Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abusi

Numero di risultati: 253 in 6 pagine

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Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 - Codice dell'amministrazione digitale.

39854
Stato 1 occorrenze

Il certificatore che rilascia, ai sensi dell'articolo 19, certificati qualificati deve inoltre: a) provvedere con certezza alla identificazione della persona che fa richiesta della certificazione; b) rilasciare e rendere pubblico il certificato elettronico nei modi o nei casi stabiliti dalle regole tecniche di cui all'articolo 71, nel rispetto del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e successive modificazioni; c) specificare, nel certificato qualificato su richiesta dell'istante, e con il consenso del terzo interessato, i poteri di rappresentanza o altri titoli relativi all'attività professionale o a cariche rivestite, previa verifica della documentazione presentata dal richiedente che attesta la sussistenza degli stessi; d) attenersi alle regole tecniche di cui all'articolo 71; e) informare i richiedenti in modo compiuto e chiaro, sulla procedura di certificazione e sui necessari requisiti tecnici per accedervi e sulle caratteristiche e sulle limitazioni d'uso delle firme emesse sulla base del servizio di certificazione; f) non rendersi depositario di dati per la creazione della firma del titolare; g) procedere alla tempestiva pubblicazione della revoca e della sospensione del certificato elettronico in caso di richiesta da parte del titolare o del terzo dal quale derivino i poteri del titolare medesimo, di perdita del possesso o della compromissione del dispositivo di firma, di provvedimento dell'autorità, di acquisizione della conoscenza di cause limitative della capacità del titolare, di sospetti abusi o falsificazioni, secondo quanto previsto dalle regole tecniche di cui all'articolo 71; h) garantire un servizio di revoca e sospensione dei certificati elettronici sicuro e tempestivo nonché garantire il funzionamento efficiente, puntuale e sicuro degli elenchi dei certificati di firma emessi, sospesi e revocati; i) assicurare la precisa determinazione della data e dell'ora di rilascio, di revoca e di sospensione dei certificati elettronici; j) tenere registrazione, anche elettronica, di tutte le informazioni relative al certificato qualificato dal momento della sua emissione almeno per dieci anni anche al fine di fornire prova della certificazione in eventuali procedimenti giudiziari; k) non copiare, nè conservare, le chiavi private di firma del soggetto cui il certificatore ha fornito il servizio di certificazione; l) predisporre su mezzi di comunicazione durevoli tutte le informazioni utili ai soggetti che richiedono il servizio di certificazione, tra cui in particolare gli esatti termini e condizioni relative all'uso del certificato, compresa ogni limitazione dell'uso, l'esistenza di un sistema di accreditamento facoltativo e le procedure di reclamo e di risoluzione delle controversie; dette informazioni, che possono essere trasmesse elettronicamente, devono essere scritte in linguaggio chiaro ed essere fornite prima dell'accordo tra il richiedente il servizio ed il certificatore; m) utilizzare sistemi affidabili per la gestione del registro dei certificati con modalità tali da garantire che soltanto le persone autorizzate possano effettuare inserimenti e modifiche, che l'autenticità delle informazioni sia verificabile, che i certificati siano accessibili alla consultazione del pubblico soltanto nei casi consentiti dal titolare del certificato e che l'operatore possa rendersi conto di qualsiasi evento che comprometta i requisiti di sicurezza. Su richiesta, elementi pertinenti delle informazioni possono essere resi accessibili a terzi che facciano affidamento sul certificato.

Poteri pubblici e autonomie private nel diritto dei mercati - abstract in versione elettronica

82263
D'Alberti, Marco 1 occorrenze
  • 2000
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L'ultimo quarto del Novecento è segnato da un'inversione di rotta che si concreta nella contrazione quantitativa di alcuni interventi pubblici: le liberalizzazioni di settori caratterizzati dalla presenza rilevante di imprese pubbliche, le privatizzazioni, le forme di deregolazione e di semplificazione normativa, la riduzione delle discipline speciali e pubblicistiche a favore del diritto comune, ne sono esempi significativi. Alla contrazione quantitativa degli interventi dei pubblici poteri si affianca un nuovo ruolo qualitativo della disciplina pubblica dell'economia. Tale disciplina fornisce all'autoregolazione dei mercati e al diritto comune, che si espandono, un sostegno essenziale per offrire garanzie all'apertura dei mercati più che ai privilegi dei mercanti e per tenere in equilibrio interessi economici e valori sociali: è quel che avviene, ad esempio, con le regole pubblicistiche sui "servizi universali" e con l'attività delle autorità di regolazione e di garanzia dei mercati. Le autonomie private continuano ad essere espressione di libertà e di diritti economici e sociali; ma possono divenire poteri privati idonei ad insidiare altre libertà economiche, altri diritti sociali e interessi pubblici: gli ordinamenti giuridici hanno introdotto, e stanno consolidando, misure necessarie ad evitare abusi e iniquità.

I prelievi abusivi di compensi da parte degli amministratori - abstract in versione elettronica

83073
Ghini, Alfonso 1 occorrenze
  • 2001
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L'articolo si occupa non tanto delle sottrazioni eclatanti quanto degli abusi "alla chetichella" che vengono compiuti addossando alla propria società oneri che, a rigore, non sono attribuibili al suo conto economico e che, pertanto, alterano per talune voci - talvolta in modo significativo - le risultanze esposte nel bilancio di esercizio. Nella maggior parte dei casi, secondo le osservazioni effettuate al riguardo, si è in presenza di compensi in natura, notoriamente parificati a quelli in denaro ai fini degli adempimenti deliberativi e con ricaduta, in particolare, sul piano dell'imposizione diretta. I compensi in natura assumono le vesti più diverse, andando dalle telefonate personali all'uso privato dell'autovettura aziendale. Il punto centrale della trattazione contenuta nell'articolo è costituita dalle indicazioni meditate sul trattamento che le disposizioni di carattere penale racchiuse nel codice civile riservano agli amministratori muniti di delega consiliare, non anche agli amministratori titolari di gestione societaria unipersonale. Il testo di dette disposizioni, per la terminologia adoperata, offre altri spunti per le riflessioni da parte degli interpreti che si pongono a contatto con le realtà societarie nell'esercizio di un'attività professionale. L'articolo, comunque, non si limita a rilevare le curiosità e le incongruenze legislative, ma si sposta verso l'individuazione delle conseguenze, non soltanto sotto il profilo fiscale, derivanti dai comportamenti irregolari in materia di compensi, conseguenze che si manifestano anche quando gli sconfinamenti rispetto alle misure stabilite dipendono da atteggiamenti involontari o da decisioni troppo rapide.

Etica della pace e bioetica - abstract in versione elettronica

84363
Furiosi, Maria Loredana 1 occorrenze
  • 2002
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Infine si è evidenziato come la medicina possa contribuire non soltanto alla costruzione della pace, soprattutto sul piano della prevenzione, ad esempio riguardo alle situazioni di guerra e di soccorso in caso di catastrofe e nel negare l'uso della stessa scienza medica per scopi sbagliati e abusi delle conoscenze, ma anche nell'ottica di un nuovo "giuramento" che vada oltre quello ippocratico, che tuteli tanto l'uomo sano quanto quello malato, nella più ampia prospettiva non soltanto di riumanizzare tutto il sistema sanitario, ma di garantire una reale giustizia sanitaria: entrambi punti nodali per la costruzione di una trama sociale egalitaria e pacifica.

I contratti di informatizzazione d'azienda - abstract in versione elettronica

91005
Valentino, Daniela 1 occorrenze
  • 2005
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Conseguenza inevitabile è l'instaurazione di una dipendenza tecnologica tra impresa fornitrice e quella destinataria dei beni e dei servizi, con abusi non sempre facilmente sanzionabili stante l'attuale carenza di appropriati strumenti di tutela rispetto al contraente debole che sia un'impresa.

Il disegno di legge n. 1777 sulle sette e la manipolazione mentale - abstract in versione elettronica

95283
Cerrelli, Giancarlo 1 occorrenze
  • 2006
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Gli abusi potrebbero, invece, essere colpiti in modo molto più efficace attraverso la puntuale applicazione delle leggi ordinarie che puniscono i reati comuni.

