ignorare - perché mentre la vostra coscienza v'avverte che | Dio | non v'ha dato facoltà senza imporvi di svilupparle, voi |
Doveri dell'uomo -
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le facoltà del pensiero - perché, mentre pur sapete che | Dio | non può avervi dato l'amore del vero senza darvi i mezzi di |
Doveri dell'uomo -
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Noi crediamo nell'Umanità, sola interprete della legge di | Dio | sulla terra ; edal consenso dell'umanità in armonia colla |
Doveri dell'uomo -
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formola che Roma ridesta propose all'Italia colle parole | Dio | e il popolo, scritte in fronte a' suoi decreti |
Doveri dell'uomo -
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quale sono create. L'uomo è nobilissimo fra tutte le cose: | Dio | ha versato in lui più della sua natura che non sull'altre. |
Doveri dell'uomo -
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della sua natura che non sull'altre. Ogni cosa che viene da | Dio | tende al perfezionamento del quale è capace. La capacità di |
Doveri dell'uomo -
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di perfezionamento nell'uomo è indefinita. L'Umanità è Una. | Dio | non ha fatto cosa inutile; e poiché esiste una Umanità, |
Doveri dell'uomo -
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il Panteon della nostra Terra. Gli uomini benedetti da | Dio | di Genio e di singolare Virtù ne sono gli Apostoli: il |
Doveri dell'uomo -
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non v'è, né può esservi necessità d' intermediario tra | Dio | e l'uomo, dall'Umanità infuori. Dio, prefiggendo un disegno |
Doveri dell'uomo -
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degli uomini su certe cose. La vita ch'è in voi viene da | Dio | e rileva nel suo sviluppo progressivo un disegno |
Doveri dell'uomo -
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Le nostre facoltà sono gli strumenti di lavoro che | Dio | ci dava. È dunque necessario che il loro sviluppo sia |
Doveri dell'uomo -
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La libertà dev'essere per tutti e davanti a tutti. | Dio | non delega la sovranità ad alcun individuo; quella parte di |
Doveri dell'uomo -
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che può essere rappresentata sulla nostra terra è da | Dio | fidata all'umanità, alle Nazioni, alla Società. Ed anche |
Doveri dell'uomo -
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e logica di Governo. Voi non avrete padrone fuorché | Dio | nel cielo e il Popolo sulla terra. Quando avete scoperto |
Doveri dell'uomo -
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pacifica voce dell'umanità, ha diritto di frapporsi fra | Dio | e la vostra coscienza. Dio vi ha dato il Pensiero: nessuno |
Doveri dell'uomo -
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ha diritto di frapporsi fra Dio e la vostra coscienza. | Dio | vi ha dato il Pensiero: nessuno ha diritto di vincolarlo o |
Doveri dell'uomo -
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libertà. L' associazione pacifica è santa come il pensiero: | Dio | ne poneva in voi la tendenza come avviamento perenne al |
Doveri dell'uomo -
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di limitarla. Ciascun di voi ha dover d'usar della vita che | Dio | gli diede, di serbarla, di svilupparla; a ciascun di voi |
Doveri dell'uomo -
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all'orizzonte spariscono al levarsi del sole: e ciò che | Dio | vuole si compirà: però che è suo decreto che l'amore, |
Doveri dell'uomo -
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la vostra legge è il primo, anzi l'unico vostro dovere. | Dio | v'ha dato la vita; Dio v'ha dunque data la legge; Dio è |
Doveri dell'uomo -
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primo, anzi l'unico vostro dovere. Dio v'ha dato la vita; | Dio | v'ha dunque data la legge; Dio è l'unico Legislatore della |
Doveri dell'uomo -
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Dio v'ha dato la vita; Dio v'ha dunque data la legge; | Dio | è l'unico Legislatore della razza umana. La sua legge è |
Doveri dell'uomo -
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di Dio, è vostro capo legittimo: amatelo e seguitelo. Ma da | Dio | in fuori, non avete, né potete, senza tradirlo e ribellarvi |
Doveri dell'uomo -
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medesima. E tale è la cognizione che l' uomo può avere di | Dio | in questa vita. Le due prime parti di questa cognizione |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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un motivo ragionevole in questo, che io posso indurre che | Dio | sussiste, dal considerare la universalità delle cose |
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più insieme in un genere reale (1), e quindi considero | Dio | a parte, come causa o principio di ciascuna di queste |
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una tenda, noi non lo percepiamo . Il concetto adunque di | Dio | non è che un suo segno, un suo indizio: tale è la natura |
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che nelle divine Scritture si suole sempre prendere per | Dio | stesso, perocchè veramente ciò che a noi in questa vita è |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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perocchè veramente ciò che a noi in questa vita è di | Dio | palese, non è che questo nome intellettuale, di cui |
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questo nome intellettuale, di cui parliamo, e non ancora | Dio | stesso (1). Adunque nel concetto che noi aver possiamo di |
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e contrassegnano, fuor da tutti, un essere che si chiama | Dio | . Questo nome intellettivo di Dio, questo concetto, questo |
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quanto che l' essere è la sola cosa che si può predicare di | Dio | e delle creature in un senso medesimo o, come dissero le |
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come dissero le scuole, univoco (2). Sicchè il concetto di | Dio | che noi aver possiamo (e che tien luogo di percezione, di |
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sicchè tutte le relazioni che noi possiamo trovare fra | Dio | e le altre cose, non fanno che darci una cotale maggior |
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negativa di Dio, riguarda il concetto espresso nella parola | DIO | che ci tien luogo di soggetto nel giudizio:« esiste Dio«. |
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incontro quando io affermo l' esistenza di Dio, io do a | Dio | tutta l' esistenza, tutto l' essere pensabile, perchè tale |
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una cosa singolare nel giudizio, col quale noi affermiamo | Dio | esistere, ed è che in questo giudizio il predicato e il |
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soggetto si identificano ; perocchè il concetto ideale di | Dio | è tutto formato dal puro e solo essere , e non di alcuna |
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, che forma il predicato si pone reale ; sicchè il dire:« | Dio | esiste«; torna a un dire:« esiste l' essere«; ovvero più |
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sussistente«: e questa proposizione, questa definizione di | Dio | è il principio della Teologia Naturale. Concludiamo adunque |
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Concludiamo adunque noi; 1. abbiamo un concetto di | Dio | ideale bensì, ma determinato, che non esce da quello dell' |
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parte ideale che comprende il concetto che noi abbiamo di | Dio | e che ci determina l' essere divino; 3. parte negativa che |
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di una persuasione che si fa in noi. La cognizione di | Dio | propriamente detta si fa dunque dalle due altre parti, e |
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. La Teologia naturale è quella che tratta di | Dio | in quanto può essere conosciuto dalle forze naturali della |
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della filosofia: la soprannaturale è quella che tratta di | Dio | in quanto è conosciuto soprannaturalmente, e questa si |
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alla causa prima, dal relativo va all' assoluto, e scuopre | Dio | (1). Ma questa facoltà divinatrice non può produrre però, |
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una scienza ideale7negativa, com' è il concetto naturale di | Dio | sua base. Ora veniamo a quella che si dice Teologia |
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sarà uopo all' intendimento di questo libro. Fra le cose da | Dio | rivelate dicono i teologi cristiani avercene di quelle che |
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qualche savio sorto nel mezzo di loro, o da un angelo, o da | Dio | stesso (restando questi nascosto), si restano le medesime e |
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positive che aver possiamo delle cose reali. Ora di | Dio | noi non abbiamo la percezione in questa vita, il quale, |
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di percepire pienamente Iddio stesso, che è chiamato un | Dio | nascosto nell' antico Testamento; e nel nuovo è |
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e a noi nascosta, è quegli che sta nel seno di Dio, che è | Dio | stesso, che è l' Unigenito Figliuolo di Dio Padre, e a cui |
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di Dio, che è Dio stesso, che è l' Unigenito Figliuolo di | Dio | Padre, e a cui perciò sono aperti e palesi tutti i tesori |
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natura i ciechi siamo noi, il veggente, che ci parla è | Dio | stesso, è Gesù Cristo suo Unigenito. Tale è il sistema |
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necessariamente, che in ciò che ci vien narrato di | Dio | a noi appariscano delle oscurità e dei misteri. Ma questi |
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primieramente è formata di alcune proposizioni intorno a | Dio | che, relativamente a noi, fino che siamo in questa vita, |
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a quest' ordine, una cosa superiore al medesimo, se | Dio | in una parola entra colla sua azione in quest' ordine, con |
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nessuna delle forze degli esseri creati; quest' azione di | Dio | introdotta nell' universo è un elemento soprannaturale, |
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che se non si trattasse qui di un' azione interna di | Dio | nell' anima dell' uomo, di un' azione reale ; mai dentro l' |
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lo spirito dell' uomo non sarebbe mai veramente sollevato a | Dio | e con lui congiunto, per quali si fossero gli emblemi |
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diversa veramente dalla naturale. Quindi l' operazione di | Dio | nell' interiore dell' uomo, questa operazione di grazia è |
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della grazia, sebbene ammetteva tutti gli esterni doni di | Dio | e la rivelazione stessa, a malgrado di questo fu stimato |
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di significato, perocchè toglieva via l' azione interna di | Dio | nelle anime. « Hanc debet Pelagius , » dice S. Agostino |
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tessera:« Chi dà fede ad una non ideale ma reale azione di | Dio | nell' anima per la quale questa sia mossa alla fede, carità |
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[...OMISSIS...] V' ha dunque una fede che è opera di | Dio | nell' uomo, colla quale, se l' uomo non resiste colla sua |
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opere: [...OMISSIS...] . Il quarto effetto è l' unione con | Dio | per mezzo dello Spirito Santo: [...OMISSIS...] . Nelle |
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avvertiva che questa religione (e la chiamava regno di | Dio | per la possanza che esercita Iddio nelle anime) non si |
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si divide e distingue: e questa è quella azione reale che | Dio | stesso opera nello spirito dell' uomo. Il perchè questa |
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negativa; ella è composta questa idea della relazione di | Dio | colle creature, ma appunto per questo le creature stesse |
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sarà minore, più debole e cedente all' amore di quel | Dio | rimoto, che l' uomo nè pur positivamente conosce, perocchè |
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tutti gli amori verso le creature debbono terminare in | Dio | attualmente per essere perfetti, e debbono terminare in Dio |
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Dio attualmente per essere perfetti, e debbono terminare in | Dio | virtualmente, debbono almeno non contraddire all' amor di |
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fatto loro che non sanno levarsi ai doveri morali che hanno | Dio | per oggetto. Parlo di quelli che riconoscono e confessano |
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loro intelletto valgono forse a sollevarli a Dio? Questo | Dio | si fa loro anzi così alto, che disperano di arrivarlo |
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da quella. Insomma la relazione che l' uomo ha con | Dio | e i doveri essenziali che ne conseguono è una pagina che |
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senza la grazia. E S. Tommaso trova questo procedere di | Dio | coll' uomo sapiente e soave e tutto conforme a quella |
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il genera, egli è manifesto che quell' unione reale che fa | Dio | nella essenza dell' anima, deve ingrandire il suo |
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a una piena e soave adesione a tutte le cose che intorno a | Dio | si contengono in quel concetto negativo di Dio. In quel |
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quel concetto negativo di Dio. In quel concetto negativo di | Dio | poi si contengono virtualmente anche le notizie di Dio |
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di Dio poi si contengono virtualmente anche le notizie di | Dio | positive: e la grazia inclina e rende vaghissimo l' uomo di |
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rende: I. da una parte efficace nell' uomo il concetto di | Dio | ideale7negativo che per sè è freddo e impotente (2); II. |
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divina sia reale, tuttavia ella non è tale che comunichi | Dio | sè stesso all' uomo del tutto svelatamente ; ma è un' |
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la punta, quasi direi, della divina sostanza, con cui | Dio | tocca l' uomo. Perocchè in questa parte occulta l' uomo |
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fede adunque soprannaturale c' è anche una percezione di | Dio | , se così è lecito chiamarla, sebbene iniziale e solamente |
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quelle parole: « Senza la fede è impossibile di piacere a | Dio | (3) »: e in quelle altre: «« Il mio giusto vive di fede« |
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egli diede loro LA POTESTA` di diventar figliuoli di | Dio | (ecco la grazia che dà la potenza); a quelli che CREDONO |
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chiamasi acconciamente nelle divine Scritture il « nome di | Dio | ») (3). Con ragione adunque S. Tommaso afferma la fede |
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dà a ciò che quel sentimento soprannaturale ha percepito di | Dio | (3) e forma un tale assenso il secondo elemento , col quale |
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salute quel primo elemento della fede, che viene dato da | Dio | gratuitamente col battesimo, quella operazione della |
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speculativo: è un giudizio, con cui non solo affermiamo | Dio | e le cose divine, ma con cui gli diamo la nostra stima: è |
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cui gli diamo la nostra stima: è un atto di giustizia verso | Dio | da noi conosciuto e sperimentato, e non un conoscimento, ma |
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fede. Ecco qual è l' ordine loro: 1. Cognizione rivelata di | Dio | ex auditu (operazione esterna naturale). 2. Percezione di |
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ex auditu (operazione esterna naturale). 2. Percezione di | Dio | (1), o lume efficace, uscente da quella cognizione |
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conosciute e percepite: atto di stima, il riconoscimento di | Dio | come luce, verità e autorità infinita, col quale atto se l' |
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. Ho già mostrato come nelle verità rivelate intorno a | Dio | si trovi una profonda oscurità e de' necessarii misteri |
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iniziale, il lume della fede l' essere compito, assoluto, | Dio | (4). Fra queste tenebre e questa luce cammina il cristiano |
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la grazia opera mediante la cognizione ideale negativa di | Dio | , ella non fa che rendere viva ed efficace questa idea di |
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, ella non fa che rendere viva ed efficace questa idea di | Dio | che non eccede la natura del puro conoscere , nel che sta |
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vien detta nelle divine Scritture anche un insegnare che fa | Dio | all' uomo, come in Isaia: [...OMISSIS...] . E Geremia non |
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cognizione , tuttavia ciò non si avvera trattandosi di | Dio | che è l' Essere stesso , del quale la cognizione e |
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idee che hanno tutti gli uomini, l' uomo illuminato da | Dio | vede ciò che gli altri punto non veggono. Da questo che |
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modo . Con questa osservazione si spiegano quelle parole di | Dio | in Isaia: [...OMISSIS...] . E quelle di Cristo, che |
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con una figura assai acconcia. Si distingue la faccia di | Dio | dalla schiena di Dio. Chi vede un uomo in ischiena, il |
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completa ), tuttavia dà la visione della schiena di | Dio | ( la percezione incoata e indistinta ) (7). Conviene che |
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Ma tutto questo non fa sì ancora che tale intima azione di | Dio | nelle creature si possa chiamare deiforme (2). Per |
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dotati di senso e di intelligenza, perchè la sostanza di | Dio | è vita e luce. Per ciò tutte le operazioni che Dio facesse |
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di Dio è vita e luce. Per ciò tutte le operazioni che | Dio | facesse relativamente alle creature non dotate di |
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quantunque divine fossero e tali che solo alla potenza di | Dio | convenissero, come la creazione, non sarebbero però |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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della divina sostanza, della vita, e della luce di | Dio | stesso. La maniera adunque diretta di conoscere la |
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parziale; che non possa essere assolutamente altro che | Dio | stesso. Chi sente in sè stesso una operazione tanto grande, |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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l' anima sente, deve essere tal cosa che sia evidentemente | Dio | (1); allora la operazione è deiforme. I Santi Padri |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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Indi è che con ragione si può conchiudere, percepirsi | Dio | stesso nella operazione della grazia; e ciò per due vie, |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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operazione della grazia tutto l' essere, dunque si sente | Dio | stesso, dunque l' operazione è deiforme . Udiamo ora i |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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quello Spirito, che per la grazia inabita nell' uomo, è | Dio | stesso. Ecco le sue parole: [...OMISSIS...] . E poco |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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dal darci il senso di tal cosa che non può essere se non | Dio | stesso. Ora, se ciò bastasse a costituire la operazione |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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laddove nel lume della fede noi percepiamo e sentiamo | Dio | stesso, e non la sua similitudine. Ragione di ciò si è che |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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la sua similitudine. Ragione di ciò si è che il vocabolo | Dio | è sostantivo ed esprime quindi una sostanza; onde noi non |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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essere reale e sussistente, non una idea, una possibilità. | Dio | deve essere un BENE reale , anzi tutto il bene, come |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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la grazia divina, i quali sono detti talora templi di | Dio | , talora essi stessi Dei ; argomenta e conchiude che Dio |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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di Dio , talora essi stessi Dei ; argomenta e conchiude che | Dio | deve agire realmente e colla stessa sua sostanza nelle |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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Origene, cadendogli di parlare della inabitazione che fa | Dio | nelle anime sante, scorto dal lume rivelato, lascia la |
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e ciò che non è che una idea o scienza; e dice che | Dio | è partecipato dagli uomini, come per essi si partecipa di |
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lo spirito): ma con questo divario tuttavia, che | Dio | è anche una sostanza , quando la medicina non è nulla più |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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i seguenti. Il primo sistema è platonico; e in esso si fa | DIO | anche il lume dalla ragion naturale. Con un tale sistema si |
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sistema, opposto al primo, è di quelli che negano, che sia | Dio | anche ciò che si sente per la operazione della grazia; ma |
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o se si vuole anco una incoata similitudine di Dio, ma non | Dio | stesso; il lume poi della fede essere la stessa divina |
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questo senso parimente l' anima è la forma del corpo. Ora | Dio | non può essere, in tal modo, forma di nessuna creatura, |
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Chiesa stessa ne' suoi riti per adombrare l' unione di | Dio | con noi, è quella del vino mescolato coll' acqua; la quale |
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, questa percezione è la percezione di Dio; e in tal caso | Dio | stesso è la forma dell' intendimento. Questa percezione |
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altra vita la forma , colla quale i beati intendono, è | Dio | stesso (1). E poichè lo stesso Santo dice, che la vita |
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cercando il fondo del suo pensiero, quando egli diceva che | Dio | nella operazione della grazia era causa efficiente e non |
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questa vita è tutta di Dio; laddove in cielo la gloria di | Dio | ridonda in noi: ossia, secondo il sentimento dello stesso |
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Apostolo, l' uomo in questa vita ha bensì la gloria di | Dio | in sè, ma nascosta e velata, la quale poi nell' altra vita |
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alla visione beatifica e alla visione o percezione di | Dio | che si ha per la grazia, come il mostrano apertamente i |
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di causa formale oggettiva , che i Padri hanno detto, | Dio | essere formalmente congiunto colle anime dalla grazia |
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Di che egli argomenta che lo Spirito Santo sia | Dio | (2). Il medesimo concetto viene pure espresso da S. Cirillo |
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voi siete Dii ». Là dove, se la congiunzione fra l' uomo e | Dio | è formale, queste maniere di dire ricevono un senso tutto |
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essere forma del nostro spirito, tuttavia questa azione di | Dio | non ha nessuna reazione sopra Dio: sicchè il nostro spirito |
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sopra Dio: sicchè il nostro spirito punto non reagisce in | Dio | stesso. La quale condizione si verifica massimamente, |
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soggetto e di sè lo informi. Questa maniera di operare di | Dio | nell' uomo viene dalle Scritture e da' Padri dichiarata |
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che usa spesso la medesima similitudine del sigillo chiama | Dio | « imagine effettrice d' imagine (5) »: il che conviene |
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quasi a guisa di suggello, nella operazione della grazia, è | Dio | stesso immediatamente operante; odasi ancora S. Cirillo in |
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di tutti il più degno da notarsi ben colla mente, cioè che | Dio | non è alcun' altra forma della mente, ma quella che abbiamo |
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che abbiam detto. Poichè, in primo luogo, abbiam detto che | Dio | nella operazione della grazia non agisce in altra parte |
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Chiesa, descrivendo la partecipazione che del Verbo di | Dio | fa l' uomo della grazia, colla similitudine della |
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è la sede delle scienze e delle idee, e il Verbo di | Dio | opera nell' intelletto, forza è che questa operazione |
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parlino i Padri della inabitazione del Verbo di | Dio | nell' uomo, togliendo la similitudine dalle scienze e |
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similitudine del suggello adoperata a spiegare l' azione di | Dio | nell' anima giusta: solamente che nel suggello si mostra |
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cosa da parte della natura divina. Ecco l' argomentazione: | Dio | è l' essere: Ma l' essere non è partecipato che dall' |
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essere: nello stato soprannaturale la forma dell' uomo è | Dio | stesso, l' essere reale terminato, sussistente (5). La |
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indipendentemente dalla realtà delle cose. All' incontro in | Dio | il modo reale è congiunto siffattamente al modo ideale , |
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che è impossibile immaginarlo scongiunto, senza distruggere | Dio | stesso: sicchè non vi può aver idea di Dio (modo ideale) |
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distruggere Dio stesso: sicchè non vi può aver idea di | Dio | (modo ideale) senza avere la percezione della sostanza di |
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(modo ideale) senza avere la percezione della sostanza di | Dio | (modo reale). Sicchè Iddio non può informare la nostra |
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la nostra mente di sè stesse, ma di sole le loro idee. Di | Dio | dunque non si dà idea pura (positiva), ma si dà solo la |
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dello spirito elevato allo stato di grazia; 2. e che | Dio | è forma oggettiva non già col suo modo ideale, come sono le |
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chiaramente la ragione di questa dottrina, considerando che | Dio | è l' essere stesso sussistente ; che perciò è per |
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dottrina comune de' Teologi, i quali insegnano che in | Dio | non vi ha distinzione fra l' essere e la essenza : mentre |
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e del modo reale? Risulta adunque dalla teologia che di | Dio | non si può dare una idea pura positiva, ma che si può dar |
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concedere che questa comunicazione delle anime giuste con | Dio | è immediata , che hanno la percezione di Dio , che Dio |
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giuste con Dio è immediata , che hanno la percezione di | Dio | , che Dio stesso colla sua propria sostanza si rende forma |
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con Dio è immediata , che hanno la percezione di Dio , che | Dio | stesso colla sua propria sostanza si rende forma oggettiva |
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non per mezzo della idea pura si conosce Dio, ma per | Dio | stesso sussistente; perocchè l' idea pura che noi aver |
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ripetono i Padri, massime Greci, che la comunicazione di | Dio | alle anime giuste si fa senza mezzo , «amesos», e che non |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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via ogni dubitazione su di ciò. I Padri riconoscono in | Dio | una cotale relazione essenziale colle creature, di diverso |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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ed è questa sola che può comunicare la cognizione di | Dio | all' uomo. Questa singolare proprietà di Dio solo, di |
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cognizione di Dio all' uomo. Questa singolare proprietà di | Dio | solo, di essere conoscibile per sè stesso e non per nessun |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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è un segno freddo e imperfetto, e il non potersi aver di | Dio | questa imperfetta impressione, il non potersi aver di Dio |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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Dio questa imperfetta impressione, il non potersi aver di | Dio | l' idea; ma sì bene solo il potersi aver di lui la |
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[...OMISSIS...] . Quindi si può dire che l' operazione di | Dio | è una ; ma il modo della medesima è trino . Egli è |
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de' maestri della cristiana dottrina, che l' operazione di | Dio | non si distingue da Dio stesso. Quindi, come Iddio è uno e |
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dottrina, che l' operazione di Dio non si distingue da | Dio | stesso. Quindi, come Iddio è uno e trino, così la divina |
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trova se non negli esseri intelligenti e, completamente, in | Dio | solo (2). L' ordine completo adunque non si dà se non nelle |
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dalla cristiana dottrina la quale insegna i tre modi in | Dio | essere altrettanti reali sussistenze, essere tre persone in |
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principio che una unica operazione sia quella colla quale | Dio | opera, creando le cose. Di poi, se l' effetto di queste |
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o la relazione « (1) »: perocchè non v' ha altro in | Dio | se non queste due cose (2). V' ha dunque in Dio, |
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dello Spirito, Padre e Figliuolo). Ma dovendo procedere da | Dio | non una relazione, ma una sostanza, è necessario che operi |
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a lungo il paziente mio leggitore (1). Nome proprio di | Dio | è quello di vita , la sua essenza è vita. Non è vera vita |
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è vera vita ove non è sentimento. Il sentimento adunque in | Dio | è essenza divina. Il Padre è l' essenza divina, un |
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stesso, ma solo nell' amore dell' amante. All' opposto in | Dio | l' essenza divina, come amabile e amata, sussiste (2), ella |
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di generante, generata, e spirante e spirata: essa è | Dio | insomma, Padre, Figliuolo e Spirito Santo (3). Il Padre |
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Dio; ma che un' operazione è deiforme, quando non solo | Dio | è il principio e la causa di quella operazione, ma è anche |
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(2): perchè l' effetto, cioè le creature, non sono Dio, nè | Dio | è formalmente unito alle creature nell' ordine naturale. L' |
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non pur divina, ma ben anche deiforme , perchè con essa | Dio | si congiunge formalmente all' uomo (3): e quindi l' |
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. Ma perchè si veda meglio, come si conosca che | Dio | nell' uomo santo esercita una trina7deiforme operazione, |
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la natura, l' essenza di questo sentimento, che sorte da | Dio | in quanto è oggetto del nostro spirito, è di farci sentire |
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nel che sta la fede. In questa notizia e pensiero di | Dio | noi veggiamo tanta bellezza, che l' intelletto nostro n' è |
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le Scritture, quando parlano di sapienza , di cognizione di | Dio | , mettono in quest' unica cosa tutti i beni; nè sembra che |
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maraviglia di ciò, se è detto altresì nelle Scritture che | Dio | è VERITA`; se ha detto lo stesso Verbo divino: |
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amore nell' anima e smarrendosi la notizia precedente di | Dio | (il quale smarrimento non è altro che un non rifletterci |
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meraviglia di ciò, se la Scrittura dice espressamente che | Dio | è CARITA`? [...OMISSIS...] Non è tutto in questa carità |
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tutta la diversità della misura, in che l' uomo prende di | Dio | e ne fruisce, ha origine dalla parte dell' uomo, dall' |
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della divinità. Nondimeno l' uomo che partecipa di | Dio | deve partecipare di tutto Iddio, perchè altrimenti non si |
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Iddio, perchè altrimenti non si potrebbe dire che fosse | Dio | quello di che partecipa; ma di tutto Dio può partecipare in |
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dire che fosse Dio quello di che partecipa; ma di tutto | Dio | può partecipare in un modo più e men pieno. Non è mio |
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Nulla vi ha in ciò di ripugnante; e non osta il sapere che | Dio | ha tre sussistenze, perchè coll' averne un sentimento solo, |
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de' tempi, la comparsa del Messia, di quell' Unigenito di | Dio | Padre che doveva rivelare ogni verità, completare ogni |
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E veramente la comunicazione della luce spirituale che a | Dio | piacque di fare all' umanità di mano in mano, nelle divine |
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cognizione di Dio, si vede che essa comincia colla unità di | Dio | e cogli attributi che appartengono alla divina natura; e |
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eccede questi confini, nè si estende oltre al conoscere un | Dio | uno. Ma perfezionandosi la cognizione della divinità, è |
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persone. Questo progresso della cognizione intorno a | Dio | viene eccellentemente descritto da S. Ilario, nel suo primo |
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alto non ascese la dottrina mosaica, la quale non dava di | Dio | una cognizione ancora così compiuta, come l' Evangelio. Il |
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ha ricevuto già la rivelazione e la fede, che la parola di | Dio | sussiste, che essa è una persona. Nè per questo è men vero, |
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quelle parole di Mosè, dove comparisce una parola di | Dio | creante, fuor di quello di supporre che questa parola sia |
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Trinità delle divine persone, nella quale la cognizione che | Dio | diede agli uomini fu completa e procedendo in bell' accordo |
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divina che rendeva superiore alle cose tutte la legge di | Dio | nel suo cuore e un sentimento di aspettazione, una speranza |
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confessandosi incapaci di adempirla e dimandando a | Dio | ciò che essi non potevano. E che questa grazia dovesse |
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chiaramente, distintamente e universalmente conosciuto per | Dio | dagli uomini (3). Gesù Cristo attribuisce a sè l' aver |
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ha similitudine col rivelare , che è appunto un parlare di | Dio | agli uomini. E d' altro lato questo parlare di Dio agli |
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di Dio agli uomini. E d' altro lato questo parlare di | Dio | agli uomini è una cotal traccia del Verbo che riesce |
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era tanto fuori del pensare umano, che vi avesse in | Dio | una seconda persona e che questa s' incarnasse, che egli è |
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credevano cioè implicitamente che il Cristo sarebbe stato | Dio | e il Verbo di Dio, in quanto che credevano che egli sarebbe |
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necessario perchè fosse tale, tutto ciò che avrebbe voluto | Dio | che fosse: sebbene poteva voler Dio che fosse ciò che essi |
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ciò che avrebbe voluto Dio che fosse: sebbene poteva voler | Dio | che fosse ciò che essi non potevano giungere da sè stessi a |
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di Abramo e di Davidde fosse ad un tempo il Figliuolo di | Dio | e Dio come Dio Padre. In tal modo erano salvati, come dice |
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Abramo e di Davidde fosse ad un tempo il Figliuolo di Dio e | Dio | come Dio Padre. In tal modo erano salvati, come dice S. |
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di Davidde fosse ad un tempo il Figliuolo di Dio e Dio come | Dio | Padre. In tal modo erano salvati, come dice S. Agostino, |
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E in questo passo vedesi ad un tempo come la cognizione di | Dio | trino appartiene al Vangelo, e come di questa cognizione il |
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quel tempo l' operazione della grazia era un sentimento di | Dio | uno (deiforme), in questo è un sentimento di Dio uno e |
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di Dio uno (deiforme), in questo è un sentimento di | Dio | uno e trino (deitriniforme). Ora la fede nella Trinità, |
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l' unione massima delle possibili, giacchè Cristo come | Dio | è una cosa sostanzialmente col Padre, e come uomo è unito |
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da ciò che abbiamo detto, che la loro fede nell' uomo | Dio | venturo era implicita, e perciò non avevano nel loro |
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nessuna posponevano alla sua offesa. Ma se tutto questo era | Dio | che sentivano in esso, non era però il Verbo, la seconda |
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perchè questa permanente unione dell' uomo col Verbo di | Dio | è la ricchezza del nuovo tempo di grazia. Questa unione |
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anco i Cristiani; sicchè è uno il principio di santità in | Dio | e in noi. Ora udiamo parlare i Padri della Chiesa di ciò; |
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udiamo che cosa dicano dell' esser lo Spirito appunto in | Dio | santità. [...OMISSIS...] E S. Fulgenzio tenendo la traccia |
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la nostra carità è una partecipazione della carità che ha | Dio | a sè stesso, e, come abbiam detto più sopra coi SS. |
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abbiam detto più sopra coi SS. Agostino e Fulgenzio, amiamo | Dio | con Dio, nè con altro si può amare, poichè con altro non si |
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RICEVETTERO, a tanti diede podestà di rendersi figliuoli di | Dio | (5) ». E in altro luogo Cristo dice: «« Chi RICEVE me, |
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nell' ordine soprannaturale per una reale congiunzione con | Dio | che è il principio dell' ordine soprannaturale, come la |
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tocchi dell' anima; così essi non erano però il Verbo di | Dio | che tutte le contiene e produce, il quale si rimaneva come |
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del Figliuolo. Perocchè i Teologi cristiani distinguono in | Dio | un amore essenziale , il quale entra nell' essenza divina, |
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, un sentimento, per cui l' anima senta l' amabilità di | Dio | per modo che quest' amabilità sola, rimossa ogni altra |
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per quella divina persona che è, Figliuolo Unigenito di | Dio | Padre. A questo annunzio, a questa esterna rivelazione, |
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appunto perchè mossa dal Verbo, non è dal mondo, ma da | Dio | stesso. Nè paia strano ciò che affermiamo, che chi vede il |
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dice S. Giovanni: « Lo Spirito è quello che testifica che | Dio | è verità« (2) ». Ma sebbene lo Spirito Santo, con quell' |
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Cristo annunzia dover egli avere dal Padre suo. Dice che | Dio | lo chiarificherà in sè stesso: questa maniera esprime una |
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a Cristo quando gli uomini conoscono e sanno che egli è | Dio | nel seno del Padre. Il sapere questo, l' aver questo lume |
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essere di più grande nella cognizione, nella percezione di | Dio | stesso; e il solo Spirito Santo dà alle anime una tale |
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percezione del [Verbo], e innalziamo con confidente amore a | Dio | le nostre voci di figliuoli. Così l' Apostolo tocca questi |
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e quindi volere implicitamente fare tutto quello che | Dio | fosse per manifestare. [...OMISSIS...] Nulla più ci vuole: |
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dice S. Paolo, scruta tutte le cose, anche le profondità di | Dio | (2). E questo parimente viene a dir Cristo, soggiungendo, |
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cuore: Abba, Padre (4); che egli scruta le cose profonde di | Dio | (5); che egli diffonde in noi la carità e fa altre simili |
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Profeti, che saranno tutti capaci di venir ammaestrati da | Dio | medesimo, così nel commenta: [...OMISSIS...] . E nello |
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investigare ciò che non si può. Checchè però ci sia dato da | Dio | di poter conoscere in tale argomento, è cosa da averla come |
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di eternamente mandato , che equivale al dirsi Figlio di | Dio | (6). E conoscendosi come mandato e come tale ricevendosi |
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che è una cotale partecipazione ineffabile della vita di | Dio | (3). Laonde, come dice S. Cirillo di Alessandria, quella |
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che dicono dottrinale : mentre la stessa comunicazione con | Dio | la dicono sperimentale , e anch' essa veramente si può dire |
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parti di quella cognizione che possono avere gli uomini di | Dio | in questa vita (4). Le parole non si intendono se non si sa |
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sentimento suo i confini della natura, e però non avendo di | Dio | e delle cose divine se non un' idea negativa: di che è |
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che ivi succeda, ma è perfettamente impenetrabile fuorchè a | Dio | solo, perchè è l' essenza intellettiva dell' uomo (3), |
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si associano anco fra loro, una stessa carità li lega a | Dio | e fra loro, perchè appunto l' associarsi e l' essere fra |
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tutti simili in questo appunto, cioè nell' essere con | Dio | consociati, Dio essendo la forma e quindi medesimo il |
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in questo appunto, cioè nell' essere con Dio consociati, | Dio | essendo la forma e quindi medesimo il semplicissimo nodo a |
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racchiude ella sola e vale assai di più per un uomo, a cui | Dio | siasi degnato di palesarsi interiormente, che non delle |
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Ma che fa tutto ciò? L' uomo idiota, a cui ha parlato | Dio | stesso, ne sa più di lui (2). In questo consiste la sublime |
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soccorre la soprannaturale rivelazione e manifestazione che | Dio | fa agli uomini di sè stesso. Quindi è che fin gli Apostoli |
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intere di scientifiche ricerche. All' opposto l' uomo di | Dio | sa per esperienza che vi ha un altro genere di cognizione e |
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e le biblioteche della terra. La sua scienza pertanto di | Dio | consiste nel fatto , è una cognizione positiva , piena, |
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persuasione: quella di S. Paolo, in fatti, nella virtù di | Dio | operatrice dentro l' anime, nello spirito e nella potenza |
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può conoscere se non le cose umane, e il solo spirito di | Dio | le divine; il quale per ciò deve essere dato all' uomo, |
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il sapere puramente umano non è atto a rendere l' uomo a | Dio | accetto, e che Iddio ha una occulta virtù, per la quale |
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opera dell' uomo, ma bensì in un' operazione occulta che fa | Dio | nell' anima (1), alla quale dà il sentimento di sè; egli è |
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della religione, sembrano talora occuparsi talmente di | Dio | che rimangono meno pronti a curare le relazioni che li |
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argomento di escludere la comunicazione dell' uomo con | Dio | questo, che perchè l' animale bruto non può godere dell' |
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non è egli l' oggetto più reale di tutti? E perchè | Dio | si tiene nascosto, non potrà mai rivelarsi alle sue |
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d' una tale sapienza. Ma la ragione, se avesse bisogno di | Dio | per illustrarsi, sarebbe una potenza imperfetta: l' uomo |
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al suo fine? Che è, che ci descrive tanto lontano questo | Dio | da noi? Che si teme tanto di avvicinarcelo? Che si vuol |
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di que' segni o prove certe, alle quali si conosca che è | Dio | quegli che ha parlato. Ma dopo di essersi convinti di ciò, |
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che se dicessero: quando che voi avete verificato che | Dio | ha parlato, e poi nelle cose udite da lui trovate qualche |
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che sappia meglio far uso del lume della ragione, voi, o | Dio | che parla? - Questo ragionamento persuade all' uomo quella |
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e tuttavia il dar quella fede (3) in tal modo è a | Dio | gradevole e conducente alla salute eterna, secondo le |
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subitaneo fosse un operare con cieca temerità, perocchè a | Dio | niente piace di tutto quello che è cieco, temerario, |
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via della retta ragione, si sono conosciute intorno a | Dio | e alla sua volontà, e di conformarle a una tal norma, senza |
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qualche demone o uomo che piglia la persona di legato di | Dio | e toglie a vendergli false e male sentenze, dandogliele per |
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rivelazione si deduce, cioè l' essere veramente rivelata da | Dio | agli uomini; e poi egli è manifesto che tutta la religione |
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dove stia arroganza maggiore, quanto in contendere con | Dio | e disputare se egli ha ragione o se ha torto. Dipoi è egli |
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di una soprannaturale miracolosa e immediata rivelazione di | Dio | non si può conciliare coll' idea di Dio eterno, sempre |
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rivelazione di Dio non si può conciliare coll' idea di | Dio | eterno, sempre costante a sè stesso, onnipotente, onniscio |
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differenza che volgarmente si pone fra le operazioni di | Dio | immediate e le mediate , si deve intendere non in sè, ma |
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di lei apparenti nella natura delle cose. Le operazioni di | Dio | si possono dire immediate per sè, per questa ragione che |
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da limite di tempo e di luogo, di tal modo che le cose che | Dio | fa, le fa tutte in un solo e primo suo atto, nè ripetonsi |
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innata alla mente. Di che avviene che tutte le cose che | Dio | opera per sè immediatamente, l' uomo rettamente giudichi |
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Il nostro professore sostiene ripugnante coll' idea di | Dio | la persuasione di una soprannaturale miracolosa e immediata |
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e immediata rivelazione, perchè: 1 Il pensare che | Dio | operi mediatamente ripugna all' idea di Dio, giacchè Iddio |
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legge del suo pensare allo spazio e al tempo, giudica che | Dio | operi successivamente e con varie azioni, e quindi |
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mediate di Dio, hanno tutti saputo, nessuno eccettuato, che | Dio | tutto ciò che fa lo fa in un atto solo, semplicissimo ed |
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Sebbene adunque tutti i mentovati teologi sapessero che | Dio | opera tutto con un atto solo e eterno, tuttavia non si sono |
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e contrarietà fra queste due proposizioni, e che | Dio | opera con un atto semplice fin da tutta la eternità, e che |
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al signor professore, che quando noi parliamo di azioni di | Dio | immediate e mediate, ci opponiamo punto alla verità, la |
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quest' atto medesimo nelle varie sue relazioni azioni di | Dio | ; le quali azioni non indicano moltiplicità di atti, ma |
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i soprannaturalisti cattolici chiamino mediate le azioni di | Dio | in quanto sono vestite dallo spazio e dal tempo; e che la |
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dal tempo, ma dicono che tutta la serie delle cause è da | Dio | percepita, creata e conservata con quell' atto eterno, col |
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come dice S. Paolo, i quali sono anch' essi creature di | Dio | e entrano a formar parte della natura, se s' intenda per |
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limitato, qualunque sia, della sua percezione, non è | Dio | che sente, perocchè Dio è illimitato e infinito. Questo |
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sia, della sua percezione, non è Dio che sente, perocchè | Dio | è illimitato e infinito. Questo elemento o termine adunque |
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e infinito. Questo elemento o termine adunque che non è | Dio | e che viene sentito e percepito dall' uomo, questo è ciò |
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dall' uomo, questo è ciò che sta fra lui e Dio; e sebbene | Dio | operasse, tuttavia dicesi che la sua operazione è mediata, |
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insomma il tutto , allora solo si dice acconciamente operar | Dio | senza mezzo, perchè egli stesso è divenuto forma dello |
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Scritture e i Padri ravvisano questa maniera di operare di | Dio | nella grazia , come ho più sopra dimostrato. Certo duro è |
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Che creda. « Non intenderete, se non crederete« »: dice | Dio | nella Scrittura (2). Ma crederà contro ragione? No: egli |
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a poter discernere in fra tutte la dottrina che viene da | Dio | si è la buona disposizione della volontà. [...OMISSIS...] E |
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ma anzi è completo. Quest' essere completo e reale è | Dio | stesso, il quale a questo mondo non si mostra se non in un |
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si può dire esser egli una similitudine di Dio, sebbene non | Dio | stesso. Questo consegue dalle dottrine da noi esposte. Noi |
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da considerarsi che noi conosciamo non solo le creature, ma | Dio | stesso colla vista dell' essere: per ciò questo essere di |
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forma il lume della nostra mente, ha più similitudine con | Dio | che colle creature. Poichè che cosa è Dio? Dio è appunto l' |
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con Dio che colle creature. Poichè che cosa è Dio? | Dio | è appunto l' essere: con questo è detto tutto, non conviene |
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che insegnano i teologi cattolici, cioè che l' essenza di | Dio | consiste nell' essere . Questa grande verità Dio stesso l' |
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essenza di Dio consiste nell' essere . Questa grande verità | Dio | stesso l' ebbe comunicata a Mosè nell' antico Testamento, |
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delle Scritture dove si legge che l' essere è appunto | Dio | stesso. L' autore del celebre libro Dei nomi divini fa |
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tali traccie di dottrina che dànno le Scritture, « come a | Dio | non conviene già la denominazione di ente sotto qualche |
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libro sublime dei Divini nomi , trova la ragione del dare a | Dio | l' essere prima di ogni altra qualità, come la vita, la |
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(2) ». Conciossiachè era ragionevole che prima si desse a | Dio | ciò che prima cade nella nostra mente e per sè stesso s' |
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dice questo essere, luce delle menti, una similitudine di | Dio | che in noi sta di continuo. « Essa ha, » (dice egli |
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di Dio; per tal modo presente a sè stessa e avente | Dio | presente che e attualmente lo intende e potenzialmente è |
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di sorta alcuna, il che medesimamente si può dire di | Dio | che è essere sincerissimo e purissimo, nè ha meschianza di |
