIS...] . Se noi | dunque | vogliamo per conclusione e ricapitolazione di questo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che dicesi mondo, si muove in molte guise (1). Sebbene | dunque | nella sua supposizione d' un' eternità del mondo, egli non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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a trovare la prima, la più remota di tutte l' altre. Si può | dunque | considerare ciascuno di quei generi di cause relativamente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dividono anche specificamente o genericamente, partecipano | dunque | di forme specifiche e generiche. Aristotele dunque non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dunque di forme specifiche e generiche. Aristotele | dunque | non giunse al concetto d' una prima materia e d' una pura |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in dieci supremi generi che sono le categorie. Ci hanno | dunque | due generi di specie , secondo Aristotele: 1 Quelle che |
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il caso è un concetto più esteso della fortuna. La natura è | dunque | considerata da Aristotele come una causa motrice insita |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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materia, e questa da ogni materia disgiunta. Alla materia | dunque | congiunta colla specie nell' ente composto, che è la |
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a cui arriva, è il fine ossia la causa finale . Aristotele | dunque | prende a spiegare l' operare della natura così. Alcune |
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crede di dimostrare a questo modo: [...OMISSIS...] . Avendo | dunque | dato la forma alle cose materiali e sensibili e la medesima |
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non delibera e non conosce il fine: questo fine s' ottiene | dunque | egualmente e nello stesso modo. Non è dunque necessario |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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s' ottiene dunque egualmente e nello stesso modo. Non è | dunque | necessario ricorrere ad una mente e ad un' arte precedente, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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piena della natura stessa, e vero creatore ». S' egli è | dunque | vero, come sostiene Platone, che l' universo non esistesse, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nella natura e nell' arte dicesi caso e fortuna . Essendo | dunque | tutto per Aristotele materia e forma (subietto e predicato |
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specie, vale anche per le ultime delle altre cause. Dice | dunque | che sussiste in natura il composto di materia e di specie , |
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causa movente; e in ciascuno di questi ugualmente. Convien | dunque | fermarsi a quella materia e a quella forma che costituisce |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le cose stesse sensibili (4). In questa conclusione | dunque | e in tutta questa dottrina ontologica giace sempre nel |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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universalità delle cose. Se questa è l' unica maniera, | dunque | la forma e la materia stanno sempre unite, e così unite e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le sostanze composte, si vanno insieme permutando. Non è | dunque | più possibile che la forma o la specie abbia preesistito |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e sia concorsa alla produzione del mondo. Non ci sono | dunque | le idee separate di Platone. Il mondo dunque è eterno e non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Non ci sono dunque le idee separate di Platone. Il mondo | dunque | è eterno e non creato da Dio, come vuole Platone: dunque di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dunque è eterno e non creato da Dio, come vuole Platone: | dunque | di separato dalla natura non ci può essere una causa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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, ma solo una causa motrice che eternamente il mova. Legato | dunque | ai sensi e all' esperienza materiale, Aristotele suppose |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ontologia : le leggi dell' ente reale e finito divennero | dunque | nel pensiero di Aristotele, con un salto immenso, leggi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che era presente all' anima sin da principio. Il movimento | dunque | dell' anima, che dalla prima specie perviene a trovare l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ma la specie nella materia, cioè nell' uomo: la specie | dunque | non si genera sola, ma si genera il composto di specie e di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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si genera il composto di specie e di materia. L' arte sola | dunque | nulla produce, ma abbisogna di materia. Ma basta forse la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in modo da acquistar l' ultima, cioè la sanità. | Dunque | le specie non si producono sole; nè separate dalla materia, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose di cui il mondo sensibile risulta (2). Stabilisce | dunque | Aristotele questa dottrina: « ciò che si trasmuta è sempre |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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?Dio è uno; l'Universo è un pensiero di Dio; l'Universo è | dunque | uno esso pure. Tutte le cose partecipano, più o meno, della |
Doveri dell'uomo -
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compiersi per opera d'essi tutti. Il genere umano dovrebbe | dunque | lavorare unito, sì che tutte le forze intellettuali diffuse |
Doveri dell'uomo -
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possibile nella sfera del pensiero e dell'azione. Esiste | dunque | una Religione universale della natura umana?. Quell'uomo |
Doveri dell'uomo -
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una credenza, una Fede. Lo sviluppo dell'idea religiosa è | dunque | indefinitamente progressivo; e quasi colonne d'un Tempio, |
Doveri dell'uomo -
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avete vita: | dunque | avete una legge di vita. Non c'è vita senza legge. |
Doveri dell'uomo -
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anzi l'unico vostro dovere. Dio v'ha dato la vita; Dio v'ha | dunque | data la legge; Dio è l'unico Legislatore della razza umana. |
Doveri dell'uomo -
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della vostra legge di vita, della LEGGE DI DIO, sta | dunque | il fondamento della morale, la regola delle vostre azioni e |
Doveri dell'uomo -
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che l'Umanità derise, perseguitò, crocefisse. Ciascuna | dunque | di queste norme è insufficiente a ottenere la conoscenza |
Doveri dell'uomo -
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v'ha fatti sociali e progressivi. Voi | dunque | avete dovere d'associarvi e di progredire quanto comporta |
Doveri dell'uomo -
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o esiste imperfetto o inceppato nel suo sviluppo. Voi | dunque | dovete combattere per tutte, e segnatamente pel diritto |
Doveri dell'uomo -
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delle anime. Voi siete tutti figli a Dio: siete | dunque | fratelli: e chi può senza delitto limitare l'associazione, |
Doveri dell'uomo -
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facoltà e nell'opere che fanno realtà del pensiero. Sia | dunque | l'associazione dovere e diritto per voi. Taluni, a |
Doveri dell'uomo -
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e migliorerete. Il lavoro ch'io ho impreso per voi sarebbe | dunque | compito, se una tremenda obbiezione non sorgesse dalle |
Doveri dell'uomo -
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tratta per essi di progredire ; si tratta di vivere. Esiste | dunque | un vizio radicale, profondo, nella società com'è in oggi |
Doveri dell'uomo -
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la via di correggerlo. La questione economica sarà | dunque | soggetto di una ultima parte del mio lavoro. |
Doveri dell'uomo -
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senza mai incontrarsi con il loro pensiero. Cominciamo | dunque | subito a domandare: Che cosa è uno Stato? E` forse qualche |
Questioni politico religiose -
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che prova troppo, non prova niente; [...OMISSIS...] Convien | dunque | prendere un' altra via, ed esaminare che cosa è lo Stato in |
Questioni politico religiose -
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avrà una subordinazione e dipendenza dalla Chiesa. Prima | dunque | di venire ad una decisione, noi dobbiamo fare la domanda: - |
Questioni politico religiose -
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si mantiene coerente ai principii della sua fede. Qual è | dunque | il concetto che un cattolico, secondo la sua fede, ha e |
Questioni politico religiose -
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l' indipendenza, di cui ciascuno di essi è privo. Se | dunque | non è altro lo Stato civile, che l' unione ben regolata di |
Questioni politico religiose -
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che mirino quei dottrinari, che ne fanno più uso. Diremo | dunque | d' intendere per separazione dello Stato dalla Chiesa « |
Questioni politico religiose -
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la dottrina della Religione Cattolica. Per vedere | dunque | se lo Stato che ha per fine l' utilità temporale, e che |
Questioni politico religiose -
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pensiero a ciò che è giusto, lecito ed onesto. La questione | dunque | della separazione dello Stato dalla Chiesa si trasforma in |
Questioni politico religiose -
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dell' uomo di Stato, dell' imperante. A tutti questi doveri | dunque | s' estende il potere di giudicare che ha la Chiesa. E la |
Questioni politico religiose -
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voluto seriamente usarne, si sarebbero rese ridicole. E` | dunque | impossibile, secondo i princìpii della Religione Cristiana |
Questioni politico religiose -
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e a tutelarli da sé stessi con la forza privata. E` | dunque | il governo civile, per la natura della sua istituzione e |
Questioni politico religiose -
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superiori a quelle degli interessi materiali. E` | dunque | fuori di controversia, che tutti i diritti dei cittadini |
Questioni politico religiose -
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preziosa, e più cara di tutte, senza confronto. Sarebbero | dunque | disposti, quando fossero nello stato di natura, a difendere |
Questioni politico religiose -
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sostanze temporali, ma con quello della vita stessa. Quanto | dunque | un tal bene è apprezzato, altrettanto grande è l' |
Questioni politico religiose -
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diritti, o conducessero alla violazione dei medesimi. Se | dunque | il governo deve aver riguardo, nel fare le sue leggi e nel |
Questioni politico religiose -
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sue disposizioni, alla religione professata dai cittadini, | dunque | è falso e contrario al sociale diritto il sistema della |
Questioni politico religiose -
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dei medesimi; II) per evitare di violarli egli stesso. E` | dunque | contraria alla religione e al buon senso quella separazione |
Questioni politico religiose -
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ogni Stato, grande o piccolo, ha la sua Autonomia. Perché | dunque | ci proponiamo noi una questione intorno all' Autonomia |
Questioni politico religiose -
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divino, che lo ha istituito. L' Autonomia dello Stato | dunque | in questo senso è l' umano arbitrio messo in trono. A una |
Questioni politico religiose -
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più s' accordassero allo Stato gli onori divini. L' Hegel | dunque | vi descrive lo Stato come un gran Dio organizzato, con l' |
Questioni politico religiose -
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autonomia , sono le loro frasi più care. Questo sistema | dunque | altrettanto scempio quanto brutale, è quello che fu |
Questioni politico religiose -
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a sola sua base l' arbitrio del legislatore civile. Non è | dunque | giustificabile da parte della religione e della morale: e |
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in oppressione, dispotismo e tirannia. Qualor anche | dunque | si supponga, che gli spedienti proposti come temperamenti |
Questioni politico religiose -
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non resta certamente alcun' altra guarentigia; ricorreranno | dunque | per disperazione alla rivoluzione, e tale è il solito |
Questioni politico religiose -
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i sostenitori dell' Autonomia dello Stato. Perché | dunque | l' ascolteranno quelli che governano, quando sembrasse loro |
Questioni politico religiose -
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L' hanno mai ascoltata i despoti e i tiranni? Mai: | dunque | se ne può fare senza, se non accomoda. Di più, quanti mezzi |
Questioni politico religiose -
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confesserebbe mai di non averla a sé favorevole: la vorrà | dunque | avere per sé anche il partito del governo, né questo sarà |
Questioni politico religiose -
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Se al governo attribuite un' assoluta Autonomia, statevi | dunque | zitti, che il vostro sistema è qui tutto; non potete |
Questioni politico religiose -
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possono essere protette che da una potenza morale: tolta | dunque | questa, e proclamato il princìpio, che il solo arbitrio e |
Questioni politico religiose -
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nome, usurpato pur esso e mentito, quello di libertà. Niuno | dunque | degli espedienti, che con abuso d' ingegno, si cercano o |
Questioni politico religiose -
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autorità superiore, morale e religiosa. Questa Autonomia è | dunque | il nudo arbitrio, l' essenza stessa dell' assolutismo, la |
Questioni politico religiose -
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del genere umano e che si chiama Chiesa Cattolica. Rispetto | dunque | a questa dottrina, e rispetto a questa autorità vivente, e |
Questioni politico religiose -
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dell' utilità, ha una pienissima Autonomia. Che cosa | dunque | si dovrà dire di quelli i quali, come foste de' fanciulli, |
Questioni politico religiose -
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autori e fautori della servitù e della tirannia. Accordiamo | dunque | ai governi civili anche noi, per dirlo di nuovo, la loro |
Questioni politico religiose -
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dell' utile, sfera subordinata a quella dell' onesto. E` | dunque | anche per noi, ed anzi per noi soli, interamente distinto |
Questioni politico religiose -
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questa sfera dell' utile, perché non è sua. Le due potestà | dunque | hanno i loro proprii oggetti distintissimi e inconfusibili: |
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impossibile, che lo vedono gli stessi fanciulli. Conviene | dunque | lasciare da banda il sistema dell' assoluta separazione |
Questioni politico religiose -
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considerata, rimane già con questo distinta. Non si può | dunque | erigere in sistema il principio, che una delle due potestà, |
Questioni politico religiose -
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alle prescrizioni dell' uno e dell' altro potere. E` | dunque | chiaro, che il tracciare la linea di confine delle due |
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di quello che gli è utile e che gli è dannoso; pretendendo | dunque | di essere aiutato ne' suoi interessi dalla Chiesa, pretende |
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lontana, ne' governi teologizzanti del basso impero. Non è | dunque | migliore del precedente il sistema che abbiamo chiamato di |
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per cui ella si move ad istituire la società civile. Come | dunque | l' uomo è un individuo, così l' umanità, cioè l' unione |
Questioni politico religiose -
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l' uomo non poteva formare da se stesso la prima, la formò | dunque | il Padre del genere umano, Iddio: la formò Gesù Cristo, da |
Questioni politico religiose -
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congregata dagli uomini, non eccedendo le loro forze: Iddio | dunque | ne abbandonò ad essi il lavoro. L' organizzazione della |
Questioni politico religiose -
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sono da Dio, sono ordinati » » l' ordinazione dei poteri è | dunque | un criterio dato dall' Apostolo, per riconoscere quali |
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potuto inventare il sistema della legge atea. Che cosa | dunque | ci bisognava di più? Era necessario che all' ateismo si |
Questioni politico religiose -
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vessa e martoria tutti coloro che la professano. L' odio | dunque | della religione, che contiene in se stesso quello degli |
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il loro scopo è il progresso dell' empietà. La questione | dunque | svela così la sua indole: non si tratta più di sapere se la |
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e fornita di tutti i suoi elementi essenziali. Quando | dunque | si medita sulla vera e compiuta indole della legge civile, |
Questioni politico religiose -
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parte con le prescrizioni della medesima. Quand' anco | dunque | si conceda che ci sia una sfera d' oggetti propri della |
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Cristiana esiste; i suoi Pastori la insegnano; fatevi | dunque | ad ascoltarli ed interrogateli, e tantosto vi persuaderete |
Questioni politico religiose -
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e tantosto vi persuaderete di tutto ciò ». E` | dunque | cosa evidente che la legislazione civile, anche in quelle |
Questioni politico religiose -
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religiosi di competenza del governo civile: il principio | dunque | è vero. Ma ne viene forse da ciò che il governo civile |
Questioni politico religiose -
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A questa classe appartengono i diritti religiosi. Se | dunque | il governo civile ha indubitatamente per suo fine la tutela |
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molto più de' principali che sono i religiosi. Se | dunque | egli è obbligato di provvedere alla tutela di questi |
Questioni politico religiose -
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fine temporale. Si può dire ugualmente d' infinite cose. E` | dunque | impossibile, che il governo civile non prenda delle |
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la dichiarano indipendente da ogni altra autorità. Costoro | dunque | non sono in buona fede, e quando vi dicono che il |
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religioso nelle nazioni, era il governo civile. Diedero | dunque | forma al loro concetto di una teoria politica. Nello stesso |
Questioni politico religiose -
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diverse cose intorno ad oggetti religiosi; 3) Che | dunque | sotto il nome di legge atea non si può intendere né che la |
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perché l' una e l' altra cosa è impossibile. Rimane | dunque | che il sistema della legge atea non abbia altro significato |
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vanità filosofica di tutti quelli che sono al potere. Ma è | dunque | vero che un tale sistema lasci, come si dice, alle |
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tra lei e la religione dei cittadini. Le collisioni sono | dunque | inevitabili tra le leggi di tali governi e la Religione. E |
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più importante di tutte le cose che si possedono. E` egli | dunque | presumibile, che questi padri nel loro mandato impongano |
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proteggano tutti quelli che li vorranno infrangere? ». Sarà | dunque | questa la voce dei padri di famiglia che istituiscono il |
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le nazioni cristiane e civili. Il sistema della legge atea | dunque | contraddice direttamente al mandato che hanno ricevuto i |
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gli oggetti religiosi una o più volte al giorno. Lasciando | dunque | da parte anche queste religioni individuali (se pur |
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la seconda, il matrimonio sarà un oggetto sacro. Si vede | dunque | che l' essere sacro o profano un oggetto, è una qualità |
Questioni politico religiose -
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sacro, e niuno lo potrà rendere o dichiarare profano. Non è | dunque | posto nell' arbitrio né degli uomini di legge, né degli |
Questioni politico religiose -
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il vocabolario, e troviamo: non sacro. Il matrimonio | dunque | di costoro è sacro e non sacro nello stesso tempo! Or qui, |
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non è altro che contratto, ma contratto sacro. Quando | dunque | i signori del giusto mezzo gravemente ci dicono, che il |
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che nasce pel consenso dei contraenti. Ci vorranno | dunque | due consensi, e non basterà uno solo per fare il |
Questioni politico religiose -
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l' obbligazione, sarà egli un consenso o un contratto? Se | dunque | è assurdo immaginare due consensi nel matrimonio e due |
Questioni politico religiose -
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due partiti, o di esserle amica o di esserle inimica. Se | dunque | una legislazione riconosce per validi contratti |
Questioni politico religiose -
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in quest' ultimo caso il sistema della legge atea. Sciolta | dunque | la questione intorno a questo sistema della legge atea, e |
Questioni politico religiose -
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e che non è altro che un caso d' applicazione. Veniamo | dunque | alla conclusione, che sarà necessariamente questa: La |
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incoerente; così si punisce e confonde da se medesima. E` | dunque | provato ad evidenza dalla storia, quanto onorati e puri |
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quest' atto non sia proibito dalle leggi civili. Suppone | dunque | che la legge civile possa impedire o proibire un atto |
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da que' cittadini che la professano. Tutta la questione | dunque | viene stranamente falsata, ed è pur necessario restituirle |
Questioni politico religiose -
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pei casi estremi, che pei più moderati. Ricorriamo | dunque | a Nerone. Quando questo Imperatore (e lo stesso si dica |
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o l' incredulità o lo scetticismo di nessuno ». Egli è | dunque | evidente, se non vogliamo corbellare la gente, quando |
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ce ne sono degli altri che lo proibiscono. La legge | dunque | (ecco le conseguenze che ne cavano) deve permetterlo, |
Questioni politico religiose -
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ma non si può trarre la conseguenza universale, che | dunque | lo permetta a tutti, anche a coloro che professano dei |
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altra questione. Qui ci basta di riconvenirli, che non fu | dunque | il princìpio della libertà di coscienza, com' essi |
Questioni politico religiose -
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era popolare e riscuoteva facilmente l' applauso; conveniva | dunque | far passare sotto gli auspizi di questo princìpio una legge |
Questioni politico religiose -
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il dogma cattolico dice: « non è dissolubile »(5). La legge | dunque | non era già indifferente alla Religione, ma si fondava |
Questioni politico religiose -
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di sé la moglie «( Cod. del R. d' Italia , 214) ». La legge | dunque | impedisce a questi cristiani cattolici di adempire alle più |
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in uno stato condannato dalla propria coscienza. C' è | dunque | sincerità in legislatori di questa sorta, quando vi fanno |
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e i loro figli sono considerati illegittimi. I diritti | dunque | che vengono loro in conseguenza della religione che |
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sempre inquieta e intraprendente. I governi utilitari | dunque | si mettono dalla loro parte, fanno loro delle concessioni e |
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delle leggi e negli atti del governo stesso. Non avendo | dunque | gli utilitari un princìpio proprio, prendono i princìpii da |
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difficilissimo a farsi bene. La libertà di coscienza | dunque | degli utilitari, o è una promessa che non viene mantenuta, |
Questioni politico religiose -
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dai partiti su cui s' appoggiano. Riassumendo, tre sono | dunque | le false ed incoerenti interpretazioni del princìpio della |
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separato, quando volgono relazioni con oggetti religiosi. | Dunque | le leggi civili, benché involgano relazioni con oggetti |
Questioni politico religiose -
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vero privilegio sotto coperta d' uniformità. Que' filosofi | dunque | e que' legislatori, che credono di avere stabilito un |
Questioni politico religiose -
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i cittadini in classi distinte? Se rispondono di sì, perché | dunque | pretendono che le leggi non abbiano riguardo alle |
Questioni politico religiose -
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differenti classi i cittadini? Se rispondono di no, perché | dunque | nella formazione di moltissime leggi hanno essi |
Questioni politico religiose -
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numero di anni di quelli che l' hanno passato; classifica | dunque | i cittadini secondo la differenza dell' età, e non pretende |
Questioni politico religiose -
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altre differenze, che sarebbe lungo d' annoverare. Se | dunque | la legge civile è obbligata a considerare per la necessità |
Questioni politico religiose -
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animo sono il fondamento delle operazioni umane. Che cosa è | dunque | la Religione? La Religione è una credenza che produce un' |
Questioni politico religiose -
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religiosa, da tutti quelli che la professano. Perché | dunque | il legislatore civile, che fa le leggi speciali per tante |
Questioni politico religiose -
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a cimento co' suoi ordinamenti di pregiudicarli. Non ha | dunque | il legislatore che due sole vie d' esser coerente a sé |
Questioni politico religiose -
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ad essa le sue proprie leggi. Nel primo caso, non si parli | dunque | di libertà di coscienza; nel secondo caso soltanto questa |
Questioni politico religiose -
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alla potenza del governo e all' economia pubblica. Egli è | dunque | evidente che per tutti quegli uomini che non riconoscono la |
Questioni politico religiose -
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di rispettarli, quando negate ogni obbligazione? Dovete | dunque | convenire che voi non avete più diritti, perché non esiste |
Questioni politico religiose -
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e il vizio, la libertà e la licenza. Con costoro si può | dunque | proporre e discutere la questione: « che cosa è la libertà, |
Questioni politico religiose -
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morale, né sono mai stati dubbiosi pel senso comune. Se | dunque | noi vogliamo partire da questi semplici princìpii, ci |
Questioni politico religiose -
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morale; con ciò stesso si riconosce che non può essere. O | dunque | non ammettono l' esistenza della legge morale, e in tal |
Questioni politico religiose -
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e però una facoltà d' operare il lecito. La potenza | dunque | che ha l' uomo di scegliere il bene ed il male, è un fatto |
Questioni politico religiose -
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stravagante, che non fa bisogno di parlarne; convien | dunque | che vi appigliate alla seconda. Ora che cosa prova la |
Questioni politico religiose -
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una battaglia, benché senza la menoma sua colpa. Le vite | dunque | e le sostanze de' cittadini, ammessa una tale dottrina, |
Questioni politico religiose -
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difficile. Chi osa tentarne la soluzione, conviene | dunque | che prima di tutto dia uno sguardo generale ai materiali di |
Sulle categorie e la dialettica -
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applicazione di questa forma si può derivare. Non c' è | dunque | circolo nel discorso delle Categorie, ma un ragionare |
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ente poteva essere se tutt' insieme non era uno: doveva | dunque | partecipare dell' unità, come d' una sua forma essenziale, |
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semplicemente di uno in significato speciale (1). Stabilito | dunque | che ogni cosa fosse un numero, colla persuasione d' aver |
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(1). E così, come osserva Aristotele, [...OMISSIS...] Qui | dunque | si distinguono: 1 il definito, che risponde alla diade o |
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dai Pitagorici: che se per la diade intendevano la materia, | dunque | non intendevano questa pel numero preso in universale. Pure |
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era a' Pitagorici come la causa materiale delle cose. Ciò | dunque | da cui il pensiero incomincia il suo lavoro, secondo |
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che non può secarsi senza distruggersi (2). Il pari | dunque | conveniva a rappresentare l' indefinito, perchè s' |
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materia corporea (o più generalmente materia reale), erano | dunque | i tre indefiniti di Platone. Ma in ogni indefinito c' è un |
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indefinito, ma finito e determinato. Ogni indefinito | dunque | involge in sè il concetto d' una pluralità potenziale, |
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quello di Melisso, infinito o indeterminato (1). All' uno | dunque | furono dati per tempo i caratteri della determinazione e |
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, e quello di Melisso materiale, [...OMISSIS...] . Erano | dunque | comparsi sulla scena filosofica, molto prima di Platone, un |
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lasciarla nella sua indefinizione, [...OMISSIS...] . Qui | dunque | si distinguono: 1 un uno indeterminato; 2 un numero |
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rammenta quello che dice Proclo, [...OMISSIS...] . L' uno | dunque | indeterminato di Platone è la stessa diade considerata come |
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allo stesso uno e all' uno cognatissimo »(3) ». Ma come | dunque | Aristotele potè dire che Platone divise in due l' |
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nella forma dell' uno sotto il quale si conteneva: sciolse | dunque | l' indefinito anche da questa forma, e allora non rimase |
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non si presta alle determinazioni dialettiche. Apparisce | dunque | in questo modo come la diade, ossia l' indefinito, poteva |
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materia eterna, e quella di coloro che il negano. Dal veder | dunque | che alla mente umana si presentano diversi uni variamente |
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è la realità pura, ossia la materia reale . Ci sono | dunque | per Platone tre indefiniti: l' uno indefinito , che è l' |
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e fosse cotanto da queste scuole reputata. Ci pare | dunque | indubitato doversi distinguere l' uno indefinito di Platone |
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contraddizione, di maniera che rimarrebbe nulla. Rimane | dunque | a cercare che cosa sia la materia ideale secondo Platone. |
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specie, poi forme o essenze delle cose. Nell' Uno primo | dunque | e massimo si trovano immersi i primi elementi di tutte le |
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, la quale è l' Uno primo, come vedemmo. L' uno | dunque | per Platone era: 1 uno in sè (l' uno nel II significato, |
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i numeri per le stesse cose reali (1). Non potevano | dunque | esser queste le vere categorie , od ultime classi delle |
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e unisce la pluralità delle sue determinazioni. Avendo | dunque | concepito Platone il determinante e l' indefinito |
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essendo una la retta, molte le curve. La curva | dunque | si considerava come bisognevole di ricevere il finimento |
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(elementi) delle cose stesse. I quattro principŒ | dunque | de' Pitagorici e di Platone, che si considerano come classi |
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accidentale, di cui la stessa materia è il subietto. L' Uno | dunque | causa prima, è l' uno nel secondo significato, a cui si dà |
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il numero indeterminato o piuttosto potenziale. Ha bisogno | dunque | questa materia ideale di essere determinata, ossia di |
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spetta la denominazione di « grande e piccolo ». Le specie | dunque | o numeri come forme s' applicano e congiungono a un quanto |
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difficoltà e ambiguità che nascono per via. Applicando | dunque | questa osservazione ai diversi significati ne' quali |
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alla speculazione la materia pure indefinibile. Comincia | dunque | la dialettica ad esercitarsi sull' indefinito e finisce |
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, che vuol dire visibile, intelligibile (1). Conchiude | dunque | che il numero partecipando dell' unità come sua forma |
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dalle cose , come il partecipabile dal partecipante . Non | dunque | il solo uno , non la sola materia era per Platone il |
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dialettica allo stesso modo, colle stesse operazioni. Potea | dunque | il filosofo prendere un uno dialettico più o men copioso, e |
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a concepirsi dalla mente, è che sia uno . Dalla meditazione | dunque | del puro uno si potea pervenire ragionando a trovare tutte |
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predicati ( «kategoremata») fondamentali di Platone. Qui | dunque | abbiamo già tre cose distinte colla mente: il tutto, e le |
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convien dirsi di ciascun elemento considerato da sè), | dunque | c' è nell' uno il due. Ma poichè quegli elementi sono |
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un nesso indissolubile, il qual nesso è un terzo elemento, | dunque | c' è anche il tre. C' è dunque il pari e il dispari |
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nesso è un terzo elemento, dunque c' è anche il tre. C' è | dunque | il pari e il dispari [...OMISSIS...] . Di più, nel due c' è |
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due c' è due volte l' uno, e nel tre tre volte . Ci sono | dunque | dentro i concetti di due e di tre , e di due volte e di tre |
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merita d' essere da noi attentamente considerato. Dopo aver | dunque | dimostrato che nell' uno essente si trova logicamente il |
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piccolo, e che con questa denominazione si chiami. Essendo | dunque | l' essenza distribuita in parti, e non potendo essere |
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è il termine, il finimento ( «peras») del contenuto (4): | dunque | l' uno come tutto, e però contenente, è il termine, il |
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diventava assurda e non si potea più sostenere. Partendo | dunque | dal principio di Parmenide che l' ente sia [...OMISSIS...] |
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eleatica dell' uno, alla sua dell' Uno molti. Dopo aver | dunque | provato, che l' uno è un tutto determinato in questo senso, |
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si trovava l' uno finiente, e il più definibile. Essendo | dunque | l' uno essente necessariamente un tutto con pluralità di |
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nell' uno preso come tutto; perchè le parti sono nel tutto: | dunque | l' uno è in se stesso, l' uno è nell' uno [...OMISSIS...] . |
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preso come tutto , non è nell' uno preso come parti unite, | dunque | l' uno non è nell' uno, dunque è in altro. Questa |
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uno preso come parti unite, dunque l' uno non è nell' uno, | dunque | è in altro. Questa illazione, che non essendo l' uno tutto |
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che non essendo l' uno tutto contenuto nell' uno parti, | dunque | deve essere in altro, dimostra che si considerava il dove |
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specie de' varŒ moti che distinguevano gli antichi. Dice | dunque | che l' uno sta in quanto è in se stesso, e si move in |
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di se stesso, quasi di parti; nè l' uno è altro dall' uno. | Dunque | egli è il medesimo con se stesso . Ma sotto un altro |
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che non sono uno. Ma l' uno è diverso da ciò che non è uno. | Dunque | l' uno è un diverso all' altre cose, cioè al non uno. Ma in |
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cose che sono, sono identiche finchè sono quelle che sono. | Dunque | in niuna di quelle cose che sono [...OMISSIS...] può |
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quelle cose che sono [...OMISSIS...] può esistere l' altro. | Dunque | l' altro non può esistere nell' uno essente, e però nè pure |
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uno. Ora le parti in quanto sono moltiplici sono non uno: | dunque | il non uno è il medesimo uno. Il che è quanto un dire: « la |
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che il non uno non esista, sia nulla: voi supponete | dunque | che il non uno sia qualche cosa: ma non può esser qualche |
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della loro esistenza è che sieno uno. Sotto questo aspetto | dunque | l' uno vedesi uguale a ciò che si dice non uno ». Trae di |
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cose, l' altre cose sono altro, ossia diverse da lui (1). | Dunque | l' uno e il non uno, essendo reciprocamente altro, hanno |
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(3). Sotto queste considerazioni l' uno e l' altro sono | dunque | dissimili. E avendo dimostrato prima che l' uno, anche |
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dal diverso, e come diverso è diverso dall' identico: | dunque | ciascuna si paragona all' altra con una idea riflessa |
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uno preso sotto il concetto di tutto che le raccoglie. Se | dunque | l' uno preso nel primo senso è nell' uno preso nel secondo, |
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preso nel primo senso è nell' uno preso nel secondo, l' uno | dunque | tocca l' uno, è aderente a se stesso; e lo stesso dicasi se |
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aspetto di tutto è in altro ( «en hetero») (1): in quanto | dunque | l' uno è in altro o negli altri, intanto tocca gli altri, |
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di nuovo che l' uno rimane escluso dal toccamento. | Dunque | in questo senso nè l' uno tocca l' altre cose, nè l' altre |
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tutto è in un altro (in Dio, Uno supremo) (3). In quanto | dunque | l' uno tutto è contenuto in quest' altro, egli è minore |
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in quest' altro, egli è minore dell' altro. L' analisi | dunque | dell' uno dà, ch' egli, secondo diversi aspetti, sia |
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e maggiore, e minore di se stesso e dell' altre cose; | dunque | deve essere anche più e meno di numero, poichè l' eguale ha |
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è partecipazione dell' essenza. Ma il tempo fluisce: | dunque | l' uno essente diventa sempre più vecchio di se stesso, |
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Ma il più vecchio è relativo al più giovane. L' uno essente | dunque | diventa più vecchio di se stesso, diventando più giovane. |
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già più vecchio e più giovane di se stesso, ma è già tale. | Dunque | non solo l' uno ente diventa più vecchio e più giovane di |
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perchè, per quanto questi trascorra, sempre è presente. | Dunque | sempre e si fa ed è più vecchio e più giovane di se stesso. |
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da quest' ultimo, ed erano le parti insieme prese. L' altro | dunque | preso come le parti insieme, ossia gli altri, dice, sono |
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l' uno è anteriore e perciò più vecchio di tutta la serie: | dunque | l' uno è più vecchio (almeno secondo la priorità logica) |
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uno, e l' uno più giovane. Ma anche ciascuna parte è una: | dunque | l' uno nasce ed è coevo alle parti, e perciò, secondo |
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la ragione aritmetica, ossia la ragione geometrica. Avendo | dunque | detto che il tempo è una proprietà dell' essenza, cioè |
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alcuna, o cos' alcuna attribuire all' ente; non si potrebbe | dunque | avere la scienza umana, che in quant' è riflessa e |
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di conseguente non ci sarebbero i nomi e la lingua. Convien | dunque | dire che, secondo Platone, i predicabili e i predicamenti |
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tutto l' ente, ma nel solo ente limitato si trovano. Se noi | dunque | vogliamo distribuire in una tavola sinottica tutti questi |
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che stia e si concepisca stare da sè. In questo senso | dunque | gli elementi sono generi di enti, noi diremmo d' entità. Si |
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un' arte a distinguere quali sì, e quali no. Avendo | dunque | Platone definito l' ente dall' attività, di maniera che sia |
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di ente, il moto e la quiete. Ma il moto esclude la quiete: | dunque | questi due generi non comunicano insieme. Se non |
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e diverso dall' altro; e se convengono entrambi all' ente, | dunque | gli conviene anche l' identità e l' alterità, due altri |
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anche l' identità e l' alterità, due altri generi. Qui | dunque | si distinguono cinque generi: l' ente, il moto, la quiete, |
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s' estende il significato di dialettica. Dimostrato | dunque | con somma sagacità ed evidenza che i cinque concetti sono |
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», da' quali innumerevoli altre specie. La dottrina | dunque | dell' uno e più , ne' due dialoghi del Parmenide e del |
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uno non è l' altro reciprocamente. Se l' uno non è l ente, | dunque | l' ente è non uno, materia. Se l' uno non è l' ente, dunque |
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dunque l' ente è non uno, materia. Se l' uno non è l' ente, | dunque | l' uno è non ente come forma. Ma, quantunque il fondo della |
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diverso dall' ente uno, onde sono non ente. Il non ente | dunque | del Parmenide e quello del Sofista, benchè ricevano la |
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all' ente contrapposto a que' predicati »(1). Dimostra | dunque | nel « Sofista » contro « Parmenide » che l' ente uno non |
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è nulla e però non si può esprimere con alcuna locuzione: | dunque | tuttociò che si dice è: si dice sempre il vero, e qualunque |
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intorno a qualunque cosa non può esser mai falso ». Fu | dunque | obbligato Platone a investigare la natura del non ente, e |
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potea pronunciare, e distinguere dall' ente. Ogni qualvolta | dunque | il discorso dice ente a quello che è, non ente , o |
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tutti quelli che Aristotele ed altri posero come tali. Egli | dunque | domanda in prima, se l' uno forse non si potesse computare |
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specie come loro quiddità comune. [...OMISSIS...] L' uno | dunque | non si predica come quiddità d' alcuna specie, benchè |
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a tutte le cose, non è ugualmente in esse, ma più e meno: | dunque | non ha la proprietà de' generi. Vero è, che anche l' ente è |
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, tendono al bene, è che l' uno è il bene (3). Cominciando | dunque | tutte le cose dall' uno, e in esso tendendo come in loro |
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essere, come vedremo, ed eccede tutti i generi. Escluso | dunque | l' uno e il bene da' sommi generi, Plotino toglie a |
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tutta la sua estensione, onde dice che [...OMISSIS...] . Fa | dunque | derivare il numero dal moto , come l' unità numerica dallo |
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numeri, come anco dimostra Platone nel « Parmenide ». Deve | dunque | intendersi, ciò che Plotino dice della posteriorità del |
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quelle senza cessare d' essere ciò che era prima. L' ente | dunque | è la mente: e, avendo egli il movimento che è il secondo |
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il secondo genere, mediante questo produce le specie. Fino | dunque | che l' ente mente è in potenza, è mente universale, |
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generano per l' atto di quella. [...OMISSIS...] . Esister | dunque | in sè la gran mente [...OMISSIS...] , ed esistere in sè le |
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e l' altre qualità tutte logicamente posteriori. La mente | dunque | è l' ente (primo genere) che ha unito a sè gli altri |
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umana discorre e scopre una cosa dall' altra: quest' è | dunque | una seconda mente, diversa da quella prima che con un' |
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fossero, non sarebbero vere le cose argomentate. Non si può | dunque | argomentare, cioè da una verità discoprirne un' altra, se |
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(3), e vi s' introdurrebbe un altro. Quest' uno non può | dunque | nè fare (4), nè pensare, nè essere (5), chè avrebbe i |
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essere, è il punto più alto della speculazione (6). Come | dunque | riesce la mente universale? Plotino risponde per una certa |
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altrettante differenze tra loro. L' assolutamente primo | dunque | dee essere anteriore a queste cose, superiore al bello ( |
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anche nel fatto. Ma questo si suppone senza provarlo. Giace | dunque | il sistema sopra una base ipotetica, e però in aria. Le |
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Iddio è quell' uno in cui non cadono differenze; Quando | dunque | nascono in lui per la sua continua attività i generi, |
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si può argomentare circa le altre emanazioni. Non crediamo | dunque | che si possa accusare il sistema Plotiniano di Panteismo |
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questo: « « L' Uno non appetisce nulla, non conosce nulla: | dunque | è sufficiente a sè stesso: non gli manca cosa alcuna. All' |
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la definizione, è la virtù contemplatrice de' soli generi: | dunque | è un altro: quest' altro è l' Anima; l' anima universale, i |
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difficoltà, che da per tutto il persegue. Continuando | dunque | noi ad esporre questo ingegnosissimo sistema, per quanto la |
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nel qual caso, uscendo dal divino, si deteriora. Tutto | dunque | si genera per via di contemplazione ( «ek theorias»), e non |
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le varie forme di cui si veste e in cui si pone. Come | dunque | dall' Anima esce la Natura reale? L' Anima, il complesso |
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di contemplare; contemplando opera; operando produce: dopo | dunque | che l' Anima è costituita, la sua contemplazione di sè non |
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sua contemplazione di sè non può più produrre specie: sorge | dunque | un altro da sè, che è la Natura reale. Non sarà disutile |
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esposto da Marsiglio: [...OMISSIS...] . La prima Anima | dunque | è separata dalla materia: ma, come l' intende Marsiglio, |
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per uno svolgimento [...OMISSIS...] . L' anima vegetale | dunque | contemplando opera come vita genitale e sensibile (onde il |
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Plotino, quasi dubitando, dice: [...OMISSIS...] . Quando | dunque | nel continuo operare delle cause si giunge all' Anima |
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in essa è esaurita ogni attività produttrice: non potendo | dunque | più progredire avanti, la materia tenta di tornare |
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si rimarrebbero sterili e prive d' ogni azione. Dice | dunque | di questa sua Mente, risultante da' cinque generi: |
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senza che cessi d' essere idea e diventi una persona. Se | dunque | ciò, su cui Plotino specula, sono le idee che hanno un' |
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che è quanto dire una persona intelligente? Confonde | dunque | le idee colla Mente che intuisce le idee. Ed essendo le |
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l' ultima dell' essere sia la materia. Tutto il sistema | dunque | è basato sopra un sott' inteso, cioè sopra la natura dell' |
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cosa al di sopra e al di sotto dell' essere stesso! Ci ha | dunque | abuso di speculazione per mancanza di vera e compiuta |
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dare alla dottrina luce e forza a persuadere. Manca | dunque | in tali sistemi quello appunto che per essi si cerca, e si |