Recentissime dalla Corte costituzionale - abstract in versione elettronica

95647
Ruotolo, Marco (a cura di) 1 occorrenze
  • 2006
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Cost. 10 febbraio 2006, n. 49 in tema di limiti di sanabilità degli abusi edilizi contenuti in diverse norme regionali; C. Cost. 8 febbraio 2006, n. 41 in tema di litisconsorzio passivo necessario ed eccezione di incompetenza per territorio proposta da uno solo dei convenuti; C. Cost. 8 febbraio 2006, n. 40 in tema di regolamentazione delle discipline bio-naturali previste da una legge della Regione Liguria; C. Cost. 8 febbraio 2006, n. 39 in tema di norme di interpretazione autentica; C. Cost. 1 febbraio 2006, n. 30 in tema di istituzione della consulta regionale dell'immigrazione; C. Cost. 1 febbraio 2006, n. 29 in tema di servizi pubblici locali a rilevanza economica; C. Cost. 20 gennaio 2006, n. 12 in tema di statuto della Regione Abruzzo.

Simulazione, matrimonio di comodo e cittadinanza - abstract in versione elettronica

99829
Morozzo Della Rocca, Paolo 1 occorrenze
  • 2007
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Al fine di contrastare eventuali abusi dell'atto di matrimonio o frodi di stato civile, parrebbe dunque più ragionevole intervenire sulle discipline attinenti agli effetti indiretti del matrimonio - come nel caso della naturalizzazione per matrimonio del coniuge straniero - tutelando per questa via la dignità dell'istituto matrimoniale e la sua stabilità. A questi stessi fini, tuttavia, il disegno riformatore della legge sulla cittadinanza pare per altri versi lacunoso perché non attribuisce adeguato rilievo al rapporto di filiazione. Esso, inoltre, contiene una inammissibile deroga al principio secondo il quale, maturati tutti i presupposti sostanziali per il riconoscimento di una posizione di diritto soggettivo, questa è fatta salva a prescindere dai tempi di emanazione del provvedimento amministrativo che ne prenda atto (anche ad evitare che l'ottenimento del beneficio di legge venga condizionato o limitato dall'operare diligente o meno dell'amministrazione competente).

Riflessioni per una tutela giuridica dell'ambiente - abstract in versione elettronica

104281
Maddalena, Paolo 1 occorrenze
  • 2008
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La dottrina sul diritto ambientale soffre, fin dalle sue origini, di un doppio ordine di limitazioni: per un verso, essa si dilunga in analisi puntuali delle leggi che riguardano l'ambiente (si tratta, in sostanza, di commenti alla legislazione), e per altro verso, si avventura in ricostruzioni teoriche che non tengono conto della assoluta peculiarità dell'ambiente, utilizzando istituti giuridici spesso inidonei ad esprimere la disciplina propria di questa materia. L'A., che ha già tentato una ricostruzione sistematica dell'ambiente in un volume dal titolo "Danno pubblico ambientale", Rimini 1990, pone in evidenza, in questo scritto, quali sono i presupposti logici dai quali occorre partire ed a quali istituti giuridici (spesso ai margini della speculazione giuridica attuale) occorre far riferimento, ai fini di una sistemazione logico-giuridica della materia e del significato da dare all'espressione "diritto all'ambiente". Domina l'idea che l'ambiente è un bene comune di tutti e che la sua appartenenza può essere espressa facendo ricorso all'antico istituto della proprietà comune, nota in tutto il mondo sotto vari nomi e, da noi, prevalentemente qualificata come "usi civici". I quali, come diceva Carlo Cattaneo, "non sono abusi, non sono privilegi, non sono usurpazioni: è un altro modo di possedere, un'altra legislazione, un altro ordine sociale, che, inosservato, discese da remotissimi secoli fino a noi".

Contrattazione collettiva e lavoro a termine in Italia e Spagna - abstract in versione elettronica

104499
Galizia, Carmen 1 occorrenze
  • 2008
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In Spagna le più recenti innovazioni legislative non ne intaccano le funzioni e gli spazi di intervento: il favor nei confronti della sede negoziale non soltanto resta saldo, ma da ultimo si traduce nell'attribuzione di un importante mandato al fine di prevenire gli abusi derivanti da una sequenza di contratti stipulati con distinti lavoratori per occupare uno stesso posto di lavoro. Alla diversità dei modelli regolativi adottati si accompagna, sul versante applicativo, quella concernente le scelte di fondo cui è orientato il panorama contrattuale. Malgrado la comune, asserita propensione per le assunzioni senza limiti di durata, che non pare concretizzarsi in pregnanti percorsi di stabilizzazione, i soggetti sociali d'oltralpe rivelano una chiara tendenza a dilatare le possibilità di accesso ai rapporti di lavoro a termine, là dove le parti collettive italiane sembrano muoversi lungo una direttrice di segno opposto.

La nuova regolamentazione del lavoro a termine in Svezia: una ipotesi di liberalizzazione? - abstract in versione elettronica

104501
Engblom, Samuel 1 occorrenze
  • 2008
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Nonostante le possibilità di combinare il contratto a termine volontario con le altre tipologie contrattuali come lavoro in sostituzione e lavoro stagionale, la Svezia non avrà una protezione eteronoma contro gli abusi della successione dei contratti. Alla luce della sentenza Adeneler della Corte di Giustizia Europea, ci si pone il problema della conformità della regolamentazione svedese con la direttiva europea n. 1999/70/CE.

La tutela comunitaria e internazionale salverà il processo del lavoro italiano? - abstract in versione elettronica

112903
De Michele, Vincenzo 1 occorrenze
  • 2009
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In realtà, il problema appare strutturale, i parametri diretti di valutazione della legittimità costituzionale delle norme vengono elusi dalla Consulta nei giudizi in cui è parte lo Stato e ciò provoca il collasso del sistema, rimanendo gli abusi della pubblica amministrazione sulle regole e sul processo privi di controlli e di sanzioni effettivi. L'unica soluzione possibile appare il rispetto di patti e regole che sono su un livello sovraordinato rispetto a quello dell'ordinamento nazionale e rafforzare attraverso la tutela comunitaria e internazionale il potere del giudice interno, organo dello Stato che abusa, di risolvere le controversie dando immediata protezione alle istanze di giustizia, senza inutili verifiche della legittimità costituzionale di norme palesemente illegittime.

Prova e valutazione del danno antitrust. Una prospettiva economica - abstract in versione elettronica

112923
Prosperetti, Luigi 1 occorrenze
  • 2009
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Infatti, la sanzione di una intesa avente oggetto distorsivo non può certamente fornire prova dell'esistenza di un effetto, e dunque di un danno privato; negli abusi escludenti, un danno alla concorrenza può non implicare un danno risarcibile ad un concorrente, in quanto non tutti i comportamenti escludenti dell'impresa dominante hanno necessariamente carattere abusivo, o non hanno un effetto escludente su tutti i suoi concorrenti. Pertanto, anche nelle azioni follow-on, è quasi indispensabile che l'Attore provi adeguatamente il nesso causale e quantifichi il danno. A questo fine, la metodologia più ragionevole è quella, frequentemente applicata dalle corti civili nelle liti commerciali, di costruire uno scenario ipotetico, che differisce da quello effettivo soltanto per il mancato verificarsi del comportamento dannoso. Tale scenario può essere creato in vari modi, che vengono discussi nell'articolo, tra i quali quello in generale preferibile, se le informazioni disponibili lo consentono, è la ricostruzione analitica, in base ad informazioni dettagliate sull'impresa, sui suoi piani, e sulla sua effettiva capacità di realizzarli in assenza dei comportamenti dannosi. Quando non si disponga di dati adeguati per questa ricostruzione, è possibile basarsi sull'andamento economico del mercato dell'impresa in un periodo precedente o successivo al verificarsi del comportamento dannoso (metodo before and after), oppure infine confrontare l'impresa danneggiata con un'altra impresa - fortemente simile ad essa - che però non abbia subito il comportamento dannoso (metodo yardstick,o benchmark). In tutti questi casi, la corte deve avere modo di convincersi che la differenza tra le due situazioni confrontate risulti, almeno in via preponderante, dal comportamento dannoso.

