Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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controversisti d' attenersi alla sicura guida di sant'  Agostino  se non volean traboccare nell' eccesso opposto, così
nel secolo susseguente XVIII, e l' illustre card. Giuseppe  Agostino  Orsi, ne mena alti lamenti nel volume XX della sua «
rivolgere, senza far loro torto, le stesse parole che sant'  Agostino  rivolgea ai Pelagiani dei tempi suoi: [...OMISSIS...]
la sana dottrina; se pure non si dimostra prima, che sant'  Agostino  erri in tali materie. E ciò posto, perchè dunque, noi
alcuna spiegazione, viene ad insinuare, che la dottrina di  Agostino  sia appunto quella di Bajo, con ingiuria gravissima a
egli consenta in quella medesima dottrina che è di sant'  Agostino  e di Bajo! Ecco questo brano singolare (avvertasi che le
che cominciano, « Frustra putas, etc. » sono di sant'  Agostino  (1), e le parole italiane sono del nostro C.):
brano non si contiene altro che la soluzione che dà sant'  Agostino  ad una obbiezione di Giuliano pelagiano. Dunque il C.
Pelagiani la precisa dottrina di Bajo; dando torto a sant'  Agostino  e di conseguenza ragione ai Pelagiani! (2). Di poi nelle
perchè egli fa la stessa distinzione che fece e fa sant'  Agostino  colla Chiesa cattolica contro gli eretici pelagiani, la
o l' insinuare destramente che la dottrina di sant'  Agostino  sia quella di Bajo, è quanto un pretendere che la Chiesa
il professare che fa la Chiesa Romana la dottrina di sant'  Agostino  intorno la grazia e il libero arbitrio che lodando il
antichissima in quella prima cattedra conservata, ad aver  Agostino  a maestro. Ella se ne dichiarò altamente, noi n' abbiamo
verità mescolato: questa si contiene nelle parole di S.  Agostino  quello nell' abuso, che Bajo ne fa. Separiamo dunque la
tali cose, per dannarle entrambi. La cattolica verità da S.  Agostino  annunziata si è, che il male della concupiscenza tiene il
[...OMISSIS...] . La qual dottrina è insegnata da S.  Agostino  e ripetuta le mille volte, [...OMISSIS...] . E la dottrina
quel QUAPROPTER, col quale comincia il brano arrecato. S.  Agostino  dice, il bambino dannato pel suo proprio peccato: questa è
conto di questa distinzione tra la dannazione ammessa da S.  Agostino  e dalla Chiesa, come aderente al peccato del bambino, e l'
col battesimo. Dobbiamo dunque dirgli di nuovo, come S.  Agostino  a' Pelagiani. [...OMISSIS...] (2). Ma se il teologo che
che sia un seguitar Bajo lo spiegare S. Paolo con S.  Agostino  dalla santa sede seguito. E quello che il Rosmini ha
il formale del peccato originale; e qui è dove S.  Agostino  ripone il reato della concupiscenza, la quale avversione da
affine di tirare i testi del Concilio di Trento, e di S.  Agostino  principalmente, ad un senso alienissimo dal vero, dall'
si è il pretendere, che quando il sacro Concilio con S.  Agostino  parla d' un decadimento, e d' un guasto dell' uomo che
del peccato originale » abbiamo recati de' luoghi di S.  Agostino  attissimi a convincere chicchessia, che il Santo dottore
argomenti, atti a finire ogni question sulla mente di S.  Agostino  intorno alla qualità del guasto, che di presente trae seco
di presente trae seco l' umana natura. Il primo si è che S.  Agostino  non crede che si possa rispondere a' Manichei, i quali
mali, ma conseguenze necessarie della natura umana. Ma S.  Agostino  non credeva possibile, che gli eretici del suo tempo
che [...OMISSIS...] ; avendo la stessa gran mente di S.  Agostino  confessato che, [...OMISSIS...] ; deve pur esser falso un
per sè luce bastevole, senza più. [...OMISSIS...] , dice S.  Agostino  (1). In terzo luogo col sostituire ai dogmi da credersi dei
vi senta, e la Chiesa non conosca le vostre faccie; e S.  Agostino  aggiungerebbe qui ancora, acciocchè la plebe cristiana non
