Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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dei mari e nei labirinti delle miniere e che conversa  col  telegrafo, i diede l'equivalente di nuovi sensi. . Le poche
del selvaggio sono vaghe, incerte, incommensurabili. Solo  col  mezzo degli istrumenti possiamo paragonare il calore di due
non potrebbe mai percepire nella loro pienezza, nemmeno  col  ministero degli strumenti, ma è duopo associare i sensi di
ogni lume soprannaturale. Quest' uomo può conoscere, anche  col  semplice lume della sua ragione, che Dio esiste, ed anche
doni a questo sè stesso. La differenza tra il conoscere  col  lume naturale che c' è Dio, e 'l possederlo di quelli a cui
onde dice S. Paolo, che lo Spirito di Dio diventa una cosa  col  giusto. Vedete adunque, mia carissima figlia, quanto grande
educare; ed io credo che la sola esperienza propria possa  col  lungo tempo formare l' eccellente maestro. Conviene perciò
l' anima negligente: e in tal caso conviene cacciarla da sè  col  levarne le cause; 2 talora poi è permessa da Dio per
per poter sostener il peso dell' aridità volontaria, e ciò  col  pretesto della perfezione, è una dottrina falsa e un'
perfezione il non comprimere i moti della concupiscenza,  col  pretesto che facendo così « si dubiterebbe che Iddio non
all' amor naturale e alle soddisfazioni della natura,  col  pretesto che fare il contrario sarebbe un voler varcare i
i santi che hanno fatto tutto ciò avessero offeso Iddio  col  varcare i confini da lui posti. E` un errore gravissimo e
cattiva massima e una manifesta illusione il far nascere,  col  pretesto della perfezione, bisogni di sollievi naturali,
dettata dalla sensualità il pretendere poi di più, che  col  mortificarsi si eccedano i limiti posti dal Creatore alla
che la dottrina di Cristo e la grazia insinuano,  col  pretesto ipocrita di lasciare « i mezzi nelle mani di Dio,
più in questa la volontà di Dio, ma superbamente ricusarla  col  pretesto ipocrita di disubbidire all' interna voce di Dio,
avvertito. Le sacre Scritture non si devono interpretare  col  senso privato , essendo questo l' errore dei protestanti;
senza ingannarsi, ed ha acquistato diritto al suo aiuto,  col  merito di più d' aver annegato interamente se stesso. Per
e collocati in luogo così distinto, di cui possiamo dire  col  Salmista, « in loco pascuae, ibi me collocavit », mi ha
non può fare e che gli altri fanno, anch' egli dee farli  col  desiderio; giacchè tutti quegli uffici nel nostro Istituto
legato alla vocazione di questo Istituto; di maniera che  col  raccomandarvi, coll' esortarvi, siccome feci in questa mia
più potenti: è un nuovo pegno della bontà di Dio, che  col  suo onnipotente Spirito unisce ineffabilmente nella carità
del tutto questo sentimento soggettivo delle proprie forze  col  solo castigarlo che faccia, se in pari tempo non trova la
che non è soprannaturale); e finalmente il sollevarsi  col  pensiero e col cuore fino alla santità di Dio, e a questa
soprannaturale); e finalmente il sollevarsi col pensiero e  col  cuore fino alla santità di Dio, e a questa luce intendere
superbo infatti giudica di quel che non sa, ogni qual volta  col  suo giudizio preferisce in un modo universale se stesso
di tutte le cose, e dee essere per tale riconosciuto, sia  col  pensiero, sia coll' affetto, sia coll' opera. Il che è cosa
solo lo sa, perchè è quegli che scruta i reni e i cuori.  Col  pensare troppo a sè stessi s' arrischia di fare dei giudizi
Evangelo (3). La prima citazione di questo Vangelo fatta  col  nome espresso di Giovanni, per quanto io credo, trovasi in
così puro che sia scevro interamente da ogni relazione  col  tempo. Infatti, quando si dice che il Verbo « era avanti il
sia il tempo; giacchè essa è cosa che ha da far nulla  col  tempo, non ha con lui nessuna relazione di tempo. E
imitazione e culto) è il principio della Legge nuova.  Col  confronto di questi due luoghi si può maggiormente
di Dio. Quindi non deve punto credersi che l' atto eterno,  col  quale Iddio creò tutte le cose, sia cominciato in un certo
che una delle sue forme e leggi è il tempo, creato perciò  col  mondo a quella guisa che le limitazioni sono fatte insieme
di Dio creante è congiunto senza alcuna distanza di tempo  col  mondo che egli crea, e col tempo che è una forma di questo
senza alcuna distanza di tempo col mondo che egli crea, e  col  tempo che è una forma di questo mondo creato, perchè quell'
esser verissimo che quell' unico e semplicissimo atto  col  quale il mondo fu creato risponde e, per così dire, si
fu creato risponde e, per così dire, si combacia non solo  col  primo istante delle cose create, ma con qualsivoglia altro;
significate con due nomi: se si considera in relazione  col  mondo nel primo istante della sua sussistenza, dicesi
sussistenza, dicesi creante; se si considera in relazione  col  mondo negli istanti successivi, dicesi conservante .
atto producente il mondo; ma si paragona il Verbo prodotto  col  mondo prodotto, e si dice che quello è avanti questo, il
distingue dalla divina essenza; tuttavia il mondo conserva  col  Verbo una relazione di analogia, trovando nel Verbo il suo
il Verbo concepito da noi nel primo rispetto, si paragona  col  mondo, si dice che quello era prima di questo, per
è nell' eternità e questo nel tempo. Ma se si paragona  col  mondo il Verbo considerato nel secondo rispetto, cioè come
legata colla causalità e la generazione, e queste  col  causato e col generato. Qualora dunque le parole di
colla causalità e la generazione, e queste col causato e  col  generato. Qualora dunque le parole di Giovanni « « Nel
fra l' esemplare e l' esemplato. Sotto questo rapporto  col  mondo parlano del Verbo specialmente quelle parole dei «
figliuoli degli uomini » ». Il che esprime che, nell' atto  col  quale Iddio faceva le cose e governava ab eterno gli
epiteto, perchè questo non è verbo per sè, ma per analogia  col  Verbo, e non è puramente verbo ma qualche cos' altro; e non
un tempo l' essenza; quale sarà quest' atto dello spirito  col  quale si dovrà apprendere? Quest' atto non può essere una
in tale unità; e questo modo consisteva nell' ordine  col  quale dovevano essere incatenati e connessi fra sè gli enti
dunque Iddio mosso a creare dall' amor di se stesso,  col  quale ama l' essere assoluto e tutti i modi ne' quali
questo tipo non è diverso in Dio dall' atto della creazione  col  quale fu distinto e specificato, rimanendo indistinti nella
(1), si riscontra maggiormente rispetto a quel verbo umano,  col  quale l' uomo afferma e pronuncia se stesso, non rispetto
di limitazioni, e compiuto Verbo. 7 Il verbo umano  col  quale l' uomo afferma le sussistenze finite, le quali
E` produttivo delle creature perchè l' atto stesso,  col  quale le pronuncia, le vede amabili in se stesso, è un atto
pronuncia, le vede amabili in se stesso, è un atto volitivo  col  quale le fa sussistere: onde S. Paolo dice di Dio: «
razionalmente deve fare un altro verbo o giudizio pratico,  col  quale dica internamente che l' azione che farà è a lui
Tutte queste distinzioni non cadono nel Verbo divino,  col  quale Iddio opera. Imperocchè, quantunque la creazione del
ciò che opera ad extra; e quest' atto è quell' unico Verbo,  col  quale vede e pone ad un tempo le finite sussistenze. 9
ragione; 2 riceve le sussistenze finite ch' egli afferma  col  suo verbo persuasivo, e le azioni ch' egli afferma buone a
e le azioni ch' egli afferma buone a sè soggetto  col  suo verbo pratico, perché tutto ciò riceve il sussistere
pratico umano ha un' analogia maggiore del verbo persuasivo  col  Verbo divino, in quanto che quello produce un affetto, e
sulla convenienza delle cose, hanno una speciale analogia  col  Verbo divino, di cui sono privi gli altri verbi umani;
l' essere finito complesso di più enti convenientissimi, e  col  vederli li rende tali. Onde i verbi o giudizi deontologici
è la sussistenza divina pronunciata, ha una relazione  col  Padre; in quanto è il mondo pronunciato da Dio, è un cotal
per natura sua manifesto, non si dà in altro modo che  col  manifestarsi. Ora l' essere ideale risplendente nel
all' essenza; ossia nel congiungere il contingente  col  necessario, il temporaneo coll' eterno, il creato coll'
per un' affermazione o verbo, ha un' analogia speciale  col  Verbo divino. Perocchè, come Iddio è manifesto a se stesso
conosciuto nè pur esso è il Verbo, ma ha solo un' analogia  col  Verbo divino. L' uomo dunque non conosce per natura il
ebbe rivelazione di molte verità dogmatiche e morali, e ciò  col  ministero degli Angeli (3), che le somministravano ai santi
in questo stato di divisione non mantengono più l' identità  col  Verbo, di maniera che si possano dire la Parola sussistente
comunicazione del Verbo che si dà a noi a percepire si fa  col  mezzo di qualche segno sensibile, come i segni che si
Evangelio inaugurandolo con un principio così sublime  col  quale « erexit se non solum super terram et super omnem
divine scritture per esprimere la connessione di Cristo  col  Padre. Si dice che « « il Verbo è appo Dio » »; che è « «
innalzata sopra tutte le creature per l' unione ipostatica  col  Verbo, e collocata vicino al trono di Dio. Ciò si scorge
che ha nel proprio seno il figliuolo da lei concepito, e  col  concetto di generazione che racchiude. Conviene dunque che
appieno conosciuta, rimanendo occulta la parola parlante;  col  veder la quale avrebbe subitamente conosciuto che l' uomo
esteriori, ma solamente coll' interiore lume della fede,  col  quale egli si manifesta immediatamente, che poi esprimono
nel principio appo Dio Padre mostra la consustanzialità  col  Padre quindi mostra che egli doveva avere un' operazione
altri interpretano, dimostra che non fu solo a creare, ma  col  Padre, « apud Deum », come hanno osservato i Padri (4).
non solo queste possono significarsi colla particella per  col  verbo intransitivo o passivo, ma ben anco col verbo attivo;
per col verbo intransitivo o passivo, ma ben anco  col  verbo attivo; nel qual caso il nominativo che regge la
la sua sapienza e la sua virtù. Quindi l' uomo argomenta  col  suo pensare imperfetto e al tutto inadeguato, che Iddio nel
l' amore muove lo statuario a fare la statua, ma il mezzo  col  quale la fa è il concetto della sua mente, che dirige le
nell' uomo alla volontà. Crea insomma colla sua parola,  col  suo Verbo. Ma una delle differenze massime fra la
nel Verbo siamo creati, benchè di questa connessione nostra  col  Verbo noi non siamo consapevoli e però non formi parte
del Verbo, e non sono il Verbo, e non si mescolano punto  col  Verbo, il quale è assolutamente. Onde S. Giovanni nell'
ciò non toglie che le due cose non si possano distinguere  col  pensiero astraente, come due aspetti della stessa cosa. E
divina in quanto la comunica al Figliuolo, unitamente  col  quale la comunica allo Spirito Santo. Nella creazione poi
si fa per un pronunciamento intellettivo del Padre,  col  quale il Padre pronuncia la propria sussistenza, e così
significato d' una tale parola ha una relazione essenziale  col  sentimento, sicchè può dirsi che il sentimento sia la vita
vita quel vigore che il Verbo imprime in tutte le cose, e  col  quale le conserva e governa. Il dire che nel Verbo era vita
sua natura intelligente fosse una tale congiunzione di lui  col  Verbo, non appartenendo alla costituzione della natura
dalla terra corruttibile, benchè poi Iddio lo vivificasse  col  suo spiro e così lo rendesse anima vivente, partecipe della
Cristiano da Cristo per mezzo del suo spirito, è un ajuto,  col  quale si opera il bene soprannaturale (6). Era l' uomo che
una cotale congiunzione fisica del Cristiano non solo  col  Verbo, ma col Verbo incarnato, il N. S. Gesù Cristo;
congiunzione fisica del Cristiano non solo col Verbo, ma  col  Verbo incarnato, il N. S. Gesù Cristo; connessione
cristiano le operazioni della vita soprannaturale è Cristo  col  cristiano, la vite col tralcio, non ego sed gratia Dei
della vita soprannaturale è Cristo col cristiano, la vite  col  tralcio, non ego sed gratia Dei mecum . In Adamo innocente
il male non è tolta agli uomini. Onde gli uomini possono  col  loro libero arbitrio staccarsi da Cristo, e non riceverne
l' umiltà dell' uomo incorporato all' Uomo7Dio non è unita  col  timore riverenziale del suo redentore e vivificatore che in
era quella a cui Adamo doveva innalzarsi in appresso  col  suo libero arbitrio, ma non era quella in cui venne da Dio
a questo gli accusa per due capi. Dice in primo luogo che  col  lume della ragione conoscevano Iddio, e colla loro volontà
in lui, e la sua volontà era fornita di un dono di grazia  col  quale poteva innalzarsi alla percezione sempre maggiore di
a Cristo, si è il sentimento della potenza morale,  col  quale egli disprezza la vita precedente, fisica e
ma vive in lui l' uomo nuovo Gesù Cristo, pel quale solo e  col  quale, siccome sua nuova vita, vuole operare e sa di
corpo con lui, quasichè i fedeli stessi, divenuti una cosa  col  Figliuolo, e così divenuti Figliuoli anch' essi,
operare colla sua volontà, quando viene battezzato (giacchè  col  battesimo, come noi diremo in appresso, s' imprime
Paolo così [...OMISSIS...] : il che è quanto dire, che solo  col  ricevimento della grazia di Cristo, e non per la sola
significare la parte superiore dell' uomo, cioè la volontà,  col  solo consentimento della quale si compie il peccato
che il diavolo aveva stretto coll' Iscariotta, nel quale e  col  quale operava, quasi direi a quel modo stesso come Cristo
loro merito, le venialità, e il bisogno della purificazione  col  fuoco e colla morte. Fin a tanto però che il demonio non
che presta all' intendimento i segni delle cose reali  col  mezzo de' quali egli le pensa. L' unione individua di
cerca per opposto sedurla operando nell' animalità, e  col  gioco de' fantasmi traendola a pensare al male e
Il primo di questi due nemici si combatte principalmente  col  rinforzare l' uomo nuovo mediante gli otto mezzi suggeriti
animale, si fa razionale per l' intuizione dell' essere,  col  quale ragiona sulle cose sensibili od astratte e quelle
noi dichiariamo. Conviene dunque considerare che l' uomo  col  peccato si era reso inutile al gran fine pel quale Iddio l'
e così cadde ella prima e poscia il marito nella colpa, e  col  frutto mangiato si unì colla grandezza diabolica da cui s'
rimasta distrutta, e il demonio avrebbe vinta la sfida  col  Creatore. Ma il Creatore non poteva perdere, e questa
vittoria del demonio era l' occazione, la via, il mezzo  col  quale il Creatore medesimo voleva dar compimento al suo
. Tutto ciò alla lettera gli uomini compirono  col  solo Giusto, il S. N. Gesù Cristo: « fecerunt quae manus
vita eterna; e quindi il Figliuolo, a capello in accordo  col  Padre, non la dimette per dimetterla, ma per riassumerla
il bene eudemonologico qui tiene la naturale sua relazione  col  bene morale; non precede quello, è una sequela, un'
cosa più desidera l' uomo non corrotto quanto l' unione  col  suo simile: ciascun uomo sente di non essere tutta la
questa dignità di Pontefice se l' acquistò Cristo e meritò  col  suo essere passibile e mortale, e la esercitò co' suoi
acquistava verso la divina giustizia, un credito infinito,  col  quale, dopo pagato il debito dell' uman genere, rimaneva
prima della risurrezione dei corpi. Come dunque può dirsi  col  citato libro de' Maccabei, che sembrerebbe superfluo e vano
di abiti rimanenti nell' anima dalla precedente sua unione  col  corpo, che dà a lei un' esistenza intellettiva ed una
che consisteva nella unione dell' anima sua sacratissima  col  suo divinissimo corpo. Ora, quantunque Cristo nel triduo
di cibo, perchè sia così ristorato l' antico modo  col  quale gli uomini si dovevano rendere immortali, cioè col
col quale gli uomini si dovevano rendere immortali, cioè  col  mangiare del frutto dell' albero della vita: modo stabilito
credit in me non sitiet unquam; » e mescolata nel calice  col  vino si transustanzia anch' essa nel sangue di Cristo. L'
anch' essa nel sangue di Cristo. L' acqua mescolata  col  vino non diviene una sola sostanza con lui, non si combina
chimicamente; e pure secondo i teologi nel calice insieme  col  vino diviene sangue di Cristo. Ed anche il pane eucaristico
popolo credente, rappresenta l' atto o l' abito della fede,  col  quale il popolo aderisce a Gesù Cristo e si fa uno in se
di quella vita che io ho sotto la forma di vino e di acqua  col  vino mista ». Accenna due semi della salute dell' uomo: le
la vita naturale che aveano perduta per insidia del demonio  col  peccato del primo uomo; A quelli che sono predestinati alla
quella vita che consiste nell' unione delle loro anime  col  loro corpo naturale, hanno oltracciò un' altra vita
essere e certi abiti conservati dalla sua precedente unione  col  corpo; ma non però avrebbe vita, in quanto la vita esprime
sangue non ha la vita in se stesso, e tuttavia chi muore  col  battesimo d' acqua, o di sangue, o di desiderio è certo che
uomo, della vita del Padre: perocchè, come Verbo ha comune  col  Padre la vita, e come uomo partecipa, per l' unione
Spirito di Cristo: onde quelli che ricevono l' Eucaristia  col  peccato nell' anima, non ricevono, non possono ricevere
1 la vita naturale che consiste nell' unione dell' anima  col  corpo; 2 la vita eucaristica; 3 la vita spirituale di
acquista la percezione iniziale del Verbo, che lo segna  col  carattere indelebile, onde fluisce la grazia dello Spirito
in appresso, il corpo di Gesù Cristo emana una virtù vitale  col  solo suo contatto, e questo basta per legare a sè ed
la virtù della vita di Cristo a sè comunicata colla fede e  col  battesimo, può mediante questa virtù alimentarsi di Cristo,
grazia a cagione di peccati attuali, egli può premer bensì  col  dente le specie eucaristiche, secondo la frase di S.
e l' ultimo giorno del mondo. Cristo gli abbraccia entrambi  col  suo detto, e quindi egli accenna a due resurrezioni come
vita futura si unirà alle anime in modo simile a quello  col  quale il cibo si assimila ed unisce di presente all' anime
quelli che avevano tinti gli stipiti delle loro abitazioni  col  sangue dell' agnello. Allo stesso modo, essendo tutti gli
non solo pel grado maggiore di santità e di unione  col  fonte della santità di cui quelli si vantaggiano, ma
concetto, distinguiamo tre casi: 1 quelli che muojono  col  solo desiderio del battesimo senza averlo ricevuto
nostra vita occulta si manifesta: ingresso che ci fu aperto  col  sangue di Cristo, e del quale la carne mortale di Cristo
la gloria. Della fede, che era da rivelarsi e che si rivelò  col  Vangelo, dice S. Paolo: « Prius autem quam veniret fides,
che noi esponiamo, per quanto ci è dato, in che modo Cristo  col  suo Spirito produca in colui che riceve il suo corpo ed il
ogni cosa faceva, o si faceva dalle altre potenze  col  suo consenso. Onde la volontà umana cessò di essere
ma soltanto una congiunzione reale delle persone umane  col  Verbo incarnato, le quali persone sono come membra di quel
Pel carattere indelebile l' uomo è posto in comunicazione  col  Verbo per mezzo della sua intelligenza essenziale; per la
mediante il battesimo, questa comunicazione dell' uomo  col  Verbo e collo Spirito Santo, ricevendo gli altri
pane e del vino transustanziata, che forma una cosa sola  col  Corpo di Cristo glorioso, come una porzione della nostra
della nostra carne e del nostro sangue forma una cosa sola  col  nostro proprio corpo, si può intendere che sia quella che
del fedele che si comunica in grazia non ha di comune  col  principio sensitivo animatore di Cristo tutto il corpo di
uomo da sè solo non potrebbe mai comunicare colla carne e  col  sangue vivente di Cristo, che sta nascosta sotto il velo
e con lui comunica necessariamente colla propria carne e  col  proprio sangue, e così l' uomo insieme con Cristo. Ora, la
nella loro mente si completa, quasi direi, colla carne e  col  sangue che essi ricevono quasi in essi incarnandosi; ma
è in grazia, il Verbo emette in lui lo Spirito Santo,  col  quale santifica la sua volontà, dove giace la personalità
mandato dal Verbo. Ma se il Verbo prima non illustrava  col  divino Spirito se non la suprema parte della volontà dell'
(emettendo egli in essi i doni del Santo Spirito)  col  solo adorarlo di presenza, e col desiderio e col voto di
i doni del Santo Spirito) col solo adorarlo di presenza, e  col  desiderio e col voto di riceverlo sacramentalmente: il qual
Spirito) col solo adorarlo di presenza, e col desiderio e  col  voto di riceverlo sacramentalmente: il qual modo di
due maniere d' unione che si formano o si perfezionano  col  ricevimento del Sacramento eucaristico sono indicate da S.
sicut vocati estis in una spe vocationis vestrae (1). »  Col  sacramento della fede, cioè col battesimo, gli uomini
vocationis vestrae (1). » Col sacramento della fede, cioè  col  battesimo, gli uomini incominciano ad essere membra del
di Cristo; ma coll' eucaristia si connettono vieppiù  col  corpo di Cristo perchè una porzione di questo corpo,
allora giova loro senza fine l' essere un corpo con Cristo,  col  quale diventano in pari tempo, per così dire, uno spirito.
a Cristo, questi non sia inserito nel fedele in parte  col  suo proprio corpo reale nel modo di essere eucaristico: e
essere eucaristico sia legata più strettamente delle altre  col  corpo del fedele che si comunica; e questa parte, che più
si comunica; e questa parte, che più strettamente si lega  col  corpo di un fedele, sia diversa da quella parte con cui più
desiderava nei suoi fedeli era l' unione ch' egli aveva  col  Padre suo: ut sint unum sicut et nos . Il Verbo divino col
col Padre suo: ut sint unum sicut et nos . Il Verbo divino  col  suo Padre è unito colla natura che è identica nell' uno e
Jesu Christi Domini nostri (3), » è società ad un tempo  col  Padre stesso, come insegna S. Giovanni: [...OMISSIS...] E
oggetto immediato è sempre Cristo. Ora l' atto soggettivo,  col  quale si ama Cristo conosciuto, è mosso dallo Spirito
Lo Spirito si unisce dunque, e in certa maniera si mescola  col  soggetto che egli santifica, operando in lui in modo che il
tra noi e le generazioni future. Per essa, la Famiglia,  col  suo mistero divino di riproduzione, accenna all'eternità.
l'altrui corruttela. Ma io vi parlo d'un tempo in cui,  col  vostro sudore e col vostro sangue, avrete fondato ai figli
Ma io vi parlo d'un tempo in cui, col vostro sudore e  col  vostro sangue, avrete fondato ai figli una Patria di
che, spuntata maestosa come il sole sopra la terra insieme  col  cristianesimo, ne cacciò l' errore che non si potè
quando anche non fosse possibile conseguirlo altro che  col  sacrificio del tutto, sarebbe un guadagno inestimabile,
. L' unità della educazione religiosa, non si ha che  col  rendere l' educazione religiosa interamente. Questo è il
la religione cristiana comunica unità alla educazione; cioè  col  chiamare ad unità tutte le potenze che si trovano nell'
ad unità tutte le potenze che si trovano nell' uomo,  col  volerle tutte ordinate fra loro all' unico fine, sì che
secondo i cristiani principii, che imitazione del modo  col  quale Dio alleva gli uomini per la pietà, ovvero una
dove il considera come sempre fanciullo, non può essere  col  suo spirito attuato continuamente nel solo Dio, e però
abbandoni giammai l' unico principio a cui le richiama, e  col  quale quasi con timone tutte insieme ad un solo termine le
a tutti gli altri uomini, di avere interessi comuni  col  popolo dov' egli vive, e di dovere alcuna cosa a se stesso
sempre ristretto e scomodo a' più, perchè in contradizione  col  maggior numero degli umani caratteri, non sarà maraviglia,
al pensiero di ciò, che i nostri rozzi antenati chiamavano  col  nome di virtù e di sapienza: ma ella si compone
tali sono le cose esterne e materiali, le quali  col  primo sguardo della mente tutte si assorbono e si
natura di queste ha una certa profondità inesauribile che  col  primo sguardo non si attinge: di che è necessario insistere
si affaticarono d' impoverire e distruggere la metafisica,  col  pretesto ch' ella è composta di questioni troppo difficili,
giacchè non potendo questi prescindere da quelle questioni,  col  far loro dimenticare tutto ciò che ne avevano meditato le
le generazioni precedenti, gli obbligarono a tornare a capo  col  gran lavoro, e ricominciare lo studio dagli elementi.
lo studio dagli elementi. Questo spirito di superficialità  col  pretesto di facilità fu introdotto pur troppo nelle scuole:
Dio non ha educato il genere umano al sublime suo fine  col  tor via dalle sue istruzioni tutto che fosse difficile,
tutto che fosse difficile, oscuro, e misterioso, anzi  col  comunicargli tutto ciò, perchè fosse perpetua ed inesausta
se stesso picciolo, si considera in questo raggiungimento  col  suo tutto, egli acquista una cotale grandezza e dignità, a
perciocchè quando in quest' opera fossero impegnati,  col  bene di questa fisserebbero le loro idee, altramente vaghe,
indivisibile armonia che da tutti risponde, e la contempla  col  pensiero, e l' affissa, e la fura per così dire al secreto
alla corruzione della primitiva natura umana, non già  col  ristorar quella stessa che volle essere abbandonata alla
che volle essere abbandonata alla maledizion ricevuta, ma  col  fondare sulla sua distruzione una natura nuova vincente la
che contemplasse la Religion come vera , presentandola  col  corredo delle sue prove, non tanto per gli studiosi che
come contro cosa antica e reverenda. Ma io parlerò anche  col  pericolo di tirarmi sopra lo sdegno de' retori, e de'
e più potente sviluppamento, se il germe cristiano, sicchè  col  vigore delle poste radici vada a vincere la mala semenza
oggetto sotto due forme e in due modi si manifesta, cioè  col  lume della ragione e con quello della rivelazione: ma
qualche fiore in ciascuno, ma, come faceva il Bossuet  col  suo reale allievo, trascorrere tutti gli autori interi da
severamente se stesso, e che educhi se stesso insieme  col  giovane: il che dimanda in lui e tale fortezza di mente da
cui il pubblico abbia un' idea chiara quante sono? Appena  col  corso dei secoli una nazione perviene a formarsi un' idea
adopera sia inoffensivo a' suoi simili. Infatti il Creatore  col  fornire l' uomo di varie ed utili potenze dimostrò la sua
2 I dotti; 3 I padri di famiglia; 4 I benefattori che  col  proprio danaro mantengono le scuole; 5 I Comuni e le
dunque questo non si può supporre, rimane, che il Governo  col  suo monopolio leda il diritto al libero insegnamento di
offendesse la libertà dell' insegnamento. Ma se il Governo,  col  pretesto di far questo solo , fa molto più, quel principio
dotti dagli indotti; se esso abbia qualche mezzo sicuro,  col  quale gli riesca di dare un taglio così netto fra dotti e
è nemico del progresso , e però quando si voglia chiamarlo  col  proprio nome (giacchè è necessario opporre nomi veri a nomi
non liberali , sono teste inconseguenti, senza principii.  Col  loro ragionamento distruggono ad un tempo il concetto del
dei padri, il vincolarli, l' impedirne l' esercizio,  col  pretesto, che non sono ancora divenuti come voi liberali?