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E` appunto perchè Iddio non è altro che essere , che | Dio | è tutto: in questo vocabolo si esprime tutto per modo che |
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, fa una riflessione simile a questa. Egli parla di | Dio | nella seguente maniera: [...OMISSIS...] . Or dunque nel |
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menti e Dio, in questa sincerità e purità: poichè tanto | Dio | quanto l' essere ideale innato in noi niente hanno in sè di |
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di Dio, ma altresì che egli ha più similitudine con | Dio | che non sia con tutte l' altre cose limitate che con esso |
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e l' hanno detta tutti i filosofi e i teologi, cioè che | Dio | solo E`, e le altre cose non sono veramente. Ecco come si |
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su di noi. Questo discorso è così generale che vale per | Dio | stesso. Se non che il toccarci di Dio è un toccare proprio |
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generale che vale per Dio stesso. Se non che il toccarci di | Dio | è un toccare proprio e distinto da ogni altra modificazione |
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noi, come dice la Scrittura, siamo, ci moviamo e viviamo in | Dio | (1); e che Dio porta tutte le cose colla sua parola (2); e |
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la Scrittura, siamo, ci moviamo e viviamo in Dio (1); e che | Dio | porta tutte le cose colla sua parola (2); e che le cose |
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le cose colla sua parola (2); e che le cose tutte fuori di | Dio | sono vanità, sono tratte dal niente e sono niente (3). |
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dalle cose sensibili, paragona le cose tutte alle ombre e | Dio | al corpo che produce l' ombra, e accusa di stoltezza gli |
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sono, cominciarono a essere. Il quale principio preso da | Dio | è appunto quel primo atto che, come dicevamo, le creature |
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da non punto equivocare e prendere errore. Perocchè se | Dio | è quel primo atto onde tutte le cose sussistono, pare che |
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perocchè si distruggerebbe con ciò quel Dio, che è appunto | Dio | per questo, che egli è tutto essere sincerissimo e da ogni |
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e pure nol sono. Perocchè comincia egli dal dire che | Dio | si fa l' essere di tutte le cose. [...OMISSIS...] Il che S. |
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di tutto l' universo, e ogni mente è costretta a pensare | Dio | prima di ogni altra cosa, come quello che è il mezzo della |
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luce nelle nostre menti, ha una vera similitudine [più] con | Dio | che colle creature, perchè le creature non sono l' essere, |
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colle creature, perchè le creature non sono l' essere, e | Dio | è l' essere, e l' essere è quello che nelle nostre menti |
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essere stata sentenza di quel filosofo ateniese, che « a | Dio | è proprio di essere, e delle altre cose è proprio di non |
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che quei del cristianesimo, non sono veracemente, perchè di | Dio | solo è ogni essere, essendo egli solo tutto l' essere, e in |
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colla sua mente: il che è un dar loro quello che solo a | Dio | è proprio, è un divinizzare le creature. Quindi ebbe |
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stesse, sono chiamate ora« vanità«, e ora« menzogna«, e che | Dio | solo è detto dai Padri essere verità. Questa dottrina s' |
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vera vita , per non essere infinito. Vi si dice adunque di | Dio | così: [...OMISSIS...] . Dalle quali cose apparisce, che l' |
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di Dio: che quell' essere ideale è più simile a | Dio | che non sia alle creature: che per ciò Dio si conosce |
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è più simile a Dio che non sia alle creature: che per ciò | Dio | si conosce immediatamente in virtù di quell' essere, ove |
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operazione che fa la mente che si predica l' essere di | Dio | e delle creature univocamente, come ho altrove affermato. |
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Questa univocazione del nome di essere applicato a | Dio | e applicato alle creature, deve intendersi per modo che l' |
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modo diventa comune. Laddove se noi vogliamo considerare | Dio | e le cose in sè, nella loro propria sussistenza, noi |
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a comporle. Perciocchè l' essere non è proprio se non di | Dio | solo (4). E` dunque per l' imperfezione, nella quale |
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nostra mente, che noi l' applichiamo indifferentemente a | Dio | e alle creature: il quale essere se fosse da noi in |
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voglio affermare per questo che l' uomo, anche lasciato da | Dio | nello stato naturale, sarebbe stato al tutto misero, o che |
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ciò non può essere un' imagine di Dio, perchè nè è simile a | Dio | nella specie, nè è un segno della specie divina. Un segno |
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dell' uomo. Dicemmo che l' essere universale non è simile a | Dio | nella specie, nè ad un segno della specie divina. E |
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l' uomo o un altro animale (4). Non può poi essere simile a | Dio | stesso in quanto alla specie, perchè la specie di Dio non è |
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a Dio stesso in quanto alla specie, perchè la specie di | Dio | non è che la sostanza di Dio, ossia la divina sussistenza; |
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potrà essere imagine di Dio? Qual cosa potrà somigliar a | Dio | in quanto alla sua stessa specie o sostanza? Chi potrà |
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Indi è a dire, che non può esistere una vera imagine di | Dio | se questa imagine non sia Dio stesso avendo in sè tutta |
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esistere una vera imagine di Dio se questa imagine non sia | Dio | stesso avendo in sè tutta intera la divinità: perchè |
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avendo in sè tutta intera la divinità: perchè rispetto a | Dio | non vale l' esempio delle creature delle quali si danno |
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teologiche dottrine insegnano concordemente, non darsi di | Dio | se non una vera, propria e piena imagine, e questa essere |
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che dimostravano non potersi punto nè poco dire imagine di | Dio | se non avesse tutta la natura sostanziale di Dio. E da |
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E da questa sola dottrina, che vi ha una sola imagine di | Dio | e questa stessa è Dio, si rendono chiare quelle parole di |
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per la diversità delle sostanze, conseguente cosa è che | Dio | Re dell' universo si conosca nel suo Figliuolo |
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(3). Dalle quali tutte cose manifestamente apparisce, che | Dio | solo può essere vera imagine di sè stesso e che a nessuna |
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che la grazia si faccia mediante un' operazione reale di | Dio | nell' anima umana (4): per la grazia essere Iddio |
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in essa il Verbo, che è quanto dire la vera imagine di | Dio | Padre. Egli è per questo, come abbiam veduto, che lo |
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. Quindi è che non pochi Santi insegnano che l' imagine di | Dio | nell' uomo non si dà se non per lo Spirito Santo, perocchè |
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. Da tutte le quali cose apparisce che l' imagine di | Dio | non è l' uomo, se non perchè essa imagine è nell' uomo, a |
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è tratta appunto da S. Agostino a significare l' imagine di | Dio | impressa nelle anime nostre (1). Apparisce per conseguenza |
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umana natura e sì alla divina bontà che l' uomo fosse da | Dio | costituito in un ordine soprannaturale (3). E che in tal |
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soprannaturale (3). E che in tal modo fosse costituito da | Dio | Adamo, è dottrina tradizionale della Chiesa. Nè vi era |
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fermissima della Chiesa è, come si disse, che Adamo ebbe da | Dio | non meno la grazia che l' intelligenza. Ora, dove si |
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parole si usano a narrar tutto ciò che l' uomo ricevette da | Dio | oltre il corpo (2). Ora o convien ammettere che in quello |
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o convien ammettere che in quello spiracolo di vita, che | Dio | soffiò in faccia di Adamo, si contenesse unitamente l' |
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di partecipazione d' una medesima vita: di che risulta che | Dio | fece vivo Adamo in quella maniera che gli bisognava essere |
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l' esser in cotal modo perfette. E tale certamente fu da | Dio | fin dal momento costituito questo universo, sì nelle parti |
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momento costituito questo universo, sì nelle parti sue che | Dio | vide esser buone dopo averle create, sì nel suo tutto che |
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anche da ciò che il sacro storico, dopo aver detto che | Dio | si propose di formar l' uomo a imagine e similitudine sua e |
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« E Iddio creò l' uomo a imagine sua, a imagine di | Dio | lo creò« (3) ». Dove non replica più la parola similitudine |
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riserbare il nome d' imagine; in tal significato imagine di | Dio | è solo il Verbo, e l' uomo è per la partecipazione del |
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imagine effettrice d' imagine (2), perchè egli, imagine di | Dio | vera, produce in noi la stessa imagine sè a noi |
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in noi quella che viene chiamata anco faccia o volto di | Dio | (3). E di qui si sente il valore di quelle parole che disse |
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(4) »; volendo dire: questo è il suggello improntato di | Dio | Padre che suggella l' anime mettendovi l' effige divina. E |
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al solo Verbo divino si addice, d' essere vera imagine di | Dio | e suggello che impronta la stessa imagine nelle |
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potrei addurre (6); i quali sostengono che « l' imagine di | Dio | nell' uomo è solo il Verbo coll' anima dell' uomo |
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con S. Agostino al quale non piace udire che l' imagine di | Dio | si spenga col peccato, ponendola perciò appunto quest' |
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Nell' uomo adunque preso naturalmente havvi l' imagine di | Dio | a quel modo che nella natura delle cose v' hanno i vestigi |
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atte a rappresentarle (2). Medesimamente l' imagine di | Dio | uno e trino è nella mente umana per una cotale |
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ma secondo la proprietà della parola, l' imagine di | Dio | è nell' uomo per la Grazia, allora quando si fa nell' uomo |
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Questa creatura adunque aveva un essenziale bisogno di | Dio | perchè fossero pienamente appagate le sue brame (1). I |
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avrà finalmente scoperta questa sì grande verità, che a | Dio | solo sia proibito di manifestarsi palesamente agli uomini |
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la nobiltà e l' eccellenza (3). E perocchè le opere di | Dio | sono tutte perfette, come dice la Scrittura, ed egli è |
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perfezionatrice« (3) », come quello che tutte le opere di | Dio | ultima e perfeziona (4). Non solo adunque non è indegno |
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il mondo con un bisogno essenziale del suo Creatore, ma | Dio | stesso non poteva anzi far altro, se pur voleva che nel |
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e perciò immensamente diffusiva. Se però era uopo che | Dio | si comunicasse ad Adamo, il modo però del farlo conveniva |
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con soavità e dignità insieme co' suoi figliuoli. Questo | Dio | non era il Dio inacessibile nè qualche cosa di straniero e |
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e dignità insieme co' suoi figliuoli. Questo Dio non era il | Dio | inacessibile nè qualche cosa di straniero e di remoto in |
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od infra i vapori nell' aria diffusi. In tal maniera | Dio | si era adattato al bisogno dell' uomo, restringendosi e |
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in sè medesima. Quindi per quantunque doni avesse Adamo da | Dio | ricevuti, doveva però accrescere in sè la santità e la |
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una pienissima signoria (1). Acciocchè poi questo piccolo | dio | della terra riconoscesse che egli era sottomesso al Dio del |
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dio della terra riconoscesse che egli era sottomesso al | Dio | del cielo, al Creatore del tutto, gli fu dato il fatale |
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assorbito dalla vita, cioè da quella vita piena di | Dio | la quale nulla ha in sè di mortale e della quale venivamo |
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dall' imperfetto per andare al perfetto, ma discende da | Dio | e viene dal perfetto a vivificare l' imperfetto. Non è il |
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fede, per mezzo della quale egli eseguisce quanto diceva a | Dio | Giobbe: « Eziandio se tu mi ucciderai, io spererò in te« |
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sappia che lo darà in preda alla morte. Adamo si tolse da | Dio | quando gli prometteva l' immortalità: e Cristo e il suo |
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l' immortalità: e Cristo e il suo discepolo confida in | Dio | quando sa pure che lo uccide. Anzi tanto confida, che egli |
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Anzi tanto confida, che egli si unisce colla giustizia di | Dio | medesimo contro di sè e contro tutto ciò che è macchiato di |
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realmente esercitasse una segreta azione, tuttavia questo | Dio | che abitava nell' essenza dell' anima dell' uomo, non |
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che anche quella natura dell' uomo primo era operazione di | Dio | e Dio ne veniva glorificato; ma quell' operazione non era |
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quella natura dell' uomo primo era operazione di Dio e | Dio | ne veniva glorificato; ma quell' operazione non era che |
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ma quell' operazione non era che divina . L' operazione di | Dio | all' incontro onde l' uomo viene rifatto, ricreato (giacchè |
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Questa seconda operazione è infinitamente più gloriosa a | Dio | della prima, cioè della creazione, perchè essenzialmente |
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ma l' operazione deiforme della seconda ha per termine | Dio | nell' uomo: sicchè questa operazione è tanto più grande e a |
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nell' uomo: sicchè questa operazione è tanto più grande e a | Dio | più gloriosa da parte dell' oggetto, quanto è dell' uomo |
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naturalmente perfetto. In un tale stato l' uomo (al quale | Dio | non si fosse comunicato con una manifestazione positiva) |
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quasi per un cotal peso di tutta la sua natura, cercato di | Dio | nascosto; egli avrebbe tentato, per così dire, di trovare |
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le condizioni del precetto positivo che si pone dato da | Dio | all' uomo. Se con quel precetto vien comandata all' uomo |
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di un male minacciato. Quindi nella storia di Adamo, fra | Dio | che minaccia la morte e il demonio che promette scienza, |
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morale il quale è infinito, incondizionato, eterno, ed è | Dio | stesso. Per ciò la legge morale esige e senza alcuna |
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la grazia opera nell' essenza dell' anima, ed è | Dio | stesso che all' anima formalmente si congiunge. Ora per una |
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oggimai desiderino qualche cosa d' infinito, che sia | Dio | in essi il termine del loro desiderio, come è Dio in essi |
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che sia Dio in essi il termine del loro desiderio, come è | Dio | in essi il termine della deiforme operazione. Lo stesso |
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universale: l' unica loro felicità è la giustizia stessa, è | Dio | stesso. Quindi la volontà della giustizia s' immedesima |
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è di naturale nella creatura, ridotto e quasi stemperato in | Dio | il quale è l' ultimo fine della creazione, acciocchè come |
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fanno derivare da quel rinforzo che riceve la ragione da | Dio | coll' essere a lui unita e sottomessa per grazia. Ecco le |
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per la quale il primo uomo non ricevette questo dono di | Dio | (cioè la perseveranza nel bene), ma fu lasciato in suo |
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ideale, quale era la giustizia che imponeva di ubbidire a | Dio | eziandio con qualche sacrifizio; e questo bene ideale in un |
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arbitrio era lasciato a sè stesso, non escludo l' aiuto che | Dio | come Creatore e conservatore delle creature presta loro, |
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stessa pur col passare dalla potenza al suo atto non è che | Dio | operante in un ordine soprannaturale; perocchè la grazia |
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libero arbitrio rinforzato dalla grazia abituale e mosso da | Dio | solo come Creatore, e dietro quel primo e tenue moto che il |
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uomo animale già preda della morte, così bisognò pure che | Dio | ricreasse una volontà nuova nell' uomo: e questa è l' opera |
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del Redentore, S. Agostino l' attribuisce interamente a | Dio | sì per riguardo alla potenza che all' atto conseguente alla |
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del bene non già dalla propria natura, ma immediatamente da | Dio | autore della grazia, avviene che le forze morali dell' uomo |
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grazia è più forte della natura: il che è un dire, quanto | Dio | è più forte dell' uomo. L' abbattimento adunque e il |
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adunque e il mancamento della natura umana diede a | Dio | occasione di far risplendere tutta la gloria della sua |
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e il produrlo realmente è una speciale predilezione che usa | Dio | con certe anime predilette sue amiche (2). La volontà |
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sue amiche (2). La volontà dunque dell' uomo, come | Dio | la fece a principio, era retta sì nell' ordine naturale, di |
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quest' armonia di natura era nel primo uomo costituita da | Dio | perfettamente e decorava non meno la sua persona che la sua |
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ma bene della stessa umana natura. La grazia data da | Dio | al primo uomo era perfettiva, come abbiamo veduto, non pure |
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a sollevarsi all' intendimento degli esseri più nobili e di | Dio | stesso. Intendimento che non può mai pienamente conseguire |
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preferendo di contemplare i pregi di altra cosa che | Dio | non fosse. E così avvenne che quelli, i quali dentro all' |
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natura generata di natura sua è morale; e si richiede che | Dio | per un' azione esterna e sua propria vi porti riparo, non |
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propria della generazione, ma solo per una legge annessa da | Dio | alla generazione medesima, e il qual essere perciò non può |
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venir macchiato nè alterato, perocchè è un' appartenenza a | Dio | medesimo (1). Sicchè risultando l' umana natura da un |
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formato dalla generazione, e il secondo venendo dato da | Dio | stesso, quantunque secondo una legge permanente; il punto |
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e dove si poteva rappiccare la grazia era ciò che dava | Dio | all' uomo e non ciò che dava l' uomo all' uomo in |
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alla miseria altrui, il credere e lo sperare le cose da | Dio | rivelateci sulla sua parola, sono altrettanti atti morali e |
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ed essenziale limitazione, la quale per ciò nè pur | Dio | stesso avrebbe potuto fare che non ci fosse. E una tale |
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noi avremo nelle due classi sovraccennate i figliuoli di | Dio | e i figliuoli degli uomini, i cittadini delle due città, i |
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del genere umano, queste due stirpi originali, dette di | Dio | e degli uomini, non cessarono mai, ma si perpetuarono e si |
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onde le due leggi supreme della morale imperanti l' amor di | Dio | e degli uomini. Ma la cognizione di Dio nell' ordine |
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l' amor di Dio e degli uomini. Ma la cognizione di | Dio | nell' ordine naturale può sempre mai crescere |
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più grave e tale che egli possa esercitare verso | Dio | un maggior grado di amore e di riverenza, il che aggiunge |
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ella mai appieno soddisfatta e sazia del possesso di | Dio | che naturalmente potesse avere, non c' è ragione che ella |
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di essere data preda alla morte. E la visione piena di | Dio | non istà nell' uomo con tale disordine; sicchè l' uomo non |
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uomo con tale disordine; sicchè l' uomo non è atto a veder | Dio | fino che veste la carne del peccato. Perocchè quando dico |
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grazia fedelissima. Allora tutto l' uomo congiungevasi a | Dio | per grazia, nè egli aveva nulla a distruggere in sè |
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seguito questo discuoprimento graduato del volto di | Dio | all' uomo, col quale questo sarebbe stato pienamente |
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Certo colui, il quale fa un penoso sacrifizio, credendolo a | Dio | gradito e in sè stesso virtuoso, non perde il suo merito, |
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più naturale e men dipende da un positivo atto di | Dio | che rimunera o certo che si compiace dell' opera buona |
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che quest' uomo riceve par che sia più un dono spontaneo di | Dio | il quale vuol premiare con essa la fedeltà che gli piace di |
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mostrare sì chiaramente Iddio fino a che l' uomo vedesse di | Dio | lo stesso Verbo, che è quanto dire la stessa sussistente |
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E di vero ho già dimostrato che quel conoscimento di | Dio | che l' uomo ha per grazia, è un principio della visione di |
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che l' uomo ha per grazia, è un principio della visione di | Dio | (2), il cui termine è il Verbo: e quell' amore onde l' uomo |
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E per questa grazia poi cresceva in essi la percezione di | Dio | medesimo, e quel loro Creatore conversante in forma da |
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attribuì loro l' immortalità e introdusse il sommo | Dio | a parlare agli dei da lui formati, in questo modo: Voi che |
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albero della vita; e le parole e sensazioni che riceveva da | Dio | erano segni che a lui servivano come d' altrettanti mezzi |
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ed aiuti co' quali pervenire alla visione beatifica di | Dio | medesimo. Ciò che abbiamo detto mostra quale era e doveva |
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suo realizzamento nella storia de' primi uomini creati da | Dio | innocenti in mezzo a questo universo sensibile di cui erano |
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in pensiero di chicchessia. Altramente se l' operazione di | Dio | non producesse un' opera conforme all' ideale della |
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attesa la somma potenza dell' operante. Ora se l' opera di | Dio | non può essere altro che un realizzamento dell' ideale |
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a conciliarsi colla giustizia di Dio: perocchè sotto un | Dio | giusto, come dice un Padre della Chiesa, nessuno innocente |
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della natura, o d' Iddio, si può credere che la natura o | Dio | gusti inserendo in una creatura, fatta per la virtù, un |
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che avendo colà peccato fossero poi per giusta punizione di | Dio | legate nelle carceri dei corpi. Cicerone, che espone questo |
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Brahmƒ (1) è la prima persona della Trinità indiana, | Dio | padre che s' incarnò il primo per venire ad annunziare la |
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della umanità infinitamente diverso dal presente, nel quale | Dio | e l' uomo conversavano insieme, per così dire, a tu per tu, |
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divina e dopo avere persuaso l' umanità che era in nome di | Dio | che parlava, annunziò il dogma del peccato originale, che |
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dagli uomini come altrettanti misteri sull' autorità di | Dio | che le rivela, venendo poi meditate dalla ragione medesima |
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e di volere: non è che un affermare che la onnipotenza di | Dio | potrebbe per avventura dargli la potenza conoscitiva e |
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come soggetto intellettivo e nello stato in che | Dio | l' ebbe posto sulla terra: indi quale sconcerto abbia |
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e col quale dovevasi propaginare. L' uomo fu costituito da | Dio | perfettamente fino dal primo istante, nè fu un tempo |
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conversione dell' uomo al bene commutabile in onta di | Dio | (2): e dopo di ciò ecco la definizione che noi proponiamo |
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la rivelazione risponde esser quella legge impressa da | Dio | e non possibile a cancellarsi, ed essere quel funesto |
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degno, dopo che l' uomo si era sottratto dalla soggezione a | Dio | (2). Una evidente prova di fatto di questo cotale |
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di un dono sopraggiunto alla sua natura gratuitamente da | Dio | (4). Nello stesso ordine di cose soprannaturali si devono |
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possa fare qualche cosa colle forze della natura, purchè | Dio | lo aiuti come autore della natura, mantenendogli l' |
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si facciano pel motivo dell' amore di Dio. Ma l' amore di | Dio | è certo non potersi avere se non per dono di Dio stesso. E |
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amore di Dio è certo non potersi avere se non per dono di | Dio | stesso. E perciò l' uomo senza la grazia non può eseguire i |
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Egli è espresso in queste parole: « Amerai il Signore | Dio | tuo di tutto il cuore tuo e in tutta l' anima tua, e in |
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pure delle forze e delle potenze, ma il cui oggetto non è | Dio | conoscibile e amabile. Sarebbe ciò contro la natura delle |
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il peccato e la violazione di quel massimo precetto di amar | Dio | con tutto il cuore, con tutta l' anima, e con tutta la |
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questo potere con un grado maggiore di grazia che | Dio | gli conferisca. E perciò nessuna maraviglia che vi abbiano |
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Iddio, sieno nondimeno tutti giusti, perocchè tutti amano | Dio | col potere che hanno e tutti adempiscono il precetto che |
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un amore soprannaturale (1). L' amore dunque naturale di | Dio | consiste in amare Dio colle forze naturali, in amarlo come |
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(1). L' amore dunque naturale di Dio consiste in amare | Dio | colle forze naturali, in amarlo come naturalmente il |
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conosce come buono. Ma l' uomo può conoscere naturalmente | Dio | e conoscerlo come bene; perciò sarebbe affatto gratuito e |
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è vero bensì che la cognizione che l' uomo può avere di | Dio | per natura è sommamente tenue, perocchè essa non si |
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esista: prova la necessità della grazia perchè l' amore di | Dio | domini stabilmente nelle anime nostre: prova finalmente che |
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concepute, non possa punto fare suo oggetto anche | Dio | medesimo. S. Agostino dice che la natura invita ad amare |
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le voci della natura, le quali certamente chiamano ad amar | Dio | non solo naturalmente, ma soprannaturalmente ancora: e così |
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ogni oggetto naturale venivano innalzati ad atti di amor di | Dio | soprannaturale. Dopo di tutto ciò ancor resta a vedere se |
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parlando, mi sembra doversi distinguere l' amore di | Dio | e l' amore della giustizia: perocchè la giustizia, come noi |
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in universale. Ora un' idea non è ancora Dio, perocchè | Dio | è anche una sussistenza. Egli è vero che quell' ente |
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a quelli che dicono operarsi da noi per amore di | Dio | tutto ciò che si opera da noi per amore della giustizia: |
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conceda di denominare l' amore della giustizia un amore di | Dio | mediato , e l' amore di Dio come essere sussistente, un |
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della giustizia un amore di Dio mediato , e l' amore di | Dio | come essere sussistente, un amore di Dio immediato . Ciò |
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, e l' amore di Dio come essere sussistente, un amore di | Dio | immediato . Ciò adunque che io accorderò sarà questo solo, |
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è necessario che essi si eseguiscano per un amore di | Dio | mediato . Che se poi si eseguiscono per un amore di Dio |
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di Dio mediato . Che se poi si eseguiscono per un amore di | Dio | immediato , allora l' operazione nostra non solo non ha in |
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Che se poi essi si eseguiscono pel motivo dell' amor di | Dio | immediato e soprannaturale, l' operazione nostra ha |
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che ne seguirebbe se vera fosse la contraria, cioè che | Dio | giustissimo punisce le operazioni fatte per l' amore della |
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un atto umano contrario alla retta ragione è un' offesa di | Dio | per sè, senza bisogno che colui che lo commette conosca Dio |
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Dio per sè, senza bisogno che colui che lo commette conosca | Dio | o a lui pensi. Ora un atto umano contrario alla retta |
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Iddio senza più; la deformità dell' atto va a offendere | Dio | stesso appunto perchè Dio è la giustizia. Se dunque ciò è |
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dell' atto va a offendere Dio stesso appunto perchè | Dio | è la giustizia. Se dunque ciò è vero, sarà vero, altresì al |
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che opera in ossequio della giustizia, opera in ossequio di | Dio | (2); che il suo atto terminando nella giustizia, termina in |
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(2); che il suo atto terminando nella giustizia, termina in | Dio | stesso e che perciò non può essere disaggradevole a Dio. |
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che perciò non può essere disaggradevole a Dio. Egli è che | Dio | non è conosciuto nel suo essere sostanziale e reale, ma dal |
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cosa legittimamente se non in Dio, perchè dipende da | Dio | l' esistenza di ogni cosa. - Ma rispondo che la |
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è nella nostra cognizione. Or in quelli che non conoscono | Dio | come essere sussistente o che attualmente non ci pensano, |
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come dicevamo che le operazioni loro sieno riferite in | Dio | mediante quello che abbiamo chiamato l' amore mediato , |
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di operare è compreso virtualmente anche l' amore di | Dio | immediato. Si ripiglierà dicendo: che l' uomo essendo a |
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primo male conseguente al peccato di origine dalla parte di | Dio | è la perdita della grazia. A cui consegue la morte dell' |
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degli esseri finiti e materiali colla morte del corpo, ove | Dio | non le sia presente, cader si deve necessariamente in quel |
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erano ordinate e volte a servire quest' uomo, delizia di | Dio | e in cui era Dio. Ma dall' uomo peccatore Iddio si separò: |
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non poteva essere vero fine dell' universo, poichè | Dio | solo è fine, e intanto l' uomo era fine dell' universo, in |
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l' uomo era fine dell' universo, in quanto partecipava di | Dio | e era fatto una sola cosa col Creatore. Rimase adunque l' |
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di peccato, e congiunto della massima congiunzione con | Dio | e di congiunzione indistruttibile; avvenne che questo Uomo |
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rendere più magnifico e glorioso il regno del prediletto di | Dio | Padre e degli amici suoi. Di che apparisce che la |
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dal consorzio di Gesù Cristo e dei Santi, perchè priva di | Dio | non può aver comune l' oggetto della loro felicità e quindi |
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conciossiacchè nell' intelletto non ha virtù di operare che | Dio | stesso. Sicchè converrebbe supporre che all' anima per |
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che positiva, cioè dipendere dall' abbandono che fece | Dio | di essi a sè medesimi e alle forze e leggi naturali« (1) ». |
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sensitivo. Ma se questo soggetto sensitivo, per legge da | Dio | fissata, è ordinato a dover avere anche la visione dell' |
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e di Dio, sia avvenuta dalla parte di Dio, cioè per essersi | Dio | tolto da lei, o dalla parte dell' uomo, cioè per essersi la |
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parte dell' uomo, cioè per essersi la volontà rivolta da | Dio | e non trovato più il modo di vederlo, a quel modo che l' |
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Ma con non minore verità si può dire che la privazione di | Dio | nacque perchè si stolse l' uomo da Dio, perchè l' uomo si |
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perchè l' uomo tornasse a gustare di Dio, converrebbe che | Dio | medesimo riagisse nell' uomo e eccitasse in lui nuovamente |
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Altri sostennero che le anime tutte furono create da | Dio | a principio e mandate o venute poscia ne' corpi nuovamente |
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che le anime fossero create immediatamente e per singola da | Dio | e da Dio infuse ne' corpi, mano mano generati: e di questa |
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fossero create immediatamente e per singola da Dio e da | Dio | infuse ne' corpi, mano mano generati: e di questa sentenza |
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sicchè nelle ovaie delle prime femmine fosser già posti da | Dio | tutti i germi delle piante e degli animali che dovevan poi |
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da principio e così gli animali tutti esistettero creati da | Dio | a principio, a tale che altro non facesse la generazione se |
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l' opera dell' universo. Ora non è vero, che se si fanno a | Dio | creare continuamente dell' anime intieramente nuove, |
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universo era stata compita, sicchè non restava più altro a | Dio | che il conservare? O conviene almeno dare a quel luogo |
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e però egregiamente si dice che questo ente è spirato da | Dio | medesimo e corrisponde a quell' altro passo di Giobbe: « |
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allo stesso modo dice dell' uomo che è una porzione di | Dio | (2). Delle espressioni uguali si trovano in Clemente |
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dice pure che l' anima ha una stessa sostanza con | Dio | (6). E Sinesio nelle sue poesie non dubita di chiamarla: |
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Semente di Dio, scintilla del suo spirito, figlia, parte di | Dio | stesso. Nella sentenza da noi proposta ricevono parimenti |
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ricevere tale stato, nel quale possa vedere quell' ente che | Dio | ha fatto visibile fin dal principio agli individui della |
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nei lombi di Abramo (9). E chi volesse sostenere che | Dio | crea di tutto punto l' anima e la mette nel corpo viziato, |
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innanzi alla umana natura l' ente, dalla parte di | Dio | era fatto tutto, e solo restava a fare da parte della |
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la bruta materia. E dico la bruta materia , perocchè quel | Dio | che creasse l' anima intelligente, creerebbe anche l' anima |
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della divina Provvidenza, sono donate agli uomini da quel | Dio | che rende sempre più splendida la parola del suo Verbo e ai |
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ad Abramo (1). « Ti farò regnare in sempiterno« » dice | Dio | a Davvidde (2). Nei figli è il padre stesso il quale si |
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visione dell' ente: col secondo una incipiente visione di | Dio | (9). Nella medesima sentenza della origine dell' anima |
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anima sensitiva; e finalmente si corrompe anche questa, e | Dio | allora vi crea un' anima intellettiva, la quale ha in sè le |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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la quale si corrompe e perda; e poi v' abbia quella che | Dio | vi crea in suo luogo. Perocchè a qual fine un' anima |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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che solamente cangia. Laddove l' anima che viene creata da | Dio | nulla ritiene, nella sentenza scolastica, della precedente, |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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Che se questo nuovo essere è venuto da Dio, se è venuto da | Dio | immediatamente non solo l' intelletto, ma ben anco la sua |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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uomo ma anche nell' animale, come questa nuova creatura di | Dio | potrà trovarsi viziata dal peccato dell' origine, quando l' |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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(2). Il più dei teologi moderni si contentano di dire, che | Dio | crea e infonde l' anima nel corpo, senza parlare del tempo |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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della materia bruta, da essere animata da un' anima che | Dio | stesso crea e v' infonde; perchè Iddio dar pure all' uomo |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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. Si sostituisca in questo passo alla parola | Dio | e alla parola cose divine l' ENTE IN UNIVERSALE, e si avrà |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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di quelli ai quali par verisimile che nel frutto vietato da | Dio | ad Adamo potesse ascondersi un cotal veleno, il quale |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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animale sicchè ha virtù di formar l' animale. Ma essendo da | Dio | congiunto con questo animale per ferma legge l' ente |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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naturale con la quale provarle, ma solo l' autorità di | Dio | che le ha fatte conoscere agli uomini. Tuttavia mettendosi |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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non adducendone altra prova che l' autorità di | Dio | rivelante; e sicura di questa sola fede, sebbene alla |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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fronte dicendo che vi si inchiude una occulta giustizia di | Dio | (3). La propagazione di esso peccato non gli era men forte |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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delle virtù teologiche e il raddrizzamento e sollevamento a | Dio | della volontà possa aver luogo? E poichè ho toccato di |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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operazione si trova in esse: esse dunque sono presenti a | Dio | che le conosce, ma Dio non è presente ad esse, perchè esse |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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in esse: esse dunque sono presenti a Dio che le conosce, ma | Dio | non è presente ad esse, perchè esse non ne conoscono nè |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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conoscere, anche col semplice lume della sua ragione, che | Dio | esiste, ed anche che è governatore e conservatore del |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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stesso e alle cose basse, terrene e viziose. Onde benchè a | Dio | sieno egualmente presenti il giusto e l' empio; tuttavia al |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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comunica a noi, onde dice S. Paolo, che lo Spirito di | Dio | diventa una cosa col giusto. Vedete adunque, mia carissima |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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difetto dell' ambizione, secondo l' obbligo che ho da | Dio | nella mia condizione; perchè bastano a ciò le opere e i |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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alla medesima. Essendo tra queste cose che vengono da | Dio | anche le consolazioni sensibili ch' egli dà all' anime |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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L' aridità è di due specie: 1 talora è un castigo di | Dio | per la superbia, per l' accidia, per la tepidezza, e anche |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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da sè col levarne le cause; 2 talora poi è permessa da | Dio | per purificare ed esercitare le anime sante nella pazienza, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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di volere tutto quello che vuole Iddio e come lo vuole | Dio | », senza discendere in particolare a conoscere ciò che |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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la perfezione, senza che l' uomo (secondo la volontà di | Dio | manifestata per la dottrina della Chiesa e le parole di |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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se stesso, sottoponga il suo giudizio a quelli che sono da | Dio | incaricati di dirigerlo, si privi anche delle cose oneste, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e reprimere i moti contrarii, crede di sentire la voce di | Dio | che di ciò lo rimprovera », non sente la voce di Dio, ma |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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il contrario sarebbe un voler varcare i confini posti da | Dio | alla natura, quasichè i santi che hanno fatto tutto ciò |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e « il sentirsi rimordere la coscienza di disubbidire a | Dio | »facendo il contrario. E la prova che vien dal demonio |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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nel miglior modo la loro felicità », imponendo anche a | Dio | la legge che deva collo spirito render felice la natura, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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guasta com' è, e così non riconoscendo come venienti da | Dio | le tribulazioni e le infermità con cui a lui piacesse di |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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dai proprii Superiori legittimi, che fanno le veci di | Dio | in terra. E` inoltre un atto gravissimo di superbia il |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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non quando si fa molto la volontà di Dio. Questa volontà di | Dio | può benissimo riguardare molte azioni esterne, ma può anche |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e quando l' uomo desideri unicamente di fare la volontà di | Dio | e di servirlo ugualmente con aurea indifferenza in tutto |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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è indubitato altresì che tutti quelli che si offeriscono a | Dio | senza condizioni e gusti particolari, desiderosi unicamente |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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a questo fine e dietro questi principii si offeriscono a | Dio | in una società religiosa. Tale è l' Istituto della Carità |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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operare. Dunque dilatiamo il cuore: noi siamo chiamati da | Dio | ad avere un cuore grande pel molto amare, siamo chiamati a |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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la cognizione della grandezza della grazia che avete da | Dio | ricevuta, e colla cognizione la gratitudine verso il vostro |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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che preferisse la gloria e l' incremento del regno di | Dio | sopra la terra ai suoi propri parenti, lo premierebbe forse |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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può sempre esser convertito; ma se ci fosse rivelato da | Dio | che una persona, per la quale noi abbiamo pregato, fosse |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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spirito d' orazione. Conviene intrattenersi intimamente con | Dio | e non permettere mai che il cuore si raffreddi: oltre le |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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breve lettura nel libro dell' Imitazione ; 2 immaginarsi | Dio | presente, e ottenendo prima l' interno raccoglimento, dire: |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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peccati. In tutto questo spirituale trattenimento con | Dio | conviene non dimenticarsi di far intervenire Maria SS., e |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sarà tanto più facile, quanto più rimetterete nelle mani di | Dio | stesso l' esito de' vostri esami, vincendo l' amor proprio, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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come un effetto del grande amore che egli portava a | Dio | ed alle anime. [...OMISSIS...] Ma la cosa non va del tutto |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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cosa è la santità? E` l' amore, l' unione, la fruizione di | Dio | come del sommo bene. Si ama dunque l' oggetto degnissimo d' |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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più nobile, qual è l' amore oggettivo, l' amore puro di | Dio | e del prossimo, quando venisse con questo in collisione; e |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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a catena quell' altro della natura, è il sentimento di | Dio | e del prossimo, raccomandato da Gesù Cristo, il sentimento |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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impotenza morale [...OMISSIS...] e del venire tutto da | Dio | quello che facciamo di vero bene (non essendo vero e |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e morale dell' anima all' uomo è impenetrabile, e solo a | Dio | palese, « qui scrutatur renes et corda »; e però con un |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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giudizio il superbo s' usurpa la scienza e l' autorità di | Dio | stesso. L' altra maniera con cui dicevamo potersi peccare |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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con applauso assoluto, dimenticando Iddio, e così facendo | Dio | se stesso. Or poi se attentamente si consideri, si vedrà |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e questo equivale ad un pareggiarsi, o ad un anteporsi a | Dio | che solo è fine di tutte le cose, e dee essere per tale |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e la riflessione abituale dell' assoluta grandezza di | Dio | e dell' umana pochezza; e oltre a ciò quello della propria |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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caro Giuseppe, se questo fuoco zelatore della giustizia di | Dio | e diffonditore della santità sarà la vostra vita e l' anima |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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che non c' è mai nessun motivo ragionevole di diffidare di | Dio | , nè pure il peccato ; chè anzi il peccatore deve sempre |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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anzi il peccatore deve sempre buttandosi nelle braccia di | Dio | dire: « voi vincerete la mia iniquità, e per occasione del |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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in Dio, non si può perdere : tutti quelli che sperano in | Dio | non possono essere da Dio abbandonati, e però si salvano. |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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: tutti quelli che sperano in Dio non possono essere da | Dio | abbandonati, e però si salvano. Conviene dunque che vi |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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in tutti i gradi: è questo il modo di conoscere proprio di | Dio | solo. E sarebbe un darla vinta agli scettici, dire il |
Gioberti e il panteismo -
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è quell' errore che confonde tutte le cose con Dio, e | Dio | con tutte le cose, l' errore della confusione, l' errore |
Gioberti e il panteismo -
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si può pensare tanto che sia, quanto che non sia; ma se di | Dio | nel suo intero concetto si potesse pensare che non fosse, |
Gioberti e il panteismo -
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intuizione e lume di nostre menti, il quale si riduce in | Dio | come una sua appartenenza (1), basta ella sola a |
Gioberti e il panteismo -
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la realità dalle sensazioni, e non cavarla dall' intuito di | Dio | stesso. Ebbene: donde prendiamo noi la idealità delle cose? |
Gioberti e il panteismo -
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il mezzo con cui l' uomo conosce tutte le cose reali, è | Dio | stesso. E bene, esaminiamo un poco come faccia l' uomo a |
Gioberti e il panteismo -
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cosa. E appunto qui, dicono i nostri avversarj, che essendo | Dio | l' Ente per essenza, abbiamo bisogno di Dio per conoscere |
Gioberti e il panteismo -
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che essendo Dio l' Ente per essenza, abbiamo bisogno di | Dio | per conoscere le cose reali, come l' Ente nel quale sono e |
Gioberti e il panteismo -
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i nostri avversarj è nel primo intuito, il cui oggetto è | Dio | stesso; dunque l' essere reale di tutte le cose è Dio; |
Gioberti e il panteismo -
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, » e che tutte le scienze hanno per « termine immediato | Dio | stesso », e che sono (il che è conseguente) una religione . |
Gioberti e il panteismo -
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essere reale che noi predichiamo di tutte le cose reali è | Dio | stesso, come si sostiene; essendo Dio l' essere di tutte le |
Gioberti e il panteismo -
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tutte le cose reali è Dio stesso, come si sostiene; essendo | Dio | l' essere di tutte le cose, non si può dare scienza che non |