d' origine a quel della Chiesa. Ed è per questo che S.  Agostino  chiama i pelagiani al paragon de' pagani filosofi, che
mentre S. Tommaso si limita a dire [...OMISSIS...] , S.  Agostino  assai più francamente dica [...OMISSIS...] . Ma io
il peccato originale. La tradizione tutta risponde con S.  Agostino  (1) e con S. Tommaso (2), che non l' ebbe, perchè non fu
Grisostomo: [...OMISSIS...] ; passo recato anche da S.  Agostino  contro i Pelagiani (6). S. Atanasio: [...OMISSIS...] . Ci
S. Basilio, argomentava così: [...OMISSIS...] . Ora se S.  Agostino  avesse tenuto il sistema de' nostri Anonimi, quanto gli era
favori? Ma non venne e non potea venire nella mente d'  Agostino  una tale risposta, e in quella vece rispose accordando che
che questa è una maniera traslata di favellare, perchè S.  Agostino  risponderebbe loro, ció che rispose a Giuliano, che tentava
questa gratuita elezione egli è uopo aver presente, come S.  Agostino  la discorre a confusione de' Pelagiani, discorso pe' nuovi
dannati della dannazione del peccato d' origine. Onde S.  Agostino  osserva, ch' essi non potrebbero recar per iscusa,
che avea detto prima, quando parlando del passo di S.  Agostino  che S. Tommaso interpreta della necessità in repentinis
il peccato d' origine in essi non ancora rimesso, come S.  Agostino  tante volte ripete, o che sieno altre colpe nelle quali
origine, perchè l' uomo non ne ha immediata coscienza. E S.  Agostino  accordava loro che il reato della concupiscenza si toglie
non fosse altro che il sentimento carnale (2). S.  Agostino  rispondeva, che il sentimento è quello che ci rende
pel quale ella non ha più virtù di viver bene, come dice S.  Agostino  (1), non ha più virtù di muoversi liberamente verso il bene
volontà pel bene è quel languor naturae (3), in cui S.  Agostino  cogli altri Padri ripongono l' originale peccato; perchè in
le azioni peccaminose, quant' a quest' ultimi; benchè S.  Agostino  con tutta la Chiesa chiami il peccato originale,
ed evitare le azioni peccaminose, quello stesso che S.  Agostino  rispondeva a quegli eretici che del pari estollevano il
estollevano il libero arbitrio de' non battezzati (e in ciò  Agostino  era bocca della cattolica Chiesa) [...OMISSIS...] . Laonde
volere e di fare il bene oggettivo è divenuta quella che S.  Agostino  colla tradizione chiama il libero arbitrio liberato (2).
Eclana; ma sì, ne ha due, come colla Chiesa cattolica volle  Agostino  d' Ippona: il quale dopo aver recate le parole del figliuol
si stolga e separi da lui, che per usare le parole di S.  Agostino  consacrate dal sacrosanto Concilio, [...OMISSIS...] . Egli
del salutare lavacro appartiene a quel genere, che S.  Agostino  chiama « adjutorium quo »; il qual aiuto è da S. Agostino
Agostino chiama « adjutorium quo »; il qual aiuto è da S.  Agostino  negato ad Adamo, accordatogli il solo « adjutorium sine quo
mala in buona, onde di questa grazia acconciamente dice S.  Agostino  [...OMISSIS...] . All' incontro la volontà d' Adamo era già
(2). E quantunque all' « auxilium quo » di S.  Agostino  si riferiscano anche le grazie attuali, e sono tali per la
di Dio nelle anime. « Hanc debet Pelagius , » dice S.  Agostino  parlando di questa reale interna azione, « gratiam
che in una divina real virtù ed efficacia consiste, che  Agostino  appella interna, occulta, mirabile ed ineffabile (1), non
nell' uomo, con quell' elemento razionale, del quale S.  Agostino  non trovava nulla di più elevato, fuori che lo stesso Dio,
rendesse attiva e vivace questa cognizione. E veramente S.  Agostino  non negò loro che la grazia si potesse chiamare anche col
di quella terribile sentenza che ha pronunciato S.  Agostino  sulle virtù del gentilesimo, quando ha detto: « che quelle
a parte delle ulteriori sue grazie. Ecco come Sant'  Agostino  ragiona di questa potenza di credere : [...OMISSIS...] .