forza, parte colle leggi fatte da essa, parte colla frode e  col  raggiro, e intanto mettete le manette ai padri di famiglia,
spontaneamente , o la volete impor loro colla forza e  col  raggiro. Nel primo caso dovete mutare contegno, e cessare
altri cittadini, costringendoli a diventare costituzionali  col  dichiarare loro che devono deporre le proprie opinioni e
affidato alle sue mani contro uno stipendio assegnatogli.  Col  qual principio gli uomini che ricevono uno stipendio grande
la beneficenza. Che male ne seguirà, se ognuno che voglia  col  proprio danaro far del bene, istituisca scuole e
e solamente allora ella conserva la sua dignità e procede  col  decoro e coll' onore dovutole quando è affidata a persone
e queste sole, danno nel loro carattere morale, provato  col  fatto del disinteresse, una guarentigia certa alla società,
ed utile alla provincia stessa intorno all' insegnamento.  Col  nome di scuole provinciali dunque, se così piace chiamarle,
nostra teoria della libertà dell' insegnamento « « finisce  col  ridurre il diritto ad un uomo solo in terra » ». Noi
il concedere il diritto d' insegnare le verità religiose,  col  giudizio proprio, ad uomini che non hanno ricevuto la
grazia del Redentore? Capisco, voi vi formate un paradiso  col  diritto di natura, che stia da una parte del Cielo, e che
e grazia di Gesù Cristo non sarebbe salvata l' umanità! ma  col  suo diritto naturale , che concede a tutti d' insegnare una
perdere quest' umanità perduta, salvando l' umanità stessa  col  perderla: è venuto a creare colla sua grazia un' umanità
sdegno. Che mai vi giova dunque l' aver profanato il nome,  col  citarlo sì fuor di proposito, di quell' Alessandro Manzoni,
Chiesa, qualora non sappia, innalzandosi al disopra di essi  col  suo pensiero, opporre una invincibile fermezza, altro non
far conto. Il Governo può designare le scienze in generale  col  loro nome, può dire: « Queste e queste scienze s'
(se pur non è il suo nemico) una qualche guarentigia almeno  col  riconoscere pienamente il sacrosanto diritto del libero
fonda sul principio generale delle guarentigie. Certamente  col  primo articolo dello Statuto Sardo si voleva dare al popolo
del Clero, i fedeli si troverebbero indissolubilmente uniti  col  Governo; la forza morale della Chiesa diverrebbe una
de' continui e inapprezzabili vantaggi; poichè il clero  col  suo proprio santo ministero ammollisce e toglie l' asprezza
di simili elogi, non già colla prudenza governativa o  col  valor militare, ma con fare i prepotenti a man salva contro
queste verità da se stessi - Scorsa sul metodo socratico,  col  quale sono scritti i libri di Platone - eccellenza ed
- Questa non si ottiene coll' imporre una dottrina, ma  col  propagare il metodo per rinvenirla. - L' autorità che
cosa alcuna, ma tutto provare, tutto esaminare, sia poi  col  raziocinio, o colla coscienza, ecc.. Esempi. Obbiezione - E
oppongono un loro pregiudizio che è che « tutto si dimostri  col  raziocinio » - Confutazione diretta di questo errore. -
di quelli che credono avere spiegata l' origine delle idee  col  dare all' uomo semplicemente una facoltà di conoscere. La
dimostrare che ciascuno di quei principii fa un' equazione  col  primo noto. LEZIONE XXII. - In esempio della decimaquinta
sia il significato che noi attribuiamo a quel vocabolo,  col  quale esprimiamo quella cosa. Laonde, se colui che ragiona,
fino da principio del ragionamento, e l' altra, che si va  col  ragionamento stesso lavorando sempre più e perfezionando
dal principio in ogni trattazione, come un filo conduttore  col  quale si conduce diritto l' argomento, egli è manifesto,
e dell' operare di quell' essere che pronuncia se stesso  col  monosillabo Io ». 7 Applicazione del quarto principio alla
anima dei bruti. 25 Principio sensifero. - Sua identità  col  sentito. - Esistenza del corpo esterno e naturale. -
parte a parte si considerano fuor che in quell' atto ultimo  col  quale l' intelletto emenda e compie la deficienza degli
cose estranee ad essa, e confirmando la propria definizione  col  senso comune dandone una spiegazione conveniente. Prima
». Il dubbio nasce perchè sembra che si trovino le facoltà  col  considerare ciò che hanno di comune più atti: ond' alla
nei « Proverbi » insegna a liberar se medesimo appunto  col  mezzo di non trascurare attenzione da parte nostra nè
legge, nell' afflizione sarei perita » (11). 19 « Configgi  col  tuo timore le mie carni » (12). 20 « Il Signore si è il mio
affanni e noie (2), cercate il momento di ritirarvi sola, e  col  Signore sfogatevi pure senza timore, lamentatevi, e
decimasettima, decimaottava, decimanona, che potete dire  col  cuore in brevissimo tempo. Costante in questo pensiero, d'
la lezione in bel modo e spontaneo colla voce e  col  gesto, sicchè il senso venga, per quanto è possibile, ad
alcuna cosa da muovere al riso, non le inducete a serietà  col  portamento: se qualche cosa seria, non apparisca nel modo
castighi. Quello però che potete ottenere coll' istruzione,  col  consiglio, coll' esortazione, colla correzione, non
per lo scopo spirituale, che in esse vi mette. Anzi  col  lume del nostro unico maestro traggo avanti il mio
torni quasi ad una cosa medesima coll' amore, e proprio  col  godimento di Dio. Qual raccomandazione più grande ad una
ammaestratele del modo come si mangia, unendo insieme  col  cibo del corpo quello dell' anima. In primo luogo
mangiare. Onde siamo fatti schiavi del cibo, perchè l' uomo  col  cibo tentò schivare di essere servo di Dio. Potete poi
cercando cui divorare » (5). Direte ancora, che dormendo  col  corpo vigilavano col cuore que' Profeti e Santi, a cui nel
» (5). Direte ancora, che dormendo col corpo vigilavano  col  cuore que' Profeti e Santi, a cui nel sonno rivelava Iddio
Iddio le cose future ed i suoi segreti. Che vigilava  col  cuore il figliuolo d' Iddio alloraquando navigando sul lago
veramente santa, veramente una orazione, perchè fatta  col  fine di ristorare il corpo, e rimetterlo in istato di
questo prezioso deposito, e colla vita e collo zelo e  col  cuore e colla bocca chiamare lo deve il cristiano maestro
Catechizzare i rozzi » di ciò ne conforta meravigliosamente  col  cap. X. Ma chi ama Cristo, e tien presente il modello, non
sprezzino tutto quello, che a questo è contrario.  Col  primo di questi insegnamenti stillate in esse la virtù
quanto di vero, di buono, e di bello vede od ascolta.  Col  secondo sradicate il pernicioso vizio della curiosità circa
[...OMISSIS...] . E ben vi dico che i primi nostri padri  col  fresco precetto di Cristo (2) e degli Apostoli (3) non solo
mente, o ricaveranno svantaggio, volendo pure intendersela  col  lume naturale, e perciò capendola male o angosciandosi per
avvisandoci, che colui, che acquieta i desiderŒ nostri  col  beato godere, è quegli stesso che ci ama con paterno
unico principio, da Cristo, fu il primo passo dentro a noi  col  Battesimo e colla Fede, e termina coll' unione di Dio in
che questo modo, onde tutti i membri sono uniti in un corpo  col  capo, ed onde ciascuno è distinto, ben si consideri. Poichè
se stessa contiene un bene morale infinito perchè connessa  col  Verbo, infinita santità, infinita gloria; competeva, dico,
» (2). Nè contento d' essere abbassato di sotto a tutti  col  patibolo della croce, scese nel sepolcro, e fino a' luoghi
e Pontefice della nostra confessione » (4), paragona bensì  col  titolo di Apostolo Cristo a Mosè, e col titolo di Pontefice
(4), paragona bensì col titolo di Apostolo Cristo a Mosè, e  col  titolo di Pontefice ad Aronne, ma ciò è fatto prendendo il
[...OMISSIS...] . Preghiera, che Iddio esaudì per allora  col  dare Giosuè a capo del popolo, sì nel nome che nell'
alla dignità del Messia, e alle prove della sua verità,  col  sequestrare dall' altre quella generazione di cui voleva
tre anni fu a Gerusalemme dagli Apostoli a visitar Pietro,  col  quale rimase quindici giorni, e, fuori di Giacomo, nessuno
fu di nuovo a Gerusalemme per rivelazione a confrontare  col  collegio apostolico il Vangelo fra le nazioni predicato,
Filippo, che negli « Atti apostolici » è pure chiamato  col  nome di Evangelista (2). La ragione, per cui S. Paolo a'
gli scribi. Quindi Paolo nella prima a' Corinti (4) accenna  col  solo nome di dottori l' uffizio, che nel luogo che abbiam
che fanno la Chiesa. Quindi è rivolta tutta la Chiesa  col  reggimento suo a questi due scopi: a Cristo nel pane e nel
quello solo ubbidisce: non si santifica il corpo altro che  col  sacrifizio del capo: quello solo è la nobil vittima di
dar salute, e quasi guadagnarli a somiglianza di Cristo  col  gran sacrifizio; possa sopra di loro esercitare autorità.
membra di Gesù Cristo? Coll' autorità in sul capo, cioè  col  sacrifizio, unisce e riconcilia l' umanità alla divinità: o
di uomo adulto e compito. Questo avviene colla carità, cioè  col  perfetto eseguimento dei precetti divini, come insegna
e difetti non gravi in quell' altra vita si purgano  col  fuoco. [...OMISSIS...] Quando adunque sarà da noi lavata
con quello si aduna del camminare alla presenza divina,  col  quale insegnò Dio ad Abramo a conseguire la perfezione.
ne riduce alla bella perfetta conformità del nostro volere  col  divino senza mai prevenirlo, ma susseguendolo quasi come
sofferiste, anzi egli con voi. Oh famigliarità che aveano  col  nostro Signore! Oh santissima dimestichezza, vera
adorazione. Ma colui che prega Iddio in ispirito , cioè  col  cuore bene per ogni parte disposto, questi prega in Dio che
e a' difetti propri riparando colla comune virtù, e  col  fervore de' molti, fortifica fuormisura l' efficacia della
solo testimonio, ma ministro nell' offerire insieme  col  Sacerdote, e colla Chiesa, e con Cristo; e in questo
dovrebbe essere proferito ed espresso dagli astanti insieme  col  Sacerdote. Plurali poi sono altresì le parole che
sia gradevole, Signore Iddio » ». Le quali non solo insieme  col  Diacono, ma con tutti i presenti certamente s' intendono
quanto può offerire ed immolar sè stesso colla contrizione,  col  distaccamento di sè e coll' umiltà. Questa distanza però v'
se potesse essere, della Messa ogni dì partecipassero  col  Sacerdote alla sacra mensa, sì come avveniva ne' tempi
esso comunicano, ringraziano il Signore: [...OMISSIS...] .  Col  corpo vedemmo e toccammo le specie di Cristo, che è dono
e non lo tiene quale altro cibo; chi ne mangia non  col  corpo ma collo spirito, questi ha vita eterna. Nudrire l'
alla Messa, e non si partecipa del Sacrifizio insieme  col  Sacerdote, si possono eccitare ciò nulla ostante in noi de'
quel divino alimento, e alla comunione del Sacerdote unirsi  col  cuore: il che chiamasi comunicare spiritualmente . E
con mortale peccato perduta, non l' abbiano con virtù e  col  Sacramento di penitenza racquistata. E questo è detto
i Santi a incoraggiarvi allo spesso comunicare. San Filippo  col  rinfiammare in Roma l' amore alla frequente comunione, e
di giusti, che cominciata in Adamo penitente, terminerà  col  mondo. Fu adunque quando Cristo fondò il nuovo Israello,
Sacerdote fa la confessione de' peccati, e recita a vicenda  col  ministro, e un tempo già con tutto il popolo, l' opportuno
il popolo, l' opportuno Salmo « Giudicatemi Signore » (5),  col  quale prega, che, abbattuti gli avversarŒ, mandi a lui la
essa l' ha poste, perchè convenienza avessero con sè,  col  carattere de' suoi ministri, e coll' altezza delle cose
con cui la santità appalesa. Oltracciò sono fatti a Dio,  col  quale non si scherza, poichè vede nell' interiore del
genuflettere, a indizio di mestizia e lutto, quasi  col  lasciare cadere il corpo, dimostrando di confessare la
non trattano solo con Dio, ma ben anco tra sè, e talora  col  popolo; così come con Dio la maestà e la dignità è
forma un corpo solo nell' unione al comune capo Gesù, il re  col  suddito più abietto. A vicenda colà si prega e canta. E
cerimonia rappresentando il ricongiungimento del corpo  col  sangue di Cristo, cioè la nuova ed eterna vita da lui per
depose di croce: e a Compieta fu collocato nel monumento.  Col  sovvenirsi de' quali fatti può assai agevolmente
si possono ancora dividere in tre parti: nel Mattutino,  col  quale principiamo il giorno; nelle Ore diurne, con cui fra
tornare in quella notturna quiete, e pregarlo, come si fa  col  principio di Compieta, che e' ci voglia ricondurre ad esso
del Signore, celebravano e celebrano il risorgimento,  col  quale un Cielo nuovo e una Terra nuova apparì, e cantavano
libri. Farò tuttavia quasi una scorsa in sul Battesimo,  col  quale in noi s' incomincia la vita eterna, per darvi
della Chiesa; essendo quella festa nostra, poichè noi  col  Battesimo siamo stati fatti le pietre vive del divino
propositi, colle rinnovate promesse, colla penitenza e  col  cibo eucaristico, quasi tempo da cui norma prendesse ed
del meditare. Imitatrice degli Angeli in terra vivrà  col  corpo, e in Cielo collo spirito. Guardiana però e quasi
affettato ornamento che i vani vanamente diletta, perchè e  col  primo modo si toglie un disgusto come suole la carità, e
primo modo si toglie un disgusto come suole la carità, e  col  secondo si toglie un gusto vano come carità ancor più
si può avere se non a due condizioni: 1. a condizione che  col  senso n' abbiamo percepito il modo reale ; e 2. che coll'
non altrimenti appunto ad ogni essere reale percepito  col  senso risponde una porzione dell' essere ideale che sta
pensata comechessia in quel mio concetto, esiste realmente.  Col  qual giudizio io applico l' idea di esistenza alla cosa
partiene. Quindi avviene una cosa singolare nel giudizio,  col  quale noi affermiamo Dio esistere, ed è che in questo
dunque dalle due altre parti, e quindi la cognizione, che  col  lume naturale noi possiamo avere in questa vita dell'
sapere che luce e calore si trovano spesso insieme, e che  col  calore del sole che egli prova gli altri che hanno sana la
per avervi fede in un uomo egli deve formare il giudizio  col  quale assente e dà credenza alle medesime. Or anche questo
come chi dicesse« io credo a tutto ciò che afferma Tizio«;  col  quale atto se Tizio afferma cosa sopra natura, viene a
stesso si erige come sopra sua base, è quel dogma  col  quale la religione soprannaturale comincia, è l' essenza di
. Nel quale passo si vede come l' addentrarsi  col  pensiero nella legge divina, il meditarla, è il mezzo pel
naturale; è quell' elemento divino che si suole appellare  col  nome di grazia , è quello che corona e compisce tutta la
sostanziale, radicale e comune alle potenze tutte, che  col  nome di IO si segna; e allora solo si ha concepita quella
da sè stessa. Il secondo solo poi è compatibile insieme  col  sistema del cristianesimo, il quale suppone sempre che l'
non negò loro che la grazia si potesse chiamare anche  col  nome di dottrina ; perocchè, operando essa nell'
per questo di poter così maggiormente godere, tementi che,  col  procacciarsi solo tutti i diletti reali, l' uomo si
svanisse per lui quell' errore, giudicato da lor fortunato,  col  quale il senso solleticato moderatamente promette, ove gli
e inordinatamente, nè farebbe di ciò onta al Creatore,  col  mettere le creature nel posto suo e amarle come bene
inimici dell' Essere Supremo, i quali mostrano  col  fatto loro che non sanno levarsi ai doveri morali che hanno
non aver all' aver in sè quella potenza soprannaturale che,  col  primo operare della grazia nell' uomo, nasce e si crea;
parti di uno stesso sentimento fondamentale che si esprime  col  monosillabo IO. Ho già dimostrato altrove quanto l' uno e
assai più eccellenti di quelle che noi possiamo trovare  col  lume naturale, tuttavia non avendo noi mai avuta la
divina, la grazia, il primo suo effetto o atto si compie  col  mettere in noi, da parte sua, una viva fede alle cose
in noi, da parte sua, una viva fede alle cose rivelate,  col  muovere l' animo nostro a una piena e soave adesione a
e che descrive come quel mezzo o istrumento generale,  col  quale operando la grazia divina conduce gli uomini all'
suole chiamare tutto il complesso della religione cristiana  col  nome di Fede , dicendosi la fede cristiana, la propagazione
divina incipiente , e l' assenso della nostra volontà,  col  quale solo si compie l' atto della fede. Consideriamo
di Dio (3) e forma un tale assenso il secondo elemento ,  col  quale si compie l' atto del credere. La cristiana dottrina
elemento della fede, che viene dato da Dio gratuitamente  col  battesimo, quella operazione della grazia, quella potenza
di Dio come luce, verità e autorità infinita,  col  quale atto se l' uomo non ricalcitra colla sua mala volontà
a operare colla sua volontà se non al quinto passo,  col  dare l' assentimento suo alle verità rivelate e
morale naturale dimostrano, che la morale s' incomincia  col  giudizio pratico : che questo giudizio pratico è libero :
il che è ciò che nelle divine Scritture si chiama intendere  col  cuore (3). Per questo sentimento l' uomo della grazia
i quali solevano, come dissi, confondere l' essere ideale  col  reale, le idee colle cose; fonte, chi ben guarda, di forse
io la ho anche appellata, del verbo, l' uomo intelligente  col  suo atto termina negli oggetti stessi reali. Questo è
inconfusibili e inalterabili. 6. Finalmente questa forma,  col  pure unirsi collo spirito, agisce in lui, giacchè dallo
E poichè lo stesso Santo dice, che la vita eterna comincia  col  battesimo (2), pare che questo santo Dottore non fosse del
percepire Iddio; poichè la percezione sensitiva si fa tanto  col  tatto, quanto coll' occhio; ma la percezione del tatto, non
della divina natura cui l' uomo riceve dalla grazia,  col  paragonare Iddio a dell' oro e l' uomo a una statua dorata
dedotta dalla natura dell' intelletto, noi abbiam detto  col  sentimento dei Padri della Chiesa: L' intelletto non viene
di quella vista dell' essere che ha per sua natura, cioè  col  venirgli mostrato l' essere non più solo inizialmente
non più solo inizialmente (idealmente), ma terminatamente ,  col  termine della sua reale sussistenza (realmente): il che è
stato di grazia; 2. e che Dio è forma oggettiva non già  col  suo modo ideale, come sono le altre cose, ma si bene con sè
anime giuste si fa senza mezzo , «amesos», e che non si può  col  mezzo di nessuna cosa creata, e però nè pure di nessuna
dicono, che il Verbo divino è un cotal pensiero del Padre,  col  quale non solo ha pensato sè, ma tutte le creature altresì,
dalle altre cose, ma è un carattere vivo e efficace:  col  qual passo si distingue manifestamente il conoscere delle
senza inchiudervi un rapporto essenziale e primitivo  col  suo essere ideale . Veniamo al terzo elemento di S.
prima abbia tre modi, già non è più possibile fermarsi qui  col  ragionamento, ma qui appuntandosi, si può spingersi più in
singole persone che per una cotale somiglianza che hanno  col  modo del loro procedere, siccome detto è innanzi, e non
pieno e perfetto altresì quel lume interiore dell' anima,  col  quale solo la divina sostanza si attinge e percepisce. Ecco
cattolica. Dagli errori de' filosofi e del volgo pagano,  col  lume della ragione, passò all' unità di Dio: indi s'
procedere per via di parola intellettiva ha similitudine  col  rivelare , che è appunto un parlare di Dio agli uomini. E
rimane il lume della nostra ragione, e quel dire di Dio,  col  quale Mosè afferma essersi create le cose. Il perchè
giacchè Cristo come Dio è una cosa sostanzialmente  col  Padre, e come uomo è unito personalmente col Verbo che è
col Padre, e come uomo è unito personalmente  col  Verbo che è una sostanza stessa col Padre, di cui ha perciò
è unito personalmente col Verbo che è una sostanza stessa  col  Padre, di cui ha perciò la visione beatifica, cioè la
comprensiva del Padre. Egli da questa stessa unione di lui  col  Padre toglie il tipo, al quale debbono conformarsi gli
massime ove si parla del quasi mescolamento dei discepoli  col  Maestro che si fa nel pane eucaristico e nel vino, e
nell' antico tempo, dovessero aver ricevuta l' unione  col  Verbo divino. E veramente S. Giovanni ci dice, che Isaia
di passaggio; ma il congiungimento che si fa dei redenti  col  Verbo divino, mediante il battesimo e la fede e i
di averla sommamente a cuore e di non dar cagione  col  peccato che s' interrompa giammai una così stabile unione,
nell' antico: perchè questa permanente unione dell' uomo  col  Verbo di Dio è la ricchezza del nuovo tempo di grazia.
mandato« (3) ». E via più si conferma e salda questa unione  col  Sacramento del pane e del vino di Cristo: « Chi mangia la
di santità non può esser se non con quell' atto stesso,  col  quale egli è, con quell' atto, con cui procede dal Padre e
e la tiene occupata nell' oggetto desiderato, e la sforza,  col  continuo vagheggiare, di attingere, gustare e applicare a
alla verità, come dice S. Paolo; il che comincia  col  prestare orecchio, coll' udire volontariamente la sua voce.
(4) ». E tosto per dimostrare che non s' incorporano  col  Verbo se non quelli che il vogliono, che il ricevono,
volontariamente pel Redentore, è fare quell' atto di fede ,  col  quale abbiamo detto cominciare la grazia in noi e che è
dell' unguento che unge l' anime nostre appunto  col  divin Verbo quasi con ottimo unguento: [...OMISSIS...] .
con quello, come ciò che è parziale non si deve confondere  col  tutto, e un solo raggio non si può prendere per il sole. La
Verbo si congiunse colla stessa persona dell' uomo? L' uomo  col  Verbo in sè, è già nato da Dio, non [può] più esser del
non già una tenue idea, ma una verace sussistenza . Che,  col  sentimento dello Spirito Santo, noi non sentiamo puramente
in lei dall' azione del Santo Spirito e che s' identifica  col  principio operante dello Spirito stesso; ed è questa la
di dire, che gli si manifesterà il Padre, o che verrà  col  Padre, dice, che gli manifesterà sè stesso: il che era
la cognizione della forza che l' ha prodotta, andando noi  col  pensiero dall' effetto alla causa. Ciò che dico delle
conoscibile, il Verbo, se non nella sua relazione  col  principio , da cui procede; perocchè la conoscibilità di
una cosa suppone e chiama la mente che la conosce. Laonde  col  solo vedere la conoscibilità dell' essere, questa
. Ecco qua, lo stesso vincolo onde gli uomini si associano  col  Padre e col Verbo suo, è quello onde gli uomini si
lo stesso vincolo onde gli uomini si associano col Padre e  col  Verbo suo, è quello onde gli uomini si associano anco fra
facilmente conoscere ciò che fosse la luce in un istante  col  trargli da sopra gli occhi il velo, che non facesse in
apparisce la ragione del modo grave, placido e sicuro,  col  quale s' insegna la dottrina evangelica: l' opposto dell'
e empietà: poichè essi ritengono ancora del lume ricevuto,  col  quale assai bene conoscono la nobiltà e utilità della
una falsa pietà, vani, ipocriti e superstiziosi: questi  col  pretesto del principio religioso che pur non hanno, si
per certo? Unicamente perchè si giudica che quel metodo,  col  quale si sono mutati di mano in mano e trattati que' segni,
ciò che percepisce coll' aiuto de' sensi ovvero che trova  col  pensiero e colla meditazione, o prossimamente a qualche
non mi posso tenere: il contentarsi di pronunziare  col  tuono il più deciso delle sentenze non sorrette da alcuna
e savio il nostro professore razionale? E` questo il tuono,  col  quale si presenta nella discussione e trattazione di una
che percepisce coll' aiuto de' sensi, ovvero che trova  col  pensiero, e colla meditazione, a qualche causa naturale,
tutto ciò che percepisce coll' aiuto de' sensi o che trova  col  pensiero e colla meditazione a qualche causa del mondo
dalla natura materiale. 2. Che per mezzo di quest' essere,  col  quale la mente umana è in comunicazione, l' uomo si vede
e questa dilettazione e approvazione che egli ne fa,  col  quale giudizio approva e riconosce quelle bellezze dipinte
supplizii e de' carnefici, e di autenticare e suggellare  col  sangue quella loro invincibile persuasione della verità.
sistema dei cattolici. I protestanti cominciano e finiscono  col  libro della Bibbia: questo è certamente un circolo vizioso.
menomamente la vera via e il modo della divina attività  col  contemplare i singoli effetti di lei apparenti nella natura
Dio percepita, creata e conservata con quell' atto eterno,  col  quale egli fa tutte le cose: giacchè, come dice S.
