contemporanea, quella delle «Affermazioni» a Ca’ Giustiniàn, offre alcune tele), ed è quella dello stesso Hartung (ospitato dal padiglione francese assieme a
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intento ideologico, che appartiene più al regno delle aspirazioni che a quello Fig. 79. Maestro Vencesalo, Ciclo dei Mesi (Gennaio), 1400 ca., Trento
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torri di un castello. Fig. 82. Maestro Venceslao, Ciclo dei Mesi (Diembre), particolare, 1400 ca., Trento, Castello del Buonconsiglio, Torre Aquila.
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, unico Fig. 4. Amico Aspertini, Adorazione dei Magi, 1500 ca., Bologna, Pinacoteca Nazionale. Fig. 5. Francesco di Giorgio Martini, Natività, 1495-1500
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prospettiva e dunque mescolandole ai personaggi della storia sacra, Fig. 92. Masaccio, Il tributo, 1425 ca., Firenze, chiesa di Santa Maria del Carmine
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. 94. Masaccio, Battesimo dei neofiti, 1425 ca., Firenze, chiesa di Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci. alcun risalto plastico e
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cortese, «precedendo» cronologicamente la rivoluzione prospettica, Fig. 95. Masolino da Panicale, Il peccato originale, 1425 ca., Firenze, chiesa di
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Arcivescovile, volta a mosaico. Fig. 105. L'imperatrice Teodora e il suo seguito, 522-547 ca., mosaico, Ravenna, Basilica di San Vitale, parete sud-est
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, rappresentando queste due finte cappelle o coretti che ampliano, sia pure Fig. 106. Giotto (attribuito a), Il presepe di Greccio, 1496 ca., Assisi
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fratelli Lorenzetti. Ora lasciamo per un momento da parte il racconto Fig. 111. Maestro del giardino dell'Eden, Natività della Vergine, 1430 ca
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Fig. 113. Pietro Perugino, La consegna delle chiavi, 1480 ca., Città del Vaticano, Cappella Sistina. il significato letterale con dotte allusioni
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Fig. 115. Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, oculo del soffitto, 1474 ca., Mantova, Castello di San Giorgio. profondità. L’impatto di questo corpo
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Un esempio che fece scuola nel campo della finzione prospettica applicata Fig. 116. Andrea Mantegna, Cristo morto, 1475-80 ca., Milano, Pinacoteca di
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mostra un pittore in atto di utilizzare un vetro trasparente per disegnare Fig. 138. Gaspar van Wittel, Veduta di Ponte Sisto, 1680 ca., Roma
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’animo, attraverso la mimica, la gestualità, la posa e la caratterizzazione Fig. 6 Jacques-Louis David, Alessandro, Apelle e Campaspe, 1817 ca., Lille
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, 1447 ca., Padova, Basilica di Sant'Antonio, altare del Santo. ad arrostire sulla brace, ma l’ostia, invece di bruciare, cominciò a sanguinare
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direttrici in profondità delle linee di fuga. Infine, un ruolo non secondario Fig. 144. Paolo Uccello, Il miracolo dell'ostia profanata, 1467-69 ca
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: tarsia prospettica su cartone attribuita a Giuliano da Maiano, 1475 ca., Urbino, Palazzo Ducale, studiolo di Federico da Montefeltro. Fig. 149
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. 150. Paolo Uccello, Battaglia di San Romano, Il disarcionamento di Bernardino della Ciarda, 1456 ca., Firenze, Galleria degli Uffizi. ragione tali
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ca., Vicenza. far convergere in modo molto accentuato le linee di fuga degli edifici in scorcio e di conferire una marcata pendenza al pavimento delle
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iconografico. Fig. 164. Piero della Francesca, Studio di teste, dal trattato De prospectiva pingendi, 1475 ca. Fig. 165. Piero della Francesca
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. Policleto, Doriforo, 450 a.C. ca., copia romana in marmo da originale in bronzo, Napoli, Museo Nazionale. Fig. 13. Kouros funerario di Kroisos, 530 a.C. ca
