della mentalità italiana aperta alla rappresentazione plastica e monumentale è Ceroli, le cui «sculture» di legno monodimensionali (cioè costruite
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Uno dei difetti più gravi del mezzo televisivo - è cosa nota - è senza dubbio la sua monopolarità: il fatto cioè che la trasmissione televisiva, così
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fase creativa - quella che altrove ho battezzata «neoconcretista» - che si vale cioè di uno studio dell’elemento percettivo, microstrutturale, tissulare
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Inoltre non va sottovalutato il problema dell’iconografia, cioè non va sottovalutata la necessità di decifrare il soggetto di un’opera d’arte del
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. numerose altre «sottocategorie», senza dimenticare quanto si è detto all’inizio, e cioè che ciascun artista e, al limite, ciascuna opera sono un
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, e cioè il filone che si denomina a turno neo-costruttivista, gestaltico, arte programmata, ed ora op-art, ma la cui caratteristica comune e fondamento
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finite, e precisamente nel senso in cui l’opera si consuma praticamente nell’immediatezza del presente, diciamo pure gastronomicamente, e cioè nel
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Nelle due ultime attitudini l’opera d’arte ha dunque subito, nella coscienza del ricevente, una valutazione che finora non si era incontrata, e cioè
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Questi nuovi concetti hanno un’utilizzazione evidente per il campo per cui sono stati formulati, il campo cioè dove l’informazione si valuta per
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della recezione dell’opera d’arte, pur se la si inquadri solo sotto quest’ultimo aspetto, e cioè dalla parte del ricevente. In questo senso l’estensione
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connotazione del messaggio in codice non si limita tuttavia al modo di presentare la fotografia, dal testo cioè o dal titolo o dalla didascalia che può
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e semiosi si presentificano alla coscienza stessa. In modo particolare, per quel che riguarda l’opera d’arte, e cioè la pura astanza alla coscienza
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intenzionale delle strutture verbali» 6, è costretto ad osservare che qualsiasi genere di condotta verbale è orientato verso un fine, è intenzionale cioè: ma
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essere uno dei tanti ragazzi di vita dei quali il pittore si circondava, ma potrebbe anche trattarsi di Caravaggio stesso quand’era ragazzo, cioè di
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maestro. Chi impugna fino in fondo l’idea caravaggesca è invece un olandese, cioè il grandissimo Rembrandt. Il passo compiuto è ancora una volta e
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intuire il papier decoupé dell’ultima fase della sua vita, cioè una pittura ridotta ai minimi termini, una pittura che vive della propria semplicità e
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La terza via, come già accennato nel preambolo di queste riflessioni, è quella della narrazione, cioè dello sguardo dell’arte sulla scena sociale
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Inoltre la donna mostra un canestro colmo di frutti, alludendo ai “frutti dell’unione”, cioè ai figli nati. Per quello che riguarda il ritratto
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Barocco dall'ultima grande civiltà della forma, il Rinascimento, è il Manierismo, cioè il periodo della crisi della forma. Nel periodo che verrà dopo
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una figura “memorabile" nella dimensione universalistica della storia. Anche la statua è un monumemum, cioè un oggetto che conserva la memoria e
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naturali agli effetti di luce e di variarla secondo la qualità dei colori locali: interpretando cioè in senso tonale il luminismo caravaggesco. Questa
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delineate le diverse tendenze del Barocco romano, che questo ha di nuovo rispetto ai periodi precedenti, di essere, cioè, programmaticamente, una
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, cioè scienza del bello, estetica (un concetto e un termine che cominciano ad esistere appunto nel secolo XVIII). Queste tre possibilità dell’arte nei
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, quando non si impacciava, di diventare anche ricca e modulata, d’esser la voce di quel «Nabi très japonard», un profeta molto giapponese, cioè, come lo
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sia, cioè, la mostra di un artista che osa tranquillamente presentarsi con le opere di ieri e quelle di oggi «costituendo... indizio di una coscienza
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Si può riscontrare all’interno di questo periodo un’evoluzione nello stile: il passaggio cioè da una specie di bassorilievo al tutto tondo che chiude
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, soltanto, ma al loro modo di ritrarre la vita nella sua apparenza coloristica, e cioè solo cromaticamente, non liricamente: o pure valendosi delle
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affatto caravaggesco e cioè l'isolamento plastico di una figura nell'atmosfera per mezzo di un violento ed accentrato partito di luce. E v'è ancora di
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Llanos e del Yaňez è troppo poco perché sono evidenti in essi anche altri caratteri lombardi extraleonardeschi e cioè, precisamente, di fonte
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altro che riprendere ed ampliare la tesi che gli aveva servito - tutti sanno con quale risultato - per costruire la sua monografia su Ribera. Pensa cioè
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dovette riprendere dal padre ed elaborare assai presto nel decennio 1620-30, cioè prima di venire a Napoli.
