Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: romani

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antichi  romani  erano ghiottissimi delle lamprede e le conservavano nei
Pozzi di miele e pozzi di vino dei Castelli  romani  alternati in una pianura quadrata di poltiglia di patate.
alcuni indirizzi di pescivendoli  romani  onesti che raccomando ai lettori, dispiacente che la
i diversi pareri dei cuochi  romani  Ratto, Giaquinto, Paggi, Alfredo, Cecchino, «sora» Elvira,
antichi  romani  credevano le noci cibo degno del Dio degli Dei: noi più
acqua minerale colorata in rosso - vino bianco dei Castelli  Romani  colorato con blu di Mitilene - latte freddo colorato di
 Romani  conoscevano e apprezzavano i boleti che godono anche
è la storia della murena ed i  romani  avevano una grande predilezione per questo mostro del mare.
per comprendere la lentezza del popolino e dei prelati  romani  o napoletani, che sono anche l'origine di quel
(Helix pomatia). — Le chiocciole, graditissime ai  Romani  che forse conoscevano il segreto di prepararle molto bene,
libera. Storici e poeti se ne occuparono. Gli scalchi dei  Romani  (scissores) tagliavano le vivande con atti ritmici al dolce
stata inventata: e si continuerebbe a mangiare come i  romani  antichi. Siamo invece giunti ad un momento in cui tutto
Le acciughe erano conosciute anche ai tempi dei  Romani  che se ne servivano per la famosa salsa chiamata Garum.
vitello arrosto. — I milanesi lo dicono: rostin negaa, e i  romani  moderni, non quelli antichi, salta in bocca. Ed ecco come
fungo, forse fra tutti il più squisito, che gli antichi  Romani  chiamavano „ cibo degli dei " cresce nei boschi e nella
ed ha il merito di spingersi fin presso al polo. I  Romani  lo stimavano molto meno del frumento, dacchè i soldati
che era pianta sacra a Venere, ed è forse per questo che i  Romani  non osavano mangiarla. Fu in ogni tempo creduta verdura
antichi  Romani  lasciavano mangiare l’aglio all’infima gente, e Alfonso re
nel gusto e nella digeribilità all'anguilla. Gli antichi  Romani  ne facevano uso grandissimo, e non meno di loro anche i
per lunghissimo tempo e Catone il censore assicura che i  Romani  si curarono da ogni male coi cavoli. Varrone salvò, mercè
che costano meno e sono di un gusto meno delicato. I  Romani  antichi erano molto ghiotti del loro garum, e gl'inglesi
si accontenti di andarli a mangiare in uno dei tanti locali  romani  che la moda ha consacrato. I carciofi vengono mondati,
pollivendoli  romani  hanno spesso in mostra monticelli di budelline di pollame e
di birra, ciò che sarebbe preferibile. I «friggitori»  romani  usano lievito di pane, ma non è detto che non si possa
tempo fa veniva scarsamente usata ed anche ora alcuni buoni  romani  conservano per la melanzana la tradizionale ed
nelle piccole trattorie romane e il piatto che molti buoni  romani  prediligono in occasione di qualche riunione famigliare: i
vera leccornia, specie se si adopera il pisello degli orti  romani  che è tenerissimo e dolcissimo. E pure non tutti li sanno
Numea, citato da Ovidio (metam. 6) e per la lunghezza i  Romani  davano la palma a quelle di Amiterno città della Campania,
si forma un lungo filo di provatura. È per questo che i  romani  le chiamano «supplì al telefono».
la differenza che sono più grandi, e che nei cappelletti  romani  il ripieno è crudo ed occorre prepararlo soltanto un giorno
Roma ed è veramente degno di quel favore che i buongustai  romani  gli accordano. Per questa pietanza occorre servirsi della
erano, ai tempi jadis, il piatto di prammatica che i buoni  romani  solevano accompagnare ad ogni riunione che avesse lo scopo
se ne prepara vino, birra e una certa specie di sciroppo. I  Romani  lo chiamavano armoracea, nome che ancor conserva. Al dire
i quali forse per ciò venivano chiamati Hordearii. Presso i  Romani  non godette molta fama. Es hordearium, veniva chiamato il
e che avevano le corna e i piedi di capra. Era detta dai  Romani  cunila e conyza, (da qui l'altro nome popolare di coniella)
come preservativo nei malefizi. Era cibo usitato presso i  Romani  tutti, ma i ricchi sotto l'impero, cominciavano a
anche oggi. Pitagora la chiamò Eunachion. La lattuga fù dai  romani  consacrata a Venere e pochi di loro per rispetto alla Dea
molte virtù e ne usavano per cucina gli Egiziani ed i  Romani  testi Dioscoride e Plinio. È stimolante e facilita la