sforzo imitare servilmente le straniere tendenze in quanto però esse hanno di più abjetto e men nobile. Essi, italiani, che prendono la Francia e il
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Ebbene: proprio in seno a queste correnti concettuali (in Francia ben analizzate da Catherine Millet1) si possono scorgere alcuni episodi sintomatici
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Se dovessi scegliere un artista, cui dare il nome di pittore dell’aristocrazia e della Restaurazione, sceglierei Ingres. Egli è tenuto in Francia
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. Quello che in Francia chiamano il caratteristico dovette essere il suo scopo principale, e i discepoli, esagerando, arrivarono spesso a confondere
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gran caso della critica dei giornali e delle riviste francesi. La critica dell’arte è stata sempre assai debole in Francia; ed in questa occasione s’è
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della Francia, cui l’Esposizione stessa sembrava voler concedere quel primato nelle arti, che così lungamente appartenne all’Italia.
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Francia più tardi, sciolse ogni freno alla fantasia che s’abbandonò in balia di se stessa, come un giovane corsiero che ha spezzato la fune che lo legava
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principale nella cultura nazionale della Francia. Il letterato, l’artista, il popolo, l’industria ed il governo ne cavano vantaggio, e ne vanno, a buon
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contatto diretto con il mondo classico, sulle novità gotiche provenienti dalla Francia, anch’esse improntate ad un maggior naturalismo. Era ormai
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che da un punto di vista progettuale è sostanzialmente un’architettura che ha le sue radici nel gusto del Gotico internazionale. In Inghilterra, Francia
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Ancora in Francia, entriamo nel grande ritratto classico francese, con Pierre Subleyras, un pittore che vive anche in Italia; ripeto che l
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Restiamo in Francia, e osserviamo il Giovane con un castello di carte (fig. 77), del più intimo dei pittori d’oltralpe: Jean-Baptiste-Siméon Chardin
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Nel Settecento, secolo di grandi trasformazioni che vede la Francia nel molo di protagonista, il nudo, oltre ad esprimere i tradizionali temi
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, anche ben oltre la loro caduta come centri politici e militari, proprio perché erano stati fulcri del potere mondiale. Allo stesso modo, la Francia, e in
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Già alla fine del secolo venivano stampati i primi libri illustrati nipponici pronti all’esportazione in Francia e Inghilterra, fiabe per bambini
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cultura artistica del Seicento europeo: a cominciare dalla diffusione in Francia, in Spagna, nei Paesi Bassi del caravaggismo, come corrente che, mutando il
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illuministico, più che teorizzante, è intrinsecamente critico. Dovunque in Europa si sviluppa una critica dell’arte: in Francia col Félibien e poi col Diderot; in
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Il «caso» di Munch è ben diverso. Egli appartiene al gruppo di quegli artisti profondamente inquieti e curiosi che vennero in Francia a capire se
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Francia, negli Stati Uniti (roccaforte del Surrealismo intorno agli anni Quaranta) e nel Messico; né la Biennale di Venezia, benemerita altresì per la
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generazione anzianotta dei pittori di Francia: di quadri come «La luce ritorna luce», che è il più intenso e vibrante della Mostra, nella Rassegna torinese
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quasi il carattere di stranieri in patria. Essi non ebbero, come accade per esempio nel felice «momento» impressionista in Francia, il conforto di una
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, portato in Italia, portato in Francia, a Praga, a Vienna, a Berlino, l’instancabile, agguerritissimo? Primus inter pares (come fu il suo collega in
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in Francia.