può dirsi che tanto ufficio esercitasse come uomo, o almeno  col  mezzo dell' umana facoltà della loquela, e quindi
noi abbiamo veduto che il soggetto uomo nomina sè stesso  col  monosillabo IO. E come i vocaboli son quelli che dimostrano
la vita, la sostanza, ecc., in questo che « la mente, pur  col  suo primo posarsi, intende l' essere e pensa innanzi a
e vi trova il più stretto nesso, trova [che] l' essere,  col  quale conosciamo le cose, non ci potrebbe prestare questo
illazione che l' essere suo corrispondente deve sussistere.  Col  conoscere adunque quella cosa contingente io non faccio che
loro azioni servono ai medesimi di materia. Or dunque, se  col  solo intelletto si percepisce l' essere, se nessun' altra
fra le cose contingenti e l' essere, diventiamo l' anello  col  quale si congiungono quelle a questo, veggiamo quelle e
di beni finiti può mai adeguare l' essere universale,  col  quale l' uomo pensa, e però ha sempre mai in sè onde
al volto reale di un uomo; perchè noi congiungiamo sempre  col  concetto d' imagine questa relazione di lei colla cosa
o natura divina è la concezione dell' essere divino che  col  lume naturale si può fare in un modo negativo, ma ella non
specie o sostanza? Chi potrà avere qualche cosa di simile  col  sussistere stesso di Dio? Certamente perchè una cosa sia
e questa essere il Verbo eterno che possiede in comune  col  Padre e collo Spirito Santo tutta intera la divinità dal
è simile a face che collocata innanzi a terso specchio pur  col  suo accendersi accende altresì nello specchio la stessa
al quale non piace udire che l' imagine di Dio si spenga  col  peccato, ponendola perciò appunto quest' imagine non solo
che il padre conversi coi figliuoli suoi e i figliuoli  col  padre, che conversino gli amici fra loro: e la filosofia
la limitazione di essa natura, la qual solo coll' unirsi  col  suo Creatore ottiene la sua ultima cima e perfezione, e
cioè il corpo sensitivo; e come questo corpo sensitivo  col  quale l' uomo è in comunicazione coll' universo materiale,
straniero e di remoto in lontanissima regione, ma era unito  col  mondo e consociato coll' uomo e temperata la maestà sua da
benignissimo e affabilissimo si interteneva coll' uomo,  col  mostrarsi a lui e favellargli, lo ammaestrava lo sollevava
furono questi: [...OMISSIS...] Or dove giungeva la mente  col  concetto, indi traeva la volontà il suo amore; e all'
vita, anche quella che consisteva nell' unione dell' anima  col  corpo, fino che questa vita doveva rendersi inamissibile:
e facesse risorgere con un corpo nuovo, cioè non più  col  corpo del peccato, alla morte soggetto. Qui veniva a
per essere con Cristo risorto per non più morire giammai,  col  quale il cristiano già vive fin di qua giù per una santa e
oggettivamente considerato, il bene in sè, il bene estimato  col  giusto suo prezzo e valore. In tal caso quindi la legge
essere cimentata per modo da tentazione alcuna che egli  col  suo libero arbitrio resister non potesse: anzi piuttosto è
natura. Nè pur qui adunque, cioè nella sua relazione  col  Dio, naturalmente a lui noto, avrebbe l' uomo della natura
in qualche modo gli favelli e gli dia un precetto positivo,  col  quale venga imposto all' uomo una privazione, gli si
beni presenti desiderati dalla natura è il senso imaginario  col  quale appetisce attualmente i beni futuri. Ciò stabilito,
ma da un qualche precetto positivo che Iddio le imponesse e  col  quale le ingiungesse qualche sacrifizio; massime se il
dell' uomo e vedere che cosa l' uomo gli avrebbe dato  col  suo proprio arbitrio di soggezione e di ubbidienza:
il quale sta nell' ordine naturale, la grazia stessa pur  col  passare dalla potenza al suo atto non è che Dio operante in
le Divine Lettere essere avvenuto degli Angioli, i quali  col  primo atto meritorio furono al loro termine di perfetta
divina essenza, ve la trovarono, e con quell' atto medesimo  col  quale perfezionavano la loro cognizione, conseguivano
nel tempo medesimo che abbuiarono il loro intelletto,  col  trattenerlo dalla contemplazione della luce divina; e non
di natura atterrita rifugge. Sicchè l' angelica natura pure  col  primo passo pervenir doveva o alla somma felicità o alla
e come pedissequa della natura. Se dunque l' Angelo,  col  primo uso della sua volontà, poteva dare intero compimento
grado maggiore della divina cognizione. E però l' Angelo  col  primo atto abusando della massima cognizione e della
della grazia divina; perocchè questa non può stare  col  disordine morale e col peccato, giacchè la grazia è una
perocchè questa non può stare col disordine morale e  col  peccato, giacchè la grazia è una comunicazione di quella
o guasto morale, ma solo alcun disordine fisico. Ma appunto  col  ricevere a un tempo stesso l' animalità e l' intelligenza,
dei medesimi. La perfezione che può conseguire l' uomo  col  suo sviluppamento, cioè col suo usare de' propri principii
che può conseguire l' uomo col suo sviluppamento, cioè  col  suo usare de' propri principii attivi, o appartiene alla
questa teoria nell' ordine soprannaturale, vestiamola  col  linguaggio della religione: noi avremo nelle due classi
il suo principio nell' essere servo obbediente di Dio. E  col  progresso del tempo Iddio aveva lasciato all' uomo stesso,
e solo indirettamente alla perfezione della persona: ma che  col  progresso del tempo l' umanità sarebbe volta e applicata
questo discuoprimento graduato del volto di Dio all' uomo,  col  quale questo sarebbe stato pienamente inebbriato di
dà anche un' altra specie di merito che tiene proporzione  col  grado di luce e di cognizione di cui gode la mente
ricevere aiuto e nutrizione vitale; il che gli avveniva  col  mangiare il frutto dell' albero della vita, che era anch'
morale: e solo in esso la morte è una contraddizione  col  voto e coll' indole della sua natura. Chi adunque può
[...OMISSIS...] . Un terzo sistema che ha grande affinità  col  Platonico, è quello della trasmigrazione delle anime, tolto
di un fatto , di cui i racconti tradizionali avevano  col  procedere de' secoli alterate e confuse in mille maniere le
di rigettarlo, a' quali parea d' ingrandirsi e nobilitarsi  col  negar fede a ciò che aveva vista di essere una favola di
propria natura, che pur vuol sapere di sè qualche cosa e  col  quale solo egli può tranquillare l' animo suo, tentato
stato di originale giustizia, nel quale era costituito e  col  quale dovevasi propaginare. L' uomo fu costituito da Dio
l' oggetto reale infinito perchè sottrattole, il suo atto,  col  quale il cercava, diede nel vƒno e tentò di trovarlo da per
Ma a ciò si sopraggiunse un atto di libero arbitrio,  col  quale l' uomo stesso stolse la volontà dall' oggetto
uomo volse la volontà che dava nel bene reale, a dover dare  col  suo atto nel vƒno del bene finto, cioè falsamente
atto nel vƒno del bene finto, cioè falsamente imaginato,  col  quale atto anco la facoltà di eleggere , non solo quella di
peccato cagione di questo guasto nacque con un atto libero,  col  quale l' uomo mangiò il frutto e così disubbidì a Dio. L'
quella unità e armonica comunicazione che le potenze hanno  col  soggetto nel quale risiedono. E` adunque il peccato
ricevere anche l' appellazione di peccato personale. Ora  col  nome di concupiscenza noi denomineremo in generale
ma è contemporaneo e congiunto con quell' atto medesimo,  col  quale da principio esiste. Dunque il peccato originale non
alla deformità della persona, allora forma una cosa sola  col  guasto personale per l' unità individua che formano le
personale per l' unità individua che formano le potenze  col  loro principio supremo: allora anche il guasto delle
si considera come formante un solo peccato di origine  col  guasto della persona; ma le stesse operazioni che fa l'
come le potenze, non solo prese in relazione con loro e  col  soggetto principio di esse, ma ben anche considerate
alterazione e deterioramento. Considerate poi in relazione  col  soggetto che è il loro principio, le potenze ricevettero
ciò posto egli è evidente che, essendo perito nell' uomo  col  peccato tutto che aveva di soprannaturale, esso uomo
sieno nondimeno tutti giusti, perocchè tutti amano Dio  col  potere che hanno e tutti adempiscono il precetto che loro
che hanno. Perocchè quel precetto non dice amerai Iddio  col  cuore, coll' anima e colla mente; ma dice col cuore tuo,
amerai Iddio col cuore, coll' anima e colla mente; ma dice  col  cuore tuo, coll' anima tua, colla mente tua: che è quanto
ordine soprannaturale. Or l' uomo si rese impotente a ciò  col  peccato. Ora egli è dunque sua colpa se gli mancano le
parte del peccato originale stesso. L' uomo cioè che nasce  col  peccato originale, operando giustamente secondo la legge
questa grave tentazione non l' avrebbe probabilmente vinta  col  solo motivo dell' onesto e del giusto, quando nessun altro
meglio questo vero si consideri primieramente che l' anima  col  solo essere indeterminato non vede ossia non sente nessun
in quanto partecipava di Dio e era fatto una sola cosa  col  Creatore. Rimase adunque l' uomo una semplice creatura: fu
dal regno de' cieli. QUARTO. - L' anima divisa dal corpo  col  solo peccato originale, quell' anima deve essere in un
una tale questione caliginosissima , per quanto bilanciasse  col  suo raro ingegno, non potè mai venire a capo, sia per l'
ammesso da' Teologi, che non venisse propaginata  col  corpo, ma creata da Dio. Egli è però da considerarsi che la
avvertì benissimo che alcuni materializzavano l' anima  col  farla venire dai corpi, e fa colpevoli di questa sentenza i
violato (6). Non si può confondere in alcuna maniera  col  sistema Leibniziano e Wolfiano l' opinione da noi proposta
poichè queste particelle non sarebbero mai morte, ma vive e  col  vivo germe contemperate, sicchè dal maschio e dalla
succedere contemporaneamente, che l' animale si costituisca  col  precidersi e confondersi delle parti che costituiscono l'
diede l' intelligenza alla natura umana con quel soffio,  col  quale animò Adamo, e poscia non fece se non lasciare che
da Dio, essa non comunicherebbe fisicamente con Adamo,  col  quale non rimarrebbe in comunicazione se non la bruta
prima al soggetto è dato una imperfetta visione dell' ente:  col  secondo una incipiente visione di Dio (9). Nella medesima
meno dall' anima intellettiva, perocchè questa non comunica  col  corpo in quanto è intellettiva, ma solo in quanto è
o moralmente infetta. Essendo dunque stata infetta già  col  primo peccato, gli altri peccati non possono più infettarla
». Un segno che infetto era il mezzo della generazione, e  col  quale Iddio volle mantenere la cognizione e la fede del
meno la persona che la natura. Riformata adunque la persona  col  battesimo, rimangono le altre parti della natura umana
facevano si bello e desiderabile il pomo di Eva. La Chiesa  col  peccato originale insegna, che ciò che portiamo di corrotto
e con una primitiva e immediata comunicazione  col  Creatore; e per la stessa ragione questo fatto fu di sua
umana ragione da lui stesso sovvenuta e aiutata, acciocchè  col  trovare i principii e le ragioni delle verità, dia essa
l' accordo perfetto in cui ella verrebbe a trovarsi  col  Cristianesimo, e segnatamente con questo terribile dogma
che aveva la questione filosofica dell' origine delle idee  col  dogma teologico del peccato originale, e che questo portava
che ha pure un così stretto rapporto, sebben filosofica,  col  dogma puramente teologico della trasfusione del peccato
il ciò farsi per molti secoli e il venir solo in ultimo  col  progresso delle scienze trovate quelle ragioni che rendano
di Bossuet da lui proferita nella celebre disputa che tenne  col  ministro Claudio, non sarà inutile che io arrechi ancora un
ed il Breve del Santo Padre del 17 dicembre 1.34,  col  quale rimette alla prudenza del Superiore generale dell'
su tutte le cose; si conserverà insieme la piena confidenza  col  Superiore, che dovete assai amare in G. C., e, rinunziando
assai amare in G. C., e, rinunziando a voi stessi, volere  col  suo volere, e sentire col suo sentire. Oh quanto è bello il
rinunziando a voi stessi, volere col suo volere, e sentire  col  suo sentire. Oh quanto è bello il consenso pienissimo degli
cosa io senta farsi contro l' ubbidienza e l' unione  col  Superiore vostro. Tuttavia ben fareste a scrivermi i
giacchè devo rispondere ad una sua. Intanto v' abbraccio  col  più tenero affetto. So che siete entrato negli Esercizj.
applicarsi a qualche opera esterna di carità, ciò avvenga  col  comune consenso del Vescovo e del Superiore dell' Istituto.
Istituto, perchè queste non si possono assumere se non  col  pieno consenso del Superiore, il quale è incaricato di
queste cose, e però il faccio con un amico, come siete voi,  col  quale so di avere i sentimenti ed il cuore, per così dire,
forte, che misericordioso abbia voluto essere al giovane  col  prenderselo, e creder fermissimo che misericordioso abbia
quest' opera, e progredisce, e si consuma unicamente: 1  col  far conoscere allo spirito del fanciullo la verità
fanciullo la verità salutare, confortata dalla grazia; 2  col  fargli contemplare la bellezza di questa verità che
contemplare la bellezza di questa verità che conosce; 3  col  fare che s' innamori della bellezza della verità che
virtù; e la virtù di natura sua è durevole, nè ella perisce  col  cessare della educazione collegiale; solo svaniscono i
nello stesso vostro lagrimevole libro ultimamente stampato  col  titolo: « Affaires de Rome », voi stesso dite aver
permettete, che vi stimoli a pensare seriamente « se  col  passo che avete fatto abbiate cercato di avvicinarvi alla
umile. Quando poi non si può conoscere il voler di Dio nè  col  primo nè col secondo di questi due segni, perchè non v' è
poi non si può conoscere il voler di Dio nè col primo nè  col  secondo di questi due segni, perchè non v' è un comando del
circostanze. Conviene che questa voce sia da noi raccolta  col  lume tranquillo della propria ragione, soccorsa dal lume
non cercate, farlo senza ingiusta predilezione, ma sempre  col  debito ordine: ecco ciò che in questo caso vuole Iddio
di vivere confidato grandemente in Dio, unito strettamente  col  proprio Superiore, in cui ravvisi come in imagine Dio
formano con lui una famiglia in Gesù Cristo, edificandoli  col  suo contegno e cooperando alla loro purificazione e
da molto tempo, se quel discepolo avesse disubbidito  col  pretesto di seguire la propria ragione, egli si sarebbe
successivo incivilimento nazionale o sociale che si opera  col  decorso de' secoli. Le darò un solo esempio di ciò che
osserverei, che il cristianesimo non operò tanta maraviglia  col  proclamare solamente l' unità di Dio. Questa unità era
dei Santi. Ecco alcuna di queste ragioni che hanno potenza  col  loro peso di annientare innumerabili ragioni secondarie,
a male, e perciò nella Scrittura si esprime un uomo santo  col  dire semplicemente Vir desideriorum . Debbo sommessamente
con tutto il cuore. [...OMISSIS...] In quanto al modo,  col  quale fu governato l' Istituto fin qui, credetemi,
che non deve essere: io bramo, e spero che si otterrà  col  tempo, che tutti i membri dell' Istituto aborriscano i
de' voti. Ah non vogliate, mio caro, essere così illiberale  col  Signore, e far dei passi che al punto della morte vi
ha cura dell' anima nostra: entriamo dunque con fiducia e  col  cuore esultante, perchè il Signore che abbiamo offeso si
e quando non può farlo coll' opera, lo faccia loro  col  desiderio, colla compassione, coll' intercessione verso gli
di Dio rivelante, il quale ci fa conoscere la verità  col  mezzo della S. Chiesa. Su quest' autorità la mia fede, come
ecceduto nell' uso di espressioni biasimanti ed umilianti  col  mio avversario; spero che il vostro avviso mi sarà utile
Policarpo, che incontrando a Roma un eresiarca, lo onorò  col  titolo di « primogenitum diaboli »; e non contento ancora
voi forse se il cangiamento non fosse stato accordato prima  col  rettore stesso o con un superiore maggiore? E poi tocca
voi stesso: egli che, come dice la Scrittura, fa squagliare  col  suo fuoco celeste le montagne stesse? qual dubbio che
sicuri di nulla, e che Iddio solo è il nostro giudice, che  col  suo sguardo acutissimo vede tutto, e se il nostro cuore è
e l' uniformità al volere divino, e stimiamo le cose  col  lume verace della fede; il qual lume ci mostra, che là
che seguitando noi a dire quel FIAT, FIAT VOLUNTAS TUA,  col  desiderio che egli disponga di noi senza limiti , e facendo
stessi, e nell' anime nostre, dov' è stata infusa la fede  col  santo Battesimo, troveremo insieme con questo lume divino
del suo; vorrebbe comunicarci di quel lume intellettivo,  col  quale ella apprezza tanto meglio di noi il vero valor delle
delle cose: vorrebbe che noi potessimo uscir colla mente e  col  cuore dai limiti di questo mondo sensibile, e che sull' ali
se di quando in quando quasi senza accorgerci, cerchiamo  col  cuore e cogli occhi il noto volto, le care parole, la dolce
Fondatori. E` vero, che molti vengono a noi coi piedi e non  col  cuore; ma non posso io giudicare che facciano così, fino
dare, ma gliel volea dare a condizione che sel guadagnasse  col  merito delle fatiche, coll' orazione per lui fatta al trono
pazienti e longanimi, e il nostro Signore ci proteggerà.  Col  dirvi questo, non intendo scusare tutto ciò che è stato
a spargere la tristezza nei nostri cuori, angustiandoli  col  pretesto talora di compungerci dei nostri peccati. No, la
e di precetti sublimi. Forse quel volume che io ho stampato  col  titolo di « Catechetica », le potrà somministrare qualche
essere, se non connessa nella maggiore unità possibile  col  suo Creatore. Ma veggiamo quale sia in particolare la
a meno dal farle analoghe fra loro e coll' essere stesso e  col  sistema universale di tutte le cose (1). Di che ne viene
come una tavola tutta segnata e scritta delle relazioni sue  col  suo Creatore. I generi delle cose le rendevano simili, e le
ritiene nella sua mente la parola papà legata insieme  col  sembiante di lui percepito dagli occhi suoi e accompagnato
il fanciullo la tocca, gli batte sulle mani per avvertirlo  col  dolore che egli non deve toccarla. Così parimente se egli
quell' ordigno. Veggendo adunque assai volte, che insieme  col  suono della parola grande viene additato e proposto all'
e l' altro insensibile, e facendo intendere questo secondo  col  mezzo del primo, che ne è come il simbolo. E tale, come noi
naturale che possa congiungere e unificare la creatura  col  Creatore, ma è necessario che il Creatore stesso si
E il medesimo si dica delle guarigioni operate da Cristo  col  toccamento, e con altri sensibili segni. Alle quali
che non ne parta almeno con una scossa di terrore, o  col  senso di una voce possente che a miglior vita interiormente
si vede, che la significazione loro si ha più relazione  col  principio soprannaturale operante, che coll' uomo che
questa spiegazione ci farà la via quel luogo di S. Tommaso  col  quale egli toglie a provare che, avanti il peccato dell'
le loro anime non abbiano fatto precedentemente nessun atto  col  quale meritarsela. Egli è dunque proprio de' Sacramenti,
società qualunque, fa bisogno bensì qualche segno esterno  col  quale si distinguano i professori di quella religione; ma
che l' anima nell' intellettiva sua parte non comunica  col  mondo materiale, ma solo con Dio. E però che i segni del
tanto per rispetto all' uomo che per rispetto a Dio.  Col  peccato perì l' ordine soprannaturale, e l' uomo rimase
si mostrò più funesto e crudele l' impero del demonio, sia  col  tormentare gli uomini mediante de' mali, sia colle
impossibile alla creatura, che ha incontrato questo debito  col  peccato verso la divinità, pagarlo e conguagliare le
sono i punti nei quali venne alterato il sistema primitivo  col  fatto della prima colpa: tre consistenti in mutazioni
dare tutto sè stesso non fosse imputato ad ingiustizia.  Col  peccato all' incontro aveva pure una volta sottratto sè
nascere un uomo senza opera d' uomo e che fosse una persona  col  Verbo. Niente vi aveva nella natura o nella umanità che
de' suoi simili: e gli riscattò difatti e ricomperò  col  suo credito, col quale ebbe di ritorno il chirografo del
simili: e gli riscattò difatti e ricomperò col suo credito,  col  quale ebbe di ritorno il chirografo del debito di quelli, e
il far ciò, vale a dire il debito dell' uomo, cui Cristo  col  prezzo di sè stesso largamente pagò. Ora potendo Cristo
l' uomo, che per la via del corpo dovessero giungere  col  loro effetto fino all' anima, tirando questa stessa alla
convenevolmente si dice essere la persona che viene mutata  col  sopraggiungersi all' umanità dell' elemento divino. Quindi
sia la parte dell' uomo rinnovellata, cioè la suprema,  col  rinnovellarsi della quale nasce la nuova persona. Le
in quelli che hanno l' esistenza in Cristo (1); intendendo  col  pronome quelli le loro persone; giacchè le nature loro non
rovinate dal peccato. Così davasi corso alla giustizia, e  col  soddisfarsi pur della giustizia facevasi luogo alla divina
quel sacrificio che era richiesto dalla giustizia offesa, e  col  quale questa veniva placata, e però quasi espressioni della
bontà; tuttavia non cessò però punto l' ordine primitivo,  col  quale Iddio aiutava lo sviluppo dell' umanità,
a capirne i cenni, nè grazia a giovarsene. La distrusse  col  diluvio, rinnovellandola colla famiglia di Noè: ma i
sua patria, che era Ur città di Caldea e ne uscì venendo  col  suo padre Thare in Haran dove dimorò alquanto. Spacciato
che Neemia rinnovella l' alleanza del popolo d' Israello  col  Signore. Questa nuova alleanza celebrata solennemente per
questa grande sciagura del popolo ebraico l' ultimo colpo,  col  quale la divina Provvidenza avesse decretato di dargli
piazza e il tempio. La seconda alleanza che celebrò Neemia  col  popolo, non fu, come la prima, infranta ognora e manomessa
popolo, non fu, come la prima, infranta ognora e manomessa  col  peccato dell' idolatria, ma fu stabile e immune da sì fatta
aveva questi due fini ad un tempo, e di correggere  col  castigo l' infedeltà e durezza d' Israele, e di spargere
le cose materiali si percepiscono da noi primieramente  col  senso esteriore. In secondo luogo esse ci vengono
poscia progredire anco intellettivamente. Quest' ordine  col  quale la divina Provvidenza guida innanzi la perfezione
uomini usciti dall' arca proibisce di mangiare la carne  col  sangue: e ciò per rimuoverli dalla ferocia e dal metter le
a dire Iddio in conferma del precetto di non mangiare carne  col  sangue: [...OMISSIS...] . Egli vi ha qui un' altra cosa a
. Or non esclude dal potersi mangiare se non la carne  col  sangue. Si manifesta dunque chiaramente che questo rispetto
di vendetta e di conquista. Il dir poi che egli fa che  col  sangue effuso nei sacrifizii si sarebbe placato, era un
le diede la legge e strinse il patto solenne con essa  col  quale si faceva suo Re (2): questa nazione fu cangiata
all' età di novantanove anni, il Signore rinnovò il patto  col  suo seme, e ciò con parole più alte e magnifiche che non
che quel patto sarebbe sempiterno (1) tanto con lui che  col  suo seme; il che supponeva l' immortalità dell' anima, e
ratratto il nervo del femore, è un tipo di Cristo che pugna  col  suo Padre sdegnato contro l' uman genere peccatore, e
l' uman genere peccatore, e disarma la sua giustizia sol  col  sofferire la morte nella sua umanità, che è rappresentata
Israelita nelle sue parole e nell' operare. e ) Non arerai  col  bue accoppiato insieme coll' asino (2). S. Paolo medesimo
modo di significare la immondezza dall' uomo contratta  col  peccato originale, e la necessità del nascere un giusto il
e fa sacrificio, usa fra gli altri riti quello di aspergere  col  sangue delle vittime non solo il popolo ma ancora il libro
e però i soli che fossero sopra loro efficaci e possenti,  col  fare Iddio questa congiunzione aveva resa importante la
tali oggetti non potevano chiamare la loro attenzione,  col  solo lungo affissare della quale solamente le idee astratte
la maggiore affinità che ha questa seconda con una terza.  Col  congiungere la giustizia coi beni temporali Iddio indusse
coi beni temporali Iddio indusse gli uomini a fissare  col  pensiero questa giustizia. Fissata bene che l' avessero,
umana doveva essere eccitata a fissarla principalmente  col  nuovo e collo straordinario; e quindi la necessità de'
sul Sinai a dar la legge. [...OMISSIS...] . Per tal modo  col  non mostrarsi Dio sotto figura alcuna volle insegnare, che
a simboleggiare i suoi molti e singolari pregi, che  col  pigliare a simbolo di lei, non già alcun essere naturale,
specie di visione nella nostra fantasia. E ciò esse fanno  col  risuscitare nel nostro spirito degli oggetti sensibili
viene propriamente nominato nella intenzione dello spirito  col  nome proprio . Dico ancora che la parola fissa la
a poter venir colto quando si voglia dall' attenzione, che  col  mezzo del nome suo si rivolge a lui e il contempla e il
che in questa specie di nomi il comune si congiunge e lega  col  proprio e si fa servire come di segno a dover segnare
l' opera del Padre, quell' opera che il Padre ha cominciato  col  mandare il Verbo negli uomini, e che perciò rettamente
non si fa coll' applicare all' uomo alcuna medicina, ma  col  pronunciare la sentenza: il perchè non è bisogno d' altro
alla fede, e la completavano, la rendevano meritoria  col  renderla ubbidiente e perciò effettiva (3). Indi è che S.
