Ma la «figuralità» su cui mi preme oggi d’indagare è di tutt’altro genere: è quella - come dissi - d’un Dubuffet (che a Venezia purtroppo non compare
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È sostanzialmente l’iconografia usata da Tiziano per la sua Assunta dei Frari, a Venezia.
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Il dipinto di Paolo Veneziano, conservato nelle Gallerie dell’Accademia, a Venezia, mostra l’iconografia più ricorrente: la Vergine siede in un trono
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Tintoretto nella pala conservata nella Chiesa dei Gesuiti, a Venezia, dove nella parte bassa della composizione gli apostoli sono raffigurati accanto ad
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famoso è quello di Vittore Carpaccio, conservato nelle Gallerie dell’Accademia, a Venezia (figura 60).
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Vittore Carpaccio, nei due teleri conservati nella scuola di San Giorgio degli Schiavoni, a Venezia, rappresenta entrambi gli episodi: nel primo
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Venezia (figura 63).
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mimetizzate tra le siepi; sullo sfondo appaiono degli animali e perfino una veduta di Venezia.
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A Venezia, nel Cinquecento, si sviluppa il cosiddetto “ritratto allegorico”, che oltre a raffigurare il personaggio allude a dei significati in
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La vecchia, dipinto da Giorgione e conservato nelle Gallerie dell’Accademia, a Venezia, è il ritratto della madre usato come allegoria della vanitas
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Se, politicamente ed economicamente, Genova è in ascesa, Venezia e in declino. E finito il tempo della grande pittura civile e religiosa, che
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Encomiabile la fatica della Direzione Belle Arti del Comune di Venezia, che quest’anno ha organizzato una grande mostra del pittore Virgilio Guidi
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grafica, in parte già conosciuta dai romani, costituì — come noi scrivemmo distesamente — il fatto più alto e originale alla XXX Biennale di Venezia
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, quelle «luci a Venezia» così inconfondibilmente fruste, e chiare e silenziose, così prive, se vogliamo, di dramma civile, eppure così civili in questa
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Un altro momento assai memorabile della storia del pittore fu quello della sua mostra personale alla XXXI Biennale di Venezia, dove l’artista, nel
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Insomma, siano queste od altre le ragioni che spinsero Brancusi a scartar Venezia come sede di ima Mostra (nella quale l’artista avrebbe avuto
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margini del deserto, per aver diritto di cittadinanza a Venezia.
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Coloro che, come noi, non si sono mostrati del tutto concordi con le scelte degli artisti e delle opere della XXX Biennale di Venezia, debbono
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Ma come risulta più chiara per tal modo la creazione dei grandi teleri dei novella tori di Venezia! come si comprende il senso generale per il
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, l'unica fusione degna di Venezia e di Caravaggio prima di Guercino e di Preti è quella che negli stessi anni, in un brevissimo torno di attività ne
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I veneziani non potevano nulla perché ogni quadro loro ha per fine la glorificazione di Venezia - E noi che credevamo...
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] dell'Accademia di Venezia - che serve per stabilire le apparenze puramente veneziane del'artista bresciano; il ricordo classico di queste apparenze si
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Il punto più rimarchevole dell'articolo del Frey è quello dove egli afferma che anche a Venezia il passaggio dai delle Masegne al Buon non si spieghi
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Questa seconda puntata tratta dell'attività di Paolo Veronese dal 1555, cioè da quando egli prende stabile dimora a Venezia.
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Galleria di Venezia; per contro è probabile che l'attribuzione dovuta al Cantalamessa resterà come la migliore*, per dimostrare quanto entrino nei modi del
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Tolentini di Venezia e il Sacrificio di Abramo (Uffizi, Casa Giovanelli a Venezia, e collezione Roumiantzoff a Mosca).
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Frisius, venne in Italia e si aggregò alla maniera dei caravaggeschi; poi passò a Venezia dove si fece più veneto, studiando Tiziano, Tintoretto
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. Forse da Venezia stessa veniva la fama e un'opera di Strozzi, il cappuccino genovese.
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napoletana del Settecento - Viaggio a Venezia e relazioni con Tiepolo).
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Buono studio su questo più antico rappresentante della pittura settecentesca chiara, dolce, bucolica, in Venezia.
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pezzi, tanto esemplari a Venezia, del Cappuccino veronese colà trasferitosi.
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Il séguito di queste estere maniere, fomentate in Venezia da' pennelli de' Lys, de' Feti, de' Cappuccini, de' Maffei, e non schive dall'accedere a
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Lo Strozzi, si disse, potrà farci strada in Venezia: pur bisognando sostare prima a' Veronesi che, come figurano da grandi in Monaco con il capo
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Io non ho in memoria più che ombre vaghe di un suo San Pietro Gambacorti in Venezia, di un San Raffaele a' Buonfratelli di Milano e d'altre sue
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Questo Federigo ch'io tengo fermamente per uno degl'ingegni più vasti dell'ultimo secolo, in Venezia, riconoscesi per un cacciar d'ombre acutissime
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18. Anzia e Abrocome. Venezia. Accademia. Allora mi pareva di Amigoni, ma derivante da Ricci [ora lo credo del Tiepolo ispirandosi all'Amigoni
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422. Bozzetto per un soffitto. Venezia, Gallerie. Certamente bozzetto di Padre Pozzo per Mondovì. L'errore venne rettificato nella seconda edizione
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584. Ritratto Dolfin. Venezia, Galleria Querini Stampalia. Trovo scritto in margine: «Zugno o altro tiepolesco» [oggi è infatti riconosciuto allo
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720. Giuditta. Venezia, Congregazione degli Armeni. Mi pareva di Pietro Vecchia.
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836. Venezia dinnanzi a San Marco. Venezia, Museo Correr. Mi risultava del Fontebasso. Il numero 837, con la Scoperta della Vera Croce (coll
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autografa; il 1016, col Cristo che caccia i mercanti dal Tempio (Venezia, Accademia), risultava di Angelo Trevisani e così venne infatti ristabilito nella
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Un dì, fu appunto il 18 del mese di luglio nell’anno 1573, venne chiamato dinanzi al tribunale del Santo Ufficio in Venezia Paolo Caliari veronese
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calli non si possano allargare ed i suoi rii raddrizzare; ma chi volesse scimiotteggiare a Venezia le altre città, farebbe come un medico, il quale non
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La magistratura dell’edile è in Venezia più ardua assai che negli altri siti. Altrove basta conoscere i bisogni nuovi e provvedervi con utilità e con
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L’ambiente artistico o fantastico, nel quale gli spiriti vivono a Venezia, produce, a parer nostro, certe conseguenze notevoli. Fu già considerato da
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Così Venezia ridà nuove forze; perchè durino molti secoli ancora, ai monumenti della sua vecchia arte. Le città, che hanno ereditato tanto splendore
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Lo rividi in fatti a Genova, a Torino, a Firenze, a Milano. Non lo rividi a Venezia.
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come crederà meglio all'onore ed alla salvezza di Venezia.
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, non più cosi: piuttosto “dare da respirare." [Da Vitalità nell'arte (Venezia, Palazzo Grassi, agosto-ottobre 1959), Centro Internazionale delle Arti e
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Milano e di Venezia, come: Gino Morandi, Edmondo Bacci, Mario Deluigi, Roberto Crippa, Aldo Bergolli, Enrico Donati.
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