Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: chiama

Numero di risultati: 30 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1
le cose. Ma tutte le idee si riducono all' essere che si  chiama  spesso anche da Aristotele il genere generalissimo: l'
e coi migliori dottori che mai fossero, e che il Gioberti  chiama  semirealisti . Noi crediamo che tanto la denominazione di
colla materia quella causa efficiente che Aristotele  chiama  appunto natura , e nel pensiero costituiscono quella causa
costituiscono quella causa efficiente che Aristotele  chiama  arte . Le idee dunque per Aristotele sono principŒ attivi e
con mano imperita, più filòbiblo che filosofo, come lo  chiama  Strabone (1); la classificazione e la disposizione
il composto della materia e della forma, «to ek tuton».  Chiama  poi la forma « « lo schema dell' idea, » [...OMISSIS...] .
che illustra, fa conoscere la sostanza prima, e però si  chiama  sostanza seconda (4). Ecco dunque che cosa sono gli
delle prime sostanze, cioè delle sostanze singolari che  chiama  « primi degli enti », dice che nelle sostanze seconde, che
che è veramente un quarto principio, che egli dissimula, e  chiama  così la specie , resa da lui attiva, col nome di natura .
sistema ad ammettere il comune ne' singolari reali, e lo  chiama  « l' uno ne' molti »(3). Che se è uno , separato quest' uno
o specie è separata dalla materia, ed è quello ch' egli  chiama  l' intelligibile ( «to noeton») (3). Ora la stessa
Non si ritrae Aristotele da questa conseguenza, anzi  chiama  l' anima [...OMISSIS...] . C' è dunque nell' uomo, secondo
due funzioni, l' una di ricevere, l' altra di fare, che non  chiama  parti ma differenze ( «diaphoras»). Queste funzioni o
Ora l' uomo, che è sciente in potenza al primo modo, lo  chiama  « « genere e materia dello sciente » » [...OMISSIS...] .
forma , ma semplicemente quello di atto , e questo non si  chiama  forma, se non considerato in relazione all' intelligenza
oggetto d' attuale contemplazione) è quello che Aristotele  chiama  mente, «nus», e che gli Scolastici tradussero intelligentia
l' universale. Quest' universale è quello che Aristotele  chiama  talora essere della cosa, talora essenza, specie, forma.,
esterna, ma c' introduce un' operazione interna, che  chiama  «epagoge», inductio (2), e chiama gli universali, che per
operazione interna, che chiama «epagoge», inductio (2), e  chiama  gli universali, che per essa si conoscono, «prota», quasi
che Aristotele rappresenta la mente come un senso, e la  chiama  sensione (il che impacciò gl' interpreti), e la distingue
e che è un cotal senso anch' essa dell' universale, come lo  chiama  Aristotele [...OMISSIS...] , facoltà che altrove chiama
lo chiama Aristotele [...OMISSIS...] , facoltà che altrove  chiama  mente, «nus», di novo dimanderemo come Aristotele la
esistenze obiettive, e non punto subiettive. Che anzi  chiama  la mente non solo principio della scienza [...OMISSIS...] ,
sè, conviene ch' ella abbia anche una forma. E in fatti la  chiama  anche forma, dicendola mente agente, «nus poietikos». Ora
e forma universale , ossia « specie delle specie »come lo  chiama  appunto Aristotele. Al modo stesso i generi , che sono ciò
Aristotele risponde, a nostro parere, di sì, solamente che  chiama  questo stesso oggetto o istrumento, la mente, «nus», e l'
che opera con essa, e questa mente oggetto, egli la  chiama  propriissimamente « specie delle specie », e la rassomiglia
ma il mezzo , con cui l' uomo intende. Così appunto  chiama  Aristotele la mente e anche l' anima intellettiva «
ammetta innato nell' uomo un primo intelligibile , che  chiama  Mente, e questo primo intelligibile sia lume e principio
tutte quelle specie determinate, e questa è quella che  chiama  mente, «nus». Stabilito questo, Aristotele ascende a
la divina mente, partecipa anch' egli del divino, e però lo  chiama  « « più divino degli elementi » » [...OMISSIS...] . Ma come
, e gli abiti determinati, menzionati più sopra, qui li  chiama  abiti riguardanti la cognizione raziocinativa,
anzi principio del principio, [...OMISSIS...] . E lo  chiama  « « principio del principio » » per distinguerlo da quello,
Ora questi primi principŒ proprŒ della Mente, Aristotele li  chiama  immediati [...OMISSIS...] , e l' uomo non può saper nulla
la scienza, se non conosce prima que' principŒ (2), onde li  chiama  più noti della scienza, [...OMISSIS...] ; questi dunque
contraddizione ; 2 e un principio che egli non denomina nè  chiama  principio, ma che noi per maggior chiarezza, parendoci che
col subietto, la cosa è così come s' afferma, e questo la  chiama  essere , [...OMISSIS...] : se poi il predicato, che noi
unisce e compone, essa non è qual s' afferma, e questo lo  chiama  non essere [...OMISSIS...] . Dunque, se la cosa è come s'
incomposte, le quali sono certamente le specie, che altrove  chiama  seconde essenze, [...OMISSIS...] , o se non queste sole,
preceduta nell' uomo da un' altra mente in atto, ch' egli  chiama  [...OMISSIS...] . Solamente è da notare che Aristotele non
uomo (1), cioè l' uomo le abbia senz' accorgersene. Onde  chiama  cose anteriori e più note a noi quelle che sono tali in
notizie nella mente umana precedano, riassumendosi, le  chiama  tutte insieme « « principio della scienza » »;
quei tre modi d' operare che, come vedemmo altrove,  chiama  compassionare, imparare, raziocinare, [...OMISSIS...] :
perciò dell' « essere comunissimo », e questa è quella che  chiama  Filosofia prima. La prima dunque di tutte le scienze deve
E questo ente, che dice esser lo stesso che l' uno, lo  chiama  primo, [...OMISSIS...] a cui tutte le notizie intorno all'
che cosa sia quest' uguale, simile, o comune, che si  chiama  specie o genere. Occorse a quest' incaglio il filosofo
base ferma alla morale: Platone, [...OMISSIS...] . Sinonime  chiama  Aristotele quelle cose che si chiamano collo stesso nome, e
è una e la stessa in ciascuno, onde lo stesso Aristotele la  chiama  «autoekaston» od «auto en ekaston», od «en kata pollon»
senz' accorgersi della contraddizione ogni qualvolta le  chiama  «autoekaston». Nè ripugna punto che de' molti sensibili
e le speculative in matematica, fisica, e teologia , e  chiama  quest' ultima anche filosofia prima (3). Dice che in tutte
. Ora questa natura è indubitabilmente di quelle che egli  chiama  prime sostanze, anzi veramente di tutte la prima,
sua dialettica, con cui egli l' ha lavorata, e che egli  chiama  perciò appunto la scienza massima (2). Alla dialettica
copulazione del non ente coll' ente è quello, che Platone  chiama  partecipazione, «methexin» (3), la quale è triplice, come è
col quale tutte si copulano, acciocchè sieno (onde lo  chiama  il massimo, il principale, il primo) (2), e di non ente,
nel fatto della natura delle cose, rispetto alle quali la  chiama  più spesso comunione , e nel fatto degli oggetti del
nel fatto degli oggetti del pensiero, rispetto al quale la  chiama  presenza (2), parola acconcissima e forse unica, perchè le
e tutte queste essenze sono per l' essenza prima (che si  chiama  semplicemente essenza), cioè per l' essere, che sotto di sè
d' una qualunque sia dottrina cosmologica e teologica,  chiama  le idee a riscontro di queste, e quanto più può s' affatica
la materia corporea non inerte ma dotata di forze, onde la  chiama  generazione [...OMISSIS...] , e lo spazio, nell' immensità
(1). Ma la materia definita è reale, e come quella si  chiama  immobile al par delle idee, così questa si move,
Figlio del Bene [...OMISSIS...] . Questo Figlio del Bene lo  chiama  « «similissimo al Bene » [...OMISSIS...] , ed è il lume
lume dunque, che viene da Dio al mondo, è ciò che Platone  chiama  il Figliuolo del Bene, cioè di Dio, e dice, che è generato
delle menti per Platone è una prima idea, quella che egli  chiama  massima, e precipua, e prima di tutte, l' idea dell' ente.