Gioberti e il panteismo -
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personaggio) l' oggetto del nostro conoscere è sempre Dio; | Dio | stesso è il termine immediato della nostra conoscenza, nè |
Gioberti e il panteismo -
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Beati i dotti, che sono divenuti i veri sacerdoti di questo | Dio | giobertiano! Beati i gentili Confucio, Zoroastro, Budda, |
Gioberti e il panteismo -
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i quali, eziandiochè professassero l' ateismo, avevano però | Dio | stesso per termine immediato de' loro studj, quel Dio che è |
Gioberti e il panteismo -
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però Dio stesso per termine immediato de' loro studj, quel | Dio | che è sempre l' oggetto universale del sapere! Beati gli |
Gioberti e il panteismo -
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vero che l' oggetto d' ogni scienza e di ogni cognizione è | Dio | stesso. Ma se per l' opposto, l' oggetto e il termine |
Gioberti e il panteismo -
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oggetto e il termine immediato delle scienze naturali non è | Dio | stesso, converrà dire il contrario, miei signori; converrà |
Gioberti e il panteismo -
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poichè vi ha tanto dalla natura a Dio, quanto vi ha da | Dio | alla natura, e il dire che Iddio è tutte le cose, riesce al |
Gioberti e il panteismo -
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che a dire che tutte le cose sono Dio. Ora coloro che fanno | Dio | quell' Essere che si afferma e si predica delle cose reali, |
Gioberti e il panteismo -
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il termine immediato di ogni cognizione naturale è Dio, che | Dio | è l' oggetto universale del sapere? Questo, come vi dicevo, |
Gioberti e il panteismo -
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ideale, quanto l' elemento reale de' contingenti in | Dio | stesso percepito da noi, com' egli pretende, per un |
Gioberti e il panteismo -
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e tutte le scienze abbiano per loro termine immediato | Dio | stesso, e sieno una religione! Tale è la pretensione del |
Gioberti e il panteismo -
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egli toglie la materia della cognizione da' sensi, e non da | Dio | oggetto dell' intuito. E voi già vi sovvenite quanto il |
Gioberti e il panteismo -
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del nostro intuito, il quale è la sostanza delle cose, ed è | Dio | stesso. Risovvenitevi del Capo IV della sua « Introduzione |
Gioberti e il panteismo -
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E se sono i panteisti che « « quando dicono che esso | Dio | è l' oggetto universale del sapere, intendono sotto il nome |
Gioberti e il panteismo -
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che sono separatissime: la prima « se l' essere ideale sia | Dio | o no »: la seconda « se noi conosciamo i reali contingenti |
Gioberti e il panteismo -
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un reale contingente, l' oggetto del nostro conoscere sia | Dio | stesso ». Ora è questa seconda questione che noi al |
Gioberti e il panteismo -
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materia delle forze finite riluce l' idea, la quale è | Dio | stesso: ma in tal caso, quando noi conosciamo un corpo, il |
Gioberti e il panteismo -
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; lasciando da parte la strana improprietà di applicare a | Dio | la denominazione di concreto, mentre tutta la Teologia |
Gioberti e il panteismo -
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ognuno che conosce un corpo dovrebbe conoscer due cose, | Dio | e il corpo, il che si oppone troppo al senso comune per |
Gioberti e il panteismo -
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poichè niuno quando conosce un corpo dice mai di conoscere | Dio | ed il corpo. Dipoi, se chi conosce un corpo conosce questi |
Gioberti e il panteismo -
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sì o no; e se si conosce sola, o con Dio, in modo che | Dio | sia l' oggetto del conoscere; e conoscendosi insieme con |
Gioberti e il panteismo -
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dunque supporre che noi vedessimo e conoscessimo | Dio | vedendo e conoscendo le forze finite dove egli riluce; e in |
Gioberti e il panteismo -
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di materia e di forma; e che la forma è l' idea la quale è | Dio | stesso. Iddio dunque, secondo quest' autore, viene in |
Gioberti e il panteismo -
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creata (notate bene, la materia e non più la forma), pensa | Dio | stesso. Ed avvertite la ragione che egli dà di questa |
Gioberti e il panteismo -
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formi una cosa sola con Dio, perocchè l' azione creatrice è | Dio | stesso, e d' altra parte Dio appunto, a detta del Gioberti, |
Gioberti e il panteismo -
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perocchè l' azione creatrice è Dio stesso, e d' altra parte | Dio | appunto, a detta del Gioberti, è l' oggetto immediato ed |
Gioberti e il panteismo -
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ed universale del sapere. Se dunque la materia creata e | Dio | sono una cosa sola, e tale che non si possono pensare |
Gioberti e il panteismo -
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Perocchè l' emanatista fa, è vero, che la sostanza di | Dio | sia quella stessa delle sue fatture, ma alla fine, lungi |
Gioberti e il panteismo -
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stessa delle sue fatture, ma alla fine, lungi dal fare che | Dio | emanante e le sue fatture emanate sieno lo stesso oggetto, |
Gioberti e il panteismo -
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ortodossa questa, che « « le idee delle cose finite sieno | Dio | stesso » »? Io non so, a dir vero, se si possa asserire ch' |
Gioberti e il panteismo -
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idee così moltiplici e limitate siccome sono, sia intuire | Dio | stesso. b) Di poi, quanto non s' accresce l' errore se si |
Gioberti e il panteismo -
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può disgiungere dall' azione creatrice, la quale azione è | Dio | stesso. E in fatti egli dovea precipitare a questo |
Gioberti e il panteismo -
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lezione. Panteisti son quelli che, « quando dicono che | Dio | è l' oggetto universale del sapere, intendono sotto il nome |
Gioberti e il panteismo -
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da ogni realità, e qual semplice lume comunicato da | Dio | alle create intelligenze, noi abbiamo veduto che esso gode |
Gioberti e il panteismo -
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all' ordine contingente, ma all' ordine necessario, a | Dio | stesso, di cui è un' attinenza. Se si prende nel senso |
Gioberti e il panteismo -
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Se si prende nel senso giobertiano, nel qual senso esso è | Dio | stesso, molto meno può essere contingente, se non fosse nel |
Gioberti e il panteismo -
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di linguaggio, e dire, in qualche modo, ora che l' idea sia | Dio | stesso, ora che la medesima idea sia l' uomo essere |
Gioberti e il panteismo -
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dall' altro, perocchè l' uno dei due cavalli possibili è | Dio | stesso, poichè è « « il possibile eterno come pensato da |
Gioberti e il panteismo -
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stesso, poichè è « « il possibile eterno come pensato da | Dio | » », è « « l' idea divina numericamente identica » », come |
Gioberti e il panteismo -
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identica », « il possibile eterno, come pensato da | Dio | » », e « « la pensabilità divina del pensato divino » ». Ma |
Gioberti e il panteismo -
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copia finita del cavallo possibile eterno come pensato da | Dio | » ». Anche di questo intrico ci sembra oltre modo |
Gioberti e il panteismo -
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che quando conosciamo un corpo, l' oggetto scientifico è | Dio | stesso, non solo rispetto alla forma, ma anche rispetto |
Gioberti e il panteismo -
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posciachè quest' idea per il signor Gioberti è reale ed è | Dio | stesso, l' ordine contingente non è più diviso dall' ordine |
Gioberti e il panteismo -
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alle sue creature, ma che queste sono effetto, di cui | Dio | è causa. Per evitare il panteismo questo non basta, miei |
Gioberti e il panteismo -
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converrebbe che egli qui ci dicesse di più che la natura di | Dio | e la natura delle creature sono cose infinitamente distanti |
Gioberti e il panteismo -
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materiali, p. e. un corpo, allora noi abbiamo per oggetto | Dio | stesso? e ciò non solo per rispetto alla forma, ma ben anco |
Gioberti e il panteismo -
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questo senso che sono appunto quello che sono in quanto da | Dio | si distinguono. Or come, se la cosa è così, può dire il |
Gioberti e il panteismo -
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proprie mani. Ma pure le cose create sono in Dio, e però in | Dio | si possono vedere; e le vedono in Dio i celesti |
Gioberti e il panteismo -
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in Dio, e però in Dio si possono vedere; e le vedono in | Dio | i celesti comprensori. - Io non so se io debba far parlare |
Gioberti e il panteismo -
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di s. Tommaso «(S. I, III, VIII) »; ma non sono mica in | Dio | nè quanto alla loro forma, nè quanto alla loro sostanza |
Gioberti e il panteismo -
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possibilità? Non ci ha dubbio che l' idea di corpo c' è in | Dio | in qualche modo: in un modo, dico, che resterebbe ancora a |
Gioberti e il panteismo -
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ma compresa in un lume solo; che l' unica cosa che v' ha in | Dio | di realmente distinto sono le persone, e il porre altra |
Gioberti e il panteismo -
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idea che è in noi di un corpo, quell' idea stessa che è in | Dio | del corpo, non si può dire senza errore che noi vediamo l' |
Gioberti e il panteismo -
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anche accordatogli quello che non è, che vedessimo in | Dio | l' idea del corpo, niente avrebbe egli ancora guadagnato; |
Gioberti e il panteismo -
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questo corpo che è qui, ora; la sua materia, la quale in | Dio | non si trova, che anzi ella ha questo per essenza, d' esser |
Gioberti e il panteismo -
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essenza, d' esser fuori di Dio; nè si potrebbe metterla in | Dio | senza divinizzarla, e materializzare Iddio, e quindi essere |
Gioberti e il panteismo -
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non si trova in Dio, nè nell' atto creativo che è | Dio | stesso; ma è tutto fuori di Dio, e fuori dell' atto |
Gioberti e il panteismo -
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dell' atto creativo che il fa esistere. Egli è vero che in | Dio | vi è la virtù che fa sussistere il corpo, perchè è causa |
Gioberti e il panteismo -
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assurdità; giacchè è giocoforza che collochiamo in | Dio | la stessa sostanza e materia corporea; e poichè tutto ciò |
Gioberti e il panteismo -
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sostanza e materia corporea; e poichè tutto ciò che è in | Dio | è Dio; forz' è che concludiamo che Dio è corpo, o che il |
Gioberti e il panteismo -
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tutto ciò che è in Dio è Dio; forz' è che concludiamo che | Dio | è corpo, o che il corpo è Dio; ciò che viene al medesimo. |
Gioberti e il panteismo -
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dunque confessare, che col ricorrere all' intuito di | Dio | e dell' atto creatore, non si può spiegar la percezione |
Gioberti e il panteismo -
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fare. Ma e i celesti comprensori non percepiscono forse in | Dio | le cose create? A questa dimanda, che niuno perito nella |
Gioberti e il panteismo -
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semplicemente. In Dio, nè nel suo atto creatore, che è | Dio | medesimo, essi non possono percepire ciò che non vi è; e |
Gioberti e il panteismo -
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che ancor conservano colle creature stesse. Essi vedono in | Dio | le cose contingenti quante Iddio ne vuol loro dimostrare, |
Gioberti e il panteismo -
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essere ideale; laddove il Gioberti ricorre all' intuito di | Dio | e dell' atto creativo. Vero è che noi abbiamo anche un |
Gioberti e il panteismo -
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argomento fatto di sopra, che possiamo riassumere così. In | Dio | non vi hanno concetti in senso proprio, l' uno realmente |
Gioberti e il panteismo -
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tutte le contingenti si creano, e si distinguono e sono da | Dio | perfettamente conosciute. Ma noi vediamo le cose possibili |
Gioberti e il panteismo -
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privi del tutto: noi non sappiamo come le cose sieno in | Dio | eminenter: questo lo sanno solo i comprensori celesti. E |
Gioberti e il panteismo -
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come noi le conosciamo sperimentalmente, non sono in | Dio | loro causa, ma sono il termine dell' azione di questa |
Gioberti e il panteismo -
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del mondo; ma anche molti fra i panteisti ammisero | Dio | come causa del mondo, e Spinosa in particolare si |
Gioberti e il panteismo -
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e pure essi fecero il mondo della stessa sostanza di | Dio | (1). Egli dichiara che Iddio è l' oggetto del sapere anche |
Gioberti e il panteismo -
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(2)? e che gli stessi teologi più rispettabili dissero che | Dio | fa liberamente tutto quello che fa, anche le stesse |
Gioberti e il panteismo -
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non legata, non determinata da alcun principio straniero a | Dio | (3); onde ancora il dire Iddio causa libera senza spiegare |
Gioberti e il panteismo -
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acconciamente adoperata a significare il sistema che fa | Dio | di ogni ente, ossia che fa ogni ente sia Dio. Onde quella |
Gioberti e il panteismo -
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comunissimo non è Dio; poichè, a detta sua, tra l' idea di | Dio | e l' idea dell' essere comunissimo v' ha quella analogia e |
Gioberti e il panteismo -
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fedelmente la nostra opinione. Primieramente tra l' idea di | Dio | e l' idea dell' essere comunissimo non ci può correre |
Gioberti e il panteismo -
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sono due idee dello spirito umano. La distanza sta bene tra | Dio | e l' essere comunissimo, ma non ancora tale quale il |
Gioberti e il panteismo -
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e numericamente il medesimo veduto da tutti gli uomini e da | Dio | stesso, ma da Dio in tutt' altro modo proprio di Dio, senza |
Gioberti e il panteismo -
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medesimo veduto da tutti gli uomini e da Dio stesso, ma da | Dio | in tutt' altro modo proprio di Dio, senza niente di |
Gioberti e il panteismo -
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di Dio, senza niente di negativo, perciò senza che in | Dio | si distingua dal suo stesso Verbo (1), distinguendosi solo |
Gioberti e il panteismo -
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egli dice, non è Dio, ma creatura, non conserva rispetto a | Dio | che « « quella analogia e somiglianza rimota e |
Gioberti e il panteismo -
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non cade nel panteismo. Dice di poi che quest' essere in | Dio | non si trova a quel modo come si trova nell' uomo per |
Gioberti e il panteismo -
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si trova per essenza e illimitato da tutti i lati, e che è | Dio | stesso non punto nè poco diviso dalla divina natura. Ma |
Gioberti e il panteismo -
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visibile non contiene più ciò che col nome sostantivo di | Dio | viene espresso. E tuttavia, aggiunge il Rosmini, che l' |
Gioberti e il panteismo -
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Quest' ente appunto si trova, secondo il Gioberti, in | Dio | medesimo: Iddio è l' oggetto dell' intuito giobertiano, e |
Gioberti e il panteismo -
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di passaggio, che le cose mandino il loro lume in | Dio | come nello specchio? sicchè le cose sieno il lume, e Iddio |
Gioberti e il panteismo -
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dunque dell' ente finito e dell' infinito, dell' uomo e di | Dio | una cosa sola. Ascoltate di più come egli aveva già prima |
Gioberti e il panteismo -
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andare), dichiararono e dimostrarono fin qui, che in | Dio | non vi è nè generale nè particolare (1), se questo fiume d' |
Gioberti e il panteismo -
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rinviene poi per via d' analisi, in Dio, anzi egli dice che | Dio | stesso è l' ente astratto, è il possibile considerato sotto |
Gioberti e il panteismo -
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non è Dio, non è che un' analogia e somiglianza con | Dio | rimota ed imperfettissima, come quella che corre tra il |
Gioberti e il panteismo -
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umano col quale s' immedesima l' essere astratto è in | Dio | ed è Dio; perocchè tutto ciò che è in Dio è Dio, e la sola |
Gioberti e il panteismo -
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astratto è in Dio ed è Dio; perocchè tutto ciò che è in | Dio | è Dio, e la sola analisi dello spirito è la virtù creatrice |
Gioberti e il panteismo -
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perchè tale si vede in Dio. Or posciachè tutto ciò che è in | Dio | è Dio, dunque anche il finito, ciò che, secondo il |
Gioberti e il panteismo -
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Gioberti? Non altro che qualche cosa che si separa da | Dio | per mezzo della riflessione. Vediamolo. L' oggetto dell' |
Gioberti e il panteismo -
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Dio, e così fare che esistano. Come poi si può separare da | Dio | il reale, così viceversa si può colle operazioni riflesse |
Gioberti e il panteismo -
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si può colle operazioni riflesse della mente separare da | Dio | l' astrattezza e la generalità, e così fare che esistano |
Gioberti e il panteismo -
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modo diverso da quello in cui appartengono a Dio, perchè in | Dio | quelle nozioni sono unite coll' astratto, col generale, |
Gioberti e il panteismo -
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creature: niente dunque produce dal nulla, perchè trova in | Dio | tutto: la concretezza stessa e l' individualità, dalle |
Gioberti e il panteismo -
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» benchè, secondo la Teologia cristiana, la creazione in | Dio | è la stessa divina sostanza, e neppure nella creatura ella |
Gioberti e il panteismo -
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di speranza, che il Gioberti riconosca che le creature e | Dio | non sono una sola sostanza, ma due sostanze veramente |
Gioberti e il panteismo -
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essere reale e sostanziale delle creature. Certo che in | Dio | non vi hanno due sostanze, ma una sola. Tutto quello che è |
Gioberti e il panteismo -
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vi hanno due sostanze, ma una sola. Tutto quello che è in | Dio | è Dio. Dire che il concreto e il particolare, da cui prima |
Gioberti e il panteismo -
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tali proprietà si dividono coll' analisi, esistono in | Dio | in un altro modo, non basta; perchè la differenza non può |
Gioberti e il panteismo -
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coerente a quello che avea detto prima, che togliendo in | Dio | coll' analisi l' astrattezza e la generalità, nascono le |
Gioberti e il panteismo -
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il concreto e il particolare che la riflessione ritrova in | Dio | oggetto dell' intuito, certo che esse si distinguono da Dio |
Gioberti e il panteismo -
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Dio oggetto dell' intuito, certo che esse si distinguono da | Dio | sostanzialmente, perchè le creature in tal supposto, |
Gioberti e il panteismo -
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perchè le creature in tal supposto, lasciano a | Dio | tutta la sostanza e esse non sono che sue proprietà. |
Gioberti e il panteismo -
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ciò che era oggettivo si cangiò in soggettivo, ciò che era | Dio | si cangiò in creatura. - Mirabile spiegazione che voi date, |
Gioberti e il panteismo -
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sostanza dall' ordine assoluto, ossia dall' Ente, che è il | Dio | del Gioberti. La sostanza dunque di Dio e delle creature è |
Gioberti e il panteismo -
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Ente, che è il Dio del Gioberti. La sostanza dunque di | Dio | e delle creature è la medesima; la diversità sta unicamente |
Gioberti e il panteismo -
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»(1) ». E certo la realità contingente non può essere in | Dio | dall' istante ch' ella è il concreto separato per via d' |
Gioberti e il panteismo -
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Gioberti, nell' Ente possibile, che egli afferma comune a | Dio | ed alle creature. Eppure il Rosmini avea dimostrato, che |
Gioberti e il panteismo -
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il nostro filosofo, che l' Ente possibile conviene a | Dio | ed alle creature: è una impressione e una modificazione del |
Gioberti e il panteismo -
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una modificazione del soggetto umano possa essere comune a | Dio | ed alle creature. Ma se l' Ente possibile è una impressione |
Gioberti e il panteismo -
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che è una modificazione dello spirito umano, comune a | Dio | ed alle creature, non sia nello stesso tempo l' idea |
Gioberti e il panteismo -
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creature, non sia nello stesso tempo l' idea posseduta da | Dio | stesso. Questa impressione unica che l' Ente e l' |
Gioberti e il panteismo -
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del soggetto umano che è l' Ente possibile comune a | Dio | ed alle creature, questa modificazione che rende simili fra |
Gioberti e il panteismo -
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che nello stesso tempo è l' idea divina, che è quanto dire | Dio | stesso (2). [...OMISSIS...] . Certo in qual modo la stessa |
Gioberti e il panteismo -
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e che quest' impronta sia l' Ente possibile comune a | Dio | ed alle creature, dichiarando nello stesso tempo che questa |
Gioberti e il panteismo -
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stesso tempo che questa comunità, questa similitudine di | Dio | e delle creature, si ravvisa « « nell' idea eterna dell' |
Gioberti e il panteismo -
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» », converrà dire che vi abbia un archetipo comune a | Dio | e alle creature. Ora quando si udì mai che Iddio abbia un |
Gioberti e il panteismo -
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potrà mai essere l' idea dell' Ente possibile, comune a | Dio | e alle creature? Lasciamo pure la sua gran parte alla |
Gioberti e il panteismo -
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dell' uomo, dall' altra parte è inseparabile da | Dio | dove si contiene, e perciò è Dio. Ma da questo così aperto |
Gioberti e il panteismo -
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[...OMISSIS...] . Voi sapete, l' intelligibilità propria di | Dio | è Dio stesso, come insegna il signor Gioberti, e questa |
Gioberti e il panteismo -
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. Voi sapete, l' intelligibilità propria di Dio è | Dio | stesso, come insegna il signor Gioberti, e questa |
Gioberti e il panteismo -
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che trapassa è dichiarata da lui numericamente identica in | Dio | e nelle creature. Dunque, secondo la sua dottrina, Iddio |
Gioberti e il panteismo -
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universale ed immediato del sapere in tutte le scienze è | Dio | stesso, come abbiamo veduto nelle precedenti lezioni. La |
Gioberti e il panteismo -
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è a dir vero a lui comodissima. L' intelligibilità di | Dio | trapassa nelle creature, perciò anche queste divengono |
Gioberti e il panteismo -
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perchè esse hanno in sè l' intelligibilità stessa di | Dio | in esse trapassata. Ma perocchè l' ordine degli |
Gioberti e il panteismo -
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realtà, conviene che trapassando l' intelligibilità di | Dio | nelle creature vi trapassi anche l' essere reale, e così |
Gioberti e il panteismo -
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ma poichè quella ragione necessaria, che è l' idea divina e | Dio | stesso è passata nelle cose create coll' atto creativo, e |
Gioberti e il panteismo -
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le crea trapassando in esse il divino intelligibile, che è | Dio | stesso. V S' intende ancora in che modo il signor Gioberti |
Gioberti e il panteismo -
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delle sostanze, e queste acquistano natura di accidenti di | Dio | medesimo; il quale oltre comporsi con esse come la forma |
Gioberti e il panteismo -
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creazione si fa col movimento e trapassamento dell' idea di | Dio | e Dio stesso nella creatura (rimanendo quell' idea e |
Gioberti e il panteismo -
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si fa col movimento e trapassamento dell' idea di Dio e | Dio | stesso nella creatura (rimanendo quell' idea e sostanza |
Gioberti e il panteismo -
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idea e sostanza divina numericamente la stessa), di quel | Dio | che come sostanza informa, sostiene e regge le cose create, |
Gioberti e il panteismo -
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è numericamente identica con quella di Dio, e con | Dio | stesso, voi vedete bene qual conseguenza indeclinabile ne |
Gioberti e il panteismo -
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. Dove il discendere che fa lo spirito umano da | Dio | a sè come creatura si dichiara un atto che s' immedesima |
Gioberti e il panteismo -
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idea (2). Dice dipoi che ogni menoma idea obbiettivamente è | Dio | (3). Già voi sentite la conseguenza manifesta che discende |
Gioberti e il panteismo -
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la luce stessa intellettuale sussiste adunque identica in | Dio | e nelle creature, le quali si creano col venire illustrate |
Gioberti e il panteismo -
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creabile sono le idee. Ma la menoma idea obbiettivamente è | Dio | stesso, insegna il Gioberti. Dunque il creabile è Dio |
Gioberti e il panteismo -
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è Dio stesso, insegna il Gioberti. Dunque il creabile è | Dio | stesso; e il possibile non è altro che una relazione che ha |
Gioberti e il panteismo -
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stesso; e il possibile non è altro che una relazione che ha | Dio | verso sè stesso, quasichè in Dio vi avessero altre |
Gioberti e il panteismo -
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che una relazione che ha Dio verso sè stesso, quasichè in | Dio | vi avessero altre relazioni che quelle delle persone. L' |
Gioberti e il panteismo -
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menoma idea oggettivamente, com' è data nell' intuito, è | Dio | stesso. Ma nello stesso tempo egli ci dice, che l' oggetto |
Gioberti e il panteismo -
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in virtù dell' intelligibilità assoluta (3), che è | Dio | oggetto unico dello scibile. Ma come poi, essendo Dio le |
Gioberti e il panteismo -
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che è Dio oggetto unico dello scibile. Ma come poi, essendo | Dio | le cose create, noi le separiamo da Dio? Non già per mezzo |
Gioberti e il panteismo -
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stessa anche nella riflessione, e però rimane divina, anzi | Dio | stesso; e mediante questa intelligibilità sono create, cioè |
Gioberti e il panteismo -
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secondo lui, è l' idea? Ma qual differenza passa dunque fra | Dio | e le creature? Grande certamente e sostanziale; perchè |
Gioberti e il panteismo -
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come la chiama il Gioberti, è l' ordine assoluto, cioè | Dio | stesso. [...OMISSIS...] (voi ben sapete che noi non |
Gioberti e il panteismo -
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del panteismo è sempre quella di sapere se la sostanza di | Dio | e quella delle creature è una e la stessa, o diversa e |
Gioberti e il panteismo -
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quanto è veduto nell' intuito, è l' essere necessario, cioè | Dio | stesso, e il concreto sensibile è il contingente, cioè |
Gioberti e il panteismo -
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nell' atto creativo: essendo quelle una trasformazione di | Dio | medesimo, conviene vedere e Dio e la sua trasformazione per |
Gioberti e il panteismo -
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una trasformazione di Dio medesimo, conviene vedere e | Dio | e la sua trasformazione per averne la percezione. Ora io |
Gioberti e il panteismo -
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l' udire che, come le cose individue sono l' idea, ossia | Dio | trasformato, così l' idea, cioè Iddio, anch' egli alla sua |
Gioberti e il panteismo -
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del corpo, e però ci vede anco l' affermazione di | Dio | stesso. Udite: [...OMISSIS...] . In che dunque consiste, |
Gioberti e il panteismo -
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Ora poichè non vi è nulla che insieda in Dio, e che a | Dio | partecipi, se non Iddio, forz' è dire che anche la materia |
Gioberti e il panteismo -
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Ma notate tuttavia, che il corpo è l' idea generale (il | Dio | di Gioberti) individualizzata, e non l' idea generale nella |
Gioberti e il panteismo -
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di ricevere in sè la potenza di percepire Iddio, cui | Dio | stesso, comunicandosi all' anima, crea in essa. Di qui Ella |
Gioberti e il panteismo -
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per natura nella mente umana, è un' appartenenza di | Dio | - Ma ogni appartenenza di Dio, è Dio - Dunque l' essere |
Gioberti e il panteismo -
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è un' appartenenza di Dio - Ma ogni appartenenza di Dio, è | Dio | - Dunque l' essere ideale è Dio. Distinguo la minore - Ogni |
Gioberti e il panteismo -
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(che gli scolastici chiamano l' essere comunissimo ) da | Dio | sussistente. Di più distinguo la maggiore ancora così - Se |
Gioberti e il panteismo -
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Di più distinguo la maggiore ancora così - Se da | Dio | si divide qualche suo attributo, o qualche cosa che la |
Gioberti e il panteismo -
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Distinguo poi la minore così - La recata distinzione divide | Dio | mentalmente, e in modo che a ciò, che si precide da Dio, |
Gioberti e il panteismo -
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mentalmente, ma in modo da applicare la denominazione di | Dio | a ciò che si considera come preciso da Dio, il che non si |
Gioberti e il panteismo -
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»); ogni cosa ideale lo nego: perchè le relazioni p. e. tra | Dio | e la creatura, hanno un termine increato che è Dio, e un |
Gioberti e il panteismo -
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qualificazione, come nè pure niun attributo preciso da | Dio | si possa dire Dio, perchè gli manca ciò che è a Dio |
Gioberti e il panteismo -
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da Dio si possa dire Dio, perchè gli manca ciò che è a | Dio | essenziale, cioè l' essere completo e d' ogni parte |
Gioberti e il panteismo -
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possa perciò competere la denominazione di Dio, perchè da | Dio | niente si può dividere colla mente che si rimanga Dio, |
Gioberti e il panteismo -
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giacchè se si potesse far ciò, si porrebbe la divisione in | Dio | stesso. L' Ente ideale è creatura in quanto è preciso da |
Gioberti e il panteismo -
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stesso. L' Ente ideale è creatura in quanto è preciso da | Dio | nel modo detto, lo concedo pure, perchè ciò non significa |
Gioberti e il panteismo -
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che per conoscere quale sia la legge della vostra vita, | Dio | v'ha dato due mezzi: la vostra coscienza e la coscienza |
Doveri dell'uomo -
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intellettuale, che abbracci e fecondi tutte le facoltà che | Dio | vi dava siccome deposito da far fruttare, e che istituisca |
Doveri dell'uomo -
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colla vita collettiva di tutti, colla vita dell'Umanità, | Dio | v'ha fatto esseri essenzialmente sociali. Ogni essere al |
Doveri dell'uomo -
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perfezionamento nell'uomo: non intesero la potenza data da | Dio | all'uomo per compirlo, né la via per la quale si compie. Si |
Doveri dell'uomo -
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Non sospettando la rivelazione continua che scende da | Dio | sull'uomo attraverso l'Umanità, credettero in una |
Doveri dell'uomo -
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le vostre forze, la vostra potenza d'azione: Questo mezzo | Dio | lo trovava per voi, quando vi dava una Patria, quando, come |
Doveri dell'uomo -
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nazioni. I tristi governi hanno guastato il disegno di | Dio | che voi potete vedere segnato chiaramente, per quello |
Doveri dell'uomo -
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a tutta quanta l'Umanità. A voi, uomini nati in Italia, | Dio | assegnava, quasi prediligendovi, la Patria meglio definita |
Doveri dell'uomo -
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costeranno forse ancora lagrime e sangue: sulla vostra, no. | Dio | v'ha steso intorno linee di confini sublimi, innegabili: da |
Doveri dell'uomo -
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sugli sbocchi dell'Isonzo, avrà segnato la frontiera che | Dio | vi dava. Sino a quella frontiera si parla, s'intende la |
Doveri dell'uomo -
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amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che | Dio | ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia, che ci |
Doveri dell'uomo -
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noi non possiamo rinunziarvi senza tradire l'intenzione di | Dio | e senza diminuire le nostre forze. Lavorando, secondo i |
Doveri dell'uomo -
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l'ordine della battaglia. Non abbandonate la bandiera che | Dio | vi diede. Dovunque vi trovate, in seno a qualunque popolo |
Doveri dell'uomo -
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dalla Nazione. La Patria è il segno della missione che | Dio | v'ha dato da compiere nell'umanità. Le facoltà, le forze di |
Doveri dell'uomo -
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affratellato colla Virtù; ma è privilegio concesso da | Dio | e non dagli uomini - e quando voi lo riconoscerete |
Doveri dell'uomo -
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e spegnerla. La Patria deve essere il vostro Tempio. | Dio | al vertice, un Popolo d'eguali alla base; non abbiate altra |
Doveri dell'uomo -
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seguirete altra via. Per voi l'Italia avrà, sì come un solo | Dio | nei cieli, una sola verità, una sola fede, una sola norma |
Doveri dell'uomo -
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di tutti, per fine il compimento della missione che | Dio | le dava. E perché voi sarete pronti a morire per l'Umanità, |
Doveri dell'uomo -
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se non da chi prima di tutto ha estinto in sè coll' amor di | Dio | ogni terreno amor proprio, sicchè non curi di avere altri |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non curi di avere altri testimoni delle sue azioni, fuorchè | Dio | solo. A tal uopo rendete il vostro discorso medesimo così |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mai potessero essere in chi è bensì il rappresentante di | Dio | per voi altri, ma senza deporre per questo l' umanità. Sì, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che siete entrato negli Esercizj. Raccomandate caldamente a | Dio | il miserabile vostro fratello, e per amor Padre A. ROSMINI |
Epistolario ascetico Vol.II -
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come che esso continui: e non potendo esser volontà di | Dio | che continui senza il pieno consenso del Vescovo diocesano, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ma avrebbe ben presto degenerato, e prodotto fors' anche, | Dio | non lo voglia, più danno che vantaggio alla santa Chiesa. |
Epistolario ascetico Vol.II -
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un religioso stesso fosse quegli, che calcolasse dinanzi a | Dio | se coll' applicarsi questi o quei membri a queste o a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Vostra Altezza Rev.ma consideri e maturi innanzi a | Dio | tutte queste osservazioni che umilmente Le sottometto, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Diocesi: in caso contrario riconoscerò che non è volere di | Dio | che egli esista, e con eguale contentezza sopprimerò la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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chiarezza, sincerità, tranquillità e buon fine. Egli è | Dio | stesso che ci difende quando siamo innocenti, e a lui |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fortezza provata per tante sciagure, alla bontà infinita di | Dio | che suole proporzionare i pesi alle forze di quelli a cui |
Epistolario ascetico Vol.II -
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voi vi vedrete anche un tratto dell' ineffabile bontà di | Dio | in darvi occasione di mostrargli l' amor vostro coll' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ed adempire. Ma quando la dolcissima volontà del nostro | Dio | ci impone qualche sacrificio grave alla natura, oh allora |
Epistolario ascetico Vol.II -
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cuore, e il suo amore nelle sue piaghe! Amare la volontà di | Dio | nelle cose liete è poco amore, ed incerto se sia amore; ma |
Epistolario ascetico Vol.II -
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i sentimenti ed il cuore, per così dire, comuni. La mano di | Dio | toccando voi, ha toccato me pure. Questa mano sapientissima |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ebbi l' acerba notizia, non ho mancato di raccomandare a | Dio | l' anima del defunto, e di farla raccomandare a' miei. V' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non con ismancerie e con artifizi. Nostro Signore, che come | Dio | è la verità stessa, come uomo n' è il grande ed unico |
Epistolario ascetico Vol.II -
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primari sono: 1 La bellezza della virtù; 2 Il merito che ha | Dio | di essere da noi ubbidito ed amato, Cristo d' essere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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debbono sussidiare il motivo primario del merito che ha | Dio | di essere da noi ubbidito ed amato, e Cristo d' essere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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l' animo dallo spirito: e questa arma è onnipossente come | Dio | stesso, ma è l' unica del sacerdote. D' altro lato, che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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perocchè non v' ha alcun male al mondo, che non sia da | Dio | permesso affine di trarne un bene maggiore. Ed è per questo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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adunque libero di pensare, che le rivoluzioni nelle mani di | Dio | sieno più o meno utili alla sua Chiesa: questa non è |
Epistolario ascetico Vol.II -
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il suo divin Fondatore ha già detto che il regno di | Dio | viene senza osservazione , e non coi tumulti e colle |
Epistolario ascetico Vol.II -
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da qualche miseria della vita presente ». Lo spirito di | Dio | è lo spirito di Gesù Cristo, e lo spirito di Gesù Cristo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ella venisse da noi, ma ex fide , cioè dalla confidenza in | Dio | misericordioso. Leggevo tempo fa in un libro questa frase, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mio caro marchese, che appigliandosi Ella alla grazia, | Dio | La porterà innanzi, il quale ha detto e Le dice: |
Epistolario ascetico Vol.II -
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con semplicità e non cerca le cose proprie, ma quelle di | Dio | e del prossimo. In questo sta tutto l' Istituto della |
Epistolario ascetico Vol.II -
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(giacchè il resto è vanità), in quanto che il servizio di | Dio | costà ha congiunte difficoltà non poche, distrazioni e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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brevi, limitati e spesso fallaci, a differenza di quelli di | Dio | che abbracciano in un modo infallibile le cose tutte, le |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di puro cuore la cercheremo. Il primo segno è la legge di | Dio | , da Gesù Cristo apertaci con pienezza e perfezione; la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Dei sanctificatio vestra ». Se dunque la volontà di | Dio | è la nostra santificazione, noi possiamo essere certissimi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non insorgerebbe già contro l' uomo che comanda, ma contro | Dio | che manifesta il suo volere per mezzo di quell' uomo. Egli |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non si farà che ottimamente secondo le viste divine, e che | Dio | vorrà servirsi di quello sbaglio od errore del Superiore ai |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ed umile. Quando poi non si può conoscere il voler di | Dio | nè col primo nè col secondo di questi due segni, perchè non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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del Superiore che prescriva il da farsi, nè la legge di | Dio | o l' amore della santità lo determina, allora convien |
Epistolario ascetico Vol.II -
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secondo è subordinato al primo, cioè a dire se la legge di | Dio | ci obbliga ad una cosa, a quella dobbiamo attenerci; ma se |
Epistolario ascetico Vol.II -
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farsi, allora dobbiamo studiarci di conoscere il voler di | Dio | per mezzo del lume di ragione e della grazia che il deve |
Epistolario ascetico Vol.II -
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col proprio Superiore, in cui ravvisi come in imagine | Dio | stesso, uniti ancora tutti fra di voi in congiuntissima |
Epistolario ascetico Vol.II -
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erano del tutto quelle che si richieggono ad ottenere da | Dio | un pieno perdono. D' altro lato la confessione, e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la carità coll' orazione e con atti frequenti di amor di | Dio | e del prossimo: in ragione che cresce in noi la carità, |
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di più. Perciò Gesù Cristo, comandandoci l' amor di | Dio | non ci ordinò di amarlo infinitamente , com' ei si merita; |
Epistolario ascetico Vol.II -
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preghiere, annientandovi davanti al trono della Maestà di | Dio | e chiedendogli con gran fervore di poter intendere le |
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superiore esterno. Voi lasciate fuori il principale, che è | Dio | che parla per mezzo del superiore e vale molto più della |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non vuole ubbidire ciecamente alla volontà divina, che | Dio | manifesta per la bocca del suo ministro e del suo |
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sapientissima, e santissima. E tanto è grato a | Dio | questo cieco ubbidire, che si degnò, non di rado, di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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appunto datoci dalla Provvidenza e dalla misericordia di | Dio | nella religione qualunque ei sia; perocchè qualunque ei sia |
Epistolario ascetico Vol.II -
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noi farsi ai prossimi nostri ed alla santa Chiesa. Perocchè | Dio | Padre di tutti gli uomini è quegli che pensa a tutti, e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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storia e la rese universale, dacchè proclamando l' unità di | Dio | proclamò quella del genere umano, e insegnandoci ad |
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la stessa tradizione antichissima della unità di | Dio | si conservò fino presso gli Otaiti, adoratori del grande |
Epistolario ascetico Vol.II -
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parola tutto racchiude in sè questo mistero, non potendo | Dio | ricevere nome di Padre se non ha un Dio per figlio. - |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non potendo Dio ricevere nome di Padre se non ha un | Dio | per figlio. - Siccome in questi ed in altri simili luoghi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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le ceremonie, l' esempio propagarono il regno di | Dio | »(facc. 46) » si sente che manca il mezzo principale onde |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Gli atti generosi della volontà e le proteste fatte a | Dio | di frequente e i gemiti cavati dal profondo del cuore hanno |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di quest' atto saranno buoni per me: e se io mi butto in | Dio | (per quanto miseramente posso) son certo, che Egli non mi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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riceve quella specie di umiliazione, che gliene viene, da | Dio | e nel suo interno ne cava profitto, umiliandosi e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fino a tanto che il sacrificio che fate di voi stesso a | Dio | non sia intero e perfetto ; e non sarà mai intero e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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stesso e alle cose di questo mondo, e non vi stringete a | Dio | solo. « Deus meus et omnia », dee essere la vostra divisa, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la divisa di tutti noi. Quando voi vi mettete nelle mani di | Dio | (e nelle sue mani vi siete messo coi sacri voti e colla |
Epistolario ascetico Vol.II -
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interamente dei beni temporali, la virtù della grazia di | Dio | si aumenterà in voi; e così reso più forte, e da Dio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di Dio si aumenterà in voi; e così reso più forte, e da | Dio | illustrata la mente, non finirete di benedire il suo Nome |
Epistolario ascetico Vol.II -
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parole! Quand' io considero da una parte l' insistenza di | Dio | per fare del bene a me, sua povera creatura, e dall' altra |
Epistolario ascetico Vol.II -
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del bene è suo dono. Dietro a questo desiderio mandiamo a | Dio | delle voci, delle suppliche, de' gemiti almeno; se non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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La voce del suo Direttore deve essere per Lei la voce di | Dio | stesso, e perciò se il Direttore Le concede licenza di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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E come possiamo noi saperlo? Ce lo fa sapere la voce di | Dio | che noi udiamo dalla bocca del suo Ministro che ha cura |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non facendole. Egli è tanto grande il merito che ha presso | Dio | l' ubbidienza, che nella Scrittura stessa vien detto che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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per Lei racchiuse le penitenze, di cui si sente verso | Dio | debitrice. Ella le fa tutte ubbidendo. Ma questa stessa |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ed umiliarla, essendo un nuovo tratto della benignità di | Dio | verso di Lei, non dee diminuir punto nel suo cuore il |
Epistolario ascetico Vol.II -
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punto nel suo cuore il sentimento di tutto ciò che deve a | Dio | in conseguenza delle sue colpe; dee considerarsi come |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la ragione per la quale il suo Direttore, qual organo di | Dio | stesso, Le può impedire alcune penitenze senza scapito |
Epistolario ascetico Vol.II -
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quelle che s' incontrano nello studio stesso di piacere a | Dio | solo, nella meditazione delle cose eterne, nell' orazione, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dell' uomo! essa riposa tutta sull' autorità di | Dio | rivelante, il quale ci fa conoscere la verità col mezzo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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reciso dalla vite, buono da gittarsi solo sul fuoco? | Dio | mio! l' udir questo è certo una grande umiliazione. Le |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la quale è semplice e in altro non fondasi affatto che in | Dio | e nella santa sua Chiesa. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] |
Epistolario ascetico Vol.II -
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più bella disposizione che Ella possa avere per ottenere da | Dio | i lumi e la fortezza di cui Ella abbisogna nelle |
Epistolario ascetico Vol.II -
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se non in ordine alla verità ed alla giustizia, e perciò a | Dio | ed alla santa Chiesa Cattolica, a cui ha la grazia di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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temute le conseguenze funeste per le opere della gloria di | Dio | e per la dottrina vera del nostro Signore, state pur certo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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E qual dubbio che questo sia dovere dell' uomo di | Dio | e del discepolo del Signore? Ma non si può egli benedire |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sarebbe un manifesto giudizio temerario, e smentito da | Dio | stesso, che confirmò la condotta di san Paolo in tale |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non è che un bene che si fa alla Religione. Il nostro | Dio | è Dio di verità, e il Maestro nostro è la verità in |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non è che un bene che si fa alla Religione. Il nostro Dio è | Dio | di verità, e il Maestro nostro è la verità in persona. Ma |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e opposti all' ubbidienza; ma di più all' ubbidienza di | Dio | e all' amore della penitenza e della mortificazione |
Epistolario ascetico Vol.II -
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vi paresse d' avere secondo natura, per purissimo amor di | Dio | e ardore di rassomigliare al vostro dolce Maestro e |
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perfezione vuole assolutamente che siate disposto a fare a | Dio | anche questo sacrificio. E tutto farete per la grazia che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e sostenere ogni cosa, vi risentite, vi mostrate offeso; e | Dio | non voglia che abbiate voi stesso forse dato, se non in |
Epistolario ascetico Vol.II -
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il nostro cuore è retto o non è retto, vede le magagne, e | Dio | non voglia, anche le cancrene più nascoste e più |
Epistolario ascetico Vol.II -
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riceve quindi come grazie speciali e segni dell' amore che | Dio | ci porta, poichè, come dice la Sacra Scrittura: « Iddio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nostra ha al patire, come quella che sarebbe fatta da | Dio | per godere, non essendo lo stato di patimento che una |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dalle cose di questa terra, un' unione maggiore con | Dio | e ardente desiderio delle cose del Cielo, un disinganno e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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bene sperare contra speranza; giacchè la grandezza di | Dio | si manifesta e spiega in quelli che sono nulla; e la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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della santità , tutto verrà dietro a questo: i disegni di | Dio | si compiranno: la legge di Dio ha una virtù nascosa: nella |
Epistolario ascetico Vol.II -
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a questo: i disegni di Dio si compiranno: la legge di | Dio | ha una virtù nascosa: nella sua massima semplicità è |
Epistolario ascetico Vol.II -
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è tutta rivolta in servigio di quelli, che nella legge di | Dio | volunt nimis , e in essa (non nei proprii disegni) |
Epistolario ascetico Vol.II -
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con lei del suo gaudio, del suo regno che è quello di | Dio | medesimo. Ecco quanto brama ora da noi la nostra buona |
Epistolario ascetico Vol.II -
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esserci nuovo motivo di consolazione, pensando che il buon | Dio | ci ha voluto dare anche questo soccorso, prova della |
Epistolario ascetico Vol.II -
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perfetta al divino volere, di rendimento di grazie a | Dio | che in ogni cosa è buono egualmente, e che tutto dispone |
Epistolario ascetico Vol.II -
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egli è certo che un Superiore può avere maggior lume di | Dio | da conoscere prontamente chi è chiamato e chi non è; e in |
