rifatta o imbrattata, ovvero fabbricata fintamente, per far gabbi e truffe, con una cotal tinta d’antichità da pennelli moderni. In una parte v’ha bensì un
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una ben lunga descrizione nel giornale romano l'Album fin dal 1855 (V. il foglio del 7 di Aprile ed altri seguenti dell’ann. XXII); ove furono anche
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vede che il materiale, e l’arte impallidisce. V’era egli nella Esposizione un quadro più realista del Ciarlatano di Knauss? Eppure non sembrava
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Ma v’è ancora un’altra considerazione, che nel nostro secolo industriale ha molto peso. Una lunga esperienza ha fatto conoscere che oggi l’industria
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sono attoniti e rapiti dalla musica. V’è facilità, verità e luce; ma v’è anche qui un po’ di quello chic 1 notato più sopra nella scuola lombarda. Una
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: non vi dice, non v’accenna alcun sentimento particolare, ma v’impone un sentimento misto di pietà e di terrore come i grandi protagonisti dei tragici
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Vediamo qualche esempio di questa svolta epocale nella rappresentazione figurativa, preannunciata fin dal II-III secolo d.C. Fra il V e il VI secolo
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racconto veterotestamentario: il re persiano Assuero (V secolo a.C.) dopo aver ripudiato Vasti, la legittima consorte che lo aveva offeso, scelse al suo
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dei Giganti. Iconologicamente la Caduta dei Giganti di Giulio Romano, ha un significato politico: Giove simboleggia l’imperatore Carlo V mentre i
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e violentò Europa. L’iconografia più antica risale al V secolo a.C. e riguarda l’arte vascolare, dove l’immagine mostra semplicemente Europa in
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Il meccanismo che ha prodotto questi canoni è lo stesso usato dagli artisti della statuaria greca del V secolo a.C., che per realizzare una scultura
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potevano suscitare secondo la cultura del V secolo a.C., poi in epoca relativamente tarda compare il nudo femminile.
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ANNUNCIAZIONE: Il tema dell’Annunciazione iconograficamente, risale al V secolo d.C. Ne possiamo trovare un esempio nel mosaico dell’arco trionfale
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più disforme dall'esperienza è “possibile”. In questo senso non v’è antitesi tra l’immaginazione “naturale" del Bernini e l’immaginazione “innaturale
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fatti e valori generali e particolari, e tra essi v’è una gerarchia, rigidamente osservata nelle Accademie; ma tra coloro che producono i primi e coloro
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Della «fantasia» dossesca v’è chiaramente il ricordo, quasi nostalgico, nell’allegoria della Notte, malinconica figura avvolta nell’ombra dell
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» significato, poiché nella realtà non v’è distinzione tra ma e l’altro. Quanto più si approfondisce la verità dell’oggetto tanto più si approfondisce la
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di ciascuno e non v’è spiegazione sufficiente. Potremo solo aggiungere che questa macchina è trovata con grande sicurezza e concretezza, in modo da
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individuo, troppo esigui e dispersi nelle proporzioni quasi di genere. Per ciò nella scena sua più complessa, la Natività della Vergine, v’è qualcosa che
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In questo volume di mole ragguardevole il M. V. ha avuto la fortuna di poter accompagnare di molte e belle illustrazioni il succo delle infinite
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un ripostiglio della sagrestia di Santa Maria della Stella 21. V'è tale rinascita di caravaggismo in questo capolavoro che noi non potremmo creder
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assoggettato dal fascio di luce, non v' è che ondulazione luminosa ai margini dei corpi: v' è insomma di nuovo la linea, sia pure abbacinata dalla luce
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delle cornici alitante sul muro? Per il resto la stoffa del capolavoro non manca V'è il superamento del voluto drammatismo delle cene eternamente
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V'è bisogno di aggiunger parole sulla profonda indifferenza all'azione ch'è nelle due figure, quell'indifferenza, già!, ch'è in tutti i grandi
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insieme. V'è appena nelle crespe larghe del modellato del viso d'Agar un ricordo dello Strozzi che il Fiasella tenta di solvere e distendere nelle