dottrina platonica intorno all' Essere assoluto, che egli  chiama  massima: riconosce in prima che essa eccede l' umana
le cose si dicono e sono belle. Quest' è quello che Platone  chiama  l' idea. Non rimane dunque che a considerare la natura
opposizione delle idee è appunto quello che il filosofo  chiama  dialettica , a cui di conseguente tutta si richiama la
delle nature » », [...OMISSIS...] (4). E l' anima si  chiama  appunto la bellissima e venerabilissima natura, perchè è
congiungendoli li adorna e dispone, e per questi effetti si  chiama  giustamente mente e sapienza, [...OMISSIS...] . Di che
cosa intenda Platone per quel componente dell' anima che  chiama  il diverso «to thateron». Poichè non può con questo
dunque dire che quell' elemento dell' anima, che Platone  chiama  «thateron», non sia lo spazio puro, ma con qualche
l' anima conosce sempre per quel suo elemento che Platone  chiama  il Medesimo, e che vedemmo esser l' idea prima e
ella di conseguenza ha due operazioni o movimenti che egli  chiama  cicli o giri, perchè con queste operazioni essa si rivolge
, che produce l' intelligenza e la scienza, e lo  chiama  «eutrochos», e il ciclo del Diverso che vuol che sia retto,
il mondo (1), quella parte certamente che nel Fedro  chiama  sopraurania . Così il mondo corporeo non può rappresentare
e questo è quel primo stadio del raziocinio che Platone  chiama  «dianoia». Alla formazione di questa specie d'
è scorta alla cognizione di Dio, è ciò appunto che Platone  chiama  il Figliuolo del Bene, come chiama Iddio il Bene, cosa più
ciò appunto che Platone chiama il Figliuolo del Bene, come  chiama  Iddio il Bene, cosa più augusta di quelle singole idee e
Ma qual è l' essenza più vicina a lui? Quella che Platone  chiama  il Figliuolo del Bene che è la luce , per la quale l' umano
appieno educato e istituito alla virtù; ciò che Platone  chiama  «andreikelon» (1). Nel Filebo dove Platone espone la stessa
in queste, onde dice: [...OMISSIS...] . E poco appresso  chiama  la mente cognata alla Causa e quasi dello stesso genere:
mista colla vita della sapienza [...OMISSIS...] che Platone  chiama  anche indifferentemente la vita della mente [...OMISSIS...]
partecipata dall' ente creato e quella che è per sè Mente.  Chiama  questa « «vera e divina Mente », [...OMISSIS...] (1), Mente
il quarto nella classificazione totale: [...OMISSIS...] . E  chiama  scienze dell' anima, benchè alle sensazioni congiunte,
e il corso di quell' arte del raziocinio che Platone  chiama  dialettica, e che conduce l' umana mente da quel principio
primieramente in due: una causa interna alle cose che  chiama  natura , e una causa esterna che chiama arte (1). A queste
alle cose che chiama natura , e una causa esterna che  chiama  arte (1). A queste ne aggiunge due altre, il caso e la
ma altre cose reali composte di materia e di forma, e lo  chiama  natura , e spiega la cognizione delle cose collocando del
da una potenza d' operare e dal pensiero, [...OMISSIS...] .  Chiama  geniture , [...OMISSIS...] , le produzioni naturali, l'
alla materia e che vi produce quel principio attivo che si  chiama  natura (5). Essendoci dunque una prima sostanza immateriale
essere più Iddii, o prime sostanze, immobili e motrici, che  chiama  anche primi enti, e che fa ragione dover essere 55 o 47,
le cose in atto e in potenza (che sono i due elementi che  chiama  forma e materia), benchè dica egli stesso che i diversi
attuazione, dice Aristotele, è intrinseca a ciascuno, e si  chiama  natura (1): risulta dalla forma o atto che già hanno nella
questione (3). Venuto il corpo a questo suo atto che si  chiama  vita ed anima, rimangono ancora degli atti ulteriori.
dell' anima, onde in una tale definizione Aristotele  chiama  l' anima in genere entelechia prima , cioè prossima al
anima vegetale, da questa passa all' atto ulteriore che si  chiama  anima sensitiva . L' anima sensitiva, secondo Aristotele, è
E che anche in quell' atto o specie naturale che si  chiama  anima intellettiva, ci sia la materia ossia la potenza, e
e più perfetto atto, quello della contemplazione, che  chiama  costantemente divino, o divinissimo (1). Conviene dunque
che esse si dicano la mente in potenza, giacchè Aristotele  chiama  abito questa mente, [...OMISSIS...] , espressione, che non
specie indeterminatissima, specie delle specie, come la  chiama  pure Aristotele, cioè nell' essere indeterminato (1). Si
lo stesso essere della cosa, l' essere determinato ch' egli  chiama  «to ti en einai,» e che dice che è senza materia, indicando
la fisica e la teologica »(4) »; dove manifestamente  chiama  scienza di Dio o teologia quella che tratta delle pure
fondo al sistema aristotelico. Concede dunque a quelli, che  chiama  gli elegantissimi, [...OMISSIS...] , cioè ai Platonici, che
appartiene a quell' efficienza naturale, che Aristotele  chiama  generazione , e che riguarda la produzione d' una sostanza
movimento, che viene dal principio e dalla specie e lo  chiama  intellezione , quello poi che viene dall' ultima
intellezione, come nell' esempio addotto le fregagioni, lo  chiama  effezione (1). La specie dunque tanto nella natura quanto
non possono essere che passioni del senziente, come le  chiama  lo stesso Aristotele (2): le forme sensibili son dunque nel
E` dunque del pari falso, che quelle che Aristotele  chiama  specie sensibili sieno in potenza intelligibili . Infatti,
«to noetikon» è quel principio stesso nell' anima che  chiama  anche «to epistemonikon,» quel primo sapere indeterminato
natura d' essere partecipata da più singolari, onde si  chiama  comune, o universale (2). Ora il proprio ed unico
che ha virtù di far conoscere, e ciò che altrove Aristotele  chiama  lo scientifico dell' anima, [...OMISSIS...] , e che nella «
, poichè questi sono l' oggetto della mente, e quella si  chiama  anche da lui come vedemmo « il principio de' principŒ »; è
di quel principio o de' suoi termini. Infatti Aristotele  chiama  la mente: « « principio della scienza » », e ancora « «
« « principio de' principŒ » »: e alla stessa maniera  chiama  il principio di contraddizione. Aristotele pone la mente
altri assiomi » », [...OMISSIS...] (3). Ora così appunto  chiama  la mente il principio di tutti i principŒ, [...OMISSIS...]