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statua (1450 ca.) e il De re aedificatoria (1452) l’arte persegue consapevolmente il proprio riscatto dalla subalternità artigianale. In questi testi la
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abbiamo Fig. 17. Jacob de Gheyn, La Melanconia, 1595-96 ca., incisione. già detto e che finivano per costituire il corredo caratteriale, più o meno
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19. Albrecht Dürer, La Melancolia, 1514, xilografia. 20. Penelope afflitta e Ulisse mendicante, 470-450 a.C. ca., rilievo in terracotta, New York
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il meraviglioso armamentario di una scienza che ha offerto ripetute dimostrazioni Fig. 25. Domenico Fetti, La Malinconia, 1622 ca., Venezia, Gallerie
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cadavere di Meleagro né quello di Fig. 31. Morte e trasporto funerario di Meleagro, 150-160 d.C. ca, Istanbul, Museo Archeologico. Fig. 32. Luca Signorelli
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. Come per il Barocco, anche per il Rococò si potrebbero proporre Fig. 55. Nicolas Poussin, Morte di Narciso, 1627 ca., Parigi, Musée du Louvre. Fig
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dell'Infante don Luis di Borbone, 1783 ca., Mamiano di Traversetolo (Parma), Fondazione Magnani Rocca. se si trattasse di organismi biologici. Il Rococò, tanto
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. 61. Maestro fiorentino, Croce dipinta, 1180 ca., Firenze, Galleria degli Uffizi. Fig. 62. Andrej Rublëv, Icona della Trinità. 1415 ca., Mosca, Galleria
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Arezzo (fig. 63), che è un’opera ancora giovanile (1265 ca.), pur mantenendo ancora forti legami con la tradizione figurativa bizantina, Cimabue mostra
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mistica di Fig. 65. Giotto, Crocifisso, 1295 ca., Firenze, chiesa di Santa Maria Novella. una società impregnata di valori trascendenti, ma che costituiva
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. Chatres, Cattedrale, vetrate del braccio sud del transetto, 1220 ca. con ricche vetrate policrome, che si accendono con i raggi del sole, proiettando
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Nella Ca’ d’Oro (fig. 74), così chiamata perché un tempo rifulgeva c dorature oggi non più visibili, il Gotico fiorito si arricchisce di suggestioni
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d'Alessandria, 1420 ca., Siena, Pinacoteca Nazionale. Fig. 77. Pisanello, Studio di costumi sontuosi: una dama e un cavaliere, Chantilly, Musée Condé
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Lo stesso Mantegna dipingerà una seconda volta il tema caricandolo di ulteriori simbolismi, come possiamo vedere nel San Sebastiano della Ca’ d’Oro a
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spenta e l’anidride carbonica dell’aria secondo la formula: Ca (OH)2 + C02 = CaCo2 + H2 O
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anche come allegoria del battesimo, come testimonia Tertulliano (160-220 ca.), scrittore cristiano di origini cartaginesi, che definisce “pisciculi
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Però era destino che mi incontrassi con Giacometti in quella estate. Ero andato a Ca’ Pesaro dove era esposta una magnifica antologia dei grandi
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Così, notate, la prospettiva lungi dal volerci rendere il senso di profondità con il ça tourne in fondo brutalmente illusorio di Masaccio o di
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tomboli e coi piombini da fare pizzi e trine; e, per esempio, la Ca’ d’Oro nel Canal Grande si potrebbe chiamare il punto di Venezia.
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lati, quello di San Paternian e quello della Cortesia; a destra c’è una palazzina nuova in cui la Ca’ d’Oro pare ridotta a gabbietta da uccelli; di
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, del denaro che vi ha Giuseppe Capogrossi, Ballerina seduta, 1944 ca. profuso, e, in sostanza, è un segnale dell’importanza del collezionista. Ecco
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