Epistolario ascetico Vol.II -
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INFINITA SPERANZA; perchè questa è ragionevole, e perchè | Dio | la gusta dalle sue creature. Guai a confidare in noi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Guai a confidare in noi stessi! ma quanto al nostro | Dio | non ci stanchiamo di dire: « In te Domine speravi, non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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il Signore è la salute . «Ckristos», unto di | Dio | Padre, cioè consacrato Re e Sacerdote, « «quello cui il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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o misericordia del Signore, ovvero [...OMISSIS...] dono di | Dio | ) fu figliuolo di Zebedeo e di Salome da Betsaida «(Matth., |
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di G. C. nel cuore dell' amato discepolo, cuore formato da | Dio | stesso acciocchè fosse idoneo e congruo alla scuola del |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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le prime parole di Giovanni: « Nel principio, in cui | Dio | creò il cielo e la terra, era già il Verbo ». Ma in qual |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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esser prodotti o, per dir meglio, comprodotti dall' atto di | Dio | creante, e non essere una cotal forma di questo atto. - |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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un' altra serie o tempo infinitamente lungo. Se l' atto di | Dio | avesse dovuto aspettare un tempo infinito prima che il suo |
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escluse ogni pensiero di distanza fra il mondo e l' atto di | Dio | creante. - Ma se l' atto di Dio creante è congiunto senza |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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fra il mondo e l' atto di Dio creante. - Ma se l' atto di | Dio | creante è congiunto senza alcuna distanza di tempo col |
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se stesso, e quindi pure il celebre detto di S. Anselmo che | Dio | « uno eodemque (Verbo) dicit se ipsum et quaecumque fecit |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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esemplare del mondo, ma è la figura della sostanza di | Dio | (1); è questa stessa sostanza in quanto è luce o sia |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Esemplare si mostra contemporaneo, coesistente all' atto di | Dio | creante); « « quando con certa legge e con certo giro |
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che quella divina Sapienza si sollazzava al cospetto di | Dio | in ogni tempo, perchè l' atto suo eterno riferivasi ad ogni |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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il Verbo » », e non dica: « Nel principio era il Verbo di | Dio | »(1). Dire « il Verbo »senza più, è un parlare assoluto; |
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questo luogo dica « Verbo »assolutamente e non « Verbo di | Dio | ». « « Quantunque », dice, «molte sieno le verità |
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al suo popolo il significato di questo vocabolo « parola di | Dio | », comincia a distinguere nell' uomo la sua parola |
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conoscere in qualche modo la parola di Dio, il consiglio di | Dio | dalle opere esterne della creazione, dicendo: |
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sulla Trinità. E veramente per i platonici il Verbo di | Dio | era l' idea del mondo ossia il mondo intelligibile, come |
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di S. Giovanni). Gli stoici del pari usavano del «logos» di | Dio | per ispiegare la creazione contro gli epicurei che |
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anteriore al presente, esemplare nella mente di Dio, da cui | Dio | ritrasse tutte le cose create, e che egli chiama pure il |
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la venuta di Gesù Cristo, nel quale si dica che il logos di | Dio | è Dio; ma questi non sono che luoghi piuttosto sfuggiti ai |
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sussistono per propria essenza, ma perchè un atto libero di | Dio | gli ha fatti sussistere. Essendo dunque due cose affatto |
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quella che usano i teologi quando chiamano la percezione di | Dio | visione, parola traslata dal senso del vedere. Se non che |
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umana che si trasmuta passando all' atto, perocchè in | Dio | non vi ha trasmutazione nè passaggio di potenza in atto |
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essere noi troviamo la dimostrazione dell' esistenza di | Dio | (già indicata da S. Agostino, da S. Anselmo e da altri), |
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del mondo. Le cose tutte contingenti non sono adunque da | Dio | conosciute per molte idee staccate, ma per un' idea sola |
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libero al creare e non creare. Rispondesi che la libertà di | Dio | è perfettissima, perchè la sua essenziale santità e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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noi facciamo, che dall' amore necessario ed essenziale di | Dio | per se stesso rampolla l' atto libero della creazione, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è pur dottrina comune dei teologi che ogni atto d' amore di | Dio | benchè libero verso la creatura proviene dall' amore che ha |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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benchè libero verso la creatura proviene dall' amore che ha | Dio | essenzialmente per se stesso, di guisa che suole |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ciò che Iddio fece; 4 Che questo tipo non è diverso in | Dio | dall' atto della creazione col quale fu distinto e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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5 Finalmente che questo tipo istesso non fu trovato da | Dio | per via d' alcun discorso, ma gli fu sempre presente ed |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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perchè ab eterno lo ha trovato, essendo essenziale a | Dio | questa stessa attuale sapienza. Di che si vede ancora in |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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da lui procede come un accidente; laddove il Verbo di | Dio | non reca immutazione di sorta al Padre a cui è essenziale. |
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forme che si dicono persone. Quindi non si può pensare in | Dio | una potenza anteriore alla generazione del Verbo, non solo |
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l' atto stesso con cui è Dio; atto per conseguente che è | Dio | stesso. Avanti quest' atto compiuto non vi è nulla, nulla |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la grandezza, ed esultando in questa cognizione di | Dio | grande e glorioso, ne godessero, e partecipassero della sua |
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descrisse accuratamente in queste ammirabili parole che a | Dio | sono indirizzate: [...OMISSIS...] . Dal qual bellissimo |
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si debbono ammettere coll' ossequio della fede a | Dio | rivelante, non furono ricevute dalla superbia dei filosofi, |
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non sente Iddio, e però della manifestazione esterna di | Dio | non percepisce che la parte materiale, e non la parte |
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fit (3) ». Ma ciò che i profeti annunziarono del Verbo di | Dio | e della salute che questo avrebbe data agli uomini venendo |
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dal chiamarsi egli e figliuolo dell' uomo e figliuolo di | Dio | . Onde l' interrogazione di Cristo a Pietro: « Quem dicunt |
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degli altri Apostoli: « « Tu sei il Cristo figliuolo di | Dio | vivo » », allora ebbe da Gesù quel magnifico elogio: « |
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esprimono sensibilmente; onde, essendo rivelata la unità di | Dio | ed i suoi attributi, conveniva che quest' oggetto di quella |
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lettera collo spirito. Ora da questa percezione incoata di | Dio | doveva venirne un riflesso spirituale e divino anche alla |
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somministravano ai santi uomini e a' più eminenti eletti da | Dio | acciocchè le comunicassero agli altri. Onde « « Abramo |
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Per ciò le verità rivelate si chiamano anch' esse parola di | Dio | . E sebbene quelle verità sieno molte, tuttavia non si |
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quelle verità sieno molte, tuttavia non si dicono parole di | Dio | , ma sì bene in singolare parola di Dio . E ciò assai |
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si dicono parole di Dio , ma sì bene in singolare parola di | Dio | . E ciò assai acconciamente, perocchè la parola di Dio è |
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di Dio . E ciò assai acconciamente, perocchè la parola di | Dio | è una, è uno il suo Verbo, nè propriamente Iddio dice altra |
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in lui si rifondano, e quindi si chiamino altresì parola di | Dio | . Nel che però è da osservarsi che v' hanno delle |
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provenire, che egualmente molteplici fossero i rapporti di | Dio | con lui, molteplici i mezzi che adoperasse Iddio per |
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sua perfezione e la sua beatitudine; che la rivelazione di | Dio | si frangesse, per così dire, in molte verità speciali, e |
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e l' altre operazioni esterne sono fatte pel Verbo, e in | Dio | non sono distinte da quell' atto che costituisce il Verbo |
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la persona del Verbo promesso era indicata coi nomi di Dio, | Dio | con noi, Padre del secolo futuro, Principe della pace, |
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ragione come la denominazione di Verbo applicata a | Dio | fosse già in uso prima di Cristo. La perifrasi caldaica di |
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per quelli tali voci significavano una dottrina rivelata da | Dio | oggettivamente considerata, per questi, cioè per noi, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la dottrina rivelata oggetto della mente, ma il Verbo di | Dio | che è ad un tempo dottrina per sè manifesta e persona. |
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si attua in modo che l' uomo riferisca esplicitamente a | Dio | tutte le sue azioni, allora tutta la virtù sua diviene |
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sentito, percepito. La qual comunicazione immediata di | Dio | all' anima suol avvenire con qualche manifestazione esterna |
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anche della scienza naturale. Ma, oltrecchè il Verbo di | Dio | forma remotamente le intelligenze, quand' egli poi si |
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predicazione. Onde, quando S. Paolo chiama la parola di | Dio | « gladium spiritus (1) », intendeva la predicazione animata |
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ci conduce tosto al Padre dicendo: « « e il Verbo era appo | Dio | » ». Iddio qui significa il Padre (1), e con queste parole |
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d' Aquino (2) la differenza fra il significato della parola | Dio | , e della parola Deità . Questa seconda indica la divinità |
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a significare solamente la natura divina; laddove la parola | Dio | significa la divinità nel supposito, concretamente, e però |
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le nature. Ma dopo ciò, sebbene la parola | Dio | s' adoperi convenientemente a significare il supposito, |
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come nel luogo di S. Giovanni, « « E il Verbo era appo | Dio | » », la parola Dio indichi il Padre. Or questo si rileva |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di S. Giovanni, « « E il Verbo era appo Dio » », la parola | Dio | indichi il Padre. Or questo si rileva dal contesto, giacchè |
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appresso . Finalmente è da osservarsi che la parola | Dio | si suol applicare in primo luogo al Padre come quello che è |
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che è la processione delle due altre persone; e la parola | Dio | indica appunto la sussistenza dell' essere assoluto senza |
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perocchè questo averla ricevuta non è espresso nella parola | Dio | . Onde, quando la parola Dio si vuole assumere ad indicare |
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non è espresso nella parola Dio . Onde, quando la parola | Dio | si vuole assumere ad indicare il Figliuolo o il Santo |
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il Padre. E S. Giovanni, dicendo che « « il Verbo era appo | Dio | » », parlava più in conformità delle antiche scritture, le |
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antiche scritture, le quali nominano spesso il « Verbo di | Dio | »; laddove non nominano « il Verbo del Padre ». Oltredichè, |
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del Padre ». Oltredichè, dicendo che « « il Verbo era appo | Dio | » », si veniva a rendere la ragione del perchè Iddio |
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il Padre significa che dall' eternità risiedeva appresso | Dio | suo Padre (1). Onde viene a dire del Verbo quello che le |
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il processo della nostra intelligenza, la necessità di | Dio | Padre presso cui fosse. Volendo ora noi venir dichiarando |
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natura del Creatore. Dunque ciò che di natura sua è appo | Dio | deve avere la natura divina, dee esser Dio; giacchè fra l' |
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è distante infinitamente dall' infinito: l' infinito poi è | Dio | stesso. Avendo dunque detto che il Verbo era appo Dio, ci |
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più spontanea che l' Evangelista dice che il Verbo era appo | Dio | in principio, il che, come vedemmo, viene a dire da tutta |
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di Cristo col Padre. Si dice che « « il Verbo è appo | Dio | » »; che è « « nel Padre »(2) »; che è « « nel seno del |
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ad esprimere convenientemente la congiunzione del Verbo con | Dio | che lo pronuncia. Perocchè la parola appo , applicata alle |
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non si avvera nel creato, e però la parola in applicata a | Dio | non può esprimere una congiunzione accidentale, come accade |
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queste tre espressioni, applicate all' unione del Verbo con | Dio | che lo pronuncia, si correggano e si completino l' una |
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prese insieme; perocchè l' appo dimostra che tra il Verbo e | Dio | che lo pronuncia non si dee mettere una unione simile a |
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noi, mediante l' uso di tali particelle, intendiamo che in | Dio | aver vi dee unità di sussistenza, e ad un tempo pluralità |
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pluralità di persone, e che tale è l' unione del Verbo con | Dio | che lo pronuncia a sè consustanziale e ad un tempo |
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appresso Iddio che lo pronunciava eternamente, era Verbo di | Dio | indiviso da Dio. Quivi stava nell' eternità nascosto alle |
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che l' uomo non si poteva giustificare in comparazione di | Dio | (5), perchè avrebbe veduto la purezza, la santità, la |
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avrebbe veduto la purezza, la santità, la perfezione di | Dio | stesso. In queste parole il Verbo è il soggetto, e Dio è il |
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di Dio stesso. In queste parole il Verbo è il soggetto, e | Dio | è il predicato, come si scorge dal testo (1), in modo che |
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che la costruzione naturale è questa: « « E il Verbo era | Dio | »(2) ». Il Verbo dunque, che era ab eterno, ed era appresso |
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era ab eterno, ed era appresso Dio, non poteva essere che | Dio | egli stesso. Non trattasi adunque d' un verbo transeunte, |
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una persona divina. Abbiamo già osservato che la parola | Dio | esprime un supposito, una persona, non l' idea astratta o |
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come la parola Deità . Quindi dicendosi « E il Verbo era | Dio | », si viene a dire « E il Verbo era persona divina ». Ma |
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». Ma era stato detto altresì che « il Verbo era appo | Dio | », dunque una persona divina era appo una persona divina: |
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Dio, tuttavia non ne viene che sieno due Dii, ma un solo | Dio | essente in due persone. Ora, posciachè nelle cose create |
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eguale a se stesso. Nelle parole « E il Verbo era | Dio | » [...OMISSIS...] S. Giovanni non pone l' articolo alla |
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[...OMISSIS...] S. Giovanni non pone l' articolo alla voce | Dio | perchè è costruito come predicato, e quanto si costruisce |
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non si usa di anteporre l' articolo. Usata la parola | Dio | come predicato, ella dà alla clausola questa sentenza: « E |
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voce «Theos» volevano inferire che il Verbo non era detto | Dio | nello stesso senso di Dio Padre (1). Si potrebbe forse |
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che il Verbo non era detto Dio nello stesso senso di | Dio | Padre (1). Si potrebbe forse aggiungere che l' omissione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Padre. Perocchè avendo detto che « il Verbo era appresso | Dio | », [...OMISSIS...] con che voleva dire che era presso la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la persona del Padre, se avesse poi detto che il Verbo era | Dio | coll' articolo «o Theos»; sarebbe sembrato ch' egli fosse |
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fosse la stessa persona del Padre, cui nominò prima appunto | Dio | coll' articolo «ton Theon». In queste tre clausole adunque |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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definire ai lettori. E` dunque da considerare che la parola | Dio | non basta a definire il Verbo: perocchè quella parola, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di Samosata. La seconda clausola: « « E il Verbo era appo | Dio | » », stabilendo la distinzione delle persone del Verbo e di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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» », stabilendo la distinzione delle persone del Verbo e di | Dio | che lo pronunzia, ribatte l' errore di Sabellio, il quale |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che s' era incarnato. La terza clausola: « « E il Verbo era | Dio | » », ribatte l' errore di Eunomio, il quale insegnava che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dal Padre, quando invece, secondo l' Evangelista, egli era | Dio | come il Padre. Queste tre clausole onde incomincia S. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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II), così S. Giovanni narra com' egli stèsse ab eterno appo | Dio | nascosto alle creature; come S. Marco lo descrive |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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S. Giovanni nella terza clausola annunzia che Cristo era | Dio | egli stesso. Colle tre comme precedenti S. Giovanni ebbe |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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riepiloga la dottrina data del Verbo essente nel seno di | Dio | che lo pronuncia, per continuarsi a ragionare come esce |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dicendo: « « Questo (cioè il Verbo) era nel principio appo | Dio | » ». Così dichiara Origene questo versetto con l' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ma questo stesso Verbo che era Dio, era nel principio appo | Dio | »(2) ». Laonde, oltre che questa clausola riepiloga le tre |
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che, dicendo che « « il Verbo era in principio appo | Dio | » », viene l' Evangelista a dimostrare la perpetua |
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la perpetua concordia e consenso di volontà fra il Verbo e | Dio | che lo pronuncia, dal quale non è mai diviso (2). Qui |
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contrappone adunque l' Evangelista il Verbo, che era presso | Dio | fin dal principio, alle creature che furono fatte per esso, |
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furon fatte per esso quasi per un istrumento distaccato da | Dio | Padre creatore. L' essere il Verbo nel principio appo Dio |
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Dio Padre creatore. L' essere il Verbo nel principio appo | Dio | Padre mostra la consustanzialità col Padre quindi mostra |
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« per quem fecit et saecula (2) ». Dove apparisce che | Dio | Padre fece i secoli pel Figliuolo. E quantunque tutto ciò |
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« Iddio fece il mondo », ovvero « il mondo fu fatto da | Dio | o per Dio », cioè per mezzo di Dio causa efficiente del |
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fece il mondo », ovvero « il mondo fu fatto da Dio o per | Dio | », cioè per mezzo di Dio causa efficiente del medesimo. In |
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« il mondo fu fatto da Dio o per Dio », cioè per mezzo di | Dio | causa efficiente del medesimo. In questo senso la |
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natura e diversa operazione, laddove il Verbo ha con | Dio | che lo pronuncia una sola natura ed una sola operazione, |
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Verbo, pel quale sono state fatte tutte le cose, è « « appo | Dio | » », cioè consustanziale al Padre, come vedemmo. Nelle cose |
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o per la scienza sua l' uomo compone un libro ». Ma in | Dio | non v' ha distinzione alcuna reale fra le potenze e virtù e |
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potenza, o una virtù speciale di Dio; quand' anzi egli è | Dio | stesso, tutto quant' è nella divina essenza, la quale |
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che Iddio « opera per se stesso ». E quando si dice che | Dio | opera per la sua sapienza o per la sua virtù, devesi |
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o per la sua virtù, devesi intendere egualmente che | Dio | opera per la sua essenza, ossia per se stesso, perchè la |
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ossia per se stesso, perchè la sapienza e la virtù di | Dio | è la stessa sua essenza, senza alcuna reale distinzione. |
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se si considerano i vestigi della sapienza e della virtù di | Dio | nelle sue opere esteriori, cioè nelle cose finite da lui |
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e quantitativa dalla totale ed infinita sapienza e virtù di | Dio | che è la sua essenza. Ma questo è un pensare imperfetto, |
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è dunque la sapienza e virtù adoperata nell' azione di | Dio | creante, e questa è l' essenza di Dio semplice ed |
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nell' azione di Dio creante, e questa è l' essenza di | Dio | semplice ed indivisibile, altra è la sapienza comunicata |
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e la considerano astrattamente, ma tale però che in | Dio | si rifonde nella stessa sapienza divina; nella quale, |
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sole o luce illimitata. Ma la sapienza essenziale di | Dio | non è il Verbo divino; ella è un attributo che conviene |
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se non pel concetto del suo intelletto, che è il Verbo di | Dio | e il Figlio di Dio; e perciò egli è impossibile che faccia |
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fa sì che l' oggetto esista non solo relativamente a | Dio | che lo immagina, ma ben anco relativamente a se stesso e ad |
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e agli altri enti a cui ha per sua natura rapporto. Ma in | Dio | non può esservi imperfezione, e ciò che vuole immaginare |
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errerebbe, difetterebbe nel rappresentarselo tale; nè in | Dio | può esistere errore, essendo essenzialmente verità e |
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il che è appunto creare. Supponendo adunque che in | Dio | vi abbia una perfetta facoltà di immaginare le cose, ossia |
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suo verbo dee essere pienamente vero, e però la cosa da | Dio | pronunciata dee essere reale, quando la pronuncia come |
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oggetto (se così lice esprimersi) pel pronunciamento di | Dio | che in quanto pronuncia si chiama Padre. Non è dunque |
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crea guardando nel Verbo. Onde le creature si producono da | Dio | con un atto posteriore d' origine alla generazione ed alla |
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le cose non è di tempo posteriore al Verbo, perchè in | Dio | non vi è tempo, ma tutto si fa ivi nell' eternità dell' |
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ora, rispetto al principio, con un pronunciamento di | Dio | come intelligenza, fu egualmente generato il Verbo, e |
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nostra consapevolezza fuori del Verbo, relativamente poi a | Dio | ed alla sua azione creante nel Verbo. E poichè noi esprime |
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la quale si riferisce alla loro sussistenza nel Verbo, dove | Dio | vedendole e volendole le fece essere; l' altra creata sunt, |
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come persone, realmente distinte; di maniera che è un solo | Dio | sussistente in tre persone, e se non sussistesse in tre |
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fra loro, cesserebbero d' essere Dio, non essendovi un | Dio | Padre separato da un Dio Verbo, nè un Dio Verbo separato da |
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d' essere Dio, non essendovi un Dio Padre separato da un | Dio | Verbo, nè un Dio Verbo separato da un Dio Spirito Santo, |
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non essendovi un Dio Padre separato da un Dio Verbo, nè un | Dio | Verbo separato da un Dio Spirito Santo, nel qual caso |
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separato da un Dio Verbo, nè un Dio Verbo separato da un | Dio | Spirito Santo, nel qual caso sarebbero tre Iddii, il che è |
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sue vicissitudini si scorga non solo la onnipotenza di un | Dio | uno, ma ben anco i vestigi di un Dio uno e trino, un |
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la onnipotenza di un Dio uno, ma ben anco i vestigi di un | Dio | uno e trino, un ectipon dell' augustissima Trinità. Ma |
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parole: [...OMISSIS...] . E qui si vede altresì come a | Dio | sono presenti tutti i tempi e tutte le cose, « et vocat ea |
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è vita » », che non si tratta d' un verbo morto, ma di un | Dio | vivo, anzi di un Dio7vita, e che egli è « « luce » », non |
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che nel Verbo era vita, viene a dire che il Verbo di | Dio | non è, come il verbo dell' uomo, sterile e non sussistente |
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che di sopra ha detto l' Evangelista che « « il Verbo era | Dio | » »: se dunque egli è Dio, deve avere una vita infinita: se |
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conviene che la vita del Verbo sia in Dio, e perocchè in | Dio | non v' ha nulla di finito, conviene che la vita non sia |
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finito, conviene che la vita non sia finita; perciocchè in | Dio | non v' ha nulla che non sia Dio, conviene che la vita |
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espressa nell' idea della vita), è semplice ed una, e se in | Dio | l' essenza stessa è realizzata: dunque convien dire che la |
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la virtù da lui praticata. Ora non potendo noi ragionare di | Dio | se non secondo l' analogia di ciò che osserviamo in noi, |
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impressi i vestigi di se stesso, dobbiamo anche in | Dio | riconoscere qualche cosa di analogo alla triplice vita che |
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che noi sperimentiamo nella nostra natura. E però anche in | Dio | dobbiamo riconoscere qualche cosa d' analogo al puro |
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persone, nè le persone dall' essenza, non potendo cadere in | Dio | dipendenza alcuna; ma solo una priorità e una posteriorità |
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è nello stesso tempo personal sussistenza. Quindi in | Dio | non si può dare un sentimento puramente teoretico, ma dee |
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esprime alcun limite, di che consegue che l' esser vita a | Dio | solo appartiene, il quale non ha alcun limite nel suo |
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conviene pervenire non più alla semplice essenza di un | Dio | creatore, ma all' essenza considerata posteriormente (in |
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avvertire che qualche cosa si dice del Figliuolo di | Dio | secondo sè, come quando lo si dice Dio onnipotente e |
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del Figliuolo di Dio secondo sè, come quando lo si dice | Dio | onnipotente e simiglianti cose. Qualche cosa poi si dice di |
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egli sia fatto: così non dicesi che il Figliuolo sia fatto | Dio | o sia fatto onnipotente. Ma in quelle che si dicono di lui |
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Dalla forma di oggetto che prende la vita (e l' essenza di | Dio | tutta è vita non essendovi nulla in esso di morte, nulla |
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poteva essere la statua che il Genesi racconta fatta da | Dio | di terra; la statua, dico primachè Iddio v' ispirasse in |
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che venga comunicata una vita semplice dall' essenza di | Dio | creatrice, senza che la mente nostra in tal causa vegga la |
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divine, onde S. Paolo dice: « « colui che fu fatto da | Dio | a noi sapienza »(6) », attribuendo al Padre la missione del |
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in che modo l' uomo fu creato a imagine e similitudine di | Dio | secondo quelle parole: « « Facciamo l' uomo ad imagine e |
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le tre forme dell' essere analoghe a quelle che in | Dio | costituiscono le tre divine persone: cioè la forma |
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ma fatto ad imagine, il che avviene perchè l' imagine di | Dio | è l' oggetto che egli intuisce secondo la sua primitiva |
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(3). Quello che è propriamente chiamato imagine di | Dio | nelle scritture sante è il Verbo. Di Cristo dice S. Paolo: |
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della Sapienza, che « « ella è un vapore della virtù di | Dio | e una cotale emanazione sincera della chiarezza di Dio |
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di Dio e una cotale emanazione sincera della chiarezza di | Dio | onnipotente; onde niente di macchiato incorre in essa, |
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della luce eterna e specchio senza macchia della maestà di | Dio | e imagine della bontà di Lui (4) » ». Nel qual luogo sembra |
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(4) » ». Nel qual luogo sembra favellarsi della sapienza di | Dio | in quanto viene comunicata agli uomini: onde la sapienza |
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di Dio, che riducesi al Verbo, chiamasi « virtù di | Dio | », e la comunicazione di essa agli uomini « un vapore di |
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vapore di tale virtù », la sapienza chiamasi « chiarezza di | Dio | onnipotente », e la comunicazione di essa « una cotal |
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« candore di quella »; la sapienza « maestà di | Dio | », la stessa maestà in quanto è comunicata « specchio senza |
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conoscono gli uomini; e quindi tali espressioni nominano il | Dio | oggetto, il Dio conoscibile, il quale noi sappiamo essere |
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e quindi tali espressioni nominano il Dio oggetto, il | Dio | conoscibile, il quale noi sappiamo essere il Verbo: onde |
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e però nè tampoco uomo; tuttavia dalla parte di | Dio | era convenientissimo, e di una necessità morale, che l' |
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illum in ipsam » si possa intendere della conversione a | Dio | di Adamo peccatore, perchè il sacro scrittore aggiunge in |
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quel tempo in cui non aveva ancora peccato nè ricevuto da | Dio | l' ajuto che poi gli fece della sua compagna. Il che è |
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di Efeso, e vestite l' uomo nuovo che fu creato secondo | Dio | nella giustizia e nella santità della verità »(1) ». E a' |
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dell' uomo, che dal Genesi è detto « « fatto ad imagine di | Dio | » ». Di più in questo luogo dell' Apostolo non si dice |
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« il conoscimento secondo il Verbo », giacchè l' imagine di | Dio | è il Verbo, e quindi viene a significare il carattere |
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chiamato da S. Paolo « « carattere della sussistenza di | Dio | » ». Alla predetta sentenza potrebbe fare qualche |
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dell' uomo in Cristo rinnovato sopra l' uomo da | Dio | creato, risulta dal contesto di tutto il luogo dell' |
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Quindi anche la differenza fra la grazia data da | Dio | ad Adamo, e la grazia che è in Cristo e che Cristo comunica |
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operava colla grazia di Dio; nel cristiano è la grazia di | Dio | coll' uomo: in Adamo era l' uomo, ma senza la grazia non |
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col suo libero arbitrio, ma non era quella in cui venne da | Dio | costituito. Perocchè Iddio nell' istituire l' uomo nulla |
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delle principali differenze fra la condizione in cui da | Dio | fu posto Adamo, e la condizione del Cristiano, si è che in |
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anzi si sforzarono d' imbrattare e sfigurare il concetto di | Dio | che era in essi: [...OMISSIS...] . Egli è certo che se i |
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seduzione diabolica, che gli persuase poter diventare un | Dio | mangiando del frutto vietato. Invece adunque di ricorrere a |
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mangiando del frutto vietato. Invece adunque di ricorrere a | Dio | pel proprio ingrandimento e completamento, cercò questo |
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quale poteva innalzarsi alla percezione sempre maggiore di | Dio | per mezzo della fedele ubbidienza che avesse prestato alla |
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esitazione, se non nasce per una speciale ispirazione di | Dio | o non vi abbiano i motivi addotti della propagazione del |
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di proprio moto e senza conoscer prima la volontà di | Dio | opere straordinarie, benchè in se stesse sante e rivolte a |
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di Cristo, che è in lui, lo muove, quando la volontà di | Dio | si manifesta, quando si presenta quella necessità morale, |
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più stupenda di carità non ha limiti. Già egli mandato da | Dio | sente la sua immensa potenza in quel Cristo nel quale |
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ma di riporre la nostra gloria nell' essere uniti a | Dio | (6); vuol dire ancora di aspettare che quel Signore Gesù |
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benda corporea e tutte le macchie, perviene al cospetto di | Dio | nel Cielo de' Cieli. Per le cose poi che sono in terra deve |
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e di materiale, onde anche soffre quanto più lo spirito a | Dio | si congiunga; conviene che a suo tempo venga distrutto e |
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due parti. L' una e la prima e fondamentale è l' opera di | Dio | solo, è il fondamento della seconda; quella che si chiama |
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e santificante che viene dal carattere, cioè dal Verbo di | Dio | incarnato che emette il suo spirito nell' uomo che non |
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non solo negli occhi degli uomini, ma in quelli di | Dio | e della propria coscienza. 2 La giustizia che quasi lorica |
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ad annunziare il Vangelo ad altre genti, ovvero venga da | Dio | chiamato all' altra vita, dove l' Evangelio della pace si |
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dove l' Evangelio della pace si compie nella magione del | Dio | della pace. E dicendo l' Evangelio della pace, dopo avere |
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parola fondata nell' infallibile e fedele autorità di | Dio | stesso trova tali ammaestramenti e tali sentenze con cui |
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sono tanto più eccellenti dell' uomo. Alla qual parola di | Dio | credettero gli angeli buoni, e furono confermati in grazia. |
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quel governo che si proponevano. Il che diede occasione a | Dio | di avvertir l' uomo del pericolo, dandogli il precetto di |
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sarebbero morti: il quale precetto amorevole dalla parte di | Dio | era d' altra parte opportuno per dar all' uomo occasione di |
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falsamente conchiuse esser cosa migliore il divenire pari a | Dio | per grandezza naturale, cioè fisica, e intellettuale, come |
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passato, la quale la obbligava ad una costante sudditanza a | Dio | medesimo. Vinta da questo falso consiglio, credette al |
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il Verbo, e così l' uomo che ne nacque fu non solo uomo ma | Dio | ad un tempo. Quest' uomo aveva la natura umana perfetta, |
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di esercitare con maggior ampiezza tutte le virtù verso | Dio | e verso gli uomini; era un atto di umiltà e di soggezione a |
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in cui erano caduti e sulla necessità di convertirsi a | Dio | colla parola e coll' esempio. Ora, se questo era moralmente |
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di aspettare ogni protezione, difesa, laude e gloria da | Dio | medesimo, che provvede magnificamente a' suoi servitori; |
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umanità; ma cerco la volontà perfettissima ed infinita di | Dio | Padre da cui procedo, e da cui sono mandato al mondo. Or |
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ed esterne prove dell' amore verso l' essere stesso, sia in | Dio | dov' è assolutamente e per essenza, sia negli uomini dov' è |
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perchè non era giusto che l' innocente, il Santo, l' Uomo | Dio | patisse e morisse. Quest' uomo, e ad un tempo Dio, s' era |
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ricevere »(2) ». Cristo non aveva mai pensato che a dare a | Dio | e agli uomini, in che consiste la generosità, una |
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dir veramente, per la comunicazione degli idiomi, che | Dio | stesso aveva patito ed era morto. Conveniva dunque, ad |
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di questa stessa gloria divina ed infinita, che come | Dio | non ho mai perduta, siccome tu già prima della costituzione |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che nel giorno del suo trionfo sarà seco il principio, cioè | Dio | Padre, che è essenzialmente il principato, non solo il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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morte, la vita sua propria: l' affetto, di cui ardeva verso | Dio | e verso i suoi simili, troppo più richiedeva. E` proprio |
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questa Sposa dell' Agnello nell' atto ch' ella scendeva da | Dio | di Cielo in terra: [...OMISSIS...] Nel Cantico de' Cantici |
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signoria del genere umano, atteso l' amor suo verso di | Dio | suo Padre e verso gli uomini consorti della natura da lui |
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di possederlo, e così di essere veramente figliuoli di | Dio | partecipando della Figliuolanza del Verbo incarnato a cui |
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Cristo argomenta così: « Mosè disse che il Signore è il | Dio | di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Ora, se questi |
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che il Signore fosse il loro Dio, perocchè il Signore è | Dio | de' vivi e non dei morti. Dunque questi Patriarchi sono |
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in una condizione e stato di morte. Soggiunge però che a | Dio | tutti vivono, omnes enim vivunt ei, per indicare che Iddio |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dei buoni che de' cattivi; ma, dicendo che « tutti vivono a | Dio | »; parla d' una vita relativa a Dio, non d' una vita |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Verbo. Cristo dunque, sebben morto come uomo, era vivo come | Dio | ed aveva la podestà di riassumere la sua vita umana come |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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umana come aveva avuto la podestà di deporla. Cristo come | Dio | conservava il suo corpo immune dalla corruzione, lo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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neque virtutem Dei (1), » e quando chiamava « figliuoli di | Dio | »i « figliuoli della resurrezione »(2). Ora la virtù, cioè |
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del frutto dell' albero della vita: modo stabilito da | Dio | a principio e reso inutile dall' insidia del demonio. Ora, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ed eterna, la quale egli ha qualora veda il Figliuolo di | Dio | e creda in Lui. Attesa questa vita eterna di cui l' anima è |
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alle sue parole con efficacia di opere, dà maggiore onore a | Dio | che credendo dopo aver veduto. Quell' atto contiene una |
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aver veduto. Quell' atto contiene una intiera fiducia in | Dio | rivelante, un intero abbandono a lui come verità, ed è un |
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orali, provenienti dalle primitive rivelazioni fatte da | Dio | ad Adamo, ed ai successivi Patriarchi prima che l' uman |
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tutti docibili », ossia atti ad essere ammaestrati da esso | Dio | Padre. Ora questi ammaestramenti dal Padre dati agli uomini |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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detto: [...OMISSIS...] Questo sangue, che è destinato da | Dio | pro piaculo animae, non è il sangue d' alcun animale, il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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per tal modo gli uomini partecipassero della stessa vita di | Dio | o degli Iddii. E Iddio presso il suo popolo mandava sovente |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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natura umana, che una vittima dovesse esser cibo comune a | Dio | ed agli uomini, era convenevole che Iddio divenuto uomo e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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carne, »ovvero: « se non mangerete la carne del Figliuol di | Dio | », dice: « Se non mangerete la carne del Figliuolo dell' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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in generandolo, ed il Verbo incarnato vive, tutto | Dio | e uomo, della vita del Padre: perocchè, come Verbo ha |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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egli si trova al cospetto della nuda e svelata faccia di | Dio | [...OMISSIS...] , quelle che debbono vedere la gloria di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dunque dire, che essi mangino la carne del Figliuolo di | Dio | e bevano il suo sangue dopo morti, e per esso risuscitino |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di metterci. Di questa « vita nascosta con Cristo in | Dio | », di cui in questa terrena peregrinazione vive il |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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suo termine naturale rimane nuda, se non gli è dato da | Dio | soprannaturalmente qualch' altro termine reale (il quale |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e sentire, e quindi amare Gesù Cristo, come abbiam detto, | Dio | e uomo, uscito dal Padre, mandato nel mondo dal Padre. Ora |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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prima ai Corinti, dove, dopo aver detto che la sapienza di | Dio | nel misterio è nascosta e nessuno de' principali uomini del |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Similmente noi siamo già stati adottati figliuoli di | Dio | quanto allo spirito; [...OMISSIS...] ma, quanto al corpo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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supremo, dalla persona del Verbo. La comunicazione di | Dio | soggettiva all' umanità è operazione dello Spirito Santo: |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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al principio senziente di quell' uomo che in grazia di | Dio | riceve il cibo eucaristico. Ma qui prima di proceder oltre |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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corpo dei cristiani, si dice « ostia vivente, e santa, e a | Dio | piacente », perchè dai sacramenti di Cristo anche il corpo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di quest' uomo risiedeva nel Verbo di Dio, onde il Verbo di | Dio | come persona reggeva l' umanità quasi potenza inferiore. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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persone abbiano un bene posto in comune. Ora i fedeli con | Dio | e fra sè hanno in comune, e in comune godono il loro bene |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di Dio, « qua ipse justus est », dalla giustizia di | Dio | « qua nos justos facit (6); » perocchè, benchè sia una la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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finzione, della dissimulazione e fin anco della ipocrisia. | Dio | ci guardi fin dall' ombra di tali mali spirituali! tanto |
Epistolario ascetico Vol.III -
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venerando tutti quelli che comandano come rappresentanti di | Dio | medesimo, senza distinzione di persone. Per me starei certo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dubbio che ella non sia un inganno del demonio? Iddio è il | Dio | della consolazione e della pace. Statevi certo che la |
Epistolario ascetico Vol.III -
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queste mie parole, se le riceverete come venienti da | Dio | per mezzo del vostro superiore (memore che anche Caifas |
Epistolario ascetico Vol.III -
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eccedere nell' immaginarcela grande. Riporre nella bontà di | Dio | una illimitata confidenza, senza che questa ci si |
Epistolario ascetico Vol.III -
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limite e misura, e aspettarle con fede; senza stabilire a | Dio | il tempo nè il modo. Credere che il dolore de' peccati |
Epistolario ascetico Vol.III -
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peccati veniali , e farebbe torto all' amicizia che ha con | Dio | disconoscendola. Non giudicare pertinacemente di se stesso, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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allegrezza, temo fortemente di non essere in grazia di | Dio | », contengono il vostro errore. Vi par egli che sia questo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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questo un buon argomento « temo di non essere in grazia di | Dio | perchè non ho l' allegrezza? »Egli è un puro sofisma del |
Epistolario ascetico Vol.III -
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mette nella bontà e fedeltà di Dio? Questa giustizia di | Dio | , che l' uomo acquista col pur riporre una piena fiducia, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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vuole l' Apostolo che confidiamo; acciocchè sia glorificato | Dio | solo, e non noi stessi. Mira il santo Apostolo in tutta la |
Epistolario ascetico Vol.III -
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della mestizia, dal timore di essere in disgrazia di | Dio | . In quel primo non istà il difetto vostro, ma in questo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Ma il timore inquietante di essere in disgrazia di | Dio | riguardatelo come un vostro nemico, come un' insidia del |
Epistolario ascetico Vol.III -
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vi ha un abbassamento cattivo, che nasce dalla poca fede in | Dio | e produce un tristo scoraggiamento, e questo prende il |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sua BONTA`, ed è impossibile che chi conosce la bontà di | Dio | si lasci opprimere dal pensiero di essere in sua disgrazia; |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dal cattivo principio, da Satanasso; e non da Dio, che è un | Dio | di pace , come la Scrittura lo chiama. E non basterebbe |
Epistolario ascetico Vol.III -
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falsi dell' inimico, dai ragionamenti veri che procedono da | Dio | autore e lume dell' umana ragione: a questi segni dobbiamo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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nell' anima. Se ci mette la guerra, non può venire da | Dio | che è la verità, ma dall' angelo ribelle, padre della |
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che ci disse: « Non si turbi il vostro cuore: credete in | Dio | e credete in me ». «(Giov. XIV). » Un altro segno per |
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sono cattivi sintomi: la luce della verità che viene da | Dio | è semplice, tranquilla, umile, soddisfacente, edificante. |
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mi limiterò a spiegare in che senso dicevo, che la luce di | Dio | e il ragionamento che nasce da tal luce è semplice , e non |
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verità conosciuta; invece di seguire umilmente la parola di | Dio | che si è a lei fatta udire, seguita l' orgoglio amante |
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conosciuto in generale la verità. Così noi sacrifichiamo a | Dio | non già il vero ragionamento, ma tutti i falsi ragionamenti |
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abbiano condotte le anime a Dio, e le abbiano strette con | Dio | nel modo il più intimo? Quale assurdo il pensarlo! Dunque |
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infedele alla verità conosciuta, e mi rendo ingrato a quel | Dio | che me l' ha fatta conoscere. Oh qual benefizio infinito |
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un complesso di prodigi dell' amor divino verso di noi. Un | Dio | che si fa uomo e muore per noi, affine di salvarci dal |
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dall' errore e dall' ignoranza, effetti del peccato: un | Dio | che ci rimette i peccati e che stabilisce de' suoi ministri |
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colla nostra ragione trovare il fondo. E perchè l' amor di | Dio | è tanto grande che oltrepassa i brevi limiti della nostra |
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più dee sperare Ella, che fuor del mondo visse sempre a | Dio | e per Dio? Quantunque mi pare che circa il quanto che |
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, e pensieri di cose allegre, come dell' infinita bontà di | Dio | e del paradiso che ci aspetta, moderata ricreazione e |
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conservarli nel raccoglimento e innamorarli della casa di | Dio | e del culto che vi si esercita, sono i mezzi adoperati dai |
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de' proprii peccati. Un sol peccato, una sola offesa di | Dio | è materia sufficiente per piangere mille anni. E che dico |
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la sua vita dall' immondezza, essa otterrà ben anco da | Dio | la grazia della santa umiltà. Ad un fine sì grande e sì |
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molto ad ottenere l' umiltà. Ma sopra tutto confidenza in | Dio | ed in Maria Ss. pari alla diffidenza di se stesso. |
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quelle forze che devono essere da voi consacrate a | Dio | e impiegate negli uffizi che egli presentemente vi diede, |
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Cristo, il quale non venne se non mandato. Anzi l' uomo di | Dio | non pensa nè pure che possa cadere sopra di lui la |
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i dubbi: e solo quando si è così certificato di essere da | Dio | inviato, s' incoraggia nella fede della sua parola, e opera |
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è venuta questa sua maturanza che l' infinita sapienza di | Dio | conosce, ma che è del tutto occulta agli uomini, perchè in |
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conversione delle anime. Voi dite che « se è volontà di | Dio | che s' aiuti il prossimo ne' bisogni temporali quando |