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che è quello di filosofare delle altissime cose. Essi | dunque | pigliano la via di mezzo, che è bensì più corta, ma non li |
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di queste si riducono le sue categorie. Come | dunque | Platone diede un' attenzione troppo esclusiva alle idee , |
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un posto alquanto più importante che in Platone. Sebbene | dunque | nè pure in Aristotele sieno tenute costantemente distinte |
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si genera nella mente a cagione del segno esterno. Osserva | dunque | Aristotele che le essenze (1), significate da nomi comuni, |
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ora univocamente , ed ora equivocamente (2). Cadrebbe | dunque | in errore colui che, dall' unità soltanto del nome che si |
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pluralità delle essenze o de' concetti da più sinonimi. Una | dunque | delle prime regole logiche ed ontologiche deve esser quella |
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di Dio sta a Dio con relazione d' identità. Noi diremo | dunque | proporzionali i nomi in quanto s' applicano ad oggetti di |
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o di tristezza certi suoni e certi colori. L' analogia | dunque | si fonda su tutte quelle relazioni che possono cadere ed |
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per favellare esattamente delle cose divine. Convien | dunque | osservare, che, quando noi applichiamo un vocabolo agli |
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e diviene equivoco a consilio, ossia traslato (2). Si dee | dunque | distinguere l' equivocazione traslata del vocabolo proprio |
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il medesimo d' ogni altra proposizione (1). Predicandosi | dunque | sempre l' essere in tutte le proposizioni, credette che |
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somministrare ogni partizione dell' essere. Aristotele | dunque | accintosi all' analisi della proposizione, ossia della |
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che il concetto del ridere inchiude quello di uomo. Altro è | dunque | il predicarsi per accidente , altro il predicarsi per |
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accidentale degli Scolastici. Questi quattro modi | dunque | di predicazione si devono accuratamente distinguere (1). II |
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per sè, senza congiunzione [...OMISSIS...] . Apparisce | dunque | dalle stesse parole d' Aristotele: 1 Ch' egli colle dieci |
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all' ente per sè, ma all' ente che è quanto è (3). Che | dunque | i predicabili significhino lo stesso essere in dieci modi |
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così semplici nella loro oggettività (1): li considera | dunque | come subietti di cui si predica in diversi modi l' essere. |
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elevato simile a quello che avea destinato loro Platone. Se | dunque | si considerano le Categorie come semplici ed incomplesse, |
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o le essenze ideali, ma non fa che usare di queste. Queste | dunque | sono prima idee o intelligibili, e di poi predicabili. Onde |
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copula, che si riduce sempre al verbo E`. Questo verbo | dunque | secondo Aristotele: a ) Può significare tanto che ciò che |
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mai all' ultima particola della proposizione « E` cieco ». | Dunque | in questa ultima particola il verbo E` non significa E` |
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come i dieci generi supremi dell' ente (3). Conviene | dunque | che noi esaminiamo diligentemente questa partizione. La |
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greci, e da' loro discepoli gli Scolastici. Partendo | dunque | dal principio che Aristotele, colle categorie non volle far |
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, onde i suoi tre sommi generi degli enti. Aristotele | dunque | dice, che [...OMISSIS...] . Riconosce dunque Aristotele, |
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Aristotele dunque dice, che [...OMISSIS...] . Riconosce | dunque | Aristotele, che la specie e la materia sono di diverso |
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maggiore, appunto perchè sono le più estese. Rimane | dunque | a cercare, se le più estese di tutte, irreducibili ad |
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ricevuto la specie, questa si può predicare (1). Rispose | dunque | Aristotele, che le specie più estese, e irreducibili, non |
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ma dieci: e così stabili le sue dieci Categorie. Lasciati | dunque | da parte gli altri significati, in cui si prende la parola |
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differenze » ». [...OMISSIS...] Il genere categorico | dunque | si considera da Aristotele, come materia rispetto alla |
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ha preso il significato di « materia reale ». Checchè | dunque | dica altrove Aristotele circa la doppia materia ammessa da |
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che prenda la parola genere in due sensi diversi. Altro è | dunque | il genere che si definisce: « quello che è primo come |
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e queste sottostanno come loro materia. Le Categorie | dunque | non appartengono alla materia reale, ma all' ideale, e sono |
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di tutte le differenze o determinazioni. Conviene | dunque | riconoscere che Aristotele ammette primieramente due |
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aristotelica, che riguarda la sostanza. Primieramente | dunque | la sostanza è il primo, come dicevamo, della filosofia |
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essenza sostanziale, soggiunge così: [...OMISSIS...] . Non | dunque | la sostanza reale, ma le specie e i generi della sostanza, |
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che si predicano, niente v' ha di comune »(3) ». Convien | dunque | conchiudere, che le Categorie aristoteliche non sono punto |
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un ente solo perfetto. Nei dieci predicamenti non si parte | dunque | l' ente puro, qual è in natura, nè l' ente qual è nella |
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di accidenti. Ma l' ente assoluto non ha accidenti: | dunque | il suo essere non si può in senso univoco e proprio |
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limitato), il quale si predica de' corpi. Perchè l' ha | dunque | omesso il nostro filosofo? Si può rispondere che l' abbia |
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e però sono casualmente differenti dai predicamenti, | dunque | si denominano le cose, e le cose stesse così denominate |
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«pote» «keisthai» «echein» «poiein» «paschein» Le Categorie | dunque | d' Aristotele non compartiscono l' ente, ma distinguono i |
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ma dialettica; ed anche questa manchevole. Non soddisfanno | dunque | alle esigenze dell' Ontologia. L' aristotelismo, prevalso |
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originale sulla partizione ontologica dell' ente. Conviene | dunque | discendere fino al Kant, il quale tuttavia dichiara, che il |
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dal lettore la minima opposizione. [...OMISSIS...] Egli | dunque | dà per cosa certissima che, se qualche cosa vi ha nelle |
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perchè questo non è nè necessario nè universale; | dunque | deve venire dall' esperienza ». Questo « dunque deve venire |
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universale; dunque deve venire dall' esperienza ». Questo « | dunque | deve venire dall' esperienza », vale altrettanto del primo |
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venire dall' esperienza », vale altrettanto del primo « | dunque | deve venire dal fondo dell' uomo ». L' uno e l' altro nulla |
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e particolare, questi sono necessarii ed universali. Questi | dunque | non possono venire da quella, perchè l' effetto non può |
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come sarebbe l' anima nostra e le sue modificazioni: | dunque | se fosse forma della sensitività, egli dovrebbe esserlo non |
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è tutta simultaneamente presente allo spirito: il concetto | dunque | della successione dimanda un modo di concepire simultaneo |
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sentimento fondamentale; è una realità: egli appartiene | dunque | alla potenza della sensitività corporea come un' |
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l' uomo non fa che intuirla tale quale gli è data (1). Erra | dunque | grandemente Kant sopprimendo una delle due grandi classi |
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col concetto come col loro tipo comune. La pluralità | dunque | non è nel concetto, ma è negli individui che si conoscono |
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per discoprire quali esser possano i giudizŒ. L' aver | dunque | sommessi i concetti ai giudizŒ, pose Kant sopra una falsa |
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non iscrivendo noi ora una Logica . Tornando ora | dunque | a Kant, dalle predette forme de' giudizŒ egli cava i suoi |
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in tutti i difetti delle categorie Kantiane; veniamo | dunque | alle idee della ragione. Come Kant derivò i concetti dell' |
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mediante la condizione ossia il termine medio. Consistendo | dunque | il raziocinio nella relazione di un giudizio con un altro, |
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a calunniare le opere del Dio vero. La superbia di Satana è | dunque | ancora nel sistema di Kant. Ma seguiamolo un poco nei suoi |
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come tale, non può essere pensato che come soggetto; | Dunque | egli non esiste che come tale, cioè come sostanza ». Ora il |
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della sostanza «( Psicol. , p. 104) ». Dopo aver | dunque | Kant preteso di dimostrare, che non già l' umano individuo, |
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contraddizioni, sieno poi esse vere od apparenti ». Che | dunque | le antinomie provino ad evidenza la limitazione dell' |
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si confessò preso quasi fra l' uscio e il muro. Ripigliamo | dunque | ad una ad una le tesi e le antitesi, e mettiamo a prova il |
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quale è termine del sentimento fondamentale. Si cangia | dunque | il soggetto delle due proposizioni opposte, e si vuol far |
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incominciato ad esistere. Il tempo possibile appartiene | dunque | al mondo delle idee, il quale è nel suo fondo eterno, e non |
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dà degli oggetti, e senza questi non ci hanno che idee; | dunque | noi non possiamo dimostrare che vi abbiano semplici nella |
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campo della filosofia sia comparso nel secolo XVIII. Egli | dunque | ha due tendenze: 1 La prima è di sollevar sè stesso sopra |
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senso la ragione, egli ragiona così: [...OMISSIS...] . | Dunque | il paralogismo e le antinomie, che avete prima attribuite |
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gli oggetti del pensiero, e tuttavia non esiste veramente; | dunque | nè pure quest' unità sarà verace, ma sarà finta e |
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ragione speculativa ne possa e ne debba far senza. Perchè | dunque | tante parole sparse innanzi per dimostrare che la ragione |
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presentare come necessariamente incondizionati!! Ma dove | dunque | si troverà questa loro necessità, e incondizionalità, se |
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loro idea? Se l' idea di essi non ce la presenta, conviene | dunque | che sia fuori di essi, e se è fuori di essi, dunque la |
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dunque che sia fuori di essi, e se è fuori di essi, | dunque | la necessità e la incondizionalità sta nel concetto d' un |
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altro ente, e non nel concetto delle cose finite. Ritorna | dunque | il bisogno di un Dio per chi non vuole rinunziare alla |
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di Dio è una illusione trascendentale. Non conosciamo | dunque | niente di migliore dell' illusione? Convien dunque |
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dunque niente di migliore dell' illusione? Convien | dunque | lasciarsi illudere per soddisfare al dovere di scegliere? |
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assolutamente necessario perchè sarebbe falso. Lasciando | dunque | da parte tutte queste appena credibili aberrazioni del |
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alle idee, a cui solo Kant pone mente. Questo filosofo | dunque | sbaglia: 1 nel credere che gli uomini diano alle idee ed a' |
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al vero, se l' avesse scorto a conchiudere, che | dunque | le determinazioni speciali (almeno le determinazioni |
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è fuori del concetto delle cose, è fuori della cosa. Quando | dunque | un ente non ha la ragione sufficiente di sè nel proprio |
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ella è necessaria per ispiegare la coscienza empirica . E` | dunque | una argomentazione che adopera Fichte, colla quale |
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soggetto vi ha egli coscienza? No certamente; non resta | dunque | che una chimera; ovvero un' entità a cui non si può |
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riduce a questo: « un corpo non può inesistere nell' altro, | dunque | nessun ente può inesistere nell' altro »: dove la |
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e talor anco dall' ente cognito all' incognito. Seguendo | dunque | il ragionamento là dove egli muove i passi, lo spirito |
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ma la sua coscienza, l' uomo in quant' è consapevole. E` | dunque | vero che « Io, come coscienza di me, come uomo conscio, |
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causa. La conclusione adunque di Fichte: « « Il mio Io è | dunque | solo in quanto egli si pone ed in quanto egli è attivo: l' |
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Fra gli atti del soggetto, ed il soggetto stesso, vi ha | dunque | una distinzione reale: gli atti del soggetto sono accidenti |
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coscienza stessa nol dovesse sapere ed attestare. Dobbiamo | dunque | concludere esser falso il principio, « che l' azione di |
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nuova cognizione mediante una nuova riflessione. E` | dunque | falso che l' Io ponga sè stesso, essendo vero solamente, |
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è un atto dell' uomo stesso riflettente sul proprio essere | dunque | il NULLA, cioè quell' uomo che era nulla, ha dato l' essere |
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NULLA; perocchè, se deve porre ogni cosa, anche sè stesso, | dunque | nell' atto di porsi, nulla è ancor posto, nè pure l' Io che |
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perocchè, se fosse posto, non avrebbe bisogno di porsi. | Dunque | il Dio di Fichte s' è cangiato d' un tratto logicamente nel |
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suo termine; ma con esso e insieme con esso non è nulla. E` | dunque | abuso d' astrazione, che diede corpo a tali larve |
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atto, pel quale sussiste l' Io termine di quest' atto; | dunque | egli si potrà bensì considerare come la ragione sufficiente |
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pe' seguenti capi: 1 L' Io non può porsi prima d' esistere: | dunque | non v' è un Io che ponga sè stesso; 2 la coscienza di sè |
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di oggetti, di atti, di facoltà, di leggi. Non v' ha | dunque | contraddizione che secondo gli uni sia passivo, e secondo |
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questo minimo grado di potenza sulla sua creatura, ha | dunque | rinunziato per sempre ad averne un grado di più? Il |
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l' affermazione non è inutile al conoscer nostro: che cosa | dunque | conosciamo per essa? Primieramente non si dee mettere a suo |
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e in vece di verità ci ha lasciato contraddizioni. Se | dunque | cotesto smembramento del pensare non conduce che a |
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II Pone l' atto della ragione nel puro affermare . | Dunque | in questo affermare non può cader inganno. Dunque (per |
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. Dunque in questo affermare non può cader inganno. | Dunque | (per tornare a ciò che poc' anzi, p. 232, dicevamo: non |
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non può farci cadere in alcuna illusione trascendentale: | dunque | ella non crea gli enti, ma li conosce già esistenti: dunque |
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dunque ella non crea gli enti, ma li conosce già esistenti: | dunque | v' ha qualche cosa fuori della ragione umana, e in essa non |
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azioni, ed esercitare il dovere solo pel dovere: l' idea | dunque | del soprasensuale assoluto è il punto, donde parte ogni |
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in sostanza: « l' Io tende ad uscire dai suoi limiti; | dunque | ha un ideale di sè, un' idea dell' illimitato ed assoluto |
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dell' illimitato ed assoluto essere. Ma l' idea è un Io: | dunque | vi ha un Io7idea illimitato ed assoluto ». L' errore sta |
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è un dire, in quant' è oggetto, non sia il soggetto. Vi ha | dunque | un nesso tra il soggetto reale e l' oggetto apparente, che |
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perciò è esclusa dal nesso, e a lui anteriore. Se | dunque | Fichte immaginò quella produzione occulta come un' ipotesi |
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lo intuisce: e dal non poterlo intendere, argomentare che | dunque | l' oggetto dee incorporarsi occultamente col soggetto; |
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egli opera del tutto alla cieca, e necessariamente. Abusa | dunque | il filosofo nostro, seguìto in questo da Schelling e dagli |
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. 1 Ora, se l' Io si conosce perchè si determina, | dunque | innanzi a tale determinazione non vi ha cognizione, e però |
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per libertà s' intende una dote della volontà). La libertà | dunque | di cui parla qui Schelling è una cieca necessità. 2 Si dice |
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esercita sopra un oggetto già percepito. Che cosa può fare | dunque | l' astrazione rispetto allo spirito? Separarlo dagli |
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dell' uomo non v' ha nulla, pel pregiudizio sensistico. | Dunque | quell' atto deve essere la ragione di tutte le cose, l' |
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e l' atto dell' esistere umano è di fatto contingente. | Dunque | manca l' assoluto, la ragion sufficiente degli atti umani |
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proposizione: « Ora la ragion sufficiente ci dee essere: | dunque | è falso quest' argomento ». 6 Uno spirito che opera |
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imperfetto e limitato, non può essere assoluto. Non v' ha | dunque | un Io umano che sia un ente assoluto . Ora la ragione |
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si può ritrovare se non in un ente da ogni parte assoluto. | Dunque | la filosofia trascendentale, che ha preso l' assunto di |
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la sua stessa natura, e che in lui si vanno svolgendo; | dunque | anche la ragione sufficiente di tutte le cose SI DEVE |
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non vi è, perchè tutta la natura umana è contingente: | dunque | la ragione sufficiente di tutte le cose NON SI PUO` TROVARE |
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mondo che fosse morto e non vivo e divino. La separazione | dunque | del mondo da Dio rimaneva così senza spiegazione. D' altra |
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che fu intitolato dall' identità assoluta . La maniera | dunque | di ragionare di Schelling si riduce al seguente |
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fosse maggiore o minore di quello che è. Convien | dunque | assegnare una ragione sufficiente di queste limitazioni. Ma |
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alla qual forma appartiene il principio di assolutità . Se | dunque | il sentimento stesso si pone essere un' illusione, manca la |
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che ad uno assoluto apparente, e non reale. O convien | dunque | rinunciare alla dottrina dell' assoluto, o conviene |
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il sentimento , che ha l' uomo individuo, è un ente reale, | dunque | esistono realmente degli enti limitati , e questi non sono |
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sua indifferenza ponendosi come soggetto e come oggetto? Ha | dunque | bisogno di cessare di essere, per conoscersi? Come punto d' |
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consiste nel sentimento che lo costituisce. Non v' ha | dunque | ordine in questa classificazione, nè ella abbraccia nè pure |
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suppone le cose sussistenti e tratta di esse. La prima | dunque | non esce dal mondo ideale, dal mondo de' possibili (1); la |
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neghi a sè stesso che i colori sieno i suoni. La necessità | dunque | d' una negazione a fare che un dato concetto non inganni |
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per elementi, e non per enti ideali stanti da sè. Vi ha | dunque | abuso: 1 Se si pretende di trovare in un' idea elementi che |
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proprio dell' atto è l' identico oggetto della potenza: | dunque | la ragione per essere in potenza, anzi che in atto, non |
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non è potenza. Se è qualche cosa, è già essere in atto. | Dunque | non si può concepire « una pura potenza infinita di essere |
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la potenza non si può concepire senza un atto. Convien | dunque | che v' abbia prima un atto, cioè un essere in atto, |
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essenza; e questa causa è di nuovo un essere in atto . | Dunque | è impossibile, che oggetto della ragione sia unicamente il |
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che si chiama verbo della mente. Il verbo della mente è | dunque | quella parola interiore che dice la mente in conseguenza |
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che dice la mente in conseguenza dell' ente intuìto: è | dunque | una operazione della mente essenzialmente posteriore all' |
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non si può senza pronunciar qualche cosa di qualche cosa: | dunque | il verbo della mente ha di bisogno di avere nel suo termine |
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essenza umana e il concetto della sua realizzazione . V' ha | dunque | in questo pronunciamento una triplicità: 1 l' essenza; 2 il |
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questa realità non gli è data che nel sentimento. Acciocchè | dunque | la mente possa venire a dire qualche parola interiore, a |
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necessaria che le sia dato, prima di tutto, il sensibile. | Dunque | in nessuna maniera è possibile confondere l' intuizione col |
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A, chiamando l' uno degli A predicato , l' altro soggetto . | Dunque | quest' oggetto è molteplice. Infatti la cognizione dell' |
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perchè, se i corpi sono cose e se ogni cosa è un concetto, | dunque | anche i corpi sono concetti. C' è conseguentemente l' |
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non può essere che quel primo che si pensa nell' anima; se | dunque | il primo psicologico produce tutti i concetti, dunque tutti |
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se dunque il primo psicologico produce tutti i concetti, | dunque | tutti i concetti sono produzioni dell' anima. C' è il |
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si pensa nell' anima) s' immedesima col primo ontologico, | dunque | all' anima si riducono tutte le cose. E poichè il primo |
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che è assoluto, cioè principio del reale e dello scibile », | dunque | l' anima, fonte de' concetti, unita al primo ontologico, |
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, come vedemmo. [...OMISSIS...] Se l' idea è un entimema, | dunque | ella non è solamente un giudizio, ma ben anco un |
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de' sofisti, nè le declamazioni de' retori. Avendo | dunque | Hegel, senza alcuna prova, ma con un puro salto mentale |
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Gioberti, quando scriveva: [...OMISSIS...] . Riduce | dunque | Hegel tutte le scienze filosofiche a tre: Alla prima, che |
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titolo: « universale partizione dell' Essere ». Dobbiamo | dunque | fermarci un poco ad esaminarla. Egli propone la |
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vocabolo, che è positivo, segna anche il negativo. Affine | dunque | di strigare la verità dalla rete d' innumerevoli enti di |
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altra sostanza o modi d' un' altra sostanza (1). Pretende | dunque | questo filosofo di ridurre ad unità le categorie di Kant, |
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negare ogni varietà, negare il fatto della varietà. Convien | dunque | dire che non si possono ridurre tutte le categorie alla |
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possessione o il nesso tra il possidente e l' idea. Convien | dunque | dire in che l' idea posseduta differisca dal possidente, e |
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e quella della relazione sono tre idee diverse in Dio, | dunque | vi debbono avere tre atti di possessione; e rimane a |
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di sè le percezioni delle cose a cui si riferiscono. Se | dunque | si pone in Dio l' idea dell' uno come suo modo, forz' è che |
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da cui si astrae e le percezioni di esse. Se si dovesse | dunque | dedurre le idee divine come fa il Cousin, converrebbe prima |
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nell' ente stesso; la formazione dell' ente astratto è | dunque | opera soggettiva della mente, laddove l' ente ideale è dato |
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negli accessori e nello svolgimento del loro sistema. E` | dunque | ufficio della filosofia, e propriamente della dialettica, |
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negazione della molteplicità e dell' accidente ». Tale è | dunque | l' opera a cui deve applicarsi il dialettico: distinguere |
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che si trovano nelle varie pere individuali. Quale è | dunque | il principio che moltiplica gli individui? - La loro |
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considerare gli effetti accidentali sensibili. La diversità | dunque | delle specie procede dalla relazione ontologica, che ha l' |
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sono informi, non sono enti compiuti; l' individualità è | dunque | un carattere essenziale dell' ente. Laonde la materia è un |
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il « concetto generico dei vari fondamenti sensibili ». | Dunque | la materia non si conosce che da ciò che ci ha dato il |
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anima, che si può moltiplicare e non dividere . La forma | dunque | dei corpi, la forma compiuta a cui risponde la specie, è |
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che essi hanno come termini del nostro spirito. Parliamo | dunque | di quest' ultima. Una tale individualità, che attribuiamo |
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e che d' altra parte così appunto lo costituisce. E` | dunque | una sintesi soggettiva del principio razionale l' |
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è il tutto assoluto, ma solo il tutto relativo . Le idee | dunque | degli enti, siano specifiche sieno generiche, si vanno |
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da lei diversi non sono che cause eccitatrici . Non è | dunque | l' uomo col sentimento naturale in comunicazione diretta |
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coi quali non comunica che per via d' intelletto. Dovendo | dunque | l' intendimento conoscere gli enti (poichè l' ente è l' |
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di essi di quello che tali segni lo possono menare; è | dunque | limitato nel suo conoscere a cagione della materia limitata |
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non rappresentano a lui i colori per modo veruno. Che cosa | dunque | dicono al suo intendimento? Quello solamente a lui fanno |
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costituisce una similitudine, ma una analogia . Che cosa è | dunque | l' analogia? che sfera di cognizione comprende? - L' |
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indole che nell' idea stessa percepiamo la sussistenza. E` | dunque | da distinguersi due operazioni, che fa la nostra mente |
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secondo l' analogia di tali entità conosciute. Non avendo | dunque | un vocabolo che esprima l' identità dell' essenza e della |
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linguaggio; ma esso non ha niente a sostituire; ci protegge | dunque | dall' errore, ma non ci somministra perciò altre idee ed |
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fino a tanto che non se ne ha esperienza. Continuando, noi | dunque | osserveremo: Che la coscienza non appartiene alla scienza |
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perchè l' uomo operante è sempre il principio (1). Se | dunque | l' uomo nelle operazioni della vita di riflessione è il |
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quello stato dell' uomo su cui non cadde riflessione; nega | dunque | quanto non entra nella sua sfera, quanto non è riflesso. E` |
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bene, che la vita diretta somministra. La vita riflessa | dunque | è più elevata, più luminosa, più attraente; ma non più |
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importanza alla sussistenza e felicità umana. Operano | dunque | i due principŒ attivi in presenza l' uno dell' altro, ora |
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e non è il piacere del sonno che già è passato. Quando | dunque | l' uomo appetisce di perdere la coscienza di sè stesso, |
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mezzo di mostrargli stima ed accaparrarmi la benevolenza. | Dunque | questo titolo mi è buon mezzo al guadagno che intendo fare. |
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questo titolo mi è buon mezzo al guadagno che intendo fare. | Dunque | io l' adopererò con costui, che mi si fa innanzi la prima |
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ad una unità di peso o di sacco di foglia. Non prendono | dunque | l' unità a regola, ma nella loro mente hanno segnati altri |
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è così difficile da investigare al filosofo. Vi sono | dunque | nell' uomo due maniere di cognizioni : l' una occulta a lui |
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a fine, in cui perciò riposa la sua attività. Qualora | dunque | si supponga, a ragion d' esempio, che l' uomo, che commette |
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di acciaio, od altro checchè possa essere. Dietro la guida | dunque | di tali affetti eccitati da diversi concetti o pensieri, l' |
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il suo cuore, ora con un ritratto, ora con un altro. Com' è | dunque | che ella protesta di non avere che un unico amante, e dell' |
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termine naturale all' umana intelligenza. Ora noi dobbiamo | dunque | continuarci a vedere che cosa ponga l' anima, in quanto è |
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quindi hanno degli atti transeunti in sè stessi. Quale ne è | dunque | l' origine? da quali cause procede? Le cause, per le quali |
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dall' immagine, due modi dello stesso sentire. I movimenti | dunque | del dimenar delle gambe che portano su quel luogo, dove |
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accadere in chi sogna di correre o di volare. Ritengasi | dunque | la distinzione di queste tre parti della catena di |
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hanno convenienza fra loro, non sono posti a caso; quale è | dunque | l' egregio pittore che abbia saputo suscitare nel sensorio |
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parti o anche dei colori che nulla rappresentano. Quale è | dunque | il principio unico, che lo determina a quel complesso di |
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dalla legge del più facile e del più piacevole. Egli pone | dunque | della sua attività reggitrice ed ordinatrice in questo |
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sensitivo sulle immagini che stanno per eccitarsi, qui ha | dunque | una parte grandissima. L' atto dunque, col quale l' |
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dell' atto precedente non in tutto cessato. Vi è | dunque | nell' animale un principio unico, rettore di tutte le sue |
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qui venire a trattare della regolarità oggettiva. Perchè | dunque | piace alla mente di contemplare ciò che ella trova |
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quelle serie, quantunque lunghe si vogliano. Nella regola | dunque | della distribuzione, che nell' esempio addotto sarebbe la |
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abbia anche la simmetria e la proporzione in sè stesso. | Dunque | il principio sensitivo non gode della simmetria e della |
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il godimento sensibile ha pur esso simmetria e proporzione, | dunque | gode di queste. No, perocchè quando si gode di una cosa, |
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non gode di sè, ma l' uomo per esso semplicemente gode. Se | dunque | nello stesso godimento, contemplato dalla mente, si rileva |
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e non un godimento di queste armoniche disposizioni. Sono | dunque | questioni assai disparate: Se il principio sensitivo goda |
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non gli recano l' effetto piacevole a cui egli tende; non è | dunque | dell' essenza, della ragione della simmetria, di cui gode, |
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veduto dall' occhio in natura non sbaglia giammai. Che è | dunque | a dirsi? Forse che il senso calcola veramente? Che egli |
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in una mente assai più perspicace della mente stessa. E` | dunque | a dirsi che non è il senso che trova quei risultati, ma la |
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secondo che queste leggi prescrivono. Qual meraviglia | dunque | che il senso abbia per termini suoi tali quantità così |
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mosse senza frastornarnelo. Il principio sensitivo non ama | dunque | questo ordine per sè, ma per avere agio a spiegare l' |
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diverse esistono in una stessa distribuzione di cose, | dunque | la detta regolarità viene costituita dai diversi sguardi |
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di estensione e di celerità in una proporzione costante. Se | dunque | quella corda fosse animata, ella stessa fosse un organo |
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nella società rozza, o troppo giovane ancora e severa. Dato | dunque | che questo senso e conseguente istinto siasi desto, |
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è, è il contrario dell' atto con cui un ente si annulla. Se | dunque | un ente è, conviene supporre che egli abbia un atto che lo |
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dal quale l' atto, come dicevamo, necessariamente ripugna. | Dunque | la ragione, per la quale l' atto non pone la forma dell' |
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determinazione e compimento di quell' atto medesimo. | Dunque | vi sarà la seguente legge: Legge dell' istinto vitale « L' |
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vanno suddivisi e collocati nelle due ultime classi. Come | dunque | raccogliere in una sola proprietà effetti di essenza così |
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e anzi aventi fra loro la più grande opposizione? Se | dunque | si vuole intendere per eccitabilità una proprietà unica, di |
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in quella maniera che altrove abbiamo spiegato (1). Rimane | dunque | che la eccitabilità browniana non possa essere altro che la |
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percorre certo stadio con successivi processi morbosi. Se | dunque | si considera la spontaneità motrice, tanto vitale che |
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Secondo la nostra teoria dell' istinto animale vi sono | dunque | quasi due sfere di fenomeni: la sfera dei fenomeni |
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extra7soggettivi, cioè dei movimenti e loro conati. Essendo | dunque | una la sostanza del corpo, non vi è ripugnanza a concepire |
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diminuire per le resistenze e spegnere del tutto. Non vi è | dunque | speranza di spiegare colle leggi meccaniche quel movimento, |
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La lotta apparente, che deve sostenere l' istinto vitale, è | dunque | di due maniere, l' una colla legge d' inerzia della |
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natura. La questione, su cui questi disputano, riguarda | dunque | la conciliazione presa nel secondo significato. Non |
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cioè al principio corporeo ed al principio sensitivo . Se | dunque | vi sono due cause di moto specificamente diverse, le quali, |
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le quali, perchè sono due, ubbidiscono a leggi diverse, è | dunque | vano il tentativo di levare ogni possibilità di lotta nella |
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che per questo il polmone si restringesse e si dilatasse; è | dunque | dalla vita; cioè il sentimento interno che si atteggia ed |
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il vivente si sente male, il suo sentimento soffre; cerca | dunque | di evitare questo disagio, e a tal fine promuove i |
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incontanente le dissoluzioni e composizioni chimiche. | Dunque | le molecole, di cui consta il corpo vivo, giacciono in |
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l' attività dell' atto vivificatore? (1). Qual' è | dunque | la legge, che limita la quantità dell' eccitamento nel |
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in un principio unico, e questo altresì sensitivo. Deve qui | dunque | chiamare la nostra attenzione quel consenso ammirabile fra |
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suppongono un principio al tutto ipermeccanico (1). Rimane | dunque | sempre a ricercare quale sia quell' unica forza che, |
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il sangue a ricorrere dall' estremità al cuore, ecc.. Che | dunque | i sentimenti, gli istinti conseguenti, e le emozioni che |
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ipotesi, un ente affermato gratuitamente, non più. Non è | dunque | provata l' esistenza di mere forze motrici; e perciò quando |
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sentimento, e che sia da sè sola un ente. Questa ipotesi è | dunque | viziata da molte parti, e se non altro in questo, che manca |
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nella natura è uno e semplice. [...OMISSIS...] (2). Si va | dunque | finalmente d' accordo, tanto in Italia quanto in Francia, |
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animali in extrasoggettivi e soggettivi . Movendo noi | dunque | da una causa, di cui è provata l' esistenza ed altresì la |
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certa e palese risulta a ciò pienamente idonea? Cominciamo | dunque | dal fenomeno delle simpatie, e prima di tutto determiniamo |
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materiale fra le parti della macchina umana (1). Noi | dunque | preferiamo di prendere la parola simpatia nel più esteso |
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se non col mezzo del principio sensitivo. Di questo solo | dunque | vogliamo noi parlare, lasciando affatto da parte l' |
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che suppongono l' esistenza di qualche sentimento. Qualora | dunque | si applichino degli agenti materiali ad un corpo animale, |
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. Una parola di più o di meno non fa la scienza. Se | dunque | noi consideriamo senza prevenzioni una funzione animale |
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all' animaluccio, che gli correva sulla mano. Bastò | dunque | che noi riscotessimo la sua attenzione, bastò che egli |
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al caso come quelle che seguono leggi fisse. Non mancava | dunque | a Barthez che un passo; gli mancava solo di trovare che il |
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agendo immediatamente sull' organo gastrico (1). Ritenuto | dunque | che nella serie dei fenomeni animali che si succedono nelle |
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cogli oggetti esterni, dei quali ella abbisogna. Giovandole | dunque | sommamente pei bisogni e necessità della vita che i |
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tali capricci e fa sempre ciò che gli conviene. L' azione | dunque | simultanea e uniforme degli organi simmetrici è dovuta all' |
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e simmetrica, sorga nell' anima un unico sentimento. Se | dunque | la simpatia degli organi simmetrici conviene riferirla all' |
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unico, e ad un unico sentimento una unica azione animale. | Dunque | l' atto dell' istinto vitale, che agisce in tutta l' |
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unica azione, benchè in diverse parti si manifesti. Non è | dunque | meraviglia se fra queste diverse parti si scorgano simpatie |
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dovrebbe propagarsi, senza interruzione, lungo i vasi. E` | dunque | mestieri ricorrere alle leggi dell' unico principio |
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messa in un unico sentimento di molestia e di piacere. | Dunque | se le due funzioni, che in parti diverse si compiono, sono |
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sensitivo e colle leggi naturali del suo operare. E` | dunque | vero che la natura erri, e che da questi errori nascano i |
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sua coscienza, che prima non cada nel suo sentimento. Dato | dunque | che l' anima, esperta di un fenomeno soggettivo, non avesse |
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o la sola percezione extrasoggettiva della gamba. Avendo | dunque | avuto i due fenomeni, e conosciuto che l' uno rispondeva |
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questi seguono quelli come una necessaria appendice. Quale | dunque | è il legame dei fenomeni extrasoggettivi coi soggettivi |
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altrettanto si accresca la perfezione del suo stato? Come | dunque | può darsi un grado di gioia e perciò di perfezione, che il |
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commendabilissime ricerche, l' immensa natura. Restringendo | dunque | noi il discorso a poco, moveremo da un punto di fatto |
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opporre resistenza al pieno effetto dell' istinto. Vi sarà | dunque | differenza fra i movimenti dei nervi secondochè i loro |
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è ciò che si chiama poi errore della natura medica. Che | dunque | l' intenzione della sapienza creatrice, nel legare i detti |
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della diatesi se non dell' originale eccitamento. Si può | dunque | dire, in generale, che l' istinto sensuale eccitato da una |
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dipendono pure dall' attività soggettiva. Qual' è | dunque | la legge di questa e la cagione del suo operare? Il |
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Ma egli è dato e posto in natura dal Creatore. Dato | dunque | un sentimento esteso, eccitato ed individualizzato, l' |
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pure nella cancrena, cessa ogni senso doloroso. Il dolore | dunque | è la lotta fra l' istinto vitale e la materia, ossia la |
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proporzionate alla grandezza ed intensità dello stimolo. | Dunque | cagione vera dei morbi non è l' eccesso, ma l' |
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poichè con uno stimolo anche maggiore ella non nasce. | Dunque | è l' inopportunità . Ma quando lo stimolo è inopportuno? |
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alterna delle sensioni e dei movimenti intestini può | dunque | essere resa più o meno celere, più o meno vigorosa senza |
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ad affezioni morbose per ogni più lieve cagione. Conviene | dunque | trovare il carattere dell' irritazione o alterazione |
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tempo, ma fra il breve e il lungo tempo. Non dipendendo | dunque | il corso morboso da eccesso di stimolo, ma da stimolo |
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corso, che il Tommasini giustamente chiama necessario . Può | dunque | lo stimolo essere eccessivo anche relativamente all' |
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evidenza dei fatti, già rasenta il vero soggiungendo: Non | dunque | all' eccesso dello stimolo, o al suo difetto, conviene |
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essergli così dannosa, gli potrebbe essere utile. Altro è | dunque | eccesso di stimolo, altro inopportunità; altro aumento di |
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malattia sarebbe un eccesso; la parola eccesso conviene | dunque | evitarsi. Per dimostrare maggiormente quanta differenza |
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operativa dell' altra nel sovvenire ai sofferenti (1). Se | dunque | il processo infiammatorio dimostra non soggiacere alla |
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è conforme il procedere della natura animale. Conviene | dunque | recare l' attenzione assai più sulle leggi dell' attività |
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attiva, a cui ubbidisce il principio animale. Ma si dovrà | dunque | escludere dalle cagioni di questo fatto il cambiamento |
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guizzo che alla passione sua è consentaneo? Se si scorge | dunque | nella fibra vivente maggiore mobilità dopo essere |
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corrispondente nello stato del principio vitale. Se | dunque | viene a cangiarsi l' organizzazione del corpo, anche il |
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cagione del moto, non agisce in lei; la sua eccitabilità | dunque | è una relazione passiva verso il principio movente, e non |
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facilitano o si difficultano i suoi atti, ecc.. Il fenomeno | dunque | della maggiore impressionabilità od eccitabilità della |
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Le varietà del detto corso zoetico negli uomini devono | dunque | riuscire assai maggiori che non quelle delle fisonomie; |
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che nell' uomo è intimamente associata all' animalità. Se | dunque | consideriamo l' animalità nell' uomo, il corso zoetico |
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superiore all' animalità, ed è l' intelligenza. La materia | dunque | e l' intelligenza sono le due cagioni, che nell' animalità |
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e gli altri sintomi di debolezza e concidenza? Il grado | dunque | di attività dell' istinto vitale viene diminuito od |
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i primi sentimenti , effetti dell' istinto vitale. Quante | dunque | sono le specie, le forme, i gradi dei primi sentimenti |
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Il sentimento fondamentale di continuità differisce | dunque | negli uomini primieramente per cagione dello stato in cui |
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di produzione, e dall' altra quello di continuazione . E` | dunque | un effetto che si riferisce ad entrambi gli istinti, che |
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che radicalmente sono un' unica attività. Se si considera | dunque | la conservazione di un sentimento come effetto dell' |
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dei sentimenti eccitati, passeggeri di lor natura. E` | dunque | a parlarsi del sentimento di eccitazione, affine di |
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le producono a continuarsi ed a ripetersi (1). Cerchiamo | dunque | prima di tutto il concetto, che è uopo formarsi degli |
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direttamente la forza dell' istinto vitale. Consideriamo | dunque | quelle sostanze materiali, che, applicate al corpo vivente, |
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inopportuno. L' inopportunità dello stimolo non consiste | dunque | nell' essere la materia stimolante estranea al corpo, ma |
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presa questa parola in senso latissimo. Anche la nutrizione | dunque | si fa per via di stimoli; il corpo che deve passare in |
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di tutte le forze brute, è causa di moto perpetuo. Se | dunque | il moto dell' istinto sensuale va a cessare, ne sono causa |
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la continuazione dei moti eccitatori. Si deve considerare | dunque | come primo anello del corso zoetico quello che si compone: |
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una può servire reciprocamente di fondamento all' altra. E` | dunque | necessario anche rispetto alle sensioni di osservare, in |
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suscitati dall' azione dell' istinto sensuale; questo | dunque | di nuovo influisce immensamente a ingagliardire o |
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la natura cerchi così di restituire l' equilibrio. Rimarrà | dunque | a vedere se nella somma degli stimoli accresciuti e |
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dell' animale, l' andamento del corso zoetico. Da che | dunque | dipendono le varie forme specifiche e i vari gradi della |
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non è che un atto del sentimento di continuità. Sottratto | dunque | alla nostra coscienza il sentimento fondamentale di |
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di cui il soggetto è pure lo stesso principio sensitivo. | Dunque | le varie forme di sentire dipendono dalla speciale natura |