delle due materie corporea e ideale. Poichè mentre altrove  chiama  materia « ciò che è potenza », qui dice la mente « potenza
e però a queste è indifferente. [...OMISSIS...] . Qui  chiama  apertamente subietto il genere, cioè l' universale, e lo
si conoscono i generi stessi? Aristotele lo ammette e lo  chiama  « « uno d' analogia » ». [...OMISSIS...] . Se dunque c' è
dunque Aristotele quell' uno che è nell' universale, e che  chiama  «tohen kath' holu» (2). Ora tra gli universali
a quel loro ultimo atto, a quell' ultima specie, che si  chiama  mente. Quest' ultima specie riesce così perfetta, che non
di tutte le cose? Convien osservare che Aristotele non  chiama  genere l' ente, se non o come una denominazione che gli
nascerebbero dal così chiamarlo, ovvero talora lo  chiama  forse genere in un senso differentissimo da quello nel
l' esistenza dell' essere separato e da sè esistente. Così  chiama  le categorie « generi dell' ente ». E dice che come dicendo
divina, e l' uomo, in quanto è mente, essendo Dio, come lo  chiama  Aristotele, questo Dio inesistente nell' uomo, anzi in
, e però la prima o l' ultima delle scienze si  chiama  «theologike». Ma l' essere come essere, e però «to theion»,
inesistesse la mente fattrice (4), o piuttosto, come la  chiama  Aristotele, il pensiero fattore, [...OMISSIS...] (1), e che
è l' essenza , e l' atto secondo che è la sua operazione. E  chiama  l' essenza specifica e sostanziale entelechía prima, perchè
che acquista un' esistenza determinata, diventa un ente.  Chiama  poi entelechía seconda l' atto secondo o l' operazione
ma come mente subiettiva. E nel vero il nostro filosofo  chiama  la mente in senso assoluto ed obiettivo essenza eterna ed
che tocca quel primo intelligibile di continuo, onde la  chiama  «synechestate» (1). E però l' uomo, se vive conformato alla
del Primo motore (3) appartiene a quella che Aristotele  chiama  mente contemplativa. Ma il pensiero contemplativo d'
tratta de' primi che tutti si trovano nell' ente come ente.  Chiama  poi questa divina natura non solo fine del mondo (3)
identica. Le forme tutte dunque o specie sono quelle che  chiama  «analloiota, apathe,» e altrove «hapla, asyntheta, ameres»
che già vedemmo che lo stesso Aristotele vacilla, e talora  chiama  la forma reale « « lo schema dell' idea » » (1), così
eccellente di sè, [...OMISSIS...] abitualmente, e però si  chiama  da Aristotele abito, [...OMISSIS...] (5), e quindi ha
le forme se non in potenza, [...OMISSIS...] , onde la  chiama  il luogo delle forme (1). E prova che questa mente in
(4). Tale in sostanza è la difficoltà che Aristotele  chiama  « « difficilissima di tutte e insieme necessarissima » »
tratta specialmente di Dio e del Bene (7), e perciò si  chiama  teologia. Per trovare dunque il fondo della dottrina
aristotelici. Comincia da quelli che al modo d' Aristotele  chiama  «ta prota». Dice che, secondo la sentenza d' alcuni, i
ai primi , alle quali si riduce quella che Aristotele  chiama  prima filosofia. Ripassiamole brevemente. Comincia da
può esservi sovranità permanente. Quella istituzione che si  chiama  Governo non è se non una Direzione: una missione affidata
aveva. Gli abiti poi del numero sono quelle che Aristotele  chiama  anche ragioni [...OMISSIS...] . Quanto poi alla seconda,
non è intelligibile, se non con quel raziocinio che Platone  chiama  adulterino, e altri chiamano indiretto. Al che mi sembra
lo spazio buio, gli dà le forme e lo determina. Questo ci  chiama  alla mente la specie «eidos, idea» di Platone, il viso di
come le confuse Aristotele stesso, che nelle Categorie, cui  chiama  anche « generi dell' ente », divide l' ente in sostanza e
sono elementi; la triade, cioè il definito, o, come lo  chiama  Platone, «to xymmisgomenon», è l' ente finito; il quarto
e confusa che è nella materia ideale, e che anche si  chiama  « il grande e piccolo », e stringe piuttosto questa parte
e risulta da tutto questo discorso che ciò che Platone  chiama  « essenza », «usia», è quello che noi chiamiamo « essere
in quant' è riflessa e filosofica (la quale propriamente si  chiama  scienza, «episteme») esige le definizioni; e molto meno si
resto. Platone dunque, distinti nel « Sofista » questi che  chiama  cinque generi, prova che non possono unirsi a caso tutti
questo sistema sono manifestamente due: 1 Che quella che si  chiama  la gran mente e si fa causa dell' altre, essendo generica e
potenzialità: e però egli, negandogli tutto, lo  chiama  appunto « la potenza di tutte le cose » [...OMISSIS...] , e
è costituita dalle specie, onde al pari della mente la  chiama  specie (2), quando continuando ad operare ed andando quindi
or sono della stessa, ora di altra natura: i primi nomi li  chiama  univoci ( «synonyma»), i secondi equivoci ( «omonyma»).
quelli che sono tali a consilio . E così anco S. Tommaso  chiama  puramente equivoci quelli che sono tali per caso, e non
a parte dall' altra, in quest' ultimo modo considerate, le  chiama  «kategoriai». 2 Che queste indicano altrettanti modi di
alle cose reali. Pure quest' operazione della mente, che si  chiama  predicazione , non produce punto le specie o le essenze
d' un' altra da ciò che si predica . I modi di predicare li  chiama  predicamenti o categorie , e ciò di cui in ciascun modo si
o categorie , e ciò di cui in ciascun modo si predica, li  chiama  predicabili o categoremi. I predicabili, di cui parla ne'
di Kant. Ora ecco i vizŒ radicali di questo che egli  chiama  « « filo conduttore per iscoprire i concetti puri dell'
ne' giudizŒ affermativi , e così pure i giudizŒ che Kant  chiama  generali, particolari , e singolari non possono essere che
i concetti, è secondo Kant la funzione dell' intelletto , e  chiama  questo risultato la sintesi dell' intuizione. Noi abbiamo
contraddizioni della ragione circa il mondo, che egli  chiama  antinomie, ossia conflitto di tesi apparentemente
o antinomie non della ragione, ma sono di un uomo che si  chiama  Kant, il quale introdusse sulla scena la ragione
sempre aggiungere un' unità: il che è quello che S. Tommaso  chiama  infinito in potenza e non in atto, il quale non è veramente
de' sensi; ma la sola percezione sensibile (ch' egli  chiama  intuizione) dà degli oggetti, e senza questi non ci hanno
« quell' uomo che poi pronuncia Io », nel qual senso si  chiama  un Io l' uomo, non perchè col solo esser l' uomo sia un Io,
e dell' oggetto, perocchè è l' origine di questo, e però lo  chiama  punto d' indifferenza . [...OMISSIS...] Ebbene, se quest'
del suo termine, ma non di tutto quell' ente che si  chiama  Io, e che come ogni altro si compone di principio e di
il mondo è cosa positiva; 5 Il mondo esterno (che il Fichte  chiama  la NATURA) è limitato; ma non viene da questo la
Dio di Fichte? E` l' idea infinita dell' Io; quello che  chiama  Io puro, e che pone l' Io empirico: ponendo questo Dio non
questa ragione sufficiente, immaginò quello che egli  chiama  l' Io puro , il quale nè si conosce per veruna esperienza,
apparenti dell' ente assoluto. III Quando Schelling  chiama  natura il principio di ogni essere, la denominazione non
intende spiegare nell' universo dell' essere, che è ciò che  chiama  « Filosofia della Natura », non solo non agguaglia la
Quindi, secondo lui, la Filosofia della ragione, ch' egli  chiama  negativa, si limita a far conoscere le essenze delle cose,
All' incontro la Filosofia dell' esperienza, ch' ei  chiama  positiva, suppone le cose sussistenti e tratta di esse. La
all' assoluto, si rimane nel relativo: di che Hegel  chiama  la filosofia fichtiana una mera fenomenologia del pensare.