potenza di credere : [...OMISSIS...] . Ecco come Sant'  Agostino  descrive la formazione in noi dell' atto della fede, parte
nella umana natura: contro il quale errore scrive S.  Agostino  (1). Nella incarnazione però avvenne questo, che il Verbo
luogo della forma. Si oda S. Basilio: [...OMISSIS...] . S.  Agostino  parla dell' intelletto o mente dell' uomo naturale colle
il vestigio della Trinità, del quale è segnato il mondo. S.  Agostino  nel libro VI della Trinità (1) parla dei vestigi di lei
ordine« (5). » Le quali tre condizioni di ogni esistenza S.  Agostino  le nomina altresì con questi tre nomi di modo, specie e
una sconciatura, un disordine. L' ordine adunque di S.  Agostino  completamente si esprime nella nostra formola colla
nostra formola colla espressione di essere morale . S.  Agostino  stesso, in un bel passo del libro che scrisse contro i
questa causa (la possibilità di che viene conceduta da S.  Agostino  e dallo stesso Aquinate); e il poterne dedurre il mistero
i quali furono resi liberi per la grazia, come dice S.  Agostino  (2): grazia che ottennero per aver bene usato del primo
(3). ». Or questo viene a battere con ciò che dice S.  Agostino  là dove mostra che è proprietà dello Spirito l' esser dono
ha Dio a sè stesso, e, come abbiam detto più sopra coi SS.  Agostino  e Fulgenzio, amiamo Dio con Dio, nè con altro si può amare,
vuol dire essere dal Padre, procedere da lui, come dice S.  Agostino  (1); perocchè il sapere del Figlio non è diverso dal suo
Cristo a farsi il giorno della Pentecoste e non prima. S.  Agostino  così parlò in un sermone da lui tenuto al popolo nella
a provare la nostra proposizione. Osserverò bensì come S.  Agostino  nota con grande cura la PERMANENZA dello Spirito Santo, il
divina, sia del Verbo, sia dello Spirito (2). Or qui S.  Agostino  assai acutamente aggiunge l' osservazione, che questa
regola della fede. Questo è ciò che faceva conoscere a S.  Agostino  la necessità di una Chiesa infallibile che conservasse la
quale imagine di Cesare sulla moneta è tratta appunto da S.  Agostino  a significare l' imagine di Dio impressa nelle anime nostre
è solo il Verbo coll' anima dell' uomo congiunto« », con S.  Agostino  al quale non piace udire che l' imagine di Dio si spenga
vestigi della Trinità. Questa è sicuramente la mente di S.  Agostino  e di S. Tommaso, i quali sostengono essere nell' uomo
di Adamo, considerata relativamente alla sua efficacità? S.  Agostino  dice che questa grazia fu un cotal dono, una cotal potenza,
sì dell' uso che il loro libero arbitrio ne fece. Ecco come  Agostino  dichiara la cosa: [...OMISSIS...] . Con quella stessa
angelo e dell' uomo da potersi usare o non usare, che S.  Agostino  dice, che Iddio in quella prima costituzione dell' uomo
del bene, nell' ordine della grazia del Redentore, S.  Agostino  l' attribuisce interamente a Dio sì per riguardo alla
ordine oggettivo del bene: e quindi è che dal Santo Dottore  Agostino  si attribuisce alla grazia non solo la potenza del bene, ma
cognizione di sè stessa. Se non che egregiamente dice S.  Agostino  che « la fede prepara l' uomo alla ragione e la ragione
la radice dell' uomo, cioè il principio soggettivo: e S.  Agostino  dichiara che esso trasfondersi « occulta tabificatione
della specie, ma proprio di ciascuno che nasce (6). E S.  Agostino  nel medesimo senso dice: [...OMISSIS...] . Ed è per questo
non possa punto fare suo oggetto anche Dio medesimo. S.  Agostino  dice che la natura invita ad amare Iddio e invita non solo
sicurezza, se avesse inteso di toccare la questione che S.  Agostino  dichiarava superiore alle forze del suo intendimento. Ecco
le obbiezioni che fa alla sua sentenza dall' autorità di S.  Agostino  e degli altri Padri, quasi avessero lasciata la questione