soddisfatto Dio, il qual giudica con una norma perfetta,  col  lume del suo Verbo, nel Vangelo fatto a noi manifesto. Ogni
e stabile; e questa grazia vien crescendo di mano in mano  col  crescere delle rivelazioni, e fa crescer la fede alle
intendere a pieno l' iniquità de' peccati che si commettono  col  solo spirito (1). La legge mosaica adunque era incapace di
che Cristo predicava era conseguente al lume interiore,  col  quale potevano conoscere Iddio per la sua grazia, dopo aver
avevano a quel tempo il lume ch' ebbero poscia per Cristo,  col  quale percepivano Dio7incarnato positivamente. Questo
pertanto la legge nei confini delle esteriorità, e  col  gran numero di queste occupava gli uomini, a intendimento
comunicò tutte senza successione, con quell' atto solo  col  quale lo generò; così Cristo le comunicò pure a' suoi
le comunicò pure a' suoi discepoli con quell' atto appunto  col  quale li generò col suo spirito; perchè nella percezione,
suoi discepoli con quell' atto appunto col quale li generò  col  suo spirito; perchè nella percezione, che diede loro di sè,
Verbo quegli che libera l' uomo dal dominio del peccato  col  comunicarsi internamente, si ha espresso in quelle parole:
operante, duplice l' effetto. La causa operante era la fede  col  Sacramento; l' effetto era l' addirizzamento della volontà
quanto doveva a Dio: e per riannodare la sua corrispondenza  col  Creatore, fu bisogno che intervenisse un contratto positivo
questo patto, acciocchè gli uomini se ne possano ricordare  col  venir loro, o tener sott' occhio, quel segno. E però del
acconcio allo stato intellettuale dell' uman genere, e però  col  variare di questo stato doveva variare altresì quel segno e
per la quale non conosce che languidamente la sua relazione  col  Creatore, e lo stato di peccato pel quale ha bisogno che
e l' uomo; ma erano solamente un atto religioso dell' uomo,  col  quale cercava di ottenere il divino favore, nè disponevano
non ispegnessero il regno di Dio sopra la terra. Allora  col  nuovo patto cominciarono de' nuovi Sacramenti che fossero
il patto è fermato non solo con quel Patriarca, ma ben anco  col  suo seme dopo di lui nelle generazioni future in sempiterna
santo, ma sì partecipante dell' alleanza stretta da Dio  col  corpo di sua nazione. E però dal Sacramento de' Padri
essi i suoi attributi di potenza, di giustizia e di bontà  col  proteggerli possentemente e regalarli abbondantemente di
un patto futuro e sempiterno che promette Iddio di far poi  col  figliuolo nascituro Isacco (5). Non solo adunque Isacco non
Abramo esser fedele, propose a lui di stringere un patto,  col  quale Abramo e i suoi discendenti promettevano la
di quella giustizia che viene dalla fede« (1). » E  col  rito del circoncidersi, tutti gli Ebrei protestavano di
Nè in questa fede finiva il culto che a Dio promettevano  col  circoncidersi. Essi protestavano al Signore che
contenute in quel patto doveano esser condotte a compimento  col  succeder de' tempi. L' ultimo scopo di queste promesse era
particolare riguardante il mezzo di eseguire quel primo,  col  quale Iddio prometteva all' uomo il Redentore necessario a
Egiziani, salvò dalla strage le case degli Ebrei tinte  col  sangue dell' agnello. Quel sangue era sommamente acconcio a
celeste vendetta di Dio (1), cotto nel fuoco della carità  col  pane azimo della pura conversazione, e coll' amaro delle
nel quale sta il compimento delle promesse fatte ad Abramo.  Col  Redentore donato in esecuzione di quella promessa il debito
sul Sinai; ma sì bene nel segreto dello spirito fu stretto  col  reale e personale congiungimento del Verbo e della umana
e conduttive all' alleanza medesima. Quindi consegue, che  col  nuovo patto l' individuo si ricongiunge veramente a Dio. In
questa unione, nella quale egli attingeva la similitudine  col  Creatore (2). Per la ragione medesima il nuovo patto è
perchè era esteriore e positivo: potea cioè stingersi  col  corpo della famiglia o della nazione rappresentata da
e altresì nuovo potere. Egli a cagione di quella unione  col  Verbo che lo possiede è consecrato al Verbo stesso: nuovo
chiaramente que' passi de' Padri ne' quali si dice che  col  Battesimo viene impresso nell' anima il nome di Dio,
di Gesù Cristo. Parliamo del primo di questi due effetti.  Col  carattere indelebile che imprime il Battesimo, l' anima
suo nome, lo stesso carattere nel Battesimo ricevuto (2).  Col  carattere del Sacramento dell' Ordine poi l' uomo acquista
che l' ordine soprannaturale constituisce. Si può dire che  col  carattere sia data all' uomo una nuova natura; non so però
poichè a questa si esige la volontà. Però parmi che  col  carattere la persona nuova sia già in potenza; ma che colla
egli si considera ne' Cristiani ne' quali viene congiunto  col  Battesimo. La circoncisione all' opposto era bensì« segno«
Sacramento della Confermazione e dell' Ordine, che perduta  col  peccato, risuscita di bel nuovo tostochè il peccato sia
consista, l' abbiamo veduto, e così pure la grazia. E  col  carattere e colla grazia da lui uscente nasce l' uomo
umana natura (3), apparisce che in alcun modo può dirsi  col  carattere nascer l' uomo, ma compiutamente non nascer che
esso fu suo Battesimo, potente a rigenerar l' uomo  col  carattere e colla grazia. Tuttavia questi due effetti
[...OMISSIS...] E allora battezzati voi pienamente  col  Battesimo mio, il potrete conferire anco agli altri uomini;
dal Padre di comunicare della propria vita agli altri  col  merito della sua passione: l' ottenne per giustizia, e non
avviene ove la volontà stessa non resista e ponga ostacolo  col  vigore suo proprio che si chiama libertà. In questo caso,
unione con Cristo; ma quelli che non sono ancora rigenerati  col  Battesimo non possono esser condotti alla fede e all'
di desiderio essi non sono Sacramenti. E sebbene convengano  col  Sacramento del Battesimo nell' effetto che apportano all'
aveva impresso sè stesso nell' anime de' suoi discepoli  col  suo aspetto sensibile, che avea virtù, come dicemmo, d'
conoscasi la relazione di generato e di generante che ha  col  Padre: perocchè questa relazione è quella che costituisce
Santo in questo modo, per esclusione del modo onde viene  col  Battesimo, convien dire che nella Cresima sola lo Spirito
Santo, e l' essere il cristiano consumato e perfezionato  col  signacolo del Signore (.). Da tutti i quali luoghi
del clero. Egli distingue due unzioni che si fanno  col  santo Crisma, l' una dal sacerdote subito dopo il
Qui parlasi chiaramente del carattere, che ci segna  col  segno del Cristo e ci mette nel dominio di Cristo. Più
nell' anima, come abbiamo veduto. Ciò si rappresenta anche  col  segno esteriore, giacchè si unge la fronte del fedele che
giacchè si unge la fronte del fedele che si conferma  col  segno della croce. Di che Dionigio Areopagita, o
si fa menzione solamente del segno, ma anco dell' unguento  col  quale si fa il segno. « Prima, vi si dice, ungerai coll'
grazia del Verbo, che si dà nel Battesimo conversando essi  col  Verbo in terra? In tal modo ne verrebbe meglio chiarito il
Pentecoste; e da quel dì tutti quelli che si salvarono  col  Battesimo di penitenza o di sangue. Or Cristo dava
S. Giovanni Battista fu ripieno di Spirito Santo  col  solo avvicinarsegli Gesù nell' utero di Maria; non ebbe
il vino di cui Cristo si nutriva diventava una cosa stessa  col  corpo di Cristo, perocchè trapassava alla natura del corpo
che ce ne dà la rivelazione. E veramente la natura umana  col  farsi gloriosa non muta l' esser suo, ma ella si nobilita e
che continuamente si separano dal corpo nostro, e  col  riparare a queste perdite e co' movimenti annessi all'
è certo che il corpo e il sangue Eucaristico è identico  col  corpo e col sangue di Gesù Cristo che patì in croce (2). Di
che il corpo e il sangue Eucaristico è identico col corpo e  col  sangue di Gesù Cristo che patì in croce (2). Di più, egli è
che il corpo di Cristo che nacque di Maria Vergine, quello  col  quale Cristo fece tutte le azioni della sua vita privata,
identico tanto in un luogo come in un altro, nè sofferisco  col  mutar luogo (per moto assoluto) nè pure la più piccola e al
risiede. Se poi il principio animale è unificato  col  principio intellettivo e personale in tal caso l' identità
a sè e s' appropria la sostanza del pane, questa sostanza  col  corpo permanente di Cristo divien pure corpo vero e proprio
rimanente del corpo; ma formano una cosa sola e impartibile  col  corpo ove s' inseriscono. Nè Cristo già disse:« queste sono
corpo di Cristo, e vi ha tutta la natura, ed è congiunto  col  rimanente del corpo; il quale vi sta per concomitanza, cioè
il che si suol fare con quel rimettimento di carne  col  quale si rammargina la ferita e si copre d' una carne e
del Padre; come è certa l' identità del mio corpo in fasce,  col  presente e con quello che avrò nel sepolcro. Tutto ciò è
che il corpo di Cristo nell' Eucaristia è identico  col  corpo di Cristo in cielo, e che il corpo di Cristo nell'
cielo, e che il corpo di Cristo nell' Eucaristia è identico  col  corpo di Cristo bambino, col corpo di Cristo adulto, e
nell' Eucaristia è identico col corpo di Cristo bambino,  col  corpo di Cristo adulto, e massimamente col corpo di Cristo
Cristo bambino, col corpo di Cristo adulto, e massimamente  col  corpo di Cristo paziente in croce, col corpo di Cristo
e massimamente col corpo di Cristo paziente in croce,  col  corpo di Cristo riposto nel sepolcro. Fermiamoci a
dee avere il corpo e il sangue di Cristo nell' Eucaristia  col  corpo di Cristo morto, col sangue di Cristo sparso per noi.
di Cristo nell' Eucaristia col corpo di Cristo morto,  col  sangue di Cristo sparso per noi. Questa identità è
questa parola, come dicevo, non involge alcuna relazione  col  modo dell' azione dell' agente, ma si restringe a
più il concetto dell' annichilazione. Ma parlando sempre  col  più profondo rispetto d' un uomo santo e sapiente io non
nel corpo di Cristo« » e non solamente dar luogo a questo  col  cessare di essere interamente: e mantiene questo dogma sì
transustanziazione. Però io non posso nè pur qui sentirla  col  Bellarmino il quale non trova necessario, che rimanga ciò
che l' uom grande entri in un sistema che non può stare  col  principio che egli stesso accorda e fermamente crede, cioè
la distruzione del pane sia fatta da Dio coll' intenzione e  col  fine di addurre in suo luogo il corpo di Cristo. 4. Che
e la divinità medesimamente, che è una natura identica  col  Padre e collo Spirito Santo: sicchè a pienissimo s' avvera,
dallo Spirito Santo (3), e congiunta ipostaticamente  col  Verbo, e mossa dal Verbo con quella onnipotenza che è
e mossa dal Verbo con quella onnipotenza che è comune  col  Padre da cui procede, toglie punto nè poco, che anco negli
Non se ne troverà pur una sola la quale s' accomodi  col  sistema de' nostri avversari; e la quale faccia credere che
Spirito Santo che è spirito del Verbo reca seco il Verbo,  col  quale ha la natura indivisa, e il Verbo informa l' anima e
s' aggiunga al corpo di Cristo. Però si porrebbe la materia  col  porre il sentimento, ed insieme la si escluderebbe; il che
è l' effetto di una forma che agisce nel nostro spirito e  col  nostro spirito; e che ivi lo produce, e lo produce col suo
e col nostro spirito; e che ivi lo produce, e lo produce  col  suo modo dell' estensione soggettiva; di maniera che questa
che questa estensione noi la percipiamo immediatamente  col  sentimento fondamentale; e la forza che la produce,
e la forza che la produce, considerata come cosa congiunta  col  suo effetto esteso, è il corpo nostro proprio. All'
su di noi modificando il sentimento nostro fondamentale,  col  produrre qualche moto nella sua materia. Or qui è evidente
se il corpo nostro continuasse ad essere da noi sentito  col  sentimento fondamentale, ma egli cessasse di agire
e che per tante vie eglino tentassero di spacciarsene  col  proprio ragionare, quanti erano i nodi che vi rinvenivano
questa doppia tendenza dell' umana mente potea distruggersi  col  sopravvenire del Cristianesimo, perocchè l' uomo non si
scrivendo al Vescovo Ilario (2): [...OMISSIS...] . Ora se  col  solo libero arbitrio dalla grazia non aiutato dalla grazia
induca al male. Ma se il male non si potesse operare se non  col  libero arbitrio, niente vi potrebb' essere, non dico che
morale dipende dal solo libero arbitrio, dunque l' uomo  col  suo libero arbitrio può essere immune da ogni peccato. Da
dunque non sono costretti di stare in un tale stato, ma  col  medesimo loro libero arbitrio possono abbandonare il
ha volontà, o nell' eresia di negare che i bambini nascono  col  peccato: per evitare quel primo precipitarono in questo
che Adamo avesse trasgredito il divino comandamento, e così  col  peccato della sua disubbidienza incorso nell' ira di Dio,
natura intima dell' umana libertà e delle sue relazioni  col  bene e col male morale, da cui solo si ritrae la natura di
intima dell' umana libertà e delle sue relazioni col bene e  col  male morale, da cui solo si ritrae la natura di ciò che è
poi di semplice inclinazione, che si trova in contrasto  col  fine voluto e amato, dicesi volontà inferiore, e non è
attribuirsi anche questa specie di attività che si spiega  col  cedere all' azione, che qualche causa diversa tende a
al peccato mortale tanto attuale quanto abituale, poichè se  col  peccato attuale l' uomo devia dal suo fine, coll' abituale
Onde Giovanni Fischer Vescovo di Rocester che suggellò  col  suo sangue la cristiana fede, distinguendo questi diversi
, che è la prima delle 31 condannate da Alessandro VIII  col  decreto de' 7 dicembre 1690. Ora se il peccato originale
la dottrina cattolica contro l' eresia pelagiana dicendo  col  Lugo (2), che il peccato originale ne' bambini è solo «
sembrano venirne più assurdi e difficoltà: a ) Che Iddio  col  suo decreto è il vero autore del peccato ne' bambini,
decreto è il vero autore del peccato ne' bambini, cangiando  col  detto decreto in peccato ciò che senza il detto decreto non
accade degli uomini, ma egli avrebbe con ciò costituiti  col  suo decreto positivo tutti i discendenti peccatori,
per la sua prevaricazione, e però che Iddio l' abbia punito  col  privarlo della sua grazia, questa è necessità e patente
di cui si tratta, può esistere bensì in una mente che  col  pensiero abbraccia nello stesso tempo e il bambino, che ha
non ricadete con ciò in quelle difficoltà stesse che  col  vostro sistema credete evitare? Poichè il bambino nulla ha
questo anche l' antico Testamento o patto stretto da Dio  col  suo popolo si fece con solennità tra le due parti
disconobbero la natura di questa seconda, confondendola  col  primo; i Pelagiani, non tenendo conto che di questa
E questo è quello che insegna la Chiesa Cattolica  col  dogma del peccato originale, il quale si chiama
è stata creata da Dio da ogni lato buona, ma che l' uomo  col  suo libero arbitrio l' ha guastata, e l' ha guastata solo
e arricchita di più di doni soprannaturali; ma che l' uomo  col  suo libero arbitrio, peccando, la guastò nella sua parte
in sè stesso, cioè disordinata dal peccato commesso da lui  col  suo libero arbitrio. E qui conviene rimuovere l' equivoco
pensiero: libertà di associazione per poterlo fecondare  col  contatto nel pensiero altrui: libertà di traffico pei suoi
o invigilamento, senza dirvi il perché, senza dirvelo  col  minore indugio possibile, senza condurvi sollecitamente
ricchi, ei non si piglierebbe tanti fastidj, non farebbe  col  suo pensier tanti calcoli, non commetterebbe se stesso ben
signori, e più che non si crede. Voi già qui mi prevenite  col  pensiero: voi vi sovvenite degli scherni gettati a piene
non esistevano in realtà? Confondere dunque l' ideale  col  reale è toglier via il mezzo con cui si sono fatte, si
è impossibile confondere qualsivoglia altro essere reale  col  suo ideale corrispondente. Noi abbiamo trovato dei nuovi
anche lo spirito reale è mutabile, condizione che ha comune  col  corpo reale. Ma vi pare egli, rispondetemi dopo considerata
sapevano spiegar la natura, o perchè l' ammetterlo cozzava  col  loro sistema. Possiamo chiamare questi Filosofi gli eretici
errori e coi pregiudizj. Noi abbiam detto di volere starci  col  senso comune, che ci par l' arca di sicurezza, e credemmo
alla mente due nozioni distinte, per modo tale che  col  solo mezzo di conoscere non si potrebbe dire che il reale
conoscere non si potrebbe dire che il reale esistesse, nè  col  solo reale si potrebbe dire che esistesse il mezzo di
dal sè intuente, e senza che involga alcun rapporto sentito  col  sè intuente. Nè si dica qui che l' idea intuita dallo
sentimento stesso del noi; nè ha alcun rapporto sensibile  col  noi; e nondimeno noi pensiamo a noi stessi, e di noi stessi
congiungendo l' idea che non mostra che il reale possibile,  col  reale sentito e non ancor concepito, si potrà venire a
atto. L' oggetto dunque è il medesimo ma è diverso il modo  col  quale egli è. Ciò che è in potenza infatti dee essere
di prima, e tuttavia la mente nostra ha disegnato in esso  col  pensiero un quadratino e se l' ha disegnato mediante il
sua attenzione que' punti di essere che s' identificano  col  reale. Ed ecco l' idea speciale bella e trovata - . Ella
anzi si distingue, come il negativo non s' identifica  col  positivo, di cui è anzi l' opposto. S' identifica dunque in
comune degli uomini, i quali confondono il rappresentante  col  rappresentato, l' immagine della cosa colla cosa: la
cosa rappresentata, e devo confrontare il rappresentante  col  rappresentato e rilevarne il rapporto di somiglianza. A
prodotto da quell' atto suo proprio, che abbiamo espresso  col  monosillabo: sì . Ora a che si riferisce quest' atto? A
de' corpi. L' affermazione è un atto interno dell' anima,  col  quale ella costituisce se stessa in uno stato di
sensitiva? Provoca lo spirito nostro a pronunziare quel sì,  col  quale egli afferma. Ma quando questo sì fu già pronunciato,
nome: una di queste specie si è quella che noi distinguiamo  col  nome di cognizione positiva: la questione dunque si riduce
E anche intorno a questo noi siamo novamente d' accordo  col  senso comune; il quale come dice del cieco che non conosce
Ma quali sono le notizie che noi comunichiamo altrui  col  linguaggio? Certamente quelle che noi abbiamo. Che cosa
penso un ente; ma poichè io non l' ho menomamente percepito  col  sentimento, egli è per me un ente che non so come sia
realità e le sue modificazioni o ciò che si commisura  col  nostro sentimento; e noi come esseri reali siamo limitati,
due opposte maniere d' errare? Noi l' abbiamo veduto;  col  non fermarci esclusivamente a considerare una sola maniera
ancora distinguere l' assoluta cognizione dalla completa);  col  riconoscere che tanto l' assoluta cognizione quanto la
è posteriore, è necessariamente acquisita, con quell' atto  col  quale lo spirito stesso la rende a sè conoscibile. Possiamo
primi investigatori della natura ogni cosa appaja mescolata  col  tutto; niente ci abbia al loro vedere di distinto, e la
al loro vedere di distinto, e la Filosofia così cominci  col  caos come la creazione? Ciò dee sembrare naturalissimo e
che non fosse, già non sarebbe più Dio, e il levarlo via  col  pensiero, è un rendere impossibile il pensiero medesimo,
coll' affermare che esse sussistono, il che è quanto dire,  col  predicare di esse la sussistenza. Ma questa sussistenza che
riflessioni, se si possa confondere l' ente ideale  col  reale, l' idea con cui l' uomo conosce tutte le cose, colla
ci vorremo noi lasciare illudere al suono delle parole, ma  col  pensiero semplice e retto cercare i concetti. L' altra cosa
l' altra si è muover dalle creature, e confonderle  col  Creatore. La prima è il confondere la natura necessaria ed
Essere che si afferma e si predica delle cose reali, e  col  quale si conoscono, sogliono essere di que' panteisti, che
un' idea grande di Dio, credono magnificarlo vie più  col  dichiarare che l' essere suo è quell' essere stesso che l'
e principalmente la percezione intellettiva, ricorrevamo  col  Rosmini non meno che col senso comune, all' azione che esse
intellettiva, ricorrevamo col Rosmini non meno che  col  senso comune, all' azione che esse esercitano
procede egli in questo suo trovato? Voi l' avete veduto,  col  negare fieramente che gli uomini prendano dal sentimento la
della cognizione nostra dal sentimento, come fa il Rosmini  col  senso comune degli uomini e delle scuole, ma si deve
di fatto. Proseguiamo dunque a sentire il ragionamento,  col  quale il Gioberti pretende che noi conosciamo la realità
voi ben sapete che questo è appunto quello che facemmo noi  col  Rosmini; onde a detta del signor Gioberti, la nostra
« se noi conosciamo i reali contingenti coll' idea e  col  sentimento, ovvero collo stesso Dio7Idea, di modo che
mente; e al professor Tarditi fa colpa dell' aver distinti  col  Rosmini questi due ordini, e assegnate le lor proprie leggi
parole la forma cioè Dio, si conjuga colla materia, cioè  col  corpo, e quindi costituisce con esso un solo oggetto; e in
questa conjugazione, per cui Iddio diventa un oggetto solo  col  corpo, sta, dice il Gioberti, « la sintesi maravigliosa
idea astratta, è per conseguenza subiettiva e s' immedesima  col  subbietto uomo che è pur contingente, di che accusa il
cavallo possibile è nel soggetto umano, e s' immedesima  col  soggetto umano, e però è l' uomo o parte dell' uomo, e
nostro è Dio, formi un oggetto solo del conoscere umano  col  suo effetto, che sono le creature, e sottostia ad un solo
una natura e un oggetto che non ha niente di comune  col  corpo; dunque nè pur nell' atto creatore si possono trovare
ne ricevessimo l' azione. Convien dunque confessare, che  col  ricorrere all' intuito di Dio e dell' atto creatore, non si
di spiegare, e per ispiegare il quale noi ricorriamo  col  Rosmini al sentimento, e all' essere ideale; laddove il
un conoscere le cose indirettamente . Ma le cose create  col  loro essere sostanziale e materiale, come noi le conosciamo
di percepir le cose direttamente e trattandosi de' corpi  col  senso, conosciamo tali cose col puro intuito dell'
e trattandosi de' corpi col senso, conosciamo tali cose  col  puro intuito dell' intelletto come termini dell' atto
panteismo un autore che in tanti luoghi sembra professarlo  col  suo sistema, benchè continuamente, e quasi con soverchia
con Dio; benchè l' uomo non veda il come, perchè  col  lume naturale non vede Iddio. E questo è anzi l' argomento
il Gioberti lo fa soggettivo, e vuole che s' immedesimi  col  soggetto conoscente. Ritenuta questa confessione del
che l' essere che rimane visibile non contiene più ciò che  col  nome sostantivo di Dio viene espresso. E tuttavia, aggiunge
sia del tutto finito, soggettivo, anzi che si immedesimi  col  soggetto uomo. Ora indovinate mo' dopo tutto questo, dove,
generale (già v' accorgete dell' affinità di questo parlare  col  sistema dell' identità assoluta dello Schelling): dice che
chiara; il finito, il soggettivo, il soggetto stesso umano  col  quale s' immedesima l' essere astratto è in Dio ed è Dio;
ma in altro modo, perchè il positivo è mescolato in esse  col  negativo, il quale non è in Dio. Alle esistenze reali, che
detto essere il nulla, altre volte ha detto immedesimarsi  col  soggetto umano, qui dà il titolo di Ente, che è la parola
perchè in Dio quelle nozioni sono unite coll' astratto,  col  generale, coll' universale; ed acciocchè nascano le
non v' ha qui niente di nuovo se non che è nuovo il modo  col  quale la riflessione umana considera lo stesso oggetto
vediamo noi che un panteista dee per necessità e coerenza  col  suo sistema innalzare alle stelle la bellezza e la
del Filosofo. D' altra parte, la frase è conciliabile  col  sistema, giacchè se le creature sono il concreto e il
cioè Dio; all' incontro l' ente possibile che s' immedesima  col  nostro spirito, come vedemmo, è oggetto della riflessione.
e possibile, quale è nel nostro spirito, e s' immedesima  col  nostro spirito stesso; onde accagiona il Rosmini di
la sussistenza, il quale, secondo lui, s' immedesima  col  soggetto, coll' uomo. Ancora, dopo averci detto, che la
panteismo. [...OMISSIS...] . Se dunque i panteisti errano  col  dire che Iddio è tutto il cerchio, mentre non ne è che il
lo sapete, o signori: è perchè immedesimare l' obbiettivo  col  subbiettivo da una parte va contro al senso comune ed alla
coprirlo pudicamente agli occhi de' semplici suoi lettori  col  velo di una frase così bugiarda. La messe è tanto ricca, o
tutto si riduce a identità, da poichè la creazione si fa  col  movimento e trapassamento dell' idea di Dio e Dio stesso
pensiero dunque dell' uomo che ascende a Dio, s' immedesima  col  discendere che fa la creatura da Dio, mediante l' atto
il supremo Iddio. Ciò risulta assai chiaro, se si raffronta  col  brano ultimamente citato quello ove dice: [...OMISSIS...] .