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V'è un artista a Genova che appare sempre più importante come suscitatore di modi diversi, che come artista strettamente consequenziario e personale
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Le novità particolari, sopratutto documentarie, che il M. V. ha poi apportato sia nelle conoscenze dell'attività dello stesso Bramante, che di
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V'è insomma disequilibrio quasi continuo tra il compito della luce che vorrebbe divenir preminente e costruire uomini e cose secondo il proprio stile
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V’è bisogno di aggiungere che, né pure nella creazione di una figura isolata, trovereste mai in Preti una curva agente costruttivamente nell'opera
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Sicché a proposito delle controverse attribuzioni al Preda, al De Conti, al Boltraffio, il M.-V. ha il merito di abbandonarsi di peso - quasi sempre
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La quale risulta ad ogni modo poco chiara e costruita non soltanto per colpa del M.-V.; anzi parecchio per colpa di quegli stessi artisti che furono
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che la facilità con cui il M.-V. inserisce l'opera fra ritratti affatto inferiori esciti con certezza dalle mani del Preda. Vi sono attribuzioni
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Non si comprende neppure come mai il M.-V. dopo aver asserito che i limiti impostisi nella trattazione dipendevano soprattutto dal desiderio di non
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In tema d'orificeria il M.-V. illustra dei pezzi specialmente ad uso di culto, ove si rivela ancora per un certo tempo la fedeltà ai principî gotici
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Raccolta Fleitmann. L'unica attribuzione incomprensibile del V. è quella del Ratto delle Sabine della Raccolta Widener, opera patente di un italiano. Altre
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importerebbe un concetto di proporzione che nella parte artistica non ci pare sia stato sempre osservato. V'è anzitutto una notevole sproporzione fra la
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V'è poi nella descrizione di Milano il più tipicamente cervellotico uso d'asterischi ch'io mi conosca. Dato e non concesso che voi dobbiate
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d'ombra? V'è gran pericolo di ricadere nel saltabecchìo semirealistico della luce di Tintoretto, quando si disdegni l'uso dei riflettori di Rembrandt.
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Presentato bene, ove se ne tolgano La grazia al condannato (620) che non si riuscì a trapassare al Fetti (v., [figura 239], contentandosi di un
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(v.); 892. La Cena in Emmaus [figura 222], della Coll. Chiesa, prima e più giustamente, secondo le tracce di firma, esposta al nome del settecentista
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(forme) artistici. Il Cristianesimo, il Paganesimo, come tali, restano automaticamente esclusi dal campo artistico. V'è tutt'al più la possibilità di
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troverebbe una curva; solidificazione, non più raggiunta che da Paolo nella veduta di Gardanne. Ma non v' è in esso, tuttavia, una vera e propria linea
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delle case e del frontispizio leggiadro. Non v’è più composizione, non v’è più colore. Quell’ingegnere ha davvero una gloria etimologica rara: prima si
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poesie v’era anche il Whitbread? — Davvero! — esclamò il Byron — e quale specie di poesia ha egli fatta? — Non me ne ricordo — rispose l’altro — so solo
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caricature giocose di sapor parigino, in tale opera, che è rimasta di gesso, v’è un poco dello spirito altero, severo e maschio della vecchia arte romana.
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Bisogna dunque, per trovare dei tipi fecondi, scendere al Rinascimento; bisogna aspettare il ritorno dei papi da Avignone, Niccolò V, la costruzione
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a un desco signorile. V'è un calamaio, sul quale sta seduto il Tempo, vecchione barbuto, con le ali stanche, e legge stentatamente sopra un librone
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parere i volti scipiti, come le teste da parrucchiere. Ma nella mezza dozzina v’è una gentile bionda e v’è una bruna di fattezze assai capricciose, due
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ispirati dalla fede; e in fatto di monumenti v’è l’eclettismo che ci rovina. A Milano in due grandiosi e ricchi edificii pubblici, la Stazione della
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[V. S.] Io l'ho vista quando aveva novantanove anni. Ero con mia madre che ne ha, ora, ottantacinque. Temperamenti molto simili, infatti non han
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