Diritto di sciopero e assetto costituzionale - abstract in versione elettronica

113171
Rusciano, Mario 1 occorrenze
  • 2009
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Più che soffermarsi sull'annosa questione della natura del diritto di sciopero, il saggio riposiziona il diritto medesimo nel sistema giuridico, partendo dalla elasticità degli stessi diritti costituzionali del lavoro, in rapporto alle trasformazioni storiche della realtà economico-sociale, non prive di taluni paradossi. Più in particolare l'A. ricorda che, nel disegno pensato dai Costituenti nel 1947, il diritto al conflitto si pone come strumento di garanzia dei diritti costituzionali dei lavoratori.. E', dunque, la legge 146 del 1990 a completare quel disegno legittimando lo sciopero se ed in quanto istituzionalizzato, dunque con limiti necessari: sulla scia, peraltro, della giurisprudenza (costituzionale ed ordinaria) e della stessa autoregolamentazione sindacale. Logicamente, al centro della disciplina sta il contemperamento degli intessi in gioco, sul quale è chiamata a vigilare la Commissione di garanzia ex l. 146 del 1990. Lungi dal caricare la disciplina in materia di tratti autoritari, a tali poteri andrebbero, in prospettiva, affiancati piuttosto poteri più incisivi, ma non repressivi: quello di accertamento e di trasparenza delle cause di insorgenza del conflitto e quello di denuncia degli abusi e delle violazioni della legge. Mediante l'informazione ad opera della Commissione, i lavoratori che scioperano trasgredendo le regole verrebbero isolati dalla perdita del sostegno dell'opinione pubblica, indispensabile per la riuscita di qualsiasi legittima protesta.

Violenza di genere e stalking: nuove forme di abusi sulle donne - abstract in versione elettronica

115441
Riggio, Roberta 1 occorrenze
  • 2010
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Tale problematica deve, necessariamente, essere collocata all’interno di una categoria di reati che rientrano nell’ambito della violenza di genere, violenza, cioè, di un genere (maschile) contro un altro genere(femminile) in modo da non confondere questo tipo di abusi con altre fattispecie di reati cosiddettiminori21. Lo stalking, o la sindrome del molestatore assillante, per renderlo in italiano, è forse il primo gradino di una rapida escalation di violenza che scaturisce, nei casi più drammatici, nella morte della donna molestata. Fortunatamente, negli ultimi tempi la violenza contro le donne ha cominciato ad ottenere l’attenzione che merita, (anche se ancora non la si può considerare proporzionata al bisogno) e alcuni paesi europei, più di altri, hanno fatto notevoli passi avanti nella regolamentazione legislativa ditale fenomeno, primo tra tutti la Spagna. Anche la Francia con la legge 399 del 2006 ha apportato un notevole contributo in questa direzione,dimostrando che il legislatore non può non regolamentare questi gravi casi di violenza. L’Europa intera e il mondo intero non possono più sottovalutare il problema della violenza sulle donne perché,come ha avuto modo di affermare Koffi Annan, "la violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa2 e "fintanto che continuerà non potremmo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace".

Obbligazioni e luogo di consegna ai sensi dell'art. 5 n. 1, lett. b), del regolamento n. 44/2001. Il nuovo corso della giurisprudenza della Cassazione - abstract in versione elettronica

115557
Falaschi, Milena 1 occorrenze
  • 2010
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La soluzione adottata coniuga gli obiettivi perseguiti dallo stesso Regolamento, ottenendo la finalità di garantire la certezza del diritto, anche attraverso l'unicità della giurisdizione per tutte le prestazioni del contratto e di prevenire gli abusi del diritto, esigenze che assumono una particolare caratterizzazione con la recente entrata in vigore del Trattato di Lisbona.

La Direttiva Bolkestein. Principi generali e campo di applicazione - abstract in versione elettronica

118467
Paradisi, Daniela 1 occorrenze
  • 2010
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Le direttrici indicate sono: la razionalizzazione normativa e amministrativa della regolamentazione e, in particolare, delle procedure e delle formalità relative all'avvio e allo svolgimento dell' attività; la creazione di una rete di assistenza reciproca tra i Paesi per monitorare ed eliminare eventuali abusi compiuti dai prestatori di servizi e l'istituzione di un sistema elettronico per lo scambio di informazioni tra gli Stati finalizzato alla trasparenza dei requisiti dichiarati dai prestatori di servizi. Nel corpo normativo particolare rilievo assumono le disposizioni finalizzate a semplificare le pratiche amministrative mediante la limitazione dell' obbligo di autorizzazione preliminare alle attività di servizio e l'introduzione della dichiarazione di inizio di attività alle autorità competenti, nonché la previsione di requisiti per l'accesso all'attività solo se giustificata da motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza, sanità pubblica o tutela dell'ambiente, sempre a condizione che ciò sia conforme ai principi di non discriminazione, necessità e proporzionalità.

Minori vittime di abuso. Utilità e limiti del Disegno della Figura Umana in ambito medico legale - abstract in versione elettronica

123385
Lisi, Andrea; Stallone, Valentina; Zelano, Carmen; Tomasino, Maria Giovanna; Affatati, Valeria; Grattagliano, Ignazio 1 occorrenze
  • 2011
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Il presente lavoro cerca di mettere in evidenza il valore espressivo e comunicativo che il disegno può talvolta assumere nei bambini vittime di abusi come quello sessuale, fisico, psicologico e neglect. E' bene ricordare come, in particolar modo in ambito forense e medico-legale, occorre tenere sempre presente che non esiste alcun automatismo di abbinamento fra la singola risposta al test e il suo significato psicologico. Le risposte al test non costituiscono in nessun modo una "prova" avente significato giuridicamente utilizzabile ed inoltre le diverse ipotesi formulate in sede psicodiagnostica e psicometrica assumono una loro attendibile collocazione dinamico-strutturale e clinico - nosografico solo se opportunamente integrate da un contesto clinico individuale: un test può fornire solo ipotesi e non certezze né diagnosi articolate, maggiormente in relazione ad eventi complessi e multisfaccettati come gli episodi di presunto abuso.

Tirocini e apprendistato: impianto e ragioni della riforma - abstract in versione elettronica

129341
Tiraboschi, Michele 1 occorrenze
  • 2012
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In merito alle nuove regole in materia di tirocini formativi e di orientamento introdotte ad opera dell'art. 11 d.l. 138/2011, invece, una volta precisata la distinzione tra le diverse tipologie di tirocini previste dall'ordinamento italiano, l'A. chiarisce che tale norma è finalizzata a definire in termini uniformi sull'intero territorio nazionale alcuni livelli essenziali di tutela nella transizione dai percorsi dal sistema educativo al mercato del lavoro in modo da prevenire abusi in passato riscontrati nella prassi. Tratteggiato il quadro regolatorio l'A., conclude precisando che un ruolo decisivo dovrà ora essere giocato da tutti gli attori del sistema di relazioni industriali.

Sulla competenza territoriale per le domande ex art. 709 ter c.p.c. proposte in via autonoma - abstract in versione elettronica

129561
Pernigotto, Alessandro 1 occorrenze
  • 2012
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La regola di competenza territoriale - facente riferimento al luogo di residenza del minore - dettata dal legislatore per il caso in cui le domande di risoluzione delle controversie insorte tra i genitori in ordine all'esercizio della potestà genitoriale o alle modalità dell'affidamento, ovvero di applicazione dei pertinenti provvedimenti sanzionatori, siano proposte in via autonoma si presterebbe a facili abusi, specialmente da parte del genitore collocatario del figlio minore, se il semplice trasferimento del luogo di residenza del minore comportasse senz'altro lo spostamento della competenza territoriale fra i diversi uffici giurisdizionali nazionali. Il tribunale di Barcellona P.G. ritiene - con l'annotata ordinanza - di poter individuare un criterio correttivo e preventivo di applicazioni potenzialmente strumentali dell'art. 709 ter c.p.c. nella valutazione del complessivo contegno del genitore non collocatario, ed in particolare rispetto l'eventuale sussistenza del suo consenso, comunque manifestato, al trasferimento della residenza del figlio minore. Tale proposta interpretativa appare invero condivisibile, anche alla luce delle disposizioni di cui agli artt. 8, 9 e 10del Reg. CE 2201/2003 espressamente richiamati, in via orientativa, dal collegio siciliano,al chiaro fine di garantire la più piena ed esaustiva tutela dell'interesse del minore.

Trasformazioni delle imprese: reti di imprese e regolazione del lavoro - abstract in versione elettronica

129929
Treu, Tiziano 1 occorrenze
  • 2012
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Oltre a controllare gli abusi e le frodi i giudici ricercano criteri nuovi per individuare la figura del datore di lavoro, valorizzando non solo la titolarità formale del rapporto ma l'effettivo utilizzo del lavoro, talora ammettendo forme di contitolarità dei rapporti (specie se concordate). Non arrivano peraltro a rompere "il velo" della persona giuridica. Le forme di aggregazione delle imprese, gruppi, "cluster" di distretto, imprese a rete, spesso organizzate, su base contrattuale paritaria, pongono problemi nuovi. Possono fornire opportunità di gestione flessibile dei rapporti di lavoro nel (quasi) mercato di rete, con "trade off" fra flessibilità interna e sicurezza occupazionale, e con la promozione di competenze trasversali e relazionali dei lavoratori. Il saggio analizza infine gli spazi per una contrattazione collettiva di gruppo e di rete e per nuove prassi di informazione e consultazione.