Quest' essenza, in quanto è intuìta dalla mente, si  chiama  idea . L' essenza dell' uomo è l' uomo possibile: ma non si
dell' ente intuìto, è giudicare, è fare quell' atto che si  chiama  verbo della mente. Il verbo della mente è dunque quella
Hegel tutte le scienze filosofiche a tre: Alla prima, che  chiama  Logica , attribuisce per oggetto l' Idea considerata in sè
considerata in sè stessa e per sè stessa; Alla seconda, che  chiama  Filosofia della natura (denominazione tolta da Schelling),
pel quale si trasmuta in altro, nel mondo; Alla terza, che  chiama  Filosofia dello spirito (e risponde all' Idealismo
di Hegel. Ma tosto si corre all' astratto, e lo si  chiama  immediatezza , indeterminazione, anzi indeterminatezza
rapito, dove tutte le infelicità sono per voi e ciò che si  chiama  felicità è per gli uomini dell'altre classi, vi parlo io di
effettuazione esterna di quella parola, di quel consiglio;  chiama  i suoi uditori a conoscere in qualche modo la parola di
Dio, da cui Dio ritrasse tutte le cose create, e che egli  chiama  pure il «logos» «(Phil., De Opif. Mundi - Id., De Allegor.,
si tesse l' evangelica predicazione. Onde, quando S. Paolo  chiama  la parola di Dio « gladium spiritus (1) », intendeva la
Filone, che di conseguente lo fa minore del Padre e lo  chiama  sempre «logos», non mai «uios». Perocchè questi filosofi
si doveva fare pel Verbo e nel Verbo (1). E quindi S. Paolo  chiama  Cristo « Dei virtutem et Dei sapientiam (2) ». Nelle quali
nel Verbo divino. Poichè in quanto egli è sussistenza, lo  chiama  Dei virtutem, in quanto egli è oggetto, lo chiama Dei
lo chiama Dei virtutem, in quanto egli è oggetto, lo  chiama  Dei sapientiam . Dove è da notarsi che la parola sapienza
pel pronunciamento di Dio che in quanto pronuncia si  chiama  Padre. Non è dunque questo un pronunciamento sterile come
non solo pel Verbo ma ben anco nel Verbo. San Paolo lo  chiama  primogenito di ogni creatura, « quoniam in ipso condita
in coelis et in terra, visibilia et invisibilia (1) ». E lo  chiama  primogenito, non perchè le creature sieno anch' esse
il generato riceva la stessa natura del generante, onde si  chiama  Figliuolo, ed è in questo che si distingue il generare, che
». Il che è ripetuto da S. Giovanni nell' Apocalisse dove  chiama  Gesù Cristo: « testis fidelis et verus qui est principium
pure interpreta allo stesso modo la parola del Genesi, e  chiama  il Verbo « artifex (5) ». Medesimamente S. Ambrogio: « In
è appunto il Verbo: di che il detto pronunciamento si  chiama  generazione, perchè fa sussistere una persona che ha la
prodotto, anche l' incessante produzione del sentimento si  chiama  vita, e allora si distingue la vita dal sentimento; ma anco
Giovanni, che « « la vita era la luce degli uomini » ». Si  chiama  ancora da S. Giovanni Gesù Cristo « « il Verbo della vita »
dalla considerazione e dalla cognizione del Verbo, onde si  chiama  continuamente nelle Scritture « « Iddio vivo »(2) », in
e non la materia o la mera sussistenza; perciò S. Paolo  chiama  Cristo figura, ossia, in greco, carattere : « qui cum sit
parola di carattere è propria del Verbo, che S. Paolo  chiama  «karakter tes ypostaseos autu» (1), da cui crediamo esser
in essi e con essi. Onde da S. Giovanni questa unione si  chiama  anche società: [...OMISSIS...] . Da' quali due principii,
con quelle forze morali che lor rimanevano, e perciò gli  chiama  inescusabili. E rispetto a questo gli accusa per due capi.