distinte (1). Del resto voi non ignorate che noi  col  Rosmini siamo assai lungi dal dire che « « l' idea dell'
identica in Dio e nelle creature, le quali si creano  col  venire illustrate da questa luce divina, come disse
generale è già individuato, reso soggettivo, immedesimato  col  soggetto, meramente ideale, cioè diviso dal reale e dal
anzi che la mente non crea, ma riceve il lume universale  col  quale ella poi forma, limitandolo, gli universali minori,
divenuta oggetto della riflessione, che l' analizza  col  raziocinio; ond' è necessario che la voce è nella
antichi: essi avevano bonariamente insegnato il panteismo  col  raziocinio, ma il Gioberti li confuta, trasportandolo nell'
basi, ed egli intende così di sopporgliele; lo combatte  col  sostituire un panteismo assoluto ed intuitivo ad un
, confondendo così insieme l' ordine naturale  col  soprannaturale, come appunto confuse le creature col
col soprannaturale, come appunto confuse le creature  col  Creatore. Ma egli è pur tempo che noi poniam modo a questa
la Tavola di cui le parlo, gliene unisco qui un esemplare.  Col  volgere poi uno sguardo alla Tavola medesima, Ella potrà
L' amore della verità ci induce a rispondere  col  presente articolo alle difficultà mosse dal sig. abate
essere si vuol visibile, palese ed emergente. Per arrivare  col  pensiero ad un tutto, dove la stessa realità e la stessa
dell' Ontologia. Questo è il primo passo, come dicevamo,  col  quale la speculazione tenta d' uscire da quella specie di
Indi una dottrina sommamente complicata e confusa, che  col  tempo venne chiarendosi mediante la distinzione. I due
momento la denominazione di numeri « celesti », rimase  col  semplice valore di una significazione « simbolica ». Ed è
in cose che avevano lo stesso numero di elementi distinti  col  pensiero, era naturale che si scorgesse potersi
mezzo e fine, vi sono insieme congiunti l' infinito binario  col  suo finimento dell' unità; nel quattro quella di contenere
l' uno e il numero indeterminato, se non si facesse altro  col  pensiero che andare da quello a questo, o da questo a
(1) che si lusingavano di potere spiegare ogni cosa  col  solo numero, ma non isfuggì a Platone che in tal modo
pari, e però non esce mai di sè; laddove l' impari produce,  col  moltiplicarsi, tanto il pari quanto l' impari; cioè qualche
rilevando se l' uno è grande il doppio del primo, o ha  col  primo un' altra ragione. Ma finalmente, percorsi tutti i
questa partecipata dalla realità, cioè s' è pervenuto  col  pensiero agl' individui reali, nei quali non c' è più altro
senza le quali non si potrebbero concepire, risulta che  col  ripetere lo stesso discorso si potrebbero distinguere
e così meritando il nome di diade. Questo ragionamento,  col  quale Platone speculando sul puro concetto di uno, e preso
tutto: di che conchiude che l' uno dee essere il medesimo  col  non uno . Prova che non è altro dalle due nozioni d'
uno, sia una sua parte; rimane che l' uno sia il medesimo  col  non uno . La qual conclusione, benchè sembri strana,
. La qual conclusione, benchè sembri strana, consuona però  col  principio messo da prima, cioè che tutte le parti insieme
un dire: « la domanda se l' uno sia diverso o identico  col  non uno, non può farsi, se si supponga che il non uno non
se si considera come il non uno possa esistere, ritornasi  col  pensiero all' uno, poichè si vede che la condizione della
Ma essere non è altro che partecipare dell' essenza  col  tempo presente (1), come pure lo stesso era ( «to en»), e
suppone un' attività e una stabilità, cioè d' esser unito  col  moto e colla quiete. Oltre di ciò, dice, continuando a
che dentro si fa sentire » », cioè si contraddicono  col  pure aprir bocca e pronunciare un giudizio (1). Dove si
è ciascuno, e ciò di cui partecipa: niuno può congiungersi  col  contrario a ciò che egli è, ma rimanendo ciò che è, può
« ogni cosa non ha sola la tendenza ad essere, ma ad essere  col  bene » », ed è tanto più col bene, quanto più ha d' unità:
ad essere, ma ad essere col bene » », ed è tanto più  col  bene, quanto più ha d' unità: e questo non meno nella
l' uno, che è un carattere astratto del bene,  col  bene stesso: e non s' accorge che l' uno puro, senz' esser
intima congiunzione e derivazione da quella, che le produce  col  passare a' suoi atti, cioè determinando i suoi oggetti per
inferiori possano avere un' esistenza a sè, se nascono  col  solo determinarsi quell' oggetto universale che si dà alla
Mente, senza che ciò che esce tosto non perda l' identità  col  fonte da cui è uscito (1); procede che ci intervenga una
trovandosi media tra l' Uno e l' Anima, ha come due atti:  col  primo riceve ed è l' atto con cui essa è, e coll' altro dà;
primo riceve ed è l' atto con cui essa è, e coll' altro dà;  col  primo è generata, coll' altro genera, ed è l' atto con cui,
tende al bene, o si abbandona volontariamente alla materia:  col  qual sistema di cause naturali tutte così incatenate non si
nell' anima, producendo così la generazione , che è il modo  col  quale l' Anima s' unisce stabilmente alla materia. Quindi,
e diretta di Dio medesimo. Certo egli suppone, che,  col  semplice generare la materia, l' Anima non si renda mala;
la prima delle quali comunica da una parte immediatamente  col  Bene, da cui esiste; dall' altra coll' Anima cui produce:
immediatamente colla Mente da cui pure esiste; dall' altra  col  Male, cioè colla Materia, cui produce. I sommi generi o
nello stesso subietto più cose si possano distinguere  col  pensiero, ma non mai più subietti. Onde, od ogni specie è
imposti a più essenze diverse a bel consiglio, acciocchè  col  richiamare alla mente una di quelle essenze più note,
alla mente altrui un' entità, invece di indicarla  col  suo proprio nome, la indichiamo con un altro, che non
ossia la natura del subietto considerato in relazione  col  predicato; 2 La cosa o entità che si predica; 3 Il valore
il falso esiste, secondo Aristotele, soltanto nella mente.  Col  primo di questi due significati del verbo E` si pone
», che viene a dire esser vero che colui è cieco; benchè  col  predicare la cecità non si ponga nulla in fatto, anzi si
Dal che si deriva primieramente, che Aristotele non ravvisò  col  suo pensiero la materia ideale in tutta la sua
l' essere ideale (1), poichè, se l' avesse bene ravvisata  col  suo pensiero, egli si sarebbe avveduto ch' ella è una
il ricevere , che Aristotele confonde bene spesso  col  patire , ma a torto, perchè il patire involge il concetto
(predicabile «genos»), si può definire specificamente cioè  col  genere e colla differenza (predicabile «eidos», e
confuso l' oggetto eterno , che lo spirito nostro vede,  col  soggetto eterno (i quali sono una cosa in sè, ma sono due
però vero che vediamo per natura lo stesso Verbo, o il modo  col  quale le idee si unificano nel Verbo. Epperò nè pure è vero
all' illimitazione, immutabilità, ed eternità dell' ente,  col  quale conosciamo le cose. Ma questa eternità dell' ente che
soggettiva. Ma egli è falso, che non si possa prescindere  col  pensiero dallo spazio. Quand' io penso ad un' idea, o ad
si conoscono infiniti individui possibili: per esempio,  col  concetto uomo io conosco tutti gli uomini possibili in
fuori del concetto; ma tutti hanno la stessa relazione  col  concetto come col loro tipo comune. La pluralità dunque non
ma tutti hanno la stessa relazione col concetto come  col  loro tipo comune. La pluralità dunque non è nel concetto,
non è nel concetto, ma è negli individui che si conoscono  col  concetto, e che non sono il concetto. Confondere gl'
non sono il concetto. Confondere gl' individui conosciuti  col  concetto che li fa conoscere, attribuire la pluralità di
non entra mica nel concetto di corpo. Onde quantunque  col  concetto, di corpo si possano conoscere tutti i corpi,
operazione sia inerente al giudizio, perchè ella è identica  col  giudizio, il quale è quel luogo logico chiamato «Horos» da
atrocemente ancora. Perocchè egli dice che il paralogismo,  col  quale la ragione stabilisce l' esistenza d' un soggetto
la quale è gratuita e falsa. Perocchè l' unione dell' anima  col  corpo non si fa nello spazio (benchè nello spazio si
ma non opera tuttavia alla cieca , ma sempre  col  lume di una ragione sufficiente . Ma perchè la ragion
giudizi non è necessità assoluta, perchè se un giudizio,  col  quale afferma l' esistenza di un ente, fosse assolutamente
alle determinazioni delle cose . Egli confonde l' ideale  col  reale; perocchè: 1 La parola sostrato propriamente
del sapiente, e se voglio determinare un altro essere  col  predicato della sapienza; io debbo prendere la sapienza in
non fosse una vera sperienza. E quest' errore, insieme  col  vocabolo male appropriato, schizza appunto nelle filosofie
rende consapevole di sè stesso, e ben presto si pronuncia  col  monosillabo IO. Or come la coscienza ci dà la distinzione
comincia dal dire che l' Io è una coscienza, e si finisce  col  provare che deve esistere un Io che non può venire a
Io », nel qual senso si chiama un Io l' uomo, non perchè  col  solo esser l' uomo sia un Io, ma perchè all' essere di
distinguere in quest' atto il principio ed il termine,  col  quale la forma è già posta, fatta sussistere. Tale
tutto inesplicabili. Ed è poi lepido il modo facilissimo  col  quale fa comparire l' individuo umano al mondo!
benchè pur si usciva (ed era contraddizione manifesta)  col  supporre un Io anteriore alla coscienza e causa di questa
sta sempre nel confondere l' idea coll' Io, l' oggetto  col  soggetto. Si accorda che l' Io abbia l' intuizione di un
che rimane intieramente a spiegare, e che non si spiega già  col  distruggere l' oggetto facendolo rientrare nel soggetto.
che dunque l' oggetto dee incorporarsi occultamente  col  soggetto; imponendo così alla natura quelle leggi, che loro
quali tolsi a dimostrare 1 che l' oggetto non si confonde  col  soggetto, e che questo fatto ideologico della distinzione
. Questo scrittore credette di raggiustare il mio sistema  col  dire, che l' oggetto dell' intuizione che ha l' uomo per
ideale e comunissimo, se non è anche reale, s' immedesima  col  soggetto uomo (1). Così egli viene ad accordare di
di essa, qual è l' orgoglio di divenire una Divinità,  col  supremo innalzamento a cui aspira, qual è la massima
lo spirito non può percepire e trovar nulla, se non  col  mezzo dell' idea dell' ente, che è l' oggetto per essenza:
primo dello spirito. Ottimamente, ma quest' atto primo,  col  quale lo spirito esiste, nol fa certo volontariamente,
nel confondere: a ) La prima condizione del conoscere umano  col  primo oggetto della conoscenza. La prima condizione del
spazio della prigione dove s' era chiuso da sè stesso,  col  far per essa mille giri e rigiri circolari: egli era
un' astrazione, un' idea morta, ma come un essere vivente.  Col  suo essere è dato tutto l' essere, ed ogni altro essere
sospetto pure al primo sguardarla. Questo filosofo adunque,  col  suo sistema dell' identità assoluta, tolse in fatto le
è tale perchè non si può idealmente distinguerlo neppure  col  pensiero dentro l' idea, onde altro non è che un loro
in nessuna maniera è possibile confondere l' intuizione  col  verbo della mente: quella essendo semplicissima ed una,
acciocchè possa aver luogo. Schelling confuse l' intuizione  col  verbo della mente, dando all' uomo questo invece di quella.
Hegel uno assai maggiore. Quegli avea confusa l' intuizione  col  verbo della mente: errore gravissimo; ma finalmente tanto
sè stesso, per quanto gli fu possibile. Confondere l' idea  col  verbo, il concetto col giudizio, è lo stesso adunque, che:
gli fu possibile. Confondere l' idea col verbo, il concetto  col  giudizio, è lo stesso adunque, che: 1 Confondere quello che
, perciò è anche un confondere il modo ideale dell' essere  col  reale. Quindi per Hegel la dialettica è il movimento dello
alcuni principii staccati della filosofia di Hegel (e  col  prenderli così staccati ne deturbò la logica coerenza),
questo conviene con Schelling nel confondere l' intuizione  col  verbo , dando a questo il nome di quella. [...OMISSIS...] .
il verbo della mente, cioè il giudizio coll' idea ossia  col  concetto, scrivendo: [...OMISSIS...] . Così egli confonde
scrivendo: [...OMISSIS...] . Così egli confonde il concetto  col  giudizio , senza accorgersi che la nota caratteristica del
dello spirito (il verbo), che è cosa soggettiva ,  col  concetto che è l' oggetto stesso intuìto. Ora il perdere di
direttamente a confondere l' idea colla cosa , l' ideale  col  reale; che è appunto l' altro errore cardinale di Hegel, il
(ciò che prima si pensa nell' anima) s' immedesima  col  primo ontologico, dunque all' anima si riducono tutte le
tutte le cose. E poichè il primo psicologico immedesimato  col  primo ontologico diviene il primo filosofico, « che è
suo movimento pel quale, dopo essersi trasmutata nel mondo,  col  pensiero riduce a sè, riconosce come sua propria creazione
se non migliorando: non conquisterete se non meritando,  col  sacrificio, coll'attività, coll'amore. Cercando in nome
l' associazione coll'onestà, coll'amore reciproco,  col  sacrificio, coll'affetto al lavoro. Per progredire, vi
tutte intese ad abbassare soverchiamente la natura  col  pretesto di onorare il Creatore, ad avvilir la ragione col
col pretesto di onorare il Creatore, ad avvilir la ragione  col  pretesto di magnificare la rivelazione, a distruggere la
la rivelazione, a distruggere la libertà dell' uomo  col  pretesto d' esaltare la grazia del Salvatore (1). Erano
nell' ordine morale la ragione; ed avendo incominciato  col  negare il libero arbitrio tutto accordando alle forze della
loro novità, e riprendevano quella tendenza a sottilizzare  col  discorso dell' umana ragione più tosto che attenersi
la gloria di esser difeso dal sommo pontefice Benedetto XIV  col  suo famoso breve de' 31 luglio 174. all' Inquisitore
de' 31 luglio 174. all' Inquisitore maggiore di Spagna,  col  quale, narrando quel dottissimo Papa tutti i replicati e
perchè senza la grazia è già interamente difeso dal peccato  col  solo libero arbitrio; giacchè tutto ciò che supera le forze
dal P. Giumenio (2) in quel libro, che fu pure condannato  col  breve d' Innocenzo XI del 16 settembre 16.0. Quando poi
distrugge solamente il dogma, ma anco la buona morale che  col  dogma è intimamente connessa, ed eccovi per qual via. Non
dell' opposta empietà; così Pelagio vantavasi di far fronte  col  suo perverso sistema al Manicheismo. Può essere, che a
XI con Decreto de' 2 marzo 1679. Così fece Innocenzo XII  col  suo Breve de' 6 febbraio 1694 ai Vescovi del Belgio
(2). Ma veduto poscia il libello del finto Eusebio, insiem  col  pubblico che ne portava simil giudizio, nè pur io vi scorsi
di questo, più pudico ancora del suo confratello, nascose  col  proprio nome anche il luogo e il tempo fin della stampa. Ed
cansare ogni rimprovero, pongono essi mano a due spedienti.  Col  primo cercano di tranquillare i teologi, facendo lor
mai degli assurdi (2), essi ricorrono al secondo spediente,  col  quale credono di tranquillare i filosofi, confessando loro,
ne' bambini, perchè questi nol disdicono e non l' impugnano  col  loro libero arbitrio . Bajo ricorreva adunque al (preteso)
Viva egualmente, lungi dal confondere il volontario  col  libero , ne dà due definizioni distinte, e ne mostra a
modo dell' operar necessario che falsamente chiamava libero  col  pretesto che non era violentato; laddove il C. non
in comune, necessario , a giudizio d' ogni dottore; l' atto  col  quale i beati amano Dio, ed i dannati lo odiano; gli atti
del santo dottore? L' errore è indicato in quel QUAPROPTER,  col  quale comincia il brano arrecato. S. Agostino dice, il
manifesto il reo effetto di stabilire il Pelagianismo  col  pretesto di confutare il Bajanismo. Adesso si vede perchè i
Sono arditi perchè non sono soli. Il signor C. è una cosa  col  finto Eusebio, di cui si fa patrocinatore, uomo tanto
anche eterna se non vengono redenti dal Salvator  col  battesimo. Dobbiamo dunque dirgli di nuovo, come S.
sue parole e alla sconnessione dei sensi: quel perciò ,  col  quale egli passa ad annunziare la censura della Sorbona,
il morale disordine: [...OMISSIS...] , mi continuerò  col  medesimo santo, [...OMISSIS...] . Non già che l' anime de'
C. confondeva poco fa la dannazione che è la pena dovuta,  col  peccato a cui è dovuta; e ciò che decise la Chiesa del
giudizii, ne' quali il ben sensibile viene a collisione  col  retto e col giusto; il che è mal morale, e peccato, se
ne' quali il ben sensibile viene a collisione col retto e  col  giusto; il che è mal morale, e peccato, se trovasi così
Era dovuto al colpevole Adamo ch' egli fosse lasciato  col  guasto di sua natura: questo guasto di sua natura,
di cui anche scrisse la vita, narra questo fattarello  col  Vannetti appunto avvenutogli: [...OMISSIS...] Abbiamo qui
«( Antropol. L. III, c. ., e 10) ». Si teme ancora, che  col  porsi il peccato d' origine in una positiva avversione da
d' Adamo [...OMISSIS...] . Si dirà dopo di ciò, che l' uomo  col  primo peccato sia decaduto solo rispetto all' ordine
qual sia il peccato abituale d' Adamo, e prima lo riscontra  col  suo peccato attuale. All' uno e all' altro conviene la
dunque con tale risposta a contraddirsi. 2 ragione .  Col  nuovo sistema si spiega con tutta facilità come si propaghi
hanno distrutti tutti i misteri? 3 ragione . Rimovendosi  col  nuovo sistema dal dogma della propagazione del peccato
soluzione, facilitando loro il ritorno all' ovile di Cristo  col  rimovere dalle loro menti gli ostacoli. Ma se la vostra
più. [...OMISSIS...] , dice S. Agostino (1). In terzo luogo  col  sostituire ai dogmi da credersi dei sistemi razionalistici,
che per se non è punto peccato; ma Iddio il rese peccato  col  suo decreto! Se non che ci sarebbe senso nel dire, che un
la grazia; anzi fu predestinata all' unione personale  col  Verbo, e il Cristo fu unto per libero decreto del Padre. Se
mera privazione de' soprannaturali favori (1). Finalmente  col  sistema degli Anonimi pare almen che si cozzi in un altro
DIO DELLA VOLONTA` (2). Obbiezione 4. Quel naturale difetto  col  quale Iddio avrebbe potuto crear l' uomo, S. Tommaso lo
pure materia di peccato (cessandole la qualità di materia  col  cessarle l' unione colla forma); e tuttavia si suol dire
. Quando dunque S. Tommaso dice peccato a quel difetto  col  quale potrebbe Iddio creare l' uomo, lasciandolo alla sua
e di colpa in quanto sono effetti intimamente legati  col  peccato. Così si debbono intendere tutti que' luoghi, nei
potesse crear l' uomo con quel grado di concupiscenza,  col  quale ora nasce, di maniera che fosse necessitato a peccare
arbitrio così signore della volontà da impedire a questa,  col  suo imperio, anche i primi spontanei movimenti, le prime
3 I Padri non parlano solo de' doni che abbiamo perduto  col  peccato di Adamo, parlano d' un male positivo, che abbiamo
Ma udiamo anche Gersone, com' egli descriva la malizia, che  col  peccato d' origine l' uomo ha contratto: [...OMISSIS...] .
ed all' incontro, [...OMISSIS...] . Ma colui, che muore  col  peccato originale non solo perde la vision beatifica o il
impossibilità di adempire alle sue obbligazioni pecca poi  col  non eseguirle. Alcuni rispondono, che non pecca in actu ,
eccetto quello che gli avvenne dall' atto libero,  col  quale si pose in quella mala necessità. Ad ogni modo nell'
La Chiesa dunque condannò Bajo perchè egli distruggeva  col  suo sistema la distinzione tra il semplice peccato , e la
dell' uomo, [...OMISSIS...] . Dunque (ecco la conclusione)  col  peccato libero ci sono due inordinazioni, l' una quella
n' è la causa) (2). Si riconosce adunque e si dimostra  col  naturale discorso: 1 Che la volontà umana se fa un atto
e Iddio dovette con un castigo esemplare, cioè  col  diluvio, distruggere le generazioni corrotte, che avrebbero
voluto prevalere. Ma molti rigettarono per la terza volta  col  libero arbitrio la profferta salvezza, facendo onta a
parola di Dio; e nè pure dopo Cristo a tutti fu applicato  col  battesimo il merito della sua passione, come dichiarò il
male aderisce; onde di colui che ha tal volontà si può dire  col  santo dottore: [...OMISSIS...] Ora, se questo è lo stato di
de' bambinelli, salve le sole madri che contraddicendo  col  provvido loro istinto alla comune ignoranza e barbarie;
altri tali, incomincia, vel crediate o no, nei bambini pure  col  primo riso, con cui salutan la madre. Negli ubbriachi
la volontà stessa però aveva già prima fatto un altro atto  col  quale avea determinato quel falso giudizio, e quella falsa
quando l' uomo già ottenne il dominio della propria volontà  col  grand' uso e coll' abito della virtù; l' uomo previene
che non consentono, ma aggiunse che s' imputano insieme  col  peccato di origine a' non battezzati benchè non consentano;
il nostro censore. I teologi razionalisti diminuiscono  col  loro sistema la virtù e l' efficacia della grazia del santo
concupiscenza, come quelli che non hanno punto ricevuto  col  santo battesimo il dono di Dio? Io me ne appello a tutti i
de' doni gratuiti è peccato, e in ciò dicono male. Ma  col  dire in tal modo un errore di più, saranno dunque assolti
male. Ora di nuovo, eviteranno questi la condanna, solo  col  dire un errore di più di quelli? L' eresia consiste in
. L' estenuare gli effetti del sacramento del battesimo,  col  quale gli uomini s' incorporano a Cristo, e sono sollevati
Ma in tal caso Iddio sarebbe stato conosciuto dall' uomo  col  solo lume naturale; e la sua volontà sarebbe stata sommessa
questi atti, posta in essere nella congiunzione dell' anima  col  corpo; che in noi è quiescente e a noi stessi ignota fin a
quale è a noi innata e dura avanti il battesimo, e che  col  battesimo cessa. Che cosa è dunque la mala qualità della
dell' anima è divisa, non più al solo senso lasciata andar  col  suo peso; anzi la miglior parte di lei, quella in cui l'
non perde più l' uomo, ma gli dà occasion di combattere  col  suo libero arbitrio liberato, di vincere e di meritare. Le
può accorrere, confrontando il bene soggettivo e istintivo  col  bene oggettivo e morale; la volontà va dietro al bene
stesso sbaglio, quando vuol confuso il mero volontario  col  libero; e quando incontrandosi in alcuni luoghi in cui noi
cattiva ella stessa. Quindi l' aiuto che riceve il bambino  col  sacramento del salutare lavacro appartiene a quel genere,
ragione il dogma profondissimo della grazia conciliandolo  col  libero arbitrio e colla bontà di Dio che vuol tutti salvi;
de' nostri teologi non pecca solo contro la sana dottrina  col  deplorabile impegno in cui ella è entrata, pecca ancora
migliora e santifica la vostra natura cogli affetti e  col  sentimento crescente dell'unità dell'umana famiglia. Quanto
avevano messo in contatto violento il mondo Germanico  col  mondo Latino. Prima che l'idea di Libertà applicata ai
riparare per tempo, suole produrre dei funesti effetti:  col  mezzo di esso il demonio ha dato una terribile battaglia a
di Dio? Questa giustizia di Dio , che l' uomo acquista  col  pur riporre una piena fiducia, quae non confundit , nella
portano via il buon seme caduto lungo la strada, e insieme  col  buon seme essi portano via la pace del cuore e vi spargono
le frodi. Come ingannò egli la nostra prima madre Eva?  Col  ragionamento. Se Eva non si fosse posta a ragionare coll'
ma questa stessa persona non può ugualmente convincersi  col  proprio ragionamento della verità delle altre prove. Che
non s' è potuta convincere della verità delle altre prove  col  proprio ragionamento. Questo non fa: basta una sola prova
preferenza di titolo, sebbene verissima; ma l' aggiusteremo  col  proporci l' uno e l' altro di non mettere limiti alla
immobile e sicura nel fondo dell' anima sua. Vi fu infusa  col  santo Battesimo, e fortificata con tutti gli altri
Seminario. Tutto ciò che tende a congiungere il clero  col  Vescovo e fra sè, giova insieme a dividerlo dal mondo, a
formarlo, estendano le loro proprie Costituzioni d' accordo  col  Prelato e, trasmesse al Preposito generale, questi con suo
le nazioni sono mature alla messe! Vi ripeto adunque che,  col  rivolgere a me le vostre preghiere, non potete accelerare
non fa nulla, se Iddio non accompagna le parole dell' uomo  col  dono ineffabile ed al tutto gratuito della sua grazia: la
se stessi colla propria scienza, colla propria eloquenza,  col  falso zelo da cui si sentono invasi, convertire il mondo.
esercitatore », che ella potrà vedere nel volume pubblicato  col  titolo di « Ascetica ». D. Giovano gli esercizi una sola
Egli è assai meglio amare, contemplare, pregare il Signore  col  menomo possibile ritorno sopra di sè stessi, su ciò che
insomma alle parole di Cristo Gesù convien sempre ritornare  col  pensiero, e abitare e riposare in esse con tutta l' anima.
stesso, la propria vita, il proprio sangue a Dio, insieme  col  sangue e colla vita di Cristo, e coi patimenti di Maria, è
Santi Martiri, e poi tutti i Santi Confessori, che morirono  col  cuore a se stessi, e non vissero e non operarono che per
si fanno tali se non con quell' ultimo atto di perfezione,  col  quale immolano se stesse; e quest' atto è l' opera di Dio;
giusta ragione per un tal atto, cioè l' eresia che Ella,  col  lume datole dal Signore, riconosce esistere, più o meno,
che si risente della grave sua perdita; e poi diciamo  col  più famoso esemplare di religiosa fortezza che presentasse
fiat, fiat! Oh adesione fortunatissima del nostro volere  col  volere sommamente buono, unicamente buono e perfetto dell'
quali dovete avere carissimi; e di mano in mano, s' intende  col  tempo, l' elemosine vi apriranno la strada a guarire le
travagliano la società e l' umanità, si leva il Vangelo, e  col  Vangelo il Vescovo, che n' è il maestro istituito da Dio, e
Dio, e in questa regione celeste dell' Evangelio egli abita  col  suo spirito la città della pace imperturbata e felice: «
il bene dal male. Colla preghiera più assidua ed intensa,  col  promuovere più studiosamente il culto divino tra i fedeli e
domenicale e dell' Avemmaria , non meno che l' ordine  col  quale il Rosario è disposto, del quale è parlato in quel
quella di andar sempre in Chiesa con un libro di divozione,  col  quale possano accompagnare le sacre funzioni. E`
di scandalo ai protestanti, i quali tutti vanno in Chiesa  col  loro libretto di preghiere. Io vorrei dunque che tutti i
stata fedele e santa, egli avrebbe accettato d' esercitare  col  mezzo di essa anche il temporale reggimento? Non la parola,
contraria alla perfezione religiosa, che cosa fate? andate  col  pensiero fuori di voi, e sospettate temerariamente che i
conforto dicendomi che il Santo Padre mi accompagnerà  col  suo affetto paterno, e che « pregherà costantemente il
sacra Congregazione tenuta a Napoli straordinariamente, non  col  solito segretario, ma con altro a ciò delegato: con quei
dalla annessa lettera. La carità pazientissima usata da lui  col  caro Don Roberto, la cui anima godrà ora la vista di Dio,
nè pure un prudente sospetto, se dai colloquii avuti  col  Santo Padre io dovevo anzi indurre tutt' altro? Già molto
e noi non pensiamo che a fare il dover nostro; sforzandoci  col  divino aiuto di compiere ogni giustizia, secondo l' esempio
autorità competente, senza badare al modo straordinario  col  quale venne emanato e alle eccezioni alle quali potesse
opera del P. Lacunza, del quale, parlando io una volta  col  Papa, mi assicurò egli stesso, che in quel libro non ci
che non cade mai in terra, nè mai urta, perchè va tastando  col  suo capo tutte le ineguaglianze del suo cammino.