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tutti gli atti e tutti i modi, di cui egli è suscettivo; | dunque | nel principio sensitivo si contengono virtualmente tutte le |
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della vista, o nell' essere offesa da soverchia luce. Non è | dunque | a dubitarsi che, trovandosi dovecchessia i nervi opportuni, |
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Questo grande aumento di sensitività visiva provenne | dunque | dagli stimoli accresciuti sull' organo della visione, e |
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se in queste malattie vi è un maggiore eccitamento, perchè | dunque | si mostrano quasi insensibili e resistenti all' azione di |
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d' un movimento animale conseguente (1). Ritornando | dunque | al principio generale, ripetiamo che « il maggiore o minore |
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perchè la trova scossa dalla maggiore azione del sole. Pare | dunque | che si deva piuttosto dire che le fibrille percosse dalla |
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e le dosi e la maniera di amministrarli. Si separino | dunque | gli idioti dai veri empirici, e tosto i medici s' |
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sieno rigorosamente logiche. La questione non verserà più | dunque | sul metodo, il quale diverrà unico e completo, ma sull' |
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a gabbo, anzi superiore alle forze umane ». Lo studioso | dunque | dell' arte medica si può prefiggere due scopi: l' uno di |
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Ora come dedurla da così difficili congetture? Si può | dunque | conchiudere, senza temerità, essere impossibile stabilire |
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e gli stimoli interni che ella produce. L' effetto | dunque | dipende dalla proporzione fra l' aumento dello stimolo |
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addebilita; coll' altro, stimolando, l' eccita e rinforza. | Dunque | lo stato della parte deve venir determinato non dal solo |
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agli stimoli meglio d' una sostanza inanimata. Posta | dunque | un' attività vitale tanto nelle vene, quanto nelle arterie, |
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ora meno, ora più facile, ora più pesante. Si dovrebbe | dunque | ricorrere all' attività vitale, come a prima cagione dell' |
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suppurazione. Prima che si dissolva e muoia, egli vegeta | dunque | in un modo indipendente, e non più armonico colla |
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alla vita, conduce alla morte. La somma importanza | dunque | d' impedire che questo processo, che sembra [...OMISSIS...] |
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addurre l' esito fatale che altrimenti minaccia, si è che | dunque | l' infiammazione è malattia consistente in eccesso di |
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infiammazione, sia robusto e di eccedente vitalità. Affine | dunque | di salvare i medici analitici da questo assurdo, che non |
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attende alla descrizione e definizione che se ne dà. Come | dunque | si definisce cotesta robustezza o debolezza patologica , |
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forze, ma perchè vi sono in esso forze nemiche. Non si può | dunque | conchiudere che il male stia in un soverchio di robustezza |
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eguali giovò il tal metodo curativo, e nocque il tal altro. | Dunque | è d' attenersi a quel metodo, evitando questo. Il |
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Il tal metodo curativo diminuisce o distrugge queste cause. | Dunque | il tal metodo è opportuno alla cura del presente morbo. |
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il liquore, restringendosi il tubo, debba salire. L' azione | dunque | del freddo e del caldo nel primo istante si comunica al |
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prodotti dallo stesso agente. Il fuoco dilata; e perchè | dunque | restringe una palla di molle creta? Perchè la palla di |
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una impetuosa colonna d' aria, lo spegne. S' ingannerebbe | dunque | colui, che considerasse nell' aria una sola di queste due |
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quando non può aversi la certezza ». La medicina sintetica | dunque | è soccorsa da quelle regole medie complesse, che vedemmo |
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movimenti e delle sensioni provocate. L' istinto animale è | dunque | quell' arbitro, quel regolatore, che equilibra od accorda |
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l' iride abbrunita, la figura della pupilla alterata. E` | dunque | evidente che l' attività dell' istinto vitale, avvivando il |
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d' essere l' una dall' altra colla mente distinte. Come | dunque | definiremo e descriveremo quella robustezza e quella |
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di forza nell' azione del principio vitale non costituisce | dunque | la malattia, ma può esserne la causa; e lo è di fatto, ogni |
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d' un altro veramente forte, tranquillo e quieto. Vi è | dunque | in qualsivoglia malattia debolezza e forza. Vi è una |
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del corso zoetico, che si rende finalmente esiziale. Posto | dunque | che la malattia sia avvenuta mediante una irritazione , |
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o di accrescere la robustezza del principio vitale. Resta | dunque | a cercarsi: Se forse l' azione bellicosa, producente una |
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cioè se i moti parziali non hanno unità (1). Il sentimento | dunque | si atteggia necessariamente ad unità, come il modo a lui |
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come il modo a lui più naturale e più soddisfacente. Se | dunque | si considera l' istinto animale in sè stesso, non si trova |
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debolezza del principio motore, che è l' istinto sensuale. | Dunque | questo partecipa dell' affezione del principio intellettivo |
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produce i movimenti intestini delle molecole animate. Se | dunque | i movimenti provocati sono contrari fra loro, sicchè l' uno |
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e la debolezza comparativa, di cui parliamo. L' attività | dunque | dell' istinto animale si può concentrare in una località, e |
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od anche restringendola, ove sia di soverchio dilatata. Se | dunque | il freddo è debilitante, dove egli s' applica, ivi l' |
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l' attività dei vasi interni delle dette membrane; debbono | dunque | i fluidi affluire dall' esterno all' interno (1), ed ivi |
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applicati ad arbitrio al corpo sano od infermo. Noi | dunque | esporremo prima le leggi generali delle località , che |
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il principio senziente, è proporzionata al sentito. Se | dunque | nella sfera del sentito varia la qualità del sentimento e i |
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disarmonie ed apparenti contraddizioni (1). Le località | dunque | appartengono al corpo percepito in modo extrasoggettivo e |
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quello, benchè fenomenale, e non questo, benchè reale. Come | dunque | riferiamo noi le sensioni soggettive alle località |
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sensione molteplice dell' universo esteriore. Le località | dunque | si riferiscono a questo corpo percepito così nelle nostre |
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e figura, senza alcuna precisione e distinzione. Rimane | dunque | solo a cercare come le superfici sensibili, a noi |
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cade nel sentimento il movimento attivo (2). Il movimento | dunque | delle superfici sentite, questo movimento sentito anch' |
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toccandosi la ferita, e cessa col medicarla. Uniamo | dunque | il dolore colla causa che l' ha prodotto, e che lo rimuove. |
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la qual causa è organica, ma non sensifera. Le immagini | dunque | ci restano come campate in aria, o, per dir meglio, esse |
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sensoria senza che ella si disorganizzi, spiegherebbe | dunque | il perchè dove viene applicato lo stimolo, ivi esista |
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mero fenomeno, oltre il quale non possiamo andare. Rimane | dunque | solo a constatare e descrivere il fatto dell' |
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il principio attivo senziente deve essere il medesimo. Pare | dunque | che al principio senziente, della cui attività sono modi le |
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rimane più imperfetta, come di tutte è più ricca. Trovammo | dunque | nella semplicità dell' anima una molteplicità, organata ed |
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di sospingere pure la nostra navicella. Volendo noi | dunque | svolgere e descrivere le leggi, secondo cui operano |
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da noi raccolto. I nostri lunghi ragionamenti ci avranno | dunque | condotti alla porta del giardino, senza potervi entrare? E |
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investigare, è la destinazione stessa dell' anima. Perchè | dunque | fermar qui il passo? Perchè chiudere questa opera, senza |
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di Dio e il concetto di ciò che è divino. Dimorando | dunque | l' anima intellettiva nell' essere divino e sempiterno, |
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le acquista tutto ciò che ella può acquistare. Ragionare | dunque | convenientemente e, in qualche modo, pienamente della |
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almeno da te qualche ricambio, che gioverà a me stesso. Io | dunque | narrerò i pensamenti e le opinioni principali sulla natura |
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naturale della ragione si è la percezione dei corpi; | dunque | l' oggetto di questa, il corpo, doveva essere altresì |
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altresì per l' assurdità della dottrina sociale; rientrò | dunque | in sè per sorreggersi; e permettendo un tanto male, |
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. Ora i numeri non sono che idee astratte; se | dunque | la mente è un numero, essa mente, ossia l' anima |
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trovarsi l' unità? Nella mente. [...OMISSIS...] . Poichè | dunque | la mente considera molti individui con una sola e medesima |
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congetturata da lui che da quel filosofo espressa (1). Come | dunque | Platone e i Pitagorici spiegarono i numeri di Pitagora, |
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spirituale, la quale professava appunto tale dottrina; | dunque | egli va inteso secondo la maniera di pensare di questa |
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Calcidio dice espressamente: [...OMISSIS...] : non è | dunque | una sentenza trovata da Empedocle, ma da lui seguita. E |
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ma da lui seguita. E ancora: [...OMISSIS...] . L' anima | dunque | ha in sè la similitudine degli elementi, non gli elementi |
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cioè di idee, come indubitatamente fece Platone. Seguita | dunque | così: [...OMISSIS...] Su di che ci si presentano a fare |
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che « « ogni cosa si conosce colla sua simile » »; | dunque | gli elementi erano simili a questi, non erano adunque |
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e ben si sa che per il simile Platone intende l' idea. | Dunque | trattavasi di elementi ideali, nei quali solo veramente |
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lei. Ma le parti assegnabili in un continuo non hanno fine; | dunque | le parti continue, che si possono assegnare, non cessano |
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parte non cessa di escludere da sè ciò che non è dessa, | dunque | ella stessa non si trova giammai; se non si trova giammai, |
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può esistere. Ma la natura del corpo sta nel continuo; | dunque | per sè solo il corpo non esiste. Ma se voi aggiungete un |
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ma in relazione essenziale col soggetto. Nella mente | dunque | (che era per essi il detto soggetto) sta il fondamento del |
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dalla mente e in relazione colla mente (2). L' essenza | dunque | del continuo, che nell' idea si contempla, è quell' unità |
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che in esso nascono, alle cose materiali e sensibili. Come | dunque | abbiamo fatto dell' argomentazione degli antichi savi di |
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non è che una relazione di più sostanze juxta7positae ; che | dunque | la sostanza, se vi è, deve trovarsi negli elementi, cioè |
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perchè un punto matematico non ha durata alcuna; ella | dunque | durerebbe niente; e ciò che non ha alcuna durata, non è |
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istante, in cui ella fu annullata, il che è contraddizione. | Dunque | in un altro istante susseguente. Ma se l' istante, in cui |
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vi deve essere un tempo di mezzo, nel quale ella è durata. | Dunque | ciò che dura un solo istante è assurdo, perchè ripugna al |
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non dura nulla; perciò è cosa assurda, come si dimostrò. | Dunque | il solo universo materiale, senza la mente che ne contempli |
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tutto si genera, ossia il soggetto di tutte le mutazioni, è | dunque | la madre, e di essa dice: [...OMISSIS...] . Dove il grand' |
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il volgarizzamento di Dardi Bembo: [...OMISSIS...] . E` | dunque | un cavillare quel di Aristotele, dove dice che il movente e |
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della vita e sostanza divina (2), come io credo. Se | dunque | l' amicizia di Empedocle è l' unità intelligibile, convien |
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tutte quelle forme, la quale fosse uno in tutte le forme: | dunque | il tutto era uno. Ma venne tosto appresso l' altra |
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di Empedocle è di fuoco, come quello di Eraclito (1); | dunque | non è informe. Di più, lungi da esser materia inattiva, che |
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«sphairos» la forma della maggior perfezione, non poteva | dunque | essere una materia che dal non avere alcuna forma ricevesse |
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e informato, e, secondo le idee degli antichi, perfetto; | dunque | il primo di questi soli non si può intendere del caos |
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alla lingua poetica usata dall' Agrigentino? Sembra | dunque | che per quest' altro emisfero, dove sta il vero sole |
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che non si conosce il simile se non pel simile. Non sembra | dunque | consentaneo che nella mente suprema l' Agrigentino |
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se fossero tali per essenza, non si cangerebbero. Deve | dunque | esservi un quid sostanziale, che non sia niuno di essi, ma |
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sentimento fondamentale (forma extra7soggettiva). Avendo | dunque | l' uomo, come essere sensitivo, la forma dello spazio a sè |
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a Platone come una cotal forma dell' anima sensitiva. | Dunque | nella composizione dell' anima platonica non entra corpo |
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di Platone, tratta dal moto che questi le accorda. Convien | dunque | sapere che, movendo Platone dal principio dei Pitagorici, |
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e però svanisce del tutto la censura aristotelica. Rimane | dunque | a vedere soltanto, se noi abbiamo fondamento di attribuire |
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l' esteso continuo esiste pel semplice, in cui dimora ». Se | dunque | si considera tutto l' universo al modo di Platone come un |
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a questa: « Le cose percepite dal senso sono esterne, | dunque | non sono il senso; le cose percepite dalla mente sono |
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sono il senso; le cose percepite dalla mente sono interne, | dunque | sono la mente, dunque ella le percepisce considerando sè |
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percepite dalla mente sono interne, dunque sono la mente, | dunque | ella le percepisce considerando sè stessa, e se cessa dal |
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assioma che contra factum non datur argumentum . Il fatto | dunque | da verificarsi è questo: « se la mente quando pensa una |
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altro, cose grandemente da sè diverse. - Non può negarsi. - | Dunque | pensa sè stessa senza saperlo. - Così è. - Il pensiero di |
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senza saperlo. - Così è. - Il pensiero di sè stessa è | dunque | un pensiero, che non ha coscienza di sè. - Appunto. - All' |
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senza che facciate veruna affermazione? - No, di nuovo. - | Dunque | se la mente vostra crede, sa, è conscia di concepire e di |
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è una modificazione o una funzione dell' anima vostra ». E` | dunque | più chiaro del sole che il preteso argomento dei |
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le sensazioni non sono che modificazioni dell' anima; che | dunque | i corpi non sono che modificazioni dell' anima stessa: |
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considerate come produzioni della natura umana; gli oggetti | dunque | del pensiero venivano dall' uomo, nè l' uomo poteva più |
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non potersi negare che l' anima non possa uscire di sè, | dunque | conoscere tutto in sè stessa; ma non potersi neppur negare |
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comune ammetta che l' uomo conosca cose diverse da sè; | dunque | tale credenza dover essere un necessario effetto delle |
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la verace esistenza di cose diverse dall' anima. Credette | dunque | che altro non rimanesse a fare alla filosofia, per condursi |
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rispetto alle orribili conseguenze del criticismo. Egli | dunque | incominciò, al pari dello Scozzese, ad accordare |
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Tutto ciò mi attesta la coscienza di me stesso. Se | dunque | esiste la rappresentazione, il che non si nega, deve |
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Gli errori generatori del sistema di Reinhold sono | dunque | i precedenti, a cui s' aggiunse uno suo proprio; non perchè |
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proposizione l' Io porrebbe un Io che già è posto; ella | dunque | esprime l' atto, con cui l' Io riflette sopra sè stesso, e |
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già precedentemente? Niuno fa atti prima di esistere. | Dunque | il pronunciare Io suppone l' esistenza anteriore dell' Io. |
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Io suppone l' esistenza anteriore dell' Io. L' Io | dunque | non pone sè stesso nel senso di Fichte. La ragione, per la |
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può essere uno dei due termini. Se l' Io produce il Non7Io, | dunque | produce ciò che non è Io, produce un' entità diversa da sè; |
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ciò che non è Io, produce un' entità diversa da sè; egli | dunque | od esce colla sua attività da sè stesso, ovvero, senza |
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lo stesso. Che se l' Io produce un' entità diversa da sè, | dunque | il celebre sofisma, su cui si regge tutto l' idealismo |
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una fa l' altra non è fare equazione coll' altra. Si abusa | dunque | di questa parola equazione. Oltre di che, l' Io limitante |
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un sistema senza ragione, sistema del caso cieco; lungi | dunque | di spiegare la scienza, anzi si pone che il mondo esista ed |
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sè stessi. Ma poichè rispetto all' altro Io, sono Non7Io, | dunque | sono posti due volte. Anzi ogni Io è posto tante volte |
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ostacolo, che poi cerca di vincere e superare. E` violato | dunque | il principio ontologico del fare dell' ente; e tutto ciò |
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a sè, vi è qualche cosa che non è sè . Qualunque cosa sia | dunque | il Non7Io, e da qualunque parte tragga la sua esistenza, |
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dell' Io, e però che non è eguale all' Io. Essendo | dunque | assurdo il fare una equazione fra l' Io e il Non7Io, |
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che pone sè stesso, e che pone il Non7Io. Se trattasi | dunque | di due apparenze, non v' è più luogo a distinguere nel |
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coll' Io, e rispetto all' apparenza si divide dall' Io. | Dunque | o sono due sostanze, o due apparenze. E nell' uno e nell' |
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egli è opposto all' Io, e l' Io è la coscienza. Il dire | dunque | Non7Io è lo stesso che dire Non7Coscienza. Dunque va a |
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Il dire dunque Non7Io è lo stesso che dire Non7Coscienza. | Dunque | va a terra il principio di Fichte che lo spirito, |
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essenzialmente coscienza, cioè Io, sia lo stesso Non7Io; | dunque | vi è qualche cosa che non è la coscienza. Ma il fondamento |
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sistema stava tutto nel ridurre ogni cosa alla coscienza; | dunque | il fondamento del sistema va a distruggersi nello |
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coi quali fu stabilita la prima proposizione. La ripugnanza | dunque | e l' intima contraddizione non può essere più manifesta. La |
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filosofo leonbergese non può essere più mortale. Schelling | dunque | riconosce che la coscienza non è essenziale all' ente, e |
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niuna cosa se non in sè stesso, si dovrebbe concludere che | dunque | egli non può produrre niuna cosa che fosse fuori di sè, |
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mezzo dell' infinito e dell' eterno stesso, conclude che | dunque | un' opera, che rappresenti la più alta bellezza, non può |
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come nella loro causa esemplare . Perchè si ammette | dunque | una proposizione, opposta alla dottrina di tutti i teologi |
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infinita; perocchè quella è eterna, e questa è contingente; | dunque | non si identificano. La differenza fra l' anima e il corpo |
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opera, che rappresenta la più alta bellezza. Dopo aver | dunque | distinto nel discorso: 1) il finito e l' infinito; 2) la |
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non potrà produrre altro che sè stessa. Un assurdo | dunque | si raddossa sopra l' altro. E poichè quella nozione è l' |
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(se fosse una nozione producente) che sè stessa!! Niente | dunque | rimane spiegato con un tal modo di filosofare. Che poi le |
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di sè, onde anche pronuncia sè stesso dicendo Io . L' Io | dunque | involge l' opera della riflessione e la coscienza, che ha |
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A questo lavoro s' accinse Hegel. L' Io di Hegel essendo | dunque | l' Idea, egli si occupò a descrivere come questa si |
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sempre, secondo il metodo invalso, dal dimostrare. Asserì | dunque | che la Ragione, ossia l' Idea (perocchè è continua la |
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pensiamo ad una cosa meramente possibile e non realizzata. | Dunque | il pretendere che l' Idea operi e si trasformi in altro, è |
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La più leggera osservazione interna ce ne convince (1). | Dunque | l' Idea non può patire alcuna passione, nè essere il |
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e sogni di sogni (quasichè il sogno potesse sognare). Posto | dunque | che la virtù trasformatrice di Hegel sia il pensiero, egli |
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e le sue operazioni si scorgono diverse dall' pensato. | Dunque | egli, soggetto pensante, non si può mai confondere con |
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a sè stesso. 3) Se l' oggetto pensato non è il pensante, | dunque | il pensante pensa cosa diversa da sè, e non è più vero il |
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fondamentale, idealismo trascendentale, soggettivismo). 2) | Dunque | fuori del pensiero non v' è nulla. 3) Dunque ciò che si |
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2) Dunque fuori del pensiero non v' è nulla. 3) | Dunque | ciò che si crede che esista fuori del pensiero, non è che |
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stesso, che produce il Non7Io, negando sè stesso. 4) | Dunque | le stesse idee sono produzioni del pensiero. 5) Ma il |
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tutte le cose. - Sistema del Nullismo. 9) Il pensiero ha | dunque | due termini: il nulla e il più alto grado di sua attività . |
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le cose, se non congiunge questi due termini; ella si deve | dunque | fermare a quel punto, nel quale il nulla diviene ente; e |
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dell' autorità filosofica, che vincola l' ingegno, essendo | dunque | succeduta l' ira, che lo acceca, ebbe luogo un' età, che |
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alla materia, in questo modo: [...OMISSIS...] . L' anima | dunque | è ciò che si trova in un corpo e che fa sì che quel corpo |
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si dà il nome, nel caso nostro, che sia un animale. Non è | dunque | un atto accidentale del corpo (3), ma è un atto specifico, |
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perchè non è atto di corpo o di organo corporeo, | dunque | l' anima intellettiva non deve essere forma di corpo, |
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è la specie, ossia forma del corpo: [...OMISSIS...] . Nega | dunque | all' anima intellettiva l' esser subbietto e materia, il |
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che è l' anima dei bruti, ma dello stesso genere. Che cosa | dunque | Aristotele intende per ciò che è eterno? Che cosa intende |
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l' un dall' altro i diversi tubi di un cannocchiale. Dice | dunque | che nel seme è uno spirito, e in questo è la natura, cioè |
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altro elemento, che nell' intelligenza racchiudesi. Vuole | dunque | che il corpo potentia vitam habens, cioè il corpo che ha il |
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ciò che aveva detto prima: [...OMISSIS...] . Rimane | dunque | a cercare che cosa sia questa mente, che viene dal di |
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la cui leggerezza fu già da noi dimostrata (3), dice che | dunque | è uopo che abbiamo qualche potenza di acquistarli. L' |
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officio di formare i principŒ del ragionamento. Ma qual è | dunque | la differenza fra il sentire e l' intendere ? Questa |
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del possibile, ossia nell' essere puramente ideale. Egli | dunque | seguita a dichiarare come la sensione si fermi nello |
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idee delle sensazioni avute, che rimangono in noi; si salta | dunque | dall' ordine del senso a quello dell' intelligenza, senza |
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si concepiscono, nella quale idea sta l' universale. Se noi | dunque | riassumiamo l' analisi delle cognizioni umane, fatta da |
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se non secondo il rispetto sotto cui si considerano. | Dunque | tutta la questione dell' origine delle idee e delle |
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proposta in niuna parte delle opere dello Stagirita. Rimane | dunque | a vedere come la sciogliesse, e già l' abbiamo indicato; ma |
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comune con un altro reale, con un' altra sensazione reale; | dunque | non vi è alcun comune, alcun universale nell' esterno |
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se non sull' ente reale sensibile già percepito. Conviene | dunque | spiegare la percezione, il che noi abbiamo fatto nel « |
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meglio più cose reali vedute nella stessa idea. Aristotele | dunque | poteva avere tutta la ragione nel distinguere l' unum in |
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mente paragonati, si scorga il comune. La differenza sta | dunque | fra il comune in sè, che è nei singoli reali percepiti, e |
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e così eliminandoli affatto dalla filosofia. Toglie | dunque | Abelardo a dimostrare che un nome comune, fino che è solo, |
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i nervi dal primo errore che l' ebbe ingenerato. Altro è | dunque | il razionalismo , altro il metodo che ne deriva, e che |
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mettendo fuori suoi tralci, e fiori e frutti. La tendenza | dunque | che inclinò i teologi suaccennati a scemare il guasto |
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filosofi, o, a vero dire, sofisti, di Berlino. Ella è | dunque | singolar cosa a vedere, che quei teologi cattolici, che |
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già non sono più peccati. Ma se non sono peccati, | dunque | l' uomo non è obbligato d' evitarli, dunque non ha bisogno |
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sono peccati, dunque l' uomo non è obbligato d' evitarli, | dunque | non ha bisogno della grazia, perchè senza la grazia è già |
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conseguenze dai sommi Pontefici fulminate; ma perchè | dunque | non si abbandonano altresì i principii ond' esse derivano? |
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della fazione de' teologi nostri razionalistici. Questi | dunque | parlano in quell' articolo com' essi fossero tutta l' |
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di soppiatto coi mezzi più illegittimi le fanno guerra. Se | dunque | si dovessero allegare i teologi italiani , questi per fermo |
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sperare, pe' fedeli, a cui vantaggio scriviamo. Quanto | dunque | al « « confondersi l' una cosa coll' altra, » » io dimando, |
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non ammette che un solo senso, e questo cattolicissimo. | Dunque | il finto Eusebio ed il C. non possono accusare di |
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diventan forse altre proposizioni di senso diverso? Mai no. | Dunque | non è il caso, in cui una proposizione venga all' altra |
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di parole fu adoperata altre volte dagli eretici. | Dunque | sembra che voi altri vogliate stabilire quella inesattezza, |
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la voce contrario . Ora noi parlavamo di proposizioni. | Dunque | l' osservazione del C. è vana. Conciossiachè non si possono |
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Propagatore nè il Rosmini ha mai insegnato nulla di simile. | Dunque | con questa falsità non fa il C. che accrescere il numero di |
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in pena d' altri peccati liberi che precedettero. Dimostra | dunque | prima, che peccano con volontà quelli che peccano |
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discendenti, sono peccati numericamente distinti (1). Se | dunque | sono distinti numericamente i peccati, devono esser |
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il peccato per la proposizione XLVI di Bajo condannata. | Dunque | dee esservi un volontario distinto che costituisce il |
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errate nel tirare da questo principio la conseguenza, che | dunque | l' uomo non possa essere peccatore PER NATURA. Vi avviene |
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della volontà, la quale forma parte della umana NATURA. Se | dunque | questa potenza riceve una QUALITA` E DISPOSIZIONE IMMORALE, |
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vale altrettanto che libero; conchiudendo poi, che | dunque | anche negli articoli di Bajo ella dee aver avuto questa |
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d' intelligenza, non solo ogni atto di volontà (2). Qualora | dunque | S. Tommaso restringe l' atto umano all' atto libero, si dee |
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dà sant' Agostino ad una obbiezione di Giuliano pelagiano. | Dunque | il C. attribuisce a sant' Agostino, che scrive contro i |
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a ragione dice il Bossuet, che [...OMISSIS...] . Ora chi è | dunque | costui, che, rinnovando gli sfregi fatti in altri tempi |
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S. Agostino quello nell' abuso, che Bajo ne fa. Separiamo | dunque | la cattolica verità annunziata dal S. Dottore, dall' errore |
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bajano della imputazione a un principio non libero. Perduta | dunque | di vista la distinzione tra la parte vera e la parte falsa |
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dogma infallibile della Chiesa. Sotto il nome di Bajanismo | dunque | i teologi razionalisti combattono anche il dogma dell' |
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eterna, se non venisse a salvarnelo il santo battesimo. E` | dunque | manifesto il reo effetto di stabilire il Pelagianismo col |
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se non vengono redenti dal Salvator col battesimo. Dobbiamo | dunque | dirgli di nuovo, come S. Agostino a' Pelagiani. |
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e quell' altro ancora: [...OMISSIS...] . Perchè | dunque | dichiarare bajana la dottrina, che fa i bambini soggetti |
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soggiunge immediatamente: [...OMISSIS...] . Egli vuol | dunque | far credere, che l' Accademia della Sorbona, abbia involto |
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come dicono i teologi, benchè sia peccatore. Costante è | dunque | la mira, a cui collimano tutti i sofismi di cotesto occulto |
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alla libera volontà d' Adamo che lo commise. E perchè | dunque | confondete la colpa, il peccato, la pena del peccato? |
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la dottrina della Chiesa coll' autorità della Chiesa. Se | dunque | debbo ripetere quel che ho già detto, sappiate che nell' |
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questi eretici razionalisti: [...OMISSIS...] . Trovava | dunque | giusto il gran Padre che conseguitasse la penalità a quel |
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, dirò anch' io con S. Agostino, [...OMISSIS...] . Se | dunque | viene imputata la colpa prima a' posteri, ella non vien |
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di Adamo, senza bisogno d' altro intermezzo (3). Egli è | dunque | il Pelagianismo, che sordamente introducono cotestoro, quel |
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e di senso insieme, ma adeguata al peccato suo proprio. E` | dunque | chiaro, che considerano la pena non come un' immediata |
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di nulla. Che se non c' è ragione d' applicargliela tutta, | dunque | nè pure una parte. Il che conferma quanto sia falso il |
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veduto giustificato pel peccato passato in essi. Rimane | dunque | la dimanda: come i fanciulli senza atto di libera loro |
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, (così scrive Raimondo Sabunde), [...OMISSIS...] . E` | dunque | una cotal legge della natura, che il corpo del generante |
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Adamo è già tolta interamente: non esiste più. Che cosa è | dunque | la causa efficiente, che mette in essere il peccato ne' |
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cui Adamo prevaricò, del quale è veramente effetto. Ecco | dunque | come tutti i mali morali e fisici dei posteri hanno |
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l' anello di mezzo, il peccato ne' posteri. L' attribuire | dunque | al peccato inerente ne' bambini la dannazione, non è mica |
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Vannetti appunto avvenutogli: [...OMISSIS...] Abbiamo qui | dunque | il giudizio uniforme di tre dottissimi uomini del Cesari, |
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come eretica l' opinione del Cattarino e del Pighio. | Dunque | anche quella degli anonimi nostri [...OMISSIS...] Con |
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fu costituito, ma rispetto all' ordine naturale? E` ella | dunque | cosa conforme alla natura dell' uomo, l' esser esso |
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che rimase in Adamo dopo la sua prevaricazione. Affine | dunque | di conoscere qual sia il peccato de' posteri si fa a |
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che allegano essi medesimi come autorevole. La sentenza | dunque | d' Alessandro Zorzi seguito dai recenti è una novità nella |
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della vita, e la vita dell' anima è la grazia santificante. | Dunque | il peccato non è altro, che la privazione della grazia |
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è per lui un vero interior disordine. Applichiamo | dunque | la dottrina intorno alla morte del corpo a spiegare la |
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perfezione naturale, come decise la Chiesa contro Bajo (2). | Dunque | la semplice privazione della grazia santificante non può |
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alla natura dell' anima che la renda peccatrice; verrebbero | dunque | con tale risposta a contraddirsi. 2 ragione . Col nuovo |
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nel vostro sistema, non significa peccato. Vi sfideranno | dunque | i filosofi a dar loro una definizione del peccato, che sia |
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preteso peccato. I filosofi da voi istruiti dileggeranno | dunque | la Chiesa, come poco sincera, poco verace, anzi frivola e |
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tuttavia, morendo, una sua natural beatitudine. Direte voi | dunque | di no: non vi resta altro. Ma certamente in tal caso |
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vero, anche dopo l' osservazione de' nostri teologi. Non ha | dunque | creduto il buon senso naturale dei savii del paganesimo, |
Il razionalismo -
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e sapientissimo averlo creato, [...OMISSIS...] . Bene | dunque | argomentarono i savii del Paganesimo, e male assai a detta |
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stringe; se non c' è, il suo valore, è nullo. S' ella | dunque | è congetturale, non è tale che relativamente a quell' uomo, |
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che non sono quelle ch' essa mostra aver di presente. Non è | dunque | il presente stato dell' umanità quello di prima |
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sotto il fascio di colpe antiche; è disordinata e infelice, | dunque | è rea. Così i filosofi del Paganesimo (1); l' argomento è |
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(1); l' argomento è ridotto a dimostrazione. Avean | dunque | ragione, e con essi il senso comune. E con un testimonio |
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presentemente l' uomo aggravato [...OMISSIS...] . Anche noi | dunque | diciamo co' razionalisti biblici che l' uomo non ha alcun |
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negativamente avversi a Dio, [...OMISSIS...] . Nell' uomo | dunque | che nasce non v' ha alcun difetto morale, v' ha sola la |
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privo a cagion del padre, che gliela perdette. Non dipende | dunque | dalla cosa in sè, ma dal positivo decreto di Dio l' esser |
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e strettamente personale. [...OMISSIS...] Conviene | dunque | cercare, che cosa S. Tommaso intenda per giustizia |
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de' doni gratuiti? Sarebbe priva certamente. Non basta | dunque | che la carne sia priva de' doni gratuiti, e che la carne |
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Verbo, e il Cristo fu unto per libero decreto del Padre. Se | dunque | non era dovuta alla carne che il Verbo poi assunse la |
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solo non contrasse, ma nè pure dovea contrarre il peccato. | Dunque | il peccato non è la mera privazione della grazia; ma esso è |
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non fu quella di Cristo operata per ispirito Santo. Essendo | dunque | l' originale vizio ne' posteri e peccato e colpa, due cose |
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attiva, d' una mozione, e d' una mozione determinata. E` | dunque | manifesto, che S. Tommaso (a cui non si può negare il buon |
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pure v' ha il reato tolto coll' acque battesimali. Che cosa | dunque | resta, ci dicano, i nostri Anonimi? Nel loro sistema non |
Il razionalismo -
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chiama l' accennato difetto naturale [...OMISSIS...] . E` | dunque | in se stesso una semplice limitazione della natura, non un |
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di necessità che la natura umana sia senza peccato. Se | dunque | il peccato si considera in Adamo che lo commise, egli è un |
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[...OMISSIS...] . Di entrambi questi amori rimasero | dunque | privi anche i posteri d' Adamo spogli della originale |
Il razionalismo -
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non che Iddio potea creare [...OMISSIS...] (2). S. Tommaso | dunque | non insegna nel testo addotto che Iddio avesse potuto |
Il razionalismo -
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è ciò che forma la parte material del peccato. Quando | dunque | nell' uomo non manca la prima parte, quando non manca la |
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perchè inclina al peccato; [...OMISSIS...] . Quando | dunque | S. Tommaso dice peccato a quel difetto col quale potrebbe |
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dell' anima, e mettono in essa un' inordinazione. Prova | dunque | S. Tommaso, che meritano il nome di COLPA anche quei |
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tutte le cose, nè naturalmente, nè soprannaturalmente. | Dunque | l' uomo creato da Dio con questa pugna, benchè non potesse |
Il razionalismo -
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peccato; stantechè Iddio non può creare l' uomo in peccato. | Dunque | nè pure l' anteporre la creatura al Creatore sarebbe |
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peccato, se non dipendesse dalla libera volontà. Quello | dunque | che non è colpa, nè pure è peccato. Risposta . I teologi |
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nè l' indurrebbe mai necessariamente a peccato alcuno. | Dunque | l' uomo presente, secondo S. Tommaso, è moralmente guasto |
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volontà a Dio, Iddio non potrebbe costituire mai un uomo. | Dunque | cade l' obbiezione quinta (1): dunque è falso che Iddio |
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mai un uomo. Dunque cade l' obbiezione quinta (1): | dunque | è falso che Iddio potrebbe crear l' uomo con una tale |
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. Sarà ella questa la natura pura dell' uomo? Sarà | dunque | l' uomo, per condizione di sua natura, venduto al peccato, |
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non certo una condizione della natura stessa. Essendo | dunque | di presente legata la natura dell' uomo, essa natura |
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vece rispose accordando che [...OMISSIS...] . Ammetteva | dunque | tutta intera l' antichità, ammetteva con essa S. Agostino, |
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generosità di Cristo, ed alla sua gloria. Questa felicità | dunque | gratuitamente loro largita non può addursi a provare che il |
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e la bontà e l' amore di Cristo verso gli uomini. Lasciato | dunque | da parte quel che viene da Cristo come gratuito suo dono, e |
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esser generato, è un male morale , e questo necessario . | Dunque | si danno de' mali morali necessarii. Questo male morale |
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da un atto di libera volontà commesso dal primo padre: | dunque | il male morale è necessario nella sua prossima cagione, ma |
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dare moralità buona o cattiva, che sia necessaria. Questi | dunque | sono i due estremi. Che cosa sente la Chiesa cattolica? |
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di tutti i teologi cattolici e de' filosofi. Che la volontà | dunque | di sua natura abbia i due detti modi di operare il |
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originale, e ne riceve una macchia, una deformità (1). | Dunque | non si può negare, che il male morale che aderisce all' |
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e del prossimo . L' oggetto prossimo della legge vetante è | dunque | ciò che prossimamente produce la deformità della volontà: |
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prossimo per sè ed assolutamente la deturpa. Il male morale | dunque | è una deordinazione della volontà, la quale è tale in sè |
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più proposizioni, perchè [...OMISSIS...] . S. Tommaso | dunque | ha ragione, e han torto i moderni teologi che negano il |
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questa proposizione, che, secondo la Chiesa cattolica v' ha | dunque | un opus malum , il quale benchè ex natura sua sia malvagio; |
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bisogno della condizione d' una libera volontà. La Chiesa | dunque | condannò Bajo perchè egli distruggeva col suo sistema la |
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il movimento necessario della volontà (1). Attenendoci | dunque | al genuino senso delle parole di S. Tommaso, egli pone il |
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è nato ad essere in potere dell' uomo, [...OMISSIS...] . | Dunque | (ecco la conclusione) col peccato libero ci sono due |
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deformi più l' anima? Il dirlo sarebbe manifesta eresia. | Dunque | si deve considerare come eresia anche il pretendere, come |
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della volontà? Chi mai potrà disconfessarlo? Ci ha | dunque | un male morale diverso dal demerito; un male necessario, |
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speciali, ne' quali s' avveri o no quella necessità. Che | dunque | sia di fede in generale, che v' abbia realmente un male |
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fosse da Dio dovuta, e non fosse quindi più grazia. Pongasi | dunque | l' ipotesi, che Iddio, come potrebbe farlo, negasse ad un |
Il razionalismo -
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crea nell' animo de' fedeli, [...OMISSIS...] (2). Egli è | dunque | di fede, che Iddio potrebbe con giustizia lasciare anche |
Il razionalismo -
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suoi aiuti, implicitamente in quell' orazione dimandati. Se | dunque | gli atti della volontà (3) d' un infedele fossero |
Il razionalismo -
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io definita la libertà per [...OMISSIS...] . Coll' esporre | dunque | le leggi psicologiche, secondo le quali si move la volontà |
Il razionalismo -
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nostra sentenza così: [...OMISSIS...] . Il nostro teologo | dunque | C. P., dopo molti andirivieni, è obbligato a concederci |
Il razionalismo -
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l' animo ben disposto . Da questo il Sig. C. induce che io | dunque | insegno tutte le azioni essere necessarie, quando si fanno |
Il razionalismo -
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egli mi fa dire all' opposto che [...OMISSIS...] . Egli | dunque | non intese che l' abito buono non fu da me posto qual |
Il razionalismo -
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espressa in quelle parole: [...OMISSIS...] . Dopo aver | dunque | il nostro teologo fatto supporre, che le condizioni da me |
Il razionalismo -
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razionalisti per far prevalere il loro sistema falsificano | dunque | continuamente l' altrui. Il sig. C. giunge a scrivere così: |
Il razionalismo -
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sono le sue parole: [...OMISSIS...] . Il nostro teologo | dunque | attribuisce ai dottori cattolici la sentenza, che non ci |
Il razionalismo -
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cattolici l' affibbiarla loro? Vediamolo diligentemente. Se | dunque | fosse vero, che i Dottori cattolici, (il che è quanto dire |
Il razionalismo -
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in fine sotto il nome di concupiscenza? Con qual verità | dunque | i teologi razionalisti asseriscono che i dottori cattolici |
Il razionalismo -
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male. Ma col dire in tal modo un errore di più, saranno | dunque | assolti dalla condanna antica? Non credo io. Similmente s' |
Il razionalismo -
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significa liberum , come contende il nuovo Teologo. Questo | dunque | appartiene ancor alla dottrina della Chiesa cattolica. Ma |
Il razionalismo -
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del demonio e dalla loro propria concupiscenza. A torto | dunque | i teologi di cui parliamo sostengono, che le forze del |
Il razionalismo -
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ha coscienza, benchè poscia ne sperimenti i vantaggi. Sia | dunque | messo in più chiara luce il medicinale effetto che viene |
Il razionalismo -
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alla sua buona libera volontà. La giustizia originale | dunque | in una tale ipotesi, non potea esser più che una giustizia |
Il razionalismo -
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. L' Angelico poi dice, [...OMISSIS...] . Si prende | dunque | acconciamente la parola concupiscenza anche a significare |
Il razionalismo -
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anzi che peccato ella stessa (1). L' anima razionale | dunque | ed appetitiva dell' uomo, quando l' uomo è generato « si |
Il razionalismo -
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tronchi escono i rami. Gli atti particolari, le volizioni | dunque | sono produzioni della potenza di volere; la potenza di |
Il razionalismo -
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filosofico del grand' uomo, [...OMISSIS...] . Riassumendo | dunque | in poco ciò che abbiamo detto finqui intorno alla |
