quanto è atta ad essere recepita in una coscienza. Ove deliberatamente si prenda invece in considerazione l’opera d’arte dal punto di vista dell’autore
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in quanto viene recepita dalla coscienza, e quindi della possibilità e dei limiti di un intervento effettuale e conservatorio sull’opera d’arte
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recepita dalla coscienza, deve essere individuata come opera d’arte. Quello a cui si trova di fronte la coscienza, all’atto della recezione, è in prima
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è segno, mira a colpire unicamente il fatto che l’opera d’arte è recepita come opera dell’uomo e come tale è un «segno della presenza dell’uomo nel
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della vita e recepita come tale. La semantica da sola non può che arrivare, come si è visto, a individuare l’arte come un linguaggio sui generis, ma non
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definire i modi di avvicinamento della critica a questa opera d’arte che, come realtà pura, è entrata nel mondo e nel mondo viene recepita, il parametro
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codice di Giustiniano del 529, quello “vetus”, arricchito dalle Repetitae Praelectionis nello stesso 534. La regola viene recepita immediatamente da
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