delle mode italianizzanti: dal teatro (Hogarth adora «The Beggar’s Opera», una satira del teatro all’italiana) al «bel canto», alla letteratura, al
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definisce «the line of beauty» è, senza possibilità di dubbio, la linea del «wit»: all’opposto della linea retta, ch’è il collegamento più diretto tra
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of landscape», opera in conformità dei «general principles of nature», scegliendo e condensando nella rappresentazione «the beauties... which are
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, cioè sapendo discernere e riunire i suoi valori (is in fact - precisa Cozens — the art of seeing properly»).
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. A history of Art in the schools of Italy). L’antitesi non potrebb’essere più chiara: con Raffaello si simpatizza, perché le sue forme riflettono
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inventare una teoria «on the entomological sublime»? I personaggi di Fuseli non stanno in uno spazio naturale, ma sentono la misteriosa animazione della
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tempo per i cosiddetti quadri plastici (ne parla anche Goethe), agli effetti di luce. Ciò che l’artista specialmente cerca è «the command of horizon», e
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mettersi in relazione, in sintonia con le altre: un movimento continuo o un ritmo, precisa il Webb (An Inquiry into the Beauties of Painting, 1760), che a
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out that physics can account for time floud and for Becoming, that common sense is right, and that we can change the future»22.
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verso i suoi modelli. In effetti, non si 87. Thomas Gainsborough, I raccoglitori di legna. New York, The Metropolitan Museum of Art. può negare la
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1753, un’opera di grande rilievo dal titolo The Analysis of Beauty, in cui espone le proprie teorie sul concetto di “bellezza”, influenzando notevolmente
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, in Austria, e poi a New York. Il suo lavoro, oltre a evocare nostalgicamente la cultura visiva russa, è anche un atto critico e d’indagine. The Man
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The Weather Project di Olafur Eliasson, presentato tra il 2003 e il 2004 nella Turbine Hall della Tate Modern a Londra, è stato concepito come un
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of the Miraculous è il titolo dell’azione) in una solitaria traversata dell’Oceano Atlantico, forse cercando volontariamente la morte che davvero lo
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una pala da neve in un emporio di New York e la contrassegnò con la frase che sarebbe diventata il titolo dell’opera: In Advance of the Broken Arm
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. Pensiamo alla relazione vero/finto. Pierre Huyghe, artista francese, nel film del 1999 The Third Memory espone la ricostruzione della rapina girata
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processo di decomposizione dello squalo in formaldeide che l’inglese Damien Hirst ha intitolato The Physical Impossibility of Death in theMind of Someone
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progettato l'installazione The Collectors nel Padiglione danese e in quello dei Paesi nordici alla Biennale di Venezia del 2009, si sono trasformati
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montati e poi fotografati da Cindy Sherman. Pensiamo all’insofferenza che proviamo di fronte a immagini dissacratorie come The Holy Virgin Mary (1996
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transitorio. Nell’arte recente, l’oggetto in sé in molti casi è 1. Andy Warhol, Brillo Box, 1964, Pittsburgh, Pittsburgh Founding Collection, The Andy
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Nel progetto Between the Frames: The Forum (Barcelona), 1983-1993 (2011), presentato al Museu d'Art Contemporani di Barcellona tra l’autunno del 2011
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libro (oggi introvabile) New York: The New Art Scene. Si tratta, tra l’altro, di una delle prime testimonianze di come la fotografia possa porsi come
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curatore. Pensiamo a Richard Hamilton, che, nel 1966, organizzò la prima grossa retrospettiva europea di Marcel Duchamp alla Tate Gallery (The Almost
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, Shakespeare («Custom is almost a second nature», The Two Gentlemen of Verona), Blaise Pascal («La costume est une seconde nature qui détruit la première
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grande mostra newyorkese della fine del 1961 dal titolo The Art of Assemblage. In connessione col Neo-Dada si è parlato anche di una cultura di rifiuti
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dei suoi «Venetian Painters», che tocca di «Venetian Art and the Provinces» 9. ***
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rientranti nel filone post-moderno, o — come l’hanno definito — “The New International Style.”)
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