Il razionalismo -
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è sostenuta dall' infusion della grazia. Quella tendenza | dunque | che rimane specificamente diversa dalla precedente allora |
Il razionalismo -
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se il peccato originale è pel battesimo estinto. Acciocchè | dunque | chiaramente s' intenda questa espressione consacrata dalla |
Il razionalismo -
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avanti il battesimo, e che col battesimo cessa. Che cosa è | dunque | la mala qualità della concupiscenza innata che forma il |
Il razionalismo -
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legata nell' animalità. L' attività radicale dell' anima è | dunque | unica, perchè unica è l' anima, ed ella si comparte a |
Il razionalismo -
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tramandataci da tutta l' ecclesiastica tradizione. Forte è | dunque | la volontà dell' uomo che nasce per volere il bene |
Il razionalismo -
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ALCUNA astenersi dalle azioni peccaminose, non ha | dunque | necessità per viver bene del santo battesimo; anzi, secondo |
Il razionalismo -
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non che provate con irrefragabili autorità, scrivendo io | dunque | piuttosto pe' fedeli non teologi, che si cerca ingannare |
Il razionalismo -
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meritorio di vita eterna. L' uomo battezzato è | dunque | congiunto con Dio, che a sè solleva l' attività dell' |
Il razionalismo -
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animale dall' altra parte a sè la deprime. L' attività | dunque | suprema dell' anima, mediante la grazia, viene innalzata |
Il razionalismo -
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viene descritto dal Santo Dottore, [...OMISSIS...] . E` | dunque | ingiurioso alla grazia di Cristo, è ingiurioso ai dottori |
Il razionalismo -
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a vivere giustamente, il che la Chiesa riprova (2). Convien | dunque | riconoscere da chi vuol tenersi nella dottrina della Chiesa |
Il razionalismo -
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influisca e che può a sè prevalentemente attirarla. Se | dunque | avvenga in progresso, che fra il bene morale e il bene |
Il razionalismo -
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dal sacrosanto Concilio, [...OMISSIS...] . Egli è | dunque | chiaro, che qualora si parli della sola volontà dell' uomo, |
Il razionalismo -
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una veduta ristretta ed esclusiva la loro. Essi errarono | dunque | per non avere osservato che al di sopra della sfera della |
Il razionalismo -
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non si può certo trovar la causa del male atroce. Altrove | dunque | si vuol cercare il vizio d' un' educazione che si fece |
Il razionalismo -
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questa non può cadere, e però tutto il danno è suo proprio. | Dunque | parlo io così a suo favore; quanto ho scritto in quest' |
Il razionalismo -
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savio, cioè prima ancora della metà del secolo XVI? Perchè | dunque | non approfittarsene? Quanto poi agli uomini di buona fede |
Il razionalismo -
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Io v'ho detto: voi avete vita; | dunque | avete una legge di vita... Svilupparsi, agire, vivere |
Doveri dell'uomo -
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risultati dei progressi di tutto quanto il genere umano. È | dunque | non solamente come necessità della vostra vita, ma come una |
Doveri dell'uomo -
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colla vita dei milioni che vivono intorno a voi. Voi siete | dunque | chiamati all'associazione. Essa centuplica le vostre forze: |
Doveri dell'uomo -
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chi non sentiva come l'una agisse sull'altra; s'avvezzarono | dunque | a non contemplarle; s'adoprarono a staccar l'uomo dalla |
Doveri dell'uomo -
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mi dia lume a dirvi il vero e a farmi intendere. Dobbiamo | dunque | prima considerare che Iddio si trova in tutte le cose |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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la vita, e con questa sua operazione si trova in esse: esse | dunque | sono presenti a Dio che le conosce, ma Dio non è presente |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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questa anche qualche cognizione di sè stesso. Quest' uomo | dunque | non solo è presente a Dio, ma anche Iddio comincia ad esser |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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altri uomini, ma gli dà di più sè stesso. Per intendere | dunque | come Iddio sia presente nell' anima del giusto, conviene |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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come si può con qualche similitudine. Questa differenza è | dunque | simile a quella di chi conosce che c' è un cibo squisito, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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tutti questi tre casi, la differenza è immensa. All' anima | dunque | che è giusta, cioè incorporata a Gesù Cristo e a lui |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sono chiamati e consacrati al suo speciale servizio. Voi | dunque | e tutte le vostre sorelle in Cristo, e noi tutti, teniamoci |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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quel desiderio disordinato che si chiama ambizione. Non ho | dunque | bisogno di vedere nel vostro cuore per ammonirvi di questo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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vostre parole: « ex fructibus eorum cognoscetis eos ». Se | dunque | vedo alcuno de' miei fratelli amare le cose basse ed umili, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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vedere il disonore, dove non c' è alcun disonore. Vincete | dunque | l' amor proprio, deponete l' ambiziosa voglia che vi |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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come in un bene infinito, a cui non manca nulla. Conviene | dunque | che cerchiate di conoscere voi stesso, conviene aprire gli |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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infelice, lasciando che la passione vi acciechi. Ascoltate | dunque | la mia voce, e conoscete in essa il divino volere: amatelo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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« charitas, gaudium, pax , ecc. (Galat. V, 22) »; è | dunque | un errore il credere che questi sentimenti e affetti |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sensibili soprannaturali sieno contrari alla perfezione. E` | dunque | un errore anche il credersi obbligato in coscienza a |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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producono, e sono ad un tempo causa di essa ed effetto. E` | dunque | un errore il credere che, per essere perfetti, basti « |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sia poco a quelli di Dio, ed anche meno del nulla. Molto | dunque | non si fa mai nella vita spirituale se non quando si fa |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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abbraccia quello colla più affettuosa semplicità. Convien | dunque | essere soprammodo gelosi di questa pace, e non permettere |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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gli affetti nella bella calma e serenità di prima. Tutti | dunque | abbiamo di ciò somma cura. [...OMISSIS...] Il terzo mezzo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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non applica il proposito della sua libera volontà. Conviene | dunque | che consideriate come un vostro dovere, e un dovere |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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l' amore, diminuisce pure in sè la forza del bene operare. | Dunque | dilatiamo il cuore: noi siamo chiamati da Dio ad avere un |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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dedit mihi Pater, sic facio ». I perfetti ubbidienti | dunque | sono i veri unanimi di Gesù Cristo; e questi sono veramente |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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non li mettiamo noi, o se erriamo mettendoli. Desideriamo | dunque | sopratutto la maggior gloria di Gesù Cristo; e poi non |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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o vacillare nella fede, o mancare di rassegnazione. E` | dunque | necessario che si sappia, da chi prega per la salute |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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vi pare avere qualche cosa d' amor proprio. Mi domandate | dunque | circa questa specie di gioia interiore che voi ne provate: |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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buona azione, se non forse per via di congettura. Invece | dunque | di parlare di voi in particolare, credo che sarà meglio che |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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l' unione, la fruizione di Dio come del sommo bene. Si ama | dunque | l' oggetto degnissimo d' essere amato. Godere della propria |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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come dicevo, nulla di comune colla superbia. Che cosa è | dunque | quel piacere puramente soggettivo, di cui non si può dire |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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come stessero di virtù tutti gli altri uomini: si arrogava | dunque | di sapere quello che non sapeva, per innalzare se medesimo; |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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a professare la piena e sincera obbedienza; condannerei | dunque | il giudizio mio proprio, e abbraccerei con tutto il |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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» ». S. Agostino soggiunge: [...OMISSIS...] . Non è | dunque | probabile che io aspiri ad un tanto elogio. [...OMISSIS...] |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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essere da Dio abbandonati, e però si salvano. Conviene | dunque | che vi prefiggiate di fare frequentissimi ed anzi continui |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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ci troviamo agitati dalla stessa incertezza. E` meglio | dunque | dire al Signore: « Io non mi conosco, voi solo mi |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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« Io non mi conosco, voi solo mi conoscete; togliete | dunque | da me tutto quello che vi dispiace, e mi basta, vivo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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la sua intenzione di perdonare senza limiti. Evitate | dunque | in ogni caso la soverchia tristezza che abbatte, e |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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Società ha più forza, non più diritti dell'individuo. Come | dunque | proverete voi all'individuo ch'ei deve confondere la sua |
Doveri dell'uomo -
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nuovo e lo corromperanno pochi mesi dopo. Si tratta | dunque | di trovare un principio educatore superiore a siffatta |
Doveri dell'uomo -
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d'onde imparereste a simpatizzare colla Società? Voi | dunque | avete bisogno che cangino le vostre condizioni materiali, |
Doveri dell'uomo -
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pensiero d'ingiustizia verso chi vi fu ingiusto. Dovete | dunque | cercare, e otterrete questo come mutamento; ma dovete |
Doveri dell'uomo -
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a fare, quanto è possibile, migliori voi stessi. Quando | dunque | udite dirvi dagli uomini, che predicano la necessità d'un |
Doveri dell'uomo -
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rischiara il tutto alle innumerabili intelligenze. Egli è | dunque | conforme alla natura del Cristianesimo di pigliar sempre a |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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costanza e sicurezza d' animo e d' intendimento. Intima è | dunque | questa relazione della mente e dell' animo, degli affetti e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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al vero intendimento delle cose quasi li manuduce. Ecco | dunque | in questo ragionamento indicato il supremo principio della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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c' insegna che è un onorarlo, e adorarlo, e invocarlo. Qui | dunque | s' intende primieramente esser dalla dottrina della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si può rinvenire nelle cose sensibili appagamento. Indarno | dunque | le passioni più violente diventano ministre di un |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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cerco di oscurare la questione; anzi di chiarirla. Concedo | dunque | che la facilità sia un pregio desiderabilissimo, ove ella |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di ciò che confessano non conoscere) inutili. Sollevarono | dunque | gli uomini da un' improba fatica? Non fecero che |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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de' libri de' fanciulli sarebbe un fanciullo. Se | dunque | non basta questa qualità di sapere impicciolirsi alle menti |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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lui alla stessa impresa sono chiamati cooperatori. Allora | dunque | tale edificio può riuscire perfetto, quando una gran mente |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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il cuore dell' uomo, che è quanto dir tutto l' uomo. Sarà | dunque | meglio detto che in tutto il curricolo degli studi non ci |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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lo smisurato campo degli errori e dei sogni. La Storia | dunque | si può dire il veicolo della Filosofia, pel quale essa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si possa aspettare o la patria o la umanità. Di pervenire | dunque | a questo non è altra regola ch' io sappia, se non lo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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giammai d' incorrere in alcuna contradizione. La vita | dunque | debbe rendere quell' ordine stesso, e quella unità in tutta |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e lo rende atto a reggerli, temperarli e conciliarli. Credo | dunque | di non ingannarmi dicendo, che qualunque questione politica |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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in calcoli laboriosi l' utilitario più perspicace. E` | dunque | desiderabile, che anche la questione della libertà dell' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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con cui s' acquistano tutti quanti gli altri beni. Se | dunque | l' uomo mette impedimento all' uso inoffensivo ed onesto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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da lui che insegnerebbe, se non ne fosse impedito. E` | dunque | manifesto che c' è un diritto naturale sacro ed inviolabile |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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società insegnative che essi formano tra loro. Considerato | dunque | non nella sua possibilità astratta, ma nelle sue varie |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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l' ira che toglie loro anche più del giusto. Mentre | dunque | c' è tempo si studi il problema del diritto speciale d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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scuole; 5 I Comuni e le provincie; 6 Il Governo. Esaminiamo | dunque | il diritto speciale che può competere a ciascuna di queste |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sono autorizzati e mandati dai Vescovi. Ogni qual volta | dunque | alcun altro, fuori di questi, pretendesse d' arrogarsi l' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che si dice Bibbia o Sacra Scrittura. Il primo diritto | dunque | più speciale della Chiesa Cattolica riguardo all' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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loro le dottrine, il principale dei quali è la stampa. Se | dunque | la Chiesa Cattolica rinviene in tutto ciò qualche cosa che |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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è, che ciò che s' insegna non sia erroneo e pernicioso. Se | dunque | la Chiesa veglia sulla dottrina, e impedisce che s' insegni |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e merita il titolo di Governo al sommo illiberale . Salvi | dunque | gli accennati diritti della Chiesa intorno alla rivelata |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Infatti il diritto è sempre una facoltà d' operare: dove | dunque | manca la facoltà fisica, manca il diritto, che è una |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dottrina di Cristo, perchè sola la possiede in proprio. Che | dunque | i dotti abbiano un naturale diritto d' insegnare, non fa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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il Governo lo impone, non si sa chi lo imponga. Quelli | dunque | che mettono qualche impedimento all' esercizio del diritto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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tutti gli altri cittadini sieno perfettamente ignoranti. Se | dunque | questo non si può supporre, rimane, che il Governo col suo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di esaminatori e di giudici degli altri dotti. Il Governo | dunque | in questo sistema chiama per la necessità della cosa molti, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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egli stesso contribuito a renderla tale. Cotesti Governi | dunque | alla ferula, che gli antichi maestri usavano cogli scolari, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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« Io ho il diritto d' eleggere gli istitutori ufficiali: | dunque | posso eleggere chi voglio, e niuno può lamentarsi ». A |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e la miglior scelta è quella de' più dotti e idonei. | Dunque | quest' è un dovere giuridico del Governo civile. Ammesso |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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hanno molti pregiudizi imbevuti nel tempo passato. Conviene | dunque | per ora privarli di quella libertà, fino che sieno formati |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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i padri di famiglia acquistino sentimenti liberali? In che | dunque | fate consistere questi sentimenti liberali, che volete |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che non sono ancora divenuti come voi liberali? Non volete | dunque | la libertà, se non a favore di quelli che sono liberali |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e che dicono effettivamente i più assoluti Governi. Voi | dunque | avete l' assolutismo nel cuore e nella corata; e potete |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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propria libertà, questa non varrebbe loro cosa alcuna. Se | dunque | un tal Governo giudica ed opera di buona fede, potrà |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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diritto? E` questo un essere coerenti ed onesti? Volete | dunque | fare servi e schiavi tutti i padri di famiglia, per |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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pretendete di fare la legge, e che essi la subiscano. Se | dunque | le opinioni intorno all' opportunità vanno divise, quale |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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quella che impera nella società, ma la forza. Volendo | dunque | sostituita al diritto l' opportunità, che cosa fate, se non |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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la loro confidenza nel clero regolare e secolare: è | dunque | opportuno impedirlo, acciocchè l' insegnamento diventi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e da queste continuamente divisi e distratti. Non rimane | dunque | per venire a capo di secolarizzare l' istruzione e l' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e di non impedire la loro libertà di esercitarli. E` vano | dunque | sperare d' ottenere una sincera e piena libertà d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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atto di barbarie secondo l' opportunità . Non c' è | dunque | qui il giusto mezzo: o il rispetto del diritto deve essere |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di quello di maestri e d' istitutori della gioventù. E` | dunque | a stabilirsi prima di tutto questo principio, che i maestri |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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de' limiti? Ripetiamo che nessun diritto ne è senza. Quali | dunque | sono? Non si dà diritto d' insegnare se non entro i tre |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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cose oneste , e in un modo inoffensivo . Questi benefattori | dunque | sono obbligati di scegliere i maestri e gl' istitutori tra |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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insegnare cose oneste, e in un modo inoffensivo. I diritti | dunque | de' benefattori devono essere conciliati con quelli della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dotti lo stabilire i metodi dell' insegnamento. Non devono | dunque | i benefattori imporre a loro arbitrio il metodo che seguir |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che « l' esercizio non impedito del diritto ». Facciamo | dunque | cenno di due soli de' diritti del Governo, riservandoci a |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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imperfetti, a malgrado che niuna legge li proibisca. Poste | dunque | queste provvidenze governative, non vedo che difficoltà ci |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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manifestate con un segno e una prova esteriore. Convien | dunque | che distinguiamo la classe de' benefattori da quella degli |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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quelli che ne traggono a se stessi guadagno. Quando | dunque | sia dimostrato, che le scuole non danno compenso alcuno al |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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costui deve computarsi tra gli speculatori. Per speculatori | dunque | intendo solo quegl' individui o persone morali che, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si forma, ma piuttosto si disforma e corrompe: s' avranno | dunque | giovanetti pieni di vanità, con un sapere indigesto e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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manca la stampa, non mancano i giornali, non mancheranno | dunque | gli elogi ampollosi e mendicati. Così sorge una celebrità |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ma prendono necessariamente un' indole personale. Proibendo | dunque | la speculazione sull' educazione e sull' istruzione della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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negli inconvenienti che abbiamo sopra notati. La concederà | dunque | a condizione che lo stabilimento non abbia mai per capo lo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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alle pedanterie, alle formalità burocratiche. C' è | dunque | tanta difficoltà a impedire gl' inconvenienti, che possono |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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influenza d' un corpo di persone immutabili. Converrebbe | dunque | secondo noi: 1 Che quelli a cui è commessa l' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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il Consiglio provinciale e altro la Provincia. La questione | dunque | si riduce a quest' altra: « Qual è il diritto circa l' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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atto, agli ulteriori progressi della società umana. Noi | dunque | tratteremo la nostra questione partendo dal principio che |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sul medesimo suolo, e in una continua relazione tra loro: è | dunque | naturale e necessario, che essa abbia un capo e un |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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parte indipendente dal Governo generale. Si dee concepire | dunque | il Consiglio provinciale come un semplice organo e un aiuto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sia il concetto del Consiglio Provinciale. Consideriamo | dunque | a parte il diritto dell' autorità comunale e il diritto del |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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individui, che compongono la società a cui presiede. Non ha | dunque | nè il diritto nè l' ufficio d' impedire l' attività dei |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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circa l' istruzione e l' educazione. L' autorità comunale | dunque | non può intervenire in quelle scuole e istituzioni d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che non sia la noncuranza de' medesimi. La necessità | dunque | che l' autorità tutoria del Governo eserciti una continua |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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se così si vogliono chiamare, del Comune. Vediamo | dunque | una disposizione utile, che il Governo obblighi i Comuni, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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comunali: queste devono informarsi da altre: non giova | dunque | lasciare, che l' elezione dei maestri dipenda da |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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a favore della provincia che rappresenta. Non crediamo | dunque | che gli possa competere, in virtù del concetto della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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s' unisce a certi tempi secondo il bisogno. Noi crediamo | dunque | conseguentemente, che ad esso, come tale, non ispetti |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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acciocchè non nascano equivoci, dee chiamarsi licenza . Se | dunque | il Governo civile vuole essere un Governo liberale, e si |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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usurpi su di quelli cosa alcuna, ma li seguiti. Riguardo | dunque | a quello che un Governo di tal natura può fare circa l' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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tolleranza entro una certa sfera d' azione. Avendo noi | dunque | distinte cinque persone giuridiche aventi ragione d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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chi non l' ama, l' odia cordialmente. [...OMISSIS...] Tosto | dunque | che noi abbiamo parlato de' diritti, che ha la Chiesa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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relativamente all' insegnamento non cattolico. Abbiamo | dunque | detto, che alla Chiesa Cattolica, cioè al Papa ed agli |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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la facoltà che noi abbiamo lasciata anche ai laici. Senza | dunque | trattenerci a rispondere all' autore di quell' articolo, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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la larva si copre uno avvezzo a maneggiare la ferula. E` | dunque | necessario che rintuzziamo, non dico le villanie personali, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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errori insinuati nel pubblico con tanta pervicacia. Dice | dunque | l' articolista (2), che la nostra teoria della libertà |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e governati, e non a inventarne una nuova. Argomentammo | dunque | non esserci bisogno, e non essere neppur possibile, che il |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ciechi, che condurrebbero altri ciechi nella fossa. Come | dunque | sarebbe ridicolo il concedere al cieco il diritto di vedere |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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della volontà di Dio » ». Ogni diritto di natura | dunque | si riduce a poter insegnare una dottrina contraria alla |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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colla sola dottrina religiosa del divino Maestro! Ci sono | dunque | degli uomini, a cui sembra che si tolga loro la terra sotto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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nuova e a distruggere la vecchia. [...OMISSIS...] Ha | dunque | ragione in questo senso l' articolista, lo ripetiamo: colla |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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per mezzo degli operai da lui mandati nella sua vigna. C' è | dunque | una umanità vecchia, figlia della corruzione, e c' è una |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sono venuto a portare la pace, ma la spada » » (1). Alcuni | dunque | prendono partito per la prima e ne vantano il diritto di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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l' abbominio o le risa del suo sensato lettore! Gesù Cristo | dunque | si sarà limitato a insegnare a' suoi discepoli un solo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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[...OMISSIS...] Non può esser più chiaro: questo potere | dunque | si estende a tutta la morale. Che se deve la Chiesa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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delle leggi quant' elle mai possono essere, a lei | dunque | è commessa « « la scienza di tutti i doveri e di tutti i |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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con altre cosarelle, che non sono morali. Qual meraviglia | dunque | che poi dicano superbamente alla Chiesa Cattolica: « E che? |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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gli abbiamo cancellati, e però non sono più doveri. Siamo | dunque | anche noi maestri di morale. E però è conseguente che ci |
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nostra tesi, che vi eccitò lo sdegno. Che mai vi giova | dunque | l' aver profanato il nome, col citarlo sì fuor di |
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superiore ad ogni altra. Tutte le potestà della terra hanno | dunque | un assoluto dovere di rispettarli. In questi Stati poi, ne' |
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dell' inventario ed aggravò di nuovi debiti. Non può | dunque | eccitare meraviglia quell' astio profondo, quel livore che |
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leone domandasse guarentigia all' agnello. Le guarentigie | dunque | lo Stato le ha già, e le deve avere nella sua forza, ed è |
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non perturbi l' ordine della giustizia. Le guarentigie | dunque | che si domandano non sono fisiche, ma morali, le quali |
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della libertà umana quelli che la diffondono. A favore | dunque | e a nome dell' errore e della morte si domandano |
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che la Chiesa offre a lui nella sua stessa dottrina? Qual è | dunque | la dottrina del Governo civile? Niuno lo sa: niuno sa qual |
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Governi casualmente, e temporaneamente prevalgono. Non sarà | dunque | cosa ragionevole e desiderabile che il Governo, che per sua |
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delle guarentigie contro l' abuso ». Dall' intima natura | dunque | di questo sistema di governo nasce la necessità delle |
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il giudizio e il magistero della fede cattolica. Pretendete | dunque | di essere giudice e maestro d' una dottrina religiosa che |
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se voi, o Governo, non siete giudice e maestro, dovete | dunque | subire il giudizio di quella potestà, che ha ricevuto la |
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quale supporrebbe nientemeno che l' infallibilità. Operano | dunque | cotesti Governi contro la propria coscienza; sanno nel |
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che le attalenta. Ecco la necessità delle guarentigie. E` | dunque | ragionevole, che il popolo cattolico ne domandi al potere |
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e morale dell' insegnamento ». Questa guarentigia non è | dunque | data solamente alla Chiesa, ma è data ai popoli, ed è una |
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che la rendano viva ed efficace nella pratica. Per riguardo | dunque | all' insegnamento, a quale condizione si potrà dire, che il |
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temporale di Roma, e altro la Santa Sede Apostolica? Se | dunque | avete da fare, a ragion d' esempio, un trattato di |
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che non soffre siano messi limiti a' suoi arbitrii. Quando | dunque | il Papa vi dice sull' autorità ricevuta da Gesù Cristo: « |
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leali, e non confondono a bella posta le idee. La scusa | dunque | di non voler dipendere da un principe straniero svanisce da |
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ingannare e confondere l' opinione popolare. Per riassumere | dunque | in poche parole quello che dicevamo, il segno sicuro, al |
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giovare a' traviati, i quali non ammettono altri argomenti. | Dunque | è necessaria una filosofia, ecc.. Che se si volge lo |
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debbono essere anche la guida del filosofo. - Convien | dunque | dirigere la filosofia al fine dell' uomo - la moralità - |
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rende evidente la verità e la necessità della morale. - Se | dunque | dividiamo la Filosofia in due gran parti, nell' Ontologia e |
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, perchè quello non è che una realizzazione di questo: | dunque | nè pure la percezione coll' intuizione. Ogniqualvolta |
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si è provato, coll' intuizione che adduce necessità. Sono | dunque | erronei tutti i ragionamenti che negano la percezione. |
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trattare coi lettori più riverente e più dilicato. Poniamo | dunque | di dovere scrivere un trattato sull' uomo: non è possibile |
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lume di ragione, che le metta a profitto del sapere. Ove | dunque | si abbia una definizione vera, sebbene imperfetta, la quale |
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nella sensazione? non la possono vedere perchè non c' è. | Dunque | pronunziano quello che non vedono, quello che non sanno, il |
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Il conoscere ed il sentire sono fatti interni. Convien | dunque | riflettere sopra di essi; osservarli attentamente e |
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sono sensazioni, e che, se il sentire tuttavia è conoscere, | dunque | il conoscere non è più una cosa sola, non è una facoltà |
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dell' uomo non è ella stessa nessun uomo particolare. | Dunque | tutte le essenze che si conoscono sono cognizioni che |
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che certamente non si possono attribuire ai sensi. | Dunque | se vi ha una cognizione somministrata dai sensi, mediante |
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e conoscere che cosa è una cosa, è conoscerne l' essenza. | Dunque | se egli è vero che i sensi ci somministrano qualche |
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di affermare cosa alcuna e però nè pure di negare. Se | dunque | i sensi non fanno conoscer niente, convien dire che il |
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al senso qualche cognizione vanno macchiati di sensismo. | Dunque | non è sufficiente a purgarli dalla taccia di sensismo il |
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Ora il carattere proprio della cognizione è l' oggettività. | Dunque | tutti quei sistemi filosofici, i quali distinguono l' atto |
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dell' anima, e non cose esteriori, e ne induce che | dunque | non esistono realmente i corpi, ma solo le idee, prendendo |
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la quale anche le cose non necessarie fa utili. Ed ella è | dunque | ben pazza cosa l' insuperbirsi, come fanno i savi del |
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di presentarvi a lui come pura vergine » (1). Che | dunque | fare? Apparecchiarvene. Per non rimuovermi dai luoghi |
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tutto quello che poteva fare per le sue pecore. Compitelo | dunque | anche voi, essendo egli il modello. Voi non siete santa |
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egli il modello. Voi non siete santa come lui. Avete | dunque | due maniere di santificarvi per le fanciulle affidatevi. L' |
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siete aiutata dall' offizio stesso che avete preso. Fatelo | dunque | con tutta cura. « Correte in questa e in quella parte, |
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parte del profitto che si tira dalle letture. Non sarà | dunque | inutile di farne un piccolo cenno. Nel leggere si vuole |
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S. Agostino così dicea (1), che dovremo dir noi? Non badate | dunque | se gli spensierati si prendano come celia cosa tale: non |
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più che sarete in sull' esortarle, farete più bene. Fatelo | dunque | spessissimo, anzi continuo. Vengo all' offizio di sorella, |
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Chiudiamo il ragionamento, e diciamo: nessuno | dunque | entrerà in quel regno celeste, se non vorrà farsi il più |
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di che la natura medesima fa dono ai fanciulli. Egli basta | dunque | essere cristiani a dover sapere, che il pregio vero di |
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e d' essere investita perciò nel celeste tesoro. Vi sia | dunque | nell' animo fitta questa somma e incommutabile massima |
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e similitudine della divinità (1). [...OMISSIS...] Mirate | dunque | la nobiltà umana! vedete l' altissimo fonte di lei |
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nulla, fuori che cosa infinitamente da lei distante. Quanto | dunque | è per noi da educare quella illustre facoltà, e la cultura |
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di Cristo le fa, come dicemmo, con esso lui insieme. « | Dunque | non v' abbia alcuna fra voi, soggiungerete, la quale si |
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non si può veramente dare in mano di fanciulle. Se | dunque | chiedete come fare a stemperar loro questo cibo, rispondo |
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apparisce da quanto segue: [...OMISSIS...] . Chi ha | dunque | rinnovellata colla grazia la propria intelligenza ha |
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errori colla bocca, o colla vita li professavano. Vi sia | dunque | frequente sulle labbra quella sublime preghiera del reale |
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la propria meschinità. [...OMISSIS...] Voi dovete | dunque | scerre questo cibo come più loro giova. La regola è in S. |
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e a che destinate le vostri giovani donzelle. Sapete | dunque | anche come scerre lo spirituale nudrimento. Ben è vero che |
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cibo, che cotto e ben condito utilmente si mangia. A voi | dunque | sta di farne la più acconcia preparazione: ma di ciò è |
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colla mente in punti assegnati. La meditazione prescritta | dunque | sia breve: ma quel ch' io bramo si è un abito di riflettere |
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dell' Apostolo sono le seguenti. [...OMISSIS...] Letto | dunque | questo brano dell' Apostolo, voi prenderete a dichiararlo. |
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essi razza umana immalvagita nella radice. Si mostrarono | dunque | ciechi, ingrati, di dura cervice, di cuori incirconcisi |
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Era l' uomo inimico di Dio, schiavo del demonio; come | dunque | regalarlo? Che fece pertanto il Verbo? « Ascese in alto », |
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Cristo poi fece, che tutti si potessero salvare. L' opera | dunque | di Cristo è infinita, e la salvazione degli uomini |
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prima, e rispetto a quella è come un accidente. Condotta | dunque | schiava la schiavitù , cioè data all' uomo coll' amicizia |
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suoi, cioè la salute stessa, in varia abbondanza. Francato | dunque | da questa schiavitù infernale, da questa necessaria |
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qui Mosè tutti i pregi e gli uffizi di Cristo. Ecco | dunque | quale è e come eccellente l' Apostolato di Cristo. Ora |
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nulla, ristringe e impicciolisce l' umana volontà. Somma è | dunque | l' apostolica dignità. L' Apostolo per eccellenza è Cristo, |
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fiumi s' allettano e riposano nel mare onde escono. Cristo | dunque | sommo de' profeti, Profeta per eccellenza, quegli da cui |
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« Deuteronomio » (5) si rende a Mosè simile encomio. Sembra | dunque | che l' Apostolato di cui parliamo in questo consista, nell' |
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detto lo stesso Profeta: [...OMISSIS...] . Dall' altezza | dunque | di Sion Cristo evangelizza Sionne e Gerusalemme, e |
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allora era futuro, come ora è passato. Non poteva essere | dunque | senza straordinario dono, che nell' antico tempo di questo |
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tornare alla similitudine delle membra e del capo, in che | dunque | consiste questa pienezza di podestà vescovile? a che è |
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bestie. E or l' uomo che cosa sacrifica? Sè stesso. Dovrà | dunque | struggere quanto in sè v' ha di buono? No: ma quanto v' ha |
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resi puri, resi spirito, emulatori de' martiri. Non basta | dunque | il moto de' labbri nella preghiera, e 'l componimento del |
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che s' egli a quello si nutre, altro non brama. Perchè | dunque | o ricercare nuove pratiche divote, o anteporre le private |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di culto senza ingiustizia e senza punizione. Chi ama | dunque | d' essere nella divozione perfetto pensi d' udire bene la |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e sangue divisi, imitino la violenta morte del Signore. | Dunque | ogni volta che alcuno presume di ricevere il pane |
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il sangue del giusto, che al Cielo grida vendetta. E` reo | dunque | del corpo e del sangue del Salvatore, abusando di sua |
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mensa del Signore e a quella dei demoni (3). Doppia maniera | dunque | è di mangiare il corpo di Cristo: altra colla bocca, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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mantenitore dell' ordine, sommesso a' maggiori? Tengono | dunque | ancora i nostri uffizŒ que' primi delineamenti messi dagli |
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di Sacerdoti e di popolo fedele che prega ivi raccolta. E` | dunque | necessario o conveniente, che tal Cristiano sappia che cosa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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in trattando con Dio, o in trattando con noi. Ignominioso è | dunque | al Cristiano non intendere, quanto può, il linguaggio della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ciò, che gli uomini reputano dignitoso: quelle ricchezze | dunque | si mettono in chiesa non già per dare a queste il prezzo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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migliori; nè quelli sono cari a Dio senza questi. Quando | dunque | venite in alcun tempio ampio e dovizioso, godete allora |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che tutto e in tutti i modi spiri edificazione e pietà. | Dunque | nel Calice s' imagini di vedere il sepolcro nuovo del |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ci dobbiamo tenere. Quanto civile, umano, riverente non è | dunque | il tratto dell' uom cristiano? quanto lontani ci conviene |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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giorno quasi a foggie novelle si ammanta! Ogni giorno | dunque | Chiesa santa esulta; e questo suo esultare crescerà insino |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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nell' ultima Domenica dell' anno ecclesiastico. Non v' ha | dunque | più bella cosa, che tenere dietro alla Chiesa. Con lei si |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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non ingrossare maggiormente il volume senza bisogno. Sarà | dunque | bello ed utile studio se voi entrerete a conoscere quasi la |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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il corpo, e mondano l' anima? [...OMISSIS...] Quelle acque | dunque | traggono loro potere dal sangue di Gesù. Quando Cristo morì |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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attesa la tenera età, ne' tormenti la prodigarono (2). E` | dunque | la santa verginità da virtù circondata. Ha la temperanza |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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capace, ad una vita più parziale e sequestrata. Non è | dunque | la perfezione che cerca, mentre la impaurisce una virtù più |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si trapassa, a me sarà caro un poco di fermarmi. Veggiamo | dunque | le regole colle quali la cristiana legge santifica i |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di occhi, concupiscenza di carne, e superbia di vita. Nulla | dunque | di questo sia fine al Cristiano, nulla ami di quanto è al |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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solo di un anno, di quello in cui anche patì. Lasciato | dunque | da parte l' anno i cui avvenimenti erano stati esposti dai |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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stili usati dagli uomini. Sotto questo aspetto giudicava | dunque | con verità elegantissime le scritture del nostro |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di esse è il cominciamento del tempo. Il Verbo | dunque | era già nel principio del tempo, e perciò era avanti il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e non essere una cotal forma di questo atto. - Convien | dunque | riflettere che l' eternità è cosa affatto immune dal tempo, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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suo effetto, perchè un tempo infinito non finisce mai. E` | dunque | da dirsi, che l' atto della creazione e il suo effetto sono |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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perocchè l' effetto è vestito, come dicevamo, dal tempo. Se | dunque | l' effetto, il mondo, si considera nel primo istante della |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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negli istanti successivi, dicesi conservante . Volendo | dunque | Mosè esprimere l' effetto della creazione e non quello |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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il Verbo è eterno, e il Verbo pure non esce dall' eternità; | dunque | egli (il Verbo) rimane in quell' atto, sicchè fra l' atto |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è l' Esemplare del Mondo, benchè sia tale eminentemente. Se | dunque | il Verbo, come tale, cioè il Verbo concepito da noi nel |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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generazione, e queste col causato e col generato. Qualora | dunque | le parole di Giovanni « « Nel principio era il Verbo » » si |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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in quanto non pronuncierebbe, in tanto non sarebbe Verbo. | Dunque | ogni altro verbo non può essere che una ripetizione di ciò |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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pronunciato da un primitivo Verbo. Il Verbo primitivo è | dunque | quello che rende pronunciabili le cose, è quello in cui si |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ripetendo il primo ne partecipano. Le intelligenze finite | dunque | hanno la loro possibilità ontologica nell' eterno Verbo. S. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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cosa interna, un oggetto pronunciato dalla mente. Volendo | dunque | nominare questa cosa interna significata, invece d' imporle |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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[...OMISSIS...] , dice egli, [...OMISSIS...] Dopo aver | dunque | Sant' Agostino stabilito in questa maniera, che la parola |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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non salendo dalla considerazione del verbo umano. Conviene | dunque | riflettere che nell' umana mente altro suol essere l' idea |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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un atto libero di Dio gli ha fatti sussistere. Essendo | dunque | due cose affatto distinte e separate l' essenza e la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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all' essenza quanto alla sussistenza dicesi Dio. Iddio è | dunque | quel solo essere la cui sussistenza è l' essenza. Se dunque |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dunque quel solo essere la cui sussistenza è l' essenza. Se | dunque | Iddio sussiste per propria essenza, consegue che Iddio sia |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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come tale; ma sia l' essere essenziale, realissimo. Iddio | dunque | è l' essere per essenza. Ciò che è per sua propria essenza, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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essenza, e quell' essere è anche sussistenza. Si apprenderà | dunque | coll' affermazione ? L' affermazione suppone la distinzione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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E di vero, se la sussistenza divina è per sè essenza, | dunque | è intelligibile per se stessa. Ma se è per se stessa |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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per se stessa. Ma se è per se stessa intelligibile, | dunque | è anche per se stessa, a se stessa intesa . Perocchè ciò |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sussistenza di quell' essere è l' essenza di quell' essere. | Dunque | questa sussistenza per la propria essenza è intesa e nota a |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la propria essenza è intesa e nota a se stessa. Non vi ha | dunque | nulla di potenziale in questa cognizione, non vi ha una |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di essere intesa per se stessa, in tanto è il Verbo divino. | Dunque | tutta la sussistenza divina, tutto l' essere assoluto è per |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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de' mondi possibili, l' idea de' contingenti. Le idee | dunque | dei contingenti appartengono al Verbo, ma non le cose |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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poi limitato è la creatura. Nella sussistenza divina vi ha | dunque | la possibilità delle creature, perchè vi ha l' essere che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di esemplare della realità o sussistenza limitata. Non è | dunque | una distinzione reale quella che si pone nel Verbo, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Ma la sussistenza divina è per sè intesa totalmente; | dunque | anche la sua potenza creatrice è per sè intesa. Ma convien |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di potenza in atto essendo egli atto puro. Convien | dunque | riflettere che, sebbene in se stessa preceda la possibilità |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è data all' uomo ed è cognita per se stessa. Qualora | dunque | l' uomo voglia conoscere a che s' estenda la possibilità |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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abbraccia tutto, meno la contraddizione. Nel concetto | dunque | dell' essere si contiene una sussistenza infinita e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Ma, se tutto ciò si trova nel concetto dell' essere, | dunque | tutto ciò è nell' essere stesso, altramente non sarebbe nel |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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o la conoscenza di ciò che si contiene nell' essere. | Dunque | nell' essere si contiene la sussistenza infinita e |