esser suo. E credo veramente che, se noi ci staccassimo  col  retto giudizio e coll' affetto da questa vita di senso e di
incomoda e corruttibile prigione, e giungessimo a dimorare  col  vigore della nostra volontà in quell' altra forma di
colla mortificazione e colla umiltà prima di tutto, e poi  col  durarla imperterrito nella fatica del pregare; la quale
conforti che con ciò mi porgete. Io posso dire veramente  col  Salmista: [...OMISSIS...] . E nulladimeno, a malgrado di
che piace agli occhi suoi. 2 Siate semplice e sincerissimo  col  vostro Superiore, e dite a lui candidamente tutte le vostre
noie, nè ci sarà più cosa che ci arrechi tedio o fastidio.  Col  pensiero a questa grand' opera, a compir la quale Iddio ci
o pur anche le coltiva e le nutre con ragioni speciose e  col  pretesto del bene: perocchè sembra che nascano dal volere
de' suoi denti, picchiare e scuotere; come appunto  col  tarlo materiale, che, se sta foracchiando un vecchio
qualche altro arnese di legno, e se n' ode il tich, tich ,  col  picchiar l' arnese o scuotendolo, la mala bestiola ristà
infinite: è giusto che vi lamentiate altresì di continuo  col  vostro sposo, che è la sapienza eterna, perchè non vi
ubbidienza ad operare da sè, non però a capriccio, ma  col  suo criterio, che è quanto dire con ispirito d'
d' intelligenza si può esercitare in altro modo, ed è  col  fare ai Superiori che comandano, delle rispettose
de' Ss. Sacramenti e l' assistenza al Santo Sacrificio,  col  maggior fervore, tenerezza, gratitudine, sincerità ed
tutte occupate al di fuori, esse conversavano internamente  col  loro Dio e Creatore; e questa conversazione non le
perfetto zelo e desiderio ardente di perfezionare la carità  col  perfetto distacco dalla propria stima e desiderio sincero
non dico difficile a risolversi in parole, ma a risolversi  col  fatto. Ma che cosa è difficile a Gesù Cristo ed a quelli
della presenza di Dio e dell' orazione incessante che si fa  col  cuore, mantenendovi nello spirito d' orazione , che è
vita anche senza corrompersi, e causa sovente di scissure  col  resto del clero diocesano; ma quello che più di tutto
ne sia animato, si compiacerà di un bene maggiore, anche  col  sacrificio di un minore. E quindi un Vescovo che non deve
la renderanno perfetta ed inalterabile. Perocchè appunto  col  fine di facilitare ed ottenere questo desiderabilissimo
comunicano altrui quel fuoco di santa carità, che edifica  col  suo splendore e che solo è potente di unire in un solo
1.51 Il sentire dalla vostra dell' 11 agosto che voi  col  dilettissimo Furlong occupate tutto il vostro tempo a
azioni, nelle quali dobbiamo dirigerci colla ragione e  col  calcolo, e non con altro. Questo deve cautelarci contro l'
se, cedendo alla tentazione, cade in peccato, quanto se,  col  pretesto di non poter resistere alla tentazione, pretesto
in esso in perpetuo e irrevocabilmente, da parte vostra ,  col  vincolo sacro dei voti perpetui, dai quali non v' è più
Quando poi le avevano, pareva loro di essere più umili  col  loro Dio, pareva loro di sentirselo appresso, e che ivi
sempre nella virtù maggiormente: e la virtù vostra  col  soave suo odore che spanderà, ai vostri maggiori rechi
pure sopportino in pace i miei. Anzi, portandomi innanzi  col  pensiero, grandemente confido, che Iddio medesimo
Carità , e comunicatomi, per sua singolare gentilezza,  col  mezzo di mia sorella Margherita. La posso assicurare,
e il dispiacere di veder qualche ragazzo che non risponde  col  profitto alle assidue premure. Ma questo, a dire vero, è il
maraviglia, se dopo avere fatto aspettare V. S. Ill.ma  col  suo pio desiderio, ora sembri finalmente che voglia
le quali le dice quasi sempre in plurale, cioè unito  col  popolo assistente, supponendo, perchè questa sarebbe l'
sono però un bene minore per quelli che potrebbero usare,  col  loro studio, di quelle altre fondamentali, poichè queste
divote, consistesse nell' apprendere il modo di usare  col  massimo profitto di quanto si trova ne' libri che usa la
anche ad essi, trasportandomi fra sì bella compagnia se non  col  corpo, almeno coll' animo e colla penna. [...OMISSIS...]
ora da vicino; e finalmente dubitando di se stesso, di fare  col  più accurato esame discutere la cosa dai superiori, per
esterno della loro vita, e nella più profonda abbiezione  col  loro spirito. Consideri, signora Marchesa, quanto sia
gli uomini santi hanno riputato la religione incompatibile  col  pastoral ministero: anzi a congiungerli insieme mirò S.
di se stesse? Ella replica, che a questo si può provvedere  col  fare che l' Istituto assista bensì le persone destinate al
utile al suo santo regno. Viviamo dunque nella solitudine  col  cuore, non ricusiamo d' uscirne col corpo, quando la voce
dunque nella solitudine col cuore, non ricusiamo d' uscirne  col  corpo, quando la voce de' superiori, che è quella di Dio
da questa coscienza a formare un corpo fra loro e  col  loro capo visibile, il Romano Pontefice, e col loro capo
fra loro e col loro capo visibile, il Romano Pontefice, e  col  loro capo invisibile Gesù Cristo; e in tal modo la società
conforti dei prudenti consigli; non dico che vi distraggano  col  frastuono dei loro stolti cicalecci che assordano non che
procede con giudizio nello assumerle, e non lo fa che  col  giudizio del proprio direttore. Tale si può dire è il
nota l' estensione del voto dell' obbedienza, e si riflette  col  paragone degli altri Instituti, che se i santi Fondatori
dovrebbe animare questa instituzione, se Iddio lo vorrà,  col  titolo di « Trasunto delle massime principali » ecc.. Le
si preparano, noi ci terremo uniti collo spirito, se non  col  corpo, supplicando il Dio delle misericordie che ci unisca
che esprimendo più chiaramente ciò che io intendeva dire  col  (1 2), tutte due queste difficoltà vadano a dileguarsi.
se ne accorga; perchè è un vizio che viene sempre coperto  col  manto di santità. Da ciò nasce che il mondo rinfacci agli
spirito di corpo , e che va a corromperli e a trasformarli,  col  progresso del tempo, in altrettante sètte che, invece di
studiare e procacciare il bene generale della Chiesa anche  col  proprio sacrificio, finiscono di procacciare prima di tutto
certezza di buon riuscimento. Così solo gradatamente, e  col  tratto di tempo, a tenore della divina volontà, alla quale
Non potrà la società confidare in una più intima unione  col  suo Signore? Scrivetemi, vi prego, su di ciò, dopo d' avere
divote. Intanto egli può rimanersi nella mente, e portare  col  tempo in noi stessi delle funeste conseguenze. E` la
delle funeste conseguenze. E` la zizzania seminata insieme  col  buon grano dall' inimico. Caro Visconti, io non sono niente
che voglio fare tutto ciò che essa mi suggerirà: se pur  col  suggerimento, mi intercederà anche la grazia di farlo. Io
io sommamente desidero, acciocchè non faccia il mio volere,  col  pretesto della carità, ma faccia quello di Dio che è
valga anche per voi: offerite tutto e basta. Conferite  col  vostro padre spirituale, e fate ciò che vi dirà. Se il
il signore vi manda qui, io vi abbraccio già da quest' ora  col  cuore. Teniamoci raccomandati tutti a Gesù Cristo nostro
certa, in simili casi, avendo l' opportunità di parlare  col  prossimo, in vece di fare la correzione, dimandi al
a sè. Non confonda però questo pensiero coll' avvilimento o  col  pensiero di non fare nulla per le anime anche se Dio
così senza accorgerci nel nostro amore la creatura  col  Creatore, per mancanza di uno spirituale discernimento e di
e provveda alla Chiesa diletta sua sposa, acquistatasi  col  sangue suo. Vi prego di fare anche voi, come certamente
dare punto luogo all' immaginazione che ci può ingannare  col  proporci cose troppo grandi; ma di non volere altro che
del nostro povero stato. Questa fu la conferenza che ebbi  col  Papa, e questo il profitto che noi dobbiamo cavarne. Dopo
profitto che noi dobbiamo cavarne. Dopo questa conferenza  col  Papa, che mi lasciò una grande allegrezza interiore e
ma non molto. Sebbene io sia sempre al monte Calvario  col  mio pensiero e nella cara vostra conversazione, tuttavia di
lo spirito d' intrapresa: spirito umano, e fallace,  col  quale certamente nulla mai si farà che sia veramente buono.
laici sono pure avvincolati agli stessi superiori, i quali  col  tratto del tempo vanno a cangiarsi in altrettanti pastori
per farvi sperimentare l' umana miseria e farvi conoscere  col  fatto che avete bisogno di Lui, ch' è il solo fonte della
bene informate; ma basta che siamo in buona intelligenza  col  Vescovo, e mi sono state mostrate anche in fatto diverse
n' è pienamente contento. Questa buona intelligenza poi  col  Vescovo è necessaria in ogni modo, qualunque cosa si abbia
loro intanto di pregare per i loro confratelli che sono qui  col  corpo, ma insieme con loro collo spirito nel Signore (come
cosa di mezzo; e guai a quel sacerdote che vuol transigere  col  mondo, coll' amor proprio, e co' capricci irrequieti e
sua vita. Guai a coloro che le pronunziano colle labbra, e  col  cuore intanto ritengono un' altra eredità! mentiscono « non
dal Tirolo, mi sono trattenuto qualche giorno a Verona  col  suo Vescovo, e abbiamo parlato di Lei. Ai Gesuiti tante
caro D. Giovanni, tutto è di Dio, tutto sacrifichiamo a lui  col  cuore. Io spero che il Signore ci salverà il caro Matteo,
che non ho potuto approvare il passo che voi avete fatto  col  Vescovo, senza darmene avviso. No, mio caro, non ci
futuro, e seguire in quella vece la maturità del giudizio,  col  quale solo cammineremo nella luce del Verbo . E` una pena
noi stessi. Questa massima esclude il falso zelo,  col  quale l' uomo è più inclinato ad essere sollecito della
loro per ora. Conviene che ciascuno si faccia un librettino  col  titolo di « Regulae », nel quale scrivano successivamente
un' ora. Questa pratica è fondamentale, ed è quella che  col  suo peso tiene, per così dire, in equilibrio tutta la
a conoscere se stessi e Dio, ed a stimare l' unione nostra  col  sommo bene, nè far più conto alcuno di tutte l' altre cose.
Santa Scrittura: [...OMISSIS...] Ma egli è certo ancora che  col  seguitare a combattere senza ristarcene mai, noi siamo
stolta coll' abbandonarci a noi stessi, e mostrarci  col  fatto, che d' altro non siamo capaci se non di male.
lettere mi vengono sicure. Io sono pur sempre al Calvario  col  cuore e in mezzo di loro. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...]
delle figlie che ben vi compensano con tanta loro virtù e  col  loro affetto... [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.31 Ciò
superbia. E` dunque una grazia grande quello che Dio vi fa  col  darvi lume a conoscere la perfezione a cui vi chiama, e
sua in Inghilterra, e delle parole che avete già fatte  col  vostro Prelato, e di quelle che volete fare col piissimo
già fatte col vostro Prelato, e di quelle che volete fare  col  piissimo Conte Shrewsbury; nè dubito punto che la
XVI; al quale sta tanto bene, per la uguaglianza del nome  col  Magno che convertì l' Inghilterra alla fede, che egli ci
temporali, e nel volervi appoggiare semplicemente in Dio,  col  fare i propri doveri; e in tal caso quelle parole non sono
caso poi, potete correggere lo zelo falso, e perfezionarlo  col  divino aiuto; e non si ha per questo da dubitare della
sieno profittevoli a quelli che all' Istituto appartengono  col  legame de' quattro o de' tre voti, abitino questi ultimi in
ultimi in case raccolti, o fuori nel campo del Signore  col  titolo di Coadiutori esterni ; ma ben ancora a quel genere
genere di persone che appartiene all' Istituto della Carità  col  titolo di Figliuoli adottivi , come altresì a quello che vi
adottivi , come altresì a quello che vi appartiene  col  titolo di Ascritti : l' uno e l' altro de' quali generi,
da sè stesse: uno dei quali libri ho anche pubblicato  col  titolo « Principii della Scienza morale » ed ho fatto
mano, e implorando la pastorale sua benedizione sopra chi,  col  più alto rispetto, gratitudine e affezione sincera, si
pensi seriamente ad essere sincero con Dio, cioè a volere  col  fatto eseguire quanto propongono le regole della Società,
nostro carissimo fratello, perchè voi lo conoscete, e  col  destinarlo a tale ufficio, mostro abbastanza la stima che
Non c' è oro nè gemme che si possano mettere a confronto  col  prezzo di que' consigli. Perciò li segua animosamente, ma
ottenere questo scopo. Nel libretto che ho stampato a Roma  col  titolo « Massime di perfezione », c' è tutto, eccetto l'
e dobbiamo sospirare incessantemente il fine, e dire  col  massimo affetto: « adveniat regnum tuum »; ma dobbiamo
vi turbi, perchè questa specie di ripugnanza la vincerete  col  tempo. Sopportate solamente voi stesso, e non esigete da
a quelli che ancor ci mancano, suppliamo coll' umiltà e  col  riconoscere candidamente che gli altri sono in quel dato
discorso ogni religioso potrebbe sottrarsi all' ubbidienza,  col  pretesto di maggior libertà a fare il bene, ed uscire dal
« Manete », dice S. Paolo, « in vocatione »: e non mutate  col  pretesto di maggior bene. Io veggo tutte le orribili
di che poi è obbligata a rifare ciò che ella ha distrutto,  col  ricongiungerli, se vuole avere una piena contezza delle
il che è una specie di sintesi soggettiva. Questo egli fa  col  ridurre tali attinenze degli enti in astratti,
, come, per esempio, un dato colore, che è relazione  col  sensorio ottico; altre neppure sono negli enti come
classificare diligentissimamente. Talora lo spirito fa ciò  col  prendere qualche accidente, qualche effetto sensibile, e
non sono che cause eccitatrici . Non è dunque l' uomo  col  sentimento naturale in comunicazione diretta cogli enti in
non sono dall' uomo posseduti per natura, ma formati  col  riferire gli enti reali all' essere in universale. Quindi è
spirito; e gli enti reali sono quelli che noi percepiamo  col  sentimento, e prima di tutto gli enti corporei. Il solo
lui; coll' altro tende a conoscere ed a godere dell' unione  col  suo termine, ossia ad avere la coscienza del suo proprio
costituito nel secondo grado di attività, operante  col  secondo dei suoi principŒ attivi, è immedesimato con questo
uomo è attualmente il principio che opera ». Quando opera  col  primo principio, l' uomo è attualmente il principio
l' uomo è attualmente il principio diretto; quando opera  col  secondo principio, l' uomo è attualmente il principio
vite, un bilanciarsi del piacere e del bisogno dell' una  col  piacere e col bisogno dell' altra; ed ora prevale quello
del piacere e del bisogno dell' una col piacere e  col  bisogno dell' altra; ed ora prevale quello dell' una nell'
è illimitata; ma limitata quanto al grado d' intensità,  col  quale ella può aderire e stringersi ai termini che le sono
può anteporre di godere maggior copia di quello anche  col  sacrificio dell' averne coscienza. Finalmente è da
non cale. Conviene nondimeno osservare che il raziocinio,  col  quale gli uomini nel vivere comune e sociale ratto
parte con parte, ma piuttosto misura e paragona il tutto  col  tutto. Sta appunto qui l' artificio secreto della sua
senza che noi vi badiamo, vanno bel bello disponendosi  col  tempo ed ordinandosi quasi ai loro luoghi. Quante volte non
mattina nella mente; calmata e confortata l' immaginazione  col  sonno, ella rese fedele le impressioni stampatevi la sera
riflessione, nè coscienza; il quale in parte si confonde  col  primo. Vi sono certi concetti, certi pensieri che per così
la creatura. Perocchè, se essi non avessero aggiunto  col  loro pensiero qualche cosa di divino alle statue o ad altri
virtù occulte oltremodo potenti; raziocinio non sbagliato,  col  quale noi trovammo la necessità di un principio corporeo,
concorrono a produrre tale effetto: L' ordine naturale  col  quale ogni agente è costituito. La legge che determina il
dell' immaginazione) ha una sì fatta corrispondenza  col  corpo umano che quei vestigi del mondo, che stanno nelle
tende ad accrescere una soddisfazione o piacere sensibile,  col  solo attuare maggiormente i sensorii, per sentire con più
che sono principalmente gli umori del corpo umano, i quali  col  muoversi regolarmente o irregolarmente eccitano ai suoi
molestissimo lasciarle sbandate a caso, o sopprimerle  col  resistere agli stimoli che le eccitano; e sì perchè è a lui
qui ha dunque una parte grandissima. L' atto dunque,  col  quale l' immagine si ripristina, è un atto solo, benchè si
regolarità sono più facili a concepirsi ed abbracciarsi  col  pensiero, e che il più facile è preferito, sempre per la
piacevole; hanno quasi sempre confuso il piacevole  col  bello, e racchiusa negli angusti limiti dell' Estetica la
razionale nel suo operare, potrebbero bastare all' intento,  col  quale abbiamo preso a scrivere quest' opera. Ma la parte
altrove che nell' atto libero del Creatore. Che se l' atto  col  quale l' ente è posto, è quello con cui è posta la propria
dell' ente compiutamente, non può venire dallo stesso atto  col  quale sussiste, ma unicamente da qualche causa straniera al
trovato che è il talamo, in cui si congiunge l' esteso  col  semplice. Ma di più abbiamo scoperto che questo esteso, che
la sua posizione naturale, secondo le leggi del meccanismo  col  quale sono fabbricati; ma queste posizioni in cui si
staccarsi, nè indurare; quindi i globoli, che si osservano  col  microscopio nei vari liquidi animali e specialmente nel
divise a forza rimangano discontinui; anzi ella stessa  col  suo sentimento piacevolmente li continua. Ora poi, che in
prima che finisca di essere piacevole, egli medesimo  col  suo operare metta in essere altri stimoli, che rigenerino
essere necessario che il corpo vivente sia conformato  col  più mirabile meccanismo, acciocchè i fenomeni della
poi non opera cosa alcuna nel corpo umano se non  col  mezzo del principio sensitivo. Di questo solo dunque
all' altro, che confondeva il principio intellettivo  col  sensitivo; e racchiudeva di più un terzo errore. Poichè la
nella spiegazione di altri fenomeni. Talora il sentimento,  col  quale incomincia la funzione animale, appartiene all'
modificazioni nel corpo animale. Talora quel sentimento,  col  quale cominciano i movimenti e le funzioni del corpo,
sensitivi, i quali non sieno che debolmente connessi  col  principio sensitivo supremo, che è quello che costituisce
non essendo tali principii parziali in istretta connessione  col  principio supremo, e poco da questo dominati e governati,
falsa supposizione. Di vero, molti confondono la coscienza  col  sentimento, riguardano quella come un elemento di questo. A
non manca mai. Di più, il sistema ganglionare comunica  col  sistema cerebro7spinale; le due serie di ganglii laterali
centrali anastomizzano con un paio di nervi cerebrali, cioè  col  nervo pneumogastrico, e sono poi in continua comunicazione
ganglii laterali, per mezzo dei quali comunicano di nuovo  col  sistema cerebrale. Quindi il sistema cerebro7spinale non si
così esprimerci, gli errori della natura saranno spiegati  col  solo attribuirli, come facevano gli animisti, alla
non hanno somiglianza fra loro. Quindi l' uomo non potrebbe  col  suo pensiero dedurre a priori gli uni dagli altri; l' anima
se noi al presente dal fenomeno soggettivo possiamo passare  col  pensiero al fenomeno extrasoggettivo, è perchè l'
pel nesso sostanziale, che il moto extrasoggettivo tiene  col  sentimento soggettivo. L' anima umana non è ella fatta per
ma anche i movimenti minimi tendono al fine stesso  col  promuovere le escrezioni. Nel qual fatto è pure ammirabile
è incominciato, egli può prendere due qualità: Può cessare  col  cessar dello stimolo, e questo avviene ogniqualvolta lo
difficoltà possono mescolarsi e si mescolano effettivamente  col  piacere, dipendendo poi dalla prevalenza di questo o del
il corpo umano ritorni allo stato organico identico  col  precedente, giacchè gli infiniti movimenti intestini, le
di massimi e di minimi, che il principio animale risolve  col  fatto. Varia, dunque, il sentimento fondamentale di
spostamento si diffonde in un dato organo, comunicante  col  centro fisico dell' animale, con certe leggi, nascono
senza eccitare la nostra attenzione, coll' addensarsi,  col  diradarsi, coll' ammettere nuove molecole, col dimetterle,
addensarsi, col diradarsi, coll' ammettere nuove molecole,  col  dimetterle, ecc.. In questo senso tutte le parti del corpo
L' aria opera in modo chimico sul sangue; in modo fisico  col  suo peso su tutto il corpo; in modo meccanico col suo
fisico col suo peso su tutto il corpo; in modo meccanico  col  suo impulso e movimento. La spinta, che il sangue rosso dà
essi producono degli stimoli colle secrezioni dei fluidi, e  col  movimento e la direzione che loro dànno. Con essi
tende alla disorganizzazione; qui vi è una manifesta lotta  col  principio vitale, che ha già perduto alquanto del suo
sensione e l' eccitamento, divengano esse stesse stimolanti  col  loro moto, ovvero generatrici, motrici e direttrici di
il corso zoetico, pel movimento che produce nel corpo  col  suo impulso meccanico. Che si tratti d' una materia, le cui
accrescersi. Perchè, quantunque sia vero in generale che  col  crescere dello stimolo fino ad un certo grado, crescono i
ultima, che è veramente formale , si dovrebbe ricorrere  col  pensiero alla natura intima del sentimento fondamentale,
spirito dovecchessia sentirebbe; che egli potrebbe vedere  col  piede, se nel piede vi fosse un nervo organato siccome l'
già nata? In gran parte da questo, che il piacere sta unito  col  movimento, e però nell' atto del movimento il piacere è più
ricuseranno d' investigare la condizione morbosa interna  col  ragionamento, come si propongono di fare i razionali, a
sintetica, « che si cura l' infiammazione felicemente  col  sottrarle quelle forze, onde procede nel suo corso »;
conosciamo direttamente per via di percezione. Ora, dedurre  col  raziocinio le cause interne e formali del morbo dai
o più sostanze che si mescolano insieme; secondo il modo  col  quale si mescolano, il tempo, la vicinanza, le forme, e
preme con tanto impeto, dalla coesione che lo tiene unito  col  rimanente della tavola. Dovrebbero in una parola enumerarsi
in parti prive di una prossima connessione organica  col  nervo legato. Molinelli e Brunn, avendo legati i nervi
ma solo eccitamento e processo conseguente, che finisce o  col  rammarginamento, o in altro modo. Il dolore, cagionato
unicamente perchè agisce troppo debolmente, sicchè  col  solo aggiungergli delle forze, riuscirebbe l' effetto
e spossa il principio vitale; e quindi spesso avviene che  col  diminuirla, lungi dal diminuire le forze dell' ammalato,
senziente soggiace all' azione del principio intelligente,  col  quale pure può lottare, o certo riceverne forza maggiore o
Quando la forza dell' extrasoggettivo, percepita insieme  col  sentimento della forza propria, si fondono per la forza
stimolo. Ma si possono diminuire gli stimoli interni anche  col  diminuirsi degli umori, massime del sangue, il principale
fredde per una simile ragione, cioè perchè in tal modo  col  caldo si rendono più attivi i vasi alle superfici interne
più attivi i vasi alle superfici interne od esterne, e  col  freddo si rendono gli stessi vasi comparativamente meno
innanzi, indebolendo le parti circostanti o simpatiche  col  polmone, rende comparativamente più attive le parti dei
ad un tempo quel numero d' organi è diverso da quello,  col  quale ne moverebbe uno solo; ora ogni atto diverso il
solido, perchè l' interno delle molecole non è sentito che  col  sentimento di continuità; il che spiega perchè i dolori e
notevolmente, s' accresce toccandosi la ferita, e cessa  col  medicarla. Uniamo dunque il dolore colla causa che l' ha
distintamente in una parte del corpo nostro, fino a che  col  tatto noi le diamo un luogo; ma questo luogo non glielo
non hanno località, se si considerano in relazione  col  principio senziente; non si può dire che sieno nè dentro,
determinati nell' estensione extrasoggettiva, e ciò si fa  col  percepire extrasoggettivamente la causa esterna e violenta
elementare, sia mobilità maggiore e maggiore comunicazione  col  sistema cerebrale e col vascolare; il sistema ganglionare
maggiore e maggiore comunicazione col sistema cerebrale e  col  vascolare; il sistema ganglionare si rende atto ad
mediante questa percezione immanente, egli si compenetri  col  principio sensitivo, e ne risulti un solo principio
così acquista la coscienza, e, reso consapevole, si esprime  col  vocabolo IO . La percezione di sè è il principio della
inanellata, come dicevamo, da una parte colla materia e  col  senso, dall' altra coll' idea e con Dio; nè potendosi ella
la quale mancava ai primi pensatori, nè si educa che  col  tempo; doveva necessariamente avvenire che il concetto di
quale dovesse essere la sede dell' armonia, finirono  col  dichiararla un niente. Il che ci dice appunto Cicerone,
la sentenza dei moderni materialisti, che la confondono  col  cervello o col sistema nervoso; ed anche in più la
dei moderni materialisti, che la confondono col cervello o  col  sistema nervoso; ed anche in più la dividono, secondo le
considerare in qual modo Senofane si portò addirittura  col  suo pensiero alla questione sull' unità delle cose ; e come
movendo dal principio che « « il simile si conosce  col  simile » ». Ebbene, onde tolse egli una tale sentenza?
non gli elementi stessi materiali; il che consuona  col  sentire della scuola pitagorica e dell' eleatica, nella
della semplicità del soggetto, ma in relazione essenziale  col  soggetto. Nella mente dunque (che era per essi il detto
ma cotali simulacri dei veri elementi. Ma discendendo  col  discorso da quella specie intelligibile informe, che, come
dell' italica scuola del torto, che gli è fatto da tanti,  col  supporlo sì goffo e zotico intelletto da voler composta l'
e della discordia si conoscono colla ragione piuttosto che  col  senso, e sono sembrati ad Empedocle «asomatoi physeis» (4).