e perfezionati. Laonde S. Paolo anche nel tempo presente  chiama  i corpi de' Cristiani membra di Cristo [...OMISSIS...] . E
di Dio solo, è il fondamento della seconda; quella che si  chiama  anche la generazione spirituale, la nascita dell' uomo
spiritum Christi non habet, hic non est ejus (4) », e si  chiama  anche « « lo spirito della vita di Cristo ». Lex enim
il peccato formale, cui tende produrre in noi il demonio. E  chiama  i demoni principi e podestà, e rettori del mondo di queste
loro menti e suggerite dall' iniquo, cioè dal demonio. E  chiama  queste saette di fuoco, per la loro sottigliezza e
eterno della malizia onde provengono. 5 La speranza che  chiama  galea di salute, ossia del salutare [...OMISSIS...] che è
santissimo. Quando parla Gesù Cristo del cibo eucaristico  chiama  se stesso « Figliuolo dell' uomo »: [...OMISSIS...] Abbiamo
la vita di Cristo all' uomo che non l' ha ancora, onde si  chiama  generazione o nascita spirituale; egli è proprio effetto
che aveva ricevuto: [...OMISSIS...] Il perchè S. Paolo  chiama  la stessa legge antica, quantunque santa in se stessa: «
anime nostre separate dal corpo. Ed è da osservarsi che si  chiama  libertà, tanto quella che ora godiamo in Cristo:
incarnò per opera di esso Spirito: [...OMISSIS...] E Cristo  chiama  se stesso: « quem Pater sanctificavit et misit in mundum
a sè ipostaticamente unita l' assunse. Onde l' Apostolo  chiama  Cristo, « qui praedestinatus est Filius Dei in virtute
pregò d' essere campato dalla morte: onde l' Eucaristia si  chiama  pane vivo, e non fu giammai pane morto come fu morto il suo
tutta ragione S. Ignazio martire, discepolo degli apostoli,  chiama  l' Eucaristia « pharmacum immortalitatis (3), » e il Santo
riceverlo sacramentalmente: il qual modo di partecipare si  chiama  comunione spirituale. Laonde il Tridentino dice dell' uso
vi mette un elemento d' immortalità. Il perchè l' Apostolo  chiama  non solo i nostri spiriti, ma ben anco i nostri corpi
et portate Deum in corpore vestro (5). » Laonde S. Pietro  chiama  il suo proprio corpo « « un tabernacolo » (6), »
finalmente sul buon terreno (1), giacchè Cristo altrove si  chiama  appunto grano di frumento (2). Tutti adunque i fedeli
e nell' altra vita opera lo Spirito Santo, che perciò si  chiama  « Spiritus vitae (3), » in quanto entrambe sono soggettive,
con queste tre maniere di forme la mente nostra conosce si  chiama  pure l' essenza specifica, l' essenza generica e l' essenza
che un uomo di tali fattezze cui il ritratto dimostra, si  chiama  papà: associando così la parola all' idea. Se poi l' idea è
Questa è quella comunicazione della divina natura che si  chiama  di grazia e di gloria . Abbiamo già veduto, che il termine
sussistenza , una delle tre persone divine, la quale si  chiama  anco Verbo Divino. Perciò l' albero della vita adunque,
effetti dello spirito di Gesù Cristo cui enumera S. Paolo e  chiama  appunto « frutti dello spirito« (4). » Ed è da osservarsi,
Eucarestia, che con tutta proprietà e verità un pio autore  chiama  « legno di vita« (5). » E v' ha di più. Cristo non solo
e ciò principalmente mediante la lingua o il discorso che  chiama  l' attenzione sopra quelle analogie e le fissa in mente e
coltivato da una nazione (4). Il Messia all' incontro si  chiama  Dio di tutta la terra (1). Quel tempo che passò dalla morte
nelle sue relazioni con Dio. E` l' Apostolo S. Paolo che  chiama  Cristo « il ministro della santità e del vero tabernacolo
Iddio per ammaestrare Abramo che qui non istà il vero bene,  chiama  quel Patriarca fuori della Caldea. Vi aveva un istinto alla
per essi acquistava un nome. A ragione di esempio, egli si  chiama  il Dio di Bethel (1) per la visione che ebbe in questo
stesso è preso per segno di qualche altro oggetto, ella si  chiama  simbolica (3). Ma questo oggetto7segno non può essere
Sacramenti; ed è perciò che con questo nome di elementi li  chiama  S. Paolo (1). Per la ragione contraria, come l' ordine
. Ella è questa efficacia operativa della fede che S. Paolo  chiama  ora « giustizia della fede (4) » ora «« obbedienza della
è lo stato degli uomini dell' antico tempo, che S. Pietro  chiama  « luogo caliginoso« » dove non il sole ma solo splendeva la
della futura gloria, come S. Tommaso co' Padri  chiama  la legge nuova (3): conciossiachè quell' effetto degli
al suo culto: il quale cibo è Dio stesso che però si  chiama  porzione de' sacerdoti. Come adunque l' agnello pasquale e
Santo nel Verbo della verità (10). Perciò il carattere si  chiama  dai Padri segnacolo di Cristo (11), e gli si attribuisce
come un vero patto positivo fra l' anima e Dio; e però la  chiama  potenza morale e non fisica. [...OMISSIS...] Noi non
perder più mai il carattere, il quale per questa ragione si  chiama  indelebile. I Teologi della perpetua durata del carattere
ma sì bene alla primissima impressione del Verbo che si  chiama  carattere. Nè noi neghiamo per questo che possa dirsi
suo vero figliuolo. In tal modo il Verbo nelle Scritture si  chiama  anche« SEGNO«. [...OMISSIS...] Nel capo LXVI d' Isaia Iddio
e come effetti di una sola operazione di lui (6). S. Paolo  chiama  altresì lo Spirito Santo che ci ha segnati, secondo la
biancovestito, che si descrive dal Profeta (2) e che si  chiama  espressamente un Angelo nell' Apocalisse « il quale ha il
non resista e ponga ostacolo col vigore suo proprio che si  chiama  libertà. In questo caso, nel quale la volontà ricalcitra
attuale commesso avanti il Battesimo. Questo è ciò che si  chiama  nelle Scritture la morte dell' uomo vecchio (1). 2. La
Santo Spirito, anzichè il Santo Spirito medesimo. S. Paolo  chiama  i confirmati « quelli che hanno gustato il dono celeste, e
dello Spirito Santo« » a differenza de' battezzati che li  chiama  solo « illuminati« (2). » Negli Atti degli Apostoli si
detto che il Santo Spirito da' Padri greci massimamente si  chiama  « virtù o forza perfezionatrice« (1), » appunto perchè a
dice: [...OMISSIS...] . Per questo l' unguento si  chiama  Crisma di Cristo (1). E S. Cirillo d' Alessandria dice:
viene denominato solitamente in quattro maniere, o egli si  chiama  orazione, invocazione, o imposizione delle mani, o
dire l' imposizione delle mani è quel Sacramento che si  chiama  anche orazione che si fa sull' uomo. Sebbene adunque nella
da Aimone ove dice: [...OMISSIS...] . Clemente Alessandrino  chiama  finalmente la Confermazione « il beato segnacolo (3) » o
di conferma a ciò l' osservarsi, che questa cerimonia si  chiama  spessissimo dagli scrittori antichi imposizione della mano
eredità attribuita allo Spirito Santo, che per ciò si  chiama  Spirito di promissione, e l' effetto suo« pegno dell'
proprio del Verbo. [...OMISSIS...] S. Isidoro Pelusiota lo  chiama  pure corpo « PROPRIO del Verbo incarnato« (3). » Nell'
- « La cessazione intera dell' essere reale di una cosa si  chiama  annichilamento«. Osservazioni sull' indicata definizione. -
del pane e del vino. 2. Che quest' unica operazione si  chiama  propriamente e idoneamente transustanziazione (3). Ma io
la distinzione, che fa il Bellarmino fra la conversione che  chiama  adduttiva , e quella che chiama conservativa . Il termine,
fra la conversione che chiama adduttiva , e quella che  chiama  conservativa . Il termine, così spiega la cosa il
cessa ogni essere, non per questo cessa ciò che S. Tommaso  chiama  l' essere comune (che però solo non mai sussiste), e però
verità come in vasi d' oro incorruttibili. Quindi si  chiama  costantemente il corpo di Cristo pane santificato, e si
il Figliuolo nella sua amabilità (2), sicchè esso si  chiama  il Sacramento dell' amore, e Cristo sotto l' eucaristiche
detto, dove viene a parlare della conversione ch' egli  chiama  conservativa . Perocchè egli descrive la conversione
conversione meramente conservativa e l' adduttiva (che così  chiama  il Bellarmino quella che interviene nella consecrazione)
ed è questa: Il Bellarmino descrivendo quella ch' egli  chiama  conversione conservativa recò in mezzo l' esempio di due
adunque vera e propria non è quella che il Bellarmino  chiama  conservativa , nè quella che chiama adduttiva , e nè pure
che il Bellarmino chiama conservativa , nè quella che  chiama  adduttiva , e nè pure quella che si chiama produttiva .