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perchè non è opera umana ma divina; non è mai l' uomo, ma | Dio | solo che converte le anime; e può l' uomo sbracciarsi |
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formidandum », anche quando è imposto sulle spalle da | Dio | medesimo. Come dunque non ne rimarrà oppresso e schiacciato |
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caso da Dio, come acconcissima ad esprimere ciò appunto che | Dio | voleva, fu eletta cioè a limitare quella legge per modo, |
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giugne propriamente che in cielo, dove quelli destinati da | Dio | ad essere sue vere vittime avranno compito il loro |
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raccomandava oltremodo la semplicità in trattando con | Dio | e cogli uomini, e v' ha gran pericolo di perderla |
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o che fa l' anima nostra. Il nostro bene è fuori di noi, è | Dio | in sè stesso e nel prossimo. Giova dunque pensare a Dio e |
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è Dio in sè stesso e nel prossimo. Giova dunque pensare a | Dio | e non a noi stessi; cercare lui specialmente ne' prossimi, |
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permetteva che mi sottraessi. Sono però desideroso, se a | Dio | piace, di applicarmi a così dolce fatica: ma quando il |
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di applicarmi a così dolce fatica: ma quando il potrò? | Dio | solo lo sa; ma per qualche mese vedo la cosa impossibile. |
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questi ha acquistato una maggiore libertà di darsi a | Dio | e di consecrarsi a tutte le opere della carità e della |
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ed esultarne nello spirito del Signore, e renderne a | Dio | misericordioso le grazie più vive. Ed anzi l' una e l' |
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unione, il desiderio d' essere guidato dallo spirito di | Dio | nella verità, l' uniformità al divin volere, la speranza |
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riconosce che operò lo spirito di verità. Questo spirito di | Dio | certamente lo illuminò a vedere che, se nella Chiesa non vi |
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atto della potestà delle chiavi che riapra loro la porta. | Dio | pur volesse che tutti i Vescovi separati che sono in |
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ella non rimane però priva nè di Dio, nè di noi, che in | Dio | ci rinviene e possiede. Che se qualche leggera macchia |
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che qualora alcuno dell' Istituto fosse chiamato da | Dio | alla cura d' una parrocchia, egli fosse parroco e ad un |
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Io non dubito che il movimento italiano sia ordinato da | Dio | a trionfo della sua Chiesa: ma anch' egli è un conflitto |
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merita, lasciando che la prima s' integri e si compia in | Dio | suo principio, ove tutto ritrova, onde tutto ricupera. |
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il maggior bene possibile a bene del prossimo e a gloria di | Dio | e della Chiesa. « Non si può dunque raggiungere la cima |
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che l' ubbidiente è preso sotto la protezione di | Dio | stesso, a cui intende ubbidire ed ubbidisce nel superiore, |
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nel superiore, perocchè colui che fa tutto per Iddio, ha | Dio | che lo guida. « Justum deduxit Dominus per vias rectas ». |
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quand' è asceso al cielo, in suo luogo. L' opera di | Dio | non è mai priva del suo effetto: riposi dunque tranquillo |
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giudizio degli uomini sembrerebbero mortali, agli occhi di | Dio | che considera le subbiettive disposizioni, riescono forse |
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ne caviamo copioso profitto. Io intanto mi sono subito a | Dio | rivolto, sia per offerirgli il sacrifizio di questo caro |
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indiscreti, così presuntuosi e temerari da pretendere da | Dio | favori e grazie, frutto di anime a lui guadagnate senza |
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nè stenti, nè patimenti da parte nostra? Quando mai fece | Dio | tale cosa coi santi suoi? Non abbiamo noi forse lette le |
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nell' ordine della Provvidenza, acciocchè colla fiducia in | Dio | e colla lotta valorosamente sostenuta, meritiamo noi stessi |
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mani de' perfidi che formavano il mondo, ma lo aspettava da | Dio | e dai Santi che operano per impulso di Dio: e qual dubbio |
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e finchè dura la superbia, come si può ottenere da | Dio | la grazia d' esser liberi da gravi tentazioni? I Superiori |
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maestra e madre, nel grembo della quale per grazia di | Dio | sono nato e sono rinato alla grazia. Il tenore dell' |
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scritto cose erronee e perniciose, la misericordia di | Dio | Signore mi userà indulgenza, non avendo io mai cercato |
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devoto ed ubbidiente alla Santa Sede, quale per grazia di | Dio | sono sempre stato di cuore, e me ne sono anche |
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persecuzione conviene lasciare che si sfoghi, perchè è | Dio | che la vuole, cioè che la permette pe' suoi adorabili fini, |
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beni; e fra gli altri io ne vedo uno, del quale sono a | Dio | gratissimo, e questo si è del tenermi più lontano dal mondo |
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benchè giunga tardi, farà buon effetto. Nei disegni di | Dio | sta qualche cosa di grande, di grande dico, anche agli |
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questo un mezzo necessario a fare andare avanti il regno di | Dio | e la gloria di Cristo: e noi, che altro non vogliamo, |
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della Chiesa, di cui io sono l' ultimo; nè per grazia di | Dio | un tale avvenimento mi diminuì punto nè poco la pace. Iddio |
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p. settembre. L' abisso della divina sapienza e scienza di | Dio | merita un abisso di adorazione e di amore; e se la tardità |
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lo zelo deve già prima ardere in essi, come un dono di | Dio | e segno della vocazione: le anime fredde e comode si |
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che, dopo aver fatto tutto ciò, spera il buon esito da | Dio | solo, e a lui lo domanda, e lo vuole se lo vuole Iddio, e |
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gaudio ineffabile nello stare in istretta conversazione con | Dio | nella orazione, è manifesto segno che ha l' animo rozzo e |
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conoscere l' infinita grandezza e dolcezza e bontà di quel | Dio | a cui si sta presente, e a cui parla. Onde se costui vuole |
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che colle più fervide e perseveranti istanze otteniate da | Dio | una sì gran misura di carità, che santifichi i vostri |
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stessi, l' abbiamo premuto, e angustiato, ed afflitto e, | Dio | non voglia, fin anco crocifisso. E` dunque giusto, equo e |
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ma specialmente quelle che noi facciamo per amor di | Dio | e per amor del prossimo; e così aggiungerà vita alla nostra |
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quelle parole del Salvatore: « « Cercate prima il regno di | Dio | e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno aggiunte |
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da superare, ed è solo con un grande aiuto ottenuto da | Dio | coll' orazione, con un' assidua vigilanza sopra se stesso, |
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per emendare e formare se stesso, se con grande spirito di | Dio | e con grande impegno la intraprende. I due perni del suo |
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e virtù da conoscere ed amare quanto sia bella e gradita a | Dio | l' opera della carità che esercitano. [...OMISSIS...] 1.50 |
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di conoscerlo che quella di esercitare la sua carità: « | Dio | è carità, e chi rimane nella carità, in Dio rimane e Dio in |
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sua carità: « Dio è carità, e chi rimane nella carità, in | Dio | rimane e Dio in lui ». [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.50 |
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« Dio è carità, e chi rimane nella carità, in Dio rimane e | Dio | in lui ». [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.50 Non vogliate |
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sua ragione ad una ragione superiore, che è quella di | Dio | onde viene il comando, questi ha dato un gran passo avanti |
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dobbiamo essere appagati fino a che non abbiamo ottenuto da | Dio | il lume di congiungere in noi queste due cose. E dico che |
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lume di congiungere in noi queste due cose. E dico che da | Dio | dobbiamo ottenere la virtù di annodare insieme in tutta la |
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piuttosto la eserciterebbe ed acuirebbe secondo il detto di | Dio | a san Paolo: « che la virtù si perfeziona nella |
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in Gesù Cristo ed in Dio, perchè la Scrittura dice: « | Dio | è la Carità ». Ma per acquistare quest' abito ed ottenere |
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che quella potenza, la quale propriamente comunica con | Dio | e con Dio si congiunge, è una potenza diversa dalle altre |
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potenza, la quale propriamente comunica con Dio e con | Dio | si congiunge, è una potenza diversa dalle altre con cui si |
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al di fuori, esse conversavano internamente col loro | Dio | e Creatore; e questa conversazione non le impediva, anzi le |
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che l' uomo si reputi un nulla, perchè è tale, e che reputi | Dio | essere tutto: è giusto che l' uomo sappia ancora che la |
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voglia alcuna gloria per sè, ma voglia bensì procacciare a | Dio | solo tutta la gloria possibile: è giusto che l' uomo che sa |
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contro ogni suo merito, egli dee confondersi e attribuire a | Dio | solo anche la gloria dei medesimi, senza usurparne per sè |
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che vi sono « missi a Deo , » non mai chiamati da me; che | Dio | me ne guardi. Tuttavia avendo Ella eletto questo minimo |
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sentimento circa quanto mi domanda: mi sono raccomandato a | Dio | prima di darlo, ed ho consultato qualche persona |
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e sopratutto datevi all' esercizio della presenza di | Dio | e dell' orazione incessante che si fa col cuore, |
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chi è altamente persuaso di ciò, non cessa di gridare a | Dio | dal profondo del cuore per ottenerla e averla sempre in |
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anzi illimitato di azione quant' è illimitato l' amor di | Dio | per gli uomini e la sua Provvidenza, e l' indifferenza |
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la sua Diocesi per arrecare un bene maggiore al regno di | Dio | sopra la terra. E a questo fine intenderà facilmente essere |
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all' Istituto delle opere appartenenti alla gloria di | Dio | ed al bene della Chiesa e dei prossimi, l' Istituto le |
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quanto mai può, dal figlio, abbandonandosi nelle mani di | Dio | e in quelle della Vergine: e in questo abbandono si |
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e pascere le anime, è il maggiore segno che possiamo dare a | Dio | della nostra carità; onde Cristo dopo aver domandato a |
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gli altri, ma che v' incendiate altresì d' amor di | Dio | e del prossimo. A questo dunque attendete; e a tal fine |
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sè e gli altri. All' incontro l' uomo che per amor di | Dio | ha fatte delle battaglie, non può mancare d' acquistar ben |
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umiltà e dell' orazione; e quando lo fa, è beato , come | Dio | stesso ha detto per la bocca di san Giacomo, perchè diventa |
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per la bocca di san Giacomo, perchè diventa un servo di | Dio | provato . All' incontro, chi non lo fa, mette in grave |
Epistolario ascetico Vol.III -
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abbandono fatto con tanta viltà è una gravissima ingiuria a | Dio | vocante, della quale Dio solo è giudice e punitore. Ora |
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viltà è una gravissima ingiuria a Dio vocante, della quale | Dio | solo è giudice e punitore. Ora voi, mio carissimo figlio, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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obbligato di mantenere la sacra promessa, che avete fatta a | Dio | medesimo in presenza della corte celeste, e a compiere la |
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e di santità, castigando anche voi stesso, e stringendovi a | Dio | colle più fervorose orazioni, fino che sia passata e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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salvarvi in un altro stato: quasicchè per chi ha fede in | Dio | e conosce chi è Dio, l' abbandonare il posto, nel quale |
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ubbidienza , e godendo di questa come di cosa che piace a | Dio | e che ci ottiene indubitatamente le grazie più preziose per |
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alcuna sorte d' avvilimento: non assicurarsi mai di noi, di | Dio | sempre, in qualunque condizione ci ritroviamo. D' altra |
Epistolario ascetico Vol.III -
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condizione l' amore che avete ad essa è buono, utile e a | Dio | gradito. Ma senza questa condizione sarebbe un' illusione e |
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volta, che quelli che dicevano di volere per puro amor di | Dio | un certo genere di vita che credevano indispensabile per |
Epistolario ascetico Vol.III -
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All' incontro la bella semplicità che s' abbandona a | Dio | senza pensare all' indomani, ma che adempie alacremente |
Epistolario ascetico Vol.III -
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I santi poi le desideravano, le sospiravano, e ne pregavano | Dio | colle lagrime sugli occhi, come io ho letto nelle lor vite, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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onde egli ci debbe affliggere, l' immensa bontà di | Dio | ci conforta, le braccia allargando per raccoglierci e |
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ma ben anche con ammirazione della saviezza, di cui | Dio | l' ha fornita. Mi pare di entrare perfettamente nelle sue |
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procurato d' introdurlo: ma fino ad ora indarno. Pure, se | Dio | vorrà, gli ostacoli saranno nulla. Preghiamo intanto, e se |
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anzi, come diceva, che sempre la Chiesa è santa, e che a | Dio | solo sono noti gli infiniti ornamenti di cui tuttora a' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dispersi pel mondo e mescolati coi mondani, non solo in | Dio | si amassero senza conoscersi, ma si conoscessero anche in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mia vita e le molte brighe da cui sono distratto, e per cui | Dio | sa quanto stretto conto dovrò rendere, fa sì che io sia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci sarebbe bisogno, ed io contribuirò quello che potrò. Oh | Dio | renda perfetta una cosa tanto utile e per li nostri tempi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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modesto ricreamento, non può essere, senza dubbio, se non a | Dio | gratissimo, e sommamente vantaggioso a quell' anime, le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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questo si lamenta anche spesso S. Agostino; è un dono che | Dio | concede di solito gradatamente, come sul fare di tutte le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e desterità incredibile nell' inescare le anime e a | Dio | soavemente condurle. Onde abbia fiducia, e cosa alcuna non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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carità non fosse secondo la scienza , ella non sarebbe nè a | Dio | gradevole, nè giovevole agli uomini: nè infine sarebbe ella |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la cosa coll' orazione, e a seconda dei lumi, che | Dio | si degnerà di manifestarci, sia per mezzo de' buoni sensi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che una particolare comunità d' uomini dedicati a | Dio | non potessero da esse trarne tutto il frutto, rivolgendo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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i vostri studi; perchè vi rendereste colpevole davanti a | Dio | d' un gravissimo delitto, e non potreste ottenere in nessun |
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adorabile Signore Gesù Cristo: spirito di carità, carità di | Dio | e carità del prossimo: santificazione interiore e propria, |
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da tutto questo, quale sarebbe il disegno, su cui (se a | Dio | piace) io bramo ardentemente di vedere eretta una famiglia |
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santificazione hanno il doppio scopo della carità di | Dio | e del prossimo . Gli esercizi della carità di Dio e della |
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carità di Dio e del prossimo . Gli esercizi della carità di | Dio | e della propria santificazione li hanno per propria |
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l' una consistente nel conoscere la positiva volontà di | Dio | intorno al medesimo; l' altra nel giudicare di lui secondo |
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ambizione, è apparita già in innumerevoli servi di | Dio | che sono vivuti nella dignità coll' esterno della loro |
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col corpo, quando la voce de' superiori, che è quella di | Dio | stesso, ce ne chiami. Perchè quegli che manda, sostiene. Mi |
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indeboliscano la unione, alla quale è necessario, se a | Dio | piacerà, lasciare mettere buone radici: tanto più che |
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essere tutto ciò che fa l' uomo cristiano, carità verso | Dio | e verso il prossimo, giacchè la divisa che ha dato Gesù |
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e la perfezione della pietà, non arrossendo di dare a | Dio | gloria per tutti i modi anche in faccia al mondo, che |
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di cui potevamo arricchire; di comparire al tribunale d' un | Dio | giustissimo e onnipotente, ignudi d' ogni bene, a rendere |
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sieno che altrettanti mezzi onde la gloria della Chiesa di | Dio | si promuova! Non sieno dal cristiano considerate, che come |
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non ne cavaste verun effetto! Rispetto al merito che avanti | Dio | conseguite, il solo tentare è quanto formare alla Chiesa di |
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da sè stesso verun limite ad operare quanto è di gloria di | Dio | e di salute del prossimo: nel non mettersi nessun |
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non già nel prescriversi ogni atto di carità verso | Dio | e verso il prossimo nel senso di volerli immediatamente |
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quando m' era già noto il vostro cuore ardente di amor di | Dio | e fatto per lui! A me non torna più meraviglioso il vedere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ferma, e che non può dare in fallo. La sola confidenza in | Dio | ci può assicurare in molte parti, nelle quali, senza di |
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o in luogo facile e piano. La confidenza sola in | Dio | ci può a pieno tranquillare nella perpetua incertezza de' |
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il primo e principale requisito per conoscere la volontà di | Dio | e fare una buona scelta, sia il costituirsi in uno stato di |
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uniti collo spirito, se non col corpo, supplicando il | Dio | delle misericordie che ci unisca egli ancora coi corpi, se, |
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il titolo di servo infedele, « serve nequam , » che | Dio | nol voglia. Questa cosa mi sta tanto a cuore e la credo |
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e che dovrà essere quello della nostra società, se a | Dio | piacerà di aggiungerci degli amici. Questo consiste nell' |
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di fare delle gran cose, nè fare nelle cose di | Dio | l' avventuriere e l' ardito, come fa nelle cose del mondo |
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che cerca di rendersi celebre e potente. Nelle cose di | Dio | si debbe fare precisamente il contrario. Sulle vicende poi |
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come istrumento a qualche sua opera, acciocchè la gloria di | Dio | risplenda nella sua infermità. Egli non sa dunque ancora |
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quiete e nella oscurità del suo stato naturale, in cui | Dio | l' ha posto, tranquillissimo, contentissimo. Può essere che |
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La principale regola per interpretarle si è il sapere che | Dio | dispone tutte le cose con soavità . Secondo questa regola |
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non desiderando se non quelle che essa ci presenta: mentre | Dio | solo conosce ciò che è bene, e ciò che è male per noi. 3 |
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divina bontà: non impedirci di fare quel bene, che forse | Dio | amerà che noi facciamo; ma non fare calcoli da parte nostra |
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ciò che spetta alla santità; perocchè il resto farà | Dio | che scruta il profondo dei cuori, se li troverà retti. Che |
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Allora noi faremo con intelligenza ciò che faremo: perocchè | Dio | ci avrà sparsa innanzi la luce, e nulla faremo più da noi |
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innanzi la luce, e nulla faremo più da noi stessi, ma | Dio | farà tutto in noi. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.27 |
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possa assicurarsi di se medesimo. A dimostrare la qual cosa | Dio | permise che tutti gli Istituti religiosi deviassero, più o |
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lacrime e con clamore possente. Laonde questa è l' opera di | Dio | e non dell' uomo, ed è la sola fondata sul Verbo divino che |
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da un amore superiore, cioè dall' amore del nostro | Dio | Gesù crocifisso, nel quale amiamo tutte le cose. Quest' |
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« nella cognizione di noi stessi, e nella cognizione di | Dio | ». Questi due punti bene conosciuti apportano nell' uomo |
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estremo timore, un estremo scoraggiamento; la cognizione di | Dio | all' opposto gli infonde una infinita speranza, un |
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insieme assai. Ci ricorda che non facciamo solo torto a | Dio | colla presunzione, ma ancora colla diffidenza: al cristiano |
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ben anco obbligati d' averlo in coscienza? Oh bontà di | Dio | indicibile! Ella si adonta se noi ci perdiamo di cuore; |
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Chi potrebbe metterci questo obbligo se non Dio, se non un | Dio | infinitamente buono, infinitamente potente a soccorrerci? |
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Diciamo dunque coll' Apostolo, nelle nostre angustie: « Se | Dio | sta con noi, chi sarà contro di noi? »Ma come si può |
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di noi? »Ma come si può sapere, soggiunge l' Apostolo, che | Dio | voglia stare per noi? Come? Risponde: non avete un segno |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tranquillamente, giubilosamente. C' è tanto di gloria di | Dio | in questa nostra prostrazione conosciuta, sentita! Che ci |
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desiderosi solo di essere santificati. Eh sì, il | Dio | della consolazione e della pace tira soavemente a sè questi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ogni affrettamento e soverchio desiderio; ma lascieremo che | Dio | tragga dal nostro nulla ciò che egli vuole, ubbidendo solo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che dissi di lui; sono io che presento ciò che sarà, se a | Dio | ne piace. Tante e poi tante cose ai suoi buoni figli, a cui |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mio volere, col pretesto della carità, ma faccia quello di | Dio | che è carità. Ma io non posso, come diceva, in una lettera |
Epistolario ascetico Vol.I -
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io, e sarei un menzognero se lo promettessi. Se è | Dio | che chiama, debbe garantirli egli, ed è fedele e verace. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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beata! Oh potessimo essere una sola cosa tutti con Gesù, in | Dio | Padre, pel santo Spirito! a cui gloria in tutti i secoli. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Quanto mi sarebbe caro abbracciarvi in quel tempo! ma | Dio | sa se voi ci sarete! Addio mio carissimo. Non vi parlo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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da non farne caso nè occuparsi a ricercare se essa venga da | Dio | o dal demonio; il che è superfluo il sapere, purchè non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che facendo ciò si renda ingrato a Dio; mentre è anzi per | Dio | che fa ciò e per non essere svagato dall' opera della sua |
Epistolario ascetico Vol.I -
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da essa o ce ne toglie il pensiero, è cattivo. La legge di | Dio | è il timone della nave. Supponiamo che questa fosse anche |
Epistolario ascetico Vol.I -
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o col pensiero di non fare nulla per le anime anche se | Dio | volesse adoperarlo in ciò. L' avvilimento succederà, se |
Epistolario ascetico Vol.I -
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oscurità in piena quiete; 2 La certezza della bontà di | Dio | , che sebbene operi in un modo recondito e spesso diverso |
Epistolario ascetico Vol.I -
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noi stessi fino che siamo a questo mondo; 4 La viva fede in | Dio | , cioè della sua grandezza, del sommo bene, del tutto ch' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ch' egli è per noi; giacchè se noi faremo tanta stima di | Dio | da giudicare che avendo lui solo, tutto abbiamo e nulla ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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abbiamo e nulla ci manca, e se crediamo di poter possedere | Dio | in tutti i luoghi, in tutte le circostanze della vita |
Epistolario ascetico Vol.I -
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una nostra imperfezione e mancanza di fede, e ricorreremo a | Dio | stesso per vincerla, e per ottener la grazia che egli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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natura inferiore. Ah se il nostro tesoro fosse in Dio, in | Dio | solo sarebbe altresì il nostro cuore! ma noi siamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vivere veramente alla Providenza, guardando sempre in | Dio | che dispone tutte le cose per nostro bene e per quello |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che vi dà il Signore. Certo, avanti che un uomo chiamato da | Dio | alla religione sia religioso, deve essere novizio , e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e dicendo in tal modo tutta intera la verità, si confida in | Dio | e non nell' uomo, e si viene in tal modo ad abbandonarsi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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avvenire. 2 Che la nostra principale regola, indicataci da | Dio | stesso per mezzo del suo Vicario, si è quella che ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sodezza e gravità, giacchè lo stesso rappresentante di | Dio | sopra la terra ci ha avvertiti del pericolo, nel quale |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alla Congregazione dei Vescovi e Regolari da esaminare, e, | Dio | volendo, anche da approvare. Io spero oltracciò che ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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bello essere così rannodati nella unità. Io vedo la mano di | Dio | sopra N. N., e la traccia di una sua grande misericordia. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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credo meglio che per ora non veniate a Roma: ma spero in | Dio | che venererete anche voi il Vicario di Gesù Cristo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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abbiamo: umiliamo sotto di essa la nostra povera umanità. A | Dio | di nuovo. Spero che riceverete la mia confidenza come un |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ricorrono: perocchè al solo pensare a questa genitrice di | Dio | e nostra, l' animo si tranquilla e la mente si rasserena, a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della sua forza, colla quale egli dovrebbe tendere nel solo | Dio | e a Dio solo congiungersi. Ma tutta la debolezza che noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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forza, colla quale egli dovrebbe tendere nel solo Dio e a | Dio | solo congiungersi. Ma tutta la debolezza che noi veniamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quando siamo umiliati, allora abbiamo resa giustizia a | Dio | e lode alla verità; e questo è lo stato dove la grazia non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fede, non si riduce se non ad un poco di aspettare fin che | Dio | voglia; ma noi non abbiamo, veramente parlando, perduto |
Epistolario ascetico Vol.I -
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conviene, come dico, fare atti di viva fede, credendo che | Dio | è onnipotente, e che ci può pienamente consolare. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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come l' effetto che porterebbe una simile istituzione, se a | Dio | piacesse che avesse luogo, sarebbe quello di mettere in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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persuaso che non può essere opera di uomini, ma di | Dio | solo: e che quindi si dee in questo affare tener |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in un corpo, purchè però abbiano per fine la vera gloria di | Dio | e la carità. Meditando questi principii voi, signora |
Epistolario ascetico Vol.I -
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aiuto per essere compresi dell' altezza dei giudizi di | Dio | non è per noi il sentire la dissoluzione del corpo nostro, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dove sorge un abbandono ed una confidenza tenerissima in | Dio | solo. Sì, mio caro, così è. Per altro rendo grazie a Dio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in Dio solo. Sì, mio caro, così è. Per altro rendo grazie a | Dio | del sentirvi privo di febbre ora, essendo egli che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di Dio, era il desiderio dei Santi, ed è una disposizione a | Dio | carissima. Questi sono i vostri sentimenti, come raccolgo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nè concepirlo appieno; ed è la pura misericordia di | Dio | quella che gratuitamente ci ha infusa la grazia nel |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sentite nel vostro spirito, io credo che ciò sia voluto da | Dio | per farvi sperimentare l' umana miseria e farvi conoscere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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libertà di spirito, coll' occhio dell' intenzione mirar in | Dio | solo, ed ivi finir con tutta la nostra libera volontà, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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intenzione di essere uniti di cuore con noi, e formare, se | Dio | vuole, una cosa sola, prescrivendo loro intanto di pregare |
Epistolario ascetico Vol.I -
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scrivere, in cui questa operazione mirabile della mano di | Dio | si vede ogni giorno più manifesta; ma mi contento di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vera amicizia che Le professo, La scongiuro a non fare a | Dio | il sacrificio di se stesso dimezzato, ma intero intero. E |
Epistolario ascetico Vol.I -
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se i sacerdoti, pensando di non servire a se stessi, ma a | Dio | solo, e per Dio al bene de' prossimi, fossero indifferenti |
Epistolario ascetico Vol.I -
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pensando di non servire a se stessi, ma a Dio solo, e per | Dio | al bene de' prossimi, fossero indifferenti a tutto il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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amicizia che vi è fra di noi. Io ho raccomandato tosto a | Dio | il caro infermo e voi stesso che, a ragione, siete immerso |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e faremo pregare; voi mostratevi forte, abbandonatevi in | Dio | e non temete di nulla: egli vi sosterrà, e la Madonna |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dalla radice quell' Istituto, che la sola misericordia di | Dio | e l' opera della sua Provvidenza sembra che voglia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per la Diocesi ed altrove, fino che la volontà di | Dio | non si manifesti da se stessa. Per quella di costì, giacchè |
Epistolario ascetico Vol.I -
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può fare che ricevendo limitazioni ivi non è la volontà di | Dio | che noi facciamo nulla. Non dubitiamo punto: Gesù Cristo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cioè non per la volontà dell' uomo, ma per quella di | Dio | che influisce nella natura stessa di tutte le cose, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sia degno di allacciare le scarpe. E giacchè tengo che sia | Dio | quello che mi ha fatto tale, mi confido in lui, che suole |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutto ciò che mi offre da fare la Provvidenza per gloria di | Dio | »: abbandonandomi così nella stessa divina Provvidenza. E |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e con Molinari, che mi aiuteranno a impetrare da | Dio | il suo lume. Così uniti insieme di spirito, otterremo coll' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di fede nella bontà e provvidenza di Dio, quasi che | Dio | non pensasse e provvedesse da padre a tutti gli uomini e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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bisogno di noi, e senza l' opera nostra. Eh! chi conoscerà | Dio | e se stesso si riputerà inutile, e starà basso e tutto |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutti i desideri nostri con un sol colpo e lasciando fare a | Dio | in tutte le cose. Eh se Iddio ci desse la grazia di essere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fiero allorquando noi facciamo la risoluzione di darci a | Dio | solo, a Dio interamente: lo dice la Santa Scrittura: |
Epistolario ascetico Vol.I -
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noi facciamo la risoluzione di darci a Dio solo, a | Dio | interamente: lo dice la Santa Scrittura: [...OMISSIS...] Ma |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Oh è pur questa sicurezza nella misericordia di | Dio | di riuscire bene ne' nostri combattimenti colla sofferenza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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le aperizioni di coscienza frequenti, le domande a | Dio | particolari rivolte ad ottenere la grazia della vigilanza e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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un' amabile serietà, e un continuo lavoro alla presenza di | Dio | e con aspirazioni. Credo poi necessario prendere un solo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alla pace ed alla consolazione. Il cielo, il nostro | Dio | non ci sarà tolto giammai; e con questo solo avremo tutto, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che un decreto di bontà! viviamo dunque di fede; e quel | Dio | che umilia innalzerà, quel Dio che mortifica vivificherà. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dunque di fede; e quel Dio che umilia innalzerà, quel | Dio | che mortifica vivificherà. Io non mancherò di aggiungere le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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suoi bisogni. Finalmente è indispensabile, che chi si dà a | Dio | si abbandoni anche a Dio ed alla sua provvidenza, e si |
Epistolario ascetico Vol.I -
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è indispensabile, che chi si dà a Dio si abbandoni anche a | Dio | ed alla sua provvidenza, e si prepari un animo contento di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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. Per altro tutto questo affare versatelo con | Dio | in una orazione umile e generosa, colla quale non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e coll' anima in cielo, aventi sempre la memoria di | Dio | e del nostro Signor Gesù Cristo, non meno che della sua |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vanità del mondo, e d' altro lato più facilmente servire | Dio | ne' vostri prossimi con grande merito vostro. Ed è questa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vita, e la superbia. E` dunque una grazia grande quello che | Dio | vi fa col darvi lume a conoscere la perfezione a cui vi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che vi prego ogni benedizione, acciocchè la compagna che | Dio | vi destina, sia una cosa con voi nel Signore, e vi sia non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nel loro stato travagliano tutti alle opere della gloria di | Dio | e della carità dei prossimi, quando e come la divina |
Epistolario ascetico Vol.I -
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« di fare qualunque cosa che appartenga alla gloria di | Dio | e alla carità del prossimo, in qualunque paese, purchè sia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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questo, insieme cogli altri affari riguardanti la gloria di | Dio | e della minima società nostra. Di questa vi manderò poi, se |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a me però non le mandò punto. Egli è bensì vero che a | Dio | non si può legare le mani, e che anche quei laici e quei |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quello dell' Apostolo, attende tibi , possono essere da | Dio | chiamati all' esercizio di qualche opera di carità, e ciò, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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o consigliate a prestarsi, ed in questi casi la volontà di | Dio | e la missione è quindi manifesta. Ora queste sono le opere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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condannare gli altri religiosi Istituti. - No, certamente: | Dio | me ne guardi; ma si viene bensì a dire che i santi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che trascinarmi per le vie le più ordinarie e comuni; e | Dio | sa con quanta imperfezione vada anche per queste vie; e se |
Epistolario ascetico Vol.I -
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prepararsi meglio a fare con generosità di cuore ciò che a | Dio | più piace, e non ciò che il proprio capriccio, o almeno l' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il suo spirito, che è spirito di confidenza nel solo | Dio | e nella ineffabile sua provvidenza. Sì, mio caro, noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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introdotto, un ragguardevole numero di sacerdoti; e, la | Dio | mercè, tali che certamente è ancor più dalla loro qualità |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non poco da occuparsi in cose che riguardano la gloria di | Dio | e la carità del prossimo. Umilmente adunque prostrato ai |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che, se Vostra Santità approverà questa mia occupazione e | Dio | mi concederà vita e forze, non tarderò di venir |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ne' sospiri e ne' gemiti fatti innanzi al trono di | Dio | crocifisso, sarà indubitatamente coronata. Ah! non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alle parole del Cardinale, non vi dieno alcuna noia. E` in | Dio | che noi confidiamo: si farebbe torto a sua divina Maestà |
Epistolario ascetico Vol.I -
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lodi degli uomini, che corrompono il nostro cuore. Piace a | Dio | che la nostra società sia contrastata, combattuta, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per una felice necessità di cui si serve la grazia, ed in | Dio | intieramente s' abbandona; ed allora incomincia a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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loro, privato della lusinga de' beni naturali, sente che | Dio | solo basta a tutto e soprabbasta ad ogni suo desiderio. Oh |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ma alcuni affari incamminati che riguardano la gloria di | Dio | e che esigono la mia presenza, acciocchè siano prontamente |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che fu la culla, come sapete, del minimo Istituto nel quale | Dio | solamente per sua misericordia ci ha insieme congregati e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Società vogliamo sinceramente e pienamente consecrato a | Dio | solo tutti noi stessi, e tutte le cose che abbiamo al mondo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fatali di tutti per chi vuol darsi veramente e pienamente a | Dio | nella nostra società, la quale dee avere siccome scritte in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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del Superiore rendono infinitamente più meritoria e cara a | Dio | l' ubbidienza de' sudditi. Ma chi di voi sarà un vero |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di Dio: io non v' entro, e non desidero se non quello che | Dio | Le ispira nel cuore; sono però certo che il desiderio della |
Epistolario ascetico Vol.I -
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animosamente, ma in quell' Istituto al quale la volontà di | Dio | piegherà il suo cuore. Ad ogni modo caro assai mi sarebbe |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che l' hanno sempre compresa in tutti i secoli. I figli di | Dio | sono stati sempre e sempre saranno, « et fulgebunt quasi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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viltà, nè per ingannevole speranza di produrre un bene che | Dio | non vuole, alcuna transazione colle massime carnali e collo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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omicida di questo mondo. Il Vangelo basta a se stesso. | Dio | è tutto, e il giusto nei beni eterni ha tutto il suo cuore: |
Epistolario ascetico Vol.I -
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desidera o s' immagina, ma quella felicità temperata che sa | Dio | più convenire a' suoi disegni di misericordia pei |
Epistolario ascetico Vol.I -
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umani non sono cercati direttamente; è il solo regno di | Dio | che hassi direttamente a cercare: « Cercate prima il regno |
Epistolario ascetico Vol.I -
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gl' interessi materiali. Ma, oh quanto il Consiglio di | Dio | è alto sopra i consigli degli uomini! Allora appunto che la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a chi ci vede, che è Dio, ricevendo tutto dalle mani di | Dio | con perfetta indifferenza. Tutto sta dunque in trovare i |
Epistolario ascetico Vol.I -
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i mezzi conosciuti pe' segni della volontà di Dio; insomma | Dio | solo in tutte le cose: « et exaltabitur Dominus solus ». Un |
Epistolario ascetico Vol.I -
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riuscire ad ottenere questo, spargiamo lagrime dinanzi a | Dio | giorno e notte; e i nostri sforzi saranno certo coronati. - |
Epistolario ascetico Vol.I -
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perciò il dovere di rendervi forma e modello di quelli che | Dio | volesse mandare di poi. Farete, prima di cominciare il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mi lascia ancora fra la speranza e il timore. Piacesse a | Dio | che egli vi avesse veramente illuminato a scorgere l' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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meno incerta assai, perchè ricusa i mezzi sicuri datigli da | Dio | di salvarsi nella guida de' suoi superiori. Val più |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e la maniera di ottenerlo », oppure: « io sono chiamato da | Dio | ad evangelizzare questi popoli: dunque abbandonerò il mio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mali nel mondo per aver voluto far troppi beni, non secondo | Dio | , cioè secondo le regole sicure de' santi. Per tutte queste |
Epistolario ascetico Vol.I -
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voi in altri affari, e che perciò se l' intendano con me. | Dio | mi aiuterà, lo spero, nè ricuserò mai di far manco conto |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dubitare della sua fedeltà maritale si tacque, e lasciò a | Dio | la cura di sgombrare (se egli avesse creduto) ogni dubbio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dall' animo del suo sposo. E non dee essere la Madre di | Dio | il nostro modello? Non l' abbiamo noi scelta perchè sia la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fino a tanto che l' oggetto reale del suo conoscere non è | Dio | stesso, l' essere sussistente e infinito. Or l' essere |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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si acquista dalle creature colle loro forze, ma sì perchè | Dio | stesso spontaneamente si abbassa e si avvicina ad esse |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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può far che per grazia, mediante la congiunzione reale di | Dio | ad essa per l' intelletto; e senza questo la natura |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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che abbiam detto sullo stato in cui è uscito dalle mani di | Dio | l' uomo primitivo. La sede del perfezionamento dell' uomo |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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state perdute e a niun bene usate; e non era in mano di | Dio | il formare l' uomo senza queste parti all' uomo essenziali. |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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è manifesto che il non creare uomini non gli cresce mica a | Dio | la potenza di crear angeli, mentre egli può creare di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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invisibili, le quali consistono appunto nelle relazioni fra | Dio | e le anime: o certo almeno, che ella nell' universo |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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analogia l' oggetto di quella divina Sapienza per la quale | Dio | componeva l' universo materiale, per forma che fosse all' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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pei quali si esprimevano le verità più sublimi intorno a | Dio | e intorno all' uomo, erano tutti tolti dagli oggetti che |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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di Dio, quasi direi in cifra: perocchè il dire,« | Dio | è un bene illimitato«, è una espressione rassomigliante a |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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perchè il calcolo non fu fatto. Così il dire, che | Dio | è un bene illimitato, non dice che cosa sia, perchè resta a |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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gli esprimevano gli oggetti divini. Sicchè supponendo che | Dio | abbia il primo parlato all' uomo primitivo e parlatogli di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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applicata a significare il cielo, si traesse a significare | Dio | immenso , come se quel Dio che parlava sensibilmente avesse |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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cielo, si traesse a significare Dio immenso , come se quel | Dio | che parlava sensibilmente avesse poscia detto all' uomo: Io |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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delle sublimi dottrine, ci abbatteremo a quel racconto ove | Dio | stesso si fa a imporre i nomi alle maggiori parti dell' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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minori dello stesso universo, serbò il metodo imparato da | Dio | di denominare le cose, e appellò gli animali con vocaboli |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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che acquista l' uomo, pel quale sentesi informato da | Dio | medesimo. Ora in produrre questo sentimento, che amplifica |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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trattenerci, ricercando in che modo questa grande opera di | Dio | far si possa. Tutta la perfezione ultima dell' uomo ha per |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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che questo), e formasi in tal modo delle cognizioni di | Dio | naturali: od usa l' essere come lume anche soprannaturale |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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in questi nostri giorni sì scarsi di fede è sollevata da | Dio | una donzella di angelica vita per nome Maria Moerl abitante |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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segni coi quali sollevarci alla cognizione di | Dio | e alla cognizione soprannaturale, quando voglia servirsi |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Io voglio dire cioè, che il principio operante, che è | Dio | stesso, essendo intelligente, si compiace di operare in un |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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solo al Fattore come principio della natura visibile, ma al | Dio | vivo e vero come autore del tutto, di cui l' ordine |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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legge. Il perchè S. Paolo citando quelle parole dette da | Dio | nella prima istituzione del matrimonio fatta in Adamo e Eva |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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e nel senso più proprio e peculiare il Verbo di | Dio | e medesimamente Cristo che di sè ha detto: « Io sono la |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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vita: [...OMISSIS...] . Di maniera che, quei simboli che | Dio | pose a principio nel terreno paradiso avevano virtù di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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delle cose, ed erano l' esemplare di quel gran concetto che | Dio | intendeva di effettuare colla sua provvidenza mediante il |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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vita. Per la qual cosa dice S. Agostino sapientemente, che | Dio | non volle che l' uomo vivesse nè pure nel paradiso senza |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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del tempio, quest' acqua che emana dalla sede di | Dio | e dell' Agnello acconciamente S. Ambrogio la crede simbolo |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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come Dio, dice S. Giovanni, che scaturisce dalla sede di | Dio | e dell' Agnello, cioè da quella sede dell' Agnello che è la |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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come un tutto complesso, la cui parte più sublime era | Dio | stesso e la più materiale i corpi. Or questo secondo tutto |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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dava al corpo dell' uomo quella vita e virtù che egli da | Dio | partecipava, per la quale metteva il corpo umano in atto, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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fornita. Non basta ancora. L' uomo privato della grazia di | Dio | non ebbe altre forze che le sue proprie. Egli rimase |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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trovò il modo di entrare nella natura non più protetta da | Dio | e di operare nell' uomo per mezzo delle cose corporee, di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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di tutte le cose. L' effetto del peccato relativamente a | Dio | come giustizia, fu il debito che l' uomo contrasse, la |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ad un infinito oggetto. Perocchè l' onore dovuto a | Dio | uscendo come necessaria conseguenza dalla stessa natura |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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è di natura sua irreparabile: nè gli altri momenti in cui | Dio | fu onorato valgono a risarcire quel momento vuoto della |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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il qual ordine consiste in questo: 1. che sia dato a | Dio | tutto l' onore che si merita di presente; e 2. che gli sia |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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l' effetto del peccato è doppio, cioè: 1. Una remozione di | Dio | dall' uomo come da persona resasi incapace e indegna del |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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naturale. 2. Lo sdegno di Dio, ossia la disposizione di | Dio | a punire l' uomo: il quale effetto è proprio del peccato |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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relativamente a ciò che soffrì di mutamento il rapporto di | Dio | coll' uomo. Abbiamo detto che lo stato dell' uomo fu |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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di lui. Abbiamo detto ancora che fu alterato il rapporto di | Dio | coll' uomo: 1. perchè fu violato l' ordine eterno della |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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della giustizia offesa; 2. l' allontanamento di | Dio | dall' uomo; 3. lo sdegno di Dio, ossia la punizione |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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a ristabilire il detto ordine conveniva che l' uomo desse a | Dio | non pure tutto l' onore che merita la divina natura per sè, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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il suo. Or poi l' uomo non aveva neppure tanto da dare a | Dio | quello che egli per sè meritava, perciocchè dando a Dio |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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a Dio quello che egli per sè meritava, perciocchè dando a | Dio | tutto sè stesso, non gli dava ancor nulla di ciò che fosse |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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non avere nè aver mai avuto in sè di più che potesse dare a | Dio | faceva sì che il solo dare tutto sè stesso non fosse |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ordine ristabilire dalla natura umana, dalla parte di | Dio | non poteva più essere placato il suo sdegno, cioè evitata |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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non ci ha più principio di salute per le ragioni dette; in | Dio | neppure ci ha, perciocchè è lontanato dall' uomo e sdegnato |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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le quali non si vedeva più modo come l' uomo potesse con | Dio | nuovamente riconciliarsi. In questo sistema la redenzione |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ha peccato nè difetto; egli è la giustizia stessa, perchè è | Dio | come il Padre. Or l' eterno disegno si fu che questo |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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o cagionare un tal fatto; nè il peccato dell' uomo impediva | Dio | dal fare una cosa che non aveva per sè alcuna relazione con |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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E questo fatto del tutto nuovo prodotto spontaneamente da | Dio | fu quello che rese possibile la salute dell' umanità, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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la salute del mondo. Se non fosse così, sarebbe paruto che | Dio | si fosse abbassato, e che, in grazia dell' uomo peccatore, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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alla divina maestà. Ma oltre a ciò egli potè dare a | Dio | un culto maggiore che non gli si spettava in ordine di |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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di Cristo non l' avesse accettato, rinunziando per amore di | Dio | Padre al proprio diritto. Allora si trovarono adunque due |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Dio: dall' altro eravi fra gli uomini uno, che aveva con | Dio | un credito infinito. Questi però era il ricco, questi |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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degli altri] (1). L' uffizio adunque dei segni dati da | Dio | all' uomo, perchè con essi si perfezionasse dopo il |