Sentenza dichiarativa degli effetti del preliminare di vendita. Non è inficiata dalla "nullità formale" di esso, né tiene conto della rivalutazione del prezzo - abstract in versione elettronica

130705
Santarsiere, Vittorio 1 occorrenze
  • 2012
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La norma circa le dichiarazioni urbanistico edilizie della l. n. 47 del 1985 non afferisce al contratto preliminare, in quanto, se l'immobile mancasse di concessione, potrebbe sopravvenire prima del definitivo la sanatoria degli abusi commessi e verrebbe preclusa la sanzione di nullità del contratto di vendita, con possibilità di emanare anche la sentenza ex art. 2932 c.c. Una scelta legislativa comprendente tutte le opere non conformi ad autorizzazione avrebbe sanzionato spropositatamente anche infrazioni lievi. Il trasferimento dei fabbricati o loro parti è impedito se mancasse del tutto la concessione/licenza o l'opera edificata non annoveri alcunché in comune con le stesse, sicché l'edificio sarebbe totalmente abusivo. È possibile che in corso di giudizio, prolungatosi nei gradi del merito, ricorso per cassazione e rinvio, l'immobile oggetto del contratto di vendita consegua la rivalutazione rispetto al prezzo convenuto alla redazione del preliminare. Ma, i promittenti venditori non possono invocare nel procedimento di esecuzione specifica l'adeguamento dell'ammontare del corrispettivo. La sentenza da emanare volge ad attuare gli impegni assunti dalle parti e resta esclusa la rivalutazione del prezzo dell'immobile in conseguenza del mutamento dei valori di mercato intervenuti. Per di più il contratto preliminare svolge funzione vincolativa sulla formazione del definitivo in quanto esiste tra loro un collegamento genetico.

I prezzi di trasferimento internazionali: un'indagine empirica sulle imprese operanti in Italia - abstract in versione elettronica

131271
Mura, Alessandro; Vallascas, Francesco; Emmanuel, Clive 1 occorrenze
  • 2012
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Nel complesso, l'evidenza empirica riportata in questo lavoro è in contrasto con i risultati di precedenti studi sugli abusi nelle politiche dei prezzi di trasferimento. Ciò suggerisce ulteriori indagini sul piano tributario per verificare se la ricerca di imprese comparabili, come prevista dalle norme fiscali per l'applicazione dei metodi di comparazione dei redditi, sia realmente in grado di garantire equità per i contribuenti o presenti piuttosto dei vizi di validità congeniti.

Pretermissione del legittimario e accettazione dell'eredità con beneficio di inventario - abstract in versione elettronica

134181
Tinti, Federica 1 occorrenze
  • 2012
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., nell'esigenza di tutela dei donatarii e legatarii, contro possibili abusi del legittimario che agisca in riduzione. Tema che non si pone, evidentemente, in assenza di beni relitti. L'esclusione dell'onere della accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, quale condizione per l'esercizio dell'azione di riduzione da parte del legittimario pretermesso, diviene pertanto, in ipotesi di successione legittima, il risultato di un'operazione ermeneutica di riduzione teleologica dell'art. 564 cc., giustificata dalla ratio legis: l'esigenza di tutelare i legatarii e i donatarii mediante un preventivo accertamento della consistenza delle sostanze ereditarie nelle forme pubbliche dell'inventario perde evidentemente consistenza, quando il de cuius si sia spogliato in vita dell'intero patrimonio.

La nuova definizione di abitazione principale nell'ambito dell'Imposta municipale propria - abstract in versione elettronica

134569
Fogagnolo, Maurizio 1 occorrenze
  • 2012
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Al ripristino dell'applicazione dell'imposta su tali immobili - che ha corretto una stortura esclusivamente italiana, che risultava l'unico tra i principali Paesi europei a non avere più previsto una imposizione immobiliare sull'abitazione principale -, si è accompagnata una ridefinizione dello stesso concetto di abitazione principale, con l'intento di rendere molto più stringenti i requisiti per il riconoscimento della relativa agevolazione fiscale, al fine di porre rimedio agli abusi che si erano realizzati negli ultimi anni, anche a fronte di interpretazioni giurisprudenziali esageratamente generose nella definizione di tale tipologia di immobili. L'intervento normativo attuato dal Decreto Monti non ha però permesso di superare tutte le difficoltà legate alla corretta individuazione della definizione di abitazione principale, che appare quindi destinata a tornare a costituire uno dei principali problemi legati all'applicazione dell'Imposta municipale propria, come lo era stato fino al 2008 nell'Ici.

La decisione con impegni nel diritto antitrust italiano - abstract in versione elettronica

134591
Giurato, Domenico 1 occorrenze
  • 2012
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L'art. 14 ter si applica soltanto alle intese restrittive della concorrenza e agli abusi di posizione dominante che non presentino il carattere della "gravità". L'Autorità può rendere obbligatori gli impegni proposti dalle imprese solo quando li valuta "idonei" a eliminare i profili anticoncorrenziali oggetto dell'istruttoria. All'uopo, gli impegni devono essere efficaci, pertinenti, proporzionati, necessari, possibili, leciti, determinati o determinabili. Nel compiere tale valutazione, l'Autorità esercita un potere di natura discrezionale. c) Decisione con impegni tra pubblic e private enforcement del diritto antitrust italiano. L'introduzione dell'art. 14 ter, l. n. 287/1990, mutando una parte rilevante del diritto antitrust italiano, influisce anche sul suo private enforcement. Rinunciando all'accertamento dell'infrazione si rende più complessa la strada per gli operatori del mercato di ottenere tutela giurisdizionale; in cambio, si ottiene l'impegno, spesso vantaggioso proprio per quei soggetti (consumatori e imprese) che rimangono privati dell'accertamento e delle sanzioni dell'Autorità. Per questa via, più che a una tutela individuale e giurisdizionale, sembra che il nostro ordinamento preferisca affidarsi a una tutela diffusa ed amministrativa, garantita dall'Autorità, che pare ormai avere accettato questo nuovo ruolo di promotore (e non più solo di controllore) della concorrenza e del benessere dei cittadini.

La vicenda del personale Ata dopo le superiori giurisdizioni europee e nazionali viene decisa (infine?) dal Tribunale di Treviso - abstract in versione elettronica

135587
De Michele, Vincenzo 1 occorrenze
  • 2012
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Il nuovo quadro di regole generali sovranazionali, dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, sta cambiando il diritto del lavoro italiano, sia sul piano sostanziale che sotto il profilo processuale. L'esempio più eclatante è nella vicenda di decine di migliaia di lavoratori del personale tecnico, amministrativo ed ausiliario operante nelle scuole pubbliche, transitato dalla dipendenza formale degli Enti locali alla dipendenza formale (e già effettiva) dello Stato. II mancato pieno riconoscimento dell'anzianità di servizio nel passaggio da un contratto collettivo ad un altro ha provocato un contenzioso di vastissime proporzioni, paradossalmente risolto (forse) definitivamente da una recentissima sentenza del Tribunale di Treviso, che disapplica la norma interpretativa che aveva modificato la norma originaria dopo l'orientamento consolidato della Cassazione del 2005. Il problema del giusto processo trova finalmente una soluzione "interna" in favore dei lavoratori, rispetto agli abusi interpretativi e normativi della pubblica amministrazione, vanificando, con due decisioni delle Corti europee, la sentenza Agrati della Cedu e la sentenza Scattolon della Corte di Giustizia, ben due sentenze della Corte costituzionale e, anche, una ordinanza della Corte di Lussemburgo. La nomofilachia della Cassazione e i poteri del Giudice comunitario di merito ne escono rafforzati, ma al prezzo altissimo di un devastante conflitto tra Corti superiori, nazionali ed europee, che rende il quadro delle tutele possibili dei diritti fondamentali ancora molto incerto, a causa dell'evidente fallimento del "costoso" giudizio di legittimità costituzionale interno.