, nè quella che chiama adduttiva , e nè pure quella che si  chiama  produttiva . Perocchè nè conserva semplicemente, nè
e traslato. Così il fomite che rimane ne' battezzati si  chiama  da S. Paolo peccato, perchè viene dal peccato, ed al
di colpa. Pe' quali due aspetti, il peccato originale si  chiama  peccato comune in quanto è un solo nell' origine di cui
è stata corrotta e macchiata, è una sola la colpa; e si  chiama  anche peccato proprio , come lo dichiara il Tridentino, in
che è non è quella di un altro. S. Agostino in fatti  chiama  il peccato originale commune , dove dice: [...OMISSIS...] .
questa appartenendo la libertà, a quella la necessità, egli  chiama  volontarii gli atti che appartengono a questa seconda,
atto distingue la sostanza dell' abito della natura, che  chiama  « quaedam inordinata dispositio ipsius naturae (3), » il
ostacolo alla grazia: onde il peccato nel bambino lo  chiama  contrarium prohibens, dicendo: [...OMISSIS...] . E però
sia peccato in sè, ma che quello che non è in sè peccato si  chiama  o si considera come peccato (così diceva appunto uno degli
al bambino, non è peccato in sè stesso, ma che solo così si  chiama  relativamente a un decreto di Dio che aveva stabilito che
Cattolica col dogma del peccato originale, il quale si  chiama  costantemente e peccatum naturale, e languor naturae . E
idea corrispondono sono senza numero; perciò quell' idea si  chiama  universale: ogni idea è universale . Trovate voi questa
Allorquando un signore per fabbricare un palazzo  chiama  l' architetto che ne formi il disegno, questi concepisce il
cognizione, che è fuori di essa e che perciò appunto si  chiama  reale . - Ma egli non è oggetto della mente, poichè se
possiamo sapere d' aver veduto e parlato con un uomo che si  chiama  Gio. Stefani senza che ricordiamo menomamente nè la sua
noi abbiamo quella cognizione del nostro sentimento che si  chiama  cognizione percettiva . Questa cognizione percettiva ci fa
più nel sistema di Gioberti, che ad imitazione di Hegel,  chiama  e definisce Iddio l' idea); come pure l' identificazione di
la necessità scrivendo: [...OMISSIS...] . E tuttavia  chiama  Iddio « causa caussarum », che è veramente un renderlo
creatore, non erano perciò meno panteisti; se lo Spinosa  chiama  Iddio CAUSA IMMANENTE di tutte cose, che è la frase di cui
l' individuale appartengono all' esistenze reali (così  chiama  le creature) per altro in modo diverso da quello in cui
che « « una rivelazione di cose » » come espressamente la  chiama  il nostro Filosofo (2)? E` forse questo il dogma cattolico
l' ordine contingente, l' ordine delle cose create ch' egli  chiama  effetto libero, quest' ordine non è l' oggetto dell'
non quello della riflessione e dell' astrazione, o, come la  chiama  altrove, della sintesi raziocinativa e dell' analisi.
ci dice, che l' oggetto dell' intuito è quello che egli  chiama  anche la formola ideale, e che [...OMISSIS...] . Ma come da
il Gioberti, facendo che l' intelligibile, cioè Iddio, che  chiama  anche il generale, crei le cose illustrandole, e le
generale nella sua individuazione; onde l' idea generale si  chiama  sostanza prima, e l' idea generale nella sua individuazione
prima, e l' idea generale nella sua individuazione si  chiama  sostanze seconde. La creazione è il passaggio che fa Iddio
cose insieme: e questa congerie, questa sintesi, come la  chiama  il Gioberti, è l' ordine assoluto, cioè Dio stesso.
non è Dio, ma un essere mentale ed universale, che si  chiama  un' appartenenza di Dio, per indicare il fonte onde
o in conseguenza della creazione; come s. Tommaso  chiama  la verità, che risplende nell' intelletto umano, creata
sua coscienza, la voce dell'egoismo, ciò che la scienza  chiama  l'io; ntorno al qual io i avvolge la famiglia; e insieme ad
e contrassegnano, fuor da tutti, un essere che si  chiama  Dio . Questo nome intellettivo di Dio, questo concetto,
Dio in quanto è conosciuto soprannaturalmente, e questa si  chiama  strettamente Teologia. Noi dobbiamo render chiara questa
è privo; ma sono tolte dalla relazione di una cosa che si  chiama  luce colle sue idee generiche e universali: il che è ciò
hanno sana la vista provano quell' altra sensazione che si  chiama  della luce (1). Può sapere che la luce è un corpo leggiero
di enti e i loro effetti, è ciò che forma quello che si  chiama  l' ordine naturale . Se dunque una cosa estranea a quest'
chi non vuole ingannarsi a sapere, non se alcuno si  chiama  cristiano, ma se è veramente, conviene far uso di questa
che abbiamo fin qui descritta è bensì una vera fede come la  chiama  il Concilio di Trento, ma non è necessario che sia sempre
di contemplarle. San Paolo, descrivendo la fede viva, la  chiama  « una fede che opera per la carità (2). » Ed è questa
ma che poniamo il fondamento nell' uomo interiore come lo  chiama  S. Paolo (1). Così Gesù Cristo avvertiva che questa
stabilmente in noi. Iddio, con quell' azione che si  chiama  grazia, si unisce realmente con noi e permane con noi
di volere, sebbene non condotta all' atto; ed è ciò che si  chiama  virtù infusa della fede, fede abituale . Negli adulti, i
aspettazione. Talora questo lume interiore della grazia si  chiama  cognizione , come allorchè Gesù Cristo disse:
del positivo: il che è ciò che nelle divine Scritture si  chiama  intendere col cuore (3). Per questo sentimento l' uomo
reale che opera in noi, e che ci imprime quello che egli  chiama  il carattere divino : ecco il passo. [...OMISSIS...] E
Basilio che usa spesso la medesima similitudine del sigillo  chiama  Dio « imagine effettrice d' imagine (5) »: il che conviene
venirne pienamente in possesso, alla qual solo l' uomo si  chiama  trabocchevolmente felice. Il terzo modo del sentimento del
una persona; il primo è amore, ma il secondo è, come lo  chiama  il Petavio (1), il termine del mutuo amore del Padre e del
procede; perocchè la conoscibilità di una cosa suppone e  chiama  la mente che la conosce. Laonde col solo vedere la
. Ed egli è per questo che il divino Spirito si  chiama  Spirito della verità, che è il medesimo come dire,« Spirito
Scrittura. L' Apostolo Paolo di questa società, che talora  chiama  una Società di spirito (5), dice così: [...OMISSIS...] . E
chiamarsi, zoppica viziato di quel peccato logico che si  chiama  petizione di principio . Ma tant' è, l' umana mente, dice
intelligenza, è un Io animale; fornito d' intelligenza, si  chiama  uomo . Nel concetto dell' uomo adunque precede il concetto
anche tenuissimo, riceve però tal cosa, la quale suppone e  chiama  per necessaria illazione, cioè per intrinseca sua esigenza
Atanasio parimente: [...OMISSIS...] . Indi è che S. Basilio  chiama  il Figliuolo imagine effettrice d' imagine (2), perchè
deiforme ; e qui sta ciò che il medesimo Apostolo  chiama  la gloria della grazia di Cristo. Questa seconda operazione
di obbedienza: [...OMISSIS...] . Nelle quali parole il  chiama  all' obbedienza, la quale perfezionare doveva appunto la
Padri anco naturale . Per questo S. Giovan Grisostomo il  chiama  radicale (2), toccando la radice dell' uomo, cioè il
ha tutta la sua proprietà la espressione del Grisostomo che  chiama  questo peccato radicale : conciossiachè la persona si può
costituisce propriamente alcun peccato, ma solo ciò che si  chiama  la materia del peccato. Ove però questo guasto sia unito
le nature, in quanto sono create, costituiscono ciò che si  chiama  l' ordine della natura. Ma la sostanza del Creatore è
a una volontà personale. [...OMISSIS...] . Questa cecità si  chiama  nelle divine Scritture cecità del cuore, per distinguerla
si devono intendere alcuni passi di S. Agostino, nei quali  chiama  peccato la cecità originale, come pure la concupiscenza;
in forse i più bei genii della Chiesa. S. Agostino, che  chiama  una tale questione caliginosissima , per quanto bilanciasse
Per questa S. Giustino nel dialogo con Trifone  chiama  l' anima « Reginae mentis particula (1) ». Taziano allo
il disordine adamatico per generazione, di che è che si  chiama  originale , egli deve in producendosi nell' infante tenere
della contrarietà che aver posson le cose, la quale si  chiama  semplicemente contrarietà. Finiamola adunque con un verso
. Nelle quali parole è chiaro, che volontario si  chiama  tanto l' atto necessario, quanto l' atto libero della
chiamarlo Agostino, in vece di seguir l' uso comune, che il  chiama  sant' Agostino; il che non meriterebbe di essere osservato,
a quel della Chiesa. Ed è per questo che S. Agostino  chiama  i pelagiani al paragon de' pagani filosofi, che colla sola
nel che consiste la ragione della colpa (1). Ma S. Tommaso  chiama  quel difetto naturale , non lo chiama già peccato .