di dichiarare già eretica quella sentenza che da S.  Agostino  e da' Padri antichi non era stata provata riprensibile:
studioso di conciliare la sua dottrina con quella di S.  Agostino  e dell' antichità cristiana, ne avrebbe fatto
una, in due diverse, basterà recitare qualche passo di S.  Agostino  e mostrare che quando si tratta di dedurre l' anima dall'
santo Dottore scrive a Ottato, il quale aveva proposta a S.  Agostino  la questione dell' origine dell' anima e ricercato il suo
sue parole: [...OMISSIS...] . Or dunque non era dubbioso S.  Agostino  se l' anima nascesse dal seme corporeo, che è la
loro più ovvio e naturale. Tuttavia non essendo paruto a S.  Agostino  di trovare passo nelle Scritture che assolutamente
tutta chiarezza degli uomini grandi dell' antichità: ma S.  Agostino  però diceva, che egli non proferiva giudizio sull' origine
di cui parliamo: [...OMISSIS...] . Si noti in che modo S.  Agostino  dica qui che tutti nella natura di Adamo erano un solo
Paolo, vale essere ancora nel peccato originale (2). E S.  Agostino  secondo lo spirito di esse Scritture dice, che il peccato
contagiosa nelle prime radici della vita. Per ciò S.  Agostino  dice che Adamo peccando viziò in sè come in radice la
qualità propagata nei figliuoli. Questo è ciò che S.  Agostino  dice tanto di frequente: in ragione di esempio, in un luogo
pur bisogno di essere rigenerata. Questa ragione adduce S.  Agostino  contro i Pelagiani che dimandavano perchè se il peccatore
di non poter penetrare la oscurità di questo mistero. S.  Agostino  stesso, la cui mente era considerata da un filosofo dei
di questa, del legno della vita. Per la qual cosa dice S.  Agostino  sapientemente, che Dio non volle che l' uomo vivesse nè
uomo è sempre accompagnato da que' mali gravissimi che S.  Agostino  ridusse all' ignoranza e alla difficoltà di fare il bene, e
nella quale abita lo Spirito Santo (2). Il perchè S.  Agostino  egregiamente disse: « Il regno de' cieli non cerca altro
è manifesto che vi si nasconde un mistero, spiegato da S.  Agostino  e altri Padri, cioè che con quel segno si voleva additare
. Torna a un medesimo lo spiegarla coi santi Basilio e  Agostino  (4) degli operai evangelici, de' quali non si deve
distinguendo gli antichi Sacramenti da quelli del nuovo S.  Agostino  dice: [...OMISSIS...] . A cui consuona quanto il Sommo
chiamano or segno, or sigillo, or signacolo, e che S.  Agostino  chiamò carattere indelebile, e dopo di lui la Chiesa tutta
si fa mai se non per qualche cooperazione di volontà. S.  Agostino  da quelle parole di Gesù Cristo prova assai acconciamente
sia al tutto solida e concludente l' argomentazione di S.  Agostino  da noi recata; la quale all' acutissimo Aquinate par anzi
del Battesimo considerato come segno. Definizione di S.  Agostino  è questa: « Sacramento è segno di cosa sacra« (5). » Ma che
Apostolo dice: [...OMISSIS...] . Consuona all' Apostolo S.  Agostino  che attribuisce propriamente la carità alla Confermazione
compone; e si spiegano l' una coll' altra. Per esempio S.  Agostino  dice: « Che cosa è l' imposizione delle mani se non l'
la transustanziazione si fa per opera del Santo Spirito. S.  Agostino  dice espressamente che la consecrazione è un' opera dello
la disubbidienza del padre suo, disubbidienza da S.  Agostino  detta « ineffabiliter grande peccatum (1), » il Figliuolo
Di che si spiega come il trovato nobilissimo di S.  Agostino  che dimostrò il male essere cosa negativa, benchè recidesse
riducevano però ogni grazia veniente da Dio. Udiamo S.  Agostino  ad esporre quest' eresia che sopravenne al necessitismo de'
peccare: [...OMISSIS...] . Laonde di nuovo espone così S.  Agostino  la pelagiana eresia: [...OMISSIS...] . Laonde se la carità,
e prima, della giustizia perfetta e soprannaturale. Onde S.  Agostino  continua: [...OMISSIS...] . I quali argomenti che S.