Il Tribunale aquilano demolisce la sentenza antispread della Cassazione sul precariato scolastico - abstract in versione elettronica

135995
De Michele, Vincenzo 1 occorrenze
  • 2012
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Nel commento viene esaminata la questione delle misure sanzionatorie idonee a prevenire gli abusi nella reiterazione dei contratti a termine nel pubblico impiego scolastico. Le due pronunce analizzate, l'una di Cassazione, l'altra della giurisdizione di merito, offrono soluzioni opposte, pur condividendo la stessa analisi della disciplina normativa e pur richiamando le stesse pronunzie della Corte di Giustizia nelle sentenze Adeneler, Angelidaki e Kücük, che vengono interpretate ed applicate in modo antitetico, nonostante la decisione del Tribunale abruzzese sia successiva a quella della Suprema Corte e la richiami espressamente. La Cassazione nega frettolosamente ogni tutela effettiva al precariato scolastico, presupponendo, evidentemente, che il processo di stabilizzazione triennale iniziato nel 2011 possa risolvere il grave problema sociale in un settore pubblico strategico per la crescita del sistema Paese. L'A. ritiene che la sentenza del Giudice del lavoro, che censura con garbo la decisione della Cassazione per diversa interpretazione del diritto dell'Unione europea, costruisca egregiamente ma debolmente una misura eccessiva di tutela economica rispetto alla particolarità delle supplenze del settore scuola, cui invece va applicata integralmente, sul piano sistematico e dello stesso art. 70, comma 8, primo cpv. [capoverso], T.U.P.I.[Testo Unico Pubblico Impiego], la disciplina del d.lgs. n. 368/2001.

Diritto di accesso, interessi diffusi e associazioni dei consumatori: il nuovo arresto dell'Adunanza Plenaria - abstract in versione elettronica

136727
Contessa, Claudio 1 occorrenze
  • 2012
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Il contributo esamina la recente decisione dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con cui è stata esaminata "funditus" la questione della sussistenza del diritto di accesso da parte di un'associazione dei consumatori agli atti di un Ente pubblico economico (la SIAE [Società italiana Autori ed Editori]) aventi ad oggetto la gestione patrimoniale dell'Ente in questione. La sentenza per un verso ribadisce (e conduce a coerenti conseguenze sistematiche) l'orientamento secondo cui l'accesso costituisce un bene della vita autonomo e distinto, in relazione al quale la fonte legittimante è rappresentata da una posizione soggettiva differenziata la quale non necessariamente deve essere ricondotta alla tradizionale dicotomia diritto/interesse. Per altro verso, essa chiarisce l'ampiezza e la portata dell'esercizio del diritto di accesso da parte delle associazioni dei consumatori e degli utenti, chiarendo che tale esercizio non può spingersi fino ad impingere aspetti dell'attività di soggetti pubblici i quali non- incidono su interessi collettivi o diffusi dei consumatori. Laddove si affermasse ciò, l'esercizio del diritto di accesso da parte di tali associazioni verrebbe - di fatto - a configurarsi come una sorta di inammissibile forma di azione popolare. La decisione in questione induce alcune riflessioni circa l'autonomia fra il diritto di accesso e la situazione giuridica legittimante di carattere sottostante e circa il rischio di abusi e comportamenti opportunistici che tale autonomia - pure, in via di principio condivisibile - inevitabilmente reca con sé.

Le direttive anticipate di trattamento nella prospettiva del legislatore ed i riflessi medico-legali - abstract in versione elettronica

139645
Ciliberti, Rosagemma; Bonsignore, Alessandro; Panici, Maria Teresa; Pedrucci, Tiziana; De Stefano, Francesco 1 occorrenze
  • 2013
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Dal processo di Norimberga, che ha denunciato i pericoli connessi agli abusi commessi in nome della scienza si è, infatti, rovesciato il paradigma culturale su cui era tradizionalmente impostato il rapporto medico-paziente ed il consenso responsabile dell'interessato è divenuto l'elemento centrale di ogni intervento sulla persona. Ed è in questo nuovo contesto culturale e sociale, in cui il cittadino è maggiormente informato e quindi consapevole, che scaturiscono le domande che caratterizzano le discussioni intorno al d.d.l. sulle D.A.T. e che ruotano intorno alla titolarità delle decisioni sulla salute nella fasi critiche della vita umana. Certamente, oggi, è difficile pronosticare se il d.d.l. n. 2350 sarà approvato nella versione attuale, se subirà delle modifiche, o se invece non riuscirà a divenire legge. Anche in quest'ultima ipotesi, tuttavia, è facile immaginare che, dopo il rinnovo delle Camere Parlamentari, saranno nuovamente presentati disegni di legge sull'argomento. Sembra, quindi, opportuno prendere in considerazione alcuni degli aspetti qualificanti del d.d.l. sulle D.A.T. che potrebbero ispirare il legislatore di domani, se non di oggi. Con specifico riferimento a questa iniziativa parlamentare e operando sull'analisi critica di alcuni casi pratici che si pongono all'attenzione medico legale, il presente lavoro intende offrire dei criteri di valutazione sui principi enunciati nel d.d.l., evidenziandone i punti di forza, il profilo bioetico, le criticità e, conseguentemente, i possibili scenari che potrebbero derivare da una sua conversione in legge.

Il principio di buon andamento dell'amministrazione della giustizia tra indipendenza ed autonomia dell'ordine giudiziario e sindacato del giudice amministrativo - abstract in versione elettronica

139729
Buscema, Luca 1 occorrenze
  • 2013
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La supremazia della legge e la sua applicazione imparziale, è noto, costituiscono uno degli elementi portanti di un ordinamento giuridico incentrato sul principio della separazione dei poteri funzionale a garantire le libertà del cittadino a fronte di possibili abusi e/o arbitri perpetrati dagli organi preposti all'esercizio delle funzioni fondamentali dello Stato. A tal fine, la magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere dello Stato e i singoli giudici sono chiamati ad esercitare lo "ius dicere" in posizione di terzietà ed imparzialità. A garanzia delle guarentigie costituzionalmente riconosciute alla magistratura (nel suo insieme, quale ordine) e ai singoli magistrati preposti all'applicazione imparziale della legge presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, organo deputato, in particolare, all'adozione dei provvedimenti riguardanti lo status dei magistrati e che, insieme al Ministro della Giustizia, compartecipa, ciascuno secondo le proprie specifiche attribuzioni, all’organizzazione dei servizi in materia di giustizia onde garantire effettività alla tutela giudiziaria dei diritti e degli interessi giuridicamente rilevanti. Invero, nel bilanciamento tra valori parimenti significativi, tra loro (anche solo occasionalmente) in conflitto, all'interno di uno Stato di diritto, spicca un modello teorico di "check and balances" capace di opporsi alla deteriore tendenza verso l'autoreferenzialità dei singoli poteri dello Stato; ciò vale, in particolare, con riferimento alla posizione rivestita dalla magistratura quale ordine autonomo ed indipendente al fine di impedire la trasformazione delle guarentigie in fattori di isolamento, con la conseguente formazione di una casta chiusa di soggetti irresponsabili, ma dotati di poteri molto incisivi. In tale ottica, risulta essenziale procedere ad un'attenta disamina dei limiti posti all'esercizio del potere discrezionale di apprezzamento rimesso dall'ordinamento in favore del Consiglio Superiore della Magistratura alla luce del sindacato giurisdizionale esercitato dal giudice amministrativo sugli atti e provvedimenti adottati dall’organo di autogoverno dei magistrati ordinari.

La natura della revoca del porto d'armi - abstract in versione elettronica

139787
Lamanna Di Salvo, Domenico; Raimondo, Giuseppina 1 occorrenze
  • 2013
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., il giudizio discrezionale formulato dal Prefetto in ordine alla capacità personale di abuso da parte del soggetto detentore è sindacabile solo sotto il profilo dell'illogicità, in quanto la detenzione delle armi si caratterizza, da un lato, per un'intrinseca pericolosità e, dall'altro, per la tenuità di un interesse socialmente apprezzabile, con la conseguenza che per l'adozione del decreto di divieto è sufficiente il convincimento dell'Amministrazione in ordine alla possibilità che il detentore abusi dell'autorizzazione.