la materia. I sistemi precedenti avevano confuso l' oggetto  col  soggetto, e dichiarata l' anima come risultante dagli enti
di sfero, di Dio supremo, sia perchè la vita si manifesta  col  calore, sia perchè il fuoco è un cotal simbolo della luce
che l' anima percepisce, coll' anima stessa, l' oggetto  col  soggetto. Eraclito tutto dal fuoco derivava, e, secondo
antichità. Ma gli uni e gli altri confusero l' anima umana  col  loro termine. Quelli che determinarono l' ente, su cui si
cioè che ella conosce tali cose, dicendo che le conosce  col  « rivolgersi in sè stessa », quasi a similitudine dei
conoscerlo, giusta il principio che « il simile si conosce  col  simile », tuttavia egli non reputava bastevole che l' anima
ma ogni armonia consiste in un rapporto dell' oggetto  col  soggetto, e nel soggetto dimora. E se a Dio piacerà che noi
sotto due rispetti, o in sè stessa, o nel suo rapporto  col  principio senziente, appartenente all' anima. L' estensione
limiti, e movimenti. Ma il rapporto, che ha l' estensione  col  principio senziente, non è esteso, poichè è un mero
senso non può essere sentito o percepito, se non è unito  col  principio senziente; che anzi il termine del senso è così
gli organi sensori, che appartengono al nostro corpo,  col  principio senziente che è l' anima. E poichè i detti corpi
riflette: a ) che prima di sentire i corpi esterni sentiamo  col  sentimento soggettivo e fondamentale il nostro proprio
dai fenomeni della vista, pei quali pare che noi percepiamo  col  senso i corpi lontani; e dai fenomeni del moto attivo, pel
percepisce che quelle che gli sono presenti, e seco unite  col  rapporto di sensilità. Che se si tratta di esseri puramente
e verificato bene il fatto, non volerlo distruggere  col  raziocinio, secondo il logico assioma che contra factum non
concetto, che tutto il modo esprime colla parola corpo,  col  concetto delle modificazioni dell' anima propria. 2) La
quello a questa; e si confuse e identificò il termine  col  principio, dicendo che quello era una mera modificazione di
non è naturale all' uomo, ma acquisita. Intanto coll' atto  col  quale l' Io pronuncia Io sono Io, secondo Fichte, l' Io ha
conosco una cosa che non esiste se non in virtù dell' atto  col  quale la conosco, e però posteriormente a quest' atto
al vocabolo Io, conchiude che l' Io fa un' equazione  col  Non7Io, in quanto che si trovano nel medesimo Io, di cui
e non possono dichiararsi la cosa identica senza pugnare  col  principio di contraddizione, giacchè il sì e il no non si
essere accresciuto, e viene accresciuto ogni giorno  col  nascere di nuovi uomini. Ovvero dovete sostenere che non
Ma in tal caso manca il fondamento del ragionamento,  col  quale si faceva che l' Io, dopo aver posto sè stesso,
in Dio identificata coll' anima, precisamente come questa è  col  corpo ». All' opposto, il senso comune di tutti gli uomini
s' identifica coll' anima, e che l' anima s' identifica  col  corpo, conchiude che questa nozione, che s' identifica pure
di due vite, l' una in sè, l' altra nel suo produttore,  col  quale pure così s' immedesima. Che cosa è vita? Come si può
produttore può essere cosa viva? Come s' immedesima  col  suo produttore? Altri enimmi, con cui il nostro filosofo
conchiude che questo ente così astratto fa un' equazione  col  nulla, e lo chiama ente7nulla. Ma: 1) E` falso che si possa
che Aristotele concepì l' anima come un atto del corpo,  col  quale il corpo si perfeziona. E dice un corpo che ha la
Aristotele intende per ciò che è eterno? Che cosa intende  col  dire che l' eterno si separa dal corruttibile? In primo
intellettiva trae dal di fuori, cioè dalla comunicazione  col  mondo esteriore. Ora dal mondo esteriore appunto Aristotele
che con ciò si spieghi un concetto universale, che è quello  col  quale la mente intuisce l' oggetto nella sua possibilità,
l' universale, il comune, l' uno; medicando poscia alquanto  col  dare all' anima una potenza di fermarsi al comune, che però
delle cose, allora rimanga in esse il comune insieme  col  proprio; che le medesime anime, dotate di tale facoltà,
la quale forma costituisce il nesso naturale dell' uomo  col  suo divino principio. Così il filosofo, per evitare l'
il pensiero. - Cosa è dunque il pensiero? Egli è l' atto  col  quale il nostro spirito fissa la sua attenzione
piante7fiori da tutte le altre. Quel mio pensiero adunque,  col  quale classifico la rosa tra le piante7fiori, non poteva
mia mente; ma almeno due, due pensieri di distinzioni, uno  col  quale ho distinto i fiori dalle altre piante, e un altro
quale ho distinto i fiori dalle altre piante, e un altro  col  quale ho distinto i rosacei dagli altri fiori. Se la mia
da prima a quella voce, di cassare l' atto della sua mente,  col  quale egli prese quel nome per segno dell' unico individuo
varietà non sono rose7bengalesi , ma rose7damaschine , e  col  fargli osservare le note, che distinguono le bengalesi
intorno al significato della parola. Poi devo far lo stesso  col  fiore dell' Azzeruolo facendo cadere e poi cavando il
devo condurlo a raffrontare il fiore dello Spinalba  col  fiore dell' Azzeruolo , e dopo fattagliene vedere la
ogni erba, ogni fioretto, e sa nominarle assai facilmente  col  nome più o men generico, più o meno speciale. Ma il
le dottrine che comunica a' fanciulli e di procedere  col  metodo più rigoroso. Ma egli è tempo che riassumiamo quanto
dunque potrà la mente passare a contemplarle e intuirle?  Col  renderle a se stessa oggetto , ciò che prima non erano. Ma
di essere enti ; nè oggetto vuol dire altro che ente .  Col  percepirsi adunque dalla mente le sensazioni, esse si
ciò che è essenziale alla percezione si riduce a un atto,  col  quale lo spirito pone un diverso da sè, e propriamente un
da sè, e propriamente un oggetto, a quell' atto dico,  col  quale egli s' accorge, che sussiste un qualche cosa . Vi ha
attenzione non pur sull' ente agente, ma sul modo ancora  col  quale agisce; ed è allora che egli perfeziona la percezione
quel corpo. Successivamente egli farà anche un altro lavoro  col  suo spirito, cioè metterà in armonia la vista col tatto. Da
lavoro col suo spirito, cioè metterà in armonia la vista  col  tatto. Da prima colla vista non percepirà se non un oggetto
tutto dimenticato; in tal caso la imagine, che io contemplo  col  mio intendimento, non fa che rappresentarmi una melagrana
dato nome di istinto vitale nell' Opera che ho pubblicato  col  titolo d' « Antropologia », a cui mi convien rimettere il
di che nasce in lui il bisogno di ripararne le perdite  col  cibo. Parimente le continue perdite che fa il suo corpo
per lui, derivando da Dio al loro fanciullo, già rinato  col  battesimo, grazie sempre maggiori, valendosi de' beneficii
al primo ordine d' intellezioni, non intendo d' affermare,  col  proporre un tal quesito, che quest' istruzione gli si deva
intendimento, avido, aspirante a conoscere, ad abbracciarsi  col  vero, un' avidità, per la quale « « l' anima semplicetta
educandosi al bello. L' intelligenza del fanciullo si apre  col  riso che segna il principio della seconda età. Come l'
che sono segni d' una età nuova che gli spunta insieme  col  secondo anno di sua esistenza. Gli comincia dunque la terza
anno di sua esistenza. Gli comincia dunque la terza età  col  linguaggio: l' apprendimento de' segni delle cose è
è legge costante nelle nazioni, quando queste vanno innanzi  col  loro intellettivo sviluppo, di maniera che la lingua
dietro a questo pensiero tiene la spontaneità della volontà  col  desiderio di esso. - La terza età dunque è altresì quella,
anco una differenza di dignità ; egli può oggimai stimare  col  suo giudizio pratico che gli oggetti animali sono assai più
all' oggetto il più sublime e lo mette già in comunicazione  col  cielo. Ogni idea nuova nel fanciullo è una gioia: per ogni
alla terza età, e solo di questa lingua si deve far uso  col  nostro fanciullo; perocchè quel di più che si usa sarebbe a
preposizioni e da certe congiunzioni. L' esercizio naturale  col  quale s' insegna al fanciullo la lingua, dovrebbe essere
non si pensi a far sì che succhino, per così dire,  col  latte una favella pura e nobile, e che le infantili
la mente del fanciullo, perocchè non si può aiutarla  col  linguaggio, e non avendo in questo dei nomi, è segno
dello stile? Perchè è difficile il nominare le cose  col  vocabolo significante la specie più stretta, e si suole, il
più stretta, e si suole, il più, nominarle largamente  col  genere. Si dirà forse, che la maggior facilità, che hanno i
piena (idea dell' individuo universale, ma non astratto),  col  quale finisce il mondo ideale. Fuori al tutto di esso
il mondo reale. Di che si può conchiudere, che l' ordine,  col  quale si deve procedere col fanciullo nominando le cose co'
può conchiudere, che l' ordine, col quale si deve procedere  col  fanciullo nominando le cose co' nomi più e meno comuni,
avvicinare le occasioni della virtù. La divina Providenza  col  far nascere l' uomo nel seno della società, lo consegna a'
da principio giudichi tutto animato. Ma questo giudizio,  col  quale il fanciullo giudica animata ogni cosa, non si deve
azione nel bambino è un sentimento , e non dee confondersi  col  giudizio , che fa il fanciullo stesso. Questo può essere
sia formato ancora alcuna coscienza. Il bambino che giunge  col  suo intendimento alle intellezioni di second' ordine
che i suoi sensi gli presentano per male, egli finirebbe  col  persuadersi che il vocabolo bene significasse male, e che
fanciullo, questi troverà una discrepanza tra ciò che sente  col  suo senso, e ciò che gli viene affermato dalle persone.
d' una inesplicabile malignità. Parlare adunque al bambino  col  linguaggio il più preciso, il il più verace, il più
in futuro; il che è un facilitargli l' atto intellettivo,  col  quale un tempo giungerà a conoscere la verità del nostro
ha attrazione ad altro, non inclina a congiungersi se non  col  suo simile, cioè con altro essere reale. Tutte queste
tempo se non per approssimazione. Quando dunque diciamo che  col  secondo anno comincia la terza età del fanciullo e col
che col secondo anno comincia la terza età del fanciullo e  col  terzo la quarta, non intendiamo mica di sostenere che
Ho dichiarato a priori questo giudizio primissimo,  col  quale l' uomo dice seco stesso: « qualche cosa esiste »,
nella cognizione del due e del cinque e del loro rapporto  col  dieci ho implicitamente la cognizione del dieci. Che se
nella cognizione dell' uno e del due, e del loro rapporto  col  cinque avrei implicitamente la cognizione del cinque. Or
coppie, e così procedendo trovare il rapporto del due  col  trentadue, o sia avere l' idea del trentadue tutto espresso
trentadue, o sia avere l' idea del trentadue tutto espresso  col  solo numero due, la qual sua formola sarebbe 2 .per . 2
terminazione a posta pel duale , nè si confonda il duale  col  plurale, come si fa nelle lingue moderne. Egli è vero che
le idee che vengono da lui applicate. Andando innanzi  col  suo sviluppo, queste idee si raggrupperanno, questi
colla simpatia e colla imitazione animale intellettiva. Ma  col  second' ordine d' intellezioni imparando il linguaggio,
a loro uniformare e acconciare. Queste scoperte egli le fa  col  linguaggio, che comincia ad apprendere col second' ordine
egli le fa col linguaggio, che comincia ad apprendere  col  second' ordine delle sue intellezioni e continua cogli
non tutti i vocaboli d' una lingua possono essere usati  col  fanciulletto ad ogni sua età; ma anzi quelle che non si
o tra quelle dell' ordine prossimo a cui può salire  col  primo passo della sua mente, o tra quelle di questo
inventata. Fu già proposto di tenere il medesimo andamento  col  bambino; ma il difficile sta nel trovare imagini che,
che si dee prefiggere la resistenza e il rigore da usarsi  col  nostro fanciullo. Quanto più egli cresce, è altresì capace
sono in caso di confrontare le une cogli altri e conoscere  col  PARAGONE la scambievole loro natura. La fecondissima
presto una formola generale salendo nella scala de' numeri  col  ripetere l' aggiunta del due: onde conosce i numeri
l' uomo quella coscienza di sè stesso che egli poi esprime  col  monosillabo IO? Esporrò prima una ragione assai plausibile,
sapere che sono sue proprie, prima di riferirle a se stesso  col  suo intendimento; perocchè se stesso nel suo intendimento
del tempo. Questo concetto incomincia a formarsi non già  col  raffrontare le tre parti del tempo, il presente, il passato
del tempo, il presente, il passato e il futuro; ma solo  col  raffrontarne due, il presente col passato, ovvero il
e il futuro; ma solo col raffrontarne due, il presente  col  passato, ovvero il presente col futuro. A tanto può
due, il presente col passato, ovvero il presente  col  futuro. A tanto può arrivare il fanciullo al quart' ordine
egli lega le azioni agli oggetti, agli enti, e finisce  col  formarsi certe persuasioni le quali, formolate, direbbero:
contradicente (perocchè nè pure il bambino unisce mai il sì  col  no , ma ne sente la ripugnanza): e poi si forma delle
sensi, verificassi il fatto, e non avessi alcun effugio  col  quale il potessi o negare o spiegare altramente, in tal
sull' operare della natura. Ma queste prime opinioni  col  procedere della scienza vengono rettificate e rallargate,
tritano dinanzi al suo pensiero l' entità delle cose; ma  col  solenne vocabolo Dio , ch' egli sente a pronunciare, viene
limiti. L' assoluto in fatti ha necessariamente relazione  col  relativo, e però quanto più si conosce dell' ente relativo,
e la docilità del bambino fossero sempre cimentate  col  prescrivergli cose false, irragionevoli o di cui egli non
essere il suo dovere: l' aderir cioè alla volontà altrui  col  sacrifizio di ogni cosa: e fino a tanto che questa volontà
del linguaggio è legato ai sussistenti; non può staccarsi  col  pensiero da essi e prendere il volo per le immense vie
che ne sono parte sì principale, non s' intendono che  col  terz' ordine. Convien adunque lasciare un po' di tempo al
difficilmente l' uomo agisce come intelligenza, senza che  col  medesimo atto egli non sollevi de' tasti, per così dire,
ragionamento. Al riso del volto umano il bambino risponde  col  primo atto d' intelligenza, che è un atto ad un tempo di
alcuni cenni anche sullo sviluppo, che fa la mente di sè  col  quint' ordine d' intellezioni, ordine che suole apparire
e a scapito dell' altra, non si ha se non al quint' ordine.  Col  quint' ordine d' intellezioni il fanciullo può giugnere a
fondamentale attribuendogli delle azioni, ed avendo altresì  col  quart' ordine stesso concepite le azioni in due tempi, nel
e che è indipendente da un espresso giudizio d' imputazione  col  quale giudichi e condanni se stesso qual reo. Fra l' azione
fortezza. Questa osservazione e attenzione che l' uom pone  col  suo intelletto alla pena, che costa il dovere ad adempirsi,
(2). Formate adunque queste concezioni astratte, si può  col  loro mezzo conoscere, quale di più enti tenga in se più di
Quando la veracità va d' accordo colla simpatia, cioè  col  bene che si fa altrui per istinto, allora è conservata: è
si connnettono, si ripetono e tutte vivissime.  Col  sentire si suscita nel fanciullo il desiderio di sentir
per errore credevasi di soddisfare alle sue nuove esigenze  col  presentargli delle nuove bambolaggini, le boreali. Non
imaginarie della giovane età cominciano nel fanciullo  col  formarsi in lui il concetto del tempo avvenire, e aiutano
frivola, un inconveniente, che si annienta se si confronta  col  bene della cosa proposta, basta per farla andare a monte.
più grave e maligno. Ma se l' aver trovato se stesso  col  proprio intendimento, il che è quanto dire l' essersi
le cose proprie, niuno poi ne abbia quel soperchio,  col  quale potrebbe impunemente invadere e peggiorare le altrui.
che si aduna nella civile associazione, dimostrasi  col  seguente ragionamento: La miglior forma sociale, che è la
opinione che tutto ciò si faceva da una legittima autorità;  col  contrapporre in somma uno scudo di giustizia alla vendetta
loro conveniente e possibile. » Si cominciò  col  richiedere una spiegazione della parola rappresentazione ,
e costringe i ricchi a pagare per i poveri, non già  col  patto che questi li risarciscano mediante delle fatiche che
risarciscano mediante delle fatiche che posson prestare, ma  col  patto che restino poveri; mentre si pianta in principio,
fu proclamata nello stesso tempo che si vide disporre  col  maggior arbitrio, anzi col più crudele arbitrio, della
tempo che si vide disporre col maggior arbitrio, anzi  col  più crudele arbitrio, della sostanza e della vita dei più
peso nella società; che, se si accresce la loro potenza  col  dar loro in mano il governo civile, diventeranno più crudi
avvocati della Classe che rimane povera, i quali come voi  col  tuono di chi parla in nome della umanità, della virtù e dei
relazione dell' amministrazione è colla proprietà, e non è  col  merito: e questa relazione si cerca determinare. Non si
non liberi all' acquisto di ogni altro diritto compatibile  col  diritto dei loro superiori, ovvero mediante l' assenso di
un dovere morale di agire colla più grande circospezione,  col  più grande rispetto a ciascuna persona individuale, colla
altra di propria volontà. Colla cognizione dell' utile,  col  gustamento del piacevole si moltiplicarono i desiderŒ ed i
nè per un principio di assurda politica; ciò che solo  col  discorso precedente si è combattuto. Ma dunque, alcun altro
oppose alla prima difficoltà quello stesso ragionamento,  col  quale aveva dimostrato che i mercenarŒ dovevano
e che andavano mettendo in discredito i principŒ stabiliti  col  dichiararli impossibili di produrre un risultato pratico, i
speciosi i principŒ della Commissione, debbono terminare  col  partorire del vento. La Commissione contrappose a questi e
caso egli potrebbe fors' anco esistere il diritto, giacchè  col  non venire all' elezione di molti, questi si rimetterebbero
1) Maggiore dibattimento cagionò il quarto articolo,  col  quale si escludevano dal dare il loro voto a parte le mogli
prima di questo tempo le persone nulla hanno a fare  col  Tribunale; ed elle sono rispetto al medesimo come se non
del figliuolo di convenire fino agli estremi della onestà  col  volere dei suoi genitori, come è un dovere della moglie di
inclinava dalla parte degli opponenti; giacchè pareva che  col  dare a' figliuoli ed alle mogli un voto separato, si
oltre al quale non si può. Vorreste voi prevenire i mali  col  fare voi stessi dei mali, o almeno coll' occasionarne degli
minuto o troppo materiale in luogo di tener sempre fisso  col  pensiero questo scopo si ferma ad ogni istante a
se n' ha uno solo, mentre la società che ha il padrone  col  servo non consiste essenzialmente in alcuna comunanza d'
si rendono debili, e si danno in balìa di altri resi forti  col  pretesto di renderli utili. In somma dall' istante che
edifica senza distruggere: la società civile costruita  col  principio della utilità distrugge prima, come vi diceva, lo
e s' era riservata di rispondere ai timori dell' Assemblea  col  progetto che avrebbe presentato nella prossima sessione.
caso, in cui si potesse provare o la intenzione di nuocere  col  suo potere o il tradimento contro l' Assemblea nell'
Ma la Commissione aveva indebolita anche questa difficoltà  col  principio stabilito, che la giustizia teoretica doveva
un accidente impreveduto, bastava per rovesciare  col  trono la società. Questi mali cadevano sotto gli occhi,
ogni buon avviamento; i quali difetti si evitavano  col  Tribunale della Camera imperiale, almeno in parte; ma essa
ella la ragione comune? come si può ella conoscere? non già  col  giudizio di ciascuno uomo particolare; perocchè non si
a questa qualità civile, che abbiamo indicata anche  col  nome di rappresentazione passiva , il titolo di
portato una mutazione nel potere, o pure una lotta perpetua  col  medesimo: il quarto fatto dimostra come se il potere
naturale , cioè quello che nasce dal vantaggio che si trae  col  consumarle: mentre il danaro si conserva, si ammassa
valore de' cittadini ricchi, il diritto avrebbe pugnato  col  fatto, poichè la maggioranza nelle ricchezze dava di fatto
alla distruzione si fa schiava dei vincitori, la quale  col  perdere la libertà perde insieme la proprietà, e con questa
comincia a manifestarsi l' equilibrio della proprietà  col  civile potere: i piccoli proprietari erano scomparsi ed i
perfetta, in cui la proprietà sia perfettamente equilibrata  col  potere amministrativo. »Per ciò nè pure in Francia la
dai disordini dei nobili: e cercò di porvi rimedio  col  promuovere una nuova distribuzione della proprietà in un
17.9. L' antica legge dell' equilibrio della proprietà  col  potere fu disconosciuta: la distinzione dei tre stati, che
rappresentazione personale, ed eseguisce questo principio  col  far sì che il terzo Stato dei minori proprietari acquisti
non solo la ricchezza territoriale tende ad equilibrarsi  col  potere politico, ma ben anche la ricchezza commerciale e la
i ricchi vogliono tirare a sè il governo per difendere  col  medesimo i proprŒ diritti da chi vorrebbe rapirli e per
ben ancora che sia regolare , altramente il fatto pugnerà  col  diritto fino che le leggi naturali non si trovano d'
per una controrivoluzione, che tornò i gentiluomini insieme  col  partito ghibellino al reggimento della città.
disprezzo il manifestarono con un impotente orgoglio,  col  ricusare di sottomettersi ai Tribunali, di fare ciò che
divisioni di terreno quando non sono liberamente fatte e  col  consenso del primo proprietario, non produssero che
vedere la relazione che la proprietà ha costantemente  col  potere civile, per la quale relazione non si può toccare la
se non nell' estremo bisogno, e quand' egli non abbia nè  col  suo lavoro, nè con altro mezzo onesto, via di procacciarsi
Or dunque crederassi di evitare a questo supposto disordine  col  dar in mano il governo alla gente povera? non già: poichè
in un rispetto politico considerate, si può convenire  col  Sig. Sismondi, che la ricchezza mobiliare si sottrae più
questionare se egli sia un potere assoluto o delegato.  Col  proporsi quella dimanda già l' errore è commesso; poichè
una tendenza di queste due cose a mettersi in equilibrio o  col  scemare l' autorità politica al principe o coll'
corti quella politica che tutto corrompe, e che ha finito  col  confondersi nella incredulità. Ma ogni qualvolta il
cose materiali. Noi abbiamo creduto di evitarli tutti e due  col  guardarci bene dall' attribuire al governo l' uno solo di
di questi elementi con esclusione dell' altro; e quindi  col  considerare il governo risultante dai due poteri
uomini la virtù, ma bisogna ancora aiutarli a praticarla  col  disporre le cose in modo che abbiano meno occasioni di far
Come ella consiste nell' unirsi o coi comuni o coi nobili o  col  clero per abbassare le altre due classi, ella è obbligata
vi fu un tempo in cui il Monarca si unì per sostenersi  col  terzo stato. 1) Posteriormente in Inghilterra la nobiltà s'
per sostenersi contro de' nobili cercava di cattivarseli  col  dar loro ciò che chiedevano continuamente. In tal modo s'
di Ugo Capeto sostennero la forza e la dignità della corona  col  migliorare l' economia dello stato, e col riunire i gran
della corona col migliorare l' economia dello stato, e  col  riunire i gran feudi alla corona. La stessa ragione della
Essi non avevano che ad ispirar confidenza alla nazione  col  dimostrarsi forniti di eminenti qualità, e la nazione li
mancanza di distinzione: non si era arrivati a distinguere  col  pensiero, e colle parole, il diritto dalla modalità del
diritto non si ammetteva in fatto che fosse simile a quello  col  quale un padrone dispone della sua proprietà, sebbene la
tali, non vi sarebbero state tante opposizioni sul modo  col  quale la corona ne disponeva. Si attribuiva alla corona
capaci di guerreggiare, a trovarsi intimamente legati  col  principe. Un simile espediente fu suggerito alle nazioni
dichiarava « « che egli diveniva da quel giorno suo uomo 1)  col  pericolo della vita, dei membri, e dell' onor temporale. »
al servizio militare questi nuovi proprietarŒ, quanto  col  far dipendere dal comandante le loro proprietà: col far che
quanto col far dipendere dal comandante le loro proprietà:  col  far che le riconoscessero da lui, e col dar a lui il
le loro proprietà: col far che le riconoscessero da lui, e  col  dar a lui il diritto di privarli delle medesime se non
la sua sussistenza, cercava d' impedire, che i suoi membri  col  rendersi proprietarŒ, e coll' adagiarsi in una vita
avesse detto così: « Miei compagni! voi siete giunti  col  vostro valore a rendervi padroni di un paese fertile, dove
una garanzia della vostra futura obbedienza e fedeltà  col  ricevere la proprietà sotto una tale condizione. Se voi
Se voi siete ora degni di aver un premio, perchè  col  vostro valore avete conquistata questa terra, riconoscete
potere governativo, da non confondersi mai con quell' atto,  col  quale il padrone del campo lo dà altrui in usufrutto. Ma
il medesimo che questo, e non differiva se non dal titolo  col  quale si faceva; giacchè il principe lo faceva per titolo
delle terre, ricevendole dal principe a titolo di feudi; ma  col  gioco d' un simile titolo il quale lasciava ai principi
militare, che aveva spinto suo padre ad introdurlo. »2) »  Col  mantenimento di tale finzione si conservava il germe degli
che i re di Francia avessero bisogno di confederarsi  col  terzo stato contro dei Nobili; mentre la Nobiltà d'
la Nobiltà d' Inghilterra ebbe bisogno di confederarsi  col  terzo stato contro del Re: nel che si può dire che consista
»1) » Il principato e la magistratura, che si confuse  col  potere assoluto, ebbe sempre con ragione aggiunte nel
questo che ricava la sua forza morale. Non vale il dire che  col  pretesto di difendere egli può talora offendere; poichè
sono in armonia cogli avanzamenti dei lumi dell' umanità e  col  progresso della morale; progresso che sembra essere stato
che è appunto quella che noi proponiamo di togliere  col  detto Tribunale: imperfezione che dà luogo ad un
assoggettarsi: e se la amministrazione debba seguire  col  giudicio di questi in tal caso son essi che s' amministrano
tosto di agire a guisa di una parte che tratta la sua causa  col  mezzo di avvocati: si osservi se fra i Parlamenti ed i re
illusione più funesti. La filosofia sommovendo il popolo  col  fare a lui credere che egli abbia il diritto di spogliare i
le cose proprie, niuno poi ne abbia quel soperchio,  col  quale potrebbe impunemente invadere e peggiorare le altrui.
che si aduna nella civile associazione, dimostrasi  col  seguente ragionamento: La miglior forma sociale, che è la
opinione che tutto ciò si faceva da una legittima autorità;  col  contrapporre in somma uno scudo di giustizia alla vendetta
loro conveniente e possibile. » Si cominciò  col  richiedere una spiegazione della parola rappresentazione ,
e costringe i ricchi a pagare per i poveri, non già  col  patto che questi li risarciscano mediante delle fatiche che
risarciscano mediante delle fatiche che posson prestare, ma  col  patto che restino poveri; mentre si pianta in principio,
fu proclamata nello stesso tempo che si vide disporre  col  maggior arbitrio, anzi col più crudele arbitrio, della
tempo che si vide disporre col maggior arbitrio, anzi  col  più crudele arbitrio, della sostanza e della vita dei più
peso nella società; che, se si accresce la loro potenza  col  dar loro in mano il governo civile, diventeranno più crudi
avvocati della Classe che rimane povera, i quali come voi  col  tuono di chi parla in nome della umanità, della virtù e dei
relazione dell' amministrazione è colla proprietà, e non è  col  merito: e questa relazione si cerca determinare. Non si
non liberi all' acquisto di ogni altro diritto compatibile  col  diritto dei loro superiori, ovvero mediante l' assenso di
un dovere morale di agire colla più grande circospezione,  col  più grande rispetto a ciascuna persona individuale, colla
altra di propria volontà. Colla cognizione dell' utile,  col  gustamento del piacevole si moltiplicarono i desiderŒ ed i
nè per un principio di assurda politica; ciò che solo  col  discorso precedente si è combattuto. Ma dunque, alcun altro
oppose alla prima difficoltà quello stesso ragionamento,  col  quale aveva dimostrato che i mercenarŒ dovevano
speciosi i principŒ della Commissione, debbono terminare  col  partorire del vento. La Commissione contrappose a questi e
caso egli potrebbe fors' anco esistere il diritto, giacchè  col  non venire all' elezione di molti, questi si rimetterebbero
1) Maggiore dibattimento cagionò il quarto articolo,  col  quale si escludevano dal dare il loro voto a parte le mogli
prima di questo tempo le persone nulla hanno a fare  col  Tribunale; ed elle sono rispetto al medesimo come se non
del figliuolo di convenire fino agli estremi della onestà  col  volere dei suoi genitori, come è un dovere della moglie di
inclinava dalla parte degli opponenti; giacchè pareva che  col  dare a' figliuoli ed alle mogli un voto separato, si
oltre al quale non si può. Vorreste voi prevenire i mali  col  fare voi stessi dei mali, o almeno coll' occasionarne degli
minuto o troppo materiale in luogo di tener sempre fisso  col  pensiero questo scopo si ferma ad ogni istante a
se n' ha uno solo, mentre la società che ha il padrone  col  servo non consiste essenzialmente in alcuna comunanza d'
si rendono debili, e si danno in balìa di altri resi forti  col  pretesto di renderli utili. In somma dall' istante che
edifica senza distruggere: la società civile costruita  col  principio della utilità distrugge prima, come vi diceva, lo
e s' era riservata di rispondere ai timori dell' Assemblea  col  progetto che avrebbe presentato nella prossima sessione.
