grandi opere che stanno nella eterna Città , come vi si nutrirono anco il Salghetti di Zara e il Gregoletti e il Zona di Venezia, rifulgono tutti o per
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I nomi più prestigiosi di tale indirizzo riapparvero nelle diverse competizioni dell’annata (da Venezia a Kassel) provocando ogni volta una certa
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A Venezia, per contro, la presenza d’un padiglione americano del tutto anodino e privo di mordente e l’assenza di artisti di punta presso i
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, in particolare di Roma e di Venezia. In una mostra tenutasi a Roma alcuni anni fa, intitolata Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo, erano
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Chiostro grande, 1377-1407. Fig. 74. Venezia, Ca' d'Oro, 1421-40. Fig. 75. Venezia, Palazzo Ducale, XIV-XV sec. delle pareti dell’edificio
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Lucia). Venezia, Santa Maria del Carmine. 10. Lorenzo Lotto, Pala del Carmine (San Nicola in gloria con i santi Giovanni Battita e Lucia), particolare
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Andiamo ora a Venezia, e con una pittrice: Rosalba Carriera, una delle dominatrici dell’arte del Settecento, alla quale chiedono ritratti i più
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zattere, a Venezia. Nel Ripudio di Vasti i personaggi compaiono sulla diagonale descritta da una ripida scalinata, resa con grandiosi effetti di
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Paolo Veronese, nel dipinto realizzato per la Sala dellAnticollegio di Palazzo Ducale, a Venezia, organizza il tema come una sequenza temporale: in
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di San Brizio del Duomo di Orvieto; Tintoretto ha utilizzato questo genere di rappresentazione nell’Ultima cena, per la Scuola di San Rocco a Venezia.
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Paolo Veronese nel dipinto poi ribattezzato Cena in casa Levi, conseivato nelle Gallerie dell’Accademia, a Venezia, trasforma l’episodio in un evento
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Ancora diversa è la scena dipinta da Jacopo Tintoretto per la Scuola di San Rocco, a Venezia che mantenendo lo schema della figura di Cristo elevata
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Oggi considereremmo un sensazionalismo inutile, più che un’opera, il quadro che creò più scalpore nella prima edizione della Biennale di Venezia
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tonaca sacerdotale. Successivamente si ritrovano a Venezia per andare in Oriente e giungono invece a Roma dove fanno strada grazie a Paolo III Farnese.
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, riapre a Venezia il discorso della pittura e un romano. DOMENICO FETTI (1589 c.- 1623); i due che lo seguitano sono un tedesco, JOHANN LISS (1595 c.-1631
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. Benché opere di Viani, raccolte amorevolmente si siano viste alla Biennale di Venezia del ’50 e da li riesposte all’ultima Quadriennale, la retrospettiva
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Moderna di Venezia, e di Toni Toniato e comprende una novantina di opere quasi tutte ad olio, tranne le quattro teste di donna (riunite su un unico
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quello della «Visita» signoriniana nella grande mostra di Guidi alla Biennale di Venezia del 1948. Secondo Marchiori questo momento — che ebbe inizio
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nelle sue tragedie senza voce, nelle sue sceniche tempeste di virgole animate, che non nei paesaggi di Venezia dagli anni 1928 al 1943, di cui nella
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Le centocinquantatre opere esposte nella mostra storica del futurismo alla XXX Biennale di Venezia (sale I e IV) costituiscono nel padiglione
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» dei mattini di Lipari, che noi presentammo in una bella mostra di Gianquinto in una galleria di Venezia qualche anno fa: ma, ovviamente, non si tratta
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Se dovessimo dire, infine, una parola sulla serie dei quadretti allegorici dell'Accademia di Venezia, ci sembra che si accenni in essi, per Bellini
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Così, il sintetismo prospettico diffuso a Venezia da Antonello per il senso delle forme semplici, rialzate da un cromatismo intenso, ma d'intonazione
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giustificazione: «Studio dell'antico non praticato da' napolitani e per quali ragioni»70, ove par di risentire il contrasto di Boschini e di Vasari, di Venezia
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disegni che il M. crede genuini: come quello ritenuto per la Cena all'Accademia di Venezia; quello con tre pose di un armeno (?) a Torino, e qualche altro