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potenza che ha l' essere di sussistere in un modo finito. | Dunque | nel concetto dell' essere noi troviamo la dimostrazione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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da cui proceda, cioè la sussistenza dell' essere. Altra è | dunque | la relazione che il concetto dell' essere e l' essere ha |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di questa divina perfezione alla creatura. Tutto | dunque | doveva cospirare a ciò; perchè Iddio non poteva amare che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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l' essere finito che imita per quanto può il primo. Se | dunque | ama che sussista, egli ha una ragione in se stesso di farlo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che « « il bene è di natura sua diffusivo »(1) ». Essendo | dunque | Iddio mosso a creare dall' amor di se stesso, col quale ama |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ha luogo unicamente coll' atto di creazione. Convien | dunque | dire che l' atto eterno della creazione del mondo sia l' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e nulla si può pensare di anteriore all' essere. Qualora | dunque | a noi sembra di potere pensare una tale potenza, noi c' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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essenziale intellettivo pel quale ella è tale. Non v' ha | dunque | a farsi una sintesi per costituire Iddio come oggetto, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è fatto per Iddio, cioè per conoscerlo ed amarlo. Il mondo | dunque | fu fatto perchè Iddio si rendesse manifesto alle |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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il Verbo, ma ha solo un' analogia col Verbo divino. L' uomo | dunque | non conosce per natura il Verbo, non lo percepisce per sua |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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et lucifer oriatur in cordibus vestris (5) ». Il Verbo | dunque | è comunicato agli uomini per mezzo della operazione |
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philosophia scire Jesum, et hunc crucifixum (2) ». Vi ha | dunque | una scienza naturale, e una scienza o piuttosto sapienza |
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non siasi ancora manifestato agli uomini personalmente. E` | dunque | a considerare che la grazia , la quale consiste in un' |
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è toccata da S. Ireneo che dice: [...OMISSIS...] . Tolta | dunque | l' occasione dagli eretici Cerinto ed Ebione, che negavano |
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il Verbo è per sè luce che illumina ogni uomo. Quest' è | dunque | l' ordine nel quale procedono le intelligenze, e nel quale |
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negato da alcuno, siccome quello che è necessario. Convien | dunque | ammettersi questo, e quindi passare alla relazione ch' egli |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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distanza dall' eccellenza e dalla natura del Creatore. | Dunque | ciò che di natura sua è appo Dio deve avere la natura |
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dall' infinito: l' infinito poi è Dio stesso. Avendo | dunque | detto che il Verbo era appo Dio, ci ebbe posto in mano il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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posto in mano il principio da cui cavare la conseguenza che | dunque | il Verbo era Dio, conseguenza che cava l' Evangelista |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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a indicare vicinanza o relazione intima di natura. A quelli | dunque | che non sapendo concepire le cose senza collocarle in |
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ideale, lume della mente. Perocchè tosto domandano: dove è | dunque | quest' essere ideale? e conviene rispondere che è in se |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dalla sua congiunzione personale collo stesso Verbo. Rimane | dunque | a cercare il valore delle altre tre espressioni, che al |
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e col concetto di generazione che racchiude. Conviene | dunque | che queste tre espressioni, applicate all' unione del Verbo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Ma era stato detto altresì che « il Verbo era appo Dio », | dunque | una persona divina era appo una persona divina: forza è |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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una persona divina era appo una persona divina: forza è | dunque | il dire che queste persone divine, l' una delle quali sta |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sarebbe bisogno alcuno di dirlo. Che se entrambi sono Dio, | dunque | hanno la stessa natura divina, perocchè la natura divina |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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natura. Ma il Verbo è appresso a chi lo pronuncia: Iddio | dunque | che pronuncia il Verbo è una persona che ha una priorità |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ragione novella: il che lasciamo definire ai lettori. E` | dunque | da considerare che la parola Dio non basta a definire il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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se il Verbo era già in principio appresso il Padre, | dunque | non fu fatto, perocchè quello che è non ha bisogno di esser |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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luogo dell' Evangelista rimane egualmente solida. Dicevamo | dunque | che la parola per nel luogo di S. Giovanni: « omnia per |
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ammettevano in sè la comunicazione totale di essa. Altro è | dunque | la sapienza e virtù adoperata nell' azione di Dio creante, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sussistenza che è la realità delle medesime. In quanto | dunque | viene dal Verbo l' essenza delle cose, in tanto si |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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lo si considera come sussistenza operativa e producente. Se | dunque | si considera il Verbo come sussistenza e quindi anco come |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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virtù creatrice del Padre che gliela comunica. Avendo | dunque | l' essere dal Padre, e di conseguenza avendo dal Padre l' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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persona operante, perchè ha la stessa natura del Padre. Se | dunque | si considera che il Verbo è la sussistenza divina per sè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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trovarsi che nella libera volontà del Creatore. Il Padre | dunque | crea l' essere finito, cioè il fa sussistere amandolo, che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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stesso e agli altri enti a' quali per sua essenza è legato. | Dunque | Iddio conviene che abbia questa potenza d' immaginazione, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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a se stesso e agli altri; e questo è creare. Creare | dunque | è far sì che un oggetto veduto nella sua essenza ed |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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essenza è contenuta nel Verbo che è l' essere come oggetto: | dunque | la creazione si doveva fare pel Verbo e nel Verbo (1). E |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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appieno vero se non fosse soggetto reale anzi persona. Egli | dunque | pronuncia il suo Verbo, il quale è la stessa sussistenza |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di Dio che in quanto pronuncia si chiama Padre. Non è | dunque | questo un pronunciamento sterile come quello dell' uomo, il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ma non potrebbe amarsi se non fosse a sè cognito, ama | dunque | se stesso cognito. Se stesso cognito ha un' anteriorità |
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appartenente alla sua essenza nella forma morale. Dato | dunque | che Iddio ami e voglia l' essere finito, consegue che egli |
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l' essere fisico, e l' ordine o la connessione di lui. Dato | dunque | che Iddio amando tutto l' essere, ami l' essere finito, |
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di tale scopo, e questo è il mondo creato. Amando | dunque | Iddio l' essere finito così concepito ed ordinato, che |
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della propria energia all' ente conosciuto. E` un atto | dunque | di ragione, ma non di una ragione semplicemente |
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amor divino, quindi per un atto di libera volontà . Iddio | dunque | crea le cose pronunciandole nel suo Verbo dove le conosce, |
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note, e quindi nel Verbo e pel Verbo sono fatte. Il Verbo | dunque | crea perchè ha la natura divina, è Dio; la natura divina |
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parte dell' esistenza nostra propria finita. Noi siamo | dunque | relativamente a noi stessi ed alla nostra consapevolezza |
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che noi soggetto, come oggetto reale, siamo nel Verbo. Noi | dunque | in senso composto siamo fuori del Verbo, in senso diviso |
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parte dell' universo della terra, cioè dell' uomo. Mosè | dunque | prima narrò la creazione in generale in quelle parole: « « |
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fatta mediante la parola, pel Verbo di Dio. La questione | dunque | che si offerisce al pensiero si è: « perchè la produzione |
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di essere perscrutato, perchè niente è senza cagione. Onde | dunque | una tale proprietà e distinzione di parlare? Il Verbo, |
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cose nell' idea non contiene la sussistenza. La sussistenza | dunque | delle cose contingenti non può passare dal non essere all' |
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o colla sostanza delle cose; e di queste parla Mosè. Se | dunque | la mera sussistenza non ha idea, non è determinata da |
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viene prodotta sul tipo di alcuna idea, non ha tipo; non è | dunque | per l' idea che esiste, ma è prodotta immediatamente dall' |
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Verbo è oggetto, cioè per sè noto, per sè intuibile. Iddio | dunque | creò la sussistenza delle cose contingenti nel Verbo |
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il vivere in un modo solamente soggettivo. Il Verbo | dunque | ha vita, prendendo questa parola come oggetto, come |
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come: « « Io sono la risurrezione e la vita »(2) ». Dicendo | dunque | l' Evangelista che nel Verbo era vita, viene a dire che il |
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non è vita in senso proprio, non è vera vita. La vita | dunque | in senso proprio e completo è il sentimento. Ora è da |
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principio d' alcun sentimento, nè per conseguente sarebbe. | Dunque | l' uomo non ha la vita in se stesso. Anche nell' ordine |
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avere vita in se stesso » ». Nella persona del Verbo | dunque | è vita, è sentimento: non si può distinguere in tal persona |
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da qualche cosa di straniero a se stesso. La vita | dunque | è nella stessa persona del Verbo, non le viene data da un |
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che glielo dia, e in dandoglielo possa limitarlo: non vi ha | dunque | alcuna cagione di limitazione, come nelle persone, o più |
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persone, o più generalmente ne' soggetti creati. Nel Verbo | dunque | vi ha vita senza possibilità di limitazione, vita pura, |
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ha detto l' Evangelista che « « il Verbo era Dio » »: se | dunque | egli è Dio, deve avere una vita infinita: se è Dio, e la |
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anche al Figliuolo avere vita in se stesso » ». Parlasi | dunque | d' una vita comune al Padre ed al Figliuolo, o piuttosto |
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partecipano della realizzazione d' un' essenza. Se | dunque | la vita, come essenza (qual viene espressa nell' idea della |
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ed una, e se in Dio l' essenza stessa è realizzata: | dunque | convien dire che la vita che è nel Figliuolo non possa |
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nelle creature sono diverse, e ciascuna ha i suoi gradi. Se | dunque | consideriamo la vita nell' uomo, preso semplicemente nell' |
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secondo il nostro modo limitato di pensare. Dobbiamo | dunque | vedere come ciascuna persona divina concorra per sua parte |
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che amando se stessa, si rende amata persona. L' amare | dunque | la sussistenza divina è comune a tutte e tre le divine |
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e nel Figliuolo e costituente queste due persone: l' essere | dunque | sussistenza divina amata è proprio della terza persona, |
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senza specie, gradi e confini: è la vita sussistente. Se | dunque | ciò che è creato fosse vita, sarebbe Dio; nè si |
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è vita egli stesso, può venirne anco spogliato e morire. E` | dunque | impossibile che l' Evangelista abbia detto che ciò che è |
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può aver natura di principio, ma sol di termine. Non par | dunque | alieno dalla dottrina filosofica e teologica il supporre |
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quali sussiste l' identica vita che nel Verbo. Ma perchè | dunque | preferì di dire che « nel Verbo era vita »? Perchè il suo |
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appartenenza del Verbo, o è creato o increato: se increato, | dunque | è il Verbo stesso; se creato, egli non può essere un' |
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è vita7luce, e la vita è sentimento e quindi realità, non è | dunque | una mera idea. Non è dunque la nuda idea dell' essere |
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e quindi realità, non è dunque una mera idea. Non è | dunque | la nuda idea dell' essere quella vita, di cui parla S. |
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sè amata nello Spirito Santo, onde viene la vita morale. | Dunque | S. Giovanni parla in questo luogo d' una luce compiuta, che |
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un sentimento reale, ma una pura intuizione. Qui non vi ha | dunque | quella « vita che è luce degli uomini ». Di che si deduce |
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non è una mera idea, ma è vita, vita che sta nel Verbo. | Dunque | era loro data una cotal percezione del Verbo, nel che sta |
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innocente, di conseguente prima d' aver peccato. Convien | dunque | dire che l' intendimento dell' Apostolo qui sia quello di |
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« ut gratia Dei pro omnibus gustaret mortem (1) ». Essendo | dunque | Cristo che opera tutto il bene soprannaturale nel corpo de' |
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divino alle cose di cui doveva l' uomo cibarsi. Convien | dunque | riflettere che le operazioni dell' uomo possono essere |
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il primo effetto in queste parole: [...OMISSIS...] . Sono | dunque | queste armi, enumerate da san Paolo, e da lui chiamate |
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la quale conviene ora che noi dichiariamo. Conviene | dunque | considerare che l' uomo col peccato si era reso inutile al |
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dar compimento al suo misericordioso disegno. Egli spiegò | dunque | il mistero della sua eterna volontà cogli avvenimenti. |
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sostenere la vista del giusto nel mezzo di essi. Essi | dunque | dissero e fecero quello che si trovava già scritto molti |
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o insidiatori, gli altri perseguitati o insidiati. Esigendo | dunque | la perfezione della virtù, nel che consiste la grandezza |
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la quale nel bene morale primieramente consiste. Questa | dunque | fu l' opera commessa dal Padre al Figliuolo mandato da lui |
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che costituiscono l' augustissima Triade; non vi ha | dunque | nè pure la forma morale dell' essere, perchè non vi ha l' |
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bene morale, l' assoluta e personale santità. Vi ha | dunque | una volontà personale del Padre che è la spirazione che |
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ma secondo l' ordine logico posteriore. Convien | dunque | dire che la volontà del Padre, di cui parliamo, sia la |
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il getto di questa pel guadagno di quella. Per adempire | dunque | questo mandato, e mostrare il suo amore al Padre (e nell' |
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tu hai amato me sia in essi, ed io sia in essi »(1). » Era | dunque | necessario che il Padre, come giusto, compensasse il |
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citato Salmo, della tua stessa sostanza, ex utero . Ora tu | dunque | decora anche la mia umanità di questa stessa gloria divina |
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che una parte di questa è in altri individui: a lui sembra | dunque | di completare in se medesimo la umana natura, qualora può |
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l' uomo con Cristo, e Cristo è nell' uomo. La morte | dunque | di tutto il genere umano satisfaceva alla divina giustizia, |
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le è conceduta prima della risurrezione dei corpi. Come | dunque | può dirsi col citato libro de' Maccabei, che sembrerebbe |
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bisogno di qualche segno sensibile per esser pensati. Ella | dunque | non ritiene se non l' intuizione immota dell' essere |
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Dio, perocchè il Signore è Dio de' vivi e non dei morti. | Dunque | questi Patriarchi sono viventi. Ma non potrebbero dirsi |
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dirsi viventi, se un giorno non dovessero risorgere. | Dunque | convien dirsi che i morti risorgono ». Questo ragionamento |
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futura resurrezione. Perchè sono vivi? perchè risorgeranno. | Dunque | non sarebbero vivi se non dovessero risorgere. Dunque l' |
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Dunque non sarebbero vivi se non dovessero risorgere. | Dunque | l' anima separata se non fosse destinata a risorgere, se |
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parlando al Padre: « Ego in eis et tu in me (2). » Se | dunque | Cristo è la vita, e se egli è nei suoi discepoli, egli è |
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chi ha la vita non avrebbe bisogno di risorgere. Altra è | dunque | la vita propria degli umani individui, la qual consiste |
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da' sacramenti desiderati. Il sangue di Cristo si dee | dunque | ricevere misto coll' acqua viva della fede, come la farina |
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per la fede viva di esso popolo: l' acqua rappresenta | dunque | il popolo credente, rappresenta l' atto o l' abito della |
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all' eucaristico soprasostanziale alimento. Tornando | dunque | alle citate parole di Cristo [...OMISSIS...] esse si |
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fiet in eo fons aquae salientis in vitam aeternam . » Non è | dunque | a intendersi che non avrà più sete, quasi non voglia più |
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« dedisti ei potestatem omnis carnis (3). » Ogni carne | dunque | è in potere del Figlio, il quale però integra ogni carne |
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sia morto: ma chi ha la vita eterna non è morto. Conviene | dunque | dire che l' uomo possa esser morto secondo una vita, cioè |
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condizioni: « qui credit in me habet vitam aeternam . » E` | dunque | da dirsi che questa fede in Cristo trae seco per natural |
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che darà al mondo una nuova vita immortale ed eterna. Vi ha | dunque | una carne che Cristo abbandona alla morte; ma questa carne |
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perduta la loro vita naturale, la vita del mondo. Io darò | dunque | a morte la mia carne, ma nello stesso tempo darò un' altra |
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altrui la vita: « Ego sum panis vitae . » Cristo può esser | dunque | morto della sua vita naturale, ma non della sua vita |
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inculcano la necessità del battesimo: [...OMISSIS...] Se | dunque | chi non mangia la carne del Figliuolo dell' uomo e bee il |
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simbolo, e adempì la verità di quel concetto profetico. Se | dunque | era nell' antica tradizione, e nell' istinto della natura |
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un solo corpo con esso lui, pure ne partecipasse: questo | dunque | è il cibo soprasostanziale di tutti i santi che ammantano |
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fu potuto profanare nè dal demonio nè dall' uomo. Al frutto | dunque | dell' albero della vita, che nella prima istituzione doveva |
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accepit panem, et gratias agens fregit (2). » Essendo | dunque | questa vita divina, e per sè indipendente dalla carne e dal |
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di Cristo. Il passaggio da questa vita alla futura è | dunque | per costoro una vera risurrezione, e però s' adempie nel |
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dove è egli medesimo. Egli dice [...OMISSIS...] Attribuisce | dunque | alla fede, di cui egli è autore e consumatore (4), non a |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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si può aver la vita in se stessi: [...OMISSIS...] Conviene | dunque | dire che chi ha la fede in Gesù Cristo mangi la sua carne e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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nella fede di Cristo senza poterla ricevere. Convien | dunque | dire, che essi mangino la carne del Figliuolo di Dio e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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figurata nella manna è chiamata pane del cielo (4). Convien | dunque | dire che nel cielo si mangi questo cibo divino. E Cristo lo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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non mangiano, non si nutrono di cibo come gli uomini. Come | dunque | si può dire che Cristo, la carne ed il sangue di Cristo, si |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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improvviso, quando vi apparirà in tutto il suo splendore. | Dunque | avete bisogno di credere tutto ciò, di credere alla vostra |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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al mondo, che è quello della finale risurrezione. Vi ha | dunque | l' eredità immarcescibile conservata in cielo per noi |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dei Patriarchi è Iddio de' viventi e non de' morti. Giova | dunque | dichiarare, quanto a noi è dato, la gradazione di queste |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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suo corpo ed il suo sangue cotesti maravigliosi effetti. E` | dunque | da considerare primieramente, che il supremo principio |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e soggettiva sieno due modi dello stesso ente. Acciocchè | dunque | il Verbo assuma a sè e si congiunga una creatura |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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victoria et triumphus repraesentatur »(4). » Continuandoci | dunque | al discorso precedente, se egli è vero che il principio |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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etiam sacramentaliter ac realiter, anathema sit (1). » E` | dunque | da distinguere fra non battezzati, i quali non ricevono, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Perocchè narra la Scrittura: [...OMISSIS...] Essendo | dunque | il medesimo Cristo in tutti, tutti hanno, per lo Spirito |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ed è la sorgente della ricchezza d'Italia. Non vi sviate | dunque | dietro a speranze di progresso materiale che, nelle vostre |
Doveri dell'uomo -
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un solo Potere uscito dal vostro voto. La patria deve aver | dunque | un solo Governo. I politici che si chiamano federalisti, e |
Doveri dell'uomo -
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avete bisogno di libertà, di Comune e Unità di patria, sia | dunque | la vostra fede. Non dite Roma e Toscana, Roma e Lombardia, |
Doveri dell'uomo -
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La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è | dunque | veramente Patria senza un Diritto uniforme. Non v'è Patria |
Doveri dell'uomo -
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oggetto, nè quest' oggetto solo sarà il pensiero. - Cosa è | dunque | il pensiero? Egli è l' atto col quale il nostro spirito |
Principio supremo della metodica -
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siano l' atto dell' occhio immobile a riguardarli. Egli è | dunque | indubitato che ogni pensiero risulta da due elementi |
Principio supremo della metodica -
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ma questi all' incontro possono variare indefinitamente. Se | dunque | v' ha una legge fissa, secondo la quale lo spirito ascende |
Principio supremo della metodica -
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successivamente allo spirito si rappresentano. Cerchiamo | dunque | come gli oggetti si facciano innanzi allo spirito, e quali |
Principio supremo della metodica -
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più ampie viene di mano in mano ad altre meno ampie. Prima | dunque | apprende la somiglianza estesissima, che forma il genere, e |
Principio supremo della metodica -
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sono rosacei, ma non tutti i rosacei sono rose. Io devo | dunque | tornar da capo cominciando dall' individuo dello Spinalba |
Principio supremo della metodica -
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conosce ancora alcuna classe più estesa di questa. Io devo | dunque | dirgli, che ciò che vede non è un rosaceo, ma che è un |
Principio supremo della metodica -
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che abbraccia sotto di sè classi di varie larghezze. Dovrei | dunque | fargli intendere che de' fruttari ve ne son di più specie: |
Principio supremo della metodica -
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le somiglianze quai confini delle dissomiglianze. | Dunque | il primo è manifestamente il metodo alla natura conforme, |
Principio supremo della metodica -
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dire, in corpo il teorema che si vuol dimostrare. Potrebbe | dunque | la mente intendere l' ultimo teorema saltando via tutti gli |
Principio supremo della metodica -
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generale e che forma il principio supremo della Metodica è | dunque | la seguente: « Si rappresentino alla mente del fanciullo (e |
Principio supremo della metodica -
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preceduto da' pensieri delle due cose singolari. I pensieri | dunque | delle cose singolari sono quelli che somministrano la |
Principio supremo della metodica -
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suo sviluppo, come essere intelligente, incomincia. Convien | dunque | esaminare diligentemente l' indole di questa prima |
Principio supremo della metodica -
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aggiungervi ciò che fa l' intendimento. L' istinto animale | dunque | muove sempre da un gruppo di sensazioni: questo gruppo di |
Principio supremo della metodica -
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che si porta in un oggetto conosciuto. L' intendimento | dunque | prima di tutto percepisce, poi l' uomo opera, cioè vuole |
Principio supremo della metodica -
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della mente, chè questa ancora non le contempla. Or come | dunque | potrà la mente passare a contemplarle e intuirle? Col |
Principio supremo della metodica -
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significa nella maniera più generale l' oggetto; l' ente | dunque | non può esistere senza una mente, nè una mente può |
Principio supremo della metodica -
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quale egli s' accorge, che sussiste un qualche cosa . Vi ha | dunque | percezione tosto che lo spirito ha detta questa parola |
Principio supremo della metodica -
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sua esistenza fino alla riflessione più libera. Cominciamo | dunque | dal considerare il primo modo di perfezionamento, che |
Principio supremo della metodica -
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nella quale ella tiene il modo di agente . Ente e agente è | dunque | il medesimo in questa prima parola, in questa prima |
Principio supremo della metodica -
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ma è tipo d' infiniti individui possibili: ella determina | dunque | una classe o specie d' individui. Chiamo quell' idea |
Principio supremo della metodica -
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al di fuori con segni di esuberante letizia? Avete | dunque | ragione voi, o madri, che aspettate con sì gran desiderio, |
Principio supremo della metodica -
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de' labbri, co' quali egli s' attacca al seno materno, è | dunque | uno de' primi atti del suo istinto sensuale (3). L' istinto |
Principio supremo della metodica -
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dal piacere; il piacere diventa per lui un bisogno. Dopo | dunque | che il bambino si procacciò delle sensazioni coll' |
Principio supremo della metodica -
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tante volte, nasce nell' uomo un' attività: dall' intendere | dunque | deve scaturire un' attività razionale, il moto della |
Principio supremo della metodica -
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durata consistente, come quella che è labile e volubile. Se | dunque | il sentimento e la volizione del fanciullo ha tanto più d' |
Principio supremo della metodica -
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educare il sentimento e la volontà che la ragione. Conviene | dunque | fare in modo che l' animo del bambino si empisca per tempo |
Principio supremo della metodica -
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al soggetto, ma contrapposti al soggetto. Non basta | dunque | che le operazioni intellettive sieno unificate: l' unità |
Principio supremo della metodica -
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superiori ed è solo inopportuna nelle età inferiori. Dico | dunque | che alle intellezioni di primo ordine sconnesse risponde l' |
Principio supremo della metodica -
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riceve sono tra loro slegate, disordinate. Il primo ufficio | dunque | dell' arte dell' educare consiste: nel « regolare le |
Principio supremo della metodica -
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oggetti, quanti pe' sensi gli si presentano (1). Convien | dunque | con una somma pazienza farsi compagno al fanciullo in |
Principio supremo della metodica -
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insieme col secondo anno di sua esistenza. Gli comincia | dunque | la terza età col linguaggio: l' apprendimento de' segni |
Principio supremo della metodica -
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di tutte è quella dell' imaginazione. Se vi potesse esser | dunque | potenza, a cui dovessimo attribuire un movimento |
Principio supremo della metodica -
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per l' assenza dello stimolo. Il metodo pedagogico sarà | dunque | perfetto solo allora che: 1 Non esigerà mai, che il |
Principio supremo della metodica -
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lo stimolo, che muove ad esse l' attenzione umana. Riman | dunque | ancora ad acquistarsi dall' uomo dopo la prima età un gran |
Principio supremo della metodica -
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tornano insieme le memorie e le idee degli oggetti. Divien | dunque | il linguaggio una specie di memoria artifiziale, e giova ad |
Principio supremo della metodica -
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e le idee imaginali, che a quelle s' appoggiano. Egli è | dunque | impossibile l' avere per ciascuna di queste idee un |
Principio supremo della metodica -
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da sè stesso ogni po' di tempo che trascorra: egli porge | dunque | una nuova idea imaginale: basterebbe che a quel cavallo |
Principio supremo della metodica -
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avere un nome nuovo il suo tipo, la sua idea piena. E` | dunque | impossibile che i vocaboli significhino tali idee imaginali |
Principio supremo della metodica -
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le une e le altre, come noi facemmo osservare (1). Convien | dunque | considerare che non v' ha nè pur un sol vocabolo nella |
Principio supremo della metodica -
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un genere più lato formando un genere meno esteso. Convien | dunque | assicurarsi che il fanciullo, nell' uso de' vocaboli, sia |
Principio supremo della metodica -
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esclude qualsiasi altro pensiero. La bianchezza esprime | dunque | un modo d' astrazione più perfetto del sostantivo bianco . |
Principio supremo della metodica -
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della volontà col desiderio di esso. - La terza età | dunque | è altresì quella, nella quale ha la sua nascita il |
Principio supremo della metodica -
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gli oggetti buoni, e discernerli dai cattivi. Quivi | dunque | l' attività della volontà trova uno spazio immenso dove |
Principio supremo della metodica -
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» ed altri libri fatti sullo stesso pensiero. Quest' è | dunque | il tempo nel quale si può esercitare il giovane a |
Principio supremo della metodica -
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per un elemento comune a minor numero di oggetti: quelli | dunque | contengono un' astrazione maggiore di questi. Per esempio, |
Principio supremo della metodica -
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è il concetto d' un filosofo, nè si deve pretendere. Devesi | dunque | prendere quel concetto infantile o per dir meglio proprio |
Principio supremo della metodica -
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del vegetabile per la mente del nostro infante sarà | dunque | « ciò che è piantato in terra e che cresce ». L' astratto |
Principio supremo della metodica -
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correggano nelle sue difettose tendenze. Non vi ha | dunque | dubbio, che l' educazione deve avere la sua parte positiva; |
Principio supremo della metodica -
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impossibile, ma ciò solamente, ch' egli può dare. Convien | dunque | sapere, che cosa il fanciullo possa dare in ciascuna età: |
Principio supremo della metodica -
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poi tiene dietro ne' suoi passi all' intendimento. Sarebbe | dunque | cosa irragionevole il pretendere dal fanciullo, che egli |
Principio supremo della metodica -
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impari da lui lo sgraziato discepolo. Il fanciullo devesi | dunque | sempre considerare come un essere morale, perchè è sempre |
Principio supremo della metodica -
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intelletto, non ha che una esistenza soggettiva. Vi avrebbe | dunque | nel bene percepito dal fanciullo un elemento soggettivo |
Principio supremo della metodica -
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gran finezza dice che il bambino [...OMISSIS...] . Se noi | dunque | vogliamo raccogliere da tutto ciò qual sia la virtù morale |
Principio supremo della metodica -
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benevolenza, lo dicemmo già, non è che il bene. Qual è | dunque | il bene che può esser noto al bambino non arrivato più in |
Principio supremo della metodica -
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di bene, che dirige poscia tutti i suoi affetti. Egli | dunque | ritrova e riconosce il bene in tutto ciò, da cui gli |
Principio supremo della metodica -
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diverrà assai facilmente un uomo virtuoso. Noi faremo | dunque | qualche riflessione primieramente sulla maniera di far |
Principio supremo della metodica -
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percezione, ma ancora con quella della fede . Le persone | dunque | che educano o che semplicemente parlano al bambino potranno |
Principio supremo della metodica -
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sopra. Ora ci basta di chiedere: Perchè non aiutiam | dunque | gli avviamenti di questa natura? Perchè non ci facciam |
Principio supremo della metodica -
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gli avviamenti di questa natura? Perchè non ci facciam | dunque | discepoli alla providenza che ha costituita la natura? |
Principio supremo della metodica -
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posto dalla natura nel seno dell' anima umana? Perchè | dunque | ve l' ha posto? Per contenere, anche mediante il timore d' |
Principio supremo della metodica -
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di quest' essere ottimo massimo; e non da altro. Escluso | dunque | ogni timore fantastico e procurato al nostro tenero |
Principio supremo della metodica -
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passioni, e per male quello che è ad esse contrario. Se | dunque | sono insorte le passioni nel bambino ed egli perciò non si |
Principio supremo della metodica -
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dipende sovente da quegl' ignorati cominciamenti. Come | dunque | convien talor prevenire, talor far resistenza alla |
Principio supremo della metodica -
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a quel volto femmineo che prima a lui ride. Ella è | dunque | universale la disposizione che ha il bambino alla |
Principio supremo della metodica -
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ove s' aspetti il compimento di questo discorso. Esaminando | dunque | il valor morale de' due amori da noi distinti, convien fare |
Principio supremo della metodica -
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uno de' primarŒ fonti della depravazione umana. Lasciando | dunque | da parte le affezioni meramente sensuali e sentimentali, |
Principio supremo della metodica -
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età il fanciullo, comincia a concepire l' idea di Dio: | dunque | egli può altresì volgergli amore, o più tosto non può non |
Principio supremo della metodica -
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società, delle nazioni che dell' umanità intera (2)? Se | dunque | abbiam già fatto conoscere al nostro fanciullo il valore di |
Principio supremo della metodica -
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è inintelligibile e per ciò stesso insopportabile: chiudano | dunque | qui gli orecchi quanti non hanno ne' lor sentimenti tanta |
Principio supremo della metodica -
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Dio: e però essi non s' atterriscono a consultarla. Veggano | dunque | in qual maniera questa legge determini gli affetti de' loro |
Principio supremo della metodica -
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questa di limiti, cui quella rompe e trasporta. La natura | dunque | inclina l' uomo ad amare i suoi genitori; non tanto ad |
Principio supremo della metodica -
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(3), ed è buon cambio verso a sensuali tenerezze. L' amore | dunque | verso i genitori vien migliorato inserendo in esso l' onore |
Principio supremo della metodica -
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comando che in esso dee esistere l' amore : non dee essere | dunque | nè un amore puramente esterno e materiale, nè un onore |
Principio supremo della metodica -
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loro genitori, come pure di tutti gli altri uomini. Mi sia | dunque | permesso di dire che ogni usurpazione torna in danno di chi |
Principio supremo della metodica -
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il farli celeremente gli uni agli altri succedere. Sarebbe | dunque | impossibile il determinare in un trattato del Metodo, a |
Principio supremo della metodica -
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a determinare il tempo se non per approssimazione. Quando | dunque | diciamo che col secondo anno comincia la terza età del |
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e di sentimento precedentemente a loro. Le intellezioni | dunque | del second' ordine si dividono in due classi: I Classe |
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altra volta era buono al mio palato e al mio stomaco; | dunque | ciò che vedo è buono al mio palato e al mio stomaco ». E` |
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come vedremo nelle sezioni seguenti. Or quali sono | dunque | gli oggetti, che l' uomo viene a conoscere colle operazioni |
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moltitudine di cose sotto un certo rispetto uguali. Vediamo | dunque | per quali passi lo spirito si forma i concetti delle |
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effettivamente a lavorarsi e comporsi quelle idee. Egli è | dunque | questo che a noi conviene ora investigare. Egli è certo |
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dei numeri, renderà la dottrina più lucida. Egli è | dunque | evidente, che pei numeri tre, quattro, cinque e tutti gli |
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totale che all' unico soldato ch' egli mise da parte: può | dunque | ripetere la stessa operazione e cavar dalla frotta, che |
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veduto ciò che contemplavo in quella idea ». L' idea | dunque | della pianta è la regola che seguo in formando questo mio |
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suo spirito che fa di sè nuove manifestazioni. Noi dobbiamo | dunque | tener dietro a queste manifestazioni, a queste espressioni |
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vogliamo ora fare nel terzo di questi ordini. Quali sono | dunque | le regole morali del bambino giunto al terz' ordine d' |
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ordinata; o vero mal formata e mal ordinata. La condizione | dunque | delle regole morali, ch' egli si forma, dipende dalla |
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dee condurlo ad un contegno composto e regolato. Egli è | dunque | un errore l' applaudire a ciò che v' ha di ridicolo nelle |
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delle sue intellezioni e continua cogli altri. Giunto | dunque | al terz' ordine già in possesso del linguaggio, di questa |
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la credulità e l' ubbidienza del bambino nascono | dunque | dal bisogno, ch' egli sente di rendersi uniforme colle |
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sua tendenza ad esser rispettoso e benevole è universale. | Dunque | nell' essere intelligente, nel fondo della natura, trovasi |
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altre riflessioni esigono sui nessi delle cose: intende | dunque | il nome indeclinato e il verbo nel suo infinito e ne' |
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nelle quali il verbo è ancor nome ma esprimente azione. Chi | dunque | è arrivato al terz' ordine non potrà intendere se non quei |
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dee sollevarsi, e nel caso nostro è il quarto. Si dovrà | dunque | cercare di comporre il discorso che si fa a' bambini di |
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aggiungere sempre un' unità alle cose numerate. Egli ripete | dunque | la stessa operazione, e la segna con un numero nuovo. |
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questi pure da ragioni esteriori (1). Noi vogliamo | dunque | restringerci per ora ad osservare la moralità del bambino |
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ancora pel suo intelletto e per la sua volontà. Ma onde | dunque | avviene che moltissimi altri atti del bambino appariscono |
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suo concetto diventano una cosa sola con essi. Egli vuole | dunque | gli oggetti: il suo operare è sempre oggettivo: ma questi |
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che sarebber suoi proprŒ, s' egli lo sapesse. Convien | dunque | distinguere i piaceri e i dolori percepiti in se stessi, |
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forma dalla concezione e dall' intenzione di chi opera. Se | dunque | l' intenzione del bambino concepisce i dolori e i piaceri |
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abbiam percepiti e continuamente ci percipiamo. Applichiamo | dunque | per analogia all' operar del bambino, quanto avviene nell' |
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le intellezioni del terz' ordine. All' uopo nostro basterà | dunque | che facciamo osservare, che tutte le intellezioni di quest' |
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età precedente il fanciullo conobbe il numero due. Sembra | dunque | che di due cose egli potrebbe a questa età ravvisare la |
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l' IO non è un sentimento, è una coscienza. Or, come | dunque | e quando si forma l' uomo quella coscienza di sè stesso che |
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un sentimento sostanziale, il quale sentimento è egli. Sono | dunque | uniti il sentimento sostanziale e l' essere che risplende |
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che non ha la coscienza di essere intelligente. Acciocchè | dunque | arrivi a formarsi una tale coscienza, conviene che il |
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essere, illumini e vegga se stesso nell' essere. Convien | dunque | che cavi da sè un atto nuovo, non datogli dalla natura, ma |
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opera che a far gli rimane se vuol percepire se stesso. Se | dunque | tutto ciò che cade nel suo sentimento è in luogo da poter |
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del modo onde ne abbiamo spiegato l' origine. E` | dunque | questo primo IO « il sentimento sostanziale operante che |
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dell' esistenza sopra sensibile delle cose. Egli è | dunque | necessario alla mente il linguaggio, acciocchè ella possa |
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niente potesse resistere alle sue forze. [...OMISSIS...] E` | dunque | l' esperienza quella, che nella mente del fanciullo va |
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a dar fede a ciò che egli credesse assurdo. Egli non crede | dunque | assurdo che gli oggetti abbiano certe virtù e facoltà che |
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e mostra in sè la possibilità universale. Sino a tanto | dunque | che il bambino non ha altra regola de' suoi giudizŒ, se non |
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quest' universo è l' effetto di qualche cosa di costante; | dunque | continuerà ad avvenire ». Qualche cosa di simile vien |
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di possibilità assoluta, il bambino dice la verità. Se | dunque | altri gli afferma di poter volare, egli crede di non essere |
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più sono ristrette, portano un' incredulità maggiore. Vi ha | dunque | un' incredulità che nasce dall' ignoranza, cioè da opinioni |
