divenuto incunabolo), la sopraccigliosità di altre, concettuali o povere (le Distanze di Alfano dove una goccia, che ritmicamente cade in una vasca
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goccia d’olio dalla lampada, che raggiunse il corpo di Cupido destandolo.
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E che dire di quel trepido, favolistico viaggiatore tra vene di foglie e diagrammi d’acque, di Luciano De Vita, capace di guardare una goccia o una
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che una goccia di nero rende per sempre immobili, i triangoli e i rettangoli delle merci perfette, senza sapore e odore, miraggi e miti della epoca
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tanto la invenzione filosofica, quanto la composizione artistica paiono uscite con isforzo, con istento, goccia a goccia dal cervello dello statuario. Oh
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