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Già in questo periodo appaiono «studi di forma», aspri e serrati, che talora, come nei due Santi dell'Accademia di Venezia rivelano sì lo studio
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Cadevano in questo tempo gli affreschi perduti, ove i due collaborarono in Palazzo Porto a Thiene, e quelli di Palazzo Cappello a Venezia. Il von
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Strozzi - ottima fonte anche per il Settecento di Piazzetta - aveva lasciato a Venezia in San Benedetto; che per lo stile decorativo alla grande
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articoli sulla Santa Giustina della collezione Bagatti Valsecchi, sui quattro Trittici Bellineschi della Chiesa della Carità in Venezia, sulla Madonna
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restauro recente parte d'un'opera più vasta, di esser la parte mediana dell'ancona di Antonello a San Cassiano di Venezia. Chi non ha ancor veduto o
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Il Gio. Battista Genovese citato in una lettera da Venezia è il Langetti e non il Baciccia, come crede il Ruffo. Giacomo de Castro corrispondente e
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riberiana rappresentata da P. Fr. Mola (Omero di Venezia *, di Torino, ecc.), unita a elementi guercineschi è anche troppo evidente. La caratteristica
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il «sintetico», il «compenetratore» che vuol dipingere,in Palazzo Venezia, la sala del Concistoro? Pur che mi prometta di lasciar serena la vastità di
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trovi nelle sale dell'Accademia di Venezia - a tale intensità semplicistica di contrapposizioni di tono da superare ogni tentativo pittorico successivo
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incubo; risulta inoltre dimostrato che solo Giovanni Bellini era in grado di fare a Venezia dei capolavori di mantegnismo riformato: ma non muta
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A Venezia, città del colore, alcuni artisti si adoperano più intorno al disegno che intorno al colorito. Il Roi, quantunque nella pittura abbia un
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scorso anno a Venezia, era questo, che ci resterà nella memoria: un signore vecchiotto, tornato appena dal viaggio e aperta subito la valigia, si mette
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lavora in Venezia ha forse fatto per Venezia un solo gruppo di marmo; il terzo per non istare con le mani in mano s’è dovuto gettare alla pittura ed
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tomboli e coi piombini da fare pizzi e trine; e, per esempio, la Ca’ d’Oro nel Canal Grande si potrebbe chiamare il punto di Venezia.
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, mostri terribili, persino quattro grossi cavalli proprio nel mezzo del prospetto. E con tutto ciò la chiesa di San Marco pare a Venezia la cosa più
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Da codesto ambiente derivano dall’altra parte due mali. Il primo, che i pittori veneziani, lodati a Venezia, non paiono al di fuori — salvo le
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alle lettere; ma il padre insisteva, ed egli ubbidiva: ubbidiva a malincuore, sinché nelle callette e ne’ rii di Venezia, sull’acqua smeraldina, tra
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del Palazzo di Venezia e del così detto Albergo dell'Orso, dove il Medio Evo, che non si era mai svolto, già accenna a piegarsi all’umanismo della
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sia una ingegnosa falsificazione fatta a Venezia nel primo anno di questo secolo; che un leggìo da chiesa sia bisantino e abbia viaggiato da
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, chi non lo sa? ebbe la sua bella parte d’italiano; e il Direttore della I. R. Polizia scriveva con ragione in Venezia al Tribunale criminale, come l
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lembo del vessillo tricolore. Pronunciò un discorso, e finì con queste grida: Viva l'Italia! Viva Pio IX! Viva la Repubblica di Venezia! La gioia
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giorni dopo il Patriarca scriveva al Presidente ricordando Mosca e Missolungi, ed esclamando: Ah, signor Presidente, chi può salvare Venezia da tanti
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Il pover’uomo ebbe allora il più difficile dei coraggi, il coraggio di pigliare sopra di sè, perchè Venezia non diventasse un macchio di cadaveri e
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doveva colare a fondo il naviglio austriaco e approvvigionare senza danari Venezia, fosse composta di un piroscafo da guerra, di quattro corvette, di
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due principi: che il Padiglione Italia, nel centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, non poteva essere soltanto il Padiglione dell’Arsenale, a Venezia
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