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sede abita la santità, era in comunicazione diretta con | Dio | e da lui immediatamente attingeva la grazia. Sicchè essi |
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che eccitano i segni sensibili a ciò destinati da | Dio | o certo quelle impressioni che essi fanno, avessero cotale |
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al soggetto umano che il movesse alla contemplazione di | Dio | e quindi alla percezione di questo; venendo il soggetto a |
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già per questo solo ella viene a vederlo, senza che in | Dio | sia nata alcuna mutazione di avvicinamento o allontanamento |
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alla santità. Or veduto l' ufficio dei segni deputati da | Dio | a dover ristorare la umanità peccatrice, gioverà che noi |
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nelle divine Scritture: nascere di Dio, essere figliuoli di | Dio | (1) ed altre tali, che si riferiscono alla persona |
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così: [...OMISSIS...] . E di qui è la similitudine vera con | Dio | che si mette nell' uomo per opera della grazia: |
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mente vostra, e vestite l' uomo nuovo, che è creato secondo | Dio | nella giustizia e nella santità della verità« (3). » Dove |
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secondo l' imagine, dimostra che l' uomo si fa a imagine di | Dio | per la grazia, cioè per Dio stesso che abita nell' uomo: e |
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che l' uomo si fa a imagine di Dio per la grazia, cioè per | Dio | stesso che abita nell' uomo: e convenevolmente si dice, che |
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stesso che abita nell' uomo: e convenevolmente si dice, che | Dio | è simile a sè stesso, quando nessun' altra cosa senza Dio |
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Dio è simile a sè stesso, quando nessun' altra cosa senza | Dio | può essere in alcun modo a Dio somigliante. Vedesi che |
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nessun' altra cosa senza Dio può essere in alcun modo a | Dio | somigliante. Vedesi che questa maniera di parlare non è a |
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dicendo: « Stimatevi essere morti al peccato, e vivi a | Dio | in Cristo Gesù Signor nostro. E però non REGNI il peccato |
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poichè IO (persona) trovo il mio diletto nella legge di | Dio | SECONDO L' UOMO INTERIORE (cioè la persona nuova |
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fin da principio nelle divine Scritture in quelle parole di | Dio | a Caino: « Sotto di TE » (pronome personale che viene a |
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natura umana. Quello adunque che i segni, istituiti da | Dio | al perfezionamento dell' uomo peccatore, mirano a fare, si |
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religiosa determinata e istituita peculiarmente da | Dio | medesimo, autore della santificazione. E questo è il terzo |
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(1). Quando i nuovi segni dovevano ricevere da | Dio | medesimo una efficacia straordinaria, al tutto straniera |
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soggetto umano lo sollevassero fino alla congiunzione con | Dio | medesimo. E all' opposto mediante il peccato tutta la |
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quella virtù e quel valore. Questo era quanto dire, che | Dio | [doveva] istituire questi segni e dichiarargli agli uomini: |
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dichiarargli agli uomini: e da quel punto che si fossero da | Dio | istituiti e dichiarati, quei segni diventarono una |
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cagione o l' occasione della salute, altresì un culto che a | Dio | si presta e una cotale consacrazione dell' uomo all' onore |
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(2). Egli è dunque il terzo carattere, dei segni dati da | Dio | all' uomo pel suo perfezionamento,« l' essere Sacramenti, |
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culto divino«. Ma questi segni istituiti espressamente da | Dio | in cerimonie religiose a lui grate, con che acquistavano la |
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in cospetto a tutte le create intelligenze e a | Dio | stesso. L' uomo potè essere distrutto senza venire |
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gli elementi, non opponevasi alla massima glorificazione di | Dio | e santificazione della creatura, presa questa nel suo |
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l' oblazione e che questa oblazione fosse accettata da | Dio | . Nessuno degli uomini che ereditavano il peccato di Adamo |
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dice che [...OMISSIS...] . I segni dunque destinati da | Dio | a dover perfezionare l' uomo dopo il peccato dovevano |
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gli altri efficaci. E il torne alcuni pochi a cui aggiunger | Dio | questa sua virtù era massimamente necessario alla umanità |
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alla umanità peccatrice; perchè, divisa questa da | Dio | e con essa la natura, avveniva che tutto ciò che ella |
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già in virtù della fede ottenuta la riconciliazione con | Dio | e la grazia divina; conciossiacchè allora cominciavano ad |
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comunanza delle nazioni la nazione ebraica era quella che | Dio | deputò a mantenere il magistero delle verità salutifere |
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l' Apostolo [...OMISSIS...] . Ora il preciso tempo in cui | Dio | cominciò a dare a una famiglia particolare i segni |
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poi del padre, cui sepellì in Haran, fu nuovamente da | Dio | chiamato, perchè se ne andasse nella Cananea. E di qui |
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in deposito le rivelazioni che da quell' ora innanzi | Dio | avrebbe fatto agli uomini. Fin qui adunque Abramo non aveva |
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quelle verità che si dovevano a mano a mano consegnare da | Dio | alla casa eletta de' Patriarchi? Io credo non errare se |
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della divina sostanza. La dottrina adunque dell' unità di | Dio | era la preparazione che doveva precedere quella della |
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e stabilire la cognizione e il culto del solo vero | Dio | Creatore del cielo e della terra. Qui tendono costantemente |
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questo scopo fisso alla educazione del popolo ebreo fu da | Dio | intieramente ottenuto e compito al tempo in cui Israello |
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che Cristo e il popolo da lui francato, avrebbe stretto con | Dio | (1). Per ciò nel Profeta Zaccaria è chiamata la nuova |
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poterono più crollare e smovere dal culto dell' unico vero | Dio | e dall' aspettazione del Messia, che solo restava a recare |
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[...OMISSIS...] Il tempo adunque entro cui furono dati da | Dio | i segni istruttivi alla stirpe d' Israello abbraccia un |
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tribù di Giuda, acquistano un ampliamento di luce da quanto | Dio | rivelò a' suoi eletti e che fu scritto nei Salmi, nei libri |
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e resa al tutto salda nella dottrina dell' unità di | Dio | e del suo culto? Non lice agli uomini entrare curiosamente |
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quei popoli idolatri ricevevano la notizia dell' unità di | Dio | e della vera religione. Questo consiglio della divina |
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si proseguiva quest' opera di far conoscere il vero | Dio | al mondo tutto (2), Iddio provvide altresì d' un altro |
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Già abbiamo veduto che tutto l' universo materiale fu da | Dio | imaginato e creato con tale sapienza ch' egli fosse emblema |
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una fine critica, tutti quei tanti emblemi coi quali | Dio | parlò agli uomini. Ma a noi non è conceduto qui di far |
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carità, la grazia), chiusa dopo il peccato, e per la quale | Dio | solo poteva passare, e non l' uomo senza Dio. Ma l' uomo vi |
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figuravano i due tipi precedenti; perocchè ivi il solo | Dio | entrò e ne uscì il Dio uomo. 2. Abele tipo del Messia. 3. I |
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precedenti; perocchè ivi il solo Dio entrò e ne uscì il | Dio | uomo. 2. Abele tipo del Messia. 3. I figliuoli di Dio e i |
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il Dio uomo. 2. Abele tipo del Messia. 3. I figliuoli di | Dio | e i figliuoli degli uomini, che colla loro divisione |
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(Esopo). Ecco pertanto alcune prescrizioni emblematiche che | Dio | fece agli uomini de' primi tempi intorno agli animali |
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che le bestie in questa antica e primitiva scuola che dà | Dio | agli uomini, sono prese per emblema a significare uomini, |
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d' intelligenza (2). Per altro lo stesso permesso, che | Dio | dà alla famiglia di Noè dopo il diluvio di ammazzare gli |
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il sangue), si ravvisano gli empi condannati da | Dio | a morte, e però indegni di vivere: tipo rinnovellato nello |
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di vivere: tipo rinnovellato nello sterminio, che da | Dio | fu comandato agli Ebrei, dei Cananei e di que' varii popoli |
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da Cristo, perseguitata e martoriata che dimanda a | Dio | vendetta del suo sangue, verrà agevolmente alla memoria il |
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diritto alla vita se non per Iddio e per l' imagine che di | Dio | ne porta in sè stesso; e che l' uomo empio è abbandonato |
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di lui sarà sparso« (4). » Dove si vede che l' imagine di | Dio | su cui è fatta l' anima umana varrebbe a riparare i buoni |
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essere uccisi, ma non gli uccisori perchè cattivi e da | Dio | alla propria ventura lasciati. Questo tipo viene illuminato |
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e degli altri micidiali. Voleva insegnarsi con questo, che | Dio | solo è il padrone della vita degli uomini; e che per far |
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i buoni, che vengono così a rappresentare la persona di | Dio | stesso. Conciossiacchè Iddio ha dominio della vita non solo |
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della croce (5). 7. Cogli usciti dall' arca uomini e bruti, | Dio | fa un' alleanza sempiterna. Ella era il tipo di quella |
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Ella era il tipo di quella alleanza che doveva farsi fra | Dio | e il popolo nuovo redento da Cristo (1). L' eternità e |
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che questa tipica. Indi è l' efficacia delle parole che usa | Dio | ad annunziare quest' alleanza. Egli odora la fragranza del |
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non vi ha patto sempiterno, secondo i dogmi cristiani, fra | Dio | e l' umanità se non quello del mediatore Gesù Cristo (4). E |
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seconda o nuova legge, il patto rinnovato da Giosuè con | Dio | dopo entrati gli Ebrei nel possesso della terra promessa, e |
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e confuse. Questa maniera d' istruire gli uomini da | Dio | tenuta non è semplicemente una nostra opinione: ella è una |
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nella umanità tutta mediante il Messia. Il titolo di | Dio | di Abramo, d' Isacco e di Giacobbe che prese, è un titolo |
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Isacco e di Giacobbe che prese, è un titolo che esprime un | Dio | adorato da degli individui (3). Quando egli è per trarne i |
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per trarne i discendenti dall' Egitto, assume il titolo di | Dio | degli Ebrei, denominazione di un Dio nazionale, cioè |
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assume il titolo di Dio degli Ebrei, denominazione di un | Dio | nazionale, cioè coltivato da una nazione (4). Il Messia |
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da una nazione (4). Il Messia all' incontro si chiama | Dio | di tutta la terra (1). Quel tempo che passò dalla morte di |
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nella lettera agli Ebrei. 5. Il primo patto stretto da | Dio | con Abramo . - Passò non poco tempo dopo le promesse fatte |
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Abramo . - Passò non poco tempo dopo le promesse fatte da | Dio | ad Abramo, e questo indugio era un' occasione di esercizio |
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tutto spirituale, come gli veniva proposta, da trovarsi in | Dio | solo, anche soprabbondantemente. Perciò come Iddio non gli |
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fu da parte di Abramo un sacrificio solenne; e da parte di | Dio | una fornace fumante e una lampa di fuoco che apparì nella |
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il Messia. A questa alleanza e protezione dalla parte di | Dio | doveva rispondere da parte di Abramo la perfezione morale, |
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morale, che Iddio gli intima fino a principio: « Io sono | Dio | onnipotente: cammina dinanzi a me e sii perfetto« (3). » E |
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di questa giustizia morale, che colla fede nella parola di | Dio | doveva rinunziare e quasi toglier da sè il male della carne |
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in cielo, e le grazie che di colassù i ministri di | Dio | ci riportano. 6. Lotta coll' angelo . - Giacobbe, che lotta |
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viaggiando alla patria del cielo. Il viaggio del popolo di | Dio | che fa pel deserto dopo passato il Mar Rosso, era il tipo |
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sostenute a conseguir la virtù, vi riposano, fatti simili a | Dio | (4). b ) La legge, comandata di portarsi scritta sul |
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modo perfetto ebbe in sè medesimo. Gli animali immolati a | Dio | sono emblema degli uomini che devono essere tanto in questa |
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che devono essere tanto in questa vita che nella futura a | Dio | dedicati con intero e perenne sacrificio: particolarmente |
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tutto l' uomo e le cose sue erano soggette al dominio di | Dio | ed a lui da offerirsi. Nel sacrificio per lo peccato una |
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a significare che l' espiazione dei peccati si faceva da | Dio | pel ministero dei Sacerdoti. Nell' ostia pacifica che si |
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e ciò a significare che la salute dell' uomo procede da | Dio | secondo la direzione de' suoi ministri e colla cooperazione |
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essere immolati senza riscatto. E ciò a significare che a | Dio | non è grato se non il sacrificio di cose monde. Or poi il |
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disse [...OMISSIS...] . c ) In generale il Re del popolo di | Dio | era l' emblema del vero Re del popolo eletto, Gesù Cristo. |
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al popolo la scienza della legge, sull' altro la casa di | Dio | che comunica la grazia la quale muove la volontà, sono gli |
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o festa de' tabernacoli, in memoria della protezione da | Dio | accordata al popolo nel deserto, l' ottavo dì della quale |
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in memoria dell' unione, pace e abbondanza del popolo di | Dio | nella terra promessa dove erano dopo la peregrinazione: le |
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i costumi di questi, e riporre la propria felicità non in | Dio | ma nei beni sensibili nei quali gli incirconcisi (i |
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cui esercitare l' estrazione non mancava più: era posto da | Dio | un gran fatto esterno, sensibile, dal quale era |
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mirava a fissare nelle menti questa idea per sè negativa di | Dio | (2). Abramo è tentato fino ad esigere da lui il sacrificio |
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e poi da queste spartirla. Ma le idee negative di | Dio | non hanno alcuna materia nell' ordine naturale; hanno solo |
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l' avrebbero agevolmente ingannato, facendogli credere che | Dio | fosse simile alle cose naturali. Per condurre adunque il |
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sollevarlo sopra tutta la natura e fargli intendere, che | Dio | era un Essere principio di tutte le cose, il quale da |
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con Dio, attribuendo o le divine proprietà alla natura o a | Dio | le proprietà naturali; il che era stato larghissima fonte |
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più sollecite le divine Scritture quanto di far conoscere | Dio | incomprensibile: di che è ragione contenersi nella |
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non potersi comprendere un sì grande Ente. Chiamasi anche | Dio | nascosto e che abita una luce inaccessibile (3). Per sì |
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acquistava un nome. A ragione di esempio, egli si chiama il | Dio | di Bethel (1) per la visione che ebbe in questo luogo |
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visione che ebbe in questo luogo Giacobbe. Egli si dice il | Dio | che ha tratto gli Ebrei dall' Egitto con mano forte (2): il |
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che ha tratto gli Ebrei dall' Egitto con mano forte (2): il | Dio | che ha parlato dal Sinai (3): e così di tutti gli altri |
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intendimento ne' suoi primi sviluppi a fissarsi e aderire a | Dio | e alle cose divine e insensibili. E l' uomo pur coll' |
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di farsi considerare come opera stupenda e di levare a | Dio | le menti collo stupore (1). Perchè adunque l' uman genere |
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conducesse a formarsi e ben imprimersi le idee negative di | Dio | , si richiedeva un magistero maggiore della provvidenza che |
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linguaggio e i simboli naturali: ma per le idee negative di | Dio | voleva anzi la cassazione di ogni simbolo od imagine, ed in |
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Ma un altro spediente messo in opera dalla sapienza di | Dio | per maggiormente scolpire nella mente all' uomo quelle idee |
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anche con quel luogo della Scrittura dove si parla di | Dio | disceso sul Sinai a dar la legge. [...OMISSIS...] . Per tal |
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la legge. [...OMISSIS...] . Per tal modo col non mostrarsi | Dio | sotto figura alcuna volle insegnare, che la sua essenza è |
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un po' più distesamente descrivere, voglio dire il carro di | Dio | . Questo carro è un simbolo costante nelle divine |
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non può passarvi illeso, quando prima non abbia ricevuto da | Dio | quella tempera al tutto divina che resiste a tali fiamme, |
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sono quella potenza misteriosa e irresistibile, colla quale | Dio | brucia e distrugge nell' uomo tutti i godimenti de' beni |
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(1). La tradizione di questa terribile forza di cui va | Dio | circondato passò a tutte le genti; ed è per questo che si |
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si reputava anche dalle nazioni idolatre che la visione di | Dio | fosse insostenibile all' uomo, e che l' uomo il quale |
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si dice espressamente che si mostrò a Mosè il carro di | Dio | (4). Questo carro di vittoria fu l' esemplare veduto dal |
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sui Cherubini; perciò il Salmo LXVII dice che il carro di | Dio | è nel Sinai e nel Santuario, cioè nel Tabernacolo dove fu |
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al cielo viene simboleggiata da questo carro. Il Verbo di | Dio | discende e si mostra sopra la terra terribile a' suoi |
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(2). Ma la visione di questo mobile trono ossia carro di | Dio | provisore e del Verbo incarnato più manifesta e più |
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che formano una indisgiungibile catena; insomma quel | Dio | che da Babilonia viene guerriero a oppugnare Gerusalemme è |
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da Babilonia viene guerriero a oppugnare Gerusalemme è il | Dio | provisore, è quel Dio che governa insieme le cose tutte |
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a oppugnare Gerusalemme è il Dio provisore, è quel | Dio | che governa insieme le cose tutte dell' universo. Ciò è |
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uomo era l' auriga, cioè, Gesù Cristo, il Verbo, vero | Dio | che doveva rendersi vero uomo. La parte di mezzo erano i |
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forma di uomo nel tutto insieme, perchè fu l' umanità che | Dio | volle innalzare al di sopra degli Angeli coll' unirla alla |
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umana. Ma quest' uomo è tanto innalzato perchè è anche | Dio | (4): e però quei Cherubini sono anche aquile, avendone la |
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e pel continuo ammirar che fanno un sì profondo senno di | Dio | nell' incarnazione; sicchè portano di tutte queste cose l' |
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Nè questo ministerio dei celesti, anello di mezzo fra | Dio | e gli uomini in istato di via, toglie punto, nè impedisce |
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in istato di via, toglie punto, nè impedisce che lo stesso | Dio | operi anche immediatamente nella Chiesa militante collo |
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dopo, ove il Profeta dice, che una tal vigna rientrata a | Dio | in amore « canterà come a' giorni della sua gioventù e come |
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la bontà, e così ascende alla più grande e perfetta idea di | Dio | che a lui sia possibile di avere nel presente, |
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terra. Questo nome, dice la divina Scrittura, fu imposto da | Dio | ad Adamo per esprimere con esso che Adamo era stato formato |
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signora mia (2). Il nome ISA7I, vuol dire mio uomo (3). A | Dio | stesso per dargli un nome proprio e contraddistinguerlo |
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quando ebbe la visione nella solitudine, che li nominò il | Dio | che vede me (2). Egli è manifesto che per quel primo che |
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nome per proprio antecedentemente ricevuto. Così dicendo il | Dio | di Abramo, è il nome proprio di Abramo che determina a far |
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il dovettero aiutare alla formazione delle idee negative di | Dio | e degli spiriti trascendenti. Concludiamo da tutto questo |
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che fuggito ancor tenerello in Egitto di là fu chiamato da | Dio | nella Giudea. Da tutto quello che abbiamo detto si può |
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si fu« il basso « (3). Fin qui de' segni istruttivi dati da | Dio | all' uomo dopo il peccato perchè gli fossero mezzi di |
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in qualche modo, quando si pensi che la comunicazione di | Dio | coll' uomo non avviene già mediante qualche modificazione |
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mutazione da parte di Dio, che non sia l' intendere come | Dio | stesso potesse essere comunicato pel veicolo dei sensi. |
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affisso all' umanità di Gesù Cristo il lume divino o anzi | Dio | stesso, non è meraviglia che [a] quel contatto delle carni |
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alla giustizia e pagava il debito della redenzione, e a | Dio | rendeva un ossequio infinito, e da lui di poter tutto in |
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misero e bisognoso di chi il giustificasse, e si fidava di | Dio | e di Cristo, che avrebbe egli operata quella |
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che l' uomo non potea dare a sè stesso. E l' uomo che a | Dio | così s' abbandonava non poteva non essere da lui sostenuto |
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più che que' Sacramenti sotto la legge di Mosè vennero da | Dio | comandati, sicchè inchiudevano ad un tempo un atto di fede |
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gli Ebrei, essendo questi Sacramenti da loro richiesti da | Dio | per segni della loro fede (3). Di qui si vede ragione |
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operativa; chè non sarebbe stata vera fede alla parola di | Dio | quella che fosse disubbidiente. Perciò, dopo istituiti i |
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della fede, si doveano questi praticare per ubbidire a | Dio | che gli avea comandati e non vi potea essere vero fedele |
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umana consiste ne' capi seguenti: 1. L' uomo fu creato da | Dio | innocente. In questo primitivo stato all' umanità |
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non la virtù di farle. Ed ora « non sono giusti appresso | Dio | gli uditori della legge, ma sono giustificati solo quelli |
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Risponde l' Apostolo: questo principio è « la virtù di | Dio | che dà salute ad ognuno che crede; al Giudeo prima ed al |
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i suoi stessi nemici. E però dice, che la « giustizia di | Dio | (cioè la sua santa misericordia) si è manifestata senza la |
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si è manifestata senza la legge - che questa giustizia di | Dio | (e non dell' uomo) si è manifestata per la fede di Gesù |
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» viene a dire che non gli era dovuta strettamente da | Dio | una tale giustificazione: [...OMISSIS...] . E questa è |
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[...OMISSIS...] . Alla somma giustizia e perfezione di | Dio | partiene di giudicare secondo una legge perfetta; ma la |
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altro fonte perciò di salvamento se non l' operazione di | Dio | stesso; sì fattamente che il solo Dio sia in ultimo |
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non l' operazione di Dio stesso; sì fattamente che il solo | Dio | sia in ultimo glorificato. Ora se questo è l' ordine dell' |
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si può ottenere se non per quella via che umilii l' uomo, e | Dio | solo esalti; qual sarà quella strada legittima che a tanto |
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perchè il principio extra7morale, che è la virtù di | Dio | ed aiuta l' uomo credente, opera anzi sulla volontà e la |
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l' uomo negli antichi tempi dopo il peccato a prestare a | Dio | una fede che almeno in quanto alla sua materia era |
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ricercare la natura di questa fede, donata agli uomini da | Dio | medesimo colla sua grazia, e vedere in quale stato ella |
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Ora la reale e piena manifestazione e comunicazione che | Dio | fece di sè agli uomini fu solo nella incarnazione (1). |
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nelle anime degli uomini, degli effetti e doni di Dio, ma | Dio | stesso non era ancora sostanzialmente e pienamente |
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veniva rivelato. E questa ideale comunicazione di | Dio | era quella, che veniva dalla grazia illustrata e |
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Antico Testamento deiforme . Questa idea7percezione di | Dio | e di Dio7Uomo era la materia della fede soprannaturale |
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e quella onde Iddio opera dopo la unione ipostatica di | Dio | coll' umana natura in Cristo. Nell' antico Testamento tutta |
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in Cristo. Nell' antico Testamento tutta l' operazione di | Dio | nell' uomo era mentale , ma nel nuovo non opera per la sola |
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Questi indizii , vestigi umani, o traccie indicative di | Dio | e delle cose divine non fanno bisogno nel nuovo Testamento, |
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di Cristo una reale virtù di comunicarci ineffabilmente | Dio | medesimo. Ora poichè la fede è delle cose che non si |
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» come gli antichi. E tuttavia, sebbene la cognizione del | Dio | incarnato che venne data nell' antico Testamento fosse |
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nella mente degli uomini le verità riguardanti il | Dio | Redentore. La prima rivelazione fu fatta subito dopo il |
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che fu fatto solo nel nuovo Testamento. Tali indicazioni di | Dio | Redentore crebbero di mano in mano: in Melchisedecco fu |
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il Vangelo « i quali, dice, ignorano la giustizia di | Dio | » (cioè la giustizia spirituale e soprannaturale che si |
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giustizia cercano di stabilire - e però alla giustizia di | Dio | » (che è tutto spirito) « non sono soggetti. Perocchè il |
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i mali pensieri, che Iddio solo vede e punisce. Ora questo | Dio | non era percepito vivamente nella sua santità, e come |
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molto meno a far che li evitassero (5). Tanto la notizia di | Dio | influisce nella moralità! Gli uomini che non percepiscono |
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antiche rivelazioni, risguardava la dottrina intorno a | Dio | e la morale. La dottrina intorno a Dio era un complesso d' |
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dottrina intorno a Dio e la morale. La dottrina intorno a | Dio | era un complesso d' indicazioni di Dio, e nulla più. Gli |
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rispondeva all' imperfezione in cui era la cognizione di | Dio | presso gli uomini. Non avendo ricevuto lo spirito di questi |
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Dio, come in un esemplare da imitare, appunto perchè questo | Dio | non si vedeva. Restringevasi pertanto la legge nei confini |
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pe' quali risanava i sordi ed i ciechi. Egli mostrò | Dio | in sè stesso e così dice che egli solo è la porta che |
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legge; che « essendo inimici sono stati riconciliati con | Dio | per la morte del suo figliuolo« (3) » e che per questa |
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gli uomini erano peccatori, i quali furono riconciliati con | Dio | solo allora che Cristo realmente morì, come poi in altri |
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lui pienamente si confidavano. E questo non abbandonarli di | Dio | era la giustificazione degli antichi (1). Ora poi, giacchè |
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gli uomini a Dio, dicendo l' Apostolo che « figliuoli di | Dio | sono tutti quelli che sono mossi dallo spirito di Dio« (2). |
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cui muovono tutte le nostre parole. Nell' antico Testamento | Dio | non era realmente comunicato agli uomini, non era |
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i discepoli suoi, appunto dalla percezione data a questi di | Dio | ed a quelli non data. [...OMISSIS...] Ecco la condizione |
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una cognizione dell' operare del padrone, che trasportata a | Dio | viene a significare la sua santità, giacchè lo spirito di |
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la sua santità, giacchè lo spirito di Cristo fa conoscere | Dio | appunto come Santo, che è il suo nome solenne. Prosiegue: « |
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da Dio, la fede avea bisogno de' Sacramenti perchè da | Dio | positivamente voluti (7), e che i Sacramenti avvivati dalla |
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Il Sacramento avvivato dalla fede otteneva innanzi a | Dio | la sospensione del pagamento; ma la fede era quella che |
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modo implicito, sicchè era sola la punta dell' anima che a | Dio | volgevasi per quella fede (1). Duplice era dunque la causa |
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scriva la circoncisione non dare l' ingresso al regno di | Dio | (5); verissimo detto ove pel regno di Dio s' intenda il |
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al regno di Dio (5); verissimo detto ove pel regno di | Dio | s' intenda il regno de' Santi che già percepiscono Dio; e |
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L' uomo è creatura di Dio: dunque è fatto all' onore di | Dio | (1). Iddio è creatore dell' uomo, e non poteva avere altro |
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vita; e quando la distruzione di questa possa accrescere a | Dio | onore e culto, anch' essa dee essere sacrificata. Indi l' |
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disposizione di animo per la quale il santo uomo ama più | Dio | di sè stesso. In tale stato non era uopo che fra Dio e l' |
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più Dio di sè stesso. In tale stato non era uopo che fra | Dio | e l' uomo seguisse un cotal contratto positivo ed esterno, |
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positivo ed esterno, pel quale questi promettesse a | Dio | di servirlo fedele, e Dio gli promettesse proteggerlo. La |
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pel quale questi promettesse a Dio di servirlo fedele, e | Dio | gli promettesse proteggerlo. La cosa andava da sè: i |
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la morale e la stessa perfezione della morale, che nasce da | Dio | comunicante coll' uomo. Per un' altra ragione poi rendevasi |
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ragione poi rendevasi necessario un contratto positivo fra | Dio | e l' uomo dopo il peccato. La coscienza dell' uomo |
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mostravagli dover essere Iddio irato a lui peccatore, e | Dio | stesso gliel fece conoscere da principio con positive |
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da principio con positive rivelazioni. L' adito adunque a | Dio | per l' uomo era chiuso. Come poteva questi riavvicinarsi al |
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chiuso. Come poteva questi riavvicinarsi al Creatore, se | Dio | stesso non gli faceva conoscere di voler deporre lo sdegno, |
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alleanza: [...OMISSIS...] . Ecco il patto positivo di | Dio | coll' uomo, occasionato dall' infrazione del patto |
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dovea ricordare continuamente all' uomo i suoi doveri verso | Dio | e la stretta alleanza. E perchè efficacemente parlasse e |
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variare altresì quel segno e le forme onde il patto fra | Dio | e l' uomo si rivestiva. Diamo un cenno dello sviluppamento |
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E secondo questi due sviluppamenti la misericordia di | Dio | ordinava altresì lo sviluppo dell' ordine soprannaturale, |
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i segni durevoli che ricordassero i patti positivi fra | Dio | e lui intervenuti. E però anche questi segni variarono |
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volti a rammemorare il patto positivo strettosi fra | Dio | e l' uomo, furono delle cerimonie religiose. Tali sono i |
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tutte quelle cose che si riferiscono al culto di | Dio | le divide in quattro parti, mettendo in primo luogo i |
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mettendo in primo luogo i sacrificii ne' quali il culto di | Dio | consiste; in secondo luogo gli strumenti del culto o cose |
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regolano la conversazione di quelli che sono al culto di | Dio | dedicati distinguendoli da quei che non sono (1). Nel qual |
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de' Sacramenti in atto che dedicano la persona al culto di | Dio | (2): il che è quanto dire, in altrettanti segni esteriori, |
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segni esteriori, pe' quali consta del patto onde l' uomo a | Dio | si consacra, e Dio promette all' uomo protezione. E poichè |
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quali consta del patto onde l' uomo a Dio si consacra, e | Dio | promette all' uomo protezione. E poichè le ragioni di un |
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protezione. E poichè le ragioni di un patto positivo fra | Dio | e l' uomo sono due, l' ignoranza dell' uomo, per la quale |
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fosse aiutato contro il peccato crescente, e sempre più a | Dio | si consacrasse, i Sacramenti avanti Cristo ebbero un |
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non erano Sacramenti, perchè non segnavano alcun patto fra | Dio | e l' uomo; ma erano solamente un atto religioso dell' uomo, |
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riti fosser venuti da Dio, mi conferma il vedere come | Dio | stesso riconosce i sacerdoti precedenti all' instituzione |
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di special provvidenza non ispegnessero il regno di | Dio | sopra la terra. Allora col nuovo patto cominciarono de' |
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la circoncisione come segno del patto strettosi fra | Dio | ed Abramo. Ecco come narra la sua istituzione: |
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nazionale, vedesi dalle parole del contratto seguito fra | Dio | ed Abramo, nelle quali il patto è fermato non solo con quel |
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popolo santo, ma sì partecipante dell' alleanza stretta da | Dio | col corpo di sua nazione. E però dal Sacramento de' Padri |
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condizioni: che Iddio fosse onorato e riconosciuto per | Dio | da Abramo e da tutta la sua discendenza (2). E Iddio all' |
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peregrinava (3). Dove si osservi come ciò che promette | Dio | ad Abramo sieno cose temporali, esigendo però da Abramo un |
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principio; ma il riconoscere nello stesso culto ed onore di | Dio | la propria felicità, questo era difficilissimo, e non |
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come un doppio patto o una doppia promessa fatta da | Dio | ad Abramo: la prima generale e risguardante tutti i |
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in virtù della circoncisione, ma della predestinazione di | Dio | fu scelto; e quella scelta si dovette alla fede di Abramo, |
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spiega in un modo sublime e spirituale la promessa fatta da | Dio | ad Abramo di esser padre di molte genti, intendendo per |
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e a tutte queste dice che si riferisce la promessa fatta da | Dio | (4). Per la medesima ragione il luogo dove andavano le |
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del nuovo si rappresenta (1). E questa fede promettevano a | Dio | e protestavano gli Ebrei con tal rito, non tutti sapendo |
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santo padre Abramo. Nè in questa fede finiva il culto che a | Dio | promettevano col circoncidersi. Essi protestavano al |
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all' uomo il Redentore necessario a salvarlo, e l' uomo a | Dio | di credere fiduciosamente in questo Redentore, e sperar da |
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di uscir dall' Egitto e fuggire la celeste vendetta di | Dio | (1), cotto nel fuoco della carità col pane azimo della pura |
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Sacramento consacrava di nuovo il popolo Ebreo al culto di | Dio | più esplicitamente e specificamente: prometteva questo |
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specificamente: prometteva questo popolo di credere che da | Dio | dovea venire la sua salute mediante il Redentore e la |
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del quale l' uscita dall' Egitto era un cominciamento. Come | Dio | in virtù di quel patto dovea salvare Israello, essergli |
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segno la circoncisione, così fu peculiarmente stretto da | Dio | un patto colla famiglia di Aronne, mediante il quale questa |
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obbligava di servire in un modo speciale al divino culto, e | Dio | da parte sua prometteva a questa famiglia una special |
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la consecrazione era il segno di questo patto peculiare fra | Dio | e gli Aronnici sacerdoti. Ed è di questo patto colla tribù |
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che Iddio fece a' sacerdoti di occuparsi nel culto di | Dio | e nelle sacre funzioni. Nè questo patto risguardava |
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cioè colle offerte a lui fatte; e questi cibi ceduti da | Dio | a' sacerdoti rappresentavano il cibo spirituale e divino |
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sono peculiarmente dedicati al suo culto: il quale cibo è | Dio | stesso che però si chiama porzione de' sacerdoti. Come |
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dal popolo ed erano segno del patto onde questo voleva a | Dio | essere dedicato ed unito; così i cibi sacerdotali erano |
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o realizzazione del patto speciale onde i sacerdoti a | Dio | si univano al culto suo dedicati (4). S. Tommaso annovera |
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le quali appurando l' uomo, lo disponevano al culto di | Dio | (5). E come erano due i gradi della consecrazione al culto |
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Che due erano i gradi di sacerdozio o di consecrazione a | Dio | dell' ebraico popolo: il primo de' quali si faceva per la |
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tutte le leggi morali, giudiciali e cerimoniali da | Dio | intimate, dando in tal modo a Dio ossequio e culto; il |
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e cerimoniali da Dio intimate, dando in tal modo a | Dio | ossequio e culto; il secondo consisteva nella consecrazione |
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ed espiazioni, colle quali pure il popolo, e i sacerdoti a | Dio | consecrati confessavano la loro indegnità e come erano male |
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determinati. Il patto con Abramo racchiudeva da parte di | Dio | delle promesse temporali e spirituali: queste seconde erano |
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stabilire un nuovo segno di questo patto, già in parte da | Dio | effettuato, affine di restringere vieppiù e consacrare a sè |
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fu istituito a segno e memoria perenne di quel benefizio di | Dio | e a stimolo dato al popolo di via più promuovere il culto |
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sempre più esplicita solamente in quanto alla cognizione di | Dio | ideale ed in quanto a quelle circostanze dell' Incarnazione |
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sua parte soprannaturale o divina esigeva che il patto con | Dio | stesso fosse esterno e che vi avessero molti esterni segni |
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consumazione del patto di Abramo; le promesse spirituali di | Dio | che conteneva quel patto con ciò erano pienamente adempite: |
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futura comunicazione. Per ciò l' uomo non parlava già più a | Dio | per mezzi naturali ed esterni, ma senza alcuno |
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ed esterni, ma senza alcuno intermediario l' uomo e | Dio | si abboccavano insieme, per così dire, nella grazia del |
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da alcuni: ma nel nuovo, trattandosi che il commercio di | Dio | coll' uomo avviene nell' interiore dell' individuo, egli è |
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Un' altra conseguenza dello stringersi questo patto con | Dio | nell' interiore dell' anima di ciascun uomo è questa, che |
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Ordine, i quali con una tale impressione che si opera da | Dio | per ferma legge senza rispetto alla cooperazione dell' uomo |
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la differenza fra il segno esterno del patto stretto da | Dio | cogli Ebrei, e il segno interno e spirituale de' cristiani. |
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gloria fino a tanto che erano solamente nella prescienza di | Dio | non potevano conoscersi e distinguersi se non da Dio: come |
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crearci nell' ordine della grazia. E come tutto ciò che fa | Dio | per via di creazione non lo distrugge più mai, poichè è |
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figli del demonio. Altra da questa è la figliuolanza di | Dio | che nasce dall' impressione del carattere. Chiamasi questa |
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e distingue la famiglia di Dio. Cristo è solo figliuolo di | Dio | per natura: i battezzati per questo si chiamano figliuoli |
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la figliuolanza di Dio, ma Cristo è figliuolo di | Dio | per natura e non ha bisogno di partecipare della detta |
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che in virtù del carattere viene stretto fra l' uomo e | Dio | un patto, pel qual patto Iddio si obbliga di concorrere |
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è propriamente un patto positivo la ragione per la quale | Dio | concorre agli effetti de' Sacramenti amministrati e |
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in cui non erano d' uopo de' patti positivi fra l' uomo e | Dio | (2). Di che Cristo ridusse al suo vero effetto ciò che al |
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potea solo essere un sacerdote verace, potente di chiamare | Dio | dal cielo e farlo amico dell' uomo; e di questa virtù |
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un Angelo nell' Apocalisse « il quale ha il segno del | Dio | vivo« (3). » La fronte poi è acconcissima a indicare la |
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che dalla destra del Padre Cristo mandò sulla terra: « | Dio | è che giustifica, chi è che condanna? Cristo Gesù che è |
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battezzata e senza peccato era ammessa alla visione di | Dio | per la visione del Verbo e dell' anima di Cristo già |
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significare che Paradiso è ogni luogo per l' anima che vede | Dio | (2). Dice però meco facendo conoscere che la beata visione |
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con esteriori segni di gloria quali siano i figliuoli di | Dio | (4). E qui non sarà utile aggiungere parola del Battesimo |
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soprannaturale consiste nell' unione reale fra l' uomo e | Dio | (1). Cristo ottenne dal Padre di comunicare della propria |
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Chiesa, e così partecipa , in Cristo, della visione di | Dio | che ha Cristo. Che questa incorporazione poi dell' uomo |
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Trinità che mette nell' anima sono: 1. un sentimento di | Dio | in Cristo (forza infinita), 2. una luce intellettiva, e 3. |
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(3). » Ora secondo la dottrina cattolica, l' uomo nasce da | Dio | pel Battesimo. Il nascimento dell' uomo pel Battesimo poi |
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libertà di poter comunicare agli uomini la percezione di | Dio | che era in lui piena e compita; 2. l' acqua che egli scelse |
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quando disse che è il trono di Dio, e nissun trono ha | Dio | migliore delle anime sante; e così pure la voce terra , |
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Conchiude poi S. Giovanni, che « chi crede nel Figliuolo di | Dio | » (cioè che è unito a lui nel Battesimo) «ha il testimonio |
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(cioè che è unito a lui nel Battesimo) «ha il testimonio di | Dio | in sè« » (cioè ha il testimonio in sè della Santissima |
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con Cristo; sebbene quest' uomo possa ricevere da | Dio | delle grazie attuali anche prima d' avere consumato il |
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arbitrio che possiede. Imperocchè l' unione stessa con | Dio | lo fa atto agli atti soprannaturali e a meritar |
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il Battesimo quello che conferisce la prima (2). Dice che | Dio | era quegli che li confermava in Cristo (3). E poi soggiunge |
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quegli che li confermava in Cristo (3). E poi soggiunge che | Dio | pure li ungeva e li segnava e dava lor il pegno dello |
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di Cristo il Salmo che dice: « perciò te unse Iddio, il | Dio | tuo coll' olio dell' esultanza« (3). » Il segno poi è stato |
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Cristo dice positivamente: « non può entrare nel regno di | Dio | niuno, che non sia rinato di acqua e di Spirito Santo« (2), |
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che l' uomo vive di ogni parola, che esce dalla bocca di | Dio | (5); e le parole di Cristo avranno forse avuto minor |
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egli vuole comunicar loro qualche gran cosa. Il regno di | Dio | poi consiste propriamente nella glorificazione di Cristo; |
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« m' è stata data ogni potestà in cielo ed in terra«, » e | Dio | regna in Cristo. Volea dunque dire, che non mangerà più la |
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io non veggo cosa che a ciò si opponga nella parola di | Dio | o scritta o tramandata; molte all' incontro che me lo |
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non mai di quel primo. In questa supposizione, l' azione di | Dio | non sarebbe già limitata a quel solo fatto dell' |