A oltre due anni dalle sentenze delle Sezioni Unite che hanno segnato la definitività dell'estinzione delle società, cancellate dal registro delle imprese: questioni parte e dubbi irrisolti, intorno al "requiem" - abstract in versione elettronica

139983
Querci, Agnese 1 occorrenze
  • 2013
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In tutti questi casi, si tratta di effettuare un bilanciamento fra esigenze, entrambe meritevoli di tutela, ma spesso contrapposte: da un lato, evitare che l'estinzione della società (specie in corso di causa) si presti ad abusi, con cancellazioni strumentali dal registro delle imprese; dall'altro lato, tutelare la certezza del diritto, nel rispetto della scelta che il legislatore ha compiuto (con la riforma del 2003) nel definire una volta per tutte il momento terminativo delle società, e con l'osservanza delle peculiarità del sistema tributario (in cui spicca il disposto dell'art. 36 d.p.r. n. 602 del 1973). Su tali questioni, in più occasioni, si è interrogata la giurisprudenza di merito e la dottrina, e, di recente, esse sono state affrontate anche dalla Sezione quinta della Suprema Corte in ben sette pronunce, raggiungendo così nuovi "approdi" e ponendo nuovi "punti fermi", ma anche sollevando nuovi dubbi interpretativi, che, di recente, sono stati sottoposti al vaglio sia della Corte costituzionale che delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

La normativa speciale sul reclutamento e sul trattamento economico del personale scolastico all'analisi della Cassazione. Dalla chiara enunciazione del divieto di conversione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato al pericoloso "obiter dictum" sugli scatti biennali da riconoscersi nel periodo "lavorato" - abstract in versione elettronica

140239
Graziano, Palmira 1 occorrenze
  • 2013
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La specifica disciplina del reclutamento del personale scolastico, ai fini della prevenzione degli abusi derivanti dal ricorso ai contratti a termine, costituisce una "norma equivalente" ai sensi della clausola 5, punto 1, dell'accordo quadro, in quanto è legittimata dalla sussistenza di "ragioni obiettive", in particolare, della necessità di assicurare la continuità del servizio scolastico - obiettivo di rilevanza costituzionale - a fronte di eventi contingenti, variabili ed in definitiva imprevedibili, non solo nelle loro concrete ricadute a livello territoriale per la popolazione scolastica interessata, ma anche nella collocazione temporale. In ossequio al principio di cui all'art. 97 Cost., secondo cui si accede all'impiego presso una P.A. mediante procedura concorsuale, e dovendosi ritenere la normativa speciale sul reclutamento a termine del personale scolastico conforme alle norme comunitarie, non sussiste il diritto del personale precario alla stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro a termine mediante conversione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. Né, consequenzialmente, sussiste il diritto al risarcimento dei danni lamentati in ragione della conclusione di più contratti a termine seguenti l’uno all’altro.

Formalità pubblicitarie in caso di sostituzione del trustee - abstract in versione elettronica

142289
Andreani, Federico 1 occorrenze
  • 2013
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La decisione appare fortemente condizionata da una clausola dell'atto istitutivo del trust in oggetto, che prevedeva l'estinzione del medesimo, a seguito del compimento di "gravi abusi" nell'amministrazione da parte del trustee. La sostituzione del trustee nel diritto dei trust si fonda, invece, sull'ininfluenza della vicenda rispetto alla continuità del trust e sulla automaticità del trasferimento delle posizioni soggettive. Ai fini della pubblicità immobiliare, si ritiene che la trascrizione della relativa vicenda possa fondarsi sul disposto dell'art. 2645 c.c., norma che assicura alla relativa formalità la tipica efficacia dichiarativa, prevista dall'art. 2644 del medesimo codice. La trascrizione dell'atto o del provvedimento che implica sostituzione del trustee potrà, altresì, concorrere - unitamente agli altri elementi richiesti dall'art. 2652, n. 6, c.c. - alla attuazione di quella fattispecie complessa idonea a produrre la "sanatoria" dei vizi di nullità del titolo (c.d. pubblicità sanante).

Demolizione di opere parzialmente difformi e pregiudizio alle parti conformi - abstract in versione elettronica

143891
Lambardi, Cesare 1 occorrenze
  • 2013
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Troppe volte i ''mini-abusi'' non confliggono con la tutela dell'ambiente e del territorio ma con il puntiglio delle amministrazioni locali: vanno senz'altro evitati e repressi e non scrivendo leggi nuove ma applicando con maggiore decisione (e buon senso) quelle che ci sono.

Il dualismo rimosso. La funzione del Presidente della Repubblica nella forma di governo parlamentare italiana - abstract in versione elettronica

148063
Mastropaolo, Antonio 1 occorrenze
  • 2014
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Emerge da questa lettura che in sede costituente, temendo tanto gli abusi del potere monarchico, quanto gli eccessi del parlamentarismo, fu elaborato un modello di forma di governo che aveva forti debiti con il modello dualista proprio della monarchia costituzionale. Ciò avvenne anche se i costituenti vollero sottolineare le discontinuità piuttosto che le continuità del passaggio dalla monarchia alla repubblica. Non è perciò un caso che la letteratura giuspubblicistica repubblicana abbia utilizzato per lo più come chiave interpretativa dell'istituto presidenziale la dottrina del potere neutro. Essa infatti ha costantemente sottolineato il ruolo di garanzia "super partes" del Capo dello Stato, nell'ambito della forma di governo parlamentare, riconoscendo le prestazioni di unità che può offrire rispetto alla dialettica tra i partiti. Questa interpretazione è ancor oggi dominante, e ha portato a riconoscere come, in un contesto politico sempre più problematico, un progressivo ampliamento degli interventi del Presidente della Repubblica. L'ampliamento ha, a lungo andare, assunto dimensioni tali da far sostenere a parte della dottrina - criticamente o apologeticamente - un'evoluzione in chiave presidenzialista della forma di governo - un presidenzialismo strisciante - che per qualche autore addirittura sarebbe opportuno riconoscere in sede di costituzione, onde ovviare al deficit di legittimazione democratica di cui l'istituto presidenziale soffrirebbe. Ad avvertire i rischi di espansione delle potenzialità politiche del Presidente della Repubblica inerenti all'utilizzo della teoria del potere neutro è la ricostruzione, che può farsi risalire alla riflessione di Carlo Esposito, la quale esplicita invece senza reticenze la derivazione dell'istituto presidenziale dall'istituto monarchico, osservando come esso perciò rappresenti una risorsa, ma anche una minaccia per l'ordinamento. Si tratterebbe di una risorsa in quanto il Presidente costituirebbe una figura politicamente indipendente, in grado, attraverso le funzioni costituzionalmente attribuitegli, di rimettere in moto, ove necessario, la "macchina inceppata", nonché di svolgere in condizioni normali una attività di mediazione finalizzata a scongiurare eventuali degenerazioni della lotta politica. Al contempo, tuttavia, l'istituto presidenziale costituirebbe una minaccia potenziale, in quanto organo monocratico, condizionato dalla personalità del suo titolare pro tempore, nonché erede della carica simbolica dell'istituto monarchico. È contro il rischio di massima espansione paventato da Esposito, per cui il Presidente si trasformerebbe in reggitore dello Stato, che la Costituzione stabilisce ben precisi limiti, in particolare tramite la forma di responsabilità prevista dall'art. 90.

Trasparenza, concorrenza e regolazione del mercato: una strada possibile per il rilancio dell'economia - abstract in versione elettronica

152591
Pitruzzella, Giovanni 1 occorrenze
  • 2015
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L'analisi condotta fa emergere una fitta rete di relazioni virtuose tra la trasparenza e la concorrenza, soprattutto con riferimento alla materia degli abusi di posizione dominante e alla regolazione cosiddetta pro-concorrenziale; mentre evidenzia come la trasparenza artificialmente indotta dalle imprese possa essere controproducente sotto il profilo delle intese. In questo ambito la condivisione di conoscenza potrebbe, infatti, tradursi in pericolosi scambi di informazioni sensibili vietati ai sensi degli articoli 2 della legge n. 287/90 e 101 del Tfue [Trattato sul funzionamento dell'Unione europea]. Ma non è solo con riferimento agli illeciti antitrust e alla regolazione che la trasparenza entra in gioco. Sono anche le relazioni tra imprese e consumatori ad essere toccate dalla necessità di un'informazione chiara e intellegibile. La trasparenza è una condizione essenziale affinché il consumatore possa assumere decisioni commerciali consapevoli e possa, attraverso la comparazione delle diverse offerte, operare come stimolo alla "concorrenza sui meriti". L'indagine si conclude rilevando come la concorrenza indotta dalla trasparenza delle condotte delle imprese e dalla regolazione trasparente dei mercati produca effetti positivi in termini di sviluppo di nuovi mercati e di aumento della produttività, rappresentando un importante strumento per la crescita.