continua: [...OMISSIS...] . I quali argomenti che S.  Agostino  arreca contro a' Pelagiani, deducendoli da' testi più ovvii
che è il primo de' tre principali errori notati da S.  Agostino  ne' Pelagiani là dove dice: [...OMISSIS...] . Ora Origene
da prima il ricusarono; ma la logica invitta di S.  Agostino  stringendoli (5), nè trovandone alcuna uscita; in fine
(1). b ) Che qui si trova pure la ragione per la quale S.  Agostino  dica del peccato originale: [...OMISSIS...] . Per colui che
scrivendo: [...OMISSIS...] . E segue anche in ciò S.  Agostino  che contro Giuliano (2) che voleva essere un bene la
a conferma della sua: [...OMISSIS...] . Dichiarando poi S.  Agostino  che sia la legge eterna, la definisce così: [...OMISSIS...]
che n' è il subbietto ; il che negava giustamente S.  Agostino  ai Pelagiani, che così pretendevano, [...OMISSIS...] . b )
peccato, gli altri per il delitto (3). Di che cava anche S.  Agostino  un argomento contro i Pelagiani per dimostrar loro il
restringerò per ragione di brevità a nominare solamente S.  Agostino  e S. Tommaso. I Pelagiani caduti nell' eresia dall' essersi
in propria difesa della definizione del peccato che S.  Agostino  stesso avea dato: « voluntas retinendi vel consequendi quod
libera dalla necessità, unde liberum sit abstinere . 39. S.  Agostino  oltrecciò coll' avere stabilito che il peccato originale ha
è ancora più che morbo, perchè è male dell' anima. 40. S.  Agostino  adunque difende contro i Pelagiani che il peccato originale
distinto l' originale dall' originato. Combatte dunque S.  Agostino  i Pelagiani da una parte e i Manichei dall' altra coi due
corruzione e macchia, che è non è quella di un altro. S.  Agostino  in fatti chiama il peccato originale commune , dove dice:
il solo peccato, separato dalla colpa, quel peccato che S.  Agostino  dichiarava peccato pena di una colpa antecedente; e che la
» è vero tanto se si intende nello stesso senso, in cui S.  Agostino  aveva detto: « nisi voluntas mala, non est cujusquam ulla
Con questa distinzione adunque, comune nella sostanza a S.  Agostino  e a S. Tommaso, rimane da una parte atterrato il sofisma
noi data del peccato sulle vestigia di S. Tommaso e di S.  Agostino  essere cioè« il peccato una deviazione della volontà dal
alla ragione, si possa risparmiar loro quello che S.  Agostino  diceva a Giuliano: « Si potes, intellige; si non potes,
e imputato, il che è antilogico ed assurdo. Laonde se S.  Agostino  rimprovera giustamente a' Pelagiani di fare ingiusto Iddio
se ne vogliono derivare, come diremo in appresso. Laonde S.  Agostino  riunisce l' avversione e la conversione nella stessa
ammettendo una natura malvagia. - Si risponde con S.  Agostino  e gli altri maestri, che la natura umana è stata creata da
, dice egli, [...OMISSIS...] Dopo aver dunque Sant'  Agostino  stabilito in questa maniera, che la parola interiore, il
creazione, dicendo: [...OMISSIS...] . In questo luogo di  Agostino  scorgesi manifestamente una leggiera tinta di platonismo,
primieramente quanto sia giusta l' osservazione di S.  Agostino  e di S. Tommaso, il quale scrive: « Verbum Dei semper est
passa fra il Verbo divino e l' umano, come ha osservato S.  Agostino  (1), si riscontra maggiormente rispetto a quel verbo umano,
grazia che ai suoi fratelli comunica il Verbo incarnato. S.  Agostino  la osservò e la descrisse accuratamente in queste
fa tutte le cose pel suo Verbo, come insegnano i dottori  Agostino  e Tommaso, il quale ultimo dice: « « Ora se si considerano