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a quel solo fatto dell' annichilamento; perocchè in | Dio | non può cadere che un atto solo e purissimo. Con quello |
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nè finirebbe in questo solo effetto, poichè l' opera di | Dio | è semplice, e con un atto solo e purissimo fa tutte le |
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quell' essere è ridotto al niente: dunque quest' opera di | Dio | non persevera in eterno, contro ciò che pone quel luogo |
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supponiamo si facesse l' inventario di tutti gli esseri da | Dio | creati. Or nel sistema degli avversarii nostri dopo la |
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alla ragion teologica. Ecco come S. Tommaso prova, che | Dio | non riduce al niente cosa alcuna delle già formate. |
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non è tanto un' azione quanto negazione di azione. Perocchè | Dio | distrugge il pane cessando dal conservarlo« (2). » Ora |
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si troverebbe giammai moltiplicità di azioni, perocchè in | Dio | tutte le azioni ch' egli fa è un' azione sola, ed ha un |
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miracolo della divina onnipotenza, non sarebbero sempre in | Dio | operate con una sola azione? Il Bellarmino qui prova |
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dicevamo, l' annichilazione. E` vero che nella mente di | Dio | si suppone che stia il fine di annichilar quel pane per |
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lo stesso Bellarmino, una cessazione dell' azione di | Dio | che conserva il pane per annichilarlo, e un' opera positiva |
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non si potrebbe più convertire, eziandio che nella mente di | Dio | stesse il pensiero di averlo fatto cessare per sostituire |
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deve Cristo collocarsi; ma colà vi si colloca Cristo da | Dio | con un altro atto, non con quello della mutazione del pane. |
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mutar di luogo. 3. Che la distruzione del pane sia fatta da | Dio | coll' intenzione e col fine di addurre in suo luogo il |
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Padri ne' quali descrivono l' operazione che fa il Verbo di | Dio | transustanziando il pane ed il vino. Noi non troveremo mai |
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fu detto: [...OMISSIS...] . Dunque non pur Cristo come | Dio | ma come Figliuol dell' uomo altresì dà sè stesso in cibo, e |
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opina non essere cosa ripugnante, e però possibile a | Dio | la penetrazione de' corpi. Ma ciò ora noi non vogliamo |
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distinti dall' essenza, e che però dall' onnipotenza di | Dio | si possono separare interamente dall' essenza senza che |
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di una materia nuova preesistente, nè da materia da | Dio | creata, ella non fu fatta in modo alcuno: e però cadremmo |
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« ineffabiliter grande peccatum (1), » il Figliuolo di | Dio | si fece carne e fu crocifisso. Egli illuminando gli uomini |
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eresia pelagiana diversa, il che può escusare davanti a | Dio | le loro persone, non può migliorare la condizione della |
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creato il mondo da sette angeli, un de' quali essere il | Dio | degli Ebrei. Basilide e il suo contemporaneo Carpocrate |
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fu creato dagli angeli inferiori, il capo de' quali era il | Dio | degli Ebrei (1). Convien però osservare che in Platone s' |
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più depravandola. Perocchè se Cerdone avea detto che quel | Dio | a cui era dovuta l' origine della legge e de' profeti non |
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merito stesso. Indi l' errore che la grazia non si desse da | Dio | agli angeli ed agli uomini gratuitamente, ma secondo i |
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. Ora Origene toglie a provare che la grazia venne da | Dio | data agli angeli ed agli uomini secondo i lor meriti nella |
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ed all' esercizio della loro libertà, si leggano da | Dio | santificati, poniamo, un S. Giovanni Battista? - Questa |
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trasgressione che del divino precetto fece il primo uomo da | Dio | creato, stipite di tutta l' umana schiatta. 6. Le funeste |
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Adamo perdette la santità e la giustizia ricevuta da | Dio | non solo a sè stesso, ma ancora a noi tutti, e come egli, |
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ci può essere un vero peccato senza dannazione, sotto un | Dio | giusto? E non sembrano parole uscite dalla bocca di Pelagio |
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la volontà dei celesti comprensori portandosi tutta in | Dio | spontaneamente, benchè senza alcuna libertà antecedente, |
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alcuna determinata certezza (se non davanti agli occhi di | Dio | che vede anche la scelta, perchè è presente ad ogni tempo): |
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trasfusione del peccato. Immaginarono essi un patto tra | Dio | e l' umana natura sussistente in Adamo, in virtù del quale |
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e vantaggio. E dato, per supposizione impossibile, che a | Dio | fosse stato ignoto l' abuso che Adamo avrebbe fatto della |
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sono restati privi della grazia, che posto il decreto di | Dio | era loro dovuta: e però questa mancanza di grazia in essi |
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in sè stesso. 53. L' uomo, si dice, poteva essere creato da | Dio | come nasce al presente non adorno della grazia |
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de' bambini dipende da un decreto di Dio: secondo che a | Dio | piacque di fare piuttosto uno che un altro decreto, essi |
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alcuno del bambino stesso, della cui sorte nelle mani di | Dio | si sarebbe così infelicemente disposto. 54. Ma per vedere |
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persuasione. a ) Se un uomo, dicono, venisse creato da | Dio | nudo della grazia santificante, questa nudità non |
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privazione consisterebbe in una relazione tra il disegno di | Dio | e la natura umana oggetto di questo disegno. In tal caso |
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un titolo di diritto non è che una formale promessa da | Dio | fatta liberamente all' uomo, come sono le promesse di |
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Per questo anche l' antico Testamento o patto stretto da | Dio | col suo popolo si fece con solennità tra le due parti |
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hanno alcuna cognizione del proposito fatto a principio da | Dio | di conferir loro la grazia, quando il loro stipite avesse |
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loro dovuta? Converrà dunque ricorrere a un patto fatto da | Dio | con Adamo anche in nome loro. Ma primieramente la Scrittura |
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e un' avversione negativa, e che il bambino è avverso a | Dio | di questa seconda maniera di avversione. Così mutando il |
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avversione [ negativa ], e che il bambino è avverso a | Dio | di questa seconda maniera di avversione, coprono il difetto |
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quale è soltanto una condizione: ma sì bene il decreto di | Dio | di dare a tutto il genere umano la grazia, se Adamo fosse |
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grazia, e non la volontà di Adamo: il che è un collocare in | Dio | stesso, cioè nel suo decreto, la causa del peccato ne' |
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ma che solo così si chiama relativamente a un decreto di | Dio | che aveva stabilito che così si considerasse qualora Adamo |
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come anche la volontà è l' identica essenza. Laonde in | Dio | la volontà è sempre necessariamente nel suo pieno atto, ed |
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e massimamente con quelli della libera elezione. Poichè in | Dio | l' oggetto naturale così dello intelletto come della |
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onde può eleggere fra essi. L' oggetto all' incontro in | Dio | essendo Dio, tutto attualmente contiene, e non bisogna d' |
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e gli altri maestri, che la natura umana è stata creata da | Dio | da ogni lato buona, ma che l' uomo col suo libero arbitrio |
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[...OMISSIS...] . 65. b ) Essendo la natura umana opera di | Dio | e non dell' uomo, s' ella potesse essere malvagia, verrebbe |
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e con questo volete dire certamente che essa viene da | Dio | che crea e infonde l' anima intellettiva. Ora con questo le |
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queste cose venti anni addietro) - ?nella immensa voce di | Dio | che i secoli mi rimandano attraverso la tradizione |
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diritti, in quelle sfere d'attività dipende d'avanti a | Dio | e agli uomini il merito o demerito degli individui; essa mi |
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una solenne missione: provare che siamo tutti figli di | Dio | e fratelli in Lui. Voi non la compirete se non |
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impone o accetta che l'una soggiaccia all'altra. Davanti a | Dio | Uno e Padre non v'è uomo né donna ma l'essere umano, |
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allo sviluppo comune; ambe rappresentanze del Pensiero che | Dio | poneva, come anima, nell'universo. Abbiate dunque la Donna |
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che dobbiamo raggiungere. La Bibbia Mosaica ha detto: | Dio | creò l'uomo e dall'uomo la donna, ma la vostra Bibbia, la |
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donna, ma la vostra Bibbia, la Bibbia dell'avvenire dirà: | Dio | creò l'Umanità, manifestata nella donna e nell'uomo. Amate |
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| Dio | v'ha fatti sociali e progressivi. Voi dunque avete dovere |
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se oggi sappiamo che non v'è casta privilegiata tra | Dio | e gli uomini; che i migliori per virtù e per sapienza di |
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Cielo è santo sulla Terra. E la Comunione degli uomini in | Dio | porta con sé l'associazione degli uomini nella vita |
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modo di scioglierle. E parmi d'averlo fatto. V'ho additato | Dio | come sorgente del Dovere e pegno d'eguaglianza tra gli |
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eterni consigli, egli è colla empietà de' suoi nemici che | Dio | purifica i suoi eletti dalle superstizioni, rivolgendo in |
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al giovanetto altamente impresso e piantato quel vero: | DIO | SOLO E` BENE ASSOLUTO: tutti gli altri beni nell' uomo o |
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i cristiani principii, che imitazione del modo col quale | Dio | alleva gli uomini per la pietà, ovvero una applicazione, o |
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si ristrinsero a contemplare se stessi, e la grandezza di | Dio | più non misurarono. Ed in questo modo anche l' uomo il più |
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abbiamo distinta la scienza di questo mondo e quella di | Dio | da ciò che quella di questo mondo si limita ed |
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limita ed impicciolisce nei particolari, mentre quella di | Dio | o della Religione mira il complesso delle cose e l' affetto |
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così: NELLO SPIRITO DELL' UOMO LA COGNIZIONE E L' AMORE DI | DIO | DEBBE INTRODURSI COME ESSENZIALE E NECESSARIO; LA |
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LA COGNIZIONE E L' AMORE DELLE ALTRE COSE COME ACCIDENTALE: | DIO | COME PRINCIPIO ORDINATORE DI TUTTE LE ALTRE COSE, E LE |
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le cognizioni naturali, e ponendo il solo possedimento di | Dio | essenziale alla umana felicità e perfezione, viene aperto |
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all' ordine risplendente nelle medesime. Conoscere | Dio | qual sommo principio regolatore di tutte le cose, e |
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descritta, in cui domini nel suo intelletto e nel suo amore | Dio | con quello stesso imperio assoluto e con quella piena |
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tutto insieme il grande sistema di cose fondato da | Dio | nella natura di Adamo, e in tutto quello che era fatto per |
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della nuova generazione degli uomini divino ed umano, anzi | Dio | e Uomo, aveva in sè infinito valore e merito da solvere il |
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infinito valore e merito da solvere il debito contratto con | Dio | dalla prima natura umana, al cui pagamento era stato |
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un respiro, anzi di più aveva merito in sè da compensare a | Dio | il dono di questa mora conceduta al pagamento; la quale non |
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non sarebbe potuta convenire colla giustizia di Dio; quando | Dio | non avesse scorto di doverne venir compensato, e scorto che |
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ci mostra tutta la famiglia degli uomini considerata da | Dio | come una cosa sola, e presa, nel consiglio delle sue divine |
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della verità delle cose, e vi si riflettano; vi si rifletta | Dio | come ordinatore di tutte le cose, e le cose come ordinate. |
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un giovanetto, ma per un adulto ancora e per un sapiente. | Dio | non ha educato il genere umano al sublime suo fine col tor |
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Dio, l' Uomo, la Natura. In quanto alla cognizione di | Dio | vorrei che in tutte le scuole fosse letta la Scrittura con |
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sino ai nostri tempi, e mostrato l' ordine stabilito da | Dio | che tutti gli avvenimenti servano alla gloria della sua |
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al Clero quei fedeli che ne creda degni, e chiamati da | Dio | al ministero sacerdotale. Dovendo essa tramandare il sacro |
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se non sulla speranza di distruggere la religione. | Dio | mi guardi dall' attribuire questo pensiero agli avversari |
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di natura che è pur essa una rivelazione della volontà di | Dio | » ». Ma noi ignoriamo perfettamente questo vostro diritto |
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quanto voi asserite converrebbe dire, che le volontà di | Dio | sieno due, contraddittorie l' una all' altra; converrebbe |
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l' una all' altra; converrebbe dire, che la volontà di | Dio | sia in contraddizione colla volontà di Gesù Cristo. |
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di natura che è pur essa una rivelazione della volontà di | Dio | » ». Ogni diritto di natura dunque si riduce a poter |
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Ma che, possedendosi già per un dono speciale di | Dio | compiuta e perfetta, ed anzi elevata ad una dignità |
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che non fosse ella stessa questa dottrina insegnata da | Dio | medesimo la più ferma e la più splendida guarentigia non |
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per quello che è (Religione). 40 Il pieno possesso di | Dio | non si ha che nell' ordine soprannaturale, nel quale Iddio |
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unendole in una sola classe, p. es., quando s' applica a | Dio | ed a Salomone l' appellativo di sapiente; supponendo così |
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soccorresse dimostrando che la parola sapiente applicata a | Dio | ha un altro senso d' allorquando s' applica all' uomo; |
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natura loro, o per l' offizio, o per la elezione nostra. A | Dio | e ai pastori da lui stabiliti nella sua Chiesa noi dobbiamo |
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della volontà umana, per questo non v' ha sacrifizio più a | Dio | gradito nè più a lui dovuto di quello, con cui la volontà |
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la nostra diligenza, non già la loro guarigione (1). Così | Dio | diceva ad Ezechiello, a cui era stato commesso l' offizio |
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che ci darà anche forze valevoli a sostenere il carico. | Dio | medesimo è che prendiamo in cura. E quando mandò Ezechiello |
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sopraccennati della Scrittura, sentite di Ezechiello quando | Dio | il mandò a riprendere gl' Israeliti: [...OMISSIS...] . |
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, quella disciplina , quella scienza , che dimandate a | Dio | nella giaculatoria decimasesta di sopra proposta. Il Savio |
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in sull' orme di questo gran Dottore nella somiglianza con | Dio | formata dalla intelligenza da lui a noi comunicata, sopra |
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in somma rendendo per mezzo di Cristo grazie a colui, che è | Dio | di Cristo uomo, e che è padre di Cristo Dio, e il quale ci |
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e che è padre di Cristo Dio, e il quale ci mandò Cristo | Dio | e Uomo in una congiunto . Dopochè ben a dentro loro avete |
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uffizio infinitamente più illustre innanzi alla verità di | Dio | di quello che facesse il romano imperatore. Non è vile cosa |
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il solo fasto del mondo, e qualunque cosa che offenda | Dio | ». Tali massime riposte nel loro cuore, daranno di |
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vita. Così otterrete con ogni verità, che « la legge di | Dio | sia lucerna a' loro piedi » (3); otterrete che di tutto |
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argomento continuo di meditazione, ed « un' armatura di | Dio | », per esprimermi con Paolo, « contro alle insidie del |
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sono da destare in esse sensi di gratitudine verso un | Dio | sì buono: buono non solo per aver egli rivelata e portata |
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divina parola è più beata cosa che lo stesso esser madre di | Dio | », come insegnò Gesù (2), e se esse hanno ricevuto questo |
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Spirito, purificate l' intenzione, protestate dinanzi a | Dio | che non volete insegnare errore, e che qualunque v' uscisse |
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a' padri questi racconti e queste tradizioni! Quando poi | Dio | volle che 'l suo popolo avesse legge scritta, che fece |
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Su queste vestigie de' primi Santi della Chiesa, anzi di | Dio | stesso, tanto essendo avvenuto per suo comando, camminarono |
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distinta co' suoi caratteri di vivente, santa, gradevole a | Dio | , all' ultimo egli l' appella altresì ragionevole ossequio: |
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vari membri a varie funzioni destinati. Secondo le funzioni | Dio | dà la fede, e secondo queste funzioni fa bisogno la |
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essere ricevuti nella ebraica chiesa essendo il patto di | Dio | stretto colla stirpe sola d' Abramo, « senza la speranza |
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del Salvatore », consegnata a' Patriarchi, « e senza | Dio | in questo mondo », avendone smarrita la traccia. « Ma |
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Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo | Dio | e Padre di tutti, che è sopra di tutti, e fra tutte le |
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solo istituito, da un solo avvalorato, in nome di un solo | Dio | conferito. Che se avessimo senza il battesimo la fede, |
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io vivo nella carne, la vivo nella fede del figliuolo di | Dio | ». Adunque e la fede ed il battesimo sono di necessità per |
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dona unità. Quindi Paolo la soggiunge dicendo: « Un solo | Dio | e padre di tutti, che è sopra tutti, e fra tutte cose, e in |
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Santo, di cui noi siamo templi (4). E dice innanzi tratto | Dio | , per indicarci questi fare la nostra beatitudine infinita |
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a noi col Battesimo e colla Fede, e termina coll' unione di | Dio | in cielo. E` sempre quella stessa grazia; ma formalmente |
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sotto agli angeli » (1). Di più, quest' Uomo reso insieme | Dio | mediante l' unione permanente del Verbo, è propriamente e |
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sopra tutti gli angeli. Si può dire adunque che questo Uomo | Dio | nascendo in terra siasi umiliato infinitamente; ma di più, |
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gli uomini ». Da chi li ricevette? Certo da quello, che è | Dio | e padre di tutti, e di lui primieramente è Dio come Uomo, e |
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che è Dio e padre di tutti, e di lui primieramente è | Dio | come Uomo, e Padre come Dio. Ma Paolo invece di riportare |
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Verbo di ricevere doni? Avea bisogno: non per sè, che come | Dio | aveva tutto dal Padre per necessità di natura, e come uomo |
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nella Chiesa cotesti gradi di grazia, che più tosto sono a | Dio | conosciuti che agli uomini, si distinguono ancora varii |
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dice di Mosè, che « era servo fedele in tutta la casa di | Dio | », dipingendolo il maggiordomo o il fattore in tutta la |
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rispetto a Dio, e di legislatore o luogotenente di | Dio | rispetto agli uomini, là dove Aronne era solo profeta |
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non furono già messi amministratori in tutta la casa di | Dio | quale fu Cristo come figliuolo, Mosè come servo nell' |
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giacevano le genti inquiete, angosciose, infelici, senza | Dio | in questo mondo , andavano esse in cerca nell' avvenire di |
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solo di que' Santi, che sparsi per le nazioni e istruiti da | Dio | con peculiar cura sapevano di lui; non solo di quei |
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Legislatore simile a Mosè, ma da Mosè tanto distinto quanto | Dio | è dall' uomo. In questo Profeta riposavano e terminavano |
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di S. Paolo, l' Apostolo dell' antico patto, ecco come | Dio | lo distingueva dagli altri profeti (4): « Se saravvi tra |
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in questo consista, nell' avere dalla stessa bocca di | Dio | l' istruzione e l' inviamento. Consonano a ciò le parole, |
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« dagli uomini nè per mezzo d' uomo, ma da Gesù Cristo e da | Dio | Padre, che risuscitò Gesù Cristo da morte ». E appresso |
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e però vivere tristi senza speranza del futuro, senza | Dio | in questo mondo. Alla fine promette, che non da' loro Iddii |
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», come è scritto ne' Salmi, « a predicare il precetto di | Dio | » (1). Tengono adunque nel nuovo patto gli Evangelisti quel |
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se stesso alle città di Giuda, dice altamente: « Ecco il | Dio | vostro », nel che la grande e fortunata novella consiste. E |
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santificazion degli uomini. Qual bontà non è ella questa di | Dio | di avere il tutto fatto pe' suoi eletti? [...OMISSIS...] Ma |
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della divina sostanza (2): è la virtù e la magnificenza di | Dio | » (3). Dio adunque è l' ultimo fine di tutte le cose, e |
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sostanza (2): è la virtù e la magnificenza di Dio » (3). | Dio | adunque è l' ultimo fine di tutte le cose, e tutte cose ha |
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sè (4). [...OMISSIS...] Cristo adunque è quegli, nel quale | Dio | vuole essere per noi glorificato. La santità nostra dee |
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del Sacerdozio. Sacerdote è quegli, « che offerisce a | Dio | doni e ostie » (5), e chi avesse la sola facoltà di |
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tutti gli altri sacerdoti non possono essere mezzani fra | Dio | e gli uomini. L' altra podestà dell' edificazione del corpo |
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i Vescovi, questi fur posti « a reggere la Chiesa di | Dio | » (1), questi sono i pastori e i dottori , questi gli sposi |
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ha un corpo (2). Queste diverse parti sono nella Chiesa di | Dio | i diversi doni e' diversi ministeri (3): ognuna necessaria, |
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risguardi, e appresso del terzo. Ogni atto di virtù verso | Dio | si può agevolmente raccogliere sotto questo solo titolo di |
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della parola. Non deve essere parte nell' uomo, che a | Dio | non sia devota, o dedicata: non tempo, in cui dalla unione |
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sia devota, o dedicata: non tempo, in cui dalla unione con | Dio | ci possiamo dividere. Questo è il precetto dell' amor |
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aduna del camminare alla presenza divina, col quale insegnò | Dio | ad Abramo a conseguire la perfezione. [...OMISSIS...] In |
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altresì un animo sereno, una mente tranquilla, la pace, e | Dio | con sè. Esigete dunque, e commendate sopra ogni particolare |
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colle cose esteriori avrà ancora presente l' onnipotenza: | Dio | primo essere, Dio verità e fortezza, umiliatore degli enti |
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avrà ancora presente l' onnipotenza: Dio primo essere, | Dio | verità e fortezza, umiliatore degli enti tutti, anguste |
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avrà ognor in sugli occhi la sapienza infinita e la bontà: | Dio | conservatore, e consolatore de' buoni. Chi ravvisa sparsi |
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senza compatir per conseguenza i suoi difetti, che | Dio | permette, senza congratulare a' suoi pregi, che Dio colla |
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che Dio permette, senza congratulare a' suoi pregi, che | Dio | colla sua grazia produce: questi non sarà dalle persone |
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che prima colla divina legge non l' abbia affrontata , sta | Dio | presente; e ciò è dovere, non v' ha dubbio, dell' uomo |
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lontano: e anche a molti de' buoni si rappresenta più come | Dio | che come uomo: e sembra che si tema, per dire così, di |
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questo vegliare sopra se stessi, e camminare in presenza di | Dio | con annegamento del proprio volere, e conformità al divino; |
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Se nel discorso, che in suo cuore tiene, l' adoratore di | Dio | pone cosa, che o disconvenga alla maestà sua, o proporzione |
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col cuore bene per ogni parte disposto, questi prega in | Dio | che è spirito, e però anche la forma di sua orazione ne |
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di Dio, che presentiate i vostri corpi ostia viva, santa, a | Dio | gradevole » ». L' ostia ed il sacrifizio suppone cosa, che |
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se in quelle della Chiesa abbiamo qualunque cosa che a | Dio | convenga, qualunque che alla propria santificazione |
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imparerà sempre più quella verità, che la divozion grata a | Dio | non è posta in moltitudine o varietà di pratiche, ma nella |
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nella Messa, cioè l' Offerimento dell' ostia, che si fa a | Dio | qual supremo Signore di tutte cose; e la Consecrazione, |
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vino pel sacrifizio, si esibisce e presenta sè medesimi a | Dio | quai vittime insieme con Cristo. Poichè solo unito a Cristo |
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come egli stesso ad essa si congiungeva e con essa a | Dio | dedicavasi ed offerivasi (1). [...OMISSIS...] Ben è |
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diamo a Dio; ma ben anco per mezzo del sacramento, con cui | Dio | e Cristo in sue carni ed in suo sangue si dà a noi da |
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di divino amore ineffabile, che dopo avere offerto noi a | Dio | in sacrifizio Cristo, e con Cristo noi stessi (cose per |
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di Dio, e poi si ritorna questo tesoro: quasi non perchè | Dio | benefichi; ma giocando, come a dire, di liberalità, paia |
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ad una cena e ad un convito nuziale (2). Nè il regno di | Dio | è egli cibo o bevanda corporea, ma spirituale, cioè |
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severissimi ordini religiosi. E ancora questi durano: e | Dio | li muta, li riforma, li accresce secondo i bisogni. Quanto |
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del Sacramento, e insieme del Sacrifizio, offerendo a | Dio | la gran vittima di espiazione e di lode, e da Dio avendo un |
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a Dio la gran vittima di espiazione e di lode, e da | Dio | avendo un cambio così ineffabile e prezioso. Cantare a Dio |
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Dio avendo un cambio così ineffabile e prezioso. Cantare a | Dio | lodi, non solo singolarmente, ma in unione di molti, e con |
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delle cose; mentre anche quelli, che abbandonarono il vero | Dio | e confusero le verità tutte di religione, ebbero però, |
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penetrare i sensi della pubblica preghiera. Che questa è a | Dio | carissima: a questa ci giova conformare la privata, che |
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meglio erano soliti di congregarsi, perchè l' ineffabile | Dio | de' Cristiani non è circoscritto, nè ristretto da luogo, ma |
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più suntuosamente si fa nelle nostre. E fu allora quando a | Dio | piacque di convertire Costantino Imperadore, e dare così |
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da' feroci Signori del mondo, che si videro alzarsi al vero | Dio | templi maestosi; ed i sacri vasi formati di legno divenire |
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divozione sincera: mostrando essa al cuore come il nostro | Dio | non ama grandezze umane, nè fasto: ma ama interiore |
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a' sensi, tanto ha maggior bisogno d' essere tratto a | Dio | per mezzo di esteriori oggetti, quasi per gradi che a Dio |
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a Dio per mezzo di esteriori oggetti, quasi per gradi che a | Dio | l' innalzino. Quindi la pompa della chiesa, la soavità |
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sono buoni, ma questi migliori; nè quelli sono cari a | Dio | senza questi. Quando dunque venite in alcun tempio ampio e |
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a mente i bei tempi primi: e godete in esse il vostro | Dio | immediatamente senza ingombro o senso di cosa mondana; e |
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de' superiori ecclesiastici, che abbraccia la carità di | Dio | e del prossimo. Ora i colori diversi de' sacri indumenti si |
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mentre, dovunque e' si trovi il Cristiano è nel tempio del | Dio | suo, e quasi ministro, per dire così, insieme cogli altri |
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il popolo, o vero dall' unico Sacerdote si trattano con | Dio | in alto raccoglimento, conforme alle intime cose, |
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e del Tempio ci parlano di Dio; e che mentre glorificano | Dio | insegnano al Cristiano chi sia lui stesso, che Signore |
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quelli ci vengono a mente i nostri preghi che ascendono a | Dio | per Cristo; e per Cristo, giusta la frase scritturale, si |
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Dio, ma ben anco tra sè, e talora col popolo; così come con | Dio | la maestà e la dignità è richiesta, i Cristiani trattando |
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altri, quando prende aspetto d' uomo; benchè in figura di | Dio | venga nella funzione stessa altamente onorato. Quella |
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nostra salute sarà perfetta e compita, prega alla Chiesa di | Dio | Pace; e pace a tutti i fedeli desidera dal Signore: e bacia |
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pure e sincere , in sè stesse sono belle e ordinate , verso | Dio | sono gravi e maestose , verso i fedeli sono piene di |
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esser qualche volta caduti, che cosa evvi di meglio che a | Dio | tornare in quella notturna quiete, e pregarlo, come si fa |
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cristiani di rafforzarsi nella virtù, prima di promettere a | Dio | vita solennemente cristiana. Dal Battesimo poi scaturisce |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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risplendere nel fuoco di carità quale continuo olocausto al | Dio | suo. La veste bianca, di che il copre, simboleggia |
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stessi. Quella destinazione, o carattere, che al culto di | Dio | ci consacra, nol possiamo perdere più mai: possiamo però |
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questo mondo dobbiamo arrivare alla patria? Ma dopo ciò a | Dio | si rivolge nuovamente e prosegue: [...OMISSIS...] . Così |
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e virtù di questo stato illustre e nella Chiesa di | Dio | onorato la modestia negli atti, e la verecondia così cauta |
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della purità ha la vergine donde abbassarsi davanti al | Dio | suo. Ella sa l' esempio di Maria, in cui la Verginità e l' |
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e molta mortificazione. - Orazione più bella e più grata a | Dio | è, per non dispiacere altrui, diminuir l' orazione. |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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pura teoria potesse al Cristiano piacere riferendone a | Dio | l' uso, asserisco però a tutta fiducia, che quando il |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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bellezza interiore dell' anima raccorrà lode e premio da | Dio | che la vede, giusto e per noi troppo sufficiente |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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stento e con piacere; virtù in somma, che, essendo tutta in | Dio | fissa e a Dio raggiunta, con divina saviezza vive cogli |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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virtù in somma, che, essendo tutta in Dio fissa e a | Dio | raggiunta, con divina saviezza vive cogli uomini in sull' |
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pena di peccato mortale, quasi che la legge positiva di | Dio | potesse vietare ciò che fosse, secondo la natural legge, |
Il razionalismo -
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rassegnato a patir quelle che mi s' aggiungeranno, come a | Dio | piacerà, alle patite sin qui; scrivo, conoscendo quanti |
Il razionalismo -
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necessario; e per esempio, tanto all' amore che portano a | Dio | i celesti comprensori, quanto a quello che gli portano i |
Il razionalismo -
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necessità di natura ricevuto. Il santo Dottore suscitato da | Dio | nella Chiesa ad umiliare la pelagiana superbia, così |
Il razionalismo -
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Pelagianismo che tentò di continuo introdurre nella casa di | Dio | il serpentino suo capo, e che cercò d' entrar per ogni |
Il razionalismo -
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ogni equivoco: « « un atteggiamento ritroso al bene ed a | Dio | e pendente al male ». ( Tratt. della Coscienza f. 37) » il |
Il razionalismo -
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. Ma la conseguenza è falsa se « « l' avversion da | Dio | » » s' intenda, come la intendono i teologi cattolici. Un « |
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ripone il reato della concupiscenza, la quale avversione da | Dio | viene tolta e annullata interamente dalla grazia |
Il razionalismo -
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in cui la divina scrittura ci dipinge costituito l' uomo da | Dio | a principio; e 2 sì dal confronto tra lo stato presente, e |
Il razionalismo -
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l' uom si vergogna, non potrebbe mai essere opera stessa di | Dio | (3); argomento che non avrebbe forza, qualora fosse vero, |
Il razionalismo -
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santificante, qual ella sarebbe quella dell' uomo creato da | Dio | in istato di pura, ma sana ed intera natura; ma si dee far |
Il razionalismo -
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anima, che la rende incapace ed indegna di comunicare con | Dio | e viver di lui. In secondo luogo, la morte importa un male |
Il razionalismo -
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e tanti altri. L' ordinazione ed il proposito fatto da | Dio | di elevare ad una sfera soprannaturale la natura umana, non |
Il razionalismo -
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e di esortar pur essi a CREDER CIECAMENTE alla parola di | Dio | che è per sè luce bastevole, senza più. [...OMISSIS...] , |
Il razionalismo -
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chiamandolo [...OMISSIS...] , e quando vuole fino che un | Dio | sia morto per soddisfare alla divina giustizia, e sanarne |
Il razionalismo -
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della ragione colla concupiscenza, che così non dovesse un | Dio | ottimo e sapientissimo averlo creato, [...OMISSIS...] . |
Il razionalismo -
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morale da quello stato, qualunque esso sia, nel quale un | Dio | sapiente ed ottimo dee averla creata. Ora il De Rossi |
Il razionalismo -
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od integra dallo stato presente. Supposto l' uomo creato da | Dio | nello stato di natura pura o di natura integra, Iddio l' |
Il razionalismo -
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umanità non ha, senza la grazia, quest' amor naturale di | Dio | così facile e perfetto; perchè la sua volontà è moralmente |
Il razionalismo -
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immensa fra l' uomo caduto e l' uomo che fosse creato da | Dio | in istato di pura od integra natura, [...OMISSIS...] . E |
Il razionalismo -
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od integra natura, [...OMISSIS...] . E quest' avversione da | Dio | non è già una relazione mentale o esterna, come pretendono |
Il razionalismo -
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e innondò sempre la terra. Così non può essere stata da | Dio | creata, nè pure nell' ipotesi, ch' egli l' avesse lasciata |
Il razionalismo -
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viziata e peccatrice, perchè non si solleva colla volontà a | Dio | soprannaturalmente conosciuto (al che le mancano le forze), |
Il razionalismo -
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perchè l' uomo in essa costituito non si leva a | Dio | colla sua volontà impotente; ma perchè è lontano dalla sua |
Il razionalismo -
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grazia, siamo peccatori, figliuoli dell' ira, inimici di | Dio | e almeno negativamente avversi a Dio, [...OMISSIS...] . |
Il razionalismo -
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dipende dunque dalla cosa in sè, ma dal positivo decreto di | Dio | l' esser peccato la nudità della grazia, che per se non è |
Il razionalismo -
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non che ci sarebbe senso nel dire, che un decreto con cui | Dio | decretò di dare agli uomini un dono, sia obbligatorio anche |
Il razionalismo -
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uomini, a cui questo dono non è dato? quel decreto di | Dio | poteva essere obbligatorio pel bambino che nasce? ovvero, |
Il razionalismo -
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formalmente peccatore, inimico di Dio, figliuolo d' ira, a | Dio | avverso! »Che stupore per una simile creatura a tale |
Il razionalismo -
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Tommaso comprende più cose: 1 l' elevazione della mente a | Dio | soprannaturalmente conosciuto: 2 la rettitudine naturale |
Il razionalismo -
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gli stessi nostri avversarii, dopo distinto l' amore di | Dio | soprannaturale, e l' amor di Dio naturale che si conteneva |
Il razionalismo -
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dopo distinto l' amore di Dio soprannaturale, e l' amor di | Dio | naturale che si conteneva nell' originale giustizia, dice, |
Il razionalismo -
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che nel peccato originale rimase perduto non che l' amor di | Dio | soprannaturale, ma anche il naturale: [...OMISSIS...] . Di |
Il razionalismo -
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della natura umana, nell' ipotesi che fosse creata da | Dio | senza grazia, ma in pari tempo senza vizio. Obbiezione 3. |
Il razionalismo -
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natura non iscaduta per cagion di peccato, ma formata da | Dio | medesimo, nel qual caso non avrebbero ragione di colpa . |
Il razionalismo -
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della natura stessa, e che l' uomo potesse esser creato da | Dio | in tale stato, benchè anche ciò per via di mera congettura, |
Il razionalismo -
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quale egli dichiara essere LA MANCANZA DI SUBORDINAZIONE A | DIO | DELLA VOLONTA` (2). Obbiezione 4. Quel naturale difetto col |
Il razionalismo -
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nè soprannaturalmente. Dunque l' uomo creato da | Dio | con questa pugna, benchè non potesse amare Iddio sopra |
Il razionalismo -
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il grado della pugna: non è un dire che l' uomo creato da | Dio | nell' ordine naturale potesse avere quella stessa terribil |
Il razionalismo -
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. Dove mai dice questo S. Tommaso dell' uomo creato da | Dio | senza peccato e lasciato da lui all' ordine della natura? |
Il razionalismo -
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dà certamente peccato, all' incontro nell' uomo creato da | Dio | senz' ordine soprannaturale non pone mai il santo Dottore |
Il razionalismo -
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natura umana, e quindi si troverebbe in un uomo creato da | Dio | senza la grazia santificante. Risposta . Questa obbiezione |
Il razionalismo -
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avversione a Dio? quest' abito può egli esser creato da | Dio | stesso colla natura? o l' abito non è sempre cosa distinta |
Il razionalismo -
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della stessa umana natura, di maniera che creata da | Dio | priva dell' ordine soprannaturale, ella dovesse seco |
Il razionalismo -
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un male morale che sia tale per essenza, com' è l' odio di | Dio | o del prossimo, l' amore della menzogna, l' amore |
Il razionalismo -
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materiale , che è la cosa considerata in se, per esempio | Dio | e il prossimo in se stessi; non è questo, a cui si |
Il razionalismo -
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legge vetante. C' è l' oggetto intellettuale , per esempio | Dio | e il prossimo presenti meramente all' intelletto; nè pur a |
Il razionalismo -
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prossimo della legge vetante. La legge vieta l' odio di | Dio | e del prossimo . L' oggetto prossimo della legge vetante è |
Il razionalismo -
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volontà: la legge vieta quella mala adesione . L' odio di | Dio | e del prossimo per sè ed assolutamente la deturpa. Il male |
Il razionalismo -
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sue forze morali, non sarà obbligato neppure a domandare da | Dio | aiuto coll' orazione. Poichè a qual fine lo dimanderebbe? |
Il razionalismo -
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dicendo, che colla preghiera essi poteano bene ottener da | Dio | la grazia della continenza (1). I nostri maestri avrebbero |
Il razionalismo -
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del mondo da esso operata, e la dimostra opera d' un | Dio | fatto uomo; così il sistema, che riduce ogni male morale |
Il razionalismo -
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dal godere una piena felicità, se questa non gli è da | Dio | misericordiosamente levata; perchè la piena felicità non si |
Il razionalismo -
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stesso, ma è necessitato di starsi in istato di peccato, se | Dio | nol libera, quia sponte , dice S. Agostino, [...OMISSIS...] |
Il razionalismo -
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due cose, 1 che l' abito malvagio è male morale , ed a | Dio | odioso, 2 che ha seco congiunto come naturale appendice il |
Il razionalismo -
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originale, male morale, consistente in un' avversione a | Dio | della sua volontà, la qual volontà si mette colla stessa |
Il razionalismo -
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volontà verso quella giustizia che è tale agli occhi di | Dio | (2); III Che l' uomo, anche così giustificato, non può |
Il razionalismo -
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può perseverare nella giustizia senza uno speciale aiuto di | Dio | (3). Tanto impotente è l' uomo senza la grazia. Rimane a |
Il razionalismo -
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il contrario ne verrebbe l' assurdo, che la grazia fosse da | Dio | dovuta, e non fosse quindi più grazia. Pongasi dunque l' |
Il razionalismo -
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peccare (3). Ora potrà egli scusarsi al tribunale di | Dio | dicendo che è condannato per necessità? Non potrebbe |
Il razionalismo -
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Onde a tutti i singoli loro discendenti era destinato da | Dio | il mezzo sicuro e facile d' esser sempre santi e felici; e |
Il razionalismo -
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IV E oltracciò egli è certo, in quarto luogo, che essendo | Dio | sommamente buono, nè pur avrebb' egli permesso il peccato |
Il razionalismo -
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tramandato a' loro posteri non più ciò che avevano da | Dio | ricevuto di salutare, ma ciò che da sè avean contratto di |
Il razionalismo -
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ed alla sola esistenza di Dio, senza la fede esplicita in | Dio | come rimuneratore del bene e del male (3); dottrina |
Il razionalismo -
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ad adempirla, sarebbe costui, non punto io ne dubito, da | Dio | soccorso. Perocchè, come dice S. Agostino, [...OMISSIS...] |
Il razionalismo -
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il definirsi questo con piena certezza nel caso reale, e a | Dio | solo suol essere pienamente noto. Laonde l' uomo che opera |
Il razionalismo -
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all' ordine delle cose soprannaturali, e al regno di | Dio | favorisce oltremodo la tendenza di questo secolo d' |
Il razionalismo -
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dei PP. Arduino e Berruyer. La « Storia del popolo di | Dio | » di quest' ultimo, di cui s' era promessa la correzione, |
Il razionalismo -
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sopra S. Paolo dell' Arduino e della « Storia del popolo di | Dio | » del suo confratello, e si riscontrino agli originali |
Il razionalismo -
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rendevasi anche indegno della grazia, in cui era stato da | Dio | costituito. La giustizia originale in generale è riposta da |
Il razionalismo -
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volontà e la volontà ubbidisce al lume della ragione ed a | Dio | (1). Egli è chiaro, che supponendo l' uomo creato senza la |
Il razionalismo -
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soprannaturale di Dio, è ciò che chiamano avversione da | Dio | . Essi insegnano adunque che la piega o conversione alla |
Il razionalismo -
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originale che tutti i cristiani credono sulla parola di | Dio | rivelante proposta loro dalla santa Chiesa, c' insegna |
Il razionalismo -
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quella in cui l' uomo personalmente esiste è nella mano di | Dio | che se l' ha presa; e la guarda; se pure il libero arbitrio |
Il razionalismo -
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peccato reca due mali effetti nell' anima, l' avversione a | Dio | (macchia e reato), e l' inclinazione ad un simile atto (1); |
Il razionalismo -
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nell' ordine della giustizia naturale aiuti morali da | Dio | naturalmente conosciuto, ed impetrarli ancorchè non dovuti. |
Il razionalismo -
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alla giustificazione la disponessero; perciò conveniva, che | Dio | stesso operasse quasi una creazione novella e colla sua |
Il razionalismo -
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di Cristo. Il vangelo è nella virtù di Dio: ma la virtù di | Dio | non soccorre all' infermità dell' uomo, se l' uomo ricusa |
Il razionalismo -
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da sè secondo la natura senza bisogno della grazia di | Dio | (1) non è un confessare la propria infermità; ma stabilire |
Il razionalismo -
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grazia conciliandolo col libero arbitrio e colla bontà di | Dio | che vuol tutti salvi; e il gran timore di cadere nell' |
Il razionalismo -
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exscusationes in peccatis »? Esaltate adunque la bontà di | Dio | che vuol tutti salvi, e ne dà i mezzi a tutti quelli che li |
Il razionalismo -
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dimenticate, che quella bontà è santità essenziale: e che | Dio | è buono perchè vuol santi gli uomini, prima ancor che |
Il razionalismo -
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meno e guadagnare più che oggi non fate. Figli tutti di | Dio | e fratelli in Lui e tra noi, noi siamo chiamati a formare |
Doveri dell'uomo -
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fosse vero, la piaga della miseria sarebbe insanabile; e | Dio | tolga, o fratelli miei, che io possa mai gittare, convinto, |
Doveri dell'uomo -
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aspirazioni, questa risposta disperata, atea, immorale. | Dio | ha statuito per voi un migliore avvenire, che non è quello |
Doveri dell'uomo -
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VI, e p. 15 7 16), supponendovi un subietto massimo, fu il | Dio | di Platone corrispondente al «to proton hen» dei Pitagorici |
Sulle categorie e la dialettica -
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che così l' intenda Platone si ha manifesto dal Timeo, dove | Dio | è chiamato «o to pan xynistas» (4), come altrove è da lui |
Sulle categorie e la dialettica -
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. E ancora dice, che il Mondo reale fu fatto da | Dio | come un solo vivente simile al Mondo intelligibile che è |
Sulle categorie e la dialettica -
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e l' altro , quest' altro è relativo all' uno emanato da | Dio | come elemento ( «peras»), e però s' applica non solo a Dio |
Sulle categorie e la dialettica -
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Dio come elemento ( «peras»), e però s' applica non solo a | Dio | da cui è emanato, ma anche alla materia ideale o reale ( |
Sulle categorie e la dialettica -
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uno come tutto, l' idea o forma di tutte le parti, ed era | Dio | come altro dall' uno emanato; e quello che era contenuto da |
Sulle categorie e la dialettica -
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si fa colla dialettica stessa che considerare quello che a | Dio | convenga e che non gli convenga. Onde, trapassata la stessa |
Sulle categorie e la dialettica -
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e l' altre che si vogliono definire. In secondo luogo il | Dio | di Plotino, detto ugualmente l' Uno, il Primo, il Bene, è |
Sulle categorie e la dialettica -
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Plotino, detto ugualmente l' Uno, il Primo, il Bene, è un | Dio | imperfetto, e non si può descriverlo perfetto se non con un |
Sulle categorie e la dialettica -
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con ogni altro concetto (2). Per questa stessa ragione il | Dio | di Plotino è ridotto ad una vanissima ed astrattissima |
Sulle categorie e la dialettica -
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che questo reale sia una produzione necessaria e diretta di | Dio | medesimo. Certo egli suppone, che, col semplice generare la |
Sulle categorie e la dialettica -
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simili, e poscia il dire che la scienza si predica di | Dio | e dell' uomo analogicamente, riesce un favellare inesatto. |
Sulle categorie e la dialettica -
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scienza dell' uomo all' uomo, l' abbia pure la scienza di | Dio | a Dio; giacchè la scienza dell' uomo sta all' uomo come un |
Sulle categorie e la dialettica -
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all' uomo come un abito al soggetto, quando la scienza di | Dio | sta a Dio con relazione d' identità. Noi diremo dunque |
Sulle categorie e la dialettica -