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, perché sembra davvero nato a Parigi; tanto che anche in questa partenza divisionista (Severini andò in Francia nel 1906) egli appare piuttosto come un
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Fu in occasione dell’ultima mostra torinese Italia-Francia che ci imbattemmo in un Dova estremamente sorridente e delicato, in colori rosati e teneri
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mostra «Italia-Francia»; e noi diagnostichiamo come fatti stilistici specchio di una stanchezza o di una distrazione dalle passate ossessioni più
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Un uomo, questo rumeno eccezionale, trasferitosi in Francia nel 1904 dopo un lungo viaggio quasi tutto a piedi, tra i più solitari di Montparnasse
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messaggio specifico, raccogliendone un’esplosiva serie dal titolo La Francia dilaniata. L’artista ha sempre valutato il suo gesto di lacerare il
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La vita del Francia, a quanto ci è dato conoscere, fu calma. Nessuna scossa troppo forte ne turbò mai l’andamento; nella quiete domestica egli ebbe
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forte, e che dei soggetti di religione si fece un pretesto a sfoggi ambiziosi di scorci e di scienza anatomica, il Francia sta nel mezzo nobilmente
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con essi, il Francia sentì di mano in mano che lo scettro dell’arte non gli poteva essere contrastato a Bologna, e infine lo strinse con animo
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. Michelangelo, che avea coscienza del suo valore, aspettava la lode degli artisti di Bologna; ma o gli paresse di conseguirla scarsa dal Francia, o che questi
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Ad ogni modo, il primo periodo di Giacomo Francia è il più corretto. Protraendo la vita fino al 1557, egli passò noncurante, pigro, in mezzo ai
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Perugino, che non ha col Francia solamente la comunanza di tal sorte, ma notevoli analogie d’ingegno e di stile, fin qui non abbastanza descritte dalla
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Francia. Artista frettoloso, avido di guadagni, rifuggente dal riflettere, amante della musica e della vita lieta, destro nell’allearsi ad operare coi più
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. Chi ha di fronte ad esso la nostalgia del torso classico, o del torso deliziato di un gotico di Francia, si ritiri e cerchi di educarsi alle forme
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della Galleria nella casa di San Luigi dei Francesi, e che vuol rappresentare per l'appunto S. Luigi IX re di Francia. È strano che un'opera come questa
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Questo libercolo, fondato e nutrito su luoghi comuni à la Müntz, secondo i quali nel Mantegna, nel Francia e simili, il Rinascimento è ancora
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In sostanza, l'illustrazionismo d'oggi, specialmente in Francia, rappresenta una specie di agile rifrazione del fatto impressionistico che resta
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lombarda del XII secolo; ma affermare come fa il Mâle che «la scultura in Lombardia è nata e s'è sviluppata sotto l'influenza della Francia…»; che essa
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tardi in Francia, e anche verso la fine del XII secolo l'Italia influenzò nuovamente l'arte francese.
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applicate a un pilastro («jamb sculptures») in posa raccolta (Guglielmo a Cremona, figura dell'Isaia) che passò in Francia e, p. es., a Chartres. (Qui
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pussinesco. Averlo riconosciuto molte volte in Francia basterà per asseverare essere egli poi affatto distinto dall’altro Stella di Brescia, di cui il
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pittorello bolognese Francia:«va al bordello te e 'l Costa che siete due solennissimi goffi nell'arte». Nell'arte. Per che, Michelangelo ch'è di Firenze
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Chi dicesse che la Francia è nella scultura più innanzi di noi, arrischierebbe di parere un cervello balzano. Dappertutto nella statuaria l’Italia è
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. L'Italia è per questo lato al di sotto della Francia, di certo; ma non si saprebbe dire — poichè la bilancia dell’arte, avendo tante differenti specie di
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polpa, superficie, belletto, genio di natura facile e lieve, destrezza quasi nativa di mano. La Francia è ciarlatana in tante cose, chi lo può negare? ma
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La Francia, che tuttavia è tanto innanzi nelle discipline del bello, non ha un solo pittore nazionale, nel senso che diamo a questa parola, poichè
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sarei qui. Io dal mio esilio di Francia ho riportato non ricchezze, non croci: ho riportato cosa che alle dame inglesi non è lecito nominare, ma che
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(Donati); tale usanza dilagò tosto in Europa e se ne videro degli esempi nei dipinti di Appel, di Jorn, e in Italia di Baj, di Grippa; in Francia di
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