Decisioni con impegni, misure cautelari e programmi di clemenza nell'attività dell'autorità antitrust (anno 2011) - abstract in versione elettronica

153015
Di Cristina, Fabio 1 occorrenze
  • 2015
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Nel 2006, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) è stato attribuito il potere di adottare misure cautelari, attivare programmi di clemenza relativi a intese restrittive della concorrenza, accettare impegni sia per intese restrittive che per abusi di posizione dominante. Nel periodo considerato dal presente contributo (2011), l'Agcm non ha mai adottato misure cautelari. In un solo caso ha attivato un programma di clemenza (I722 - Logistica internazionale), riuscendo a spezzare un cartello. L'Autorità, così come sottolineato dalla dottrina, ha sempre cercato di colpire le intese, specialmente i c.d. "cartelli hard-core", e le pratiche concordate illecite in maniera particolarmente rigorosa. Allo stesso tempo, e coerentemente con gli elementi caratterizzanti la sua attività dell'ultimo lustro, l'Autorità ha accettato gli impegni proposti dalle parti nella maggior parte delle occasioni. Tuttavia, per la prima volta negli ultimi cinque anni, il numero dei procedimenti conclusi nel 2011 con una sanzione è stato maggiore rispetto a quello dei procedimenti conclusi con l'accettazione di impegni. Allineandosi alla giurisprudenza della Corte di giustizia, l'Autorità ha rigettato gli impegni presentati relativamente a procedimenti per restrizioni della concorrenza di tipo "hard core". Tale "controtendenza" è particolarmente ardua da interpretare: solo il tempo ed un'analisi empirica continua potranno confermare o smentire l'inizio di una nuova fase di attivismo dell'Agcm, oggi guidata da un nuovo Presidente.

La tutela della concorrenza nei mercati regolati: le decisioni dell'Agcm in materia di servizi di interesse economico generale (anno 2011) - abstract in versione elettronica

153033
Candido, Alessandro; Canepa, Allegra; Carfì, Valeria 1 occorrenze
  • 2015
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Nel 2011 l'Agcm ha individuato in materia di servizi di interesse economico generale quattro abusi di posizione dominante, due intese restrittive della concorrenza e due operazioni di concentrazione. Con riguardo all'abuso di posizione dominante, nel settore delle comunicazioni elettroniche l'Autorità ha sanzionato la società Auditel per comportamenti anticompetitivi nell'erogazione del servizio di rilevazione degli ascolti televisivi ("Sky Italia/Auditel"); un ulteriore caso, concernente i servizi di rilevazione dei dati per la stampa quotidiana e periodica, è stato chiuso mediante accettazione di impegni ("Epolis-Audipress"). L'Agcm nel mercato postale ha punito la condotta anticoncorrenziale di Poste italiane ("TNT Poste Italia/Poste italiane"), mentre nel settore dell'energia elettrica e del gas ha emesso un provvedimento di non luogo a provvedere ("Eni-Trans Tunisian Pipeline company") e ha irrogato a Italgas Spa una sanzione per omissione di informazioni che potevano favorire alcuni potenziali concorrenti ("Comuni vari-Espletamento gare affidamento servizio distribuzione gas"). Considerando le intese restrittive della concorrenza, nel mercato dei trasporti l'Autorità ha sanzionato l'attività di concertazione svolta da numerose imprese italiane, finalizzata a realizzare rilevanti incrementi delle tariffe nel trasporto merci ("Logistica internazionale - I722"). Nel settore delle comunicazioni elettroniche l'Agcm ha accertato un'intesa restrittiva della concorrenza nei servizi di "marketing" e intermediazione pubblicitaria ("Guida remunerazione e tariffe 2009/2010 per operatori pubblicitari"). Infine, sono state individuate due operazioni di concentrazione nel mercato dell'energia elettrica, sanzionando l'inottemperanza all'obbligo di comunicazione di cui all'art. 16, co. 1, l. n. 287/1990 ("Compagnia Italiana Energia/Agenzia per l'energia della provincia di Cuneo") e vietando, ai sensi dell'art. 18, co. 1, della medesima legge, una concentrazione di imprese ("CVA - Compagnia valdostana delle acque/Deval Vallenergie").

Esiti di profilo psicolesivo degli abusi sui minori: uno studio casisitico - abstract in versione elettronica

153585
Tritto, Giada Luana; Grattagliano, Ignazio; Margari, Francesco 1 occorrenze
  • 2015
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Pertanto a 30 minori ambosessi, inviati in assistenza, dai Tribunali per i Minorenni di una regione del sud di Italia, presso un Centro Convenzionato ed accreditato presso gli Uffici di Giustizia Minorile, per aver subito abusi e maltrattamenti, è stato somministrato un questionario, previa acquisizione del consenso dei genitori, il "Los Angeles Symptom Checklist", che ha la funzione di verificare, in un soggetto esposto ad un trauma, la presenza di segni psicodiagnostici riconducibili al Disturbo da Stress Post Traumatico. In 18 dei trenta minori esaminati sono stati riscontrati segni psicodiagnostici riconducibili al Disturbo su riportato. La tipologia di abuso maggiormente rappresentata è quella di profilo psicologico, riferibile a situazioni di estesa conflittualità coniugale e genitoriale. Le valutazioni di profilo medico legale, in tema di "child abuse" hanno quindi necessità di essere supportate da strumenti sempre più attendibili.

Riflessioni sulla ragionevole applicazione dell'insindacabilità parlamentare - abstract in versione elettronica

154759
Rinaldi, Eleonora 1 occorrenze
  • 2015
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Si evidenzia, in particolare, come la disciplina nazionale (art. 3, legge n. 140 del 2003) attuativa della regola costituzionale dell'insindacabilità delle opinioni espresse e dei voti dati dal parlamentare nell'esercizio delle proprie funzioni (art. 68, co. 1, Cost.) possa tradursi, in fase applicativa, in una lesione del diritto fondamentale al giudice garantito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (articolo 6.1 CEDU). La finalità di garantire un equilibrato bilanciamento tra diritto di accesso al giudice ed esigenza di proteggere da eventuali abusi l'esercizio delle funzioni attribuite a determinati soggetti e l'integrità di determinati collegi, attraverso la previsione dell'irresponsabilità giuridica limitatamente ai voti dati ed alle opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni, non risulta infatti costantemente soddisfatta da una previsione legislativa diretta ad associare alla dichiarazione camerale di insindacabilità automatica efficacia inibente dell'azione giurisdizionale, carente un sistematico accertamento di proporzionalità in concreto della restrizione apportata al diritto di agire e difendersi in giudizio. Né lo svolgimento di un sindacato ordinario e necessario della Corte costituzionale sull'esistenza del nesso funzionale dichiarato dalla delibera parlamentare è compatibile con l'attuale configurazione del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nel nostro ordinamento. La pressoché sistematica condanna dello Stato italiano nei casi di mancato svolgimento del sindacato di ragionevolezza sul nesso funzionale attraverso lo svolgimento del conflitto tra poteri, impone pertanto di riflettere sulla possibilità di ricondurre alle sentenze del giudice europeo effetti ulteriori rispetto a quelli relativi al caso deciso, al fine di garantire al cittadino privato di fondamentali garanzie processuali una piena "restitutio in integrum" successivamente alla sentenza di condanna emessa nei confronti dello Stato italiano per violazione dell'art. 6.1 CEDU. La riapertura del processo in seguito ad una sentenza di condanna del giudice europeo incide tuttavia sull'inoppugnabilità delle sentenze della Corte costituzionale (art. 137 Cost.) e sulla stessa funzione di organo di chiusura dell'ordinamento che questa svolge. In ragione di ciò e dell'incidenza di un'eventuale revisione delle sentenze costituzionali su norme costituzionali di organizzazione direttamente correlate alla tutela di principi supremi del nostro ordinamento, appare auspicabile dunque una modifica della legge ordinaria attuativa della disciplina dell'insindacabilità finora non espressamente "condannata" dal giudice costituzionale italiano né dallo stesso giudice europeo.

