combinatorio, in tutta l’architettura venuta dopo, da Carlo Fontana a Filippo Juvara. [1967]
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dell’architettura barocca a Roma, la chiesa di Santa Maria in Campitelli, di Carlo Rainaldi: l’edificio che, poco dopo la metà del secolo, segna la
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La lunga via di Po, la più neoclassica prospettiva di Torino, era già stata tracciata, nel tardo Seicento, da Carlo Emanuele II; ma è l’urbanistica
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A sinistra nell'altera figura di Carlo Magno, vestito della porpora e del diadema imperiale, sta il simbolo della Forza terrena che riconosce l'alto
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Ma più feconda di allievi può certamente notarsi la scuola del dipintore del Carlo ottavo. Da questa attinsero le buone teorie il celebre Malatesta
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progettisti di macchine e automi per il cinema, come il ben noto Carlo Rambaldi, creatore di E.T.
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dei Giganti. Iconologicamente la Caduta dei Giganti di Giulio Romano, ha un significato politico: Giove simboleggia l’imperatore Carlo V mentre i
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esempio, nel ritratto di Carlo V a cavallo, conservato nel museo del Prado e dipinto dalla stesso Tiziano.
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Il Ritratto di Carlo I a caccia, conservato al Louvre, raffigura il re d’Inghilterra in una posa regale, con accanto due servitori, di cui uno
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Nel 1476 Carlo il Temerario di Borgogna perde in battaglia il proprio tesoro in seguito al saccheggio dell’accampamento: come un capotribù nomade
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Mai avrebbe pensato, Carlo detto il Temerario (1433-1477), del ramo cadetto della dinastia capetingia allora regnante in Francia dei Valois, conte e
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Nei primi mesi del 1830, a Parigi, nel clima greve del regno di Carlo X, una generazione di artisti e uomini di cultura esprime il proprio dissenso
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Ribadisce questo legame il veneziano CARLO SARACENI (1585 c.-1620), che si collega alla prima fase romana del Caravaggio, si preoccupa di dare cause
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Con il Baldacchino di San Pietro (1624-33), il chiostro di San Carlo alle Quattro Fontane (1634-37) e il soffitto barberiniano (1633-39), sono già
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Effettivamente Manzù rappresenta — come è stato detto da uno dei suoi maggiori critici, Carlo Ludovico Ragghianti, non senza una punta compiaciuta di
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Le cento e più opere ad olio e monotipi eseguite dal 1929 al 1934 da Carlo Levi ed ora esposte compongono il quadro di un impegno e di un risultato
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Carlo Levi in questi quadri e monotipi appare piuttosto come un italiano appresso alle esperienze del Picasso rosa e bleu; del Soutine che aveva
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Soutine, dicevamo. In che senso, dunque, Carlo Levi mostra di far sua la lezione del grande amico di Modigliani? Per quella sua pennellata sottile a
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Con questa ricerca di fonti e di incontri si vuole qui toccare il problema, tratteggiato al principio, dell'appartenenza di Carlo Levi a un gusto
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Ma che cosa è dunque la pittura di Carlo Levi in se stessa, riconoscibile tra le componenti di questo gusto, cui noi fin qui abbiamo dato nomi di
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’«Autoritratto verde», l’arte di Carlo Levi si esprime con una fiera tenerezza.
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La Mostra di Carlo Levi al «Pincio» raccoglie due gruppi di opere eseguite dall’artista negli ultimi tempi: una serie di ritratti di amici, poeti
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L'avvenuta fusione dello stile di Borgianni con gli elementi caravaggeschi si ritrova, ripeto, nel San Carlo Borromeo che adora la Trinità compiuto
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A quest'opera mirabile deve riunirsi di soggetto come di tempo 6 la mezza figura del San Carlo*, che nella Galleria Colonna (IV sala, 91) porta il
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per la forma più ritorta, quindi verso il 1614, cade anche il terzo quadro d'altare che si conosca di Borgianni: Il San Carlo Borromeo fra gli
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Il San Carlo Borromeo, ch'è in Sant'Aniello Maggiore, ripete la composizione di un altro San Carlo ch'è in San Niccolò alla Dogana, e che per il
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Pietro dal carcere agli Uffizi, che ha fatto confondere per la seconda volta, e, per noi, inesplicabilmente, Orazio Gentileschi e Carlo Bononi *. Che
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collezione privata romana, e un Fatto di San Carlo Borromeo nella raccolta del Cecconi, a Firenze*.
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Il Saraceni ci diede su fatti di San Carlo due delle più superbe tele della sua vita: il San Carlo che resuscita un morto, opera ridotta a frammento
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Il Fatto di San Carlo Borromeo presso il Cecconi di Firenze, anch'esso senza attribuzione precisa, è una bella dimostrazione di come gli artisti
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interpretazione casalinga del Miracolo di San Carlo.
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Il Salvatore Benedicente (n. 191) è troppo debole per Daniele Crespi; pare invece opera del cremasco Carlo Urbino, che lavorò molto a Milano tra il
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dove Cerano dipinse San Carlo che accoglie i gesuiti e i barnabiti al Duomo che pare tanto Daniele quanto Cerano, anche nella sigla altissima di quei
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Il San Carlo orante della Galleria Colonna è stato restituito da tempo al Borgianni, dal sottoscritto (' L'Arte', gennaio 1914) *
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Altre buone correzioni compie il Voss riferendo al Turchi una Strage degli Innocenti attribuita al Rottenhammer, a G. Carlo Loth alcune opere a
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Suprema genialità del raccordare al taglio in tondo, la scena centrale dell'Ingresso di Celestino e Carlo d'Angiò in Aquila (ch'è come un cubo
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Agostino, pittore di Napoli è Agostinello Beltrano, scolaro dello Stanzione. Il cav. Cosimo è Cosimo Fanzago, il celebre marmoraro lombardo. Carlo
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decadente, e Luca Giordano un semplice trasformista in pittura; e quelle in dialetto siciliano di Carlo d'Anselmo, che vi si rivela ottimo conoscitore.
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Fra i ritratti, che più sentono, come scenografia, del gusto francese, ricordiamo quello grande di Carlo Broschi, il famoso Farinello, ora nella
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Così avviene che sotto Carlo V appaia quel Parement de Narbonne ch'è di apparenze talmente italiane.
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Germania. Ulderigo Loth, per figura, si dichiara tanto presto per un caravaggista siccome il Gianson in Fiandra; il di lui figlio Carlo, più noto e che
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per l'impiedi, che rapisce di novità; v'è efficacia nel tuono ferale del soggetto, sì bene espresso! «Gran Carlo Bononi! Gran Carlo!» sclamerebbe
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Carlo in Lucina e ad altre fatture dell'età innoltrata; sì chi lo ravvisa ne' quadretti minuti come quelli tanto leggiadri, tanto studiati ch'erano a
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CERESA, CARLO
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San Carlo già presso il Grandi a Milano / figura 233 / da me prima creduto del Borgianni].
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MARATTA, CARLO
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SARACENI, CARLO
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poco di leccato e di pallido, nel delineare è tutto geometria; e il suo vasto cartone, dove si vede il corpo di re Manfredi portato innanzi a Carlo d
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ha una figura in marmo del Paleocapa ed una figura in bronzo del Manin; e Firenze, disgraziata nel Fanti, vuole ammirare Carlo Goldoni, Massimo d
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Oltre a lui e a Testori, pochi altri e più distanti dall’urgenza della vita: Giulio Carlo Argan, che, pur con la sua astrazione algida e su fronti
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