’esperienza; l’accento assiologico senza orizzonte sarebbe direzionalità astratta, senza alcuna presa sul reale. Non sarebbe spazio, e non sarebbe coscienza
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Le prefazioni, le premesse, sono quasi sempre delle giustificazioni; indizi quindi d’una cattiva coscienza dell’autore. Anche nel caso presente: è
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Ed è probabilmente la presa di coscienza d’una insufficiente finalità estetica e ideologica delle loro opere che ha affrettato il divampare di
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«trasmissibilità» dello stesso se è impossibile o improbabile allo stato attuale e normale della nostra coscienza (mentre sarebbe sia pur raramente
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Un altro caso, pure questo caratteristico d’una presa di coscienza della pluralità dei codici usabili per un fine unico, è quello di Valentina
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, indicano una presa di coscienza da parte dell’artista dell’importanza d’un’arte che non fosse più intesa staticamente ma concepita come riproducibile e
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momento della recezione nella coscienza, si fondano sull’unica apertura che compete all’opera d’arte per rivelarsi come tale: recezione storicamente
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al flusso del tempo, ma che questo scopo che individua lo stesso volgersi all’arte della coscienza, non distrugge l’altra faccia di questa realtà pura
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fatto che quei modi nuovi in realtà rispondono ad uno status della coscienza attuale estremamente diffuso anche se confuso, e che si propaga ovunque
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Ma proprio in questo fatto, di manifestarsi solo nell’hic et nunc d’una determinata coscienza, si dà l’attestato della sua particolarissima struttura
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alienazione, la quale, ripetiamo, è un epifenomeno rispetto alla perdita del futuro, è nell’alienazione della coscienza attuale al presente, che sta l
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essenza, arte come recezione che ne fa la coscienza.
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in quanto viene recepita dalla coscienza, e quindi della possibilità e dei limiti di un intervento effettuale e conservatorio sull’opera d’arte
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recepita dalla coscienza, deve essere individuata come opera d’arte. Quello a cui si trova di fronte la coscienza, all’atto della recezione, è in prima
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L’enorme successo e la diffusione della pop-art si deve proprio all’aver individuato l’oscuro richiamo della coscienza comune a questo rovesciamento
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Vi è allora un’ambivalenza, nel modo di porsi in relazione con l’oggetto: da un lato la coscienza lo visualizza in maniera da isolarlo e farsene un
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fotografica nel cinematografo, stabilendo un’opposizione recisa fra le due. Il ragionamento è il seguente: la fotografia induce non già ad una coscienza dell
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recezione dell’opera d’arte nella coscienza, recezione, come si è detto, che non implica, ma solo rende possibile, la sussunzione dell’opera d’arte alla
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La recezione dell’opera d’arte come tale indizia allora la collimazione reciproca dell’opera d’arte e della coscienza ricevente, ma proprio per
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Ma in questo porsi altra dal fenomeno, costituendosi come in serie parallela, non in altro luogo si pone che nella coscienza, come da una coscienza
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coscienza.
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’arte come di oggetti fuori della coscienza. È chiaro che, una volta poste le opere d’arte fuori della coscienza, è impossibile reintrodurvele se non
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storia: la storicità dell’opera è duplice, nella sua nascita e nel suo farsi presente ogni volta ad una coscienza. Il fatto di prodursi come un eterno
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Nelle due ultime attitudini l’opera d’arte ha dunque subito, nella coscienza del ricevente, una valutazione che finora non si era incontrata, e cioè
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forma, sia pure non posta trascendentalmente fuori della coscienza, ma individuata come realtà pura a partirsi da quella stessa intenzionalità
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presenza non esistenziale, un’astanza, e tale presenza si produce solo in quanto viene a manifestarsi ad una coscienza, il modo di presentificarsi alla
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come opzione latente in ogni processo transazionale. Fra le assunzioni e le aspettanze che informano una data percezione, la coscienza avrà sempre la
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naturale, esterno alla coscienza, ma risulta da un intervento della coscienza sul percepito. La doppia articolazione del linguaggio, che per alcuni
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, avulso dal suo contesto, che la coscienza investirà le sue intenzioni per lo più ineffabili, ma proprio come un’investitura di significato
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Se dunque astanza e semiosi caratterizzano i due modi di essere fondamentali della coscienza, o, come si è detto, le dimensioni proprie e le sole
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no, contiene, si dovrebbe risalire alla specificità stessa dell’opera, per cui è opera d’arte e per cui ha un valore insostituibile per la coscienza.
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, il momento della più lucida coscienza e non dell'incontrollata passione. In questo, appunto, si oppone a Rubens, che pure ha avuto un'influenza
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Oggi, la conoscenza sperimentale è subentrata alla conoscenza immaginativa. Abbiamo coscienza di un mondo che esiste e si spiega per se stesso, e che
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La coscienza materialistica, ossia la necessità di cose chiaramente provabili, esige che le forme d’arte sorgano direttamente dall’individuo, abolito
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L’umanità integra i propri valori e le sue conoscenze. È un movimento storicamente in atto da vari secoli. Da questo nuovo stato della coscienza
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esempio; Vermeer arriva a porre la pittura come processo della percezione che la coscienza costruisce; La Tour (forse informato dalle novità romane
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facciano meno frettoloso e più pittorico, anche se in «Coscienza di storia» (1957) troviamo un incontro con Scanavino. Nei quadri ultimi del pittore neo
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La tela come specchio dilatato della coscienza
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La grande tela diventa così lo schermo materiale su cui proiettare e lasciare che si espanda uno stato totale della coscienza, che è un fenomeno
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E noi qui lasceremo i novatori perchè meditino con coscienza su queste parole sacrosante, dettate al celebre filosofo da uno spirito propriamente
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qualità non corrette né sostenute da una coscienza inflessibile d'artista, decorre un eclettismo anche più disordinato e causale, affatto disperante.
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tendenze estetiche ineluttabili, e perciò involontario, c'è invece nel Correggio la volontà di caricare di un soprappiù psichico, di dare coscienza e
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, ne perde subitamente coscienza e passa dall'estremo lirico all'estremo pratico. Aveva finto l'attuazione pratica di quel suo mondo lirico, ed aveva
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che potremmo definire una presa di coscienza dell’intervento dell'uomo su elementi che presentano un ordine naturale e che, da tale intervento, sono
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qualità dei materiali, sulla perfezione tecnica e sulla abilità manuale, oggi risiede nella coscienza di una possibilità di ricreare, moltiplicare e
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Mentre, d’altro canto, sempre di più la coscienza dei danni prodotti dalla tecnologia, dall’inquinamento, dagli impianti nucleari, ecc. determina un
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R. Perché è impossibile un’attività artistica senza una presa di coscienza con la natura. E la più diretta è la presa di coscienza con la terra sulla
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mie azioni cerco di far prendere coscienza all’uomo delle sue possibilità creative, le uniche che gli possono dare la libertà. Cerco di collegarlo
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realtà e infatti anche la mia coscienza del reale ha migliaia di risvolti a seconda del mio temperamento... Credo che per ogni uomo questi risvolti siano
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Questo è il mio contributo alla coscienza di sé, dei propri limiti, dei propri eccessi, delle proprie possibilità... e anche delle diverse realtà che
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