caso, in cui si potesse provare o la intenzione di nuocere  col  suo potere o il tradimento contro l' Assemblea nell'
Ma la Commissione aveva indebolita anche questa difficoltà  col  principio stabilito, che la giustizia teoretica doveva
un accidente impreveduto, bastava per rovesciare  col  trono la società. Questi mali cadevano sotto gli occhi,
ogni buon avviamento; i quali difetti si evitavano  col  Tribunale della Camera imperiale, almeno in parte; ma essa
ella la ragione comune? come si può ella conoscere? non già  col  giudizio di ciascuno uomo particolare; perocchè non si
a questa qualità civile, che abbiamo indicata anche  col  nome di rappresentazione passiva , il titolo di
portato una mutazione nel potere, o pure una lotta perpetua  col  medesimo: il quarto fatto dimostra come se il potere
naturale , cioè quello che nasce dal vantaggio che si trae  col  consumarle: mentre il danaro si conserva, si ammassa
valore de' cittadini ricchi, il diritto avrebbe pugnato  col  fatto, poichè la maggioranza nelle ricchezze dava di fatto
alla distruzione si fa schiava dei vincitori, la quale  col  perdere la libertà perde insieme la proprietà, e con questa
comincia a manifestarsi l' equilibrio della proprietà  col  civile potere: i piccoli proprietari erano scomparsi ed i
perfetta, in cui la proprietà sia perfettamente equilibrata  col  potere amministrativo. »Per ciò nè pure in Francia la
dai disordini dei nobili: e cercò di porvi rimedio  col  promuovere una nuova distribuzione della proprietà in un
17.9. L' antica legge dell' equilibrio della proprietà  col  potere fu disconosciuta: la distinzione dei tre stati, che
rappresentazione personale, ed eseguisce questo principio  col  far sì che il terzo Stato dei minori proprietari acquisti
non solo la ricchezza territoriale tende ad equilibrarsi  col  potere politico, ma ben anche la ricchezza commerciale e la
i ricchi vogliono tirare a sè il governo per difendere  col  medesimo i proprŒ diritti da chi vorrebbe rapirli e per
ben ancora che sia regolare , altramente il fatto pugnerà  col  diritto fino che le leggi naturali non si trovano d'
per una controrivoluzione, che tornò i gentiluomini insieme  col  partito ghibellino al reggimento della città.
disprezzo il manifestarono con un impotente orgoglio,  col  ricusare di sottomettersi ai Tribunali, di fare ciò che
divisioni di terreno quando non sono liberamente fatte e  col  consenso del primo proprietario, non produssero che
vedere la relazione che la proprietà ha costantemente  col  potere civile, per la quale relazione non si può toccare la
se non nell' estremo bisogno, e quand' egli non abbia nè  col  suo lavoro, nè con altro mezzo onesto, via di procacciarsi
Or dunque crederassi di evitare a questo supposto disordine  col  dar in mano il governo alla gente povera? non già: poichè
in un rispetto politico considerate, si può convenire  col  Sig. Sismondi, che la ricchezza mobiliare si sottrae più
questionare se egli sia un potere assoluto o delegato.  Col  proporsi quella dimanda già l' errore è commesso; poichè
una tendenza di queste due cose a mettersi in equilibrio o  col  scemare l' autorità politica al principe o coll'
corti quella politica che tutto corrompe, e che ha finito  col  confondersi nella incredulità. Ma ogni qualvolta il
cose materiali. Noi abbiamo creduto di evitarli tutti e due  col  guardarci bene dall' attribuire al governo l' uno solo di
di questi elementi con esclusione dell' altro; e quindi  col  considerare il governo risultante dai due poteri
uomini la virtù, ma bisogna ancora aiutarli a praticarla  col  disporre le cose in modo che abbiano meno occasioni di far
Come ella consiste nell' unirsi o coi comuni o coi nobili o  col  clero per abbassare le altre due classi, ella è obbligata
vi fu un tempo in cui il Monarca si unì per sostenersi  col  terzo stato. 1) Posteriormente in Inghilterra la nobiltà s'
per sostenersi contro de' nobili cercava di cattivarseli  col  dar loro ciò che chiedevano continuamente. In tal modo s'
di Ugo Capeto sostennero la forza e la dignità della corona  col  migliorare l' economia dello stato, e col riunire i gran
della corona col migliorare l' economia dello stato, e  col  riunire i gran feudi alla corona. La stessa ragione della
Essi non avevano che ad ispirar confidenza alla nazione  col  dimostrarsi forniti di eminenti qualità, e la nazione li
mancanza di distinzione: non si era arrivati a distinguere  col  pensiero, e colle parole, il diritto dalla modalità del
diritto non si ammetteva in fatto che fosse simile a quello  col  quale un padrone dispone della sua proprietà, sebbene la
tali, non vi sarebbero state tante opposizioni sul modo  col  quale la corona ne disponeva. Si attribuiva alla corona
capaci di guerreggiare, a trovarsi intimamente legati  col  principe. Un simile espediente fu suggerito alle nazioni
dichiarava « « che egli diveniva da quel giorno suo uomo 1)  col  pericolo della vita, dei membri, e dell' onor temporale. »
al servizio militare questi nuovi proprietarŒ, quanto  col  far dipendere dal comandante le loro proprietà: col far che
quanto col far dipendere dal comandante le loro proprietà:  col  far che le riconoscessero da lui, e col dar a lui il
le loro proprietà: col far che le riconoscessero da lui, e  col  dar a lui il diritto di privarli delle medesime se non
la sua sussistenza, cercava d' impedire, che i suoi membri  col  rendersi proprietarŒ, e coll' adagiarsi in una vita
avesse detto così: « Miei compagni! voi siete giunti  col  vostro valore a rendervi padroni di un paese fertile, dove
una garanzia della vostra futura obbedienza e fedeltà  col  ricevere la proprietà sotto una tale condizione. Se voi
Se voi siete ora degni di aver un premio, perchè  col  vostro valore avete conquistata questa terra, riconoscete
potere governativo, da non confondersi mai con quell' atto,  col  quale il padrone del campo lo dà altrui in usufrutto. Ma
il medesimo che questo, e non differiva se non dal titolo  col  quale si faceva; giacchè il principe lo faceva per titolo
delle terre, ricevendole dal principe a titolo di feudi; ma  col  gioco d' un simile titolo il quale lasciava ai principi
militare, che aveva spinto suo padre ad introdurlo. »2) »  Col  mantenimento di tale finzione si conservava il germe degli
che i re di Francia avessero bisogno di confederarsi  col  terzo stato contro dei Nobili; mentre la Nobiltà d'
la Nobiltà d' Inghilterra ebbe bisogno di confederarsi  col  terzo stato contro del Re: nel che si può dire che consista
»1) » Il principato e la magistratura, che si confuse  col  potere assoluto, ebbe sempre con ragione aggiunte nel
questo che ricava la sua forza morale. Non vale il dire che  col  pretesto di difendere egli può talora offendere; poichè
sono in armonia cogli avanzamenti dei lumi dell' umanità e  col  progresso della morale; progresso che sembra essere stato
che è appunto quella che noi proponiamo di togliere  col  detto Tribunale: imperfezione che dà luogo ad un
assoggettarsi: e se la amministrazione debba seguire  col  giudicio di questi in tal caso son essi che s' amministrano
tosto di agire a guisa di una parte che tratta la sua causa  col  mezzo di avvocati: si osservi se fra i Parlamenti ed i re
illusione più funesti. La filosofia sommovendo il popolo  col  fare a lui credere che egli abbia il diritto di spogliare i
volontà de' suoi fratelli nella Patria e nell'umanità?  Col  carnefice, colle prigioni? Le Società fin ora esistenti
Società incadaverita, come era quella dell'Impero Romano,  col  bisogno nell'animo di ravvivarla, di trasformarla,
tra il sussistente , e l' ideale : ed ella stessa impediva  col  suo senso equivoco questa distinzione. Il realismo esisteva
e stabilita una tale distinzione, dettando tre volumi  col  titolo dei miei errori. Laonde con tutto lo zelo e la
mancando la materia intorno a cui pretendono lavorare  col  loro pensiero, cioè la realità di Dio , devono
confondendo l' oggetto , che solo appartiene alle idee,  col  subietto intelligente , ponendo che tutto quello che fosse
sicurità e denudandosi; quando sterile tronco, e quando  col  seguito delle sue ultime conseguenze, ora senza schermi ed
fu condannato, come l' avevano esposto gli arabi, insieme  col  panteismo di David e d' altri nominati nella sentenza del
pedantesca, sofistica, difetti tutti, che cresciuti  col  tempo, venivano infine a renderla insopportabile agli
sicuro alla sbattuta filosofia. Dopo un lungo tafferuglio  col  vecchio realismo, il nuovo nominalismo pareva rimasto
(anche senza contare che alcuni dei libri che ci rimangono  col  nome d' Aristotele non sono autentici, altri non autentici
principŒ, fino a tanto che stanno da sè soli, si combattano  col  freddo raziocinio: armi uguali s' appongano ad armi uguali.
di lui, che a noi pervennero, conviene che incominciamo  col  determinare quel punto di dottrina, che cagionò la
avere nulla di stabile, come pur sono le essenze, rispose  col  fare la materia eterna e immutabile, e ridurre le specie ad
parole tutte che indicano universalità. Risponderemo forse  col  distinguere la prima e la seconda «usia» (5), e diremo che
si dice individuo reale, si dice: non universale. Onde  col  dirsi: è possibile questo non universale, altro non si dice
perciò lo stesso termine della predicazione; affermandosi  col  predicare questa essenza reale nell' individuo. Poichè non
dissimula, e chiama così la specie , resa da lui attiva,  col  nome di natura . Tornando dunque a ciò, che dicevamo in
specie non altrove esistenti che nelle sostanze reali »  col  fatto delle operazioni e produzioni dell' uomo, che si
poi in principŒ ( «arche») delle arti e delle scienze pure  col  fermarsi nell' anima. Questi suoi modi, ripetuti da
immortale, perchè i fantasmi sensibili se ne vanno  col  corpo. Per la stessa ragione Alessandro Afrodisio e Averroè
temperando poi un tale assurdo colla particella «pos», e  col  dire il contrario altrove in altre parole, come quando fa
e non è scienza, perchè la scienza è sempre accompagnata  col  raziocinio, e però non è mai de' principŒ (1), ma è
virtù naturale della mente umana è un oggetto veduto,  col  quale si vedono l' altre cose. Onde Aristotele soggiunge:
mente, senza il quale nulla potrebbe conoscere la mente, e  col  quale conosce tutto ciò che presenta il senso. Ma quest'
(1); esso è puro, immisto, non ha nulla di comune  col  sensibile ed ha tutte l' altre attribuzioni che gli dà
di tutte le forme di scienti , che prende in appresso  col  suo sviluppo. Se non s' interpreta dunque a questo modo la
per sua propria natura immobilmente presente un oggetto,  col  quale operi quasi con istrumento » ». Aristotele risponde,
consapevolezza. Ammise dunque nell' anima qualche cosa  COL  QUALE ci procacciamo consapevolmente le cognizioni, ma non
alla necessità de' fantasmi per conoscere, l' argomento  col  quale i Sensisti credono d' attirare a sè Aristotele,
la distingue, che dice che quella si contempla « «insieme  col  fantasma » [...OMISSIS...] »; onde non è il fantasma. E
dall' intendimento (2), ed anzi l' intelligibile si fa  col  tocco e coll' atto dell' intendere, [...OMISSIS...] (3),
e perchè l' esperienza dimostra che l' anima non invecchia  col  corpo, benchè possa essere impedita da certi suoi atti per
che dice esser lo stesso dell' atto essenziale della mente,  col  quale questa mente riduce poi in atto tutti gl'
Onde si vede che Aristotele confuse il subietto dialettico  col  subietto reale . Certo si può prendere il corpo vivente pel
del giudizio, che è l' unione che fa la mente del predicato  col  subietto: e vuol dire, che se il predicato nel fatto si
e vuol dire, che se il predicato nel fatto si compone  col  subietto, la cosa è così come s' afferma, e questo la
degli Analitici posteriori, dove descrivendo il modo  col  quale l' anima dalle sensazioni viene formandosi la
fatte dal senso, ma « « alcune dal senso, alcune altre  col  senso » » [...OMISSIS...] (4), onde il raziocinare si fa
» » [...OMISSIS...] (4), onde il raziocinare si fa bensì  col  senso, ma non dal senso, e così, secondo Aristotele,
ma non dal senso, e così, secondo Aristotele, insieme  col  senso opera la ragione, che non è il senso, ma che al senso
è «dianoeisthai», raziocinare, che non si fa dal senso, ma  col  senso, e che perciò abbisogna d' organo corporale (6). Non
il vero, ma l' apparente, se si confonde il sensibile  col  vero, si distrugge « « il principio di contraddizione » » e
contrario a sè stesso, e questa sua permanenza s' esprime  col  principio di contraddizione, che dice « « l' essere non può
dire che in ciascuna specie si può distinguere più cose  col  pensiero e però c' è delle entità molteplici, ma nello
il fenomenale ; sia pure il vero rispetto a noi mescolato  col  fenomenale, ma l' uno non è certamente l' altro, ed è
degli astri. Infatti un' una e medesima cosa non può essere  col  moto e senza moto ad un tempo; questi dunque non sono due
che riceva luce, e in qualche modo si concili seco medesimo  col  confronto d' un altro luogo. « « C' è una scienza, dice,
esistere dell' ente: dunque consegue che l' ente si copuli  col  non ente, cioè con tutte le essenze e nature, che non sono
5 Ma l' ente stesso, il «to on», ha bisogno d' essere unito  col  non ente per sussistere, perchè s' egli pure non avesse
mirabilmente organate d' ente, che è il fondo di tutte,  col  quale tutte si copulano, acciocchè sieno (onde lo chiama il
modo che Aristotele imputa a Platone di formare le sue idee  col  prendere i sensibili e aggiunger loro il vocabolo «auto»
al fabbro per farne molti, non può essere che uno,  col  principio degl' indiscernibili (1), richiamato in vita da
mutabile e mobile che è la materia corporea e i corpi, che  col  ricevere successivamente varie forme, il che è generarsi,
della specie e ne fa un simulacro di questa. L' atto dunque  col  quale Iddio crea la natura sussistente, le cui parti poscia
costituiscono l' Esemplare del mondo, da Dio in se stesso  col  suo pensiero prodotto, quando volle creare il Mondo, ma non
cioè quell' ente principio , chiamato anima, che finisce,  col  suo atto di essere, ne' due termini che dicevamo. Noi
, cioè d' un sentimento terminante nell' estensione,  col  quale possa apprendere sensibilmente tutti i diversi, cioè
tal modo attingere la materia di altre cognizioni. E così  col  simile fa che si conosca e si apprenda il simile, secondo
si fa una anche per la riunione de' termini; giacchè ella  col  suo atto primo e costitutivo, dopo essersi divisa da una
considerammo l' anima già dotata di corpo, e in relazione  col  mondo corporeo; egli trova certe leggi d' armonica
prima e della seconda tetrade, con due numeri medii, cioè  col  medio aritmetico e col medio armonico (5); onde ne
tetrade, con due numeri medii, cioè col medio aritmetico e  col  medio armonico (5); onde ne risultano due serie di dieci
dell' anima, il diverso e il medesimo , quello del diverso  col  volgersi del cielo planetario, e quello del medesimo col
col volgersi del cielo planetario, e quello del medesimo  col  volgersi del sommo cielo: tuttavia rimane ancora, al di là
Platone esprime l' unione di tali idee coll' anima non solo  col  vocabolo di presenza , ma ancora con quello di abito , come
essere, che il vero essere è sempre il medesimo, ma che  col  raziocinio all' anima si manifesta qualche cosa di ciò che
Accenna poi che Iddio pose gli astri, animali divini,  col  corpo di puro fuoco nella sapienza del potentissimo, cioè
atto volontario d' intendimento, pel quale l' uomo aderisce  col  suo principio, e con tutto se stesso alla verità delle
perciò non è immediatamente intelligibile, ma dal lume e  col  lume suo figliuolo s' argomenta: poichè col lume s' ha il
ma dal lume e col lume suo figliuolo s' argomenta: poichè  col  lume s' ha il vedere, e col vedere si vede il lume e nel
figliuolo s' argomenta: poichè col lume s' ha il vedere, e  col  vedere si vede il lume e nel lume come nell' effetto si
sua natura sapiente » » e da queste finalmente ascendendo  col  raziocinio dell' analogia alla cognizione della Causa,
preferito a questo, stante che abbia una stretta parentela  col  bene supremo. Ma non contento di ciò, spezza l'
le loro similitudini , dalle quali, ricevute dall' uomo  col  senso, la mente trapassa alle idee , di cui quelle sono
tutta quella serie di cause e di effetti dà quell' impulso  col  fine d' ottenere l' ultimo effetto; quanto se quell'
cosa e da qualche cosa, ed è di specie il medesimo » »  col  producente (1): dal che deduce che il composto di materia e
vuol produrre un effetto, per esempio la salute, trascorre  col  pensiero la serie dei mezzi fino che arriva ad uno, che è
dell' altro per la continuità del moto, egli stabilisce  col  suo sistema, che ci sia stato nel mondo un vero ricorso di
». Alla quale questione si trovava prossimo tanto più  col  pensiero, che sul principio dello stesso libro avea
bello apparente [...OMISSIS...] , ed è ciò che si appetisce  col  senso [...OMISSIS...] , dal vero bene , ed è ciò che si
concepire del nostro filosofo che si trova il primo anello  col  quale congiunge fisicamente Iddio alle cose mondiali.
d' altro, trova insufficiente questa proprietà, e finisce  col  conchiudere che « « la sostanza si predica della materia,
[...OMISSIS...] : il volibile, dunque, s' identifica  col  primo intelligibile. Ma qui prima di tutto la distinzione
per la stessa argomentazione gli altri eterni motori hanno  col  primo la stessa natura, e la loro differenza rimane che sia
sè qualche potenza, non si parla d' un ente realmente unico  col  quale ogni cosa tenda a congiungersi, ma si parla di tanti
in Aristotele tra' suoi principŒ ontologici , e il metodo  col  quale va filosofando. Egli vuole che si parta sempre dalla
subbiettivamente considerata, la mente , che si cangia  col  suo ultimo atto in obbiettiva, come abbiamo accennato.
qualità di subietto alla materia, e al composto, che opera  col  mezzo della specie; lasciando così la specie priva al tutto
senziente in potenza, ma il sensibile in atto s' unifica  col  senziente in atto, secondo Aristotele, così la mente in
(4). Veniamo alla prima. Noi non possiamo convenire  col  nominato erudito nella sentenza che Aristotele dia la
indeterminato (epiteto che gli dà Aristotele), che  col  determinarsi diventa tutti gli universali? Passiamo alla
dal senso, e rimane apparenza senza alcuna relazione  col  vero o col falso, che è sempre nella mente e non nel senso,
senso, e rimane apparenza senza alcuna relazione col vero o  col  falso, che è sempre nella mente e non nel senso, come lo
separabile, come a sostanza compiuta. Che se il filosofo  col  suo pensiero si fermasse all' ente come universale e
ma si conoscono colle specie loro che sono nella mente e  col  senso. Ma poichè l' essere come essere è egli stesso ad un
dell' essere inteso, e che è in potere della mente,  col  sentito o coll' inteso precedentemente, ma questa
la specie7idea colla forma reale delle cose (cioè  col  loro atto immanente), dà a questa forma reale un'
finale è divina , anche le cose animate tendono al divino  col  loro appetito. Ma tutta questa dottrina s' appoggia sopra
e però un intelligibile in atto dato all' uomo per natura,  col  quale egli si forma tutti gli altri intelligibili, che cosa
bianchezza « « non può essere separata, ma è sempre insieme  col  composto » » (2). Distingue dunque Aristotele
inesista il colore, se non si riferisce ai colori percepiti  col  senso [...OMISSIS...] . L' universale dunque come
il termine del principio di contraddizione, cioè l' essere:  col  qual essere l' anima afferma questo è, questo non è
Poniamo attenzione a ciò che egli dice circa quel principio  col  quale si sentono tutti i sensibili, potendo questo non poco
potendo questo non poco giovarci a intendere quel principio  col  quale s' intendono tutti gli intelligibili. Si fa dunque la
è uno ed indivisibile, e questo in atto, «kat' energeian,»  col  quale si hanno sensazioni di tutti i generi: ma questo
concetto: l' uno, cioè l' intellezione, la fa esser atto,  col  quale ella è capace di ridurre in atto tutti gli
ma dalle relazioni diverse con un elemento straniero, cioè  col  sentimento. Ora il sentimento stesso è uno; ma si
stessa anima umana non è intellettiva se non aspira e tende  col  suo appetito a una specie più sublime e del tutto
in fatto dice, che « « la mente stessa si fa intelligibile  col  toccare e coll' intendere, di maniera che sia un medesimo
se pur vuole, che la sostanza divina entri in composizione  col  corpo e coll' anima dell' uomo, rimanendo sostanza in atto,
rapisse in circolo il corpo celeste da essa informato, e  col  moto locale rappresentasse l' interno circolo del pensiero;
Ma primieramente l' unione della qualità essenziale  col  subietto è doppia, cioè: 1 è tale in natura; 2 è
medesimo che l' essere quella cosa che si nomina, senza che  col  dirla una, le si aggiunga altro (1). L' essere dunque,
Le notizie dunque delle cose inferiori non aggiungono, ma  col  loro miscuglio diminuiscono, secondo Aristotele, l' oggetto
che sono e non sono (5), e però in qualche modo cessano  col  cessare del composto, rimanendo sempre in altri composti ed
l' appetito naturale, egli mescola il discorso dell' una  col  discorso dell' altra, e cava indifferentemente gli esempŒ
il che unisce ancor più, anzi identifica il pensato  col  pensante (4), la cosa coll' idea. Onde quest' è una delle
potenziale, ossia la materia. Questa è atta ad arrivare  col  suo conato a gradi diversi: il primo è quello delle specie
separata, determinandosi dalla materia o potenza che  col  suo appetito verso l' essere prende più o meno dell' atto,
in sè il mondo, che ha però una perfetta correlazione  col  mondo stesso, cioè coi diversi generi di cose che lo
(1). E in fatti l' uomo produce a sè l' intelligibile  col  toccare e coll' intendere, [...OMISSIS...] (2): ora come
nell' anime umane. Così, sebbene l' immobile sia congiunto  col  mobile, e quello che continuamente perisce coll'
nella natura perchè non ha parti nè attività alcuna? come  col  solo appetirsi una cosa, s' acquista in parte quella cosa?
numero ed uno solo di specie ha materia, [...OMISSIS...] ,  col  qual principio vuol anco provare che un solo è il Primo
create l' altre cose esistenti, ma a lui coeterne, operanti  col  proprio impulso, benchè con questo tendenti a lui; egli non
intelligibili per sè. Vi riescono quelli soli che arrivano  col  loro movimento ad uscire dalla loro potenzialità, il che è
In fatti tutte le cose si conoscono coll' essere e  col  non essere (1); ma il non essere non è che la remozione
cosa di troppo forte, la mente all' opposto s' avvalora  col  fortemente conoscere (2), perchè è ella stessa l'
stessa anima, e in senso subiettivo formando un chè uno  col  sensitivo, raccoglie da questo gli intelligibili, al
se vi si mescolassero, come mescolandosi l' imperfetto  col  perfetto questo si deteriora. Ma la mente umana, secondo
Aristotele parla della mente data all' anima come strumento  col  quale possa formarsi la scienza, non può intendere che
come uno strumento con cui procacciarsi coll' induzione e  col  raziocinio tutte le specie della natura (3). Questa
poter raccogliere che il progresso della ragione umana,  col  qual giunge alla prima causa, sia questo, secondo
soli, dobbiamo tuttavia riconoscere che chi verifica  col  telescopio siffatta meraviglia, compie un semplice atto
successive elaborazioni dell'intelletto il vero s'intesse  col  falso, finché l'opera d'un'analisi interna e fedele non
bilancia in contatto colla viva fiamma, arde, indicando  col  rapido aumento del peso l'invisibile ossigene che assorbe
organiche di carbonio e d'aqua, variano proprietà solamente  col  disporsi in diversa ordinanza, - come l'essenza di rose e
vita meno incerta e faticosa; moltiplicarsi ed assicurarsi  col  numero; coordinare i frammenti delle tradizioni iniziali
nuocere al suo nemico, né giovare a quel gruppo di viventi  col  quale egli è immedesimato, è nulla per esso; esso non lo
quasi più al decadimento. Il progresso prevale perché  col  corso del tempo cresce naturalmente il numero delle verità.
fece. Timida e incerta a principio, alleata coi signori e  col  potere temporale più appresso e imbevuta, anche per utile
dappertutto sicurezza e rapidità; è diminuito, quindi,  col  prezzo del trasporto, il prezzo delle derrate. E, d'altra
coi vostri affetti, colle vostre gioie, coi vostri dolori,  col  vostro sangue, è la Città, il Comune, non la Provincia o lo
quello che voi confondete: voi confondete il bene  col  male, l' onesto con l' utile, e noi vogliamo stabilire
associarsi e d' organizzarsi, per regolare pacificamente e  col  maggior vantaggio tutto ciò che riguarda tali mezzi, cioè i
avessero abbracciato per loro norma il secondo princìpio,  col  quale appunto si propongono d' evitarle, la legge uscita
persone ricevono dal popolo, cioè dai padri di famiglia,  col  quale mandato sono investite della potestà civile (3); è
inevitabile conseguenza a stabilire delle leggi che lottano  col  princìpio religioso e con la religiosa coscienza de'
contiene un' eresia, e perciò insulta il dogma cattolico  col  dichiararlo falso, poiché la legge dice assolutamente e
Due coniugi cattolici divorziati, e passati ad altre nozze  col  favore della legge, si pentono del fatto che hanno
un altro divorzio. La legge obbliga la moglie ad abitar  col  marito, ed obbliga il marito a ricevere presso di sé la
il bene quanto il male, scambiano manifestamente il diritto  col  fatto: che abbiano la libertà naturale d' eleggere il bene