che faccia qualche cosa eccetto che pel Figlio. Onde S.  Agostino  (1) dice che il Verbo è l' arte piena di tutte le ragioni
la cosa non si fa sussistere. Il che insegna S.  Agostino  con quelle parole: « Proinde, tanquam se ipsum dicens,
egli faccia qualche cosa se non pel Figlio. Il perchè S.  Agostino  (1) dice che il Verbo è l' Arte piena di tutte le ragioni
soggetto Verbo. Dell' eternità dell' atto creativo S.  Agostino  scrive [...OMISSIS...] . E il venerabile Beda, il quale
che è in Cristo e che Cristo comunica a' suoi seguaci. S.  Agostino  dice che la grazia data ad Adamo era un ajuto senza il
di mezzo alla salute (3), v' ebbero alcuni, come S.  Agostino  (4) e Innocenzo I (5), che ritennero non bastare all'
accidentale impedimento che pone l' uomo. Il perchè S.  Agostino  dice che nelle citate parole di Cristo il Signore espone «
difettoso. Io mi ricordo vivamente di quanto dice S.  Agostino  a proposito di un elogio che fa Cicerone di un cotale,
non ebbe mai proferita parola che volesse revocare » ». S.  Agostino  soggiunge: [...OMISSIS...] . Non è dunque probabile che io
illuminato, se udisse recitare dal pergamo un' omelia di  Agostino  o di Cipriano, dimanderebbe: Che argomento tratta o che
Grisostomo: [...OMISSIS...] . Così la sente ancora Sant'  Agostino  nel libro primo della « Dottrina cristiana », dove mostra,
oggidì, che l' offizio di istruire fosse quello, che a S.  Agostino  fece versare lagrime, sommamente scontento di se stesso
altre cose dice così: [...OMISSIS...] E fate ragione, se S.  Agostino  così dicea (1), che dovremo dir noi? Non badate dunque se
a farlo bene; e leggete la lettera novantesimaquinta di S.  Agostino  diretta a Paolino e a Terasia se volete vedere quanto ei
impicciolì tanto con tutti noi »? [...OMISSIS...] E santo  Agostino  nell' aureo libro sovraccennato del « Catechizzare i rozzi
tanto usate dagli antichi solitari d' Egitto, come santo  Agostino  riferisce, sono anche da questo santo Dottore commendate,
sue, non come cose altrui. Del cantare inni e salmi, dice  Agostino  (1), abbiamo del Signore stesso o degli Apostoli i
dare a lui motivo di raccogliersi. Quindi regola di S.  Agostino  è questa, che « « allora è buono l' uso delle cose umane,
promesse in esso per noi si fanno. Queste promesse, da S.  Agostino  chiamate non pure voto ma il « massimo voto nostro » (1),
accompagnatura e corteggio. La verginal purezza, dice s.  Agostino  (2), per questo dalle Scritture è commendata come pregio
opera di ammaestrare gli altri, come temeva e tremava s.  Agostino  e tutti i Santi; e desideriamo piuttosto di prepararci all'
bambino alla madre. Io vi rivolgerò dunque le parole di S.  Agostino  [...OMISSIS...] . Considerate quest' ultime parole:
e le opere di S. Francesco di Sales. Le Confessioni di S.  Agostino  potranno ben eccitarla alla contrizione de' suoi peccati,
come voi vorreste e come egli è? Ne sarebbe quello che S.  Agostino  dice di se stesso, che egli sentiva talora un tale affetto,
si venne rompendo: nel che vede primieramente sant'  Agostino  gli eretici che, rompendo, fuggono dalla rete: e poi veder
in tutti i modi colle cose, collo stile, colle parole. S.  Agostino  accostandosi ad esse, tumido ancora dello spirito del
signori, all' interpretazione che dà il Rosmini di sant'  Agostino  e di s. Bonaventura, la quale nello stesso tempo che li
realizzate le idee di principio, di mezzo e di fine. Sant'  Agostino  acutamente osserva che in ogni ente non manca un cotal
invidia che è dolore del bene altrui. Il fatto che narra S.  Agostino  del bambino suggente il latte e risguardante con biechi