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disegnative, la grande tradizione dell'intellettualismo corporeo di Michelangelo trasmutandosi da ideale artistico in ideale realistico (attuabile, cioè
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titolo: I «Preraffaelliti» (è tutto), cioè «Storia popolare della pittura italiana dalle origini alla fine del Quattrocento»- non sono né migliori né
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a Palma, o a Bordone. E questo non è forse giusto; non è fondato per altro che per una ragione di civiltà; che cioè Savoldo fu il più «civilizzato
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d'Anversa, cioè di Giacomo Jordaens, v'era: «La favola del Satiro che ammira un contadino dalla cui bocca esce caldo e freddo, nel quale vi è una donna che
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, mentre è perfettamente astratta dal gusto per la qualità dell'opera, e tanto più astratta quanto più scevra da una coscienza architettonica propria, cioè
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, mentre io lo dichiaravo del Cavalier d'Arpino e cioè di molto anteriore al Maratta [figura 250]. L'attribuzione al Maratta era stata sostenuta da R
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Salvo i due capolavori di Napoli, e cioè il Sileno ebbro (817) del 1626 e la Santa Maria Egiziaca (820) del Museo Filangeri, tutto il resto era
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Ma è appunto la linea, per quanto fievole essa sia, che vince sempre la superficie, cioè il colore, e come avviene che, inclini a godere
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cioè tanto d'inventare quanto di creare con elementi notorii e alla mano. Così fecero appunto Antonello e Bellini. Essi proseguirono Piero con nuove
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appianata, una giuntura più articolata che squadrata, cioè ancora qualche reminiscenza di segno organico che solo un più accanito studio della
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’ambiente dev’essere effettivo, vero in quel dato istante, cioè transitorio. L’arte fa poi lo strano miracolo, e il passeggiero s’insempra.
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alle premesse dell’arte contemporanea, che non erano più soltanto Modigliani e Picasso, ma potevano essere anche Soutine, cioè un artista appartato
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che l’arte deve coincidere con la vita. L’arte non è la rappresentazione di un’emozione anche assolutamente semplice, pura, diretta cioè quel passo
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ammirati, i più osservati; con uno straordinario incremento di attenzione non soltanto spirituale e culturale: anche commerciale, cioè di mercato. Van
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, non è cioè lo scintillio del bronzo fuso, o la sua patina artificialmente ottenuta, né la levigatezza del marmo, la grana del legno; ma è spesso il
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, come si giudicavano gli espressionisti della Brücke e del Blauer Reiter, o i cubisti, e cioè ancora sulla base di “bella materia,” ricco impasto
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’arte, ecc...) può essere considerata a prescindere da quanto è designato da questa proposizione (e cioè, la sua applicazione). Sostituendo i centri
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solitamente ripetuta secondo uno schema fisso nelle diverse pubblicazioni che si son venute moltiplicando. È inutile cioè riandare a tappe d’un recente
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struttura dinamica." Mentre, cioè, nel tachismo il colore e la linea avevano ancora il valore di mezzi espressivi, come tramiti di un impulso
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