(1). Ma S. Tommaso chiama quel difetto naturale , non lo  chiama  già peccato . Risposta . Quel difetto è chiamato da S.
», or di « peccatum naturale ». Obbiezione 2 S. Tommaso  chiama  l' accennato difetto naturale [...OMISSIS...] . E` dunque
col quale Iddio avrebbe potuto crear l' uomo, S. Tommaso lo  chiama  peccato originale; onde per esso non intende, come voi
cosa che si lascia. Medesimamente il mal dell' uomo si  chiama  da' Padri un veleno comunicatogli dal serpente, e un veleno
dell' uomo (2). 4 Quindi anche il peccato originale si  chiama  costantemente un morbo , un languore della natura, un
«phronema» e «nun» (2), e il catechismo del sacro Concilio  chiama  la concupiscenza ANIMI APPETITIO, e non appetitio carnis;
è divenuta quella che S. Agostino colla tradizione  chiama  il libero arbitrio liberato (2). Messa adunque nell' uomo
Padri e gl' Interpreti, dicendo che quelli, che l' Apostolo  chiama  peccati, sono peccati senza dannazione e senza imputazione
salutare lavacro appartiene a quel genere, che S. Agostino  chiama  « adjutorium quo »; il qual aiuto è da S. Agostino negato
per udire sempre più chiaramente la voce di quello che  chiama  ora da lontano ed ora da vicino; e finalmente dubitando di
tanto dire, de' pretoriani di Cristo. Tuttavia Iddio me  chiama  ad altro; e sapete quanto si debbano attentamente
ci assista. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.27 Ella  chiama  assai bene correttivo le spine che si trovano nelle cose
Se voi siete chiamato insieme con me, venite. Quegli che  chiama  è quegli che garantisce i passi del chiamato che risponde
spirito di Gesù Cristo diffuso ne' nostri cuori, ne' quali  chiama  con fiducia: Padre nostro. Se lo spirito di Gesù vi
La vera sapienza è in quel piccolo e semplice libro che si  chiama  Vangelo; là c' è tutta: e se non fosse temerità la mia,
del nulla, se vuole, per fare qualche cosa, giacchè egli  chiama  « ea quae non sunt, tamquam ea quae sunt ». Per le viscere
Stato. Stiamo con Gesù Cristo e con la sua Chiesa che si  chiama  cattolica , e non temiamo punto, nè sottoponiamoci alle
è più raccomandato che la dolcezza verso gli altri (si  chiama  della carità) e il rigore per sè. Più frequente deve essere
granai in abbondanza da mantenere gli operai che egli solo  chiama  e conduce nel campo. Bensì infinitamente vi ringrazio del
e vorrei da tutti i nostri praticata quella virtù che si  chiama  della longanimità , tanto nelle divine Scritture lodata.
Allora sentiremo tutta la noia di quello che l' Apostolo  chiama  peregrinare dal Signore , e ci nascerà in cuore quella
E allora sarà tolta via quella scienza di mezzo che ora si  chiama  Introduzione al calcolo, e verrà un corso solo e continuo
Cattolica, a cui fu da Gesù Cristo affidato, e che si  chiama  Chiesa docente . Poichè essendo la prima condizione del
degli altri dotti. Il Governo dunque in questo sistema  chiama  per la necessità della cosa molti, che sono o possono
di tutti », e che ogni altra libertà erroneamente si  chiama  con questo nome, e acciocchè non nascano equivoci, dee
secche radici: vana ed insensata speranza! L' articolista  chiama  il suo sensato lettore a stupirsi insieme con lui del dare
Collegi » con parola insolente e con ispirito protestantico  chiama  « teocrazia gerarchica » (1). Non è un riconoscerlo l'
dice che la cognizione che si ha per via di sensi non si  chiama  cognizione se non per una certa similitudine che ha colla
che nasce, e che si dee levare, si è « se forse ciò che si  chiama  facoltà sia una collezione di principii e non un unico
ci avvisano i Santi di ricercare, e che lo Spirito divino  chiama  « medicina della vita e della immortalità, e tesoro più
del suo fratello, a pigliarci tali cure di carità ci  chiama  in molti luoghi nelle Scritture. Così prima d' impaurirci
che dobbiamo camminare nella nostra vocazione, la quale ci  chiama  ad essere tempio vivo d' Iddio, ce ne viene insegnando il
ne' Proverbi (3): « L' uomo iracondo provoca risse », e  chiama  in suo luogo la mansuetudine mitigatrice delle brighe e
suoi sacerdoti » (3). E quando Paolo scrivendo agli Ebrei,  chiama  Cristo « Apostolo e Pontefice della nostra confessione »
[...OMISSIS...] E per doppia ragione il Sacerdote  chiama  quel Sagrifizio suo, e dei presenti. Prima, perchè tutti l'
« incontro a quei che ci tribolano », tutti ne invita e ne  chiama  l' amorosissimo convitatore. [...OMISSIS...] Gli
offerito il pane ed il vino e' si volge agli astanti, li  chiama  fratelli, li prega di orazioni, perchè il Sacrifizio comune
Corpusdomini danno grandi cose alla mente. Quest' ultimo ci  chiama  ancora a riflettere in sulla dignità sacerdotale, e sulla
il sacerdozio, e unico il regno da lui posseduto, di che ci  chiama  a parte nel possesso. Ciò s' esprime dalla Chiesa con
sa l' esempio del vergine per eccellenza, di Cristo, che  chiama  tutti a sè perchè tutti da sè imparino la Mansuetudine e l'
vive della vita del Padre, che a questo proposito Cristo  chiama  vivente, non solo perchè vive in sè, ma più ancora perchè
Superiori, cioè avete quel desiderio disordinato che si  chiama  ambizione. Non ho dunque bisogno di vedere nel vostro cuore
di se stessi: tale è propriamente quella superbia, che si  chiama  egoismo , alla quale procede direttamente contraria la
tutti gli effetti che riceve nei suoi sensorii, l' uomo lo  chiama  sostanza; e questi effetti glieli attribuisce come suoi
fa nascere una modificazione ingrata nel sentimento, che si  chiama  dolore . II Funzione . - Quella di attivare il sentimento
come le diverse parti del corpo si alimentino, e la  chiama  « «ex arches dynamis», facultas quae ab initio adest (1), »
nella natura della cosa; e però quello che di presente si  chiama  simpatia, cesserebbe di essere tale, tostochè i progressi