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come un abito al soggetto, quando la scienza di Dio sta a | Dio | con relazione d' identità. Noi diremo dunque proporzionali |
Sulle categorie e la dialettica -
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e limitate; onde si dice che tali qualità si predicano di | Dio | analogicamente . Quelle cose adunque che conosciamo |
Sulle categorie e la dialettica -
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natura dell' essere assoluto, non si possono predicare di | Dio | analogicamente, ma solo metaforicamente (1), come accade |
Sulle categorie e la dialettica -
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metaforicamente (1), come accade quando si attribuiscono a | Dio | il volto, le mani od i piedi. Ma quelle cose che di natura |
Sulle categorie e la dialettica -
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appartenere all' essere assoluto, queste si attribuiscono a | Dio | analogicamente a cagione della limitazione in cui tali cose |
Sulle categorie e la dialettica -
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la vede, è limitato e finito: la cosa adunque si predica di | Dio | veramente; ma il modo, con cui l' uomo la percepisce, si |
Sulle categorie e la dialettica -
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ma il modo, con cui l' uomo la percepisce, si predica di | Dio | solo analogicamente. E poichè l' uomo non può svestire |
Sulle categorie e la dialettica -
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dice in generale, che tali doti e pregi sono predicati di | Dio | analogicamente. Sei adunque sono le predicazioni traslate: |
Sulle categorie e la dialettica -
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operetta che ha per titolo « Itinerario della mente a | Dio | », che qui riproduco: [...OMISSIS...] . Il quale argomento |
Sulle categorie e la dialettica -
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ragione è giustificata); ovvero egli si fa un Dio, cioè un | Dio | falso, che prende a calunniare le opere del Dio vero. La |
Sulle categorie e la dialettica -
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cioè un Dio falso, che prende a calunniare le opere del | Dio | vero. La superbia di Satana è dunque ancora nel sistema di |
Sulle categorie e la dialettica -
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concetto delle cose finite. Ritorna dunque il bisogno di un | Dio | per chi non vuole rinunziare alla ragione. In appresso Kant |
Sulle categorie e la dialettica -
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appresso Kant passa a sostenere, che, quantunque l' idea di | Dio | non provi l' esistenza di alcun essere realmente esistente, |
Sulle categorie e la dialettica -
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i principii del suo giudizio? Sono, che l' esistenza di | Dio | è una illusione trascendentale. Non conosciamo dunque |
Sulle categorie e la dialettica -
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egli contiene non già una dimostrazione dell' esistenza di | Dio | ma bensì una dimostrazione della necessità dell' essere |
Sulle categorie e la dialettica -
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quanto cade nel pensiero, e perciò l' uomo, il mondo, e | Dio | stesso, conveniva ridursi al solo IO. Egli moveva da questo |
Sulle categorie e la dialettica -
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una parte, e dall' altra affermo un cavallo, una stella, o | Dio | stesso, è la coscienza, che ho di tutte queste cose, che mi |
Sulle categorie e la dialettica -
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se fosse posto, non avrebbe bisogno di porsi. Dunque il | Dio | di Fichte s' è cangiato d' un tratto logicamente nel NULLA |
Sulle categorie e la dialettica -
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sempre imperfetto. Così doveva essere, acciocchè un tal | Dio | potesse convertirsi nel nulla colla stessa facilità (mi si |
Sulle categorie e la dialettica -
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a concepire il desiderio, come suppone Fichte, di rendere | Dio | sè stesso; il qual desiderio mostruosissimo altro non |
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ma solo tende a rendersi uguale a Dio. Ma che cosa è questo | Dio | di Fichte? E` l' idea infinita dell' Io; quello che chiama |
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chiama Io puro, e che pone l' Io empirico: ponendo questo | Dio | non si esce dall' Io umano. E` un Dio ideale che |
Sulle categorie e la dialettica -
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ponendo questo Dio non si esce dall' Io umano. E` un | Dio | ideale che continuamente tende a realizzare sè stesso, ed è |
Sulle categorie e la dialettica -
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falso, per dirlo di nuovo, che l' uomo tenda a divenire un | Dio | realizzato; come è falso che l' ideale dell' uomo sia |
Sulle categorie e la dialettica -
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la coscienza all' Io empirico. Ma un assoluto, e un | Dio | senza coscienza, non può essere un assoluto, e un Dio; ma |
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fondamento una ragione , sono cieche: la volontà stessa di | Dio | dee essere sempre guidata da un lume intellettivo: onde non |
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» (1), alla parola Io sostituì finalmente la parola | Dio | . Se questo filosofo avesse potuto vivere una vita due |
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essere, ed ogni altro essere possibile. Ma come nascon da | Dio | le cose? Ecco lo scoglio perpetuo di que' filosofi che |
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Fichte adunque pose Iddio , e una estrinsecazione di | Dio | . L' essere di Dio avente quasi due facce: la faccia |
Sulle categorie e la dialettica -
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pose Iddio , e una estrinsecazione di Dio . L' essere di | Dio | avente quasi due facce: la faccia interna, accessibile solo |
Sulle categorie e la dialettica -
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che viene anche chiamata dal filosofo « « l' essere di | Dio | fuori del suo essere » ». Questo essere di Dio fuori del |
Sulle categorie e la dialettica -
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l' essere di Dio fuori del suo essere » ». Questo essere di | Dio | fuori del suo essere è anche detto il sapere di Dio, e |
Sulle categorie e la dialettica -
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nel linguaggio di Fichte ad imagine . Questo solo schema di | Dio | può essere fuori di Dio, non propriamente come un effetto, |
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a cui raggiunse Schelling la sua fabbrica. Ma accettando il | Dio | di Fichte, ricusò d' accettare la connessione che Fichte |
Sulle categorie e la dialettica -
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la connessione che Fichte avea stabilito fra questo | Dio | e l' altre cose, la quale consisteva in dichiarare l' uomo |
Sulle categorie e la dialettica -
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e non vivo e divino. La separazione dunque del mondo da | Dio | rimaneva così senza spiegazione. D' altra parte il Dio di |
Sulle categorie e la dialettica -
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da Dio rimaneva così senza spiegazione. D' altra parte il | Dio | di Fichte era fuori della coscienza umana, e non si poteva |
Sulle categorie e la dialettica -
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quale tutte le cose contingenti vengano identificate con | Dio | ». Ognuno sente quanto vi ha d' arbitrario e di falso in |
Sulle categorie e la dialettica -
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che fu la detta eredità, avessero il medesimo oggetto, cioè | Dio | con due diverse manifestazioni, che sono natura e spirito, |
Sulle categorie e la dialettica -
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con Dio, questa ragione manca; perchè il concetto di | Dio | svanisce ogni qualvolta si pone in esso limitazione o |
Sulle categorie e la dialettica -
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delle limitazioni apparenti; b ) Se le limitazioni di | Dio | sono apparenti, esse debbono apparire a qualche essere, |
Sulle categorie e la dialettica -
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non sarebbero apparenti. Ma questo essere non può esser | Dio | stesso, perchè Iddio non può far apparire sè limitato a sè |
Sulle categorie e la dialettica -
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altro che unire il desiderio , l' aspirazione istintiva a | Dio | di Jacobi, colla vuota oggettività del pensiero di Kant. |
Sulle categorie e la dialettica -
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ontologico, fonte delle cose, è ciò che costituisce il | Dio | Giobertiano. Confuso il reale e l' ideale in uno, |
Sulle categorie e la dialettica -
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questo: e l' uomo è l' uditore passivo di ciò che l' Idea - | Dio | pronuncia (benchè talora pronuncii a sproposito). Il che |
Sulle categorie e la dialettica -
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Finalmente, potendosi (benchè in altro senso) attribuire a | Dio | stesso, convertì il suo nulla in Dio; e fece travedere, |
Sulle categorie e la dialettica -
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dei modi in opposizione alla sostanza; perocchè in | Dio | non v' hanno modi realmente distinti dalla sostanza |
Sulle categorie e la dialettica -
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in più errori. Poichè primieramente suppone che le idee di | Dio | sieno i modi di Dio, cosa assurdissima: conciossiacchè non |
Sulle categorie e la dialettica -
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modi di Dio, cosa assurdissima: conciossiacchè non v' ha in | Dio | altre idee realmente distinte che il Verbo divino; e il |
Sulle categorie e la dialettica -
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poi al Verbo, qualora piacesse di chiamarlo un modo in cui | Dio | è, non dovrebbe in ogni caso dirsi che egli è un modo della |
Sulle categorie e la dialettica -
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atti di possessione differiscano dalle idee di Dio, e da | Dio | stesso, per la ragione medesima. Se poi differiscono, già i |
Sulle categorie e la dialettica -
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per la ragione medesima. Se poi differiscono, già i modi di | Dio | non sono più tre (le tre idee), ma per lo meno sei: |
Sulle categorie e la dialettica -
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di relazione sono idee astratte, onde non possono essere in | Dio | distinte come vengono significate dalle parole, nè l' idea |
Sulle categorie e la dialettica -
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delle cose a cui si riferiscono. Se dunque si pone in | Dio | l' idea dell' uno come suo modo, forz' è che prima dell' |
Sulle categorie e la dialettica -
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idea astratta e generica dell' uno, vi sia l' idea d' un | Dio | uno; e innanzi questa, la percezione di sè stesso: e così i |
Sulle categorie e la dialettica -
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la percezione di sè stesso: e così i modi e le idee di | Dio | si moltiplicano grandemente sopra il numero tre a cui le |
Sulle categorie e la dialettica -
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l' idea di varietà, il che porrebbe, se non successione in | Dio | e generazione d' idee, almeno più atti distinti, e quasi |
Sulle categorie e la dialettica -
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il sistema stesso di Cousin che pretende trovare in | Dio | tre modi, ossia tre idee e non più (1). 7 Le stesse |
Sulle categorie e la dialettica -
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questa è l'opera della fede, della fede nella missione che | Dio | ha dato alla creatura umana qui sulla Terra, nella |
Doveri dell'uomo -
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scopo: sviluppo libero progressivo di tutte le facoltà che | Dio | ha messo in germe nella sua creatura. Cerchiamo che Dio |
Doveri dell'uomo -
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che Dio ha messo in germe nella sua creatura. Cerchiamo che | Dio | regni sulla terra siccome nel Cielo, o meglio che la terra |
Doveri dell'uomo -
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il naturale veicolo, pel quale la mente umana si solleva a | Dio | . Il vizio del sistema cominciò ad apparire, come sempre |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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un altro principio erroneo, quello che ci possa essere in | Dio | vera composizione, come accadrebbe se Dio fosse Dio per la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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possa essere in Dio vera composizione, come accadrebbe se | Dio | fosse Dio per la sua forma, e non dipendesse dall' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in Dio vera composizione, come accadrebbe se Dio fosse | Dio | per la sua forma, e non dipendesse dall' imperfezione del |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cristiana. Rimanevano le altre due. Chi avesse collocati in | Dio | gli universali sarebbe venuto al platonismo: chi li avesse |
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anteriori di maggior polso, onde riposero gli universali in | Dio | ed anco nelle cose create. Evitando essi uno scoglio |
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quello del panteismo . Poichè se gli universali sono in | Dio | come reali e sussistenti, non si possono più ricacciare l' |
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reali ridotte all' essere reale erano con questa riduzione | Dio | stesso: perchè l' essere reale è certamente Dio. Se dunque |
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Dio. Se dunque le idee reali si riducono da una parte in | Dio | che è l' essere reale , e dall' altra sono nelle cose colla |
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in cui tutte rientrano, l' essere reale essendo | Dio | (se rimane in questo sistema creazione , come pur vogliono |
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soprannaturale; la prima « è quella cognizione di | Dio | che l' uomo ha mediante le idee », la seconda « è quella |
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ha mediante le idee », la seconda « è quella cognizione di | Dio | che l' uomo ha per una percezione intellettiva di Dio |
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di Dio che l' uomo ha per una percezione intellettiva di | Dio | stesso »: in questa s' apprende la realità divina, non già |
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e lo fece prima e ineffabilmente in Cristo, Verbo di | Dio | incarnato, poi, e certo in un altro modo, in molti altri |
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riempire quest' ammanco della sua cognizione, raggiungendo | Dio | stesso nella sua reale sostanza. E a tal fine, non |
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pretendono lavorare col loro pensiero, cioè la realità di | Dio | , devono necessariamente tessere con fili immaginari, e |
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della dottrina soprannaturale, che riguarda la realità di | Dio | e l' unione intima di questa colla realità umana, ricevono |
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intellettive si eccitano da una causa soprannaturale, che è | Dio | stesso, essere realissimo, che immediatamente e |
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le idee proprie dell' uomo per Platone siano produzioni di | Dio | e non qualche cosa d' essenziale a Dio stesso (2): siano |
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siano produzioni di Dio e non qualche cosa d' essenziale a | Dio | stesso (2): siano cioè la prima produzione, il disegno, l' |
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ad un tempo e intelligibile e intelligente. Tale è il | Dio | d' Aristotele, tale anche la mente umana. L' oggetto non è |
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trovato pur d' allora: le forme delle cose si riducono in | Dio | che n' è principio, causa formale egli stesso del mondo |
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divina, onde conchiude, [...OMISSIS...] , « poichè questo è | Dio | »(1): questo, dico, lo riconosce necessario per ispiegare |
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l' oggetto della Teologia detta anche Prima Filosofia, ed è | Dio | stesso. Ma che cosa è questo Dio d' Aristotele? |
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Prima Filosofia, ed è Dio stesso. Ma che cosa è questo | Dio | d' Aristotele? Primieramente è la causa immediata de' |
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cui fossero? No, certamente; ma la sede delle sue idee era | Dio | stesso, al che vedemmo riuscire lo stesso Aristotele. L' |
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soddisfa a questa condizione dando per subietto delle idee | Dio | stesso. E questo non è già un fuor d' opera nel sistema di |
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Stallbaum non doversi già credere, che Platone faccia di | Dio | un' idea, o il complesso delle idee (3); il che ben |
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del letto, chi la fa dunque? E risponde: indubitatamente | Dio | (2); dimostra anche di più, che il letto che serve d' |
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Come poi il legnaiuolo imita e ricopia il letto fatto da | Dio | (l' essenza del letto), così il pittore imita e ricopia il |
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sola materia specifica. Il nome dunque, che Platone dà a | Dio | di «phyturgos», piantatore, o autore della natura, ha virtù |
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cose, e tutti e tre questi elementi si dicono provenire da | Dio | che è il bene stesso, a tutte le cose superiore. Ora da |
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secondo potere è il vestigio appunto di quel potere che ha | Dio | di creare. Poichè come l' uomo imaginando e affermando si |
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(1). Nella dottrina di Platone, ricevendo la materia da | Dio | l' esistenza, si trova la ragion sufficiente, per la quale |
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, ed è il lume dell' umana intelligenza, il lume di | Dio | segnato nell' anima umana, il qual lume perciò Platone lo |
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il qual lume perciò Platone lo distingue sapientemente da | Dio | stesso, e nol confonde punto con lui; come faceva, e in |
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esso visibili. [...OMISSIS...] Il lume dunque, che viene da | Dio | al mondo, è ciò che Platone chiama il Figliuolo del Bene, |
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del Bene, cioè di Dio, e dice, che è generato analogo a | Dio | stesso [...OMISSIS...] , cioè simile per via di |
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ma questo lume e queste idee vengono, secondo Platone, da | Dio | stesso, salvo che egli non conobbe, come sembra, in che |
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nel sistema di Platone tutto ciò che è nel mondo viene da | Dio | e tutto è connesso. Che se in descrivendo la produzione |
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agitata tra' più recenti eruditi della Germania « Se il | Dio | di Platone sia il Bene o l' Idea del Bene ». La quale noi |
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ed ombre. Il che intende quando nel « Fedro » dice, che « « | Dio | è divino, perchè è colle idee » » (1). Infatti contenendo |
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movimento; quand' anzi Platone appunto per ispiegare come | Dio | possa essere causa delle cose, [...OMISSIS...] , gli dà un' |
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intrinsecamente. Laonde io stimo che quest' anima di | Dio | sia diversa da quella creata e partecipata che Platone dà |
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d' idee, che pensò Iddio per formare il mondo, è in | Dio | ed appartiene a Dio, benchè da Dio si distingua «kata |
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formare il mondo, è in Dio ed appartiene a Dio, benchè da | Dio | si distingua «kata logus», e distinto così l' esemplare dal |
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sono quelle che costituiscono l' Esemplare del mondo, da | Dio | in se stesso col suo pensiero prodotto, quando volle creare |
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distinti dall' eterno divino esemplare, e molto più da | Dio | stesso che lo vide. Secondo l' ordine logico, l' ordine di |
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ma è un' astrazione della mente. Che anzi dicendo non che | Dio | facesse nell' anima già compiuta i corpi, ma tutto ciò che |
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(1), seguita poi da Platone, che il corpo sia stato da | Dio | formato nell' anima. Poichè, come dice Platone stesso, lo |
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s' estende a tutto lo spazio immensurato, s' intende, come | Dio | poteva, anche prima di creare il corpo, assegnare delle |
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di numeri rappresentanti ragioni armoniche, fu divisa da | Dio | tutta per lungo, di che si ebbero due serie, ciascuna |
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qual luogo s' osservi che: 1 Dice che il corpo fu fatto da | Dio | tosto dopo ultimata la costituzione dell' anima, «meta |
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in se stesso considerato. Ma poichè questo esemplare era da | Dio | pensato, affinchè a sua norma si potesse produrre il mondo |
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mondo, vero subietto di tali vicissitudini. La natura di | Dio | dunque nulla avendo di tali cose, non potea nè pure |
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dunque sebbene eterno in se stesso, perchè ab aeterno da | Dio | pensato, riceve dall' atto della divina volontà, che si |
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mutabile, realizzando in sè quella obiettiva mutazione. A | Dio | dunque, dice Platone, e all' esemplare, come oggetto, non |
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ampiamente per quali ragioni Platone volle distribuite da | Dio | le anime seminali ai corpi celesti, l' affinità o |
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tre cose, secondo Platone, le idee eternamente da | Dio | pensate, intelligibili, le anime spirituali ed insensibili |
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più esteso di quello de' sensibili, perchè vien posto da | Dio | nell' anima avanti della produzione di questi. Vi ha dunque |
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l' anima essendo con una così perfetta sapienza ordinata da | Dio | secondo l' eterno esemplare, procede che noi dai sensibili |
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come dicemmo, sono assomigliate ad un giogo imposto da | Dio | all' anima ed alle cose, dal quale, insieme connesse, |
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sia posto da Platone come elemento mesciuto e rimestato da | Dio | nella sostanza dell' anima. Onde nel Fedone dice che all' |
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fatta partecipe. Noi dicemmo che l' oggetto proposto da | Dio | all' intuizione naturale dell' anima non è, secondo |
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intuizione naturale dell' anima non è, secondo Platone, | Dio | stesso, ma il divino esemplare del mondo, che alcun' anima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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alla cognizione, alla contemplazione, all' amore di | Dio | stesso. Pure Iddio è tal cosa che sta ancora più su di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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rimane come dipinta e formata una certa imagine di | Dio | [...OMISSIS...] (1). Questa certa cognizione poi, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cominciato per opera di Dio: secondo Aristotele è eterno, e | Dio | non fa che imprimergli ab aeterno di continuo il primo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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appiccicata. Ma non potè attribuire alla libera volontà di | Dio | tali eventi accidentali, perchè egli avea chiuso Dio in lui |
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di Dio tali eventi accidentali, perchè egli avea chiuso | Dio | in lui stesso, e privato d' ogni efficienza nella natura, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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Aristotele. Se questo filosofo avesse potuto concepire un | Dio | creatore, sarebbe altresì giunto a sciogliere la difficoltà |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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pensare che le cose mondiali fossero comprese in Dio, e da | Dio | nella loro natura propria conosciute. La conciliazione |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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che vedere, [...OMISSIS...] (2). Avendo dunque tolto a | Dio | la cognizione delle cose mondiali, gli tolse del pari la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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più di tutti sublime si tenesse dal puro atto , ossia da | Dio | e tra l' uno e l' altro estremo gli enti medŒ si |
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nell' istesso atto dell' intellezione di sè stessa, onde al | Dio | d' Aristotele vien meno l' onniscienza, l' onnipotenza, e |
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il concetto. Poichè attribuendo a questo suo | Dio | una natura comune, distrugge con ciò quello stesso Dio, che |
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le forze di muoversi sono già insite nella natura; e il | Dio | d' Aristotele non è che l' ultimo termine di questo |
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alla luce del cristianesimo: cioè colla dottrina che fa di | Dio | un atto puro che non ha nulla affatto di comune coll' altre |
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ci fosse un' essenza (non la semplice esistenza) comune a | Dio | ed alle cose mondiali, quest' essenza sarebbe superiore a |
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ed alle cose mondiali, quest' essenza sarebbe superiore a | Dio | ed alle cose mondiali, e da essa dipenderebbe l' uno e le |
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una forma dell' intelligenza, colla quale si conoscerebbe | Dio | e le cose mondiali, cioè si conoscerebbe Dio con un lume |
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conoscerebbe Dio e le cose mondiali, cioè si conoscerebbe | Dio | con un lume che non sarebbe suo proprio, ma comune alle |
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la teologica »(4) »; dove manifestamente chiama scienza di | Dio | o teologia quella che tratta delle pure forme . Ma nasce il |
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all' Ente separabile, sostanza prima e singolare, Bene, | Dio | (1); 2 Che ogni scienza ed anco la prima filosofia tratti |
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quali sussiste da sè separato da ogni passione, e quest' è | Dio | sostanza suprema e singolare, l' altro poi è la specie |
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quale non ammette con Platone che l' universo sia creato da | Dio | come da un artefice, sull' esemplare delle proprie eterne |
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ottimo. Laonde e la vita, e il sempre continuo ed eterno in | Dio | inesiste. Poichè questo stesso è Dio »(5) ». Sono queste le |
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continuo ed eterno in Dio inesiste. Poichè questo stesso è | Dio | »(5) ». Sono queste le più magnifiche parole, o certo tra |
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le più magnifiche, che siano state pronunciate intorno a | Dio | da un filosofo gentile. Ma il nesso accennato in esse, tra |
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lascia la dottrina aristotelica. Avendo Aristotele tolto a | Dio | ogni azione sul mondo e lasciatogli solo l' essere |
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che cosa è il divino che move tutte cose in noi, come | Dio | nel mondo, [...OMISSIS...] ? E` un principio diverso dalla |
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la mente in eccellenza e la volontà, [...OMISSIS...] . E` | Dio | stesso, [...OMISSIS...] . Convien dunque dire che la mente |
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la mente sia qui presa in senso subiettivo, e che nomini | Dio | lo stesso oggetto intelligibile. Così si può rendere |
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ad ammettere il divino ultimato, la specie ultimata, | Dio | stesso nella natura, il che conduce ad una sorte di |
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senza farla derivare da una qualunque comunicazione di | Dio | stesso (3). Come abbiamo già osservato, fortissimo è il |
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così lo spiega il suo commentatore Simplicio. Ma se questo | Dio | è veramente incorporeo, come poi trova necessario che a lui |
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mente, verso cui tutte aspirano; non a dir vero come da un | Dio | creatore, ma come da un Dio che somministra a tutto le |
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non a dir vero come da un Dio creatore, ma come da un | Dio | che somministra a tutto le forme, e però condizione e |
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sembra questo, che le tre cause riunite originariamente in | Dio | si dividano discendendo alle cose mondiali. Laonde per |
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l' uomo verrebbe a sapere più di Dio, perchè essendo | Dio | la mente separata e non avendo questa che i primi |
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è mente, essendo Dio, come lo chiama Aristotele, questo | Dio | inesistente nell' uomo, anzi in tutti gli uomini, conosce |
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pure essenze, prive di materia, generi e specie. Onde, come | Dio | puro da ogni veste, non conosce che l' ottimo, ma come Dio |
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Dio puro da ogni veste, non conosce che l' ottimo, ma come | Dio | nell' uomo conosce le essenze determinate, che sono e non |
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che ogni astro abbia una mente separata, ossia un | Dio | immoto intelligibile, appetendo il quale si mova colle sue |
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al supremo perchè appetiti da' singoli astri, quando il | Dio | sommo è l' appetito di tutta l' università delle cose (2). |
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delle loro differenze (2)? In questo senso dunque il | Dio | d' Aristotele contiene le cose tutte, e però le colloca al |
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Infatti in questo secondo aspetto Aristotele non dà a | Dio | altro, che il concetto di fine , di estremo, di termine a |
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benchè mai non ci arrivi. L' essere separato dunque, il | Dio | d' Aristotele, non ha in sè le specie finite, ripugnanti |
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», che espone la dottrina di Aristotele, si dice che da | Dio | vengono tutte le idee o forme delle cose [...OMISSIS...] in |
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(7). [...OMISSIS...] (1). Egli è dunque manifesto, che il | Dio | d' Aristotele differisce da quello di Platone in questo, |
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sono e sono sempre state ab eterno nelle cose stesse: e il | Dio | Aristotelico non è che l' ottimo intelligibile, appetito da |
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facilità di moversi, [...OMISSIS...] . Ora, se il | Dio | aristotelico non ha in sè le forme finite degli enti |
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ricevuto l' impulso e il moto da' cieli, e se tuttavia il | Dio | aristotelico è mente, è intelligibile primo, facilmente si |
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della sostanza, dice che il bene sostanza « « è la Mente e | Dio | » », [...OMISSIS...] (3), dove prende la Mente e Dio come |
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e Dio » », [...OMISSIS...] (3), dove prende la Mente e | Dio | come sinonimi, indicanti ugualmente il bene sostanza: e, |
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quello essendo comune a tutti gli uomini, questo diverso in | Dio | e diverso in ciascun uomo. E l' obiettività della mente fu |
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Così si spiega come Aristotele chiami or divina, ora anche | Dio | la mente nell' uomo, la faccia eterna, e quella che |
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Aristotelica è questo appunto, come Iddio, cioè il | Dio | supremo, abbia una natura identica a quella della mente |
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mente in atto, che Aristotele dice essere data all' uomo da | Dio | stesso, come uno strumento con cui procacciarsi coll' |
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e la causa finale ultima e separata è il Bene, ossia il | Dio | supremo. La prima filosofia dunque, che è universale e |
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(6), ma più profondamente, tratta specialmente di | Dio | e del Bene (7), e perciò si chiama teologia. Per trovare |
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in modi diversi; 2 e il trattare dell' universale . Come | Dio | e l' universale sono unico oggetto? Ecco quello che |
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questo considerato in atto o in potenza. Tratta dunque di | Dio | e dell' essere comunissimo: e riducendosi all' essere come |
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riferirsi da taluno il movimento « alla mente e a | Dio | »come primo motore. Cercando poi come si divida l' ente in |
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supporre l' esistenza di Dio, l' altra che esse vengono da | Dio | come desiderato, come fine a cui si slancia la natura, il |
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ha quella altresì di benedire cose e persone, aggiungendo | Dio | alle benedizioni della Chiesa le benedizioni proprie, cioè |
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lo spirito della Chiesa, e tali orazioni sono efficaci; 6 | Dio | ascolta sempre le preghiere ed accoglie le offerte fatte |
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genitori il fare molti atti religiosi per lui, derivando da | Dio | al loro fanciullo, già rinato col battesimo, grazie sempre |
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che anco i fanciulli intendono facilissimamente il vocabolo | Dio | come significante un ente massimo cagione del tutto, ed |
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lo meno si maraviglierebbero grandemente del concetto di | Dio | che gli si vuole imprimere, e questo concetto non |
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a riceversi, che, appena concepitolo, già credono che | Dio | esista. Tuttavia non potrebbero i fanciulli accorgersi da |
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fissarne il concetto. Ma che cosa è la cognizione di | Dio | ne' bambini? - Ella è una concezione ed una credenza . - |
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rattamente dell' adulto medesimo; ed appartiene assai più a | Dio | che all' uomo il comunicarsi all' anima semplicetta che sa |
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bene, il bene essenziale: chi non vede che questa idea di | Dio | per chi non vuol esser ateo o inconseguente dev' esser pur |
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i suoi teneri affetti. Ho già detto che dando l' uomo a | Dio | tutti i suoi affetti non li toglie alle altre cose, |
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affetti non li toglie alle altre cose, perocchè queste in | Dio | stesso si riscontrano. Non fa altro che santificarli, |
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che verso l' Essere supremo. Che cosa ordina la legge di | Dio | verso l' Essere supremo? - L' amore: eccone le parole: « « |
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supremo? - L' amore: eccone le parole: « « Amerai il Signor | Dio | tuo di tutto il cuor tuo e in tutta l' anima tua, e in |
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e in tutta la mente tua »(1). » Che cosa ordina la legge di | Dio | a' figliuoli verso i genitori? - L' onore: eccone ancora le |
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Signore Iddio tuo ti darà »(2) ». Perchè riserba l' amore a | Dio | e comanda l' onore a' genitori? Che cosa significa questa |
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e degenerino in corruzione. A tal fine all' onore verso | Dio | suggerito dalla naturale ragione congiunse e contrappose il |
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il precetto dell' onore . Di più, all' onore verso | Dio | congiunse e contrappose l' onore verso i genitori; e all' |
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di ubbidienza e di efficaci servigi: perocchè la legge di | Dio | tutto questo racchiude (3), ed è buon cambio verso a |
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gravità, di che efficacia. Al modo stesso l' onore verso | Dio | vien migliorato e determinato dal comando che in esso dee |
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essi quel finale affetto che i figliuoli debbon dare a | Dio | solo, essi perdano anche quel legittimo che loro è dovuto e |
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acciocchè si sviluppi sufficientemente la grande idea di | Dio | nella mente dell' infante, prima di circondarla d' altre |
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a sentirla altamente questa maestà, quando il pensiero di | Dio | e de' suoi attributi domina in lui, allora tutte le altre |
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sezione precedente. Ma dopo qualche tempo che gli si nominò | Dio | e glielo si fece conoscere come un personaggio |
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comunicazione soprannaturale. La cognizione naturale di | Dio | è sempre ideale negativa (1), perchè l' uomo non percepisce |
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suo pensiero l' entità delle cose; ma col solenne vocabolo | Dio | , ch' egli sente a pronunciare, viene finalmente a |
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che gli è finora apparito. Ecco la prima concezione di un | Dio | distinto dalla natura che si forma nella mente infantile. |
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il bambino apprende a parlare: al terzo ordine il nome di | Dio | che gli suona all' orecchio lo rende già accorto non solo |
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dell' esistenza sua distinta da quella della natura, ma in | Dio | stesso pone l' intelligenza e la bontà che ha cominciato a |
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Al quarto ordine d' intellezioni adunque l' idea di | Dio | può essere divenuta nella mente del bambino quella di una |
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per così dire, ed incarna la cognizione naturale di | Dio | rendendola positiva, ne accelera i progressi, le dà vita, |
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grazia battesimale e s' acquista coll' udire la parola di | Dio | stesso. Il bambino a questà età dee imparare a conoscere |
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a questà età dee imparare a conoscere Cristo non solo come | Dio | umanato, ma come maestro degli uomini, avente una volontà, |
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maniere di unioni. L' unità suprema è formata dall' idea di | Dio | essere essenziale. L' unità di Dio dee dunque rendersi |
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è formata dall' idea di Dio essere essenziale. L' unità di | Dio | dee dunque rendersi dominante nella mente del fanciullo: a |
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dee dunque rendersi dominante nella mente del fanciullo: a | Dio | come a creatore, a conservatore, a fonte di ogni bontà dee |
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Il riferire e rifondere le cose in | Dio | colla maggior generalità possibile di parole è dunque la |
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e intendere ai fanciulli la dominazione dell' idea di | Dio | quasi assorbente tutte le altre. Al terz' ordine rimane la |
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un annullamento, un sacrificio di tutte le altre cose a | Dio | è il secondo grado, il secondo modo di subordinare ciò che |
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si manifesta Iddio come volontà. Cioè dopo essersi distinto | Dio | dalle creature, si distingue in Dio stesso l' ottima |
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dopo essersi distinto Dio dalle creature, si distingue in | Dio | stesso l' ottima volontà dalla sua natura7intellettiva. La |
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sola; è un principio che di nuovo unifica nell' idea di | Dio | le altre idee: è il terzo grado, il terzo modo di fare |
Principio supremo della metodica -
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come intelligenza o superna ragione, allora solamente in | Dio | sono distinte le tre forme del suo essere: la morale, l' |
Principio supremo della metodica -
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all' idea dell' universo, e ultimamente a quella di | Dio | come essenzial sussistenza. Quanto poi all' operare delle |
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perfetta, consiste nel fargli conoscere che anche in | Dio | esiste una volontà, e che questa volontà è altissima, |
Principio supremo della metodica -
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solo affermando che tutte le cose vengono da Dio, che da | Dio | vengono tutti i beni, ch' egli è il fonte d' ogni bontà |
Principio supremo della metodica -
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prenda nel suo cuore un posto più elevato della volontà di | Dio | . Questa diventa la regola suprema , e quella la regola |
Principio supremo della metodica -
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de' genitori veramente cristiani, e che vogliono educare a | Dio | i cari pegni consegnati loro da Dio. Chi volesse fare una |
Principio supremo della metodica -
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fanciullo, quando questi si conduca a conoscere le opere di | Dio | ed i suoi precetti . Ma, oltre questo perfezionamento della |
Principio supremo della metodica -
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. Ma, oltre questo perfezionamento della notizia di | Dio | nella mente fanciullesca, in quest' ordine d' intellezioni |
Principio supremo della metodica -
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nelle tempeste delle tentazioni: tutti gli attributi di | Dio | vi sono compresi, la potenza, la sapienza, la giustizia, la |
Principio supremo della metodica -
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fanno gli ispirati incominciando da' primi profeti, a cui | Dio | parlava per visioni e per segni, fino ai Padri della Chiesa |
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la causa universale di tutte le cose, cioè Dio, e dico | Dio | non considerato solo come causa efficiente, ma di più come |
Questioni politico religiose -
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divini. L' Hegel dunque vi descrive lo Stato come un gran | Dio | organizzato, con l' unione, quasi direi, d' altrettante |
Questioni politico religiose -
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a tali leggi, se non ci fosse nel mondo costituita da | Dio | una autorità reale e vivente, atta ad insegnarle e |
Questioni politico religiose -
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stessi ascoltando le sue parole, d' assolverli in nome di | Dio | dai peccati. Tutte le cose temporali, secondo la dottrina |
Questioni politico religiose -
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soprappiù, quando ha detto: « « Cercate prima il regno di | Dio | e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno aggiunte |
Questioni politico religiose -
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per verità un felice ispiratore de' legislatori: l' odio di | Dio | e degli uomini non è quello che possa dare al legislatore |
Questioni politico religiose -
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nemici, ma è una compiuta legislazione e istituzione di | Dio | per la perfezione morale dell' uman genere. Per questo fra |
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e superiore alla religione »; ovvero « se le leggi di | Dio | si debbano conformare alle leggi degli uomini, o viceversa |
Questioni politico religiose -
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se gli uomini debbano conformare le loro leggi a quelle di | Dio | »; e di conseguente, quando le due leggi riuscissero |
Questioni politico religiose -
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le due leggi riuscissero contraddittorie, « se le leggi di | Dio | debbano essere rispettate e ubbidite a preferenza delle |
Questioni politico religiose -
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essere rispettate e ubbidite a preferenza delle leggi di | Dio | ». Per verità, se la libertà di coscienza consiste in |
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principio. Lo stesso accade nel linguaggio. Se io dico: « a | Dio | non manca cosa alcuna », dò forma d' una doppia negazione |
Psicologia Vol.III -
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che è il più alto e vero conoscimento che si possa avere di | Dio | naturalmente. Ma dichiariamo meglio questa cognizione |
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» ed alla scienza teologica, che insegna noi non sapere di | Dio | ciò che egli è, ma solo che egli è, e quindi neppure sapere |
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non sarebbe, se non avesse in sè una cotal similitudine di | Dio | (4), che non è Dio, ma bensì l' essere in universale, che |
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quello che spetta alla sussistenza, nè viceversa, benchè in | Dio | siano una cosa sola. Quindi, osservano sapientemente i |
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che « Iddio (sussistenza, sussistente persona) genera | Dio | (un' altra sussistente persona) », ma non che « la deità |
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di prendere questa via tortuosa: 1 di ragionare di | Dio | colle idee imperfette ed analogiche cavate dalle |
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essenza specifica piena (formata, individuata). - In | Dio | non cadono queste distinzioni, ma le idee colle quali noi |
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segnano quei tre modi di idee. Dunque, anche ragionando di | Dio | non possiamo a meno che usare di tali vocaboli e di tali |
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astratte degli enti; deità è idea specifica astratta; | Dio | come nome comune è essenza specifica, piena, individuata; |
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supremo, e applica a lui i vocaboli che le esprimono. Ma in | Dio | propriamente non vi è nè alcuna essenza generica, nè |
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di quelle perfezioni che sono separate fuori di Dio, in | Dio | sono lo stesso Dio (1); 2 che la deità, che noi concepiamo |
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che sono separate fuori di Dio, in Dio sono lo stesso | Dio | (1); 2 che la deità, che noi concepiamo come una forma |
Psicologia Vol.III -
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la deità, che noi concepiamo come una forma astratta, in | Dio | è lo stesso Dio sussistente (2); 3 che finalmente Dio, che |
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noi concepiamo come una forma astratta, in Dio è lo stesso | Dio | sussistente (2); 3 che finalmente Dio, che suol prendersi |
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l' una delle quali è il panteismo. Concludiamo: Intorno a | Dio | ed alle cose che non cadono nella nostra percezione noi |
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dell' idolo diviene facilmente la forma attribuita al | Dio | adorato. Ma quelle nazioni, che ai simulacri degli Dei |
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e coll' Antropologia soprannaturale , trattati che, a | Dio | piacendo, e favorendoci il tempo, comunicheremo al |
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avesse saputo accuratamente distinguere il concetto di | Dio | e il concetto di ciò che è divino. Dimorando dunque l' |
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qualche tempo l' anima, e dopo investigate le cose divine e | Dio | stesso, quanto all' uomo è conceduto, a lei faccia ritorno. |
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ora alla materia, ora al senso, ora all' idea, ed ora a | Dio | stesso. Come poi si potrà sciogliere e sceverare dentro a |
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venne dalla corruzione delle verità tradizionali intorno a | Dio | massimamente, le quali degenerarono nei miti e nell' |
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Ed a me pare che questa idea doveva essere appunto il | Dio | di Pitagora, cui questo filosofo definiva il numero dei |
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si doveva intendere propriamente dell' uno primo, del | Dio | pitagorico, che secondo noi è l' idea dell' essere, |
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«theos»; nè sembra possibile che sia applicato il nome di | Dio | alla materia bruta ed informe, giacchè tutta l' antichità |
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essenziale sinonimo di amicizia, di ente, di sfero, di | Dio | supremo, sia perchè la vita si manifesta col calore, sia |
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del supremo essere, che vive per propria essenza. Da questo | Dio | egli faceva venire le anime umane. Il che non era alieno da |
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replicatamente dice essere corpi, e perciò prodotti da | Dio | posteriormente all' anima (3). Ma veniamo all' altra |
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dell' anima intelligente, che la faceva prodotta da | Dio | in tempo in cui non esistevano ancora i corpi, benchè la |
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che l' anima risulta da tre nature. A ragion d' esempio, di | Dio | dice: [...OMISSIS...] . Vero è che gli uomini grandi, come |
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dell' oggetto col soggetto, e nel soggetto dimora. E se a | Dio | piacerà che noi pubblichiamo quella parte dell' Agatologia, |
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perchè gli antichi non erano giunti a distinguere fra | Dio | e l' idea. Avendo questa caratteri divini, e avendola |
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fermandosi ai corpi, ed ammettendo l' esistenza di | Dio | e degli spiriti, era inconseguente. Ora, nell' essere Hume |
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parte da questo principio, che « tutte le cose sono in | Dio | soltanto per le loro eterne nozioni ». Ma questo è falso, |
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nozioni ». Ma questo è falso, giacchè le cose sono in | Dio | anche come nella loro causa efficiente, non meramente come |
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Dall' erroneo principio che « « tutte le cose sono in | Dio | soltanto per le loro eterne nozioni » »deduce che « « Iddio |
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dimostrazione di sorte: « la quale (nozione) è in | Dio | identificata coll' anima, precisamente come questa è col |
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senso comune di tutti gli uomini distinguerà sempre, e in | Dio | e nell' umana mente: 1) la nozione dell' individuo dall' |
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alle sue parole. Neppur crediate che le nozioni eterne di | Dio | sieno anime per sè stesse; no, elle sono anime, perchè |
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fu nudamente proclamata e professata. « La stessa idea di | Dio | - dicono essi - non ha alcuna realità, perchè ella non |
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di parti che apparirà nella Tavola, colla quale, se a | Dio | piace, conchiuderemo questa raccolta di scritti politici |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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a pro della moltitudine che governano; sono ministri di | Dio | per il popolo. Nè questo pregiudica ai loro interessi, |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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Ma l' infallibilità è solo propria di Dio, e però a | Dio | solo spetta senza inconvenienza il governo assoluto. Vi |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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sui figliuoli solo allo scopo della paternità per la quale | Dio | gliela aveva dato: obbligavano il marito ad usarlo solo |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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di cui s' abusa: conviene ricercare quale più nuoca. | Dio | l' ha deciso: ha permesso gli abusi anzi che togliere l' |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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condotta dei Papi, e per ingannare i Principi cristiani. | Dio | voglia che questi ritornino alla sapienza dei loro avi, da |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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che il principato assoluto. Questa fu la prima cosa di cui | Dio | ammonì gli Ebrei, quand' essi vollero un re. Egli comandò a |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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e che fa vedere in quello che lo esercita il vicario di | Dio | in terra: 2 ed il combattere, officio che diventa pur |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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di parti che apparirà nella Tavola, colla quale, se a | Dio | piace, conchiuderemo questa raccolta di scritti politici |
Filosofia politica naturale -
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a pro della moltitudine che governano; sono ministri di | Dio | per il popolo. Nè questo pregiudica ai loro interessi, |
Filosofia politica naturale -
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Ma l' infallibilità è solo propria di Dio, e però a | Dio | solo spetta senza inconvenienza il governo assoluto. Vi |
Filosofia politica naturale -
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sui figliuoli solo allo scopo della paternità per la quale | Dio | gliela aveva dato: obbligavano il marito ad usarlo solo |
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di cui s' abusa: conviene ricercare quale più nuoca. | Dio | l' ha deciso: ha permesso gli abusi anzi che togliere l' |
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condotta dei Papi, e per ingannare i Principi cristiani. | Dio | voglia che questi ritornino alla sapienza dei loro avi, da |
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che il principato assoluto. Questa fu la prima cosa di cui | Dio | ammonì gli Ebrei, quand' essi vollero un re. Egli comandò a |
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e che fa vedere in quello che lo esercita il vicario di | Dio | in terra: 2 ed il combattere, officio che diventa pur |
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