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egli tuttavia scuote il capo e non mi dà retta. Egli | dunque | pena oltremodo a credere certe cose del tutto vere, che |
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del tutto vere, che sono credute dai dotti: l' incredulità | dunque | del rozzo è sotto un aspetto maggiore assai che non sia |
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assai che non sia quella dello scienziato. Comincia | dunque | l' uomo con una credulità universale circa le azioni degli |
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facile e piacevole, ora a cosa ardua e dolorosa. Sebben | dunque | il bambino sia inclinato parte ad uniformarsi all' altrui |
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L' osservò già una madre. [...OMISSIS...] La moralità | dunque | del quarto ordine si manifesta colla coscienza; ma sarebbe |
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più diligentemente osservati dall' istitutore. Cominciamo | dunque | dall' osservare che: Le volizioni appreziative sono quelle, |
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vedemmo, che solo al quart' ordine comincia il paragone; | dunque | al quart' ordine solamente può farsi quell' atto della |
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dei rinforzi e degli amminicoli, che la sostengono: ella | dunque | soggiace ad un progresso e ad un cotale sviluppamento nell' |
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Questo fatto venne già notato: [...OMISSIS...] . Credenza | dunque | produce credenza; ubbidienza produce ubbidienza nel |
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loro origine dal significato improprio e vago delle parole. | Dunque | al fanciullo una cognizione profonda della lingua |
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[...OMISSIS...] . L' azione, il far loro fare le cose è | dunque | il migliore mezzo per farle loro apprendere e per saldarle |
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ciascuna parte di cui le lettere si compongono. Vi ha | dunque | un progresso d' analisi, di cui deve fare uso il savio |
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e temperare l' attenzione del fanciullo a suo grado. Vi ha | dunque | bisogno di un metodo di lettura e di scritto uniti in un |
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può formarsi una distinta idea del numero tre. Come | dunque | l' aritmetica dell' età precedente dovea fermarsi a |
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la frivolità de' fanciulli ha la stessa origine. Si dee | dunque | anzi cercare una associazione assennata che una |
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e già questo solo non è un affare leggiero. Gioverà | dunque | per ispianare la strada, che qui passiamo in revista le |
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come intellezioni elementari, le conseguenze (1). Convien | dunque | che il savio istitutore sappia accortamente osservare, e |
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alla mente, la vita rispondere al cuore. Se la mente | dunque | si conforma all' ordine oggettivo delle cose, se si ha in |
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benevolo produce l' universalità della vita buona . Si dee | dunque | educare la mente del fanciullo a riconoscere tutti i nessi |
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dall' idea di Dio essere essenziale. L' unità di Dio dee | dunque | rendersi dominante nella mente del fanciullo: a Dio come a |
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cose in Dio colla maggior generalità possibile di parole è | dunque | la maniera più facile e il primo grado del far sentire e |
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è quello che unifica questa categoria di cose. Sarà | dunque | assai bene che si faccia considerare al fanciullo in tutte |
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che la natura stessa insegna ad esercitare. Chi abusa | dunque | della credulità fanciullesca, che è conseguenza della |
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e difficilissimi ad adempirsi: di questo dobbiamo | dunque | noi ora parlare: riprendiam da principio il ragionamento. |
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ch' egli ha, di conoscerla per bona e stimabile. Si dee | dunque | da noi esaminare questi due punti importanti, si dee |
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questo è del tutto superiore al suo sviluppo. Converrà | dunque | ricorrere ai dati estrinseci, su' quali giudica il |
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stimoli de' bisogni, che a ciò far la sollecitano. Veniamo | dunque | ora ad esporre alcuni cenni anche sullo sviluppo, che fa la |
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passo lo farò all' ordine seguente: nel sesto comincerà | dunque | nella mente del fanciullo l' idea distinta dell' |
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con ciò anco figlio della sua coscienza morale. Il rimorso | dunque | coll' atto dell' imputazione si amplifica, s' integra, |
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l' uomo non avea per ancora la coscienza di sè stesso. Era | dunque | il soggetto uomo, qual soggetto morale, che da una parte |
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razionale. Ma nel quint' ordine oggimai può farlo. Come | dunque | lo farà egli? Egli è indubitato, che egli intenderà di |
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ma alle suggestioni della volontà, che il corrompe. Se | dunque | la benevolenza del bambino s' è lasciata divenire esclusiva |
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ed eccellenza dell' ente intellettivo beneficante. Vedesi | dunque | qual sia il principio morale del fanciullo a questa età: |
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che misura i gradi di quella esigenza morale. La prima | dunque | era una norma, che potea dirsi concreta , perocchè era |
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della natura, non avvi dubbio di sorta. La vocazione | dunque | dell' uomo, dell' umanità, diviene da quell' ora più |
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bene si è il vero, e il cui proprio male si è il falso. | Dunque | il mentire è peccato e la veracità è dovere ». Da questa |
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di lui gli esseri reali. Questa forma di moralità potrebbe | dunque | venire espressa così: « fa ciò, che ti mostra dover tu fare |
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sono i tre modi, ne' quali l' essere sussiste. Il fanciullo | dunque | al quint' ordine d' intellezioni tocca si può dire tutta la |
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non fosser piacevoli gli stessi oggetti, ch' ella presenta? | Dunque | non è solo l' attività come attività la cagione perchè il |
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oggettiva (2), e del soggetto interamente obliviosa. Se | dunque | l' imaginazione, che si spiega nel fanciullo, non |
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dell' esperienza e delle cognizioni in lui crescenti. Egli | dunque | prende degli errori anche per questa via, per la quale si |
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ancora le altrui osservazioni: [...OMISSIS...] . Basta | dunque | un solo fatto, ed il fanciullo giudica degli altri, che |
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a determinare le forme e le leggi della società. Con ciò | dunque | noi supponiamo, che vi sia un' altra parte di giustizia |
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la sua sfera e quindi si ha la pace fra gli uomini. Vi ha | dunque | un Diritto extrasociale ed un Diritto sociale. L' ufficio |
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diritto al fine dell' associazione nella quale si unisce; | dunque | ha diritto altresì alla forma regolare di essa associazione |
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pure è instabile e momentanea l' obbedienza. Ad ottener | dunque | che una moltitudine di uomini obbedisca ad un solo od a |
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l' obbedire stesso è un riconoscere tale autorità. L' idea | dunque | di dovere, che è un' idea morale, va ad essere il legame di |
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finalmente un' autorità suprema ed anche una forza suprema: | dunque | è impossibile di levare dalla società il caso in cui non si |
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che non di ciò che possano gli altri contro di lui. Egli è | dunque | necessario di ricorrere sempre in fine del conto, per |
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d' avere in mano la forza, perchè non ne abusino. Sia pur | dunque | per molti alquanto strano, pure egli non cessa d' essere |
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maggiorità dei cittadini tiranneggiare la minorità. Egli è | dunque | evidente, che ogni disposizione governativa per esser |
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di tutti e in tutti casi contro l' umana tristizia. E` | dunque | da ritenersi come cosa dimostrata che a tutte le |
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minorità, o della parte debole o di tutto il corpo sociale. | Dunque | fra tutte le cose quella della massima importanza per la |
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Non più di quello che il popolo sa volere. Per conoscere | dunque | che cosa ottenga una rivoluzione conviene vedere che cosa |
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atti abbandonata puramente alla sua coscienza. Essendosi | dunque | in parole proclamata la libertà, è rimasto l' assolutismo |
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Stato, cause gravissime e talora difficilissime: debbono | dunque | queste essere riserbate alla suprema corte di giustizia che |
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e proporzionato alla popolazione dello Stato. Converrà | dunque | fissare la proporzione che deve osservarsi fra il numero |
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o che non si era a sufficienza spiegata. Domandando | dunque | attenzione per ispiegarsi meglio, cominciò dal dimostrare, |
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gli uomini indistintamente, sieno benestanti o no, che | dunque | la Società Civile ha l' obbligo di mantenere i suoi membri |
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beneficŒ, e non debiti che fossero a lor pagati. 1) Se | dunque | fin qui i proprietari non ebbero che un dovere d' umanità |
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succiano gli umori vitali dal tronco della società. Non è | dunque | utile tale società che sovverte l' ordine della natura, che |
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al doppio fine che sieno conservati ed accresciuti. Egli | dunque | aggiunge bensì qualche cosa allo stato di natura in cui si |
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il quale lo difende e lo aiuta al bene degli uomini. Egli è | dunque | un grande errore, sebbene frequente, quello di non vedere |
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un fine è quello di ottenerlo colla menoma azione. Egli è | dunque | un' insensatezza degli uomini moderni lo sforzo di |
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quale non si potrà più rompere, e si dovrà temere. Egli è | dunque | meglio per tutti egualmente gli uomini, ma specialmente per |
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ma in tal caso la declamazione va contro le ricchezze: or | dunque | queste si dovrebbono distruggere ed annientare. E` egli |
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Se un proprietario amministra male il suo, chi potrà | dunque | rimprocciarlo? Egli fa male, ma solo a sè stesso, e tale |
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la somma di tutte le modalità insieme raccolte. Restava | dunque | di vedere come tal principio si potesse ridurre alla |
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nissuno violi in lui questi due sacri diritti. La difesa | dunque | dei medesimi è l' unica modalità che si possa pensare ad |
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secondo le pubbliche disposizioni sanitarie: quelli | dunque | che hanno diritto che la loro sanità si conservi nel |
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di nuova forza; ed ogni nuova forza può nuocere 1). Non è | dunque | lo scopo della società civile, nè può esserlo, difendere i |
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giacchè del suo non hanno onde mantenersi; essi non danno | dunque | alla patria che quanto dà il mercenario al padrone al cui |
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proporzionale a quella modalità che ei porta in comune. Or | dunque | l' uomo non libero non ha nessuna modalità da mettere in |
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società, la quale era ciò che li rendeva cittadini. 2) Fece | dunque | osservare che la prima base della società era che ogni |
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dei proprŒ diritti, ma ciò facevano i loro padroni. Se | dunque | si facesse che i servi entrassero nell' amministrazione |
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diritto che nello stato di natura non avevano. Il passaggio | dunque | dallo stato di natura allo stato di società civile non si |
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mantenimento, senza chiamare altri in aiuto. La esistenza | dunque | dei mercenarŒ è precaria, e dipendente dalla volontà di |
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a forza lavoro, se quelli nol facessero a volontà. Vero è | dunque | che i mercenarŒ non sono al tutto alla condizione dei |
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più lontano, e non può venire meno il suo movimento. Egli è | dunque | contro questa legge di perfettibilità che andrebbero gli |
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dei mercenarŒ è utile, come abbiamo veduto, ai benestanti: | dunque | oltrechè sarebbe stolto distruggerlo, e di una stoltezza |
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di ciascun membro della Società civile. » Non poteva | dunque | rifiutarsi l' Assemblea dall' ammettere tal principio, se |
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commercio sono di somma utilità ai possessori delle terre: | dunque | questi quando anco potessero abbandonarli non lo faranno |
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delle terre somministrando le materie prime? Le arti | dunque | ed il commercio vennero ad esistere mediante una loro |
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mediante il lavoro ch' essi fecero della medesima. Come | dunque | il benestante dipende dalla terra per cavare della |
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la misura del prezzo più acconcia di tutte. Valutiamo | dunque | il prezzo delle cose in danaro, o per dir meglio |
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consideriamo la valutazione loro nel fatto. Quali sono | dunque | gli elementi che costituiscono questo prezzo, o questa |
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mediante un' equa convenzione. 1) La Società civile | dunque | è una specie di convenzione generale riguardante tutti gli |
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riconosciute esser quelle che la Commissione propose. Or | dunque | si tratta di formare la società sopra queste basi. Ma |
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dovesse considerarsi come un gittamento di dadi? Bisogna | dunque | vedere fino dove si estende l' obbiezione, che il formare |
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assai male conseguenze trarrebbero seco. Or via, qual' è | dunque | la forza dell' obbiezione? Ella sta in questo; che |
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essere da questo esempio intimamente connessa. L' equità | dunque | si può dire che non sia se non se la giustizia in pratica; |
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si potrebbe ottenere senza aver fatto la giustizia. E` | dunque | un dovere della legge naturale la formazione della |
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dei diritti era cosa appartenente all' utilità : giustizia | dunque | ed utilità erano i due scopi suddetti della società che si |
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umana dignità il primo più necessario ancora del secondo: | dunque | i due poteri che presiedevano a questi scopi erano supremi |
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in tutti e due questi modi contemporaneamente: la società | dunque | degli uomini non può che avere anch' essa due modi di |
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le stesse forze, e reagiscono in tutte le direzioni: fa | dunque | bisogno di regolarizzarle perchè non la turbino, e questa |
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dalla rigorosa giustizia non sarebbe la menoma: non sarebbe | dunque | equa tale arbitraria esclusione. In conferma del secondo |
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due voti; mentre non è che un solo essere morale. Non è | dunque | possibile che un uomo deleghi un altro a dare il voto per |
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del proprio giudizio e non quello dell' altrui; egli è | dunque | necessario che ciascuno che dà il voto lo dia da se stesso; |
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a cui delle due parti appartenga il diritto conteso. Se | dunque | il Tribunale non altera punto le relazioni naturali degli |
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cioè che dalla parte dei figli non ha coazione reattiva. Se | dunque | viene istituito il Tribunale per tenere nei suoi doveri gli |
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tempo dell' agitazione, e contenerli dagli eccessi. Egli è | dunque | conforme alla natura della cosa che i voti dei figliuoli |
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raffrenati con una legge morale, ma non giuridica. Imitate | dunque | l' autore della natura. Potrete anzi non imitarlo? avrete |
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non ve n' ha alcuno di cui essi non possono abusare. E` | dunque | da osservare diligentemente qual sia la natura delle |
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totalmente diverso dalle prime. Le instituzioni false | dunque | nascono allorquando si contorcono le instituzioni |
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e minori di numero dei casi in cui non abusano: questi casi | dunque | particolari di abuso non danno diritto alla società civile |
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delle instituzioni preventive e repressive . Ad ovviare | dunque | gli abusi dell' autorità paterna e maritale debbono |
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padri ed ai mariti la legge naturale per moderarlo. Egli è | dunque | inconveniente e contro la natura delle cose stabilire che |
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egli vuole il suo servo che si rimane d' esser servo. Se | dunque | è assurdo che l' autorità umana intervenga nei diritti fra |
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si cauteli contro la propria azione, la propria azione | dunque | è diversa dall' azione con cui si cautela, e questa viene |
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questa perciò non debbe nè mutar nè distrugger quella. Se | dunque | volendo dare la costituzione ad uno Stato si propone per |
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a fare od a riformare la costituzione dello Stato. Voi | dunque | dovete esaminare con diligenza l' opinione di questi |
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dare al medesimo una prova di qualche valore. Già che | dunque | si tratta d' un calcolo di estrema difficoltà per li molti |
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le stesse cose e subiscono le stesse tentazioni. Oltre | dunque | il dubbio che può ragionevolmente cadere sul grado di forza |
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sapere di certo se si sia andati avanti o indietro. Dovendo | dunque | voi fare una mutazione di cui l' esito vi fosse incerto per |
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civile una rappresentazione conveniente e possibile. » | Dunque | un tal diritto che ricevono i membri della società civile |
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ciò non sarebbe che un atto di tirannia. La dichiarazione | dunque | dei diritti naturali dell' uomo fatta dall' autorità civile |
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che li ha dichiarati, infallibile. Il potere civile | dunque | non debbe già arrogarsi di essere l' autorevole maestro |
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società civile è formata: questo è quel fiat che la crea. | Dunque | essa è in necessità di dichiarare imprescrittibile questo |
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titolo la perfezionatrice della giustizia. Proseguiamo | dunque | lo sviluppo del medesimo piano, torniamo all' ipotesi della |
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interessato nella causa. Ciascuna Assemblea inferiore | dunque | aveva essenzialmente ed imprescrittibilmente i seguenti |
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di tutti potessero avere contemporaneamente luogo. Essa | dunque | credette, che si potessero ottenere le deviazioni menome |
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che la sua Amministrazione era pessima. Se ne instituisce | dunque | un' altra, ma ben presto, atterrata anche questa, ne sorge |
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che può solo dar luogo al Tribunale politico, si esige | dunque | non solo che i Principi sieno retti e buoni, ma ben ancora |
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cui gli uomini vogliono che sia resa loro giustizia; egli è | dunque | la causa movente della giustizia privata nello stato di |
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ingiuria i suoi simili, e in essi la comune ragione. Era | dunque | necessario che si pensasse di riunire insieme le forze |
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della ragione comune è lo scopo della società civile: ella | dunque | viene formata dalle due parti necessarie per ottenere tale |
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proteggere la ragione comune e non lo farebbe. Che cosa è | dunque | necessario per assicurarsi quanto è più possibile che il |
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politico? Per tutti quelli che possono essere offesi. | Dunque | tutti quelli che possono essere offesi, e che entrano nella |
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in comune, e per i quali l' Amministrazione può mantenersi. | Dunque | nell' Amministrazione non può aver voto che chi possiede di |
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come la civile il danaro è quasi indispensabile. Egli è | dunque | naturale che nella Società civile si passi ben presto a |
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quello che risulta dal mantenimento delle persone. Lo scopo | dunque | dell' affezione nella Società domestica sono le persone |
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o certo in ultimo per un' aperta violenza. Egli è | dunque | falso ciò che vien comunemente creduto, che il governo |
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la necessità del rimedio era pure da tutti sentita: v' era | dunque | la disposizione degli animi a ricevere ciò che si |
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stati per gli principŒ dichiarati loro nemici: non restava | dunque | ai nobili che di lasciar la preda delle lor proprietà, e di |
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di quanto andasse debitore a questa forza. Si considerino | dunque | i progressi della Società nella Francia; e si vedrà, che |
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e non garantito per mancanza della proprietà. Che cosa | dunque | succederà? Se le persone governanti vengono prese in |
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Inglese dice [...OMISSIS...] Così l' Inghilterra | dunque | come gli altri stati d' Europa vide i piccoli proprietarŒ |
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che pur nel governo politico non erano rappresentate. Non è | dunque | da chiamar generoso il partito preso di difendere a tutto |
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riflessione portata sulle sue conseguenze. Il Sig. Raynal | dunque | con insegnare l' aumento indiscreto della popolazione |
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per impossessarsi quindi delle proprietà. I principii | dunque | del Sig. Raynal menavano appunto ai furti politici, contro |
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sociale per li selvaggi di cui non hanno bisogno. Scrivendo | dunque | per gli altri uomini tutti come sono, noi veggiamo per un |
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politico debbe fondare l' organizzazione della società. Or | dunque | crederassi di evitare a questo supposto disordine col dar |
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le occasioni che si presentano alla medesima. Non basta | dunque | per render ragione dei mali che avvengono al mondo |
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sempre avvenire che le forze altrui l' abbandonino. Egli è | dunque | una cattiva costituzione quella nella quale nessuno ha |
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come pure è priva di timore d' essere soverchiata. Ella | dunque | è priva di quella tentazione d' assalire l' altrui che |
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l' altrui che nasce dal bisogno di difendere il proprio. Ha | dunque | una tentazione di meno: una occasione di meno da far male: |
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tentazione di meno: una occasione di meno da far male: è | dunque | questa la costituzione da preferirsi. In tutta l' Europa vi |
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[...OMISSIS...] Nella mutazione della prima stirpe ebbe | dunque | influenza l' abilità personale, giacchè il Prefetto del |
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generale, non era più un semplice beneficio. La nazione | dunque | risentendosi di queste conseguenze doveva cercare di porre |
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questa conviene provare che v' abbia il titolo. Supposta | dunque | l' occupazione un buon titolo, il capitano della nazione |
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e la sua impresa fosse diretta con unità. La proprietà | dunque | delle terre conquistate apparteneva alla nazione |
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era naturale, che lo ricevesse dal suo capo. La incombenza | dunque | e il diritto di questo capo era di governare, di metter |
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già fossero state sue egualmente tutte le altre. La legge | dunque | che ora parla di una proprietà del principe sulla porzione |
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poco fa erano gl' inimici che avete distrutti. Non trovo | dunque | alcun mezzo perchè voi conserviate il presente stato |
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come un premio dell' obbedienza di quest' ordine. Voi tutti | dunque | che riceverete la vostra porzione di proprietà lasciate |
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di perderla dall' istante che ricusaste difenderla. »1) E` | dunque | evidente che l' instituzione feudale non è che un' |
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nazione verrebbe in pericolo di perire. Ella non può esser | dunque | la costituzione feudale una costituzione stabile; poichè |
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da Nitardo che questo trattato fu fatto dalla nobiltà. Fino | dunque | che il principe poteva esercitare con libertà il diritto |
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credere ch' egli sia il proprietario delle terre. Dipende | dunque | solo dall' indole del principe, e dalle circostanze che gli |
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difendere sè stessi, cioè di conservarsi e di ampliarsi. Or | dunque | nella società umana come vi sono due specie di diritti, |
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ad un mezzo inserviente alla difesa dei proprŒ diritti. Or | dunque | il potere politico viene come strappato e tirato da due |
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cattiveria: la quale ora è più grande ed ora è più piccola: | dunque | la minorità non viene già interamente distrutta, ma viene |
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necessario per l' amministrazione della giustizia? Non già. | Dunque | fino che i membri dell' amministrazione debbono anche esser |
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dalla loro ricchezza e povertà. L' amministrazione perfetta | dunque | non si può ottenere se non si divide da essa tutto ciò che |
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stesse si mettono in circolazione come cambiali. Si ha | dunque | ragione di gridare contro al materialismo che corrompe i |
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un' autorità suprema, ed anche una forza suprema: | dunque | è impossibile di levare dalla società il caso in cui non si |
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che non di ciò che possan gli altri contro di lui. Egli è | dunque | necessario di ricorrere sempre in fin del conto per trovar |
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d' avere in mano la forza, perchè non ne abusino. Sia pur | dunque | per molti alquanto strano, pure egli non cessa d' esser |
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maggiorità dei cittadini tiranneggiare la minorità. Egli è | dunque | evidente, che ogni disposizione governativa per esser buona |
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dubbio, e di dare all' equità una base costante: egli è | dunque | questo Tribunale che i popoli colle loro inquietudini |
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sdegno onde mirasi il delitto di lesa umanità. Egli è | dunque | il caso in cui gli uomini si troveranno tutti uniti, non |
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Ciascuno si riconoscerà debile contro di tutti: tutti | dunque | saranno interessati non più ad assalire la proprietà di |
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è l' unico officio del Tribunale di cui parliamo. Egli è | dunque | evidente che il secreto di stato, qualunque sia l' opinione |
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in due rami, divisi secondo i detti due offici. L' officio | dunque | di giudicare commesso ad un apposito Tribunale sarebbe un |
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cioè a dire rappresenta gli amministrati: essi non possono | dunque | esser giudici perchè sono parti, e lo scopo del Tribunale |
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l' amministrazione come più a sè torna conto: egli è | dunque | una divisione di amministrazione che nasce, e una divisione |
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gli unici sostegni del politico Tribunale. Non convien | dunque | fare di questo Tribunale la proprietà di alcuna famiglia, o |
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sono divisi ed assegnati in particolari proprietà. Ognuno | dunque | ha diritto di vivere solo nel caso che non venga lesa |
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vanno a perire, i quali hanno pure diritto di esistere. Chi | dunque | infrange la legge della proprietà per principŒ cospira alla |
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di una figliuolanza che non hanno il potere di nutrire, è | dunque | dannosa alla società. E ponendo essi al mondo una |
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a determinare le forme e le leggi della società. Con ciò | dunque | noi supponiamo, che vi sia un' altra parte di giustizia |
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la sua sfera e quindi si ha la pace fra gli uomini. Vi ha | dunque | un Diritto extrasociale ed un Diritto sociale. L' ufficio |
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diritto al fine dell' associazione nella quale si unisce; | dunque | ha diritto altresì alla forma regolare di essa associazione |
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pure è instabile e momentanea l' obbedienza. Ad ottener | dunque | che una moltitudine di uomini obbedisca ad un solo od a |
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l' obbedire stesso è un riconoscere tale autorità. L' idea | dunque | di dovere, che è un' idea morale, va ad essere il legame di |
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finalmente un' autorità suprema ed anche una forza suprema: | dunque | è impossibile di levare dalla società il caso in cui non si |
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che non di ciò che possano gli altri contro di lui. Egli è | dunque | necessario di ricorrere sempre in fine del conto, per |
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d' avere in mano la forza, perchè non ne abusino. Sia pur | dunque | per molti alquanto strano, pure egli non cessa d' essere |
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maggiorità dei cittadini tiranneggiare la minorità. Egli è | dunque | evidente, che ogni disposizione governativa per esser |
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di tutti e in tutti casi contro l' umana tristizia. E` | dunque | da ritenersi come cosa dimostrata che a tutte le |
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minorità, o della parte debole o di tutto il corpo sociale. | Dunque | fra tutte le cose quella della massima importanza per la |
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Non più di quello che il popolo sa volere. Per conoscere | dunque | che cosa ottenga una rivoluzione conviene vedere che cosa |
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atti abbandonata puramente alla sua coscienza. Essendosi | dunque | in parole proclamata la liberta, è rimasto l' assolutismo |
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Stato, cause gravissime e talora difficilissime: debbono | dunque | queste essere riserbate alla suprema corte di giustizia che |
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e proporzionato alla popolazione dello Stato. Converrà | dunque | fissare la proporzione che deve osservarsi fra il numero |
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o che non si era a sufficienza spiegata. Domandando | dunque | attenzione per ispiegarsi meglio, cominciò dal dimostrare, |
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gli uomini indistintamente, sieno benestanti o no, che | dunque | la Società Civile ha l' obbligo di mantenere i suoi membri |
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beneficŒ, e non debiti che fossero a lor pagati. 1) Se | dunque | fin qui i proprietari non ebbero che un dovere d' umanità |
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succiano gli umori vitali dal tronco della società. Non è | dunque | utile tale società che sovverte l' ordine della natura, che |
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al doppio fine che sieno conservati ed accresciuti. Egli | dunque | aggiunge bensì qualche cosa allo stato di natura in cui si |
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il quale lo difende e lo aiuta al bene degli uomini. Egli è | dunque | un grande errore, sebbene frequente, quello di non vedere |
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un fine è quello di ottenerlo colla menoma azione. Egli è | dunque | un' insensatezza degli uomini moderni lo sforzo di |
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quale non si potrà più rompere, e si dovrà temere. Egli è | dunque | meglio per tutti egualmente gli uomini, ma specialmente per |
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ma in tal caso la declamazione va contro le ricchezze: or | dunque | queste si dovrebbono distruggere ed annientare. E` egli |
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Se un proprietario amministra male il suo, chi potrà | dunque | rimprocciarlo? Egli fa male, ma solo a sè stesso, e tale |
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la somma di tutte le modalità insieme raccolte. Restava | dunque | di vedere come tal principio si potesse ridurre alla |
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nissuno violi in lui questi due sacri diritti. La difesa | dunque | dei medesimi è l' unica modalità che si possa pensare ad |
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secondo le pubbliche disposizioni sanitarie: quelli | dunque | che hanno diritto che la loro sanità si conservi nel |
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di nuova forza; ed ogni nuova forza può nuocere 1). Non è | dunque | lo scopo della società civile, nè può esserlo, difendere i |
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giacchè del suo non hanno onde mantenersi; essi non danno | dunque | alla patria che quanto dà il mercenario al padrone al cui |
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proporzionale a quella modalità che ei porta in comune. Or | dunque | l' uomo non libero non ha nessuna modalità da mettere in |
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società, la quale era ciò che li rendeva cittadini. 2) Fece | dunque | osservare che la prima base della società era che ogni |
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dei proprŒ diritti, ma ciò facevano i loro padroni. Se | dunque | si facesse che i servi entrassero nell' amministrazione |
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diritto che nello stato di natura non avevano. Il passaggio | dunque | dallo stato di natura allo stato di società civile non si |
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mantenimento, senza chiamare altri in aiuto. La esistenza | dunque | dei mercenarŒ è precaria, e dipendente dalla volontà di |
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a forza lavoro, se quelli nol facessero a volontà. Vero è | dunque | che i mercenarŒ non sono al tutto alla condizione dei |
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più lontano, e non può venire meno il suo movimento. Egli è | dunque | contro questa legge di perfettibilità che andrebbero gli |
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dei mercenarŒ è utile, come abbiamo veduto, ai benestanti: | dunque | oltrechè sarebbe stolto distruggerlo, e di una stoltezza |
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di ciascun membro della Società civile. » Non poteva | dunque | rifiutarsi l' Assemblea dell' ammettere tal principio, se |
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commercio sono di somma utilità ai possessori delle terre: | dunque | questi quando anco potessero abbandonarli non lo faranno |
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delle terre somministrando le materie prime? Le arti | dunque | ed il commercio vennero ad esistere mediante una loro |
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mediante il lavoro ch' essi fecero della medesima. Come | dunque | il benestante dipende dalla terra per cavare della |
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la misura del prezzo più acconcia di tutte. Valutiamo | dunque | il prezzo delle cose in danaro, o per dir meglio |
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consideriamo la valutazione loro nel fatto. Quali sono | dunque | gli elementi che costituiscono questo prezzo, o questa |
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mediante un' equa convenzione. 1) La Società civile | dunque | è una specie di convenzione generale riguardante tutti gli |
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riconosciute esser quelle che la Commissione propose. Or | dunque | si tratta di formare la società sopra queste basi. Ma |
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dovesse considerarsi come un gittamento di dadi? Bisogna | dunque | vedere fino dove si estende l' obbiezione, che il formare |
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assai male conseguenze trarrebbero seco. Or via, qual' è | dunque | la forza dell' obbiezione? Ella sta in questo; che |
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essere da questo esempio intimamente connessa. L' equità | dunque | si può dire che non sia se non se la giustizia in pratica; |
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si potrebbe ottenere senza aver fatto la giustizia. E` | dunque | un dovere della legge naturale la formazione della |
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dei diritti era cosa appartenente all' utilità : giustizia | dunque | ed utilità erano i due scopi suddetti della società che si |
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umana dignità il primo più necessario ancora del secondo: | dunque | i due poteri che presiedevano a questi scopi erano supremi |
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in tutti e due questi modi contemporaneamente: la società | dunque | degli uomini non può che avere anch' essa due modi di |
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le stesse forze, e reagiscono in tutte le direzioni: fa | dunque | bisogno di regolarizzarle perchè non la turbino, e questa |
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dalla rigorosa giustizia non sarebbe la menoma: non sarebbe | dunque | equa tale arbitraria esclusione. In conferma del secondo |
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due voti; mentre non è che un solo essere morale. Non è | dunque | possibile che un uomo deleghi un altro a dare il voto per |
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del proprio giudizio e non quello dell' altrui; egli è | dunque | necessario che ciascuno che dà il voto lo dia da se stesso; |
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a cui delle due parti appartenga il diritto conteso. Se | dunque | il Tribunale non altera punto le relazioni naturali degli |
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cioè che dalla parte dei figli non ha coazione reattiva. Se | dunque | viene istituito il Tribunale per tenere nei suoi doveri gli |
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tempo dell' agitazione, e contenerli dagli eccessi. Egli è | dunque | conforme alla natura della cosa che i voti dei figliuoli |
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raffrenati con una legge morale, ma non giuridica. Imitate | dunque | l' autore della natura. Potrete anzi non imitarlo? avrete |
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non ve n' ha alcuno di cui essi non possono abusare. E` | dunque | da osservare diligentemente qual sia la natura delle |
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totalmente diverso dalle prime. Le instituzioni false | dunque | nascono allorquando si contorcono le instituzioni |
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e minori di numero dei casi in cui non abusano: questi casi | dunque | particolari di abuso non danno diritto alla società civile |
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delle instituzioni preventive e repressive . Ad ovviare | dunque | gli abusi dell' autorità paterna e maritale debbono |
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padri ed ai mariti la legge naturale per moderarlo. Egli è | dunque | inconveniente e contro la natura delle cose stabilire che |
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egli vuole il suo servo che si rimane d' esser servo. Se | dunque | è assurdo che l' autorità umana intervenga nei diritti fra |
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si cauteli contro la propria azione, la propria azione | dunque | è diversa dall' azione con cui si cautela, e questa viene |
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questa perciò non debbe nè mutar nè distrugger quella. Se | dunque | volendo dare la costituzione ad uno Stato si si propone per |
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a fare od a riformare la costituzione dello Stato. Voi | dunque | dovete esaminare con diligenza l' opinione di questi |
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dare al medesimo una prova di qualche valore. Già che | dunque | si tratta d' un calcolo di estrema difficoltà per li molti |
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le stesse cose e subiscono le stesse tentazioni. Oltre | dunque | il dubbio che può ragionevolmente cadere sul grado di forza |
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sapere di certo se si sia andati avanti o indietro. Dovendo | dunque | voi fare una mutazione di cui l' esito vi fosse incerto per |
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civile una rappresentazione conveniente e possibile. » | Dunque | un tal diritto che ricevono i membri della società civile |
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ciò non sarebbe che un atto di tirannia. La dichiarazione | dunque | dei diritti naturali dell' uomo fatta dall' autorità civile |
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che li ha dichiarati, infallibile. Il potere civile | dunque | non debbe già arrogarsi di essere l' autorevole maestro |
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società civile è formata: questo è quel fiat che la crea. | Dunque | essa è in necessità di dichiarare imprescrittibile questo |
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titolo la perfezionatrice della giustizia. Proseguiamo | dunque | lo sviluppo del medesimo piano, torniamo all' ipotesi della |
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interessato nella causa. Ciascuna Assemblea inferiore | dunque | aveva essenzialmente ed imprescrittibilmente i seguenti |
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di tutti potessero avere contemporaneamente luogo. Essa | dunque | credette, che si potessero ottenere le deviazioni menome |
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che la sua Amministrazione era pessima. Se ne instituisce | dunque | un' altra, ma ben presto, atterrata anche questa, ne sorge |
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che può solo dar luogo al Tribunale politico, si esige | dunque | non solo che i Principi sieno retti e buoni, ma ben ancora |
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cui gli uomini vogliono che sia resa loro giustizia; egli è | dunque | la causa movente della giustizia privata nello stato di |
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ingiuria i suoi simili, e in essi la comune ragione. Era | dunque | necessario che si pensasse di riunire insieme le forze |
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della ragione comune è lo scopo della società civile: ella | dunque | viene formata dalle due parti necessarie per ottenere tale |
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proteggere la ragione comune e non lo farebbe. Che cosa è | dunque | necessario per assicurarsi quanto è più possibile che il |
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politico? Per tutti quelli che possono essere offesi. | Dunque | tutti quelli che possono essere offesi, e che entrano nella |
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in comune, e per i quali l' Amministrazione può mantenersi. | Dunque | nell' Amministrazione non può aver voto che chi possiede di |
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come la civile il danaro è quasi indispensabile. Egli è | dunque | naturale che nella Società civile si passi ben presto a |
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quello che risulta dal mantenimento delle persone. Lo scopo | dunque | dell' affezione nella Società domestica sono le persone |
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o certo in ultimo per un' aperta violenza. Egli è | dunque | falso ciò che vien comunemente creduto, che il governo |
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la necessità del rimedio era pure da tutti sentita: v' era | dunque | la disposizione degli animi a ricevere ciò che si |
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stati per gli principŒ dichiarati loro nemici: non restava | dunque | ai nobili che di lasciar la preda delle lor proprietà, e di |
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di quanto andasse debitore a questa forza. Si considerino | dunque | i progressi della Società nella Francia; e si vedrà, che |
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e non garantito per mancanza della proprietà. Che cosa | dunque | succederà? Se le persone governanti vengono prese in |
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dice [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] Così l' Inghilterra | dunque | come gli altri stati d' Europa vide i piccoli proprietarŒ |
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che pur nel governo politico non erano rappresentate. Non è | dunque | da chiamar generoso il partito preso di difendere a tutto |
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riflessione portata sulle sue conseguenze. Il Sig. Raynal | dunque | con insegnare l' aumento indiscreto della popolazione |
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per impossessarsi quindi delle proprietà. I principii | dunque | del Sig. Raynal menavano appunto ai furti politici, contro |
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sociale per li selvaggi di cui non hanno bisogno. Scrivendo | dunque | per gli altri uomini tutti come sono, noi veggiamo per un |
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politico debbe fondare l' organizzazione della società. Or | dunque | crederassi di evitare a questo supposto disordine col dar |
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le occasioni che si presentano alla medesima. Non basta | dunque | per render ragione dei mali che avvengono al mondo |
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sempre avvenire che le forze altrui l' abbandonino. Egli è | dunque | una cattiva costituzione quella nella quale nessuno ha |
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come pure è priva di timore d' essere soverchiata. Ella | dunque | è priva di quella tentazione d' assalire l' altrui che |
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l' altrui che nasce dal bisogno di difendere il proprio. Ha | dunque | una tentazione di meno: una occasione di meno da far male: |
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tentazione di meno: una occasione di meno da far male: è | dunque | questa la costituzione da preferirsi. In tutta l' Europa vi |
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[...OMISSIS...] Nella mutazione della prima stirpe ebbe | dunque | influenza l' abilità personale, giacchè il Prefetto del |
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generale, non era più un semplice beneficio. La nazione | dunque | risentendosi di queste conseguenze doveva cercare di porre |
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questa conviene provare che v' abbia il titolo. Supposta | dunque | l' occupazione un buon titolo, il capitano della nazione |
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e la sua impresa fosse diretta con unità. La proprietà | dunque | delle terre conquistate apparteneva alla nazione |
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era naturale, che lo ricevesse dal suo capo. La incombenza | dunque | e il diritto di questo capo era di governare, di metter |
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già fossero state sue egualmente tutte le altre. La legge | dunque | che ora parla di una proprietà del principe sulla porzione |
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poco fa erano gl' inimici che avete distrutti. Non trovo | dunque | alcun mezzo perchè voi conserviate il presente stato |
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come un premio dell' obbedienza di quest' ordine. Voi tutti | dunque | che riceverete la vostra porzione di proprietà lasciate |
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di perderla dall' istante che ricusaste difenderla. »1) E` | dunque | evidente che l' instituzione feudale non è che un' |
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nazione verrebbe in pericolo di perire. Ella non può esser | dunque | la costituzione feudale una costituzione stabile; poichè |
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da Nitardo che questo trattato fu fatto dalla nobiltà. Fino | dunque | che il principe poteva esercitare con libertà il diritto |
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credere ch' egli sia il proprietario delle terre. Dipende | dunque | solo dall' indole del principe, e dalle circostanze che gli |