I contratti di lavoro "acausali", a termine ed interinali (d.l. n. 34/2014) - abstract in versione elettronica

157175
Miscione, Michele 1 occorrenze
  • 2015
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Comunque il "contingente", con limite percentuale insuperabile di contratti a termine ed interinali, garantisce in modo semplice e certo che non ci siano abusi. Inoltre il d.l. 34/2014 ha posto nuovi diritti di precedenza per maternità, colmando carenze di cui non molti s'erano accorti, e imponendo limiti veri al cumulo di precarietà. Oltre certezze ed anche semplicità, che aiutano anche se certamente non possono creare nuovi posti di lavoro, sul lavoro nelle pubbliche amministrazioni si ricade nel solito silenzio, che tuttavia si può chiarire nel senso dell'inapplicabilità. Il lungo scritto vuoi dare un contributo per capire le motivazioni, le logiche, il senso del d.l. 34/2014, nel rigore dell'esegesi delle singole norme, in modo che l'interpretazione critica di ciascun testo o norma porti alla comprensione del significato sia distinto che complesso. Lo scritto inizia con le conclusioni, raggiunte o convalidate dopo analisi particolare.

La fecondazione eterologa tra giudice e legislatore: una questione ancora aperta? - abstract in versione elettronica

157491
Iannicelli, Maria Alessandra 1 occorrenze
  • 2015
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Peraltro, se con riferimento a determinati profili l'A. ritiene condivisibili le argomentazioni della Consulta, ravvisa comunque l'opportunità di un intervento del legislatore, al fine di evitare incertezze interpretative ed il connesso rischio di abusi e, soprattutto, per garantire l'istituzione di un registro nazionale dei donatori che consenta la tracciabilità dei gameti nonché un limite massimo alle nascite da medesimo donatore. Non sarebbe, infatti, sufficiente un aggiornamento delle Linee guida con provvedimenti di natura amministrativa a garanzia degli aspetti sanitari delle tecniche procreative eterologhe.

L'abuso del potere negoziale nel contratto di distribuzione della stampa quotidiana e periodica - abstract in versione elettronica

158925
Di Biase, Antonio 1 occorrenze
  • 2015
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
  • ITTIG
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Tale settore imprenditoriale - caratterizzato, di fatto, da una serie di "esclusive di zona" in favore dei singoli distributori locali - costituisce terreno elettivo di possibili abusi contrattuali, essendovi un evidente squilibrio di forze tra le varie parti della filiera distributiva (editori, distributori, edicolanti). Squilibrio che finisce, in ultima analisi, con il ripercuotersi sul soggetto posto "a valle" della catena, ossia sull'edicolante, il quale, di fatto, per poter ricevere e porre in vendita i giornali, si trova a dover "interloquire" necessariamente con un unico "partner", ossia il distributore locale incaricato dagli editori di diffondere il prodotto nella zona di pertinenza. Elevato è dunque il rischio della predisposizione unilaterale, da parte del distributore, di un contratto fortemente "sbilanciato" in proprio favore, con la conseguenza che l'edicolante, ove rifiuti la stipula ed in assenza di alcun potere di negoziazione, si trovi privo della fornitura di giornali. Fatte queste premesse, e ricostruita l'operazione economica complessa, l'A. si interroga circa la possibilità di rinvenire, nel nostro ordinamento positivo, strumenti giuridici attraverso i quali, in un'ottica di giustizia dei rapporti contrattuali di mercato, operare un sindacato sull'equilibrio contrattuale al fine di correggere le asimmetrie esistenti tra le parti ed offrire tutela alla parte debole del rapporto.

Decisioni con impegni, misure cautelari e programmi di clemenza (anno 2012) - abstract in versione elettronica

160401
Garilli, Chiara 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Le decisioni con impegni, le misure cautelari e i programmi di clemenza costituiscono strumenti innovativi ed efficienti di cui l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) è stata dotata, a far data dal 2006, nella repressione delle intese e degli abusi di posizione dominante. La dottrina italiana ha sottolineato come, fino al 2011, la prassi decisionale dell'Agcm sia stata caratterizzata da un eccessivo ed irragionevole ricorso alle decisioni con impegni, a fronte di una limitata adozione di misure cautelari e di un sostanziale insuccesso dei programmi di clemenza. Nell'arco di tempo preso in considerazione dalla presente rassegna - l'anno 2012 -, l'Agcm non ha mai ritenuto opportuna l'adozione di misure cautelari, né è stato attivato alcun programma di clemenza, così confermando il "trend" negativo degli anni precedenti. Un'inversione di tendenza ha, invece, caratterizzato l'azione dell'Agcm in relazione ai provvedimenti di accoglimento di impegni: questi ultimi, oltre ad essere numericamente inferiori rispetto a quanto registrato in passato, sono concepiti - alla luce della recente Comunicazione relativa all'applicazione dell'art. 14-ter l. n. 287/1990 - alla stregua di strumenti eccezionali e limitati alle infrazioni meno gravi e non sanzionabili, allo scopo di realizzare efficienti economie procedimentali. Il presente articolo tiene conto, altresì, delle proposte di modifica all'attuale disciplina della "leniency" presentate dall'Agcm nel corso del 2012, al fine di rendere più appetibile per le imprese l'accesso ai programmi di clemenza.

Nuove prospettive della funzione sanzionatoria delle autorità indipendenti - abstract in versione elettronica

160405
Minervini, Vittorio 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Si analizzano inoltre i criteri attraverso cui poter sindacare l'esercizio del potere in sede giurisdizionale, al fine di garantire la trasparenza del procedimento e la parità di trattamento ed evitare possibili abusi o discriminazioni. Si inquadra infine il potere di accettare impegni nella funzione di promozione della concorrenza e lo si riconduce alla categoria generale delle norme premiali, mettendone in luce la coerenza con i più recenti orientamenti del diritto amministrativo e del diritto pubblico dell'economia e più in generale con gli sviluppi delle dinamiche relazionali tra pubblico e privato, tra Stato e mercato.

Il principio del "ne bis in idem" al vaglio della Corte costituzionale: un'occasione persa - abstract in versione elettronica

161919
Polegri, Federica 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Con la sentenza n. 102/2016, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili tre questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte di cassazione con riferimento alla compatibilità della disciplina italiana sugli abusi di mercato, che prevede un sistema di doppio binario sanzionatorio amministrativo-penale per medesime fattispecie, al principio del "ne bis in idem" così come interpretato dalla Corte di Strasburgo. La Consulta lascia sopravvivere la disciplina sul "market abuse" e, con sé, molti degli interrogativi emersi in dottrina e in giurisprudenza sulla conformità della stessa ai principi espressi dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nella sentenza Grande Stevens e altri c. Italia. In assenza di una pronuncia della Corte costituzionale, simile a quella del Consiglio costituzionale francese, che fornisca delle linee guida affinché la normativa nazionale, che prevede un sistema di doppio binario amministrativo-penale per medesime fattispecie, non si ponga in contrasto con il sistema CEDU, non resta che attendere l'intervento riformatore del legislatore italiano, auspicato peraltro dalla stessa Consulta, il quale sarà chiamato, al pari di quanto avvenuto in Spagna e Finlandia con riferimento al doppio binario nel settore tributario, ad individuare meccanismi idonei ad impedire che l'Italia venga di nuovo condannata dalla Corte di Strasburgo per violazione del principio del "ne bis in idem".

Sull'articolo 8, 2 comma quater della legge 287/90. Profili sulla valenza e sulla portata della norma nel sistema antitrust - abstract in versione elettronica

163945
Mirabile, Antonio 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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D'altra parte è anche abbastanza comprensibile tale silenzio perché nella bilancia della concorrenza hanno sicuramente più peso gli abusi e le intese restrittive, rispetto ad una norma non munita di sanzione. Per il momento è sufficiente sottolineare come la volontà del legislatore fosse quella - con la citata modifica - di emanare una disciplina di carattere generale indirizzata/relativa ad imprese monopoliste o titolari di un servizio economico di interesse generale (SIEG), per norma di legge. Appare, quindi, doveroso quantomeno accennare a tale disciplina, partendo dalla sua genesi e dalla sua finalità, per poi addentrarsi nei temi che più specificamente interessano.

In tema di confisca "allargata": la Cassazione torna sul giudicato esecutivo - abstract in versione elettronica

166325
Masi, Serena 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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La soluzione accolta appare l'unica capace di trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza di salvaguardia della giurisdizione da strumentalizzazioni e abusi dell'incidente di esecuzione attivato sul medesimo "thema decidendum" e l'esigenza garantista volta a rafforzare la tutela dei diritti fondamentali dell'individuo. Optare per il rigetto dell'ulteriore istanza presentata dal ricorrente, avrebbe significato infatti rendere "intangibile" un provvedimento adottato in totale assenza di contraddittorio e di ogni valutazione di merito.