quella espirazione violenta, sonora, frequente, che si  chiama  tosse. La sapienza del Creatore ha certo precedentemente
volto a liberarsi dalle feccie irritanti, e a tal uopo  chiama  in aiuto lo stesso diaframma, muscolo grande e forte, i cui
pur sono sempre fedelmente osservate. E questo è ciò che si  chiama  poi errore della natura medica. Che dunque l' intenzione
si è discontinuata e disorganata, si ha quella lotta che si  chiama  dolore (1). Ora, data la sensione piacevole e dato il
sono quelle idee di Van Helmont e di Stahl, che il Pinnel  chiama  sane e feconde (1). Ma non conviene dimenticare l' altro
a lungo con quel corso, che il Tommasini giustamente  chiama  necessario . Può dunque lo stimolo essere eccessivo anche
natura « aberra dalle leggi alla salute prefisse », ovvero  chiama  le produzioni, che ne derivano, « vegetazione d' ignota
egli perda la sua identità; è un terzo fatto che ciò che si  chiama  sensione non è che un modo del sentimento; un quarto fatto
con ciò, se non collocare il dolore in quella parte che si  chiama  piede , rappresentata a noi dalla percezione
due mondi, così ammetteva due soli, l' uno dei quali si  chiama  «archetupon», e anche «pyr on» (1), che è quanto dire
è quanto dire fuoco7ente, fuoco per essenza, e l' altro si  chiama  «phainomenon» (2). Ciò posto, il sole non può essere la
appresso (non curante mai della coerenza del discorso) la  chiama  emanazione dell' eterno, rassomigliante a quello da cui
questo ente così astratto fa un' equazione col nulla, e lo  chiama  ente7nulla. Ma: 1) E` falso che si possa astrarre l' ente
. Ora, in che ripone questa perfezione del corpo, che si  chiama  anima? In una forma o specie. E come definisce la forma o
Aristotele, in cui egli introduce nell' anima un lume, che  chiama  lume dell' intelletto agente, si scorge che egli non osa
ritiene quella parte che esse hanno di comune, il che egli  chiama  memoria ; paragonando più memorie, ritiene di nuovo quella
di nuovo quella parte che hanno di comune, il che egli  chiama  esperienza ; e così per via di astrazione giunge fino agli
corpo idoneo a ciò, che egli dice più divino . Se egli la  chiama  forma , non è che dal corpo realmente la distingua; la
forma , non è che dal corpo realmente la distingua; la  chiama  sostanza , ma per sostanza intende l' ultimo atto
prima gli dirò, che il bell' oggetto che vede si  chiama  Adelaide di Como ; poi gli dirò che è una rosa bengalese,
vede non è un rosaceo, ma che è un giglio, ovvero che si  chiama  un gelsomino. Venuto a questa nuova cognizione egli
generale, colla quale lo spirito attualmente conosce, si  chiama  attenzione . L' istruzione tende a far sì che la gioventù
in movimento quando l' uomo ha bisogno di essa; l' uomo la  chiama  in suo soccorso, come chiama in suo soccorso tutte l' altre
ha bisogno di essa; l' uomo la chiama in suo soccorso, come  chiama  in suo soccorso tutte l' altre potenze, quando tende o a
esercita sul loro spirito, e che lo ammigliora, la quale si  chiama  grazia ; 2 Questa grazia fu annessa a certi riti esteriori,
che il culto della deità non foss' opera da lingua che  chiama  babbo e mamma. Anzi il tenero infante, quasi più vicino
sua percezione, esister ancora qualche cos' altro ch' egli  chiama  due. Ma questo due è più simile alla percezione totale che
motivi secondari sono: 1 La voce della buona natura, che ci  chiama  a seguire la virtù; per esempio, la compassione, l' amor
del suo Creatore, che con tanta generosità d' amore la  chiama  a sè mediante la voce del suo ministro e La ammette al suo
e dolente di aver abbandonata la terra? Anzi ella se ne  chiama  felicissima, benedice quel prezioso momento, nel quale
o più persone, e così si istituisce quella podestà che si  chiama  governo civile. In queste parole abbiamo lo scopo dello
la tirannia eretta in un sistema che da alcuni si  chiama  liberalismo. Che se poi a questa parola tanto di frequente
istituito Gesù Cristo nel mezzo del genere umano e che si  chiama  Chiesa Cattolica. Rispetto dunque a questa dottrina, e
per sua misericordia, quella giustizia che S. Paolo  chiama  anco iustitia fidei , cioè la giustizia che nasce all' uomo
di rimanere nell' ascrizione. Questa seconda sezione che si  chiama  la Società degli Ascritti , serve a propagar il bene anche
che fossero chiamati all' ora undecima. Quando il Signore  chiama  un popolo, suol nascere una specie di giudizio, una
vostra. Iddio ne ha preavvertiti tutti quelli che egli  chiama  al suo più stretto servizio con queste parole: « Fili,
una società fra di loro, ma a non entrare in quella che si  chiama  società civile , e che si propone di fare insieme con tutti
che è possibile: e ciò appunto è quello che propriamente si  chiama  equità, per distinguerla dalla giustizia, colla quale si
, giusto è il mezzo di una giustizia che propriamente si  chiama  equità . Gli uomini sono obbligati da una legge morale di
immensamente senza necessità; perocchè ciascuna legge ne  chiama  delle altre all' infinito, giacchè nel mentre ch' essa vuol
Gran Carta, impose egli stesso dei sussidŒ straordinarŒ,  chiama  questo partito, preso dal re, generoso , e non gli fa altra
una società fra di loro, ma a non entrare in quella che si  chiama  società civile , e che si propone di fare insieme con tutti
che è possibile: e ciò appunto è quello che propriamente si  chiama  equità, per distinguerla dalla giustizia, colla quale si
, giusto è il mezzo di una giustizia che propriamente si  chiama  equità . Gli uomini sono obbligati da una legge morale di
immensamente senza necessità; perocchè ciascuna legge ne  chiama  delle altre all' infinito, giacchè nel mentre ch' essa vuol
Gran Carta, impose egli stesso dei sussidŒ straordinarŒ,  chiama  questo partito, preso dal re, generoso , e non gli fa altra