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difendere sè stessi, cioè di conservarsi e di ampliarsi. Or | dunque | nella società umana come vi sono due specie di diritti, |
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ad un mezzo inserviente alla difesa dei proprŒ diritti. Or | dunque | il potere politico viene come strappato e tirato da due |
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cattiveria: la quale ora è più grande ed ora è più piccola: | dunque | la minorità non viene già interamente distrutta, ma viene |
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necessario per l' amministrazione della giustizia? Non già. | Dunque | fino che i membri dell' amministrazione debbono anche esser |
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dalla loro ricchezza e povertà. L' amministrazione perfetta | dunque | non si può ottenere se non si divide da essa tutto ciò che |
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stesse si mettono in circolazione come cambiali. Si ha | dunque | ragione di gridare contro al materialismo che corrompe i |
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un' autorità suprema, ed anche una forza suprema: | dunque | è impossibile di levare dalla società il caso in cui non si |
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che non di ciò che possan gli altri contro di lui. Egli è | dunque | necessario di ricorrere sempre in fin del conto per trovar |
Filosofia politica naturale -
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d' avere in mano la forza, perchè non ne abusino. Sia pur | dunque | per molti alquanto strano, pure egli non cessa d' esser |
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maggiorità dei cittadini tiranneggiare la minorità. Egli è | dunque | evidente, che ogni disposizione governativa per esser buona |
Filosofia politica naturale -
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dubbio, e di dare all' equità una base costante: egli è | dunque | questo Tribunale che i popoli colle loro inquietudini |
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sdegno onde mirasi il delitto di lesa umanità. Egli è | dunque | il caso in cui gli uomini si troveranno tutti uniti, non |
Filosofia politica naturale -
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Ciascuno si riconoscerà debile contro di tutti: tutti | dunque | saranno interessati non più ad assalire la proprietà di |
Filosofia politica naturale -
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è l' unico officio del Tribunale di cui parliamo. Egli è | dunque | evidente che il secreto di stato, qualunque sia l' opinione |
Filosofia politica naturale -
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in due rami, divisi secondo i detti due offici. L' officio | dunque | di giudicare commesso ad un apposito Tribunale sarebbe un |
Filosofia politica naturale -
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cioè a dire rappresenta gli amministrati: essi non possono | dunque | esser giudici perchè sono parti, e lo scopo del Tribunale |
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l' amministrazione come più a sè torna conto: egli è | dunque | una divisione di amministrazione che nasce, e una divisione |
Filosofia politica naturale -
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gli unici sostegni del politico Tribunale. Non convien | dunque | fare di questo Tribunale la proprietà di alcuna famiglia, o |
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sono divisi ed assegnati in particolari proprietà. Ognuno | dunque | ha diritto di vivere solo nel caso che non venga lesa |
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vanno a perire, i quali hanno pure diritto di esistere. Chi | dunque | infrange la legge della proprietà per principŒ cospira alla |
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di una figliuolanza che non hanno il potere di nutrire, è | dunque | dannosa alla società. E ponendo essi al mondo una |
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che questo ideale oggetto della sua mente. Perchè s' abbia | dunque | una azione reale sopra di noi, conviene che v' abbia un |
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parola reale , nè può essere altro, egli è evidente che | dunque | tanto dee essere diverso il modo reale dell' essere dal |
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diverso ed opposto dal modo ideale, come noi passiamo | dunque | ad avere il modo ideale ? Onde ci vien percepito questo |
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che sono specchio al pensare comune degli uomini. Basterà | dunque | esaminare che modo adoperò tutta l' antichità a imporre i |
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è il comune, e il reale è il proprio nelle cose. Ecco or | dunque | che cosa produca nell' uomo la percezione della realità |
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che ha dalla negativa. Nella cognizione positiva poniam | dunque | mente che la sensazione (o il vestigio che lascia dopo di |
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non ci è nota se non per un concetto puramente ideale. Ove | dunque | vogliasi in altra maniera presentare l' analisi della |
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si fa in noi. La cognizione di Dio propriamente detta si fa | dunque | dalle due altre parti, e quindi la cognizione, che col lume |
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e l' azione è il secondo che suppone quel primo. La ragione | dunque | della distinzione, che si fa della teoria dalla pratica , è |
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teoria possa trattare delle cose o delle azioni. V' ha | dunque | una parte di scienza che è Teoria delle cose , e un' altra |
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che è Teoria delle azioni (della pratica). Anche la pratica | dunque | ha la sua teoria, ma non è essa medesima una teoria o sia |
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dell' arte, e non l' arte della perfezione. Altra cosa è | dunque | essere artista, e altra essere scienziato: chi sa la teoria |
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richiesta a poter formarsi delle idee positive delle cose. | Dunque | l' uomo non può avere naturalmente idee positive se non di |
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esterna; il secondo, oggetto dell' esperienza interna. | Dunque | la cognizione dell' uomo non comprende altre idee positive |
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l' appellazione di cognizioni ideali7negative . La luce | dunque | e i colori nella loro specie rimangono per lui |
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proprietà e alla natura de' colori e della luce. Che cosa | dunque | più ragionevole, che più necessario della fede? Che più |
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sull' uomo, e un' operazione naturale. Tutte le cose | dunque | dell' universo sensibile che ci circonda, e noi stessi in |
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ciò che forma quello che si chiama l' ordine naturale . Se | dunque | una cosa estranea a quest' ordine, una cosa superiore al |
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reale azione della grazia nell' anima umana (4). Che diremo | dunque | del protestantesimo che nei nostri tempi s' è risoluto a |
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di Trento, quando fece questo canone: [...OMISSIS...] V' ha | dunque | una fede che è opera di Dio nell' uomo, colla quale, se l' |
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soprannaturale, una vicinanza , un possesso . Che cosa è | dunque | che fa sì, che l' assenso nostro a quelle verità sia |
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gli rimane. Riassumendo ciò che abbiamo detto, la Teologia | dunque | appartiene alla teoria, la Religione alla pratica: il |
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che non è veramente che una teologia . La Religione non è | dunque | una pura speculazione, una pura teologia: molto meno è |
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erezione stessa della casa viene adempita. Non convien | dunque | straziare il concetto della Religione, separandolo da |
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sono molte; ma l' essenza dell' anima è unica: quelle | dunque | sono diverse da questa, ma da questa derivano come tralci |
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il fondamento della specie delle cose è la loro essenza . | Dunque | l' intelletto appartiene all' essenza dell' anima umana. La |
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nel quale l' atto è vivo per produrre il suo termine. Or | dunque | distinta così l' azione ideale dall' azione reale, e veduta |
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cioè la confessione di Salomone: [...OMISSIS...] . Che | dunque | nelle sensazioni vi sia un principio illusorio, una |
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tosto da quell' Agente divino che ne è l' autore. Egli è | dunque | veramente non una mera potenza, ma un vero principio nuovo |
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potenza nuova, che ingrandire la nostra essenza. Dell' atto | dunque | di questa mutazione non possiamo avere alcuna coscienza, |
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renderlo potentissimo sopra tutte le sue passioni. L' uomo | dunque | colla fede soprannaturale non percepisce Iddio |
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veduto che s' inizia nell' uomo ogni moralità (4): la fede | dunque | è il principio della morale cristiana, cioè il primo suo |
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comunicata al di fuori dell' uomo. [...OMISSIS...] Egli è | dunque | acconcissimamente detta un insegnamento la operazione della |
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cosa in sè stesso, che pienamente il sazia e accontenta. | Dunque | egli ha Dio, egli possiede Dio. Prima farò qualche |
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ma a ognun de' possibili, qualsivoglia, si estende. Come | dunque | la facoltà razionale non finisce di conoscere, se non fino |
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in sè cosa ov' è il TUTTO, ove nulla manca dell' essere. | Dunque | si sente in sè Dio: l' operazione è deiforme . L' |
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oggetto cosa, ove nulla manchi e ove sia tutto l' essere. | Dunque | si sente nella operazione della grazia tutto l' essere, |
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si sente nella operazione della grazia tutto l' essere, | dunque | si sente Dio stesso, dunque l' operazione è deiforme . |
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della grazia tutto l' essere, dunque si sente Dio stesso, | dunque | l' operazione è deiforme . Udiamo ora i Padri della Chiesa. |
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così argomenta. L' uomo non si empisce da nessuna creatura: | dunque | quello Spirito, che per la grazia inabita nell' uomo, è Dio |
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comunemente la frase che lo Spirito Santo sia in noi . Egli | dunque | dimanda, in che modo sia in noi, e risponde così: |
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divino ammaestra gli uomini: [...OMISSIS...] . - Se è | dunque | come la scienza, che Iddio viene partecipato da noi, egli |
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suoi oggetti: Iddio opera immediatamente nell' intelletto: | Dunque | Iddio si presenta allo spirito dell' uomo come oggetto, o |
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a uno spirito, è il medesimo che crearvi un intelletto: | Dunque | Iddio non può essere partecipato dall' uomo immediatamente |
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l' essere reale terminato, sussistente (5). La forma | dunque | che si sopraggiunge all' uomo, che entra a partecipare |
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nostra mente di sè stesse, ma di sole le loro idee. Di Dio | dunque | non si dà idea pura (positiva), ma si dà solo la percezione |
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ma si dà solo la percezione della sua sostanza. O convien | dunque | negare all' uomo della grazia ogni partecipazione di Dio, |
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della essenza dall' essere nella natura divina, non è | dunque | ciò appunto che noi dicevamo sulla indivisibilità [in Dio] |
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reale e positiva comunicazione con la divinità. O convien | dunque | negare all' uomo della grazia qualunque reale cognizione e |
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le Scritture, dello Spirito Santo, [...OMISSIS...] . Or | dunque | secondo questo principio, non per mezzo della idea pura si |
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ha, se può averla; parlandosi qui d' idee possibili. Havvi | dunque | un rapporto essenziale e inalterabile fra la cosa reale e |
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dalla volontà , che è la parte attiva della intelligenza. | Dunque | il compimento dell' ordine esige delle volontà ordinate, |
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tre personali sussistenze, cioè tre distinte persone. Era | dunque | impossibile dall' effetto, cioè dall' universo, conoscere |
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di questi tre modi fosse una forma accidentale. Non vi è | dunque | altro sistema che eviti l' assurdo, non vi è altra |
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santa Trinità, e la sola fede lo ha proposto a credere. Era | dunque | impossibile che la ragion naturale ricorresse da sè a |
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il Padre e il Figliuolo spirarono lo Spirito Santo. Non è | dunque | vero il principio che una unica operazione sia quella colla |
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non v' ha altro in Dio se non queste due cose (2). V' ha | dunque | in Dio, propriamente parlando, un purissimo atto che forma |
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atto onde sussiste il Figliuolo e lo Spirito Santo. Vi ha | dunque | un solo atto, ma v' hanno in quest' atto tre relazioni |
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(5), perchè le persone non sono che relazioni. Gli effetti | dunque | degli atti nozionali, non diversi dagli atti nozionali |
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della natura divina che già è increata. Non essendo | dunque | una sostanza nuova che si produce, ma una sola relazione |
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divina con una relazione, che la costituisce in persona. | Dunque | anche le tre persone dell' augustissima Trinità si uniscono |
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si può acconciamente chiamare triniforme . Dall' essere | dunque | la santa Trinità termine della operazione della grazia e |
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alla cognizione da Cristo! Egli disse: [...OMISSIS...] . | Dunque | le Scritture, quando parlano di sapienza , di cognizione di |
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lo stesso vocabolo più e più volte: [...OMISSIS...] . E` | dunque | solenne questa parola di PERMANERE Cristo in noi e noi in |
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Padre e del Figlio, la santità loro. Di quel medesimo amore | dunque | onde si amano il Padre e il Figliuolo, di quella medesima |
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la carità originaria (5) che informa l' anima nostra. | Dunque | esso opera nella volontà . Nè meno opera per questo nell' |
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stesso di amarlo e seguirlo nelle opere della vita. Or | dunque | se la luce del Verbo si riceve in noi con un atto della |
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e che sono comuni veramente alla Santissima Trinità. Ove | dunque | lo Spirito stesso non si faccia forma dell' anima, la |
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la dottrina dell' Apostolo: [...OMISSIS...] . Agli uomini | dunque | è stato dato il Figliuolo, la sapienza personale: e agli |
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[è] che divide ai singoli, siccome vuole« (2) ». Altro è | dunque | lo spirito che dà i doni, e altro i doni suoi. Ora i Padri |
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quanto noi qui sosteniamo si fa la questione: Se | dunque | non avevano lo Spirito i Profeti o, se l' avevano, per che |
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conoscessero che egli era la persona del Figlio. Che cosa | dunque | è che volle far conoscere a' suoi discepoli? La propria |
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ma un sostituirne a quelle delle altre. In che maniera | dunque | di nuovo io chiedo, poteva dirsi con verità, che agli |
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appunto perchè egli era in essi: [...OMISSIS...] . Eccoli | dunque | di un' altra origine, dopo che ebbero in sè il sermone del |
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nostra e gli affetti santi, per appropriazione (5). Se | dunque | la percezione del Verbo si fa per la fede, anche prima |
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del mondo (3). Il gaudio suo e il gaudio nostro è | dunque | il medesimo: il gaudio nostro è una comunicazione del |
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il Figliuol tuo chiarifichi te« (2) ». Che cosa dimanda qui | dunque | il Figliuolo se non un aumento di luce? E quanta luce? |
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perchè il TUTTO è un solo, e non può essere due. Tanto | dunque | il Verbo, come lo Spirito insegnano alle anime in cui |
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lo conosceranno : che è ciò se non un dir loro, che vi ha | dunque | un modo nuovo di conoscerlo, cioè per cognizione riflessa, |
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indipendente al tutto da noi, sui quali ella opera. Egli è | dunque | evidente che, se è vero che il Verbo entra nelle anime |
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poi anche la forza, e in questa anche la specie. Il Verbo | dunque | è il principio della conoscibilità del Padre: ed è questo |
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detto sia conforme alla cattolica verità (3). In prima | dunque | è da considerarsi che non parliamo di una manifestazione |
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come è, cioè come principio mandante. [...OMISSIS...] E` | dunque | necessario che il Verbo venga nelle anime nostre come |
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per dir meglio, un apparir generato nella umanità. Si dice | dunque | mandato Cristo, perchè viene nell' umanità, opera e si dà a |
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divino«, perchè emana dal Verbo come calore da luce. E` | dunque | l' impressione dello Spirito Santo nelle anime un cotale |
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distinto, quanto è distinto Iddio da tutte le cose create. | Dunque | chi non ha questo sentimento, questa percezione, non può |
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questa percezione, non può avere l' idea corrispondente: | dunque | quand' anco fossero trovate e istituite delle parole a |
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comunica sè stesso a cui non fa degno (2). La Teologia è | dunque | dottrina comune e dottrina segreta. Indi è che le stesse |
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in questo stato, egli è privo di fede, egli nega | dunque | tutto ciò che eccede i sensi crassi o le facoltà del suo |
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la possa dell' uomo, dicendo: [...OMISSIS...] . Non fa | dunque | meraviglia, dopo di ciò, se i savii della terra, |
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umana e ai progressi della morale naturale«. - Il giudizio | dunque | è fatto prima di aprire i libri delle Scritture: non si |
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materiale, può avere degli oggetti nobilissimi. Sarà | dunque | buono argomento di escludere la comunicazione dell' uomo |
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un assurdo [per] conseguente hassi a conchiudere: non è | dunque | illusione, è verità. « Come l' uomo perviene a essere |
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che ha parlato. Iddio non può ingannare nè ingannarsi. | Dunque | si può credere sicuramente a lui senza pericolo di prendere |
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- Non è questo, dettato di ragione naturale? Il credere | dunque | a Dio, dopo conosciuto prima, per mezzo della ragione, che |
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immediata di questo risultamento? Nessuna. Come lo si tien | dunque | per certo? Unicamente perchè si giudica che quel metodo, |
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questo poco:« I soprannaturalisti rinunziano alla ragione, | dunque | han torto«. La ragione dell' aver torto è tutta nell' |
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questa, avessero tolto a unica guida un cieco istinto. Era | dunque | facile il vedere che il supporre tanti milioni di |
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a tutti gli altri è autorità. Che contrarietà può aversi | dunque | all' autorità il nostro professore, egli che mostrasi così |
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ella più che opinione, può esser più che autorità? Vi ha | dunque | nel nostro professore razionalista non poca oscurità e |
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facil cosa gli riesce il tirarne quella conseguenza, che | dunque | il suo assunto è certo, ciò che è quanto un dire che il |
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almeno averla sottomessa a notabili modificazioni. Vuol | dunque | che noi rinunziamo all' autorità di una dottrina, che conta |
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nel far uso della ragione, sembrasse il contrario. Convien | dunque | aver ben fermate colla ragione queste due cose: 1. la |
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altro genere di bellezza, può trarsi la conseguenza, che | dunque | noi possediamo il principio onde noi potremmo formarci noi |
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proprio soddisfacimento, sviluppo e compimento. Ed è vero | dunque | che la nostra retta ragione è atta a giudicare di una buona |
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che non si può ignorare da chicchessia, che affermava | dunque | in tuono sì dogmatico una proposizione che ripugna all' |
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eorum anche prima che il nuovo Testamento fosse scritto. | Dunque | v' ebbero degli argomenti e validi, ove non si vogliano |
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lo studio accurato e fedele delle loro dottrine. Non è | dunque | vero, diremo al signor professore, che quando noi parliamo |
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fare non ha punto di natural virtù? Or s' ella è così, chi | dunque | disse mai al signor professore che i cattolici per |
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intelligente (1). L' essere che gli è dato a vedere è | dunque | nell' uomo, ma non è l' uomo; e l' uomo commette una |
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parla di Dio nella seguente maniera: [...OMISSIS...] . Or | dunque | nel solo e puro essere si trovano tutte le cose, e ove si |
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e in un modo universale, perchè era nel mio spirito (1). Ma | dunque | se nell' essere ideale si trovano e sono già contenute |
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l' essere non è proprio se non di Dio solo (4). E` | dunque | per l' imperfezione, nella quale sussiste l' essere nella |
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se non ha t“cco e ottenuto il bene conosciuto. Chi vuol | dunque | vedere quanto si allarghi il pelago dell' umano desiderio, |
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sostanza, che ha il sussistere per sè e in sè medesima. Or | dunque | qual cosa potrà essere imagine di Dio? Qual cosa potrà |
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un vaso che dimanda di essere riempito. L' uomo non trovava | dunque | in sè stesso se non un vuoto: ma poteva egli forse meglio |
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grazia con degli atti successivi di buon volere. Vi aveva | dunque | una scala di meriti per la quale Adamo doveva ascendere, |
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come abbiamo detto, i doni della grazia. Non è | dunque | a credere che la mente di Adamo fosse arrivata già nel |
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e levandola più e più all' infinito e divino. A lui era | dunque | conceduta da prima quella felicità, se così vuol chiamarsi, |
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quello che domina e salva il corpo stesso. Nell' età | dunque | dell' innocenza tutto era in armonia nell' uomo, tutto si |
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progenerata da Adamo fu distrutta colla morte. L' umanità | dunque | riassunta e ricostruita dalla sua distruzione è simile all' |
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morale e che formano l' essenza della tentazione. E ora | dunque | si domanda: L' uomo della natura non guasta sarebbesi mai |
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Il sacrifizio comandato è un male reale, presente: conviene | dunque | che colla imaginazione egli possa proporsi e rendersi |
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« Iddio sia tutto in tutte le cose« (3) ». Considerata | dunque | la creatura sola senza aiuto di grazia, egli è evidente |
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de' principii che entrano a comporre l' umanità. Se | dunque | la grazia saldava e rinforzava, anzi pur completava l' |
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bene futuro, di cui si abbia avuto sensibile esperienza. Or | dunque | quest' arma, questa virtù messa nelle mani dell' uomo, era |
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E questa inclinazione era il principio dell' atto buono: | dunque | l' atto buono aveva il suo principio nella buona |
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Dio con certe anime predilette sue amiche (2). La volontà | dunque | dell' uomo, come Dio la fece a principio, era retta sì |
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grazia è proporzionata e come pedissequa della natura. Se | dunque | l' Angelo, col primo uso della sua volontà, poteva dare |
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trattarla, giovandomi solo l' averla accennata (1). Si deve | dunque | distinguere i principii attivi, che entrano nella umana |
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ad un cotal miglioramento dell' uomo come natura. Senza far | dunque | questa distinzione, essi si vengono lusingando di meritare |
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anche gli egoisti il vogliono almeno per sè stessi. Tutti | dunque | gli uomini, nessuno escluso, appunto perchè sono uomini, |
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cercano una perfezione ed altresì un ingrandimento. Qual è | dunque | la differenza per la quale alcuni sono detti buoni, ed |
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ne rimanesse rattristata e cassa nelle sue voglie. Egli è | dunque | manifesto che l' umanità prima avrebbe atteso alla |
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conoscimento che appieno lo soddisfaccia e lo bˆi: vi ha | dunque | una gradazione indefinita nella cognizione che l' uomo può |
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era degno di vedere svelatamente la faccia di Dio. Egli è | dunque | a vedere come sarebbe probabilmente seguito questo |
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abbiamo accennata descritta come a lei propria. Ma è ella | dunque | in uno stato così desiderabile l' umana specie? Vediamolo |
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se si ammette in essa stoltezza e malignità, non vi ha | dunque | più una intelligenza divina che presiede all' universo? Ed |
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Padre della Chiesa, nessuno innocente può essere misero. Or | dunque | come è misero il bambino prima ancora che conosca le cose |
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eterno, può addentrarla sventarla ed offenderla. Posto | dunque | che nel peccato originale sia la soluzione del gran nodo |
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candidezza o comechesia il colore naturale di un corpo. E` | dunque | in senso traslato che si piglia la parola macchia quando si |
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e di volizioni, ma solo sensazione e istinto cieco. | Dunque | nella sola concupiscenza animale non possono trovarsi le |
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anima pienamente la macchia del peccato. [...OMISSIS...] | Dunque | la mala inclinazione della volontà, secondo il dogma |
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il Tridentino. Il quale così soggiunge: [...OMISSIS...] . | Dunque | questa battaglia non è punto, secondo la cattolica fede, |
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sceglie quella parte che più egli vuole. L' energia | dunque | della sua libertà viene dal soggetto immediatamente, e |
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fallace e al senso e può illudersi da sè medesima. Or | dunque | quell' atto tutto libero, tutto procedente dal soggetto di |
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e molto più se egli è unico, della volontà. Egli riman | dunque | il soggetto stesso infetto e peccante. Si consideri la |
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la materia vanno intieramente a pacificarsi. Conviene | dunque | sapere che dall' essenza dell' anima, secondo la dottrina |
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secondo la dottrina di S. Tommaso, fluiscono le potenze. Se | dunque | per essenza dell' anima s' intende il principio delle |
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il soggetto uomo e con esso l' essenza dell' anima. Egli è | dunque | anche vero che il peccato originale risiede nell' essenza |
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con quell' atto medesimo, col quale da principio esiste. | Dunque | il peccato originale non può essere imputabile di quell' |
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la proposizione condannata da Pio V: [...OMISSIS...] . | Dunque | è vera la contraria, che la distinzione di un doppio amore, |
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ciò che è quanto dire un amore soprannaturale (1). L' amore | dunque | naturale di Dio consiste in amare Dio colle forze naturali, |
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[...OMISSIS...] . Se queste proposizioni sono condannate, | dunque | convien dire che sieno vere le contrarie: dunque un atto |
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dunque convien dire che sieno vere le contrarie: | dunque | un atto umano contrario alla retta ragione è un' offesa di |
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ragione è lo stesso che un atto contro alla giustizia: | dunque | chi pecca contro la giustizia, offende Iddio senza più; la |
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offendere Dio stesso appunto perchè Dio è la giustizia. Se | dunque | ciò è vero, sarà vero, altresì al contrario che quegli che |
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sua sostanziale e personale sussistenza (3). Egli pare | dunque | certo che nell' ordine della natura l' uomo, il quale opera |
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Or l' uomo si rese impotente a ciò col peccato. Ora egli è | dunque | sua colpa se gli mancano le forze a praticare la virtù |
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ciò che consegue dalle dottrine già da noi esposte (2). Ove | dunque | la causa della virtù sia congiunta con quella della |
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che noi abbiamo chiamato giudizio pratico (1). La forza | dunque | della libertà non è altro che la forza di formare questo |
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questo giudizio pratico a favore della virtù. Egli rimarrà | dunque | spiegato come la libertà sia stata vulnerata e indebolita, |
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modo che ogni colpa è figlia di un errore (1). A conoscere | dunque | onde procede l' infiacchimento della libertà relativamente |
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perchè la gloria viene dalla unione con Dio. Anche lo stato | dunque | di cotesti corpi risorti par verisimile dover essere un |
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si propaga l' uomo, considerato secondo la natura. Abbiamo | dunque | veduto che negli animali generanti vi ha una cotal massa |
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atto di un corpo, poichè un tal atto non è sostanza per sè. | Dunque | l' anima non può esser fatta dal corpo. Ma per condurre la |
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da quell' una che nel primo uomo fu creata? (4). Parlasi | dunque | di trar l' anima dall' anima; e non altro. Or su questa |
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in bilico S. Agostino. Egli dice: [...OMISSIS...] . Egli è | dunque | questo il costante modo di pensare di S. Agostino, quando |
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il santo Dottore? Ecco le sue parole: [...OMISSIS...] . Or | dunque | non era dubbioso S. Agostino se l' anima nascesse dal seme |
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costituisce la specifica differenza di questa natura. Or | dunque | sarebbe egli vero che per virtù del seme si traduca l' |
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alla casa; o se ella si dà per pena, è pena ingiusta. Vi ha | dunque | bensì fra i discendenti di Adamo e il padre una unione |
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riceve il nome con cui la medesima natura si appella. Vi ha | dunque | una terza unione fra i posteri e il primo parente, e questa |
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sono giustamente rifiutate dalla Scuola (3). Insegnando | dunque | questa, che l' anima intellettiva è creata di tutto punto |
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in un corpo, l' una sensitiva e intellettiva l' altra. | Dunque | quando l' anima intellettiva entra nel corpo, essa non |
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successione di tempo? Se per successione di tempo, vi sarà | dunque | nel feto un' anima mezzo corrotta e mezzo non corrotta |
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o quando è corrotta una parte? Se quando è corrotta tutta, | dunque | entrerà nel feto già morto. Se quando è corrotta una parte, |
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entrerà nel feto già morto. Se quando è corrotta una parte, | dunque | vi sarà un momento, nel quale il feto avrà in sè un' anima |
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è intellettiva, ma solo in quanto è sensitiva. Il corpo | dunque | non fa che cangiar forma, non punto diversa di natura, ma |
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della generazione aristotelica (1). E finalmente noi | dunque | non abbiamo l' anima che abbiamo ricevuto dai nostri padri |
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coscienza dipende dall' identità dell' anima. Cangiate | dunque | l' anima, un altro sentimento, un' altra coscienza, un |
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non somministrano che la pura materia bruta e inanimata. Or | dunque | ciò che viene da' parenti non è nè l' uomo nè l' animale, |
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e tutto il nostro intelletto e la nostra animalità. NOI | dunque | non abbiamo l' origine da Adamo, ma da Dio, e non possiamo |
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forza meccanica ed esterna è sola bastevole a ciò. Avrebbe | dunque | Iddio operato in questo solo e unico fatto della natura |
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Scritture che dicono: « lo spirito di ogni carne« (1) ». Or | dunque | se il principio senziente per sè non perisce, ma solo per |
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eterno e industruttibile, e l' altro distruttibile. Venendo | dunque | a perire la materia corporea, quest' anima non si dissipa |
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o che è moralmente sana, o moralmente infetta. Essendo | dunque | stata infetta già col primo peccato, gli altri peccati non |
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anzi una carne alterata, impestata dal peccato? Anteriore | dunque | alla concupiscenza è una morbosa e pestifera qualità della |
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è peccato, come dicono a una voce i Padri. Relativamente | dunque | al peccato di che vengono infette le potenze dalla volontà |
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discende e macchia le parti inferiori. Se si considera | dunque | il disordine in generale, il suo principio è nella parte |
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da Adamo, se essa stessa non viene pure da Adamo« (4) ». Or | dunque | se la ragione umana nel suo massimo vigore non poteva dare |
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conoscere, cioè all' essere ideale, infinito anch' egli. E` | dunque | necessario acciocchè l' uomo acquisti l' assoluta sua |
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universo esteriore che operava sopra i suoi sensi. L' esser | dunque | queste cognizioni di tal natura e ordine che avessero |
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una tale argomentazione avrebbe avuto luogo. Non poteva | dunque | essere [che] questa la regola che la divina Sapienza si |
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similitudini nè imagini nell' universo materiale. Egli è | dunque | da sapere, che quantunque tutte le similitudini e imagini |
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pari a quest' altra: fa il conto e saprai il risultato. Or | dunque | egli rimane però che tutti i beni creati sieno non già |
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all' uomo: Io sono il cielo, ossia l' esteso. La parola | dunque | in primissimo principio doveva servire a due usi, cioè |
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precedentemente nessun atto col quale meritarsela. Egli è | dunque | proprio de' Sacramenti, preso il vocabolo in senso stretto, |
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come la sperienza ne fa indubitabile prova, pur certo è che | dunque | anche allo stato di santità, in cui l' anima si trova colla |
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elementi, la creatura e il Creatore, l' uomo e Dio. E` | dunque | a vedersi l' alterazione che produsse il fatto accennato |
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tutta sè stessa e in tutti i tempi servire al Creatore. Se | dunque | in tutto il corso dell' esistenza della creatura trovasi un |
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rovine e che non aggiunga altri disordini al primo. Havvi | dunque | un ordine di giustizia eterno, immutabile e indipendente |
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sdegnato con lui, cioè mosso dalla sua giustizia a punirlo: | dunque | manca al tutto il rimedio, e l' uomo è interamente sfidato |
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argomentando così:« Ma se io faccio quel che non voglio, | dunque | non sono già IO (persona) che il faccio, ma quel peccato |
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privo di lume soprannaturale non le intenderebbe. Volendo | dunque | Iddio con dei segni sensibili significare la grazia e la |
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dell' uomo all' onore e culto divino (2). Egli è | dunque | il terzo carattere, dei segni dati da Dio all' uomo pel suo |
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passione dell' Uomo7Dio i Sacramenti scaturirono: essi | dunque | nascono tutti dal sacrificio e hanno questo intrinseco |
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E però S. Tommaso dice che [...OMISSIS...] . I segni | dunque | destinati da Dio a dover perfezionare l' uomo dopo il |
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alla sua eterna salute e all' opera della grazia. Continuò | dunque | l' ordine dei segni primitivi (senonchè resi ad esser |
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potersi mangiare se non la carne col sangue. Si manifesta | dunque | chiaramente che questo rispetto al sangue delle bestie è |
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uomini la facoltà di astrarre. Il santo Dottore prosegue | dunque | a determinare due stati della cognizione umana così: |
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la stessa natura e ripor[vi] la propria felicità. Era | dunque | vietato con quell' osservanza agli Ebrei di addomesticarsi |
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quei beni desiderati e di schivare quei mali temuti. Furono | dunque | gli uomini per tal modo condotti a dire seco medesimi: « Or |
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quasi come l' oro non appurato nella miniera. La materia | dunque | su cui esercitare l' estrazione non mancava più: era posto |
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ordine naturale; hanno solo delle analogie. Non si poteva | dunque | con dei simboli puramente naturali condurre il pensiero |
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luce inaccessibile (3). Per sì grande concetto non usavansi | dunque | più i simboli, ma solo il linguaggio proprio, e l' |
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che ella viene nominata enimmatica . In che modo si può | dunque | giungere alla determinazione sicura del significato del |
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il modo onde queste parole dovevano stabilirsi. Non faremo | dunque | qui che riassumerci, ma secondo il nostro solito non colle |
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insieme, cerchiamo di scoprirne l' intima natura. Quale è | dunque | la natura di questo nome ADAM? Guardiamo che cosa |
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o industria estrinseca e straniera ai nomi stessi. Qual è | dunque | questo mezzo, industria o circostanza, che fa capire un |
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l' oggetto individuale e sussistente. La sussistenza | dunque | non è espressa, ma viene supplita dallo spirito. Per |
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sua mente di sostantivare la sua percezione: quella qualità | dunque | veniva sostantivata, presa come una sostanza. Tale concetto |
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del nostro ragionamento. Gli uomini primitivi nominavan | dunque | gli oggetti sensibili e sussistenti con de' veri nomi |
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modo, onde gli uomini dovettero denominare le cose (2). Fu | dunque | il cielo denominato dall' altezza sua, la terra dalla sua |
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spirituali, che vede il discepolo colla sua mente. Si pensi | dunque | un maestro la cui parola sieno le verità stesse senz' altro |
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dire a riceverne poi a suo tempo la perfetta imagine. Or | dunque | il termine di questa interna operazione era il Verbo, ma il |
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che è degno di denominarsi percezione del Verbo stesso. Or | dunque | innanzi che questa percezione sia formata, il Verbo come |
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occultarsi; doveva ascendere alla destra del Padre (2). Era | dunque | necessario di lasciare al mondo qualche altro mezzo o segno |
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dallo spirito; ma a dirittura ciò che è nato di spirito. E` | dunque | uopo di considerare la parte esterna e la parte interna del |
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è presente in ogni luogo, in ogni cosa. Acciocchè | dunque | l' uomo il percepisca, non si richiede se non che l' uomo |
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splendente in ogni luogo parrebbe che non fosse. Si tratta | dunque | nella rigenerazione soprannaturale dell' uomo di dare a |
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e può conferirla in quel modo che a lui ne pare. Ella passa | dunque | dal Vescovo negli ordinandi come passò da Cristo ne' |
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a sè stessi per natura: [...OMISSIS...] . Che resta | dunque | a salvamento? Non la umana, ma la giustizia di Dio, cioè |
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di una cosa? egli è il principio della cosa (4). Cristo | dunque | coll' essere nelle menti degli antichi cominciava per essi |
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in una misericordia così preveniente. E conchiude che | dunque | siamo « giustificati gratis per la grazia di lui per la |
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ciò; l' ascrive tutta alla sua fede, senza le opere. Ella | dunque | fu e non poteva essere che gratuita (3). Ma per un' altra |
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volontà naturale, se non sorrette dalla grazia. Egli è | dunque | questo principio extra7volontario in ogni caso necessario |
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fede nella sua misericordia: [...OMISSIS...] . A questa | dunque | dee l' uomo ripararsi come a solo asilo di suo salvamento. |
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L' uomo nell' antico Testamento necessariamente dovea | dunque | essere legato e per così dire oppresso da un gran numero di |
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rimanevasi nell' ombra e nell' oscurità. Il percepirla era | dunque | impossibile nell' antico Testamento. Questa è la ragione |
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all' imitazione appunto di suo Padre « siate voi | dunque | perfetti, come anche il Padre vostro celeste è perfetto« |
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ma solo tutto al più a quelli degli uomini (3). Che restava | dunque | ad essi? ove porre la loro speranza? essi doveano volger |
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non da sè, ma mediante il Redentore promesso«. » Che | dunque | faceva Iddio? quello che fa un creditore, a cui venga |
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natura di quella fede, che abbiamo descritta (6). Si può | dunque | dire che nel popolo peculiare sceltosi da Dio, la fede avea |
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anima che a Dio volgevasi per quella fede (1). Duplice era | dunque | la causa operante, duplice l' effetto. La causa operante |
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aprisse la porta del cielo (6). L' uomo è creatura di Dio: | dunque | è fatto all' onore di Dio (1). Iddio è creatore dell' uomo, |
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Scrittura, il Signore le ha operate per sè« (2). » L' uomo | dunque | è ordinato al divino servizio. La legge evangelica, che è |
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perchè uomo fedele e perfetto. [...OMISSIS...] Precedette | dunque | al patto, ed alla circoncisione che n' è il segno, la fede |
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lor fatto. Queste comestioni di cibi sacri non erano | dunque | nuove consecrazioni propriamente, ma una continuazione |
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quella luce ubbidisca, o sia almeno pronta ad ubbidire. Or | dunque | essendo la grazia quella che produce e forma la santità, |
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della redenzione« (3) » cioè del vostro Battesimo. E` | dunque | una operazione dello Spirito Santo, secondo l' Apostolo l' |
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Confermazione è un altro lume che ci sopraggiunge. Come | dunque | non intenderebbe un discorso pieno di luminose verità colui |
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dell' uomo non richiede altro se non il Battesimo. Non è | dunque | la grazia che dà questa prima rigenerazione all' uomo, |
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volontà non si piega se non dietro a ciò che è conosciuto. | Dunque | il lume del Verbo prima di tutto luce nell' uomo in uno |
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del carattere, e però non come carattere stesso: la nozione | dunque | di carattere, come carattere, precede a quella di potenza. |
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altro che perdere la grazia colla commissione del peccato. | Dunque | lo Spirito Santo, nel quale siamo segnati, segnandoci, cioè |
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Matrimonio che è un sacro contratto fra gli sposi. Poniam | dunque | mano a trattar brevemente di ciascuno de' sette Sacramenti |
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effetti di questo lavacro di rigenerazione. Le raccorremo | dunque | tutte insieme ordinatamente e brevemente: e con questa |
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del carattere ad operazione soprannaturale (2). Tostochè | dunque | il Battesimo fu da Cristo instituito, esso fu suo |
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se non a quel modo in cui veramente si trovava essere. | Dunque | Cristo ancora vivente doveva unirsi coll' anima vivo; |
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una pittura originale onde debbono ritrarre le copie. Ciò | dunque | che Cristo esprime in sè stesso quale esemplare, è ciò che |
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non tanto la virtù visiva quanto la stessa visione. L' uomo | dunque | pel Battesimo s' incorpora a Cristo, secondo la frase |
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Tournely dà questa ragione: [...OMISSIS...] . Si accresce | dunque | la santificazione che all' uomo nasce dal Battesimo per la |
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però non rigenera il corpo, nè le potenze inferiori. Queste | dunque | aveano bisogno di essere confortate e munite colla grazia |
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quelle parole di Cristo: [...OMISSIS...] . Parlò | dunque | primo il Verbo; lo Spirito Santo suggerì di nuovo le cose |
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Spirito Santo fosse dato personalmente. Che cosa rimaneva | dunque | a fare allo Spirito Santo? La luce del Verbo era la luce |
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è quello che conferisce all' uomo lo Spirito Santo. Si deve | dunque | conchiudere che il ricevimento dello Spirito Santo, che s' |
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e di ricalcarle nella mente e renderle operative: primo | dunque | è il Verbo a operare, secondo viene lo Spirito Santo: il |
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riconosce per valido il loro rito della Confermazione. | Dunque | o la Chiesa erra, o l' imposizione delle mani non è |
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mani non è necessaria. Ma l' una e l' altra cosa è falsa. | Dunque | è il contrario, cioè che l' imposizione delle mani |
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la prima imposizione delle mani: [...OMISSIS...] . Se | dunque | il P. Iacopo Sirmondo trova degna di riso una tal dottrina, |
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in cielo ed in terra«, » e Dio regna in Cristo. Volea | dunque | dire, che non mangerà più la pasqua prima della sua |
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del Concilio di Trento e di quello di Basilea. Non v' ha | dunque | alcuna decisione della Chiesa, che c' impedisca la nostra |
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de' suoi pregi e delle sue eccelse prerogative. Acciocchè | dunque | un corpo comunichi ad un altro corpo della propria vita non |
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non parrebbe esser quella stessa che sulla croce ha patito. | Dunque | una tale teoria non si regge in piedi. Ma chi un po' |
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del Verbo il fondamento dell' identità del corpo. Se | dunque | il Verbo, mediante una soprannaturale operazione, rapisce a |
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presente, e non assumesse in sè quelle particelle? Si trova | dunque | presente nell' Eucaristico pane tutto il corpo di Cristo ex |
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a render chiaro questo concetto: [...OMISSIS...] . Or | dunque | secondo il santo Dottore, come sotto ogni parte dell' aria |
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il corpo di Cristo in questo Sacramento« (1). » Non è | dunque | che ogni particella contenga il corpo di Cristo quanto è |
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Cristo bambino, e poi cresciuto fino a perfetta misura. | Dunque | anche in Cristo vivente quaggiù ebbe luogo la stessa |
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aggiungere niuna nuova particella al corpo morto di Cristo. | Dunque | il corpo di Cristo risorto dovea avere più particelle che |
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mutarono, Se il corpo non si mutò mai dalla sua identità, | Dunque | l' identità di questo non è legata all' identità delle |
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o diminuzione di sua integrità perfettissima. Egli è | dunque | certo e dimostrato che non si può sostenere la seconda |
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semplice, e con un atto solo e purissimo fa tutte le cose. | Dunque | perchè si trovi il concetto dell' annichilamento non è |
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queste due cose non si potevano conciliare insieme. Egli | dunque | si appose a mutare il concetto dell' annichilazione. |
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è la cessazione intera dell' essere del pane e del vino. | Dunque | è una vera annichilazione nella opinione difesa dal |
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secondo la stessa etimologia, se non ridotta al niente? Se | dunque | la forma dell' acqua è ridotta al niente, non esiste più |
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ridotta al niente. Il nostro rispettabile autore introdusse | dunque | un esempio nel quale, secondo le sue dottrine, l' |
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dopo la consecrazione quell' essere è ridotto al niente: | dunque | quest' opera di Dio non persevera in eterno, contro ciò che |
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e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo « (2). » Or | dunque | non è lecito d' interpretare questa parola di |
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essere, e dopo ciò egli non riceve nè fa altra azione; egli | dunque | non riceve la conversione, ma solo, come dicevamo, l' |
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non esiste più ne può più essere convertito in cosa alcuna. | Dunque | il pane si annichila bensì, ma non veramente si converte, |
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ella s' annichila, s' annichila con lei ogni connessione. | Dunque | questa connessione sarà nella unità della forza, giacchè |
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e un' opera positiva per addurvi il corpo di Cristo. | Dunque | l' una cosa non vien fatta per l' identica forza onde vien |
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che fa cessare, ma un sottraimento di forza. Non ci può | dunque | essere connessione alcuna fra l' annichilamento e l' |
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senza un vincolo di naturale e necessaria dipendenza. Non è | dunque | più vero che Cristo vien ad essere nel Sacramento per la |
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l' eucaristiche specie, carità incorruttibile (3). Cristo | dunque | s' asconde sotto il velo delle mistiche specie per un atto |
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di Cristo. Il perchè fu detto: [...OMISSIS...] . | Dunque | non pur Cristo come Dio ma come Figliuol dell' uomo altresì |
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antichi Padri « forza o virtù perfezionatrice« (1). » Non è | dunque | necessaria l' invocazione dello Spirito Santo perchè |
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di cui non avrebbero più dato alcuno esempio. Sia pur | dunque | che non v' abbia esempio di una conversione sì mirabile, |
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i fedeli in error gravissimo toccante cose di fede. S' egli | dunque | è da credere, che non riputassero la conversione del pane e |
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che consiste nella incomunicabilità di suo essere. Se | dunque | questa parola« individuo sussistente« esprime il medesimo |
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che al corpo di Cristo succeda la relazione della presenza. | Dunque | la mutazione che nasce è meramente accidentale e non è vero |
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muti o la sostanza, o gli accidenti, o il luogo (2). Se | dunque | non nasce mutazione nè quanto alla sostanza nè quanto agli |
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colla transustanziazione non acquisti aumento di sorta. | Dunque | racchiude l' assurdo, perchè d' una parte lo distende il |
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in genere, anzichè quella della sostanza corporea. Convien | dunque | nel descrivere l' essenza del corpo, oltre porre il |
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il corpo, l' anima e la divinità di Cristo. Hassi | dunque | a spiegare non solo come sotto le specie del pane si trovi |
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o è anche la sostanza corporea? Se è la sola estensione: | dunque | sotto le specie del pane non esiste il corpo di Cristo, ma |
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al concetto che si vuol formarsi della sostanza. Riman | dunque | a spiegare che una stessa identica sostanza per sè fuori di |
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operare nell' estensione, altramente non sarebbe; rimangono | dunque | queste due difficoltà gravissime a superare: 1. Come il |
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nostro; e quella basta a farci concepire un corpo esteso. | Dunque | alla vera essenza del corpo esteso non appartiene che la |
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cogli altri corpi, o co' luoghi che occupano; come | dunque | si dirà che il corpo di Cristo sia sotto le specie del pane |
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sensibile, quando tale non è il corpo di Cristo. Come | dunque | si spiega questa relazione, quando la quantità che conserva |
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discendevano i due errori capitali de' Pelagiani: 1. | Dunque | non esiste il peccato originale, cioè un mal morale che si |
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cioè un mal morale che si contrae per generazione; 2. | Dunque | non esiste la grazia con cui Iddio ci santifica, o ci aiuta |
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uomo sola causa del bene e del male morale dell' uomo, | dunque | non si dànno tentazioni nè sigolarmente prese nè |
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perfettamente giusto, nè vincere tutte le tentazioni; | dunque | il solo libero arbitrio non è l' unica causa che produca |
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moralità possibile se non è prodotta dal libero arbitrio. | Dunque | quando la ragione dimostra all' uomo qualche opera morale o |
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alla tentazione, ma liberarli dall' inimico. Sia | dunque | che si ammetta l' una o l' altra di queste due opinioni, o |
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che se il male morale dipende dal solo libero arbitrio, | dunque | l' uomo col suo libero arbitrio può essere immune da ogni |
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forze del libero arbitrio non è vero peccato (1). Non solo | dunque | il cristiano, ma ancora l' infedele può essere in un tale |
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dannate è prodotto dall' attuale loro libero arbitrio; | dunque | non sono costretti di stare in un tale stato, ma col |
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fra la mera natura irrazionale e la volontà. L' errore | dunque | della loro mente, che li travolse nell' eresia si fu non |
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quest' altra proposizione: [...OMISSIS...] . Giansenio | dunque | avendo forse presente la condanna da cui era stato colpito |
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non hanno, per così dire, alcun termine. 12. Come | dunque | la dottrina cattolica tiene il mezzo fra i due opposti |
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errori, ma entrambi sieno evitati ad un tempo. Non dovrà | dunque | combattere, a ragion d' esempio, il Pelagianismo in tal |
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esso lei connessa fisicamente. Una qualità o atto morale | dunque | non può esser proprio di una persona se non costituisce |
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la natura del peccato originale ne' bambini. Che cosa è | dunque | il peccato? in che giace la sua essenza? « Il peccato » |
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largamente nella Dottrina del Peccato originale (1). 26. Se | dunque | il peccato è una deviazione della volontà personale, |
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intelligenti), il suo fine e al medesimo lo dirige. Se | dunque | si trattasse d' una inclinazione della volontà inferiore, |
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cose poi usare (9) come di altrettanti mezzi. 29. Tale è | dunque | la vera e propria ragione del peccato, la quale, |
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del Tridentino « quod mors est animae ». 30. Stabilita | dunque | la definizione generica del peccato, che ripone la natura |
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il peccato acquista denominazione di colpa . Due sono | dunque | le cose da spiegarsi, l' una come nel bambino ci sia |
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senza opera della sua libera volontà. 31. Ritenendo | dunque | noi fermamente colla Chiesa Cattolica, coll' insegnamento |
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peccato originale, ove dice: [...OMISSIS...] . Si apre qui | dunque | il passaggio a rispondere alla prima questione contro i |
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il dogma del peccato originale. Contrapposto che abbia | dunque | l' apologista della fede un altro valido raziocinio che |
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a intendersi e per molti anche impossibile. Dicevamo | dunque | che niente ripugna, che la volontà umana si trovi vestita |
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al medesimo è dato senza loro libera volontà (3). La Chiesa | dunque | riconosce colla condanna di quella proposizione bajana e |
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sarebbero pure colpevoli e demeritorie in causa. | Dunque | l' originale è un vero peccato che sussiste nel bambino, |
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dice che il peccato originale: [...OMISSIS...] . 37. Se | dunque | si considera da una parte che il Sacrosanto Concilio di |
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originale ne' bambini. [...OMISSIS...] . Avendo così | dunque | il santo Dottore stabilito che il genere del peccato abbia |
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la colpa ; 2 male involontario, e questa è la pena (1). Se | dunque | il peccato originale ne' bambini ha ragione di pena secondo |
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di nuovo distinto l' originale dall' originato. Combatte | dunque | S. Agostino i Pelagiani da una parte e i Manichei dall' |
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e di peccato imputato al libero suo autore. Nel concetto | dunque | di peccato (nell' ordine morale) altro non si acchiude, |
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del suo atto, e non può colla libera sua volontà evitarlo. | Dunque | non gli può essere imputato, e però non è sua colpa, ma |
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o piuttosto di ciò che egli stesso fa per mezzo suo. E` | dunque | più chiaro del sole, che secondo l' Angelico nel bambino |
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sono atti liberi, a cui solo il merito è dovuto. Di nuovo | dunque | il testo citato per distruggere la detta distinzione la |
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cioè di Adamo, che è la sentenza propria di Giansenio. Se | dunque | non si vuole calunniare a questo segno il santo Dottore |
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proposizioni dalla Santa Sede anatematizzate. Ripeterò qui | dunque | le parole colle quali ho conchiuso la seconda parte delle |
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suo atto il peccato originale che dicesi essere in lui: | dunque | non può darsi esso peccato originale nel bambino. Nè vale |
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originale ne' bambini è per essi fisicamente necessario: | dunque | è per essi puramente un peccato materiale, e non un peccato |
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forma, che è quella che dà la specie e il nome alle cose. | Dunque | non esiste alcun peccato originale nei bambini«. La maniera |
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essi, e così dando prova di amare Iddio suo fine. Nè pure | dunque | al peccato originale, sebbene fisicamente necessario per |
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a dire la forma vera e propria di peccato. Conviene | dunque | togliere l' equivoco delle parole, e invece di negare che |
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essere finochè i pupilli stessi non esistono. In che senso | dunque | si può mai chiamare un peccato proprio solo |
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è la grazia santificante: la privazione di questa grazia è | dunque | la morte dell' anima, e però in questa consiste il peccato |
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peccato, benchè ben sapeva che avrebbe peccato. Avendo | dunque | Adamo perduta colla sua disubbidienza la grazia, i suoi |
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loro: ecco che cosa è il peccato originale. Vedete | dunque | che non solo qui non c' è assurdo, ma nè pure c' è la |
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la grazia non avrebbero il peccato«. In questo sistema | dunque | il peccato originale de' bambini dipende da un decreto di |
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nelle proposizioni condannate in Baio e in Giansenio. E` | dunque | a esaminare la solidità di queste molteplici e diverse |
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grazia santificante a cagione del suo peccato. L' aver | dunque | Iddio tolto ad Adamo la grazia non poteva essere il peccato |
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non fare, il bambino non aveva alcun diritto. Il peccato | dunque | del bambino ha per vera causa quel decreto di Dio: e così |
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questo sia costituito peccatore, chi lo può intendere? O | dunque | Iddio spogliò il bambino della grazia ingiustamente, e |
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privarneli. Negano che abbiano in sè alcun peccato? perchè | dunque | privarli della grazia, perchè pretendere di più che questa |
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è giusta perchè dovuta al peccato che è in essi. Rimane | dunque | sempre a spiegare come in essi sia il peccato; cioè rimane |
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più non sia dimandato dalla natura stessa. Si ricorre | dunque | al vocabolo di privazione , dando a questa parola un' |
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esiste solo nella mente e nella volontà di Dio. Mancando | dunque | nel bambino un estremo della relazione, e le relazioni |
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nè il principio della relazione, ma solo il termine. Non è | dunque | una relazione inesistente nel bambino; e però non si può |
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atto di suo libero arbitrio questa privazione? Come è egli | dunque | peccatore, se pur voi intendete ch' egli abbia in sè un |
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« in quantum derivatur ex primo parente . » Ottimamente | dunque | distingue tra la materia dell' imputabilità, e l' |
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il che è un nuovo e manifesto errore. 56. c ) L' uomo | dunque | che fosse creato colla sola natura, e il bambino che ora |
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sua grazia, rimanendo grazia, e non debito, nè mercede. Ciò | dunque | che può costituire un titolo di diritto non è che una |
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tradizione, prende forma di un patto bilaterale. Se | dunque | i bambini che nascono non hanno alcuna cognizione del |
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pel quale la grazia sarebbe stata loro dovuta? Converrà | dunque | ricorrere a un patto fatto da Dio con Adamo anche in nome |
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fu un effetto della libera trasgressione di Adamo? E` | dunque | a considerarsi che quella proposizione fu condannata in |
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creare hominem, qualis nunc nascitur, » deducendone che | dunque | al presente l' uomo nasce senza alcuna ferita nella sua |
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d' eresia i loro sostenitori. Tali proposizioni baiane | dunque | nulla provano, se chi le adduce non ne spiega prima il |
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Adamo suo padre avesse trasgredito il divino precetto: voi | dunque | convenite meco nel fondo, dissentite solo nelle parole per |
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e se la natura viene trasmessa per via di generazione, | dunque | è tolto ogni assurdo che ci sia qualche cosa di morale che |
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a questa parola natura a nascendo [...OMISSIS...] (2). Dato | dunque | che la natura umana sia corruttibile ne' suoi accidenti, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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« distincta proprietate ad dignitatem pertinente . » Se | dunque | la persona non è che il modo nel quale sussiste a pieno |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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la persona viene altronde come diremo. A quel modo | dunque | che non sono peccati morali i difetti che un pittore o uno |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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tollerare in alcun modo nel suo seno. Caro mio figlio, vada | dunque | tutto, ma ubbidire sempre, sinceramente, con fervore, con |
Epistolario ascetico Vol.III -
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senza dedurre da ciò d' essere in disgrazia di Dio. Siamo | dunque | certi assolutamente di essere in grazia? Nessun uomo a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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senza una speciale rivelazione. E che perciò? Dovremo | dunque | affliggercene? Anzi dovremo finire di confidare in noi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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come si stringe il bambino alla madre. Io vi rivolgerò | dunque | le parole di S. Agostino [...OMISSIS...] . Considerate |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Dio, ell' avrebbe salvata se stessa e noi tutti. Vi hanno | dunque | dei ragionamenti che ingannano; e queste sono le armi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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produsse l' infedeltà e l' incredulità. Rinunzieremo noi | dunque | perciò alla ragione? No certamente; ma ci terremo bensì in |
Epistolario ascetico Vol.III -
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prova per assicurarsi della verità della cattolica Fede: è | dunque | obbligata questa persona di rigettare i suoi dubbi sulle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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io lo so perchè non posso negare la tal prova convincente: | dunque | è vero tutto ciò che nel sistema delle sue verità si |
Epistolario ascetico Vol.III -
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tutto ciò che nel sistema delle sue verità si contiene; | dunque | i miei dubbi sono insussistenti, essi provengono dalla |
Epistolario ascetico Vol.III -
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con Dio nel modo il più intimo? Quale assurdo il pensarlo! | Dunque | era vera la loro Fede: dunque erano veri tutti i singoli |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Quale assurdo il pensarlo! Dunque era vera la loro Fede: | dunque | erano veri tutti i singoli articoli della loro Fede : |
Epistolario ascetico Vol.III -
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erano veri tutti i singoli articoli della loro Fede : | dunque | io n' ho abbastanza, non debbo cercare altro per crederli: |
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Ella vuole corrispondere all' amor divino: bene, abbandoni | dunque | i ragionamenti sopra i punti particolari della Fede che la |
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non mettervi vincoli od obbligazioni di coscienza; è | dunque | un' unione di spirito, una comunicazione di buone opere |
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anche quando è imposto sulle spalle da Dio medesimo. Come | dunque | non ne rimarrà oppresso e schiacciato colui, che osa |
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Signora, e non vedeva certo in essa la sua soggetta. A chi | dunque | fu soggetta veramente Maria, se non a Colui, di cui disse |
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mai uomo divenne Madre e restò vergine intemerata. Non | dunque | da dolori, ma da gaudii ineffabili fu accompagnato il parto |
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con introdurre i capricci della moda nella Chiesa di Dio. | Dunque | la scelta de' sacri parati non dee essere una questione di |
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lui vittime da immolarsi sull' altare dell' amor suo. Fino | dunque | che noi viviamo quaggiù in terra pensiamo pure ad amare |
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è fuori di noi, è Dio in sè stesso e nel prossimo. Giova | dunque | pensare a Dio e non a noi stessi; cercare lui specialmente |
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il che non è per ora verosimile. Su di questa materia | dunque | trovo necessario che Ella ponga ogni cura ad esprimere e |
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di formare delle vittime usurperebbe l' opera di Dio. Non è | dunque | possibile, a mio parere, istituire una società con questo |
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lettera contiene una non dubbia espressione. Voglia Ella | dunque | permettere, che un sacerdote cattolico del continente, che, |
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la loro direzione, senza esser mandati da essi? Procurai | dunque | nell' Istituto della Carità di conciliare questa |
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conosce in particolare i Decreti di Benedetto XIV. Posto | dunque | questo sommo attaccamento alle antiche e venerabili |
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dell' anime. E se il movimento non può venire da di giù, | dunque | viene da di su; ne stia certo. Ella mi domanda alcune |
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del prossimo e a gloria di Dio e della Chiesa. « Non si può | dunque | raggiungere la cima della perfezione se non unendosi in un |
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lo guida. « Justum deduxit Dominus per vias rectas ». Iddio | dunque | è quello in cui l' ubbidiente confida, e questa confidenza |
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Iddio « non confundit sperantes in se ». L' ubbidienza | dunque | da una parte è un atto di fede perfetta e di speranza in |
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Iddio a quelli che in lui s' abbandonano. Iddio conduce | dunque | l' uomo ubbidiente, ogni dì più, al vero suo bene, e per |
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occasioni di bene all' ubbidiente preso in cura da Dio. Se | dunque | sbaglia talora il superiore, non isbaglia Iddio che lo |
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e da cui tutti gli altri ricevere possono qualche valore. | Dunque | « exultemus in Domino » di avere trovato il tesoro nascosto |
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L' opera di Dio non è mai priva del suo effetto: riposi | dunque | tranquillo nella grazia dei Sacramenti, munito dei quali il |
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munito dei quali il suo Augusto partì da noi. Suffraghiamo | dunque | colla più gran fiducia nella divina bontà il carissimo |
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ciò imparandosi colà dove si legge: [...OMISSIS...] E` | dunque | mio sentimento e mio volere (e questo equivale per voi |
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vanno in Chiesa col loro libretto di preghiere. Io vorrei | dunque | che tutti i nostri missionari si prefiggessero d' accordo |
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quale l' uomo umiliato è preservato dai pericoli. A questo | dunque | tendete con tutto lo studio, ad acquistare un grande amore |
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non ispero ricever ordini prima di quel tempo. Attenetevi | dunque | ai miei consigli, e siate superiori a tutto ciò che dicono |
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Cristo « sive per infamiam, sive per bonam famam ». Stiamo | dunque | tranquilli ed allegri, se possiamo essere umiliati e patire |
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senza conoscerne o ricercarne i motivi. Furono proibite: | dunque | c' erano ragioni di proibirle, altro a me non importa |
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vi farebbe assai meno maraviglia l' avvenuto. Persuadete | dunque | il caro Bertetti, che io nulla vi tenni nascosto di quello |
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e che fui obbligato in coscienza a sottomettermi. Se | dunque | come tutte le cose sembrano tornare nello statu quo , anche |
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messe è molta per certo, ma gli operai sono pochi: pregate | dunque | il Signore della messe che mandi operai nella messe sua » |
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v' impiegaron tutta la vita, e ne restava ancora. Conviene | dunque | dimandarla al Maestro, e non cessare mai di dimandarla con |
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dove se ne andrà a riuscire, ma non certo a buon punto. Se | dunque | non vogliamo faticare indarno ed esserci messi per questa |
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domanda incessantemente aiuto e soccorso. Io v' insegnerò | dunque | ad uscire dai pericoli e dalle angustie in cui vi trovate, |
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ed afflitto e, Dio non voglia, fin anco crocifisso. E` | dunque | giusto, equo e doveroso che anche noi sopportiamo in pace e |
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sempre avuta della sua persona: un segno più certo Le sia | dunque | il pensiero che oso soggiungerle. Io sono persuaso che l' |
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esecuzione delle loro incombenze ed officii. Facciamoci | dunque | coraggio, o mio carissimo, e se siamo uomini, pensiamo che |
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è promessa. Ora, per grazia di Dio, è scoperto, convien | dunque | impedirlo di rodere, e, appena si sente il picchiettare de' |
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confidiate, in lui, in lui solo. L' aver conosciuto | dunque | il difetto che si nascondeva nel secreto dell' animo è già |
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in una parola, sareste, senz' accorgervi, in paradiso. E` | dunque | giusto e ragionevole che voi accusiate la vostra ignoranza |
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ne fa riuscire un' unica ed aggradevole armonia. Venendo | dunque | alla questione, dico, che la semplice e cieca ubbidienza si |
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quale incoraggiamento a qualunque sacrifizio! L' amore | dunque | di GESU` Cristo cresca ne' nostri cuori, e con esso |
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soggetti a fine di procurare la salute a popoli lontani. E` | dunque | necessario che, come i Superiori dell' Istituto sono |
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di onor temporale, e la carità illimitata. Non v' ha | dunque | cosa alcuna che non si possa loro liberamente comandare, |
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l' infermità umana, la quale rimane sempre in ogni caso. E` | dunque | molto più ampia e più libera la sfera, in cui può spiegarsi |
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una guarentigia maggiore di buon riuscimento. Vi abbia | dunque | carità e ragionevolezza, e vi avrà perfetta armonia; non vi |
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Maria santissima, a cui Ella è figlio divoto: che dubitar | dunque | con tale interceditrice? Rimuova il pensiero, per quanto |
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insieme, e il luogo dove abitiamo è Cristo. Accettino | dunque | le Reverenze Vostre i miei sincerissimi e cordialissimi |
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fucina temprate? A quella del divino amore. Non meritiamo | dunque | il rimprovero: « modicae fidei, quare dubitasti? » Anzi |
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incendiate altresì d' amor di Dio e del prossimo. A questo | dunque | attendete; e a tal fine mantenete pura l' anima vostra da |
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paura accresce assaissimo la timidezza stessa. Convien | dunque | non pensare alla propria timidezza e non rivolgere |
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cosa appaia davanti agli occhi degli uomini. Io giudico | dunque | che voi non solo siete obbligato gravemente a respingere il |
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vivendo e morendo santamente in questo Istituto. Dovete | dunque | riconoscere nei pensieri che vi vengono la voce del maligno |
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fa conoscere e sentire la sua potenza e misericordia. Lungi | dunque | da noi tanta bassezza, miseria e perversità da prender |
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Iddio non faccia qualche cosa di straordinario. Ecco | dunque | quello che dovete fare, mio carissimo fratello: spero che |
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nostra salute e perfezione secondo la volontà di Dio. Godo | dunque | che amiate cotesta solitudine, dove avete trovato il riposo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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nostri, Antonio Rey ed Emilio Belisy francesi. Voi dovete | dunque | accingervi di fortezza e implorare dallo Spirito Santo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Superiore toccatovi da Dio, dove non vi abbia peccato. E` | dunque | il capitolo VII delle Regole nostre comuni che dovete |
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», e soggiunge « charitas vero aedificat ». Che importa | dunque | che voi ne sappiate di più di un altro, se non avete l' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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avete trasportata dal mondo nella religione. Restituitela | dunque | al mondo, onde l' avete presa. Io vi ammonisco di vederci |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ve ne sarebbero moltissimi ed eccessivi. Non procediamo | dunque | secondo la fantasia, ma una serena ragione e una carità |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Maestro7Dio i mezzi della grazia, e infallibili. Conviene | dunque | far sì, che i giovinetti usino degnamente dei Sacramenti di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sieno verissime: ma siete forse voi che le commettete? No. | Dunque | quelle non nuociono all' anima vostra. Quando voi fate il |
Epistolario ascetico Vol.II -
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No, certo, perchè non siete voi quegli che lo produce. Se | dunque | non dipende da voi, perchè affliggervi, perchè turbarvi? |
Epistolario ascetico Vol.II -
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tristo, profondamente piagato. E che? Non vorremo | dunque | sostenere con fortezza quelle prove, tuttochè dure, alle |
Epistolario ascetico Vol.II -
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en règler l' usage, et qui en garantŒt la durèe ». A che | dunque | si riducono le cose decise dalla Chiesa coll' Enciclica? |
Epistolario ascetico Vol.II -
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aveste nessun obbligo preciso di rimanervi nell' Istituto: | dunque | per me conchiudo decidendo, che non avete peccato. Ma che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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gloria divina, che sta in un' infinita misericordia. Che fa | dunque | l' uomo con questa fede? Niente altro che sentire |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dabit vobis - confidite: ego vici mundum! » Che ci resta | dunque | a fare? Metter solo il collo sotto il soave giogo di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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è anche scritto: « Voluntas Dei sanctificatio vestra ». Se | dunque | la volontà di Dio è la nostra santificazione, noi possiamo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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vuole Iddio certamente da noi. Iddio è l' essenza del bene; | dunque | egli vuole da noi tutto il bene possibile, ed è quello che, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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insegnatoci da Cristo? L' ubbidienza che si dice cieca è | dunque | un' ubbidienza illuminatissima , e con essa si rinuncia a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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quanto si voglia di soverchio sottile e scrupoloso. Ciò | dunque | che mi cadde in animo di dirle si è, che talora le |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ha una Provvidenza amorosissima che tutto regola e dispone: | dunque | io debbo essere contento di tutto ciò che non dipende da |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sentire profondamente al cuore questa verità. Che importa | dunque | che i miei Superiori fallino? Io sono sicuro. D' altra |
Epistolario ascetico Vol.II -
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con una ragione secondaria e di bassa sfera, non è | dunque | sbagliato se lo considero con una ragione primaria e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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giacchè « vir obediens narrabit victorias ». La necessità | dunque | della vita mista il Signore la vede, e se ella è reale per |
Epistolario ascetico Vol.II -
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al proprio benessere, e alle sostanze temporali. Rompiamo | dunque | con forza tutti questi attacchi, e la fantasia cesserà di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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si trovino; ma perchè Iddio vuole, perchè Iddio manda. Se | dunque | i vostri Superiori vi mandano, fate bene ad ascoltarli, e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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conseguire la perfezione, se Iddio ce le concede. Eleggete | dunque | per vostro maestro nella via della perfezione il solo Gesù |
Epistolario ascetico Vol.II -
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del suo Ministro che ha cura dell' anima nostra: entriamo | dunque | con fiducia e col cuore esultante, perchè il Signore che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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salute eterna dell' anime de' suoi prossimi. Serva Ella | dunque | il Signore, che la favorì e La favorisce, con ampiezza di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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come quella di ogni altro semplice fedele, è basata: ella è | dunque | indipendente tutta dal ragionamento, ed io non ho mai fatto |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e solenne. - Ma questo involontario errore ci sarà egli | dunque | nelle vostre opere? Ella mi domanda. Le risponderò con S. |
Epistolario ascetico Vol.II -
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condannate e detestate insieme con essa; e com' è egli | dunque | possibile che io segua costoro? e voglia esser anch' io un |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in modo da non lasciare intorno a ciò il minimo dubbio. Che | dunque | si pretende con tali accuse? qual progetto si cova |
Epistolario ascetico Vol.II -
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forse zelanti, ma non sempre secundum scientiam? Ecco | dunque | ciò che avverrà. La S. Sede tutto esaminerà colla sua |
Epistolario ascetico Vol.II -
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o non ne facessi quel conto, che pure ne fo. Vi parlerò | dunque | con tutta candidezza, come sono solito e come voi volete |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non mi può più essere utile nella causa presente. Sia pur | dunque | vero, che io abbia errato, e voi condannatemi pure; ch' è |
Epistolario ascetico Vol.II -
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le cancrene più nascoste e più puzzolenti. Mio caro, che | dunque | sia finito fra voi e per sempre ogni segno di dissidio da |
Epistolario ascetico Vol.II -
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amorosamente alle nostre spalle, ed aiutandoci a portarle. | Dunque | larghezza di cuore, mia veneratissima signora contessa, e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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cotesti che non vanno da sè stessi, ma sono mandati! Sta | dunque | il tutto nel fare la dovuta stima della propria perfezione, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sua sapienza e bontà; l' adoro e ne giubilo. Vi spiegherò | dunque | le massime che io tengo in ciò, e che sono conformi a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la carità; anche questa, dico io, n' è una; accettiamo | dunque | questo fedele di Cristo, ed usiamogli intorno tutta la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che portava Gesù Cristo ai poveri ed agli spregiati. Penso | dunque | che dobbiamo ricevere tutti gli uomini di buona volontà |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ed elevato, la riuscita di lui può dirsi assicurata. E` | dunque | un errore quello di sdolcinare soverchiamente l' austerezza |
Epistolario ascetico Vol.II -
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concedono. Posso ingannarmi, ma non ingannarvi. Uditemi | dunque | fraternamente: giudicate liberamente tra voi medesimi, se |
Doveri dell'uomo -
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anche da chi cerca, nel fatto, eluderla. Perché | dunque | la condizione del popolo non ha migliorato? Perché il |
Doveri dell'uomo -
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Pensiero che Dio poneva, come anima, nell'universo. Abbiate | dunque | la Donna siccome compagna e partecipe, non solamente delle |
Doveri dell'uomo -
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amico che mai trovar vi possiate. Ma di che vi ragionerà | dunque | la presente? come vi potrà dare questa sicuro segnale d' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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persone che ci amano e di quelle che ci odiano. Tutto | dunque | viene a noi da quel nostro buon Padre che sta nei Cieli; |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed agli insipienti » » [...OMISSIS...] . E arrossirò | dunque | di dirlo io? e mi vergognerò d' ascoltare la verità dalla |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci è suggerita dallo stesso spirito del cristianesimo? Io | dunque | la conforto, quanto so e posso, ad occuparsi nell' opere sì |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ritenendo più che sia possibile questa divina missione. Se | dunque | si desse a questa Congregazione de' figliuoli della Carità |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non s' acquista senza l' uso delle cose umane. Vorrei | dunque | santificare questa prudenza, vorrei che i pastori, tutta l' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che è più caro a Dio, più utile al suo santo regno. Viviamo | dunque | nella solitudine col cuore, non ricusiamo d' uscirne col |
Epistolario ascetico Vol.I -
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esaltato da terra, trarrò a me tutte le cose ». L' opera | dunque | della divina Provvidenza nel corso dei secoli, nei quali |
Epistolario ascetico Vol.I -
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commettono dei gravi disordini, vogliono inferirne che | dunque | tutti gli aiuti esteriori della pietà sono più dannosi che |
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suo confronto la magnificenza di quello di Salomone! Beato | dunque | io vi credo di tale sposalizio, a cui il Signore vi vuole |
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dalla particolare indole della instituzione. Intanto | dunque | che queste cose si preparano, noi ci terremo uniti collo |
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se Ismaele non può convivere insieme con Isacco. Il pastore | dunque | che è insieme religioso, riconosce nella Chiesa la sua |
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alla sua maggiore gloria, al suo più compiuto trionfo. Che | dunque | rimane a fare all' uomo cristiano? Lavorare la propria |
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la gloria di Dio risplenda nella sua infermità. Egli non sa | dunque | ancora niente delle intenzioni e disposizioni divine da se |
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che non si conforma con questo spirito a malo est . Siamo | dunque | semplici, siamo sinceri. La semplicità ci faccia |
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il tempo da farlo, sarà pure il tempo di parlarne; lungi | dunque | da noi ogni artificio umano, ogni esagerazione: non |
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chiaro in una lettera senza fare un trattato. E` meglio | dunque | per ora che stiamo con tranquillità d' animo perseveranti |
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buono, infinitamente potente a soccorrerci? Diciamo | dunque | coll' Apostolo, nelle nostre angustie: « Se Dio sta con |
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alle circostanze in cui ci troviamo? Egregiamente; | dunque | ai piedi del Crocifisso ella deponga tutto se stesso; |
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le cose sue, è certo che Gesù fa per lui. Non ci sia fatto | dunque | il rimprovero che Gesù faceva ai suoi discepoli, quando non |
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nostra prostrazione conosciuta, sentita! Che ci resta | dunque | a fare? Concentrarci nell' unico desiderio di essere più |
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l' opera che sembrano aver in voi cominciata. Pregate | dunque | anche per me, per me povero peccatore. Io passerò da |
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restato al tutto pago, e poi mi rivolse queste parole: « E | dunque | pensa Ella di ritornare in Diocesi? » Io gli risposi che « |
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nelle più grandi misericordie del Signore. Da parte mia | dunque | vi dirò « perseverate e non uscite da voi stesso dal |
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con qualche detrazione alla verità? Non è voluta da Dio: | dunque | nè pur noi vogliamola. Il zelo adunque non ci renda mai |
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o indirettamente, all' aumento dell' opera pia. Io | dunque | mi tratterrò ancora qui; lavorerò intanto delle opere, che |
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notte più tenebrosa, è il solo che vede la realtà: lasciamo | dunque | fare a lui: noi viviamo tementi e tranquilli, umiliati e |
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il Papa non è mai infallibile nelle cose politiche. Onde | dunque | saprò io indubitatamente che il suo comando è conforme in |
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come è il patire. Come la parola di Gesù Cristo smentisce | dunque | e confonde il nostro senso, la nostra natura, e tutti gli |
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maggiore, ed è, quasi direi, nel suo regno. Ah stiamoci | dunque | attaccati a quest' affabile, a quest' amorosa consolatrice! |
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dipendere dalle massime che si stabiliscono a principio. | Dunque | io giudico di somma importanza l' occuparci seriamente a |
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ha piantata già Gesù Cristo nella sua Chiesa: non se ne può | dunque | creare un' altra: si dee attenersi strettamente all' |
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posto dalla Chiesa, sulle traccie del suo Fondatore. Nulla | dunque | dee essere staccato da questi centri. Io son d' avviso che |
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la pace del cuore. « Nolite cogitare in crastinum ». Direi | dunque | che con tutta semplicità faceste ai vostri compagni il |
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non prevenirla, facendo un piccol passo alla volta. Cercate | dunque | che i vostri compagni si uniscano pure, come avete |
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pericoloso e contro le regole comuni. Io vi supplico | dunque | caldissimamente di non volere, di qui in avanti, far niente |
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che regole di prudenza pe' casi possibili: non conviene | dunque | pensare a tutto quello sviluppo, di cui parlano le |
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cose ed opere singole che abbiamo alle mani: pensiamo | dunque | ora a queste due case che sono qui cominciate, e a quella |
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questo si può ottenere in ogni stato, in cui ella si trovi; | dunque | è sempre contenta e perfetta. Mio carissimo, questo è il |
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prendendo la loro direzione e governo spirituale. Che posso | dunque | dir loro circa la proposta che essi mi fanno? Io non mi |
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amar Iddio, e nel camminare nella sua giustizia. Non è | dunque | nè pure il predicare, nè il fare grandi cose per gli altri |
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abbiamo ottenuto il tutto, siamo pieni, siamo beati. A che | dunque | altro pensare, se non a ciò che Gesù Cristo ci ha insegnato |
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stessa vita, e simboleggia la nostra ineffabile unità. Viva | dunque | Gesù, di cui siamo tralci; viva Maria nostra madre |
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e in una sicurezza che in ogni modo ci sarà tolta. Viviamo | dunque | coll' anima nostra nel cielo, in Dio: ecco l' unica via di |
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la fede non vede che un decreto di bontà! viviamo | dunque | di fede; e quel Dio che umilia innalzerà, quel Dio che |
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e agli interessi di questa misera vita, e la superbia. E` | dunque | una grazia grande quello che Dio vi fa col darvi lume a |
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però il Vescovo non li chiami e non li mandi. Essendo | dunque | proprio del laico e del sacerdote semplice la vita umile, |
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in questa, anzi nè pure starebbe in piedi. La condizione | dunque | nostra, e quella dei laici e dei preti secolari, è la |
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cagioni: ma risponderò poi con comodo a tutto. Portate | dunque | pazienza per ora e ricevete quello che vi posso dare, che è |
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ho temuto ; e le apparenze mi davano da temere. Se | dunque | credete che io abbia fallato nell' esporvi anche i miei |
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morale, esige che ci mettiamo con essi a contatto. Se | dunque | questa approvazione l' avessimo cercata, noi avremmo fatto |
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Sì, per la divina misericordia, non cerco altro; intendete | dunque | bene ciò che vi dico: non per il male, ma per il bene; non |
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una così prossima occupazione militare della casa. Addio | dunque | intanto, preghiamo il Signore incessantemente. |
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delle mie malvagità. « De profundis clamavi! » Pregate | dunque | istantemente e tutti, pregate pel vostro in Cristo A. R.. |
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il fine è la salute delle anime de' membri stessi. Voglia | dunque | Vostra Altezza assicurarsi intieramente su questo punto; |
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vita e la nostra morte; egli mortifica e vivifica. In lui | dunque | solo confidiamo e pienamente riposiamo. Oh qual quiete |
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della Provvidenza, anche i nostri stessi falli. Siamo | dunque | contenti di tutto, e amiamola ogni dì più questa |
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tutti un corpo: ognuno è membro del proprio nostro corpo; | dunque | ognuno da parte sua studi di fare quello che può per la |
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e sollevare la croce che pesa in sui fratelli. Non ha | dunque | bisogno la religione di essere giustificata con industrie |
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più semplice, ed io credo altresì nulla di più dolce. Ciò | dunque | perchè si distinguono dagli altri cristiani, non è per lo |
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dalle mani di Dio con perfetta indifferenza. Tutto sta | dunque | in trovare i segni del divino volere. Senza questi, so io |
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fuori che in ciò che è contrario all' onestà. Di questo | dunque | vi consiglio. Parimenti posso dire dell' amore del bene . |
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ed il cilicio abitava pur troppo il serpente. Ringraziate | dunque | di tutto il vostro cuore la misericordia del Signore, che |
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ultima troverete annessa un' abbondante grazia. Abbiamo | dunque | scoperto il nemico, la vittoria vostra sarà certa. Attendo |
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cuore, di quello che sia che convertiate il mondo. Mirate | dunque | sempre nell' esemplare nostro amabilissimo Gesù Cristo, e |
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idra con cento capi e non potrebbe sussistere. Io non dirò | dunque | che l' Istituto della Provvidenza debba aver per direttore |
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« io sono chiamato da Dio ad evangelizzare questi popoli: | dunque | abbandonerò il mio superiore e la religione per esser più |
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cooperando all' opera manifestissima del demonio. Aspetto | dunque | nuova lettera e veramente consolante, nella quale mostriate |
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abbandonato questo suo servo e zelante ministro. Dite | dunque | il Te Deum e fate fare continua orazione, acciocchè ogni |
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perchè sia la causa esemplare della nostra Società? Perchè | dunque | imitarla sì poco nella rassegnazione, nell' abbandono di |
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distinta percezione. La sensazione nell'essere umano non è | dunque | un nudo scontro del soggetto cogli oggetti, non è un fatto |
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per così dire, i fili da tessere poscia in sistemi. L'uomo | dunque | e perché vive in presenza ad un unico universoe per la |
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o di sagacia, o anche solo d'ambizione e di ferocità. V'è | dunque | alcuno che guida quando li altri camminano, che riposa |
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avvedersi del sole, della luna, delle stelle. Egli aveva | dunque | fatto per inconscia necessità di natura un primo passo |
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e talora derelitto. Le leggi della forza analitica non sono | dunque | a cercarsi solo nelle leggi dell'intelletto. La percezione |
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in questa analisi ereditaria e progressiva oscillano | dunque | perpetuamente tra un ordine ideale